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Alle parole del taverniere sussultai...Guisgard stava preparandosi a combattere..in effetti ancora non ci avevano attaccati e stare rinchiusa lì mi rendeva inutile.."Allora andrò io da lei, potrebbe necessitare di aiuto." Guardai il taverniere e mi alzai.."Apritemi la porta e mostratemi la strada..o se volete accompagnatemi..io tornerò salva" e lo fissai sicura.
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Agian portò Gwen fuori dalla stanza.
Attraversarono un lungo corridoio metallico, fino a ritrovarsi in uno spiazzo interno, dove c'erano diversi mezzi, tra cui carri armati, camionette, motociclette e jeep. Due uomini allora fecero salire la ragazza su una delle jeep. Anche Agian salì sulla vettura è partirono. Uscirono così da quel posto, che si rivelò essere una base militare nel bel mezzo del deserto. |
"Oh.. Immagino sia stato il morso del serpente.." Cercai di giustificarmi con un sorriso forzato.
"Sì, se le cose stanno così e non c'è bisogno di combattere possiamo raggiungere il capitano.." Annuii "Andiamo, Anty, così passo dal mio alloggio a cambiarmi..". Mi resi conto di avere ancora addosso il vestito che avevo nel deserto. Nascosi un sorriso nel ricordare le parole del tipo sul mio vestito. E io che l'avevo sempre considerato anonimo. Clio, maledizione, ti vuoi concentrare? Presi un profondo respiro. E così, insieme ad Anty raggiunsi il capitano dopo essermi cambiata, indossando nuovamente l'uniforme. |
Sembrava che in quel luogo tutto fsse di metallo, a giudicare dal lungo corrdoio che attraversammo.
Uscimmo poi fuori, dove c'erano diversi mezzi e mi strinsi nel cappotto per il freddo. Salimmo poi su una jeep ed ebbi la conferma che davvero era una base militare. A quel punto pensai che forse stavamo andando nel luogo stabilito per l'incontro, o almeno era ciò che speravo. |
A quelle parole di Altea tutti la fissavano stupiti.
"Andare da sola è pericoloso..." disse Leones "... uscire da qui e camminare per il borgo potrebbe essere rischioso... siete davvero decisa ad andare?" "Se volete vi farò uscire, madama, ma non chiedetemi ti accompagnarvi. Ho una famiglia e non voglio morire sotto le bombe." Il taverniere. Intanto Levet era accanto a Dacey. La cantina era diventata silenziosa, come se il tempo si fosse fermato. Tutti loro furono fatti mettere contro la parete umida. Quel silenzio era diventato insopportabile, rotto solo dai caricatori dei fucili dei soldati. L'ordine e poi il rumore degli spari. E di nuovo quel silenzio angosciante. Il fumo dei fucili. Solo questo vedeva Dacey stesa a terra, fissando il soffitto. Il suo cuore batteva ancora. Era però immobile. E sentiva i gioielli che sua madre aveva nascosto nel suo vestito divenuti caldi e pesanti. Quel ricordo, tornato come dal nulla, da un passato dimenticato. E la voce di Levet la destò. "Si, immagino che le cantine vi riportino alla mente tristi ricordi, milady..." il baronetto a Dacey. |
Dopo essersi cambiata, Clio con Anty raggiunse l'ufficio di Goz.
Qui le due donne trovarono il capitano, Gaynor, Reddas, Tesua, Lyon, Park ed Orko. "Tenente..." disse Goz "... che succede?" |
Chiusi gli occhi, portando le mani al petto, come una morsa mi aveva presa, senza quasi riuscire a respirare.
Ancora in ricordo, ancora la cantina, ancora i gioielli di mia madre. Eppure non ero riuscita a trovare quegli oggetti. Ci misi un po' a riprendermi, cullando tra le dita il mio ciondolo che aiutava a rilassarmi. Tornai dunque con la mente al presente ma ero ancora troppo scossa. I ricordi che tornavano senza preavviso mi lasciavano come svuotata. |
"Ho delle novità importanti, capitano.." dissi a Goz.
Dopodiché relazionai l'esito della mia missione, la mia scoperta nel deserto, il Gufo Nero, la base, l'essere arrivata così vicino al Novalis. Ma focalizzai l'attenzione sulla base. "Ecco perché quei valchiria sono qui.." conclusi "Quella base è sotto i nostri occhi ed è incredibilmente pericolosa...". |
La jeep si allontanava dalla base e Gwen poté vedere quella struttura militare in mezzo al deserto.
