La sera era alle porte ormai, potevo vederla dalla vetrata sul soffitto, quel lucernario che mi indicava quando era il momento di agire.
Si stava scurendo, non mi sarei dovuta far scappare quel momento.
Così, una volta indossati gli abiti della Pantera, sgattaiolai fuori dalla mia tana, per ritrovarmi sul tetto che dominava tutta la città.
Avevo scelto per quello il mio appartamento, una vista così, e una via di fuga sempre a portata di mano.
Era bellissima la città illuminata dalle mille luci, che creavano però altrettante ombre, così fondamentali per me.
Mi godetti quella vista per qualche istante, dopodichè, rapidissima e agile come la Pantera sa essere, mi avviai verso il luogo dell'ultima impresa di Fantamas.

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Scossi la testa divertita, prendendo un altro sorso di vino.
"Ti sottovaluti, se pensi che io abbia bisogno delle ostriche" commentai, con sguardo enigmatico e malizioso "Sbaglio?" sorrisi, sollevando un sopracciglio.

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Notai l'astio di Goaz ma subito risposi "Pensavo vi fosse un incidente, ci siamo fermati" osservando Hunt "Invece vi è un cadavere trivellato da un colpo di pistola, chi sarà mai stato? Ma chi era costui? Ho sentito avete nominato Fantamas, sapete io sto scrivendo un libro su di lui" accarezzando il volto di Hunt, per dare più enfasi alla recita "Non ditemi siete geloso e non volete dirmi nulla, ispettore" sorridendo.

Era ormai sera e sul cielo di Afragolopolis si erano addensate alte nuvole.
In breve una pioggia lenta e silenziosa prese a scendere sulla città.
Fra le sue ombre si aggirava ora una figura misteriosa.
Era la Pantera.
Rapida ed agile raggiunse la biblioteca Antoniniana, dove Fantamas aveva operato il suo ultimi misfatto.
Tutto era chiuso, vista l'ora e solo due custodi si aggiravano all'interno per controllare che tutto fosse in ordine.

Elv rise piano.
“In effetti no...” disse a Gwen “... ma meglio non toccare quest'argomento ora...” finendo il suo vino, mentre fuori aveva cominciato a piovere.

“Ah, ecco...” disse Hunt trattenendo una risata “... siete gelosa della mia futura moglie, ispettore?” Indicando Altea e mantenendo così la facciata per la loro recita.
“Non diciamo sciocchezze.” Farfugliò Goaz. “Questo” mostrando il cadavere coperto da un telo “è il complice di Fessen. Erano fuggiti insieme dalla prigione, ma il poveretto ignorava che Fantamas non lascia mai testimoni.” Fumando e guardando Altea.

Sorrisi, perché in effetti no, soprattutto col pensiero che sarebbe dovuto andare via a breve.
Fuori iniziò a piovere, trasformando tutto in un dipinto ad olio.
"È bellissimo pure mentre piove..." dissi, guardando fuori.

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Strinsi Hunt e lo spronai ad andare avanti osservando ogni dettaglio del cadavere a terra, se vi erano dei segni strani e dissi "Oh no ispettore Goaz, ha lasciato testimoni..il fatto di aver ucciso il suo compagno di evasione lo metterebbe più nei guai. Ma lei che è arguto, pensa Fantamas sia così sciocco da farsi servire su un piatto d' argento alla polizia, siamo sicuri Fessen non sia minacciato e qualcuno agisca per suo conto?" osservando l' evaso ucciso.

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“Io sono un tipo da città.” Disse Elv guardando fuori dai vetri. “Non potrei vivere mai altrove, fatta eccezione per brevi fughe verso i monti o il mare, giusto per staccare un po'.” Sorridendo poi a Gwen. “Tu invece? Non è che io sappia poi tantissimo su di te...”

“Bah, non è uno dei suoi romanzi questo.” Disse spiccio Goaz ad Altea. “Fantamas è l'uomo più imprendibile del mondo, figuriamoci se si preoccupa di queste cose. E' venuto a rubare ad Afragolopolis, camuffandosi da giornalista, per poi farsi beccare. Allora è fuggito con l'aiuto di un complice che ha poi ucciso. Ora quel dannato starà già lasciando la città. Entro qualche ora magari potrebbe trovarsi dall'altra parte del paese. Ma ha commesso un errore...”
“Quale?” Chiese Hunt.
“Di venire nella mia città.” Goaz. “Io sono un mastino e non mollo mai la presa. In pratica quel Fantamas è già in galera. Io sono una garanzia per la legge. E poi ho un vantaggio su di lui... conosco il suo volto.” Ridendo.