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Ad un tratto, mentre Elisabeth, Cristansen e Vivian attendevano la sentenza, alcuni soldati giunsero nella cella.
Presero Cristansen per riportarlo in aula e fecero segno alla maga di seguirli. Tornati tutti in aula, finalmente fu letta la sentenza. “Messer Cristansen...” cominciò il cancelliere “... questa corte vi riconosce colpevole di alto tradimento nei confronti del regno e sancisce la vostra condanna a morte mediante decapitazione. Che Iddio Onnipotente abbia pietà di voi.” A quelle parole, Vivian lanciò un urlo. In quel momento si alzò la regina. “Messer Cristansen...” fissando l'imputato “... voi avete servito questo regno con onore, lealtà e devozione, anteponendo i suoi interessi anche a voi stesso. Ingiusto sarebbe dunque ripagarvi ora con la morte. Tuttavia resta l'onta del vostro comportamento. Col potere che però Dio Onnipotente, Onnipresente e Onnisciente ci ha concesso, noi annulliamo la sentenza di questa corte, mutandola in esilio. Abbandonerete dunque oggi stesso Tylesia per non farvi mai più ritorno.” “Ma, maestà!” Alzandosi Berengario. “Perchè annullate la sentenza di questa corte? Ci avete insegnato che la legge è uguale per tutti... anche per Vostra Maestà!” “La sentenza è stata pronunciata.” Disse la regina. “E noi abbiamo già parlato.” E si ritirò. “Papà, sei salvo!” Gridò Vivian. “Si, figlia mia...” mormorò Cristansen “... anche se l'esilio è peggiore della morte...” |
Lilith così, col suo nuovo abbigliamento, raggiunse il mulino.
E appena entrò al suo interno, un senso di angoscia la prese. Poi, ad un tratto, qualcosa scricchiolò sotto i suoi piedi. Era una botola legata con un semplice filo di ferro, dunque facile da aprire. E proprio in quel momento, la ragazza udì strani rumori provenire da lì sotto. Nella caverna scoperta da Parsifal e dai mercanti, intanto, erano emerse tante e bellissime armi. Il giovane apprendista di Redentos sembrava molto interessato a quegli splendidi oggetti. All'improvviso, però, Parsifal fu colpito alla testa e perse i sensi. Strane e confuse immagini attraversarono allora il suo sonno, fino a quando si svegliò, con un gran mal di testa. Si trovava ancora in quella caverna colma di armi, da solo, ed era stato legato con delle robuste corde. Queste erano state anche bagnate e ad ogni movimento del cavaliere diventavano sempre più strette,rendendo la loro presa insopportabile. |
Cavaliere25, così, obbedendo al capitano Hautier, cominciò a fare i piegamenti sotto gli occhi di tutti gli altri arruolati.
“Avanti, lavativo!” Disse Hautier. “Voglio vederti sputare sudore da ogni poro! Avanti! E piegati fino in fondo!” Rise. “E quando hai terminato, voglio vederti correre per dici volte attorno al cortile!” “Speriamo che Cavaliere25 non perda la testa...” mormorò sottovoce Tieste, rivolgendosi a Pilidor. “Già, o quel capitano lo farà arrestare...” rispose questi. |
“Un re despota...” disse quell'uomo fissando Altea “... ne siete davvero convinta, milady? Conoscete dunque il sovrano di queste terre? Avete avuto contatti diretti con lui? O forse vi basate su ciò che avete udito in giro sul suo conto? Io credo che parlare senza conoscere i fatti sia segno di pochezza e stoltezza. Venite qui, ignorando tutto di questo luogo, eppure non esitate a far vostro il giudizio udito in strada da chissà quali gaglioffi.”
“Allora diteci voi la verità sul re di questa città, messere.” Mormorò Fyellon. “Vi darò solo un consiglio...” fece l'uomo “... andate via e dimenticate questa città.” |
Ascoltai il cavaliere ribattere, in modo scontroso e insolente, ma preferii non commentare..ascoltando poi le sue ultime parole mi rivolsi a Fyellon.."Avete visto? E' ciò che dico io andiamocene da qua, a noi non interessa la storia di questa città e soprattutto del suo re" e lanciai una occhiataccia al misterioso uomo.
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Umans sorrise a quelle parole di Talia e mostrò poi un lieve inchino.
