![]() |
Dension baciò Dacey e poi andò verso i soldati, cercando di nascondere il viso tra il bavero alto della giubba e l'oscurità della notte.
“Era ora...” disse uno dei militari al contrabbandiere “... pensavamo volessi farti anche l'altro turno di guardia...” Gli altri risero, mentre Dension si limitò ad un cenno di assenso col capo. “In verità” un altro di quei soldati “le notti in questo sperduto luogo non passano mai...” “Hai paura della belva?” Divertito un soldato. “Ho paura di tante cose...” mormorò l'altro. Dension allora guardò verso la vegetazione dove sapeva esserci Dacey, in attesa che la ragazza giungesse per recitare il suo ruolo. |
I soldati non parvero accorgersi di nulla e Dension poté avvicinarsi. Dopo uno scambio di battute guardò verso di me . Mi feci coraggio ed avanzai. Con passo sicuro e sinuoso raggiunsi il gruppetto e una volta alla luce del fuoco osservai gli uomini con un sorriso forzatamente malizioso.
- Forse potrei aiutarvi io a far passare la notte più velocemente...- |
Marwel disinfettò di nuovo quelle brutte e profonde ferite, per poi bendarle ancora.
Stavolta era da sola e dovette fare il tutto senza l'aiuto di nessuno. Di tanto in tanto il misterioso uomo ferito gemeva, mormorava qualcosa di incomprensibile e si agitava appena, per poi ricadere nel suo sonno di morte apparente. Le ore di quella notte infinita e maledetta sembravano non passare mai e solo una primordiale inquietudine sembrava scandirne il corso. Il sonno poi cominciò a reclamare sulle forze della ragazza, rendendola stanca. E forse fu un sogno, un'illusione nella veglia, quando sentì la sua mano stretta da qualcosa. Era quella del ferito, che forse con un riflesso involontario aveva stretto la mano di lei nella sua, senza accennare a lasciarla, pur senza aver ripreso conoscenza. “Dov...” disse debolmente “... dov'è... il... mio... Fiore...” e per un istante fu sul punto di aprire gli occhi. |
Marwel non riusciva a reggere il peso della notte e qualche volta le sue palpebre calavano, coprendo le verdi iridi, ma ella cercava sempre di riaprire gli occhi e di cacciare via il sonno.
Sentì la mano dell'uomo stringere la sua e si destò da quella terribile stanchezza, appoggiò la mano libera sulla fronte di lui ed ascoltò quelle parole sussurrate, che parevano così difficili da pronunciare. Parlò di nuovo di un fiore, ma Marwel era sicura che non ne avesse negli indumenti, anche perchè d'indumenti ne rimanevano davvero pochi sul corpo del ferito. Vide le sue palpebre accennare ad aprirsi e strinse di più la sua mano con una forte speranza nel cuore. "Qui non c'è nessun fiore...svegliatevi straniero...svegliatevi..." |
A quelle improvvise parole di Dacey, tutti i soldati si voltarono verso di lei e la videro.
“Ehi, questo è un miraggio...” disse uno dei militari “... capiti a proposito, bellezza...” “Vieni qui accanto al fuoco...” un altro di quelli. “Secondo me ha più fuoco lei addosso che mille falò!” Ridendo lascivo un altro. “Cosa ci fa una prostituta nel bel mezzo della boscaglia?” Alzandosi quello che sembrava il più alto in grado del gruppo. “O bella, sergente!” Esclamò un soldato. “Cerca clienti!” E tutti risero. |
Forse furono le parole di Marwel, forse la sua mano che strinse forte quella del ferito, o forse fu il calore della sua presenza accanto all'uomo.
O forse furono tutte queste cose insieme a far aprire gli occhi azzurri del misterioso moribondo. Restò per un attimo a fissare il vuoto della stanza, poi spostò lo sguardo sulla ragazza. E fu in quel momento che parve destarsi dalla velata dimenticanza della morte. Come se il volto di Marwel lo avesse richiamato dall'eco dell'oblio. Tentò di alzarsi, ma le ferita bruciavano ancora e dovette abbandonare quel proposito. “Dove...” disse “... dove sono?” La guardò di nuovo. “Chi siete?” |
Quella donna era davvero inquietante, ed era ovvio che Icarius non era lì.
Non intendeva trattenerci, bene. "Chi siete voi?" Chiesi alla donna, dato che sembrava quasi sapesse chi stavamo cercando per quanto fosse assurdo. |
Dovevo farmi forza. Quanto odiavo quei commenti e la loro risata ma non mi tirai indietro.
- Infatti sono in cerca di compagnia - mi avvicinai ancora di più al fuoco ancheggiando vistosamente. - Nessuno si offre volontario?- |
Passarono lunghi minuti di attesa, poi, finalmente gli occhi dell'uomo si aprirono e quelli di Marwel brillarono alla fioca luce del focolare.
Vide che il ferito tentava di mettersi seduto, ma era troppo presto per muoversi in quel modo ed ella s'accorse che l'uomo l'aveva capito, poichè vide la sua espressione mutare e trasformarsi in dolore. La coperta si era scostata quando lo straniero aveva tentato di cambiare posizione, così la ragazza sorrise e ricoprì il suo corpo. "Siete ancora a Bocca della Selva, ma in un luogo più sicuro. Il mio nome è Marwel e ho tentato di accudirvi al meglio. Un certo Amlin vi ha portato qui, ma purtroppo non so altro" disse prendendo il composto cremoso per le ferite e tentando, un po' impacciata, di slacciare le bende senza fargli male. "Dovrete resistere, potrebbe bruciare un po'..." cominciò a togliere le bende e in poco tempo le ferite furono di nuovo sotto gli occhi della fanciulla. "Qual'è il vostro nome?" gli chiese, più che altro per distrarlo. |
La donna sorrise a Clio.
“Sono solo una donna che vive nel bosco” disse “che ama cercare le civette. E non temete, lo troverete. Bocca della Selva non è abbastanza grande per nascondersi dal proprio Destino.” “Parlate quasi come se conosceste colui che cerchiamo...” Hansiner. “Cercate Guisgard.” Mormorò la donna. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 20.24.20. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli