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“Inaudito.” Disse Berengario alzandosi dal suo posto. “Questa donna” indicando Elisabeth “non ha detto nulla per scagionare il suo assistito dalle accuse che gli vengono mosse, ma in compenso ha infangato la Corona e il nostro intero regno! Chiedo che venga punita severamente!”
Ci fu un confuso mormorio in aula, alla fine zittito solo da un cenno della regina. “Signori...” prendendo lei la parola “... qui si sta giudicando messer Cristansen e la sua fedeltà al regno... ciò che il suo avvocato afferma, ha valore solo se visto in quell'ottica... l'accusa e la difesa hanno diritto di ricorrere ad ogni possibilità per raggiungere ciò che si sono prefissate. Questa corte nella nostra persona garantirà sempre tale diritto. Si continui ora.” “Grazie, mia sovrana.” Fece Berengario. “L'accusa chiama come testimone... messer Frydom.” Il giovane raggiunse il posto dei testimoni e giurò solennemente di dire la verità e solo quella. “Messer Frydom” disse Berengario “conoscete bene l'imputato?” “Si, signore.” “E in quali circostanze l'avete conosciuto?” “Tempo fa...” rispose Frydom “... quando ero suo segretario nella Biblioteca.” “E vi ha mai accennato alla sua volontà di non voler firmare l'Atto Unico?” “Si, signore.” “E volete spiegare a questa corte ciò che avvenne?” “Rammento” fece Frydom “di un Sabato mattina. Messer Cristansen mi sembrò visibilmente agitato... no, contrariato dovrei dire. Ne chiesi le ragioni ed egli mi parlò appunto della decisione del Senato e di come lui temesse tale provvedimento. Egli infatti affermò che questo avrebbe ridimensionato la richiesta da parte del pubblico riguardo a testi di poesia amorosa.” “E ciò lo preoccupava?” “Si, signore...” annuì Frydom “... messer Cristansen infatti riceveva una decima su ogni libro che la Biblioteca cedeva alla corte, al Clero o all'aristocrazia. Senza dimenticare le spese pagate dai librai per avere copie di quei libri.” “Volete dirci che messer Cristansen si è rifiutato di firmare l'Atto Unico solo per vili interessi personali?” Gridò Berengario. “Ha tradito il suo regno per denaro? Questo ci state dicendo, messer Frydom?” “Temo di si, signore.” “Avete udito?” All'aula Berengario. “Non ho altre domande! L'accusa se vuole può interrogare messer Frydom!” “Frydom...” alzandosi Cristansen “... cos'hai sul petto? Il sigillo della Biblioteca? Questo ti hanno offerto per mentire, ragazzo mio? Vendere l'anima per diventare re è sempre un pessimo affare... ma farlo per diventare un semplice e misero bibliotecario è farsesco... ho compassione di te...” Frydom chinò il capo e non rispose nulla. |
Fyellon si voltò di scatto verso Altea.
“Voi...” disse con gli occhi che sembravano ardere “... voi, cosa ne sapete? Nessuno può amare veramente quel maledetto! Nessuno può amarlo dopo averlo conosciuto bene! Ed io ho conosciuto come nessun altro mio fratello! Egli fu abile a mentire e a farsi apprezzare... questo ha causato la fine della mia famiglia! E non trovo giusto che voi ne parliate con tanta sufficienza! Visto che neanche avete conosciuto quel bastardo!” E per la rabbia tirò un pugno contro la corteccia di un albero. |
Appena Cavaliere25 terminò di parlare, suonò l'adunata e tutti corsero nel cortile.
“Presto, andiamo.” Disse il soldato al boscaiolo e ai suoi compagni. Nel cortile vi era un militare ad attendere tutti i soldati. “Ascoltatemi, fannulloni!” Gridò. “Sono il capitano Hautier e da oggi vi addestrerò come si conviene! Siete degli inetti, ma farò di voi dei veri soldati! Anche a costo di farvi sputare sangue! Intesi, canaglie? Devo ripeterlo? Badate che odio ripetermi!" |
La sua mano...e quell'albero forte e secolare e il viso dolorante di Fyellon, accorsi vicino a lui..."Fyellon, vi siete fatto male? Io non capisco questi vostri impeti di rabbia, da molto li noto. Vi sto solo dando dei buoni consigli, avete ragione...non conosco vostro fratello e non posso giudicare, solo per il gesto ignobile che ha compiuto verso vostro padre dovrebbe essere considerato una persona negativa e infima. Io non ne parlo con sufficenza, come posso io parlare di lui se non lo conosco. Sto solo dando un consiglio.." mi sentivo innervosita e tesa da questa situazione "Fyellon, scusatemi, non parlatemi più di vostro fratello e del vostro passato, voi avete detto che avreste ricambiato il favore fattovi a Tylesia facendovi entrare nelle guardie reali di sir Reas, e in cambio mi avreste dato la vostra protezione di cavaliere in questa Odissea in cui ci siamo imbattuti. Quindi limitatevi a darmi solo la vostra protezione di cavaliere e raggiungiamo Tylesia, poi sarete libero di andarvene e io di tornare a Palazzo" ripresi il cammino senza voltarmi per osservare se Fyellon era dietro me, era inutile, non si poteva più parlare con lui, improvvisamente era l'Odio che parlava per lui.
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La duchessa probabilmente aveva ragione: non sapevo fingere! Non avevo mai saputo farlo.