“Vi ringrazio, milady.” Disse. “E quanto al nostro Ammazzasette...” fissando poi Guisgard “... beh, voi lo conoscete meglio di me e quindi ben potete immaginare quanto mi sia costato il tenerlo a bada!” E rise di gusto. “Ma davvero?” Mormorò Guisgard. “E così sarei io quello da tenere a bada, eh? Sta bene!” Esclamò. “Allora la prossima volta me ne starò a bere in una locanda, magari anche in buona compagnia.” Sorrise. “Così, sarò certo di restare fuori dai guai.” “Il nostro cavaliere è un tantino suscettibile!” Sempre ridendo Umans. Guisgard e Talia, così, si allontanarono. E quando furono presso il luogo in cui avevano lasciato Sheylon, lui chiese a lei di chiamare la loro tigre. “Oh, ma no!” Fece Guisgard. “Quando cerchi qualcosa, allora devi chiamarla con forza e decisione! Devi volerla con tutta te stessa! Stai chiamando un animale che le tribù Asthù del Gange venerano come l'incarnazione di grandi eroi e che i fachiri ariani invocano per scacciare i demoni!” Sorrise. “Avanti... concentrati, altrimenti Sheylon non verrà...” Ma proprio in quel momento, interrompendolo, rapido e silenzioso, Sheylon li raggiunse con un poderoso balzo. Quell'apparizione fu così improvvisa che anche Peogora e Luthien furono colte di sorpresa. “Ehi, che modi sono questi!” Disse Guisgard alla sua tigre. “Da quando in qua smentisci il tuo padrone?” Sheylon però, quasi incurante, si avvicinò a Talia e alzandosi su due zampe cominciò a farle le coccole con la testa. “Vabbè...” guardando in alto Guisgard “... oggi sono tutti contro di me... e sia, direi di andare adesso...” Ripresero così il loro cammino, tra le pendici dei due monti che racchiudevano Faycus. I due cavalli procedevano l'uno accanto all'altro, mentre la tigre li seguiva qualche passo più indietro. “E' inutile che ora mi guardi...” disse Guisgard alla tigre “... io e te non siamo più amici, ecco.” La tigre rispose con un brontolio. Guisgard allora la fissò e sorrise. “In effetti” rivolgendosi poi a Talia “non è molto comune vedere da queste parti un animale come Sheylon. Un giorno ti racconterò di come ci siamo incontrati.” Ma proprio in quel momento, davanti a loro apparve una piccola chiesa. Era in costruzione e dunque in molte parti si mostrava ancora incompleta. http://mw2.google.com/mw-panoramio/p...ium/238297.jpg |
iniziavo a innervosirmi ma non potevo perdere il controllo ho rischiavo la galera dovevo fargli vedere io a quello sbruffone di un capitano che non vinceva lui facendo in quel modo e continuai senza dire una parola mentre guardavo i miei amici con sguardo fisso
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Ritrovare Sheylon fu un piacere ed un sollievo, sorrisi quando mi si avvicinò e gli carezzai piano la testa... poi riprendemmo a cavalcare verso i monti.
Guisgard era allegro: parlava, scherzava, rideva... non dissi niente in merito, e tuttavia sentirlo così sereno e di buonumore mi rendeva ogni momento più felice. “Oh...” sorrisi a quelle sue ultime parole, ignorando il brontolio sordo di Sheylon “Oh, si... ti prego! Sono più che certa che sarà una storia a dir poco avvincente...” Sospirai appena, poi, ed il mio sorriso si allargò sensibilmente... “Anche se...” soggiunsi più piano, in tono vagamente divertito “Dubito sinceramente che voi due concorderete su quale sia la versione corretta di quella storia... su chi è stato a salvare chi, ad esempio... o su chi bada a chi, o chi ha preso con sé chi...” Ma proprio in quel momento mi parve che la strada che stavamo percorrendo si facesse un poco più piana e, quasi nello stesso momento, sentii Luthien diminuire impercettibilmente l’andatura... perciò tacqui. “Dove siamo?” domandai allora a Guisgard. |
“Siamo davanti ad una chiesa in costruzione, credo...” disse Guisgard a Talia “... però sembra non ci sia nessuno...”
Ad un tratto Sheylon cominciò a tradire nervosismo. “Cosa succede, Sheylon?” Fissandolo Guisgard. Ma la tigre continuava a guardare la chiesa. Ad un tratto dal sacro edificio emerse una figura. Era un uomo di età avanzata, alto e di robusta corporatura. “Chi siete?” Domandò loro. “Vogliamo solo sapere che luogo è questo.” “Cercate forse qualcosa?” “Beh...” mormorò Guisgard. “Due cose non troverete qui...” lo interruppe l'uomo “... la Gioia e Sygma...” Intanto a Faycus, Ludovico De'Taddei aveva appreso della partenza di Guisgard e di Talia ed un sollievo aveva invaso il suo animo. Si era potuto così dedicare, data la sua grande passione per la caccia, a mostrare a tutti il monumentale cinghiale che era stato abbattuto durante lo scontro in cui aveva rischiato la vita. E molti abitanti di Faycus erano accorsi per vedere quello straordinario animale. Ludovico diede allora disposizioni ai suoi servi per imbalsamare il cinghiale. “Un meraviglioso animale, milord.” Disse uno dei servi. “Si, davvero straordinario.” Raggiante il taddeide. “E per questo stasera festeggeremo.” “Si, milord.” Annuendo il servo. “Ah, ecco messer Samond. Egli è uomo di cifre e saprà calcolare il valore di questa vostra preda.” “Milord!” Avvicinandosi