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"Bene" Annuii "Io metto a bollire dell' acqua e lavero' i panni, e voi potrete preparare i medicinali...poi continuerò ad aiutarvi io..andiamo...vi è molto lavoro da fare, seguirò le vostre direttive" aspettai mi portasse nei vari ambulatori per iniziare, e mi sistemai la scollatura con imbarazzo...ah, non ci farà caso a questo...Non sono propensa ai voti d' altronde e mi tolsi il cappotto.
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Gwen si guardò intorno e vide solo deserto.
Una distesa sterminata di rocce, sabbia e alture aride ed inospitali. E ormai il crepuscolo stava cedendo il posto alla sera. "Gwen..." disse ansimando Fermer "... non possiamo restare qui... presto sarà buio e potrebbero arrivare animali selvatici... io difficilmente potrò muovermi, ma tu devi trovare un luogo in cui rifugiarti..." |
Colpita e affondata...
Cercai di non pensare alle sue parole, concentrandomi sul sorriso che mi riservò. Al quale risposi con un sorrisetto divertito, alzando un poco gli occhi al cielo. Beh, io ero quella, gli piacesse o no. Eppure per la prima volta in vita mia la cosa mi importava. Pessimo segno, vecchia mia.. Come se mi avesse letto nel pensiero sentii una lunga fitta attraversarmi il cuore. La potevo sentire chiaramente lambire i confini di ogni pezzettino di quello che una volta era un cuore in grado di amare. Era sempre doloroso, i pezzetti erano tanti, il tragitto che quel brivido doveva fare era molto. Puntuale come un orologio, quel segnale mi diceva di stare attenta, mi ricordava che c'era un equilibrio precario nella mia anima, e bastava poco per distruggere il legame tra quei pezzettini e fare esplodere tutto. Scossi la testa, come a voler scacciare quel pensiero. Ti vuoi concentrare, maledizione? Così, restai a godermi divertita il battibecco tra Orko e Reddas. Oh, come avrei voluto vedere Guisgard chiudere la bocca a quel maledetto. Si può sapere che ti salta in testa ultimamente? Nascosi una risata a quel pensiero, magari andavano anche d'accordo, ma ne dubitavo fortemente. "Quest'uomo ha abbattuto il Gufo Nero.." dissi soltanto, con voce calma eppure imperiosa. |
Deserto.
Deserto, deserto e ancora deserto. Non c'era altro. Intanto la sera stava calando ed io non sapevo che fare. Quando Fermer mi chiamò lo raggiunsi subito. "Stai scherzando? Io non ti lascio qui! Non me frega niente di rifugiarmi se tu sei chissà dove a morire. Io ti aiuterò, ma tu devi fare uno sforzo" dissi determinata. Piuttosto mi sarei fatta sbranare, ma per nulla al mondo lo avrei lasciato lì. Poi, mi venne in mente una cosa. Osservai la ferita al fianco e seguii con lo sguardo la traiettoria del proiettile. "Forse posso spostare il proiettile con la magia ed estrarlo" dissi, mentre sollevavo le sue spalle col braccio e mettevo il mio cappotto sotto la sua testa, in modo che le costole fossero abbastanza distese da far uscire il proiettile, ma non troppo da farlo arrivare chissà dove, sebbene ci fosse la mia energia ad indirizzarlo. Poi avvicinai il mio viso al suo e lo baciai dolcemente. "Purtroppo non garatisco che non sentirai nulla... Potrebbe far male..." dissi con poca voce, accarezzandogli il viso. Posizionai poi entrambe le mani sulle costole, una di fronte al proiettile per spingerlo indietro e disincastrarlo e l'altra pronta per fargli ripercorrere il tragitto che aveva fatto per entrare. Di certo, se era entrato poteva anche uscire. Mentre eseguivo quelle manovre, mettevo una forza e un'energia mai viste, che mai ci avevo messo per un incantesimo o altro, forse per il dolore che mi provocava vederlo soffrire, o sentirgli dire che non ce l'avrebbe fatta. Volevo e dovevo salvarlo e ci sarei riuscita, in un modo o nell'altro. |
“E se invece” disse Levet a Dacey “ci sarà davvero un attacco nemico? E se in seguito a questo Evangelia non sopravviverà? Pensate che altri treni diretti ad Afragolignone passeranno da qui? No, qui resterebbero solo un cumulo di macerie ed un cimitero fatto di sabbia e rocce... e voi, noi tutti potremmo farne parte. Una regnante sa cosa davvero è importante. Sa cosa davvero rappresenta per il suo popolo. Davvero un militare da strapazzo conta così tanto per voi? Al punto da essere messo davanti ai vostri doveri? Davanti al popolo? C'è gente che aspetta il ritorno della casa reale di Animos e se voi come credo siete davvero la principessa Dacey allora il vostro posto è su quel treno. Non domani, né l'altro, né fra un mese e nemmeno fra un anno, ma adesso.”
