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La bestia infernale si accorse che ormai Guisgard era alla sua mercé.
Una preda facile, inerme. Era giunto il momento. Da secoli era nata la caccia ai Taddei per quella terrificante creatura, sin dalle dolci colline di Sygma. Ed ora sembrava sul punto di concludersi tra le selvagge lande di Bocca della Selva. La creatura si preparò all'ultimo e mortale assalto, mentre Guisgard stringeva Mia Amata con la mano insanguinata. Ma ad un tratto intervenne Marwel. Si ferì e cominciò a sanguinare, per attirare l'attenzione del satanico mastino. “No, ferma...” disse Guisgard disperato alla ragazza “... state indietro! Indietro, Sophie!” Ma quel gesto sortì l'atteso e sperato effetto. Il mastino si voltò verso la ragazza ed il suo immondo e grottesco latrato echeggiò ancora, come un richiamo di morte. Ma quando la belva fu sul punto di balzare sulla giovane dama francese, una forte luce illuminò quello scorcio di boscaglia, dissolvendone le ombre. La fiera si voltò verso quella luce e ringhiò. Un attimo dopo una pioggia di proiettili cominciò a bersagliarla, mettendola così in fuga. |
Dacey sentì quei passi.
Lenti ed inesorabili. Ad un tratto una figura apparve davanti alle sbarre della cella. “Che indegno giaciglio per una dama...” disse Nero accendendosi l'ennesima sigaretta “... mi piange il cuore vedervi in un simile stato...” fumando “... suvvia, era così sgradevole la mia compagnia? Guardate che sono un uomo razionale. Non credete? Magari possiamo giungere ad un accordo...” |
E proprio come temevo, la figura che si fece avanti fu quella di Nero. Mi strinsi ancora di più contro la parete e alzai appena la testa per guardarlo, ancora fumava una delle sue sigarette.
- Sto benissimo qui, non c'era bisogno che vi disturbaste a venire fin qua giù- mormorai a denti stretti, sentendo montare il mio odio per lui, - un accordo? Non sono interessata- |
“Allora resteremo uniti.” Disse Elv. “Inutile dividerci. Saremmo solo un bersaglio ed una preda infinitamente più facile.” Deciso il pirata, stringendo sempre la mano di Gwen.
“E sia...” annuì Hansiner “... continueremo a cercare Icarius o Guisgard, qualsiasi sia il suo vero nome. Sperando di ritrovare anche Sammone ed il pellegrino.” “E noi verremo con voi.” Annuì Jean. “Non lasceremo questo posto senza lady Sophie di Carcassonne.” “Andate tutti al diavolo!” Con rabbia Dension. “Lasciate dunque morire Dacey così? Bastardi! Che il diavolo vi porti!” E corse verso il Corvo, per poi decollare e svanire nel cielo della notte. |
In fondo Elv aveva ragione, saremmo stati solo una preda piu` vulnerabile.
Annuii di fronte al suo tono deciso e mi strinsi a lui, al pensiero di cio` che ci avrebbe aspettati nella foresta. Si decise cosi` di continuare a cercare Icarius e Dension ando` via in preda all'ira. Mi dispiacque per Dacey, ma lui non poteva trattarci in quel modo, finire nei guai e poi venire a piangere da noi. |
Successe tutto in un attimo, quasi come se il tempo di fosse fermato e tutto ciò che c'era attorno alla ragazzo divenne immobile e senza vita.
Molti dei suoi più felici ricordi cominciarono a passarle davanti come cavalli in un'immensa prateria ch'era la sua mente confusa. Si ricordò dei profumi della sua terra, dell'umidità che invadeva l'aria in autunno, del sibilo delle frecce scoccate da suo fratello maggiore mentre si esercitava in giardino, dei passi delle guardie che battevano i piedi sul pavimento in pietra, del calore del sole estivo sulla sua pelle. Chiuse gli occhi ed ascoltò il suono del suo cuore che forte le batteva in petto e che presto, secondo le sue previsioni, avrebbe smesso di battere per sempre e lei sarebbe piombata nel sonno eterno. Una fine niente male... pensò mentre cascava in ginocchio con le braccia ancora tese verso la creatura e un sorriso le si dipingeva in viso. Ascoltava ogni battito del suo cuore affannato e li contava. Uno, due, tre... Il suono sordo dei passi della bestia sul terreno. Quattro, cinque, sei... Il ringhio roco che usciva dalle sue fauci. Sette, otto, nove... Poi più nulla. Una luce abbagliante spezzò l'oscurità in quella foresta infernale e tutto divenne di colpo meno cupo, ma innaturale. Sophie aprì lentamente gli occhi, ma non riuscì più di tanto a liberare le iridi dalle palpebre, poichè la luce era troppo forte e ciò che vide fu solo la bestia che fuggiva via. |
"Non vi ho detto di venire con me!"spazientita.
"Se davvero sono in pericolo andate ma io non posso seguirvi, lo capite?" Chiudendo gli occhi per la rabbia. Avrei voluto dire loro che quella era la mia battaglia, che lui era il mio Amore e non lo avrei abbandonato. Dovevo essere al suo fianco, combattere con lui contro la Gioia. E mi odiavo per esser lontana da lui in un momento così importante. "Rimettiamoci in cammino allora.." Dissi agli altri. |
La luce mutò la notte in giorno in quello scorcio di boscaglia.
Poi i colpi e la bestia che svanì, come le ombre dissolte dal forte bagliore. Guisgard allora a fatica raggiunse Marwel. “Siete matta...” disse guardandola “... datemi il braccio... voglio controllare la ferita...” accorgendosi che era solo un graffio. Poi si voltò verso quella luce. Dal carro corazzato allora, aperto l'abitacolo, saltarono fuori due figure. “Capo...” chiamò Sammone. E con lui vi era anche il pellegrino. I tre allora si abbracciarono. “Come avete fatto a trovarmi?” Chiese Guisgard. “Ti abbiamo cercato per tutta la foresta...” spiegò Sammone “... siamo tornati a riprendere il Trattors” indicando il cigolato corazzato con cui avevano messo in fuga la bestia “per avere una possibilità di riuscita. Ed alla fine ti abbiamo trovato.” “E Clio e gli altri?” Fissandoli Guisgard. “Sono chissà dove...” mestamente il pellegrino. “Allora dobbiamo trovarli.” Il Taddeide. “In giro ci sono quelli della nave nera.” Con tono cupo Sammone. “Un motivo in più per trovare gli altri ed andarcene da qui.” Disse il pellegrino. “Lei è Marwel...” Guisgard indicando la ragazza e mentendo sul suo vero nome per tenerlo segreto “... mi ha curato lei dalle ferite causatemi dalla bestia... sono vivo solo grazie a lei...” chiamandola a sé con un sorriso ed un cenno della mano. |
Nero rise a quelle parole di Dacey.
“Oh, mi spiace non siate interessata, madama...” disse fumando “... peccato... una notte con me non vale dunque la libertà? Pensateci bene...” |
Non dovevo pensarci. Sapevo già la risposta. Scossi con veemenza la testa.
- No- dissi semplicemente guardandolo con odio,- non succederà mai - |
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