il contabile al taddeide. “Carissimo messer Samond.” Sorridendo Ludovico. “Come va?” “Già, come va?” “Io benissimo, grazie.” Sorridendo Samond. Ludovico annuì. “Putroppo, quel furfante di Tisoon...” “Si.” “Per fortuna la caccia è andata bene.” “Si, mi sembra evidente.” Fece Ludovico. “Eh, quel messer Guisgard si è dimostrato un gran cacciatore.” “Si, si...” mormorò Samond “... uomo in gamba, uomo in gamba, messer Guisgard...” “Avete dei rimproveri o critiche da fare?” “No, assolutamente, milord.” Ludovico annuì sorridendo. “Non manca certo di iniziativa, il nostro audace bracconiere...” continuò Samond “... quel furfante di Tisoon non era ancora fuggito, che lui già ne aveva preso il posto.” “E' logico...” fece Ludovico “... l'ho assoldato per questo.” “Già, naturale...” con un ghigno Samond “... ma, mi perdoni, milord... e la sua ricompensa? Io avevo stabilito tutto, anche quanto gli spettasse... ma lui non si è mai presentato per ritirare il denaro guadagnato...” “Ah, si...” disse il taddeide “... ho provveduto io. Tutto è stato quindi regolato.” “Bene.” Annuendo Samond. “Dunque messer Guisgard vi ha fornito eccellenti scuse.” “Non scuse.” Replicò Ludovico. “Ma eccellenti motivi.” “E milord...” fissandolo Samond “... e messer Guisgard non vi ha riferito nulla circa dei suoi rapporti con alcuni cavalieri giunti da poco in città?” “E voi come conoscete questi fatti?” “Beh, passavo davanti ad un locanda” mormorò Samond “e ho udito certi discorsi di alcuni uomini... e ho pensato di riferirvi queste cose, milord...” “No, io non ne so niente.” Disse Ludovico con tono seccato, per poi andare via seguito dallo sguardo indagatore di Samond. |
“Sheylon...” mormorai, abbassando appena una mano verso di lui nel tentativo di rasserenarlo e di capire che cosa lo mettesse tanto sulla difensiva...
Passò qualche attimo di preoccupazione e di attesa... poi iniziai ad avvertire anche la sorpresa ed un vago nervosismo provenienti da Guisgard... non ne capivo il motivo... tutto intorno a me era silenzio e quiete e, improvvisamente, avvertii il disagio di non poter vedere ciò che stava accadendo. Poi, ad un tratto, quella voce... Citazione:
‘La Gioia?’ mi chiesi... ‘Sygma?’ Ero stupita... e vagamente preoccupata... e poi non riuscivo a smettere di pensare, con il cuore che martellava forte, che tutto quello assomigliava davvero ad un fil rouge che tracciava il nostro cammino... La Gioia... la maledizione di cui aveva parlato la duchessa... e poi quella terra lontana, Sygma... due terre ed un unico sogno, aveva detto lady Vicenzia, due terre divise ed unite per sempre... Improvvisamente mi riscossi. Allungai una mano e sfiorai delicatamente il braccio di Guisgard, in un gesto dolce e rasserenante... poi, quasi senza pensare, smontai da cavallo. “Perdonateci, signore...” dissi, nel tono più rassicurante che possedevo, facendo qualche passo avanti “Perdonateci, non era nostra intenzione importunarvi... ma, vedete... siamo in viaggio e ci stavamo soltanto chiedendo il nome di questo luogo e se poteste darci qualche informazione circa la via da percorrere!” Esitai... poi, come attratta da quelle parole che aveva pronunciato, quasi ipnotizzata il bisogno di sapere e di capire, feci ancora un piccolo passo avanti... |
“Invece io sono molto incuriosito dal vostro re, messere.” Disse Fyellon. “E vorrei incontrarlo.”
“Perchè?” Chiese l'uomo. “Perchè vorrei capire che tipo è.” “Immaginate il Re di Cuori...” disse l'uomo. “Vogliamo incontrarlo.” “Dubito che vi riceverà.” “Proveremo lo stesso.” “Allora seguite la via lastricata” fece l'uomo “ed essa vi condurrà al castello. Buona Fortuna.” “Siete pronta, Altea?” Rivolgendosi Fyellon alla sua compagna di viaggio. |
Quando entrai nel mulino una sensazione di angoscia mi travolse. Mi spaventai terribilmente quando udii degli scricchiolii privenienti da una botola. La curiosità era maggiore della paura, così decisi di aprirla molto lentamente e cercando di non provocare rumore, anche se fu impossibile. All' interno della botola non potevo vedere nulla, era completamente buio.
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Il re di Cuori?? e che nome indicava mai questo re?
Fyellon ovviamente, con il suo spirito di ventura, voleva sfidare il fato e non mi restò altro che seguirlo per quella strada lastricata che portava al castello..."Fyellon, ma perchè ha nominato secondo voi il Re di Cuori? Non avete sentito il mio parere...io sarei proseguita, sono molto stanca, sembra quasi che qualcuno mi voglia mettere alla prova..e non so per quale motivo, spero solo di non avere altre brutte sorprese qui". E vidi davanti a me il maestoso palazzo. |
Altea e Fyellon si diressero così verso il castello.
“Su, Altea...” disse Fyellon “... un po' di spirito d'avventura!” E rise. Giunsero così al castello. Il portone era aperto ed entrarono. Qui su una lapide dominava una massima di Marco Aurelio che recitava: “La vera virtù di un imperatore non è la potenza, la ricchezza o la forza. Ma la misericordia.” |
L'uomo fissò Talia.