Da quel momento non parlammo più, ed io terminai la mia colazione nel silenzio più assoluto e il più lentamente che mi fosse possibile... tergiversavo... mangiavo con una lentezza quasi esasperante, riflettendo... Doveva esserci un modo, mi ripetevo... Doveva esserci qualche cosa che potevo fare... o che potevo dire... Doveva esistere un modo per convincere la duchessa a non partire... o a lasciarmi lì... un modo per non lasciare che mi separasse così tanto e così pericolosamente da Guisgard... Mi chiedevo dove fosse, intanto... mi chiedevo cosa stesse facendo... Ma quella colazione non poteva durare per sempre e così presto, prima che io fossi riuscita a vedere una soluzione da qualche parte, la dama dette ordine di preparare la carrozza e, appena un istante dopo, fummo condotte fuori. Panico... paura... camminando per il cortile mi sentivo come se stessi salendo la scaletta della forca... “Milady!” dissi ad un tratto, non riuscendo più a trattenermi “Milady, vi prego... vi imploro... io...” Ma lei mi interruppe, sfiorando con due dita il mio braccio... ed appena un istante dopo ne compresi il motivo... Citazione:
Quella domanda... e proprio in quel momento... proprio mentre stavo per essere portata via... mi parve uno strano, malefico, ingiusto scherzo del destino ricevere simili domande proprio in quel momento... Sollevai la testa di scatto, dunque, quasi involontariamente... gli occhi spalancati ed il respiro che, per un attimo, veniva meno... E per un attimo rimasi così: incerta, confusa, spaventata... e sentendomi, ora, così terribilmente sola in quella cupa oscurità che mi avvolgeva. |
XXIX Quadro: Il Re di Cuori
“La sorte degli uomini si volge spesso in mala fortuna; poi, dopo la mala fortuna, torna a volgersi in buona ventura” (Goffredo di Strarsburgo, Tristano) Fyellon non rispose nulla a quelle parole di Altea e si limitò a seguire la sua compagna di viaggio. Proseguirono così accompagnati da un lungo ed irreale silenzio, fino a quando si ritrovarono nei pressi di una piccola cittadina. Questa era adagiata alle pendici di un verde colle, dal quale dominava un sontuoso castello. Quattro alte torri racchiudevano la robusta cinta muraria, rafforzata da contrafforti e muri a scarpa. Un fossa correva tutt'intorno al maniero e solo da un monumentale ponte levatoio era possibile accedere a quella rocca. “Forse” disse Fyellon, rompendo finalmente il suo silenzio “questa cittadina è sulla strada per Tylesia... magari strada alternativa, visto che non ricordo di averla vista nel nostro precedente cammino...” Proprio in quel momento giunse un uomo. “Messere!” Chiamandolo Fyellon. “Potreste dirci che posto è questo?” “Signori...” fece quell'uomo “... questa è Cayassian, la città della tristezza...” http://upload.wikimedia.org/wikipedi...entin_deck.png |
Camminammo per molto tempo in silenzio, e improvvisamente davanti a me apparve un castello maestoso su un colle, sembrava pure accessibile.
Aveva ragione Fyellon, nemmeno io ricordavo un simile castello nel viaggio che facemmo quando il cavaliere chiese informazioni a un uomo di passaggio...Cayassian...la città della Tristezza. Mi sembrava strano che potessimo continuare tranquillamente..."Messere, mi scusi, ma se sopra quel colle svetta maestoso quel castello perchè questa cittadina ricorda la Tristezza, per qualche avvenimento passato?" |
Mi affacciai al pozzo per poter vedere la fanciulla che mi aveva parlato, ma era molto buio e non riuscivo a vedere nulla. "Come posso aiutarti?" le chiesi, preoccupata "perché quei mercanti sarebbero interessati a te?" aggiunsi, con un terribile presentimento.
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Non vi era alcun verso di convincerli......non potevo rimanere in loro compagnia non mi sentivo protetto.
Tirando un sospiro tornaì verso il cunicolo che avevano scovato e prima di scendere dal mio Belfagor gli dissi: "Qualunque cosa succeda.....torna all'accampamento e avvicinati al Maestro. Capirà cosa mi è successo.....". "Vediamo come posso intervenire....."mi avvicinaì alla grotta e sondaì la zona. Cercaì fra gli alberi ed i boschi vicini se vi era qualche oggetto che potesse causarmi qualche sorpresa. Cominciaì ad ispezionare il luogo. |
Parsifal cominciò ad ispezionare la zona, ma alla fine non riuscì a trovare nulla di particolare.
“Cavaliere...” disse uno dei mercanti “... forse proprio in questo misterioso cunicolo riusciremo a trovare ciò che cerchiamo. Qualcosa che ci faccia comprendere perchè questo cunicolo è stato scavato proprio qui...” Un altro di quei mercanti allora accese una torcia e cercò di illuminare l'ingresso del cunicolo. “Nulla da fare...” mormorò “... è buio pesto lì dentro... cosa facciamo, cavaliere?” Chiese a Parsifal. “Direi di entrare e controllare.” Disse un altro di quelli. “Siete d'accordo, cavaliere?” Fissando Parsifal. Nel frattempo, nel cortile della fattoria, Lilith aveva sentito qualcuno chiamarla da un pozzo. “Vogliono sacrificarmi!” Disse la voce dal pozzo. “Vogliono sacrificarmi a qualcosa di terribile! Mi sono nascosta qui per sfuggire ai loro propositi... ma tu devi aiutarmi a fuggire da qui... ti prego, non negarmi il tuo aiuto... questi uomini sono dei folli... se vuoi aiutarmi, io ti indicherò cosa fare... ma ricorda che non devi farti scoprire... nessuno deve sapere di questo, o per me sarà la fine...” |
“Purtroppo” disse quell'uomo ad Altea “la tristezza di Cayassian non appartiene al passato... la nostra tristezza vive nel presente e temo continuerà a farlo anche nel futuro...” alzò gli occhi verso il castello sul colle “... non lasciatevi ingannare dalla bellezza del nostro castello... è proprio in quel luogo che dimora la nostra tristezza... è da lì che una profonda pena tiene in una morsa tutta la nostra città...”
“Ma da cosa dipende questa tristezza?” Chiese Fyellon. “Il nostro re” rispose l'uomo “è sempre stato un grande sovrano, illuminato e misericordioso. Ma dal giorno in cui ha perduto l'armonia nel suo castello, egli è divenuto un tiranno...” |
“Suvvia...” disse Ludovico fissando Talia “... una così bella ragazza ha perduto la lingua?” E rise. “Cara cugina, le scegliete dunque tanto timide le vostre dame di compagnia adesso?”
“Hanno solo il buongusto di non rispondere alle vostre sciagurate domande.” Rispose lady Vicenzia. “Comunque, vi ricordo che state ritardando la nostra partenza.” “Ah, si rammento. E dove siete diretta, milady?” Chiese Ludovico alla duchessa. “A Capomazda.” Rispose la duchessa per poi tossire. “A Capomazda?” Ripeté lui. “Ma lì è troppo caldo in questo periodo. Meglio per voi restare a Faycus. Qui l'aria è più asciutta e fresca.” “Mi attendono alcune questioni da risolvere nella capitale.” “Capisco...” mormorò Ludovico “... ah, uscire da Faycus oggi forse sarà un po' complicato, cara cugina.” “Come sarebbe?” “Ecco, ho organizzato alcuni controlli” rispose lui “presso la porta della città. I miei uomini controllano tutti coloro che arrivano e che partono. Ci sarà così un po' di calca all'ingresso.” “Perchè mai tutto questo?” “Pare che in città siano giunti dei cavalieri.” Fissandola lui. “E voi sapete che un decreto regio vieta di entrare nelle città senza aver dichiarato le proprie armi. Si tratta dunque solo di una normale procedura.” “Che seccatura!” Esclamò la duchessa. “Ora impiegheremo del tempo ad uscire dalla città!” “Perchè tanta fretta, cara cugina?” Domandò Ludovico. “Capomazda non scappa mica. Oppure forse siete voi a voler scappare?” E rise di gusto. “Il vostro spirito è del tutto fuori luogo in questo momento.” “Noto che siete più eccitabile del solito, cara cugina.” Fece lui. “Come mai questo nervosismo? Avere al fianco una così bella dama di compagnia non vi rende più lieta?” “Meglio avviarci allora.” Disse la duchessa. “Visto che i vostri controlli ci porteranno via molto tempo.” “Sono semplici controlli, cara cugina.” Mormorò Ludovico. “I miei uomini possono ben poco. Quei cavalieri giunti in città sono sotto il comando e la protezione del vescovo. Hanno il suo lasciapassare e possono entrare in qualsiasi città del ducato e del regno. Anche a Capomazda dunque. Se cercano qualcuno, essi lo troveranno.” La duchessa lo fissò. “Aspettami qui, Talia.” Disse la donna, per poi scendere dalla carrozza. Si allontanò allora di qualche passo insieme a Ludovico. “Andare via da Faycus non vi servirà a nulla, cugina.” “Come sapete che...” “Questo ora non è importante.” La interruppe lui. “Quella ragazza è sotto la mia protezione.” Fece la donna. “Il lasciapassare del vescovo aprirà qualsiasi porta” fissandola lui “e portarla a Capomazda sarà come esporla in pubblica piazza. Lì nessuno potrà salvarla dal suo destino. Credete che il ducato si metterà contro il vescovo per una sconosciuta?” “Devo dunque consegnarla a quei cavalieri?” “No, ovvio che no.” Rispose lui. “Ma lasciarla al suo Angelo Custode. Ella ne possiede uno e credetemi, egli saprà proteggerla.” “Sciocchezze, non ha nessuno al mondo.” “Invece si.” Annuì lui. “Io stesso gli ho parlato.” “Non parlerete di quel ladruncolo, di quel poco di buono che hanno arrestato al castello?” “Quel ladruncolo, come dite voi, mi ha salvato la vita.” Replicò lui. “Lo avevo assoldato con la forza per una battuta di caccia, ma quando ha avuto la possibilità, invece di fuggire, ha rischiato la vita per salvarmi. Gli avevo promesso denaro, titoli e protezione, ma lui vuole solo andarsene via con la ragazza. E con lui, lei sarà più al sicuro che in qualsiasi altro posto al mondo.” “Quando ho visto Talia” sussurrò la duchessa “ho subito pensato al Ritratto... ho subito pensato che fosse lei la ragazza che a Capomazda cerchiamo da secoli...” “Se è davvero lei la ragazza della profezia” disse lui “allora un giorno arriverà comunque a Capomazda. Come si dice? Quando in Cielo è scritto, in terra avverrà.” “Cosa dobbiamo fare ora?” “Lasciarla andare.” “Lasciarla andare?” Stupita la duchessa. “Da sola? Ma è cieca!” “Quella ragazza non è mai sola.” Rispose lui. “Lasciamola andare adesso.” I due taddeidi tornarono alla carrozza e Ludovico aprì la porta della vettura. “Talia, non ho più bisogno di te.” Disse la duchessa. “Sei libera.” Un servo aiutò la ragazza a scendere. “Cammina sempre innanzi a te.” Continuò la duchessa. “Oltrepasserai il portone del convento e sarai libera. Non c'è altro. E che Dio ti assista.” Le si avvicinò e la baciò sulla fronte, mettendole nella mano il suo Rosario d'argento. http://csimg.pagineprezzi.it/srv/IT/...ello-donna.jpg |
"Avete ragione, messere, non sempre le cose belle risplendono di tale bellezza anche internamente, la stessa cosa vale per noi uomini. Mi spiace per ciò che voi e gli abitanti di questa cittadina dovete sopportare, spero le angherie non siano crudeli, ma io e Fyellon non possiamo aiutarvi, penso" guardai istintivamente Fyellon, ricordando l'avventura della Avvilente Costumanza.
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risposi no signore e guardai tutti i soldati e poi mi girai verso il capitano capendo che intenzioni avesse e che persona era
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“Non so...” disse Fyellon “... io sono incuriosito... voi no, Altea?” Fissando la ragazza. “E che genere di tristezza domina in questo posto?” Chiese poi a quell'uomo.
“Il nostro re” rispose quello “è cambiato totalmente. Sempre accigliato, irascibile e intollerante. Le prigioni sono sempre piene e siamo costantemente in guerra con tutte le città vicine.” “E a cosa si deve questo stato di cose?” Domandò Fyellon. “Perchè egli...” Ma delle grida interruppero le parole dell'uomo. “Presto, scappate!” Urlò qualcuno nella strada. “Sta arrivando il re! Ed è più arrabbiato del solito!” |
Alla domanda di Fyellon, feci un cenno negativo col capo..no, non ero interessata, già ci eravamo imbarcati in situazioni strane e difficili, ma Fyellon invece era entusiasta e chiedeva informazioni al cittadino, ma noi soli...cosa potevamo fare?
