"Lui rimarrà come i vostri scienziati che giocano con la morte.. Davvero subdolo. A proposito dottor Minsk ci vuole dire chi era il morto trovato nel letto visto era una farsa.. Ma quel morto era reale?".

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Mi irrigidii sollevando un sopracciglio alle continue parole di Ghin.
Riprovevole.
"Spero di non sembrarti cattiva se dico che speravo ci rimanesse..." sussurrai pianissimo ad Elv.
Poi sussultai quando Ghin parlò al viandante.
"Spero non ci faccia fallire il piano..." dissi di nuovo ad Elv.

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La domanda di Altea a Minsk servì a cambiare discorso ed il duca smise di provocare ed insultare il viandante.
"In realtà" disse lo scienziato alla dama De Bastian "si trattava di un prigioniero."
"Esatto!" Esclamò il duca. "Era nelle prigioni del castello in attesa di essere giustiziato! Gli abbiamo affrettato la sentenza!" Ridendo.
"Avete sgozzato un uomo per una farsa?" Il viandante. "Gli avete dato una morte così orribile solo per un piano?"
"La sua vita non valeva uno sputo!" Con rabbia Ghin.
"E' orribile..." sottovoce Elv a Gwen.

"Ignoravo avessimo dei prigionieri nel castello, non siamo la gendarmeria.. Come vi siete permesso cugino" disgustata.

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Ascoltai la loro spiegazione... E sì, Elv aveva ragione, era orribile.
"Quasi quasi mi viene voglia di cambiare piano e farli fuori io, quello lì..." sussurrai ad Elv, inorridita.
Era assurdo non solo il loro piano, ma soprattutto il suo atteggiamento.. semplicemente ributtante.

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Mi voltai e sorrisi al ragazzo.
"Su, fai un salto nelle cucine a spettegolare con la scusa di portarmi qualcosa da mangiare!" Gli feci l'occhiolino.

"Io ho diritto di vita e di morte, cara cugina." Disse Ghin. "Su tutti coloro che abitano in queste terre." Tirando in ballo il Diritto Feudale e fissando Altea. "E tu, canaglia, non osare più giudicarmi!" Al viandante.
Maday osservava ogni reazione del pellegrino.
Ed anche Elv, mentre Gwen gli parlava a bassa voce.

"Si, madama." Disse Best annuendo a Destresya, per poi uscire dalla camera per obbedire ai suoi ordini.
Scese nelle cucine e così cominciò a parlottare con i servi, cercando di capire l'andazzo che c'era nel castello.

Stavolta ero d'accordo col pellegrino, mentre Elv e lo scienziato lo tenevano sempre d'occhio.
Ghin, nel frattempo, diventava sempre più ripugnante e gliene avrei dette tante, se ciò non fosse stato rischioso per me.
Avevo paura, parecchia, ma anche tanta voglia di urlargli in faccia il mio disprezzo.

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Nell'attesa del ragazzo mi dedicai ad osservare quella stanza, studiandone i particolari e apprezzandone la raffinatezza.
Dopodiché decisi di affacciarmi alla finestra che dava sul giardino, perché spesso i giardini nascondevano tesori nascosti e misteri sepolti.

"Pure io sono padrona di queste terre, e metà del castello dove il Milord che voi chiamate viandante con disprezzo alloggia, è mia intenzione da stasera portare delle guardie di fiducia affinché nessuno entri.. Visto questo castello sembra diventato un alloggio di basso livello" osservando i due scienziati e guardai il viandante "Venite con me a prendere aria in giardino?" non sopportavo più la vista di Ghin. Porsi il braccio al viandante e mi scusai con gli altri due commensali "Perdonate ma mi sento soffocare qua dentro" ed era vero.