“Siamo tra i monti...” disse “... nel profondo Nord del ducato... è infatti uso di queste terre costruire chiese man mano che si avanza nel territorio... come una sorta di confine...” “Confine da cosa?” Domandò Guisgard. “Che differenza fa?” Fissandolo l'uomo. “Un confine è sempre un confine. Un qualcosa che divide... che siano due città, due regni, il passato dal futuro, il Cielo dalla Terra...” Poi si accorse che Talia aveva fatto dei passi verso di lui. “Cavaliere...” fissando Guisgard “... perchè non conducete la vostra dama in chiesa?” “Veramente pensavo fosse in costruzione...” “Ma molto è già pronto in realtà.” Guisgard allora prese la mano di Talia ed entrarono nella chiesa. E appena dentro, Guisgard restò letteralmente meravigliato e sorpreso da ciò che vide. |
Guardai Fyellon sorridendo.."Beh mi sembra che lo spirito di avventura fino ad oggi non mi sia mancato".
Stranamente il portone era aperto, ed entrammo in quel castello..vi era un silenzio quasi surreale e mi guardavo attorno, era di meravigliose fattezze e mi fermai davanti a una lapide del grande Marco Aurelio e lessi la scritta.."Certo leggendo questa scritta non sembrerebbe un re tanto malvagio come si dice, ma come mai non vi è nessuno a guardia di questo castello?" sentivo quasi la mia voce formare un eco in quel silenzio. |
Una condanna tremenda uomini che condannavano un uomo alla morte...si stavano mettendo al pari di Dio, ma Lei...colei per cui tutto era iniziato.....Fu Misericordiosa.......lascio' che quel padre potesse crescere sua figlia......il punto era che la morte fisica non e' nulla alla pari della morte dell'anima e l'esilio e' la condanna piu' dura da subire per un uomo di alta morale......Lo sguardo di Berengario...era tra l'ncredulo e il truce, voleva..ma non poteva....Vivian sembrava avesse ripreso a respirare e Messer Cristansen non aveva ottenuto giustizia era stato allontanato per sempre.
Uscii dall' aula......con la mente in piena confusione era duro rimettere sempre i tasselli a posto...avevo bisogno di quel fiore per cui gli uomini sembravano avere una strana bramosia...dovevo salvare Reas, erano passati alcuni giorni e in cuor mio sentivo la sua vita scorrere molto lentamente.......mi avvicinai a padre e figlia....." Messer Cristansen, sono felice soltanto del fatto...che potrete occuparvi ancora di vostra figlia..per il resto...non sono stata in grado di rendervi giustizia........ho pero' una cosa da chiedervi....anche se ...ho imparato a conoscervi e se mi direte di no......sapro' che lo fate perche' avete un cuore puro........ma....Reas ..il comandante delle guardie e' tra la vita e la morte e per salvarlo devo portare via con me il fiore che vive nel giardino della Regina.....se non lo portero' ad un monaco che vive nella selva....Reas non ricevera' l'antitodo al veleno che egli stesso gli ha somministrato.........".....Una semplice e pura richiesta di vita...null'altro.. |
“Oh...” sorrisi alle parole dell’uomo “Oh, ma siete così gentile... sarebbe una vera felicità per me poter entrare un poco nella vostra bella chiesa...”
E così Guisgard mi prese la mano ed insieme avanzammo di molti passi, mentre i miei piedi calpestavano un terreno irregolare e leggermente sconnesso, come se quella chiesa non fosse mai stata conclusa... cosa, quest’ultima, che, senza un motivo spiegabile e tangibile, mi parve in qualche modo strana. “La Gioia...” sussurrai allora, accostandomi ed abbracciando il braccio di Guisgard, così da potergli parlare pianissimo vicino all’orecchio “...e Sygma... anche la duchessa me ne ha, in qualche modo, parlato... così come il vecchio guardiano del Belvedere, ricordi? Ed ora anche quest’uomo! Non so spiegarti bene come mai, ma sento dobbiamo scoprirne qualche cosa di più, Guisgard... dobbiamo capire come mai ritornano tanto spesso nel nostro viaggio...” Avevo parlato lentamente, con un tono leggero, quasi come una preghiera... e stringevo la sua mano, intanto... la stringevo forte, come fosse la mia ancora... la stringevo perché sentivo di aver bisogno di lui più che mai in quella sorta di inattesa ed involontaria ‘Cerca’... Eravamo giunti sul sagrato, ormai... entrammo. E d’un tratto la mano di Guisgard tremò appena... lo sentii trattenere il respiro per la sorpresa e la meraviglia... ed anche io, dunque, quasi di riflesso, mi bloccai. “Cosa?” sussurrai, dopo qualche lungo momento “Cosa vedi?” |
I sospetti divennero veri.....ero stao condotto in tranello anche se non capisco come possano avermi colpito in quanto rimasi sulla difensiva.
Cercaì di muovermi ma notaì che le corde si stringevano sempre di più.....erano unte ed era meglio agire con cautela, ma ad un tratto mi ricordaì del pugnale che avevo acquistato presso il vecchio del maniero. Fortunatamente, era a portata di schiena ed evitando di farlo cadere lo sospinsi verso l'alto e con cura e evitando movimenti bruschi, iniziaì a tagliare le corde. |
Lilith scese così in quella botola.