Ad un tratto si sentirono delle urla...il re stava arrivando..strattonai Fyellon "Presto nascondiamoci...o volete che finiamo nelle prigioni pure noi?" |
Rimasi nella carrozza così come la duchessa aveva detto... ma ero agitata e tesa: continuavo a muovermi e a tendere le orecchie nel tentativo di sentire ciò di cui stavano parlando, tormentando con le mani il bordo rigido dell’abito che indossavo... per un attimo ebbi la tentazione di fuggire... fu solo per un attimo: immaginai di aprire lo sportello della carrozza e correre via senza voltarmi indietro, correre fino in paese a cercare Guisgard... ma durò solo un attimo quel proposito, poi dovetti metterlo da parte pur se di malavoglia, dovetti ammettere che era un’idea sciocca e avventata, dovetti ammettere che non potevo sperare di arrivare lontano in quella condizione...
E così la mia ansia, la mia preoccupazione e quel vago senso di smarrimento si intensificavano... Citazione:
Poi quel servitore prese la mia mano per aiutarmi a scendere dalla carrozza... lo feci quasi meccanicamente... esitavo... non capivo... Poi quel bacio, ed il rosario... “Oh, milady...” mormorai allora, inchinandomi e prendendo la sua mano tra le mie “Grazie, mia signora... grazie!” Era accaduto tutto tanto in fretta che faticavo quasi a crederci... l’arrivo di quell’uomo, lord Ludovico, aveva radicalmente cambiato la situazione... ero stupita... non sapevo chi fosse quell’uomo né che cosa avesse detto alla duchessa per farle cambiare idea, né perché si fosse dato la pena di farlo... esitai... era una follia, forse... ma era quello che volevo, in fondo... ciò che avevo sognato di fare appena pochi momenti prima... E così, risolvendomi a non pensarci oltre, mi voltai e poco dopo stavo già camminando lentamente nella direzione indicatami... Un passo dopo l’altro, li sentivo risuonare sul selciato... e mi trovai a chiedermi quanto mancasse al portone... e mi trovai a chiedermi che direzione avrei preso dopo averlo varcato... |
Il tiepido e limpido pomeriggio sembrava riflettersi nel giardino del Casale, col suo cielo terso e azzurro, le foglie dei tigli, degli olmi e degli aceri fatte appena vibrare, con un'incantata musicalità, dal vento fresco ed asciutto e la luminosità delle vaste nuvole che sembravano naufragare fin verso i più lontani e sognanti confini di quel mondo.
Talia sedeva all'ombra degli alberi, su una sedia austera e robusta, che sembrava intrisa di un sapore antico e di un profumo d'altri tempi, con bellissime e ormai consumate immagini intagliate nel legno. “Avanti, su...” disse Guisgard che le stava davanti “... riproviamo ancora...” “No, Guisgard...” scuotendo il capo lei “... è inutile, la gamba mi fa troppo male...” “Hai sentito il medico, no?” Fissandola lui. “Devi sforzarti. Devi vincere la paura.” “Ma la gamba mi fa male!” Quasi arrabbiandosi lei. “Ma devi sforzarti!” Alzando la voce lui. “Se non lo farai, allora la guarigione sarà molto più lunga! Su, ora indietreggio di qualche passo... vieni verso di me... coraggio...” Talia allora, facendo leva con le mani sulla sedia, cercò di alzarsi, ma senza riuscirci. “E' inutile, sono troppo stanca...” “Ma ci stavi riuscendo!” “Guisgard, per oggi basta così.” Disse il Maestro. “Non si sente ancora pronta.” “Ma è solo un blocco il suo!” “Si e forse ha bisogno di altro tempo per superarlo.” “A te non interessa niente di lei.” Arrivando Fyellon. “Cerchi solo una compagnia per i tuoi pomeriggi.” “Pezzo di...” mormorò Guisgard voltandosi. “Smettetela!” Gridò Talia. “Pensate solo a litigare!” “Basta voi due!” Disse il Maestro. “Talia ha ragione! Se avete voglia di gareggiare, allora conservate le forze, visto che domani è il gran giorno.” “Si, hai ragione, Maestro.” Annuendo Fyellon. “E scusami anche tu, Talia... domani tornerò dal bosco con le corna del Cervo Bianco e dimostrerò che sono il migliore.” “Lo vedremo...” fissandolo Guisgard. Il Maestro allora prese Talia in braccio e rientrò in casa. Giunse la sera e poi la notte. All'alba, Guisgard e Fyellon partirono alla volta del bosco per cercare le corna del Cervo Bianco. Giunse di nuovo il pomeriggio e Talia chiese al Maestro di essere portata fuori. Egli allora la prese in braccio e la fece sedere sulla sedia posta proprio verso il bosco. E li attese fino a sera. E ad un tratto le apparve una figura lontana. Sembrava confondersi con l'ultimo chiarore morente del crepuscolo e appariva incerta e mutevole. Ma lei riconobbe quella figura. “Guisgard!” Chiamò. La figura così cominciò ad avvicinarsi verso il Casale e poi a correre verso di lei. Talia allora cominciò a far forza con le mani per alzarsi. Tremava per il dolore alla gamba, ma non si fermò. Alla fine riuscì ad alzarsi dalla sedia. Avanzò così di qualche passo fino a quando, per la stanchezza inciampò. Ma si ritrovò fra le braccia di Guisgard. “Ti...” con gli occhi lucidi lei “... ti aspettavo... hai visto? Mi sono alzata...” “Sei bravissima, gioia...” sorridendole lui, per poi asciugarle una lacrima che cominciò a rigare il suo viso “... bravissima...” “E dimmi...” sussurrò lei “... hai trovato...” “Si.” Interrompendola lui e mostrandole delle meravigliose corna bianche come l'avorio. “Il Maestro aveva ragione... il Cervo Bianco esiste... ha perduto queste corna, forse per essersi impigliato in qualche ramo...” “Sei...” sorridendo lei “... sei tu il migliore...” e lo baciò sulla guancia. Lui allora la prese in braccio e rientrarono in casa, lasciandosi alle spalle la magia di quella sera. “Talia!” Chiamò una voce appena la ragazza ebbe varcato il portone del convento. Una voce che la destò da quel ricordo. Il vento le aveva fatto comprendere di essere fuori. “Talia!” Di nuovo quella voce. E continuò a chiamarla, facendosi sempre più vicina. Perchè Guisgard stava correndo verso di lei. E corse fino a raggiungerla, per poi abbracciarla forte. |
I miei passi sulla pietra del cortile... lenti, ritmici, cadenzati... le mie mani leggermente protese in avanti, come a tentare di individuare potenziali ostacoli...
E poi quel ricordo... sorrisi ad esso e, quasi allo stesso tempo, dovetti reprimere una lacrima... mille ricordi attraversavano la mia mente: il Casale, Guisgard, quei giorni così felici, Guisgard, il Maestro, Guisgard, il Cervo Bianco, Guisgard, il mio incidente, Guisgard... Ad un tratto, poi, un improvviso ed inatteso colpo di vento fece volare i miei capelli... portandomi via da quei pensieri... E fu allora che la udii... quella voce... In un primo momento credetti di aver solo sognato... mi bloccai, tuttavia... in ascolto... E la udii di nuovo. Il cuore prese a battermi forte, allora... vertiginosamente forte... “Guisgard!” gridai, protendendo di più le braccia e iniziando a correre... Non sapevo dove correvo, non sapevo dov’ero... ma non mi importava in quel momento, non mi importava di niente... sapevo solo che stavo correndo da lui. E poi non corsi per molto... appena un istante dopo, infatti, lui mi raggiunse e mi strinse forte. Ed anche io lo strinsi... lo strinsi e lo strinsi ancora... ero felice, ero tanto felice che dimenticai tutto il resto, dimenticai qualsiasi altra cosa... “Oh, Guisgard...” sussurravo, mentre lacrime di gioia mi rigavano le guance “Quanto mi sei mancato, Guisgard... quanto!” E poi, istintivamente, quasi senza rendermene conto, sollevai il viso e lo baciai piano. |
"Ti aiuterò" dissi alla ragazza nel pozzo, pur non sapendo chi ella fosse "ma dimmi almeno perché vogliono ucciderti... Che cosa hai fatto di cosi grave a questi uomini da spingerli a fare ciò?" aggiunsi, per poter comprendere meglio la situazione.
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“Non capisco...” disse Fyellon “... nasconderci? E perchè mai? Non abbiamo fatto nulla e dunque non comprendo questi vostri timori, Altea.”
Ma proprio in quel momento, in una città ormai silenziosa e vuota, un gruppo di cavalieri arrivò sbraitando e ridendo forte. “Ehi, fermi!” Fece uno di loro al resto della compagnia. “Avete visto qui che bella dama?” Indicando Altea. “Magari si è persa e si sente sola! Avanti, banda di scalmanati...” fissandoli “... nessuno di voi vuol tentare di consolarla?” E rise forte, seguito subito da tutti gli altri. “Il vincitore avrà come premio il privilegio di portala in giro a visitare la nostra città!” “Bellezze artistiche, architettonica e naturali?” Con malizia un altro di quelli. “Magari anche altro tipo di bellezze!” Esclamò un altro ancora. “E usa un po' di fantasia, Mortimer!” E di nuovo risero con forza. |
Il capitano Hautier si avvicinò a Cavaliere25 e lo fissò negli occhi.
“Tu...” disse “... perchè continui a guardarmi? Sento che non puoi soffrirvi... avverto il tuo astio verso di me... dì la verità... vorresti colpirvi, vero? Vorresti piantarmi un pugno sulla faccia... o peggio... ti piacerebbe passarmi da parte a parte con la tua spada... vero? Rispondimi!” Urlò. |
“Non lo so...” disse la ragazza del pozzo a Lilith “... non ho fatto nulla... viaggiavo insieme ai miei nonni, quando questi uomini mi hanno rapita e condotta qui... so solo che vogliono sacrificarmi a non so bene cosa... io sono fuggita dalla mia cella e sono corsa a nascondermi qui... ma ora temo di essere scoperta... aiutami, ti prego... tu sola puoi aiutarmi... ora ti indicherò cosa fare... senza farti vedere da nessuno recati nel vecchio mulino... si trova dietro la fattoria... lì si trova il mio cavallo... lo riconoscerai subito perchè è bianco come la neve... devi solo scogliere la corda che lo tiene legato... lui scapperà fino a ritornare a casa dei miei nonni e saranno loro a comprendere cosa mi è accaduto... seguiranno il mio cavallo e arriveranno per liberarmi... ma bada che nessuno si accorga di te al mulino... sii silenziosa e non rivelare a nessuno di questo nostro piano... altrimenti ci scopriranno...”
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In effetti vi era una certa difficoltà.......il buio troneggiava lungo l'entrata. Non avavamo scelta.....dovevamo entrare.
Mi volsi verso il mercante che portava la torcia e gli chiesi: " Messere, potreste pormi la torcia? Credo che andrò a controllare, c'è qualcuno che vuole unirsi all'ispezione? Chissà......potrebbe esserci qualche bel segreto......" Li fissaì, e dissi: "Allora, che ne dite?" |
“Andate avanti con la torcia, cavaliere...” disse uno dei mercanti a Parsifal “... noi vi seguiremo...”
Entrarono così nella misteriosa grotta. Scesero di alcuni passi e si ritrovarono in uno stretto cunicolo. “Chi mai” fece uno dei mercanti “ha potuto scavare questo passaggio fino a tale profondità?” Scesero ancora, fino a quando la torcia di Parsifal illuminò un piccolo antro. E incredibilmente quel luogo era colmo di armi di ogni genere e di ogni paese. Spade longobarde a doppia lama ed elsa ad alveolo, scimitarre saracene intarsiate di avorio e corallo e poi sciabole persiane damaschiate, giavellotti elvetici, archi inglesi, alabarde alemanne e pugnali orientali arabescati. |
Calde e tenere lacrime scendevano sulle guance di Talia, sulle quali il vento aveva soffiato i suoi lunghi capelli chiari, come pendagli dorati e tintinnanti, che finivano per avvolgere e carezzare anche il volto di Guisgard.