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Altea si alzò per andare via dalla sala, ovviamente in compagnia del viandante.
"Ora capisco, cara cugina..." disse Ghin che continuava a bere vino in quantità "... tenete molto a questo pezzente... è già entrato nel vostro letto? Attenta a non farvi ingravidare, altrimenti mettereste al mondo il figlio di un rietto e di una sgualdrina!" Ridendo ormai sbronzo.
Elv guardò Gwen con aria di compatimento.
Il duca infatti stava dando sfogo a tutta la sua bestialità.

Mentre Destresya fissava la sera silente scesa nel cortile del maniero, Best fece ritorno nella stanza.
"Ho fatto un giretto e parlottato con i servi, madama..." disse, raccontandogli tutti gli ultimi avvenimenti, compresa la finta morte del duca messa in atto da Minsk e da Maday.

Avrei voluto tagliarmi direttamente le orecchie, sentendo i continui discorsi di Ghin.
Sul serio.
Ricambiai lo sguardo di Elv, mentre a fatica rimanevo lì seduta, invece di andarmene, ma non volevo attirare l'attenzione, quindi a fatica rimasi seduta, sperando che questa tortura finisse presto e che potessimo andarcene prima possibile.

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Mi voltai e prima di uscire dissi "Pensate alla vostra incolumità, l'assassino è ancora in giro, cugino..".
Finalmente uscii in giardino "Mi vergogno di lui, mio nonno lo detestava infatti preferiva Henz tra i due.. E vuole pure partecipare al torneo, ti chiedo scusa io per le offese.."stringendogli la mano e sedendomi a una panchina.

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La cena si trascinò ancora a lungo,tra le risate e le volgarità di Ghin che cominciò a prendere di mira con battutine lascive Gwen.
Alla fine quell'insopportabile pasto terminò e tutti i commensali furono liberi di andare, anche perchè era quasi Mezzanotte.
Intanto Il viandante ed Altea erano andati via da tempo, in giardino.
"Non temere..." disse lui a lei "... è solo un vigliacco che provoca dall'alto del suo seggio ducale... le sue parole lo qualificano..."

Ovviamente, al contrario di come speravo, prese di mira anche me e scattai letteralmente fuori dalla stanza appena la cena finii.
"Dio quanto non lo sopporto!" esclamai avvilita.
"È rivoltante, ripugnante e sai che ti dico? Spero davvero che quell'assassino lo uccisa, perché è quello che si merita" continuai, parlando ad Elv con foga e rabbia.
"È davvero ingestibile, non si può continuare così" continuando a raffica.

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"Dai, ora non dire che cose che infondo non pensi..." disse Elv a Gwen "... ora andrai a letto e ti farai una bella dormita fino a domattina. Vedrai che ti sentirai meglio. lla fine non puoi farti il sangue amaro per un idiota come Ghin..." arrivando alle loro camere.

"Oh credimi, lo penso eccome. E lo penseresti anche tu se fossi stato al posto mio in quel pozzo e fosse tuo il vestito strappato che mi sono ritrovata addosso" sbottai, guardandolo e parlando forse con più cattiveria di quanto avrei voluto, prima di dirigermi verso la mia camera.
Sapevo che non era colpa sua, che non c'entrava nulla, ma quella vicenda mi aveva scossa e non l'avevo ancora metabolizzata del tutto.

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"Gwen..." disse Elv raggiungendola e prendendola per un braccio "... scusami... non avevo il diritto di minimizzare ciò che provi..."

Mi raggiunse, prendendo il mio braccio e facendomi voltare.
Respirai a fondo, rimanendo in silenzio.
Poi lo abbracciai.
"Ed io non sono arrabbiata con te, ma ogni secondo qui diventa una tortura, ho più paura al pensiero di Ghin che dell'assassino e se resto qui è solo perché ormai voglio arrivare in fondo a questa vicenda, ma non è facile..."

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"Non devi aver paura..." disse Elv fissando Gwen "... ti proteggerò io... anche dal duca..." senza lasciare il suo braccio.