“Parole sante, milord.” Annuì Fines. “La principessa Dacey...” ripetè incredula la moglie del taverniere. |
Aveva ragione, Levet parlava saggiamente, mio padre stesso avrebbe detto così.
E ancora. Ancora una volta ero a un bivio. Cuore e testa divisi ma dovevo prendere una decisione in fretta. << Datemi un attimo... Io devo riflettere...>> ero davvero confusa. Mi voltai verso la moglie del taverniere sorridendo. << Mi dispiace aver mentito a voi due ma potete capire il motivo. Rivelare la mia identità sarebbe un pericolo per me, ma voi siete persone buone so che posso fidarmi e ho bisogno di un altro favore>> mi avvicinai alla donna con discrezione iniziai a parlare, << Voi avrete di certo capito che provo qualcosa per il capitano Guisgard, e ora questa decisione che devo prendere... Non so che fare, gli ho fatto una promessa e se dovessi andarmene...>> sospirai sconsolata |
Altea si preparò per aiutare Suor Ologna.
Il borgo di Evangelia era ormai deserto e quel sibilo continua incessante a riempire l'aria intorno a loro. Ma ad un tratto qualcuno entrò nell'ospedale. Aveva un'uniforme. Quella dell'esercito Imperiale Afralignonese. Ma più della divisa furono i suoi occhi azzurri a colpire Altea. Occhi che ben conosceva. Occhi incontrati durante la sua adolescenza a Capomazda e mai dimenticati. http://www.wearysloth.com/Gallery/ActorsF/5465-7832.gif |
Iniziai a sistemare le pezze disinfettate per farle asciugare, poi mi tolsi i guanti sterilizzati e andai in ambulatorio ad aiutare Suor Ologna a preparare le siringhe e altro.
Vi era ancora quel sibilo..incessante, quando la porta si aprì.."Avete udito..qualcuno è entrato..senza nemmeno bussare?". Andai a vedere e trovai di fronte un militare, l' uniforme era quella dell' esercito Imperiale di Afralignone, rimasi sbigottita per un attimo..i suoi occhi..il volto..era impossibile fosse lui..mi trovavo spiazzata. Balbettando chiesi.."Prego..avete bisogno di aiuto? In cosa possiamo aiutarvi?" era proprio uguale a Guisgard..ero frastornata. |
A quella rivelazione di Clio, tutti i presenti restarono allibiti, fissando poi con curiosità ed incredulità Guisgard.
“Non ci credo...” disse Reddas “... non può essere...” Guisgard lo guardò divertito. “Se per voi la guerra è una gara su chi sia più duro e ganzo” il militare con un sorriso irriverente “allora vi informo che avrete presto l'occasione di sminuire quanto da me fatto.” “Che volete dire?” Goz. “Che poco fa da un luogo imprecisato del deserto è decollato qualcosa di spaventosamente grande e pesantemente armato.” Svelò Guisgard. “Cosa?” Chiese Tesua. “Un bombardiere dalla mole imponente.” Rispose il militare. “Forse a otto o addirittura a dieci motori.” “Impossibile!” Esclamò Reddas. “Nulla di simile può essere costruito da Canabias.” “Invece lo hanno fatto.” Replicò Guisgard. “E a breve ne saggeranno la forza su questa base e sul borgo.” “Ecco cosa genera questo insopportabile sibilo...” fece Lyon. “Per questo ci avete riportato il Novalis?” Con astio Reddas. “Perchè vi ha spaventato tanto quel bombardiere?” “Si, mi ha spaventato e parecchio...” annuì Guisgard “... ma non per ciò che può fare a me, razza di idiota in divisa... sarei potuto fuggire via, volando fuori da ogni rotta conosciuta... il pericolo è invece su di voi... e sul mondo intero immagino... quei pazzi comunisti mirano a sostituire il Natale col primo Maggio... per questo sono tornato... forse quest'aereo” indicando la Freccia d'Argento “serve più a voi adesso... dopotutto è la vostra guerra, non certo la mia.” “Comunque chiedo l'arresto di questo individuo, capitano.” Reddas a Goz. |
Gwen voleva tentare l'impossibile.