Erano stretti l'uno all'altra, con le mani di lei attorno alle spalle di lui e le sue a cingere i fianchi della ragazza. Il cavaliere la stringeva a sé, come a voler impedire al vento di portarla di nuovo via da lui. Le sue mani scivolavano lungo la schiena di lei, quasi incredulo di averla ritrovata di nuovo, quasi a volersi convincere che ella era proprio lì, stretta fra le sue braccia. E poi, d'un tratto, tanto improvviso quanto desiderato, ambito, sospirato, sognato, quel bacio. Lei sollevò il viso piano, delicatamente, quasi seguendo un sospiro fino a raggiungere il volto e poi la bocca di lui, per poi posarsi dolcemente sulle sue labbra. Quel bacio, così, li unì. Li unì l'uno all'altra per un tempo indefinito. Un bacio caldo e profondo, ardente e passionale. Guisgard si abbandonò a quell'infinito sospiro che mutò più volte in sensazioni ed emozioni sempre diverse e sconosciute. Le labbra di Talia erano morbide e vellutate, vergini di sensi ed estasi mai provate. E su quelle labbra Guisgard avrebbe voluto perdersi, annientarsi, morire e rinascere mille volte. Il suo sapore, il suo profumo, i suoi colori. Tutto di lei era racchiuso in quel bacio, attraverso il quale lui la sentiva sbocciare e aprirsi come un fiore. I loro occhi non si schiusero mai, durante quel dolce contatto. Poi le loro labbra si separarono e Guisgard strinse sul suo volto quello di Talia. “Vita mia...” disse in un sussurro “... ho temuto di non rivederti... di averti persa per sempre... e mi sentivo come impazzire...” poi i suoi occhi cercarono quelli di lei “... ora fuggiremo... ti porterò lontano e nessuno ci troverà mai...” asciugandole le lacrime e scostando con una carezza i lunghi capelli bagnati dal suo viso. In quel momento si avvertì il lento procedere di due cavalli. Umans avanzò verso di loro di qualche passo, per poi arrestarsi, come a non volersi avvicinare troppo. “Bisogna partire subito, fratello...” mormorò “... non c'è molto tempo...” http://4e.img.v4.skyrock.net/4ef/mam...3716_small.jpg |
Fyellon fu reticente a nascondersi e all'improvviso arrivarono dei cavalieri, sconosciuti, cercavo di vedere in loro qualche emblema o stemma.
Improvvisamente iniziarono a fare degli apprezzamenti nei miei confronti e ridere..la qual cosa mi infastidiva assai e notavo che Fyellon se ne stava zitto. "Cavalieri...se tali siete visto i vostri gentil discorsi, non capisco il motivo di tanta scanzonata allegria, volete mostrarmi qualche bellezza? Grazie, architettonica e artistica....ad esempio..portatemi a quel castello maestoso che svetta sopra a quel colle" risposi lanciando a Fyellon uno sguardo minaccioso. |
No signore dissi che motivo avrei di colpirla stavo solo capendo che persona era lei visto che qui non conosco nessuno e manco lei conosco io non odio nessuno tranne che i miei nemici dissi guardandolo fisso negli occhi
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Erano tutti indignati..anche coloro che sapevano di mentire, che sapevano di aver comprato la mensogna, ripresi il mio posto al centro dell'aula......" Sapete una cosa ?...non sarei dovuta essere qui...non perche' non potessi difendere ma perche'.....oggi io sarei potuta essere il nuovo precettore, buffa la vita vero ?.....Freedom ditemi, quanto pesa quella vostra medaglia al collo, un giorno sara' cosi' pesante che neanche la vostra coscienza si mettera' a tacere.......e ditemi Freedom, siete stato voi...come messaggero ovviamente a consigliarmi di non entrare in aula.......sarei stata ampiamente ripagata, un posto d'onore accanto alla vostra Regina.......avete dato del traditore e del ladro a Messer Cristesen...eppure egli non vive nel lusso e non ha tentato di fuggire...io stessa l'ho trovato nella sua casa insieme alla sua famiglia e quando le guardie sono venute a prenderlo...egli e' andato via a testa alta.........mi rivolgo a voi Vostra Maesta.......siete cosi' fredda ed insensibile, da non vedere chi mente e chi dice il vero ?....avete veramente bisogno di me.....perche' difenda colui che vi ha protetta sin da bambina......?..."........E' cosi' difficle vedere dove dimora la verita' ?
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Sorrisi appena a quella parole di Guisgard e annuii lentamente... scappare... fuggire lontano dove non ci avrebbero mai più trovati... era come un sogno, quella promessa, come un miraggio che sembrava nascondere e promettere ogni felicità...
“Ovunque!” sussurrai “Ovunque... purché resti con me!” E fu proprio in quell’istante che, inaspettatamente, udii quello scalpiccio di cavalli e poi quella voce... Citazione:
“Che cosa succede?” sussurrai... Ma subito un pensiero mi colse... strinsi così più forte le mie mani che serrarono forte la camicia di Guisgard... “I cavalieri!” dissi allora, senza riflettere “Sono arrivati dei cavalieri al castello proprio ieri... cavalieri mandati dal Vescovo... Guisgard... andiamo via subito! Ora! Ti prego!” esitai solo un attimo, socchiudendo appena gli occhi come in cerca di qualcosa, poi soggiunsi “Dov’è Sheylon?” |
“Ehi...” disse uno di quei cavalieri a quelle parole di Altea “... avete udito, amici? La nostra dama si domanda se siamo o meno cavalieri! Vogliamo dimostrare alla signora... le nostre virtù?”
