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Il frate restò sorpreso di vedere uomini armati, donne e chierici che bussavano alla loro porta.
“Salute a voi, signori...” disse a capo chino. “Noto avete smarrito la vostra scortesia.” Fece Udino. “Non è degna di un pastore della Chiesa.” “In verità, monsignore, proprio nell'atto di adempiere al mio mandato pastorale ho cercato di mandarvi via.” Il monaco. “Con rispetto parlando, visto ignoravo la presenza di due pii chierici fra coloro che bussavano alla mia porta.” “Davvero?” Fissandolo Udino. “E in che modo la cattiva maniera si lega ai Proclami dei Vangeli?” “Posso parlarvi in confessione, monsignore?” “Non ho tempo per ascoltare i vostri di certo numerosi peccati, dunque parlatemi in confidenza e sincerità ed io valuterò se riferire o meno a Sua Grazia della vostra condotta. Vi ascolto.” “Ebbene...” mormorò il monaco “... proteggo un fuggiasco... un perseguitato dalla legge...” “Un lestofante?” Sorpreso Udino. “No, monsignore...” scuotendo il capo il monaco “... una vittima... un martire... nonché un povero matto... ma anche i folli sono fatti ad Immagine dell'Altissimo, no?” |
Ascoltai le parole del frate in silenzio, lasciando che fossero gli uomini a parlare.
Così il frate ci parlò di un fuggiasco, e subito sperai parlasse di Icarius, però noi sapevamo che non era solo. E poi un matto? Icarius non sembrava certo un matto. Sperai che i due uomini del vescovo avessero intenzione di indagare a fondo. |
Il frate usci`, docile come un agnellino.
E menomale che dovrebbero essere uomini di chiesa... Disse poi che proteggeva un fuggiasco, un matto... |
“Sciocchezze, invece resterete, madama.” Disse Nero a Dacey, per poi annuire al suo soldato.
Ed il militare portò la ragazza fuori dalla tenda e la condusse all'interno della gigantesca nave nera. Era un luogo sinistro, dove un'atmosfera gotica dominava tra ingranaggi e macchinari che sembravano pulsare una fredda e malvagia energia. I marinai erano tutti vestiti di nero e dalla pelle di un bianco cadaverico, come se fossero prigionieri nel ventre di quel vascello, senza poter uscire mai alla luce del Sole. Dacey fu così portata in una cabina vasta, ma disordinata. Al suo interno vi era un denso ed insopportabile odore di fume ed ovunque c'erano cenere ed erba dallo sgradevole odore allucinogeno. E nell'andare via il militare la chiuse dentro a chiave. |
“Portate a noi quell'uomo.” Disse Udino al frate, con un tono che non ammetteva repliche.
Il frate annuì e tornò sull'ingresso della cappellina. “Venite pure avanti...” chiamando qualcuno ben nascosto all'interno “.. sono amici...” Un attimo dopo, con passo incerto, una figura attempata apparve sulla soglia. Alzò il capo e Gwen subito lo riconobbe: era Elv. |
Sorrisi piano alle parole dell'uomo.
Aveva avuto la mia stessa idea. Così avremmo scoperto di chi si trattava . E poi trasalii. Guardai Gwen con un sorriso radioso. "Molto più che amici..." Mormorai, sorridendo. E attesi di vedere i due innamorati riuniti |
Uno degli uomini disse al frate di mostrarci l'uomo che ospitava.
Il frate lo fece venire avanti e non potei crederci. "Elv" mormorai in un sospiro, mentre prendevo il suo viso fra le mani "Per gli Dei, quanto ti ho cercato" sorridendo. |
Come sempre non potevo fare altro che arrendermi all'evidenza e acconsentire. Seguii il soldato rassegnata mentre osservavo la nave in cui sarei rimasta a tempo indefinito. Tutto intorno a me era cosparso di un'atmosfera spettrale, marinai cadaverici e ambienti freddi e sterili. E la cabina di Capitan Nero non era da meno. Un puzzo inenarrabile permeava nella stanza e la prima cosa che feci fu aprire l'oblo.
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Con un gesto delicato Guisgard portò un dito, lieve, a posarsi sulle labbra di Marwel, come a volerle impedire di esternare ancora paure e timori.
“Nè quell'uomo, né nessun altro a questo mondo potranno farvi del male...” disse pianissimo “... la Divina Misericordia, la mia nave, ci porterà lontano...” accarezzandole il capo “... in cambio, come pegno, mi prometterete di non piangere più e di non negarmi mai il vostro sorriso?” Facendole l'occhiolino. Si toccò poi il petto, verificando la tenuta delle bende. “Le ferite vanno molto meglio ora...” annuendo alla giovane “... posso camminare senza più grande fatica... dobbiamo uscire da qui e raggiungere la nave... solo là saremo al sicuro... abbiamo guadagnato un po' di vantaggio sui nostri inseguitori ma non durerà in eterno... inoltre credo presto sarà buio e dobbiamo spostarci in fretta... la bestia è ancora la fuori e conosce l'odore del mio sangue... ve la sentire di andare ora, Sophie?” |
Elv strinse a sé Gwen e pianse di felicità.
“Eh, se non avessi i circuiti condensati eletromagneticamente direi quasi di essere sul punto di commuovermi...” disse Cq, per poi guardare Clio. “Perchè dite che costui è matto?” Udino al frate, indicando Elv. “Perchè, monsignore, egli afferma di essere un giovane mutato per incanto in un vecchio.” Rispose il frate. “Beh, in effetti...” perplesso Udino. “Però la ragazza sembra conoscerlo bene.” Fece Jean. “Chi è quest'uomo?” Udino a Gwen. “Parlateci di lui.” |
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