Far uscire il proiettile dal corpo di Fermer. “Aspetta...” disse lui fermandola “... è troppo rischioso... potresti anche riuscire ad estrarre il proiettile con la tua arte magica, ma poi? Se il colpo dovesse lacerare qualche organo vitale? O causare un'infezione? Non abbiamo alcun medicinale con noi ed io morirei in pochissimo tempo... non mi interessa morire in realtà, ma non voglio certo lasciarti qui da sola, Gwen...” stringendole la mano. Ad un tratto udirono un fortissimo rumore che si era sostituito al sibilo. Come se qualcosa di gigantesco stesse per apparire nei cieli. |
Dacey parlò in disparte alla moglie del taverniere.
E ciò infastidì non poco Levet. “Cosa dirà mai” disse ai tre borghesi “a quella donna? Mah...” La moglie del taverniere prese per mano la ragazza e le sorrise. “Chiunque voi siate ora” a bassa voce “vi parlerò come se foste mia figlia, ragazza mia... la scelta spetta a voi... vi sentite più principessa o più donna? Tutto sta in questa scelta... scelta, come detto, che spetta solo a voi... perchè appartiene solo a voi il vostro avvenire...” |
Mi fermò e per un attimo sobbalzai.
Nemmeno lui aveva tutti i torti, ma dovevamo comunque pensare a qualcosa. "Dobbiamo escogitare qualcosa..." dissi sospirando e stringendo la sua mano nelle mie. Poi, un rumore sostituì il sibilo. "È il bombardiere di Canabias. È un'arma enorme, mai vista e vogliono usarla per distruggere Evangelia" dissi, con la paura nella voce. |
Più donna o principessa. Perché non potevo essere semplicemente me stessa, donna e principessa e fiera di esserlo.
Sorridi alla donna grata per le sue parole. Quanto mi mancava avere qualcuno con cui confidarmi. Mia sorella, mia madre e le mie due dame da compagnia. Tutte uccise. E non mi restava che il ricordo. La decisione la sapevo dentro di me, ma ne temevo le conseguenze. Avrei rischiato di perdere tutto. Se il bacio per Guisgard non avesse contato nulla? Avrei perso la mia occasione e avrei avuto il cuore spezzato. Però, però i momenti con lui erano impagabili. Valeva la pena rischiare. << Io resto>> |
Altea rimase spiazzata.
Come se un fantasma fosse tornato dal passato. Ed era proprio lui, il ragazzo ora uomo conosciuto anni prima a Città di Capomazda. Ed aveva anche una vaga somiglianza con Guisgard, sebbene, come sanno i lettori, lui è unico ed inimitabile.. “Sono appena giunto con il Meridian Express...” disse lui “... ho necessità di raggiungere la base legionaria... voglio combattere...” restò a fissarla e smise di parlare “... il vostro volto... i vostri occhi... voi...” trasalì “... voi... voi siete lady Altea di Cherval!” Riconoscendola. “Cosa ci fate qui?” |
Quel rumore e Fermer alzò lo sguardo in aria.
E lui e Gwen lo videro apparire dalle nuvole, fra gli ultimi bagliori del giorno morente. Era una spaventosa macchina volante. Un bombardiere gigantesco, che solcava il cielo generando un sibilo sinistro ed angosciante. E sulle ali aveva impresso il simbolo della scure ed il martello. “E' finita...” disse Fermer “... nulla può fermare una simile arma...” http://www.iniziopartita.it/file/2/9...ry/il-2_08.jpg |
Era come se il passato fosse tornato..ma il passato non era più come prima.
Era un uomo...non aveva perso la sua indole, quel suo fare e sguardo sicuro di potercela sempre fare. Mi avvicinai a lui e trasalii alle sue parole.."La base legionaria è qui vicino.." guardandolo da capo a piedi "Ma un militare dell' esercito imperiale vuole combattere con i legionari? Ma in questo momento l' importante è essere tutti uniti..io potrei accompagnarvi, ma sto aiutando suor Ologna" intrecciando le mani nervosamente. Mi ridestai quando disse di riconoscermi..mi aveva riconosciuto..a che pro mentirgli e lo guardai con la solita aria stizzosa di quei tempi.."E voi chi siete? Potrei essere io..ma voi presentatevi..siete militare e non sapete cosa è successo a Cherval? Ovvio, non vi importava..o non ti importava vero?" dissi fissandolo negli occhi.."Il vostro nome prego..potreste essere uno che li assomiglia, visto ve ne è un altro in giro uguale a voi..anche se sembra sia unico ed inimitabile..e datemi un riferimento affinchè possa essere sicura siete voi". |
Vedemmo la stessa micidiale arma che avevo visto nell'hangar, ma ciò che pensai fu un'altra cosa.