All'inizio fu completamente avvolta dal profondo buio che dominava in quel luogo. Poi, pian piano, i suoi occhi si abituarono e cominciò a scorgere qualcosa. Prima incerto, poi sempre più nitido. Ad un tratto si accorse di essere circondata da ragazze. Erano vestite di stracci, molto provate e tutte legate con robuste catene alle pareti. Parsifal, nel frattempo, immobilizzato in quella grotta, grazie ad un pugnale che aveva con sé cominciò a tagliare con molta attenzione la corda con cui era stato legato. E alla fine riuscì a liberarsi. Tuttavia, una volta libero, si accorse che l'ingresso della grotta era stato chiuso grazie ad una grossa ruota di granito. Da fuori, però, giungevano dei rumori, come se qualcuno si trovasse vicino all'entrata di quella grotta. |
E appena giunti in quel castello, Altea e Fyellon udirono all'improvviso il rintocco della campana che annunciava la fine della messa.
Poco dopo, dalla cappella del castello, un gruppo di donne uscì nel cortile del maniero. A capo di quel gruppetto vi era una donna col capo celato da un velo nero. Anche l'abito che indossava era di quel colore. Ad un tratto una vecchia si avvicinò alla donna, gettandosi ai suoi piedi. “Milady...” disse in lacrime la vecchia “... mio figlio non trova lavoro ed è l'unico che può sostenere la nostra famiglia... vi prego aiutateci...” “Io non posso promettervi nulla...” rispose la donna con un tono di voce infinitamente dolce “... e vi prego di alzarvi... proverò a parlare a sua maestà e vedremo cosa fare... nel frattempo prendete questa e che Dio vi benedica...” sussurrò dandole una moneta d'oro. Riprese poi a camminare, sempre seguita dalle donne che erano con lei. “Chi sarà quella donna, Altea?” Domandò Fyellon ad Altea. |
Cristansen ascoltò molto attentamente le parole di Elisabeth.
“Milady...” disse l'uomo “... anche se volessi non potrei aiutarvi. E temo che nessuno potrebbe farlo qui a Tylesia. Il Fiore di cui dite è perduto... nessuno sa dove si trovi con esattezza... vedete, anche i nostri nemici ne bramano il possesso, tuttavia trovarlo è quasi impossibile...” la fissò “... voi avete aiutato mia figlia e me e ci siete stata accanto anche nella sventura... Tylesia ormai non è più casa mia ed io sono costretto ad abbandonarla... permettetemi allora di sdebitarmi con voi... portatemi da quel monaco e gli parlerò io del Fiore... e tenteremo così di liberare il capitano Reas...” |
Alla fine, Cavaliere25 completò le flessioni e i giri di corsa attorno al cortile.
Venne poi l'ora del pranzo e tutti i soldati furono condotti nella mensa. “Sei stato bravo a non perdere la testa.” Disse Tieste al boscaiolo. “Io al tuo posto l'avrei preso a calci.” “Si, bravo.” Ironico Polidor. “E poi? Saresti finito in gattabuia.” In quel momento il capitano Hautier cominciò a passeggiare tra i tavoli. “Ascoltatemi, lavativi!” Disse a tutti loro. “Stanotte cominciano i turni di guardia. Voglio dei volontari, altrimenti li sceglierò io! Avanti, chi si propone?” |
Guisgard e Talia, si avviarono verso la chiesa.
“Aspetta...” disse lui, parlandole con il suo stesso tono di voce per non farsi sentire dall'uomo “... abbiamo già abbastanza problemi... ci sono quei cavalieri che ci danno la caccia e non è prudente imbarcarci in strane e misteriose avventure... e poi...” ma proprio in quel momento si bloccò. Erano appena entrati nella chiesa e qualcosa impressionò e colpì profondamente il cavaliere, al punto da ammutolirlo per un lungo momento. “E'...” cominciò a mormorare, spronato dalle parole di Talia “... strano, insolito... anzi, inquietante... non mi sarei mai immaginato di vedere qualcosa di simile in una chiesa...” “Una chiesa” entrando nella navata l'uomo ed interrompendo Guisgard “è uno dei luoghi più mistici che ci siano. Come una sorta di passaggio attraverso simboli e segni per giungere ad una nuova tappa del grande viaggio...” “Voi chi siete veramente?” Fissandolo Guisgard. “Solo il muratore che sta costruendo questa chiesa.” “Da solo avete eretto questa chiesa dal nulla?” “Qualcuno pensa” disse l'uomo “che le chiese sorgano da sole, senza aver bisogno di nessuno.” “Questa chiesa è strana...” mormorò Guisgard, stringendo ancora con più forza il braccio di Talia a sé “... non è come le altre chiese...” “Non esistono chiese simili.” Fece l'uomo. “Ogni chiesa è unica.” “Toglietevi e fateci passare.” Disse Guisgard. “Vogliamo uscire fuori.” “Sciocchezze.” Mormorò l'uomo. “In una chiesa si è sempre al sicuro. Anche i malfattori per sfuggire alla legge vanno a rinchiudersi nelle chiese. E voi forse non siete inseguiti?” “Ma voi chi siete in realtà?" Sempre più nervoso Guisgard. L'uomo lo fissò senza rispondere nulla. “Sheylon!” Chiamò allora Guisgard. “Sheylon, qui! Presto!” “Gli animali non possono entrare in una chiesa.” Disse l'uomo. “Vedremo se Sheylon entrerà o meno qui.” E chiamò più volte la sua tigre, ma quella non si presentò. “Che sta succedendo?” Agitato Guisgard. “Nulla.” Rispose l'uomo. “Purtroppo è già accaduto tutto.” |
D'un tratto udii dei rintocchi di campana, ci avvicinammo al cortile del maniero e dalla piccola capella uscirono, come in processione, delle donne..davanti a loro una vestita di nero e dal volto celato da un velo di egual colore e dai modi molto raffinati.
Guardai la scena ed un tratto vidi una donna anziana prostarsi ai suoi piedi, piangente, la dama velata cercava di confortarla e vidi le diede una moneta e continuò il suo cammino. "Non so chi possa essere Fyellon..non vi ricorda Lady Aria?" dissi cercando di rimuovere il ricordo "certo, dovrebbe avere a che vedere con questo maniero e forse il re..aspettate, seguiamo la donna a cui ha donato la moneta e chiediamo informazioni". Seguii, senza far rumore l'anziana donna e la fermai "Milady, i miei omaggi, scusate l'intromissione ma io e..mio cugino Fyellon..ci siamo trovati per caso in questo castello, potete dirci chi vi abita, e ho intravisto fuori una donna di gentil anima che vi diede una moneta". |
mi girai e guardai tutti i presenti poi guardai i miei amici e dissi vado io prima che è lui scegliermi allora presi e mi alzai e dissi io se volete signore e lo guardai aspettando la sua risposta
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Tremai al solo pensiero di non poter arrivare a quel fiore...mi sembrava di raccogliere vite portandole fuori da quel mondo senza anima....un fiore, un fiore che tutti bramavano e che non esisteva.....sembrava un culto perduto.....sembravano le lacrime sul mio volto....avevo fatto tanto per loro....impossibile, non avevo fatto nulla....dovevo essere uminle...non potevo salvare il mondo, forse era gia' troppo che fossi riuscita a salvare me stessa......" Quel fiore e' una strana maledizione, vittime e guerre per qualcosa che non esiste.........usciremo da Tylesia....ma con me deve venire via un amico....si chiama Goz ed e' la persona che ha fatto si che fossi io a prendermi cura della vostra difesa....ed e' stato vicinoa Vivian quando ero con voi........se Goz rimane qui....morira' senza rivedere i suoi cigni gli ho dato la mia parola........e quel monaco ha anche i suoi cigni.....oltre che il Capitano Reas...Voi andate avanti senza di me...dovete inoltrarvi nella selva, c'e' un sentiero che conduce a un vecchio monastero......vi sono due grandi alberi...che nella vostra attesa vi faranno da ponte...passate oltre ed attendetemi li'...siate cauti Il monachello fara' di tutto per non farvi avvicinare al monastero.....se succedesse gridate ad alta voce che vi manda Lady Elisabeth portate notizie del fiore di Tylesia....vi raggiungero' al piu' presto, dite al Comandante Reas che ho fatto il possibile, e' vivo..lo sento...." Abbracciai Vivian e messer Cristansen....andai a Palazzo li' dove si trovava Goz e salii le scale in fretta rincorrendo il tempo che sembrava ormai tiranno...la porta era aperta e vidi Goz......sembrava cosi' vecchio, gli andai vicina " Andiamo, andiamo via di qui....vi portero' a vedere i vostri cigni...e' tempo di andare via...".....presi tra le mie la sua mano era cosi' fredda...e dai suoi occhi vidi scendere una lacrima
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Avevo ascoltato in silenzio quello scambio di battute... Guisgard era sempre più teso, mentre l’uomo che ci fronteggiava non sembrava tradire la pur minima emozione... ed una strana sensazione iniziò a pervadermi tutta, come se vi fosse qualche cosa lì, come se la nostra presenza in quella chiesa non fosse casuale, come se vi fosse qualche cosa lì intorno che mi chiamava...
Chiusi gli occhi e ruotai appena la testa... mi chiedevo che cosa fosse stato a meravigliare tanto Guisgard al nostro ingresso lì, non lo sapevo, non lo aveva detto... Il cavaliere chiamò Sheylon più e più volte, ma la tigre non giunse... era assurdo: Sheylon non ci aveva mai lasciati da soli e comunque non avrebbe mai disubbidito a Guisgard, non avrebbe mai mancato ad un suo richiamo... Inspirai profondamente, tentando di arginare le emozioni, e rimasi così per qualche momento... immobile... in ascolto... eppure non udivo più alcun suono proveniente dall’esterno... non udivo più Sheylon, né gli zoccoli di Luthien e Peogora sul selciato... E poi, ad un tratto, come richiamata lì dalla tensione di Guisgard, mi riscossi. Sollevai una mano, allora, e carezzai delicatamente la sua, come a volerlo rassicurare... “Dite che è già accaduto tutto...” mormorai “Cosa è accaduto?” Esitai... poi, quasi senza pensare, come se la mia mente agisse contro la mia stessa volontà, feci mezzo passo avanti... “Cosa c’entra Sygma? Perché tutti continuano a parlarmi di Sygma? E della Gioia... perché?” |
“Talvolta” disse l'uomo “è meglio non conoscere. Giungere in un luogo e andare oltre, spesso ci preserva da molti mali.”