Sorrisi intenerita dalla sua promessa, in cui credevo fermamente e gli accarezzai il viso.
Poi gli diedi un dolce bacio sulla guancia.
"Grazie..." mormorai, con tono sincero.
Mi sentivo bene al pensiero di lui al mio fianco, ma non come prima.
Ora c'era qualcosa in più e sapevamo bene cosa, ma pensarci era una bella sensazione, confortante, rincuorante, quasi rinvigorente.

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Elv sorrise e restituì la carezza a Gwen.
"Su, ora rasserenati e va a riposare..." disse indicando la porta della camera di lei "... ti farà bene... io sono nella stanza accanto, tranquilla..." con tono rassicurante.

Mi resitituì la carezza, la sua mano calda e morbida sul mio viso.
Mi sentivo comunque meglio, era come se riuscisse a curarmi, in uno strano modo che non capivo, nessuno aveva mai avuto tale potere su di me.
Sorrisi ed aprii la porta, la mano che faceva scattare la maniglia verso il basso.
Poi, mi avvicinai ad Elv e lo baciai dolcemente, per pochi secondi.
"Buonanotte..." sussurrai dolcemente, le mie dita che scivolavano fra le sue ciocche corvine.
A quel punto, mi chiusi in camera, assicurando la porta con un giro di chiave perchè non si poteva mai sapere e mi misi a letto.
Si erano succedute tante cose oggi, per lo più tristi, sconvolgenti o semplicemente detestabili, ma Elv, lui era l'unica luce in grado di rischiarare le ore asfissianti che passavo qui dentro.
Ancora non mi sembrava vero che provasse per me i miei stessi sentimenti, ma ora che lo sapevo era dolce tornare con la memoria a quel pensiero.
E speravo che tali piacevoli fantasie aiutassero il mio sonno.

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Doveva essere un bacio breve e leggero, ma Elv poi la strinse a sè e la baciò con trasporto.
Un bacio che divenne lungo e caldo, profondo.
"Buonanotte..." disse poi, restando a guardare Gwen fino a quando non richiuse la porta della sua camera, andando a dormire.

Le emozioni di quel bacio appassionato e caldo, intenso, erano ancora vive dentro di me e mi ritrovavo a sorridere, avvolta nelle lenzuola candide, al pensiero delle sue mani che mi stringevano e alla foga dei suoi baci.
Lasciai che il suo profumo, che avevo portato con me, mi cullasse in questa notte che mi allontanava da lui, nell'impazienza di rivederlo al mattino.

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Fu una notte lenta e silenziosa, chiara di stelle sconosciute ed illuminata da una Luda eterea, fredda e lontana.
Ombre cupe e spettrali vagavano nella brughiera, forse in cerca di prede e di vittime.
Gwen aveva appena chiuso gli occhi, quando un rumore sordo e metallico echeggiò tea i bastioni del castello dei Dantorville.

Il ragazzo finalmente tornò, ce ne aveva messo di tempo!

Mi sedetti su una poltrona mentre parlava, e ascoltai ogni sua parola, cercando di immaginare quella ragnatela di intrighi che si nascondeva dietro le sue parole.
Lo fissai intensamente, quasi volessi leggergli nell'anima i pensieri più reconditi.
"Hai capito.." mormorai tra me e me "La faccenda si fa sempre più strana..".
Accavallai le gambe dalla parte opposta con un leggero sorrisetto malizioso.
Sapevo di mettere in imbarazzo il ragazzo, ma non me ne curavo, anzi, era divertente.
Mi alzai, con un movimento leggero e delicato.
"Cosa ne dici di farci una passeggiata per il castello, ora che tutti dormono, e vedere se scopriamo qualcosa?".

Best ascoltava ogni parola di Destresya, ma Il suo sguardo fu subito catturato dal movimento di lei nell'accavallare le gambe nell'altro verso.
Uno sguardo, quello del giovane, che indugiò a linho, piu del dovuto su quelle cosce.
"Si, certo." Disse poi lui. "Certo, madama. Io sono pronto."