E tutti loro scoppiarono a ridere. “Credo” intervenendo Fyellon “che abbiate riso già abbastanza, amici miei. Forse volete mostrare prima a me le vostre virtù?” “Sentito?” Disse un altro di quelli ai suoi compagni. “Questo cavaliere misura il fragore delle nostre risa... forse dovremmo chiedere a lui quando e se ridere ancora... non trovate?” “Io dico che è solo un insolente” sbottò un altro di quei cavalieri “e che merita una bella lezione!” “Si” fece un altro ancora “e magari chi fra noi picchierà più forte si guadagnerà poi il diritto di divertirsi con la dama!” “Vi fate forti perchè siete in tanti contro uno, vero?” Fissandoli con disprezzo Fyellon. “Ma ci vuole ben altro che un branco di cani bastardi per spaventarmi!” Ed estrasse la spada. “Diamogli ciò si merita!” Urlò uno dei cavalieri e tutti loro misero mano alle armi. “Fermi!” Gridò all'improvviso qualcuno arrivando di corsa col suo cavallo. “Cosa state facendo? Siete già ubriachi?” “Quel cavaliere ci ha provocati e noi...” tentò di dire uno di loro al nuovo arrivato. “Silenzio!” Lo zittì questi. “Tornate piuttosto alle vostre mansioni!” E tutti i cavalieri, a quelle parole, si ammutolirono, per poi andare via. “E voi” rivolgendosi il nuovo arrivato ad Altea e Fyellon “evitate di portare confusione in città. O il re vi farà punire severamente.” |
A quelle parole di Elisabeth, nell'aula sorse un vivace mormorio.
“Silenzio.” Disse la regina ai presenti. “Lady Elisabeth, limitatevi ad adempiere al vostro compito. Il ruolo che ricoprite non vi consente di rivolgervi a noi riguardo al giudizio che sarà emesso da questa augusta assemblea. La verità che voi citate con tanto ardore è chiara e indiscutibile. Essa infatti non è in discussione, poiché messer Cristansen ha ammesso di non aver voluto firmare l'Atto Unico. Questa è la verità. E siamo qui noi tutti riuniti solo per giudicare questo suo atto di insubordinazione.” Guardò poi l'imputato. “Ora questa corte si ritirerà per giudicare. Voi attenderete il verdetto nella vostra cella.” “Maestà...” alzandosi Cristansen “... posso chiedervi una grazia? Vorrei attendere il verdetto in compagnia delle uniche persone che mi sono state vicine in questa storia... mia figlia Vivian e lady Elisabeth.” “E sia.” Annuì Destefya. “Qesta corte vi concede quanto domandate.” Elisabeth e Vivian, così, furono condotte nella cella di Cristansen per stargli vicino. “Milady...” disse Vivian ad Elisabeth “... credete che assolveranno mio padre?” |
“Ah...” disse Hautier a Cavaliere25 “... e così mi stavi studiando, eh? Magari per capire i miei punti deboli... bravo... intelligente da parte tua...” lo fissò con un impeto di rabbia “... abbassa lo sguardo, moccioso!” Gridò all'improvviso. “E tienilo sempre basso lo sguardo d'ora in poi, quando incroci i miei occhi! Intesi? O forse devo fartelo comprendere con le maniere forti? Magari con un mese di isolamento?” Si avvicinò ancora di più a lui. “Io posso spezzarti la schiena, ragazzo... rammentalo... ed ora voglio vederti fare cinquanta piegamenti! Subito, qui d'avanti a me!”
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“Va tutto bene, gioia...” disse Guisgard stringendo le mani di Talia “... è un amico... lo incontrammo sulla strada per Faycus, rammenti?”
“Ai vostri ordini, milady.” Ridendo Umans. “Quanto ai cavalieri” fece Guisgard “non devi preoccuparti... abbiamo un po' di vantaggio su di loro e questo ci permetterà di lasciare indisturbati questa città...” prese poi un sacchetto di monete e le fece tintinnare davanti a Talia “... sono anche riuscito a guadagnare un discreto gruzzolo di monete, senti? Questo faciliterà la nostra fuga.” E sorrise. “E Sheylon ci starà già aspettando... anzi, sarai tu stessa a chiamarlo se vuoi... e poi” accarezzandole il viso “appena possibile, magari nella prima locanda in cui ci fermeremo, organizzeremo una bellissima festa... tutta per noi due... vuoi?” “Una festa!” Esclamò Umans. “Allora ci sono anche io!” Avanzando di qualche passo, per poi saltellare e concludere con un vistoso inchino. “Eh, presente alla festa anche messer Umans, avventuriero, spiantato... senza il becco di un quattrino.” “E smettila!” Spintonandolo via Guisgard. “Non è il momento di fare lo sciocco! Comunque... ti sono debitore per essermi stato vicino... e ti auguro ogni fortuna, amico mio.” “Come sarebbe?” Stupito Umans. “Mi volete lasciare qui?” “Si, la nostra fuga è già rischiosa” rispose Guisgard “e piena di ostacoli così. Ma in tre sarebbe peggio. Due persone possono nascondersi e mischiarsi tra la gente di un borgo, tra contadini isolati o tra pastori appartati... ma in tre sarebbe tutto più difficile. Spero tu possa comprendere.” Umans lo fissò per qualche istante, per poi sollevare le spalle rassegnato. “Ormai so che sei tanto testardo” mormorò “da rendere vana ogni obiezione da parte mia. E sia... vi auguro buona fortuna, ragazzi...” e strinse la mano al cavaliere “... confido in voi, milady...” rivolgendosi poi a Talia “... cercate di tenere a bada i colpi di testa del nostro Ammazzasette.” E rise. Diede poi le redini di Peogora e Luthien a Guisgard. Il cavaliere aiutò allora Talia a salire in sella al suo cavallo, per poi fare egli stesso altrettanto. Un attimo dopo si avviarono verso il pendio che metteva in comunicazione i due monti di Faycus, quello Dell'Arce e quello Della Gioia. “Avanti, Talia...” sorridendo Guisgard “... da queste parti lasciammo Sheylon... chiamalo... sarà ansioso di rivederci.” |
Quei cavalieri continuavano a fare sfoggio di una ilarità poco divertente, finchè Fyellon adirato si fece avanti con la spada e le parole per sfidarli, sapevo che egli era forte e aveva battuto molti cavalieri, ma ogni volta mi saltava il cuore in gola, anche perchè quegli uomini erano ben determinati.