“Perchè hai chiesto di quelle cose?” Chiese Guisgard a Talia. “Ora basta!” Rivolgendosi poi all'uomo. “Talia è stanca e molto presa da tutto questo che sta accadendo... e non voglio che voi continuiate a impressionarla con tutte queste storie! Cosa sta succedendo? Ci tenete prigionieri in una specie di illusione o cosa? Ora ascoltatemi bene... io e Talia usciremo subito da qui e riprenderemo la nostra strada e voi non ci fermerete! Chiaro?” “Cavaliere...” restando calmo l'uomo “... nessuno vi tiene prigionieri qui... vedete la porta della chiesa? E' aperta ed è rimasta così per tutto il tempo. Dunque potete uscire in qualsiasi momento.” “Ed è quello che faremo!” Esclamò Guisgard. “Vieni, Talia... andiamocene via...” L'uomo annuì e riprese i suoi attrezzi, deciso a continuare il suo lavoro ed ultimare la chiesa. |
Fyellon annuì a quelle parole di Altea e i due si avvicinarono alla donna anziana.
“Quella donna” disse l'anziana ad Altea “è l'infelice lady Armelia, la moglie del nostro re. Ella è la donna più bella e virtuosa che abita queste infelici terre.” |
Goz fissò Elisabeth e sorrise.
“Grazie, milady...” disse con gli occhi lucidi... ma la corazza per lord Guxyo non è ancora ultimata... come farò a lasciare dunque Tylesia? Probabilmente il mio tempo qui non è ancora terminato. Però io nutro fiducia in voi e so che mi riporterete i miei cigni. Ed io attenderò qui il vostro ritorno, milady.” |
Lo guardai come una figlia guarda il proprio padre.....sembrava cosi' inutile parlare , ognuno era sordo al richiamo della salvezza, Tylesia sembrava piu' forte di ogni cosa......" Faro' come volete......finite quella maledetta corazza........vorrei che soffocasse l'uomo che l'ha richiesta......la vostra speranza mi onora Goz......vi portero' i vostri cigni.."...baciai la sua gelida mano e tornai indietro sui miei passi.....il rumore dei miei tacchi sul pavimento del palazzo sembravano echeggiare tra quelle mura intrise di bugie e tradimenti.......uscii fuori e respirai l'aria pulita, andai verso l'uscita di Tylesia....e in lontananza vidi Vivian con suo padre........Gli animali hanno un innato senso di appartenenza.....un cavallo nero...nero come la notte mi si paro' davanti......lo avevo mandato via qualche giorno prima per rimanere con Vivian...ed oggi che avevo bisogno di lui ...era li' in tutta la sua bellezza.....gli saltai in groppa raggiungendo Vivian ..." Era destino che questo viaggio..lo facessimo insieme, e cosi' sara'..."....
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Non mi sbagliavo..un nesso con lay Armelia e lady Arya vi era..entrambe con un matrimonio infelice..sospirai "Milady, ma perchè tale dama cosi virtuosa è triste? Incontrammo un uomo nel villaggio e ci disse che questa è la Cittadina della Tristezza..perchè?"
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Le parole dell’uomo mi colpirono...
aveva detto che talvolta è meglio non conoscere... aveva detto che talvolta conveniva passare oltre per preservarsi da molti mali... Ne fui stupita. Ma io difficilmente potevo passare oltre... a me raramente era dato di ignorare un segno... ed era stato ben più di un solo segno a portarci lì... Sospirai. E tuttavia Guisgard non era disposto a sopportare oltre... lo sapevo, lo sentivo... sentivo il suo cuore battere forte e la preoccupazione crescere... Per Guisgard, dopotutto, i Cavalieri della Luna Nascente erano tutto ciò di cui ci dovevamo preoccupare, tutto ciò che ci minacciava... io sapevo che questo era ciò che pensava, sapevo che questo pensiero lo tormentava... eppure c’erano tante cose ben più spaventose, cose che potevano inseguirci ben oltre e ben più lontano dei Cavalieri, e con assai maggior costanza. Ad un tratto, poi, lui prese la mia mano e si avviò verso la porta... Facemmo qualche passo... la mia mente lavorava frenetica... sogni, visioni, profezie... il Belvedere e Faycus... la duchessa e la ragazza misteriosa... Andros e Chymela... il libretto e la collana... “Guisgard...” dissi, fermandomi e trattenendo la sua mano “Guisgard... aspetta. Ti prego!” Sospirai, cercando le parole per spiegarmi... stringevo convulsamente la sua mano e mi ero avvicinata così tanto che quando tornai a parlare fu solo in un sussurro lievissimo... “Vedi... quello che è in palio è qualche cosa di molto grande... molto più grande e più importante di me, di ciò che sono e di ciò che vedo...” Esitai... abbassai appena gli occhi, poi li riportai su di lui... “Guisgard, ascolta... io vorrei semplicemente fuggire. Lo vorrei davvero! Vorrei potermi nascondere con te e non curarmi più di niente... ma non posso! Non ancora! Non posso perché quello che vedo, quello che sono, continuerà ad inseguirmi... e combattere, combattere questo, non ha senso! Perciò ti prego... ti chiedo solo di fidarti di me!” Per qualche attimo fu il silenzio... sentivo gli occhi di Guisgard su di me... era combattuto, lo sapevo. Sorrisi, dunque, e sollevai una mano a carezzargli piano il viso... “Ora...” mormorai “Ora vorrei che mi dicessi che cosa vedi in questa chiesa... perché ti ha tanto meravigliato... ti prego, dimmelo... vuoi?” |
Guisgard ascoltò Talia.