Lo guardai e gli sorrisi piano, allora mi allontanai leggermente verso lo specchio, accanto al quale avevo buttato distrattamente la vestaglia di seta nera.
Allora la presi, lentamente la indossai, fissandomi nello specchio come se lui non esistesse, non fosse lì, anche se sentivo i suoi occhi che penetravano ogni angolo del mio corpo.
Poi mi voltai e gli sorrisi.
"Se qualcuno dovesse dirci qualcosa diremo che soffro di insonnia, e avevo un gan bisogno di un dolcetto.." ridacchiando lievemente per quel pretesto inegnuo.
"Su.." aprendo la porta "Fammi strada tu che hai già visitato il maniero!" concendendogli un sorriso e facendolo sentire importante per un momento.

Lo sguardo di Best seguiva il corpo di Destresya in ogni sua movenza mentre lei indossava la sua vestaglia di sera nera.
Leo percepiva quasi il respiro del giovane, il suo ardore, forse il suo desiderio verso quella donna che gli appariva bellissima ed irraggiungibile.
"Certo, madama." Disse lui.
Così i 2 in piena notte uscirono per il castello, ormai abitato solo da poche sentinelle assonnate e molte ombre inquiete.

Iniziammo a girare per il castello, avvolto in quella sua incredibile e spettrale malinconia silenziosa.
Sembrava il luogo perfetto per un delitto, per coltivare maledizioni e supestizioni.
Il mio padrone avrebbe riso di tutto quello, ma mi aveva dato una missione, e io l'avrei portata a termine.
Insieme al ragazzo mi diressi verso il giardino, non sapendo bene da dove partire.
Da lì avrei potuto avere una visione d'insieme di tutto il castello.
"Dimmi, Best.." sfiorandogli la mano "Tu che hai parlato con i servi, che idea ti sei fatto di questa storia?" con voce affabile e calda.

Stavo per addormentarmi, quando sentii un rumore metallico echeggiare fra le mura del castello.
Allora mi alzai e mi affacciai alla finestra, cercando di capire che cosa lo avesse provocato.

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"Credo, madama, che qui molti siano ossessionati dalla superstizione." Disse Best mentre Destresya sfiorava la sua mano. "Sono tutti come... impauriti, ecco. Impauriti è la parola credo più esatta. Sono tutti spaventati da qualcosa. Cosa effettivamente non lo so, ma sono tutti terrorizzati." Cercando di celare dietro un tono fermo la sua emozione.

Gwen si affacciò subito alla finestra, ma fiori era troppo buio per vedere qualcosa.
Ad un tratto però sentì di nuovo qualcosa.
Ancora quel rumore metallico strano e misterioso.

Non vidi nulla, era troppo buio, ma quel rumore c'era ancora e mi riusciva davvero difficile capire cosa lo provocasse.
Decisi allora di andare a bussare da Elv per capire se anche lui lo sentisse e cercare eventualmente di comprendere da dove provenisse.

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Annuii a quelle parole del ragazzo.
"Sì, una sciocca supestizione così intensa da far tremare tutti di paura!" scossi la testa "Come riderebbe il padrone di tutto questo!" sospirai.
Mi guardai intorno, osservando il giardino rigoglioso immerso nell'oscurità.
"Vieni, continuiamo ad esplorare il giardino, se non dovesse esserci nulla di interessante, rientriamo nel castello!" ordinai.

Un Elv assonnato venne ad aprire la porta, trovando Gwen sulla soglia.
"Ehi..." disse sbagliando "... che succede?"
Nello stesso istante, ma nel Giardino del castello, anche Best e Destresya sentirono quel rumore metallico, proveniente dal buio circostante.

Elv venne ad aprire, assonnato.
Ed era ancora più tenero, con i capelli appena scompigliati e gli occhioni grandi.
"Scusa, non volevo svegliarti" mi scusai, con un sorriso mortificato "Ho sentito più volte uno strano rumore metallico che riecheggiava nel castello. Penso sia qualcosa di importante, anche se non sono riuscita a capire da dove venga, è troppo buio fuori..."

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