“Si, potrebbe essere...” disse Icarius a Clio “... comunque non ci resta che attenderlo qui... prima o poi dovrà tornare...”
Gwen intanto era stata rapita da quella sensazione.
Quella di aver udito il sibilo del vento che mutava in un qualcosa di diverso.
“Gwen...” ancora il vento.
Sembrava la voce di Elv.
“Sento dei passi.” Sammone indicando la boscaglia.
Un attimo dopo dalla vegetazione apparve il borgomastro.
“Oh, guarda chi si rivede.” Ridendo questi.
“Ci ha sorpreso non trovarvi in casa.” Sorridendo Icarius.
“Ero in cerca di castagne.” Divertito il borgomastro. “Io adoro le castagne.”
“Vi capisco, piacciono molto anche a me.” Icarius.
“E poi, a dire il vero, sono passato da Faven...” scuotendo il capo “... una famiglia distrutta...”
“Questo orrore deve finire.” Sentenziò il Taddeide. “Ci occorrono informazioni su una donna... la vecchia che vive appena fuori dalla cittadina.”
“Ah, la vecchia dei tarocchi e quel suo figliolo...” fece il borgomastro “... Amlin...”
“Già.” Fissandolo Icarius. “Cosa potete dirci di loro?”
“Entriamo in casa, prego...” facendo loro strada il borgomastro.

Cercai di non scompormi piu` di tanto, almeno all'esterno e di non far trasparire il mio sgomento, mentre sentivo ancora la sua voce chiamarmi.
Sospirai appena abbassando lo sguardo; se proprio dovevo impazzire, preferivo che fosse sentendo la sua voce.
Poco dopo torno` il borgomastro e Icarius gli chiese informazioni sulla vecchia e Amlin, il borgomastro allora ci invito` a entrare.

Annuii ad Icarius, effettivamente prima o poi sarebbe tornato.
E in effetti non tardò.
Ci disse che era andato in cerca di castagne e io sorrisi, perché anche io le adoravo, e mi ricordavano i pochi momenti spensierati della mia infanzia in compagnia della mia amata nonna che me le preparava.
Ma quel ricordo fu solo un attimo, e mi rabbuiai quando nominò il padre della ragazza.
Una famiglia distrutta, a dir poco.
Icarius gli chiese della strana donna e del suo inquietante figlio, ma il borgomastro ci propose di entrare in casa.
Non era affatto una buona idea, così lo seguimmo.

Il gruppo seguì il borgomastro in casa.
Qui l'anziano riavviò il fuoco ed offrì loro qualcosa di caldo per scaldarli.
“La vecchia” disse poi “non è una cattiva donna, tutt'altro.”
“A noi non è sembrata tanto ospitale...” fece Icarius.
“C'è da capirla.” Accendendosi la pipa il borgomastro.
“Perchè mai?” Incuriosito Icarius.
“Perchè è disperata...” fumando l'anziano “... è stata costretta a lasciare il paese... qualche anno fa...”
“Per quale motivo?” Chiese Icarius.
“Suo figlio...” fissandoli il borgomastro “... è molto malato...”
“Malato?” Ripetè Hansiner.
“Si...” annuì il borgomastro “... una rara patologia psicologica... è affetto da ciò che comunemente viene definita Licantropia...”
“Si trasforma in lupo?” Il pellegrino.
“Naturalmente no...” sedendosi il borgomastro “... la licantropia fa credere a chi ne è affetto di potersi trasformare in un animale, il più delle volte in un lupo, comportandosi poi di conseguenza... in principio ne era affetto in forma lieve, ma col tempo è peggiorato, diventando pericoloso... per questo lui e sua madre vivono segregati tra la loro vecchia casa e la campagna vicina...”

Allora non mi sbagliavo. Poteva davvero essere fra i sospettati.
"Potrebbe dunque entrarci qualcosa nelle morti di quelle donne?" azzardai "Possiede il raziocinio dell'uomo e, occasionalmente, chissa`, magari anche la ferocia degli animali."

La situazione era tutt'altro che tranquilla a quanto pareva.
C'era qualcosa di inquietante in quell'uomo.
E avrebbe avuto anche senso, un uomo che pensa di essere un animale, era perfettamente coerente con gli omicidi che si consumavano nel paese.
Gwen evidentemente arrivò alle mie stesse conclusioni, e le espresse ad alta voce.
Ma possibile che nessuno avesse mai sospettato di lui?

“Tenderei ad escluderlo...” disse il borgomastro a Gwen “... quel disgraziato vive da recluso e sua madre non permette mai che lasci la sua proprietà.”
“E' una donna anziana, magari per lei è difficoltoso tenere a bada un uomo robusto e malato.” Fece Icarius.
“Quel genere di malati” il borgomastro “se seguiti si mostrano alquanto docili. Sua madre lo nutre quasi solo di carne, facendogli credere sia carne umana e gli da da bere succo di pomodoro, spacciandolo per sangue umano. Amlin non è un cattivo individuo e crede a tutto ciò che dice sua madre.”
Icarius apparve perplesso, per poi guardare Clio.
“Vi prego però, non rivelate a nessuno quanto qui detto...” preoccupato il borgomastro “... in paese nessuno sa, se non io ed il prete... se altri lo sapessero credo che per il povero Amlin sarebbe la fine. Se venisse a saperlo Guren tremo al solo pensiero di ciò che potrà fargli... posso fidarmi di voi?”

Incrociai e ricambiai lo sguardo preoccupato di Icarius.
No, non poteva essere una coincidenza.
"Ah, ecco.. mi stavo giusto chiedendo perché non fosse già stato linciato dalla folla.. come minimo sarebbe stato un perfetto capro espiatorio.." dissi piano "Non temete, terremo questa informazione per noi, ritenendoci fortunati della vostra fiducia.. non è vero?" alzando lo sguardo su Icarius.

Io non lo avrei escluso, almeno per il momento.
Combaciava tutto per essere solo una coincidenza, notai infatti gli sguardi perplessi di Clio e Icarius.
Diedi comunque all'uomo anche la mia parola, ovviamente; ma quel pensiero non mi abbandonava.

“Si, naturalmente.” Disse Icarius a Clio.
Ed anche Gwen e gli altri, sebbene riluttanti, acconsentirono.
“Vi ringrazio.” Fece il borgomastro. “Sapevo di potermi fidare di voi.”
“Tuttavia resto scettico.” Icarius. “Non so come facciate ad escludere un suo coinvolgimento in questa storia. Anzi, gli indizi sembrano andare proprio contro Amlin.”
“Ossia?” Chiese il borgomastro.
“In primis il modo in cui vengono uccise le ragazze...” spiegò il Taddeide “... il misterioso aggressore attacca alla giugulare, le sventra ma non le sbrana. Un comportamento strano, se non addirittura assurdo per un animale, ma alquanto possibile per un folle invece.”
“E voi per un semplice sospetto consegnereste quel poveretto alla folla inferocita?” Mormorò il borgomastro. “O peggio ancora lo consegnereste a Guren?”