Quel sogno. Quel sogno in cui io e Fermer assistevamo impotenti all'attacco di quel velivolo. Come potevo pensare che non si sarebbe realizzato... Una lacrima sgorgò silenziosa mentre osservavo quella condanna a morte volante e stringevo le mani di Fermer, non sapendo che dire o cosa fare. |
Il pilota si era alzato e Marwel si stupì di quanta forza avesse quell'uomo. Poi uno strano ed inquietante sibilo arrivò alle orecchie dei due amanti e gli occhi della donna si spalancarono. Non riuscì a riconoscere nessun aereo di Evangelia e la cosa la preoccupò molto.
"Sta succedendo qualcosa di molto brutto, me lo sento!" disse con il batticuore. |
Più sentivo Guisgard parlare, o meglio ribattere a Reddas, più era difficile nascondere il sorriso tra il divertito e il serio che mi si stava posando sul viso.
Finalmente qualcuno che teneva testa a quel maledetto, senza poter replicare. Ma non era solo quello. Sapevo che l'avrebbe fatto, in un modo o nell'altro, sapevo che non sarebbe riuscito a restare a guardare mentre la guerra aveva un disperato bisogno di lui. Forse non voleva darlo a vedere, ma a lui importava di quella guerra, qualunque cosa dicesse. Quelle parole sui comunisti, poi, confermarono la mia ipotesi. Siamo dalla stessa parte, dunque... Ma ancora disse che quella non era la sua guerra. Forse credeva fosse sufficiente quel gesto, portarci il Novalis e chiamarsene fuori. Ma io sapevo che non sarebbe stato a guardare. Forse lui non lo sapeva, ma io sì. Anche se non sapevo perché. Forse lo speri soltanto.. "Io credo sarebbe più utile nella cabina di pilotaggio che in cella.." lanciando una rapida occhiata a Reddas. Anche se avrei dato qualunque cosa per poter pilotare quell'aereo, ed ero ancora arrabbiata con lui per il serpente, sapevo che era l'uomo giusto per quello. Avevo visto di cosa era capace nei cieli. "Davvero vuoi restare a guardare?" gli dissi, a bruciapelo, guardandolo negli occhi, uno sguardo intenso eppure deciso e un sorriso indecifrabile "Potresti combattere. Dopotutto.. ci sai fare con quello.." lanciando una rapida occhiata al Novalis, per poi tornare a guardare negli occhi Guisgard. |
"Chiudi la bocca una volta per tutte" dissi rivolta a Reddas "Mi stai facendo prudere le mani peggio di uno sciame di zanzare impazzite..."
Guardai Guisgard e gli rivolsi la parola. "Io ti ho visto combattere contro il Gufo e conosco il tuo valore. Per me ha ragione il tenente Clio, devi aiutarci ancora... il Novalis, o Freccia d'argento come lo conosci tu, darà il massimo fra le tue mani. Resta qui, e aiutaci a sconfiggere Canabias una volta per tutte..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
La risposta di Dacey.
Una rivelazione, una sentenza. Quasi a se stessa. Una risposta contro le sue paure, i suoi dubbi, le sue inquietudini. E a quelle parole tutti loro la fissavano sorpresi, stravolti, quasi increduli. "Dunque" disse fissandola Levet "conta così tanto quell'amicizia per voi?" |
Quell'uomo restò a fissare Altea per un lungo istante.
"Non mi riconoscete dunque..." disse "... forse è il Tempo che è passato o magari siete voi che siete cambiata..." accennò un breve sorriso "... il mio nome però è sempre lo stesso... sono Domis..." |
Alzai lo sguardo verso Levet e gli altri e nel guardarli acquisii sicurezza, i miei occhi non vacillavano e così neanche la mia voce.
<< Se non diamo valore all'amicizia allora cosa ci resta? Per molto tempo ho creduto di essere sola al mondo ma Guisgard mi è stato vicino e mi ha aiutata, merita la mia amicizia e merita che la mia promessa venga mantenuta. Scriverò una lettera a mia zia, lei capirà anche solo dalle mie parole che non mento, che sono davvero Dacey, e non appena mi sarà possibile arriverò a Capomadza per incontrarla.>> |
Quel titanico bombardiere ed il suo sibilo angosciante attraversarono il cielo sopra Gwen e Fermer per alcuni istanti che sembrarono infiniti, per poi svanire nel buio della sera.