Tutto si placò all'arrivo di un uomo, non capivo se era il loro capitano, ma subito iniziò a impartire ordini ai cavalieri con la sua severità e li mandò via. E quando si rivolse a noi pure in modo brusco sgranai gli occhi.."Scusate milord, io non conosco voi e ne voi me, come potete giudicarci? Io e Fyellon siamo arrivati per caso pochi minuti fa in questa cittadina alquanto strana e sono stati quei cavalieri a causare questa..lite..con il loro poco modo gentile di rivolgersi a me, e poi al cavaliere qui vicino. Se dovete fare un rimprovero, fatelo a loro...". Poi mi rivolsi a Fyellon "Penso non sia il caso di rimanere in questo posto, la gente non è molto ospitale noto..e poi non ho nessuna intenzione di avere a che fare con un re despota..proseguiamo per Tylesia e dimentichiamoci di questo luogo". |
si signore dissi mi misi a terra e iniziai a fare le flessioni iniziavo a odiarlo quel capitano prima o poi gli avrei messo le mani addosso mentre facevo le flessioni guardavo gli altri
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Firmare quell' Atto....questo era tradimento ?...e come avrebbe potuto firmare qualcosa in cui non credeva, il coraggio sta', nel non tradire mai se stessi e Messer Cristansen lo sapeva bene.....alle parole della Regima mi imposi il silenzio......e fui felice nel ritrovarmi con Vivian e Cristansen........ero presa da mille emozioni, volevo che finisse tutto e subito........volevo non aver mai preso il Carrozzone......ma la domanda di Vivian...mi trascino' alla realta' " cosa accadra' a vostro padre.....Tylesia vive nella corruzione, hanno comprato Freedom.....e hanno tentato di fare con me la stessa cosa, dove alcuni valori mancano, la falsita' e il tradimento si fa largo........e per tradimento non sto parlando di quello per cui vostro padre e' stato accusato......il Regno fa gola a molti...e vicino alla Regina c'e solo solitudine, chi l'amava e' stato sapientemente allontanato...e purtroppo anch'io sono stata l'artefice di questo...il Comandante Reas e' lontano da lei.......La regina e' una donna giusta.....non fara' condannare a morte vostro padre...."...accarezzai il volto di Vivian....e guardai padre e figlia, che si tenevano per mano.......era un momento tragico, ma il loro amore stava prevalendo sulla paura, si stavano fortificando.......andi verso la piccola finistrella con le grate e guardai il cielo.....che strana la legge dell' uomo...poteva decidere di vita o di morte.....come se fossero Dio in persona.......il mio pensiero ando' a colei che mi aveva iniziata......." Madre mia...proteggete coloro che credono in voi...siate fonte di speranza per coloro che vivono solo per amore...."....mi accuccia sulle gambe...ero stanca..ma dovevo apsettare
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"D'accordo" dissi alla ragazza "ti aiuterò. Una volta compiuto il piano tornerò qua per controllare che nessuno ti abbia visto. Resta nascosta qui, nessuno scoprirà il tuo nascondiglio".
Cercai di non farmi notare da Redentos, che stava riposando all'ombra di un albero, e mi recai molto velocemente verso il retro della fattoria. Temevo che qualcuno mi potesse notare a causa del mio abbigliamento, quindi, nonappena vidi dei vestiti maschili da contadino abbandonati in un angolo del cortile, li indossai per poter passare inosservata. Con questo nuovo (scomodo) abbigliamento camminai verso il mulino abbandonato del quale mi aveva parlato la ragazza. |
La sorpresa non tardò ad arrivare.....dopo un lungo cammino, ci trovammo in una stanza ricca di tesori......non proprio quello che ci si aspettava.
Rimasi allibito ed incantato dalla meraviglia di meccaniche d'armi che non risulta facile trovare.....chi non avrebbe fatto un pensierino nell'impadronirsene. "Posso dedurre che....si tratti di una armeria sotteranea per i casi di emergenza.....ma chi mai avrebbe potuto portare tutto questo materiale da solo!!!" Anche io decisi di cercare fra queste armi, un cimelio.....non di quelli da guerra ma bensì di arte e cultura. Anche se l'ora del rientro in accampamento era giunta, attesi di trovare qualche risultato e subito dopo sareì uscito senza destar sospetti. Erano troppo occupati a fare "compere"..... |
Aiutata da Guisgard, salii in fretta in sella a Luthien.
Nonostante le sue parole rassicuranti, infatti, sapevo benissimo che non potevamo stare così tranquilli, sapevo che qualsiasi cosa la duchessa avesse detto a quei cavalieri non potevamo sperare li avesse deviati di molto e sapevo anche che sarebbe stato opportuno fuggire il più velocemente possibile... eppure, nonostante tutto ciò, non ero spaventata né preoccupata, nonostante tutto ciò io ero felice. Ero felice perché Guisgard era di nuovo con me, ora: riuscito di nuovo a trovarmi, era riuscito a tornare da me ed io ero più che certa che, finché lui fosse rimasto con me, niente di male sarebbe mai potuto accadere. Strinsi le redini di Luthien ed accomodai appena il mio abito, perché non mi intralciasse nel cavalcare... poi tesi una mano verso l’uomo che ci aveva portato i cavalli... “Grazie!” gli dissi “Grazie per i cavalli, e soprattutto per...” Esitai appena un istante, poi un largo sorriso mi si allargò sulle labbra... “Grazie soprattutto per aver tenuto Guisgard fuori dai guai!” conclusi, con il tono di chi non ha dubbi in merito “Anche se talvolta può apparire un’impresa ardua! Pregherò per voi per questo, perché il Cielo vi protegga!” Citazione:
“Anche io lo sono!” dissi, in tono vagamente divertito “Sai... mi siete mancati molto tutti e due!” Sollevai il viso, poi, e volsi gli occhi lontano... “Sheylon?” chiamai. |
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