Come poteva essere stata costruita lì quella base? Possibile che nessuno se ne fosse accorto? Da lì si poteva attaccare Evangelia con un mossa a sorpresa che poteva rivelarsi mortale per il borgo. |
Rimasi perplessa..pensai a lungo...dovevo fare in fretta ma il taverniere non voleva aiutarmi...e io come potevo sapere la strada...magari era distante..."Il mio cuore dice di andarci ma sola non posso farcela..Non so nemmeno dove si trovi..ma finito tutto questo..una volta tornato Guisgard ci andrò..se rimarrò qui ad Evangelia almeno mi renderò utile" il mio pensiero andò a padre Abramo e suor Agnese che lasciai a Cherval.
Mi sedetti...mi rinchiusi in me stessa..ma era strano..nessun rumore di aerei. |
Piùci allontanavamo, più la base si rendeva visibile.
Sembrava spuntare dal nulla, com'era possibile che nessuno l'avesse mai notata? E per di più, cosa peggiore, da lì si poteva benissimo attaccare Evangeia. Avevano scelto un punto strategico, naturalmente. Intanto io ero sempre più nervosa e agitata. |
Quel ricordo aveva scosso Dacey.
Quei gioielli nel suo vestito, proprio dove erano arrivati i proiettili, caldi e pesanti. Ed era viva. Ancora viva. Quei gioielli dunque... "Milady, non voglio vedervi così scossa ed impaurita..." disse Levet alla ragazza. Nello stesso istante Altea discuteva della sua possibilità di raggiungere l'ospedale. "Madama, se volete ci penserò io ad indicarvi come raggiungere l'ospedale." Il taverniere. |
Spalancai gli occhi, come risvegliata da un sogno. Avevo a lungo cercato la soluzione e ora eccola lì, i gioielli mi avevano protetta, fermando i proiettili.
<< Non sono scossa non più...>> sostenni quasi euforica per aver recuperato quella memoria. Ma ora dovevo recuperare quei gioielli, erano la prova, la prova definitiva. Allora finalmente tutti mi avrebbero creduta e non avrei avuto il bisogno del sostegno di Levet. Avrei ripreso la mia identità e con essa la libertà di poter scegliere senza dover rendere conto a nessuno, di poter scegliere chi amare, e dove vivere, magari un castello arroccato... Sorrisi a quel pensiero, mutuato dalle parole di Guisgard. << Lady Altea...temo che sia difficile che voi troviate il capitano ora, a meno che non sappiate volare naturalmente... e quando tornerà partiremo tutti, è lodevole il vostro interesse per quell'ospedale e vi auguro di raggiungerlo sana e salva, tuttavia non potrete contare su Guisgard come potete capire>> mi spiaceva vedere quella ragazza sola che si illudeva nei confronti del militare, anche lei come me era sola, e capivo il suo desiderio di avere qualcuno accanto ma non apprezzavo certo che quel qualcuno dovesse essere la stessa persona che aveva rapito il mio cuore già da molto tempo, solo che prima di ammetterlo, a me stessa e a Guisgard, avevo impiegato parecchio. |
"E voi" disse Reddas a Clio "solo ora venite a dircelo? Una base militare nemica non lontano da noi e voi solamente ora venite e riportarne l'esistenza? Sciocca donna..."
"Questo è un bel problema..." mormorò Goz "... sicuramente è da lì che arrivano questi Valkirya..." |
La jeep si allontanò dalla base, per poi imboccare una stretta gola di pietra.
Arrivò infine ad una parete rocciosa a strapiombo e si fermò là. "Tra breve vedrai il tuo dottore raggiungerci..." disse Agian a Gwen. |
"Oh, certo.. perché voi invece ne siete a conoscenza da settimane, immagino.." scuotendo la testa "Sono appena rientrata alla base, idiota..".
Prima o poi avrei dato una lezione a quel maledetto, a costo di giocarmi i gradi. "Ditemi qualcosa che non so, capitano..." alzando gli occhi al cielo "Come procediamo? Sarebbe il massimo avere qualcuno all'interno.. in modo da scoprire i segreti di quella base.." pensierosa "Ma immagino sia impossibile... sicuramente va tenuta sotto sorveglianza..". |
La jeep percorse una stretta gola rocciosa e si fermò.
Agian mi disse che a breve avrei rivisto Fermer. Sospirai appena di sollievo e mi voltai subito verso la strada, felice che le mie supposizioni fossero corrette. Quello strapiombo però mi inquietava e non mi fidavo di Agian. Del resto, lo avevo sentito dire che voleva tohlierci di mezzo comunque, anche con le cartine della base, dunque l'ansia e l'agitazione coprirono di nuovo quel piccolo scorcio di sollievo e speranza. |
Marwel a malincuore riaprì la porta ed il misterioso pilota restò a fissarla.
Allora cercò di sforzarsi ed alzarsi dal letto. A fatica vi riuscì e piano raggiunse la ragazza. "Ci saranno momenti solo per noi..." disse sfiorandole i biondi capelli "... forse non qui, ma sicuramente in un luogo tutto nostro, che sia oltre l'orizzonte o al di là del mondo intero..." guardandola negli occhi, mentre l'allarme continuava a suonare in tutta la base. |
"Posso chiedervi" disse Levet a Dacey "come mai siete così certa del fatto che il vostro capitano tornerà per seguire tutti noi a Città di Capomazda?"
"Infatti..." Fines "... anche io dubito che lo rivedremo..." |
Goz restò pensieroso.
"Io dico" disse Reddas "di attaccare subito la base con un nutrito stormo di caccia. È da lì che decollano i Valkirya che ci attaccano. Distruggendo quella base la guerra sarà quasi vinta." Guardò Clio. "Imparate cosa vuol dire essere un soldato. Ammesso che una donna possa capirlo." Con disprezzo. |
E mentre Gwen era preda delle sue inquietudini, delle sue paure e delle sue speranze, ad un tratto apparve una camionetta in lontananza.
"Eccoli..." disse Agian. |
<< Io e il capitano abbiamo...abbiamo parlato poco prima che se ne andasse per combattere, proprio mentre usciva da questa cantina e>> e ora dovevo omettere molta della verità dando però a chi mi ascoltava qualche motivazione valida, insomma dovevo mentire, ancora, ed era una cosa che odiavo ma non potevo fare altro in quel momento, mi sentivo in balia degli eventi, sospesa nel vuoto su un sottile filo e ogni mia parola sbagliata mi avrebbe fatta precipitare, << e gli ho ricordato ciò che mi aveva promesso quando mi ha conosciuta, che mi avrebbe riportata dalla mia famiglia ad ogni costo, e tutto si potrà dire del capitano ma è comunque un uomo di parola, per questo sono sicura verrà con noi>> guardai prima Levet e poi il borghesi, << piuttosto ancora devo capire che problema avete voi con lui, ci ha sempre protetti e gli devo molto, merita di vedere la conclusione di questa storia con i suoi occhi>>
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"Oh, certo, ho bisogno di imparare cos'è un soldato da uno che indossa la divisa da cinque minuti e non si merita i gradi che gli sono stati regalati.." sarcastica "Se c'è uno che deve imparare che cos'è un soldato, quello siete voi.. oh, ma se volete attaccare la base fate pure.." con un sorriso perfido "Io non vi piangerò..".
Guardai poi Goz. "Avete intenzione di dare degli ordini, o lascerete che il signor Re di Denari, qui, faccia il bello e il cattivo tempo?" con gli occhi infuocati in quelli di Goz. "Una volta non eravate così, capitano.." scuotendo la testa "Una volta eravate voi a prendere in mano la situazione..." restando per un lungo istante con lo sguardo in quello del capitano. |
Alla voce di Agian mi vb oltai subito e vedere quella camionetta mi sollevò come nulla avrebbe potuto fare in quel momento.
Attesi quindi disperatamente i momento in cui l'avrei riabbracciato, non aspettavo altro. |
Vidi di nuovo in Diana quello sguardo beffardo e la fissai..."Volete comandare pure su Guisgard, l' ho sentito prima di andarsene e ha detto non sarebbe venuto...e se io lo sto aspettando o meno...sono affari miei..ora vi state insinuando troppo nella mia vita".
Mi voltai verso il taverniere..."Grazie...starò attenta..Non posso lasciare quella donna sola..nobili e chierici sono nel mirino di Canabias..tornerò dopo il cessato pericolo..Non so..ho l' impressione non ci saranno attacchi...Non si odono i reattori degli aerei..e mi può dare vantaggio per raggiungere suor Ologna. Ah, se..se..tornasse Guisgard ditegli sono lì, a dopo." Salutai i presenti e aspettai di uscire e le indicazioni del taverniere, Caricai la pistola e la misi negli stivali, per fortuna mi ero vestita comoda. Indossai il cappotto rosso e presi la borsa..dentro vi stava il piccolo pugnale. |
“Capitano...” disse Reddas a Goz “... volete star qui a farvi giudicare da una donna? Ma come pensate di vincere questa guerra? Arruolando donne e negri? Davvero volete sconfiggere Canabias con un simile esercito? Allora perchè non arruoliamo pure gli artisti di un circo?” Con sarcasmo e disprezzo.
“Tenente Clio...” fece Goz “... sono sempre io a comandare e non sono cambiate le cose. Ogni mia decisione dipenderà dal mio intuito. Come sempre.” Accendendosi un sigaro. |
La camionetta si avvicinò fino a raggiungerli.
Scesero allora due uomini da essa. Uno era Fermer, l'altro Rodian. Il secondo teneva puntata una pistola contro il secondo. “Ecco il nostro dottorino, signore.” Disse Rodian ad Agian. “Ben fatto, amico mio.” Con aria soddisfatta questi. “Gwen, stai bene?” Chiese Fermer alla ragazza. “Ti hanno fatto del male?” |
"E voi permettete al primo venuto di insultare un vostro ufficiale?" Con gli occhi infuocati.
"Benissimo.. Sono in attesa di ordini". |
A quelle parole di Dacey, Poeh si alzò in piedi.
“Io la penso esattamente come voi.” Disse alla ragazza. “E' dall'inizio che vado dicendo questo. Ho fiducia nel capitano e non solo. Mi sento davvero tranquillo solo quando lui è con noi.” “Come al solito sei sempre poco incline a valutare gli eventi...” fissandolo Fines “... non capisci che ora siamo davvero al sicuro? Ser Levet è nobile e forte, mentre il capitano Guisgard è un uomo ambiguo, lunatico e dai modi alquanto discutibili.” “Ma grazie a lui tutto è andato bene fino ad ora, no?” Leones. “Anche io dunque mi fido del capitano. Intanto il taverniere aprì la porta e fece uscire Altea dalla cantina. “Buona fortuna.” Le disse, per poi richiudere la porta. Naturalmente le aveva spiegato come raggiungere l'ospedale. Uscita dalla taverna, Altea trovò le strade del borgo deserte, mentre continuava ad echeggiare la sirena antiaerea. |
Avrei voluto spiegarle una volta per tutte la situazione, cosa c'era tra me e Guisgard cosicché smettesse con quella fissa verso di lui. Ma non potevo, dovevo mordermi la lingua in presenza del baronetto. E questo mi esasperava. Prima dovevo stare attenta a non sembrare troppo Dacey, ora a non essere troppo Diana. Eppure io mi sentivo entrambe, ero sempre io. Solo lasciavo trasparire più parti del mio carattere oppure mi trattenevo come mi era stato insegnato. Ma ero sempre io. E una cosa che mai sarebbe cambiata era cioè che provavo per il capitano e la forza che avrei impiegato per impedire che qualcuno si mettesse tra noi. Non avevo che lui, l'unica persona che riusciva a donarmi un sorriso sincero dopo tutto il dolore che avevo provato e che provavo ancora. L'unica persona che riusciva a farmi stare bene, a farmi sentire viva. Non avrei permesso a nessuno di togliermi tutto questo. Altrimenti...altrimenti non avrei avuto altro motivo per vivere se non la cieca vendetta. E non volevo diventare così, senza anima ma piena di ira e odio.
Non potevo perdere l'unica persona che mi aveva fatto risplendere il cuore. Lasciai correre le parole di Altea, che si illudesse, io l'avevo avvertita. Decisi solo di rimandare il momento in cui le avrei spiegato le motivazioni del mio agire, ovvero la folle paura di perdere la persona amata. Al di là di quella contrapposizione mi augurai davvero che arrivasse senza pericoli all'ospedale potendo rendersi utile come tanto desiderava. << Buona fortuna >> le dissi sincera vedendola andare via. Sembrava davvero che le nostre strade si fossero divise. Lei all'ospedale e noi che saremmo poi andati alla stazione. Anche se avevo ormai imparato quanto la vita non era mai prevedibile. << Bene siamo comunque tre a due, quindi attenderemo il capitano>> sentenziai infine con i borghesi, apprezzando l'appoggio di Poeh e Leones. |
Mi trovai fuori..il rumore sordo della sirena..mi misi a correre senza fermarmi seguendo le indicazioni del taverniere ..mi parve di vedere l' edificio descritto
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“Tenente Clio...” disse Goz al biondo tenente “... dimenticate che lui ha i vostri stessi gradi. Sono stato io a nominarlo tenente. Mettete in dubbio la mia autorità?” Fumando. “Bene, ecco come agiremo...”