"È diretto ad Evangelia..." disse il medico alla sua infermiera "... distruggerà la base è poi l'intero borgo..." cominciando a tremare "... fa... fa freddo... comincia a fare freddo..." Era la ferita ed il sangue che aveva perso. |
Sorrisi.."Certo .. ti ho riconosciuto subito..ma sono passati anni..potresti essere cambiato pure tu, infatti avevo scambiato un certo Guisgard con te"...secca come a quel tempo, quando invece di portarmi con sé mi fece tornare a Cherval.." Ne hai fatto di strada eh...vuoi che ti accompagni alla base? Come vedi vi è emergenza..io soggiorno in una locanda e..il caso ha voluto mi trovassi qui ora" e stavolta gli sorrisi..Domis..chissà come era cambiata la sua vita.
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"Si, lo credo anche io..." disse il misterioso pilota a Marwel "... e restare qui non servirà a niente... Marwel, ho bisogno di vestiti... pantaloni, stivali, una camicia ed un giubbotto... potresti procurarmeli?" Fissandola. "E poi... poi voglio togliermi queste bende dal viso..."
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Il velivolo stazionò su di noi per un po', poi andò via, lasciando però paura ed inquietudine.
Vidi Fermer tremare e subito lo avvolsi nel mio cappotto, Evocai delle fiamme, che ci circondarono come piccole sfere di Luce fluttuanti e lo strinsi forte a me per scaldarlo ancora di più, attenta a non fargli male. "Dovrebbero aiutarci anche a tenere lontani eventuali animali" guardando le fiamme che scoppiettavano, poi affondai il viso nei suoi capelli "Resisti amore mio, resisti..." sussurrai. All'improvviso mi ricordai di un incantesimo: una mia amica lo aveva utilizzato una sera quando ci eravamo perse nel bosco e consisteva nell'evocare e lanciare delle scintille colorate che avrebbero fatto da segnale e aveva funzionato Imitai così i movimenti di Ayda e lanciai numerose scintille in cielo. "Spero serviranno a qualcosa..." |
"Mie care signore..." disse Guisgard rivolto a Clio e a Gaynor "... questo aereo era tutto ciò che volevate, no? Ora è vostro. Dunque adesso io ed Orko non vi serviamo più. È un aereo formidabile e chiunque potrà pilotarlo come me, se non addirittura meglio. Vi ripeto che questa non è la mia guerra."
Deciderò io cosa ne sarà di voi e del vostro amico." Intervenne Goz. "Signore!" Entrando un legionario. "È apparso un gigantesco veicolo non identificato! È diretto qui ad Evangelia!" "Il bombardiere..." mormorò Goz. |
"E sia." Disse Levet a Dacey. "Se questa è la vostra decisione, allora non dirò nulla per farvi cambiare idea. Resterò anche io con voi e saliremo su quel treno appena sarà tornato il vostro amico. Ammesso che tornerà davvero..."
"Ritengo che restare sia molto pericoloso..." mormorò Fines. "Non abbiamo altra scelta che restare." Fece Leones. |
Voleva restare, quello era un problema, un intoppo.
<< Non è necessario signori, io non posso chiedervi di rischiare così tanto per una decisione che è mia, solo mia. E poi c'è bisogno che qualcuno porti la mia lettera alla Gran Baronessa, non mi fido della posta per come stanne le cose in questa città ora. Io me la caverò, la cantina è un posto sicuro e poi andrò alla base militare a chiedere una scorta, se questo può rassicurarvi. Ma ripeto, non posso permettere che una decisione metta in repentaglio le vostre vite.>> |
"Si, ve ne sarei grato..." disse Domis ad Altea "... voglio raggiungere la base legionaria per arruolarmi e combattere. È una storia lunga ma ho maturato questa decisione è voglio partecipare a questa guerra. Appena vorrete, io vi seguirò." Fissandola.
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Gwen ricorse alle sue arti magiche per riscaldare Fermer e lanciare segnali per attirare possibili soccorsi.
Ma il ricorrere così intensamente alla magia arrivò a fiaccare le sue energie, facendola sentire profondamente stanca. |
"Potrei portare io la lettera alla Gran Baronessa." Disse Fines.
"Non essere sciocco." Lo riprese Leones. "Non possiamo abbandonare qui la principessa." "Si, concordo." Annuì Poeh. "Abbiamo iniziato quest'avventura insieme ed insieme la termineremo." "Io non lascerò qui la donna che voglio sposare, nel bel mezzo di attacchi militari ed in compagnia di un uomo verso cui non nutro fiducia." Levet a Dacey. |
"Maledizione, è qui!" Esclamai
" Dici che non è la tua guerra, eppure hai combattutto già due volte per noi" dissi a Guisgard. "Per sconfiggere il Gufo c'è bisogno del migliore tra i piloti, ed io non ho visto mai nessuno volare come te... prendi ancora una volta il comando del Novalis... se lo farai, lascerò libero il tuo amico Orko..." Mi rivolsi poi a Goz " E tu, capitano, non provare a contraddirmi..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Sorrisi maliziosamente ai suoi sguardi..eppure in me si contrastavano mille perplessità..Non era più quel ragazzo irriverente, era serio..aveva perso quel carattere particolare che lo caratterizzava ma d' altronde ci eravamo appena visti dopo anni..e mi dava del voi come un' estranea, dopo tutto quello che fu tra noi.
Andai da Suor Ologna.." Non crederete, è entrato..un uomo che fu un mio passato amore..fa parte dell' esercito imperiale e vuole andare alla base per combattere..starò poco..lo accompagno e tornerò, vista la emergenza vi è bisogno di buoni soldati e Dio lo protegga". Mi congedai e feci segno a Domis di seguirmi, mi strinsi nel cappotto e mentre camminavamo verso la base chiesi.."Che grado sei..oh scusa..siete? Dove si trova..vostra moglie?". |
Non risposi a quelle parole di Guisgard, limitandomi a ricambiare il suo sguardo.
Dubitavo che il capitano li avrebbe lasciati andare. E infatti... Ma poi arrivò un legionario a dirci che il bombardiere era vicino. Vedere una spia che dava ordini al capitano era divertente. Doveva essere bello poter fare il bello e il cattivo tempo così. Doveva proprio temerla Goz per essere così servizievole. "Che dite, la piantiamo con le chiacchiere e passiamo all'azione?" a Goz e gli altri. |
Un leggero brivido percorse la mia schiena alle parole di Levet. Era davvero ostinato con quell'idea del matrimonio. Mi pentii di non averla stroncata subito ma allora le cose erano molto diverse. Il mio era stato un goffo tentativo per far ingelosire Guisgard, per capire se aveva interesse per me.
<< Insisto, non c'è il bisogno perché restiate qui, sappiano tutti che è pericoloso. Non siate testardi.>> Maledizione sembravano cocciuti come dei muli, avevano persino riciclato delle mie vecchie parole, quelle dello stare uniti e terminare l'avventura insieme. Come potevo contraddire le mie stesse parole ora. << Non ho bisogno di ben 4 uomini che badino a me, siete tutti molto gentili ma davvero, pensate anche alla vostra di sicurezza>> |
Usare così tanto la magia spesso mi indeboliva.
Mi sentivo infatti stanca, ma potevo farcela, dovevb o farcela e continuai stoicamente a stringere Fermer fra le mie braccia. "Ricordi quando mi chiedesti di raccontarti tutta las storia, quella sulla posizione del cuore?" sussurrai sorridendo e scostando dolcemente una ciocca dalla fronte di Fermer "È la storia di una ragazza, una giovane infermiera, che per anni aveva creduto di condurre una vita normale, ma solo quando incontrò un medico, un giovane uomo affascinante, forte, capì che c'era qualcosa di diverso. Aveva infatti una strana sensazione nel petto, come una strana pienezza e capì quindi che fino a quel momento era come se avesse vissuto con mezzo cuore e incontrando quel giovane medico, che amava e per cui avrebbe dato anche l'anima, sia lei che il suo cuore avevano trovato le loro metà." |
"Si, entriamo in azione." Disse Goz.
"Allora vi propongo un patto..." Guisgard fissando Gaynor, Clio e lo stesso Goz "... lasciate andare Orko, adesso ed io sono disposto a combattere un'ultima volta... prendere o lasciare." "Non sei nella condizione di dettare le regole." Goz. "Prendere o lasciare." Fece Guisgard. Reddas allora andò via sbattendo la porta. Raggiunse gli hangar e fece preparare il suo aereo. |
"D'accordo... Orko, sei libero di andare, anche se io ti consiglio di non muoverti da quella sedia. Nessun posto adesso è più sicuro di questo..."
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