Ascoltò ogni parola e fissò ogni sua espressione e gesto. Una marea di pensieri e sensazioni allora invase il suo cuore. Aveva paura. Sapeva, sentiva che i cavalieri erano vicini, prossimi a raggiungerli e non comprendeva ciò che invece sembrava essere tanto importante per Talia. Avrebbe voluto prenderla e portarla via, lontano da tutto e da tutti. Galoppare via da quelle paure. Però non poteva farle percepire tutto questo. Non poteva riflettere su di lei queste sue angosce. Lui e lui solo doveva preoccuparsi di lei, senza farle percepire le sue inquietudini. Prese allora la mano di lei e la baciò. “Va bene...” disse in un sussurro “... va bene... faremo come vuoi tu...” fissò allora la navata “... è strana questa chiesa... ovunque vi sono centinaia di dipinti e di mosaici... eppure nessuno di questi è a tema sacro... sono immagini misteriose ed inquietanti... enigmatiche e impenetrabili...” esitò per un attimo “... i dipinti e i mosaici sembrano avere il medesimo soggetto... sono infatti sempre due amanti che si baciano... come una scena, un'ossessione ripetuta all'infinito... e la cosa inquietante è che in ogni dipinto e in ogni mosaico i due amanti sono sempre ritratti senza volto...” |
Quelle ultime parole di Guisgard mi lasciarono senza fiato.
Per molti, lunghi minuti rimasi immobile... con il fiato corto, gli occhi chiusi e la mente lontana da lì... “Due amanti senza volto...” sussurrai, quasi sovrappensiero. Ed improvvisamente mi sentii come travolta... essere lì, in mezzo aa tutti quei ritratti e non poterli vedere... tremavo al pensiero... tremavo per l’emozione ed il dubbio... mi sentivo così vicina, eppure così lontana. C’era silenzio nella cappella... avvertivo la presenza dell’uomo a qualche distanza da noi... ci osservava... sentivo i suoi occhi su di me... Lentamente presi la mano di Guisgard e la strinsi... la mia ancora, la mia salvezza... lui era tutto ciò di cui mi importava veramente, era tutto ciò a cui tenevo e non volevo ferirlo... non volevo sentirlo così preoccupato e teso... Ed era per lui, pensai all’improvviso, che dovevo risolvermi ad andare oltre... era per lui che non potevo lasciare che quella situazione, che tanto lo logorava, si protraesse all’infinito... Gli sorrisi, dunque... poi, sempre stringendo la sua mano, mi voltai e fronteggiai l’uomo... “Un soggetto insolito per una chiesa...” mormorai gentilmente, accennando appena a ciò che ci circondava “Un soggetto così potente e tanto particolare che...” Esitai solo un istante, poi mormorai... “Ditemi, vi prego... avete forse tratto ispirazione da qualche parte? Da qualche dipinto? Magari da Capomazda?” |
Elisabeth, col suo cavallo nero, raggiunse Cristansen e Vivian che, nel frattempo erano già giunti alle porte di Tylesia.
Nel rivedere la dama furono felici e tutti e tre lasciarono la città. Poco dopo arrivarono al monastero diroccato. Qui uno spettrale silenzio li accolse. Tutto appariva immobile. “Milady...” disse Vivian “... che luogo è mai questo?” |
“Ah, bravo.” Disse Hautier fissando Cavaliere25. “Vedo che i miei metodi già fanno effetto. Forse tra un po' riuscirò a trasformarti in un vero soldato. E sia, finisci di mangiare e poi recati sulla torre Nord, dove comincerai il tuo turno di guardia. Lì troverai un altro soldato, al quale darai il cambio, dicendogli che ti ho mandato io.”
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“Ella è triste” rispose l'anziana donna ad Altea “poiché è stata colpita dal più terribile lutto che può raggiungere una donna ed una madre. Suo figlio, di pochi anni, è stato morso da un serpente e da allora è caduto in un sonno simile alla morte. Da quel momento l'amore nella famiglia reale è finito ed è cominciata la tristezza per tutti noi. Voi siete straniera, milady? Allora vi consiglio di andarvene da questo luogo. Qui abbiamo solo dolore da offrire... dolore e disperazione...”
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Ascoltai le parole addolorate della donna e guardai il suolo lastricato, provai una profonda amarezza per quella piccola vita che ancora doveva conoscere cosa era veramente la Vita.."Non si può fare nulla per sconfiggere ciò che lede a quel bambino? Non vi sono antidoti o soluzioni?Diteci..milady. Tutto ciò mi rattrista".
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