“Vi ascoltiamo.” Annuì Reddas. “Attaccheremo la base nel deserto.” Sentenziò Goz. “Distruggendola spezzeremo in due la loro forza d'assalto.” “Ottima scelta.” Soddisfatto Reddas. “Attaccheremo una base senza conoscerne la reale forza di difesa?” Tesua. “Forse potrebbe essere un azzardo...” “E se non fosse una semplice base?” Intervenne Orko. “Ossia?” Guardandolo Goz. “Se invece nascondesse altro?” Mormorò Orko. “Non so... se fosse una fabbrica?” “Tu sei pazzo!” Esclamò Reddas. |
“Bene.” Disse Poeh a quelle prole di Dacey. “E' deciso dunque.”
“Mah...” scuotendo il capo Fines. “E sia, faremo come volete voi, milady.” Levet a Dacey. “Ma dubito che la Gran Baronessa troverà virtù in quel militare.” Ad un tratto si udì un lungo sibilo nell'aria. Lento e prolungato. “Cosa diavolo sta succedendo?” Guardando il soffitto il taverniere. “Forse...” impaurito Leones “... forse ci attaccano...” |
La camionetta si avvicinò e scese Fermer.
Ciò che mi sconvolse fu Rodian, che scoprii essere un infiltrato di Canabias e teneva una pistola puntata verso Fermer. "Sto bene, non preoccuparti" gli dissi dolcemente, con tono rassicurante. |
<< La troverà sapendo che ha protetto sua nipote >> dissi semplicemente interrompendomi di botto dal rumore. Era come quello degli attacchi precedenti.
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Altea uscì in strada e cominciò a correre.
Correre in quelle strade deserte e desolate, avvolte solo dall'incessante ed ossessiva sirena antiaerea. Correva tra case e marciapiedi, tutto piombato in un'irreale angoscia. Il suono della sirena era insopportabile. E finalmente la dama di Cherval intravide l'ospedale in lontananza. Ma in quello stesso istante dal cielo si cominciò ad udire un lungo e lento sibilo. |
“Bene...” disse Agian “... hai portato le carte della base?”
“Si, eccole...” mostrando le piantine Fermer “... ora lasciala andare...” indicando Gwen. Rodian strappò le carte dalla mano del medico e le consegnò ad Agian. “Magnifico...” osservandole questi con occhi avidi “... si, sono proprio le cartine della base legionaria... e sono nostre... distruggerla ora sarà un gioco da ragazzi...” “Cosa ne facciamo di questi due, signore?” Rodian ad Agian. “Che domande...” ridendo quest'ultimo “... uccidili... subito.” Rodian annuì e puntò la pistola verso Gwen. Fermer subito la strinse a sé. “Bene, morirete insieme.” Sorridendo Rodian. |
Correvo e correvo, finchè vidi l' ospedale ma ad un tratto udii un sibilo, mi misi in una stradina laterale per assicurarmi non fosse una bomba...avevano iniziato l' attacco forse...e guardai nel cielo per vedere da dove provenisse il rumore e mettermi ulteriormente in salvo.
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Rodian prese le cartine e le consegnò ad Agian.
Quando puntarono la pistola contro di me, subito Fermer mi strinse a sè ed io mi aggrappai a lui, non avevo aspettato altro. Poi, mi venne in mente una cosa. Non sapevo se rischiare o meno, ma valeva la pena tentare. Con la mano sinistra, coperta alla vista da Fermer che mi stringeva, schioccai le dita, visualizzando bene nella mia mente la cartina. In un attimo quella prese fuoco fra le mani di Agian ed io infilai subito la mano nel cappotto per verificare che le cartine fossero lì e in effetti l'incanto era riuscito, facendole arrivare nel mio cappotto dal lato nascosto alla loro vista. Ovviamente mantenni un'espressione impassibile, per non attirare l'attenzione. |
Quel sibilo.
Durò lunghissimi secondi, poi svanì nel nulla, lasciando un angosciante silenzio sul borgo, rotto solamente dall'incessante sirena antiaerea. “Cosa...” disse Leones “... cosa diavolo può essere stato?” “Ha smesso...” Poeh. “Voglio andare a controllare...” alzandosi Levet. “Non andate, milord!” Esclamò Fines. “Potrebbe essere pericoloso. “Voglio capire cosa sta succedendo fuori...” Levet, per poi fissare Dacey. |
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