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Neanche a farlo apposta scoppiò il caos.
Adesso? Ma diamine, proprio adesso? Io avevo un lavoro da portare a termine, un piano da seguire. Mi tornarono in mente le mie parole. Il tempoera uno di quei dettagli che non potevo prevedere, né programmare. Già... settimane di preparazione per quella crociera, e tutto buttato per un maledetto relitto che aveva attraversato la nostra rotta. Odio, odio quando succede così! Tuttavia, non avrei buttato via quell'incarico per niente! Alzai gli occhi al cielo e individuai il mio obiettivo al bar, era attorniato dalle sue guardie, certo, ma nel frastuono generale, nella baraonda che scatenò il panico, tutto era labile, tutto poteva succedere. Li seguii sul ponte a caccia di una scialuppa. Allora compresi che era il momento perfetto, che quel contrattempo mi aveva dato l'opportunità perfetta. Presi il mio rossetto, che conteneva un potente sonnifero irrintracciabile dopo poche ore e una di quelle piccole stringe autoiniettanti che si usano per alcuni farmaci, e mi avvicinai a lui, nel continuo via vai di gente che sgomitava sul ponte per avere una scialuppa. Fu un attimo, un istante, un battito d'ali. Un urto, un lieve contatto col mio finto rossetto, una spinta, un tonfo in acqua mortale. Se fosse stato sveglio avrebbe potuto provare a salvarsi, ma quel sonno indotto era un sonno di morte, sarebbe morto annegato e nessuno se ne sarebbe stupito in un disastro del genere. A quel punto, veloce com'ero arrivata me ne andai, non rimasi per vedere le guardie che si chiedevano dove fosse, cosa fosse successo e via discorrendo. Non resto mai, non mi importa niente delle mie vittime. Sono solo un nome e una fotografia abbinati alla breve descrizione allegata alla ricevuta di bonifico, nulla di più. Ho sbagliato una volta, quando ero giovane e inesperta, non farò lo stesso errore di nuovo. Stavolta, nonostante la notorietà dell'obiettivo, non era stato diverso. In un attimo mi ero dileguata, con un'espressione di panico dipinto sul viso. Aiuto, aiuto, non voglio morire e perdere i miei soldi ma sono troppo stupida per pensare a come mettermi in salvo!! Una vocina stridula mi spiegava la parte che dovevo recitare nella mia mente. In realtà guardavo le varie scialuppe con relativa calma, dato che non avevo poi tutta questa paura di morire, considerando che non avevo grandi motivi per vivere. Ne adocchiai una non ancora piena, con su solo due donne e un uomo che faceva cenno di salire. "Oh fatemi salire, vi prego!" sempre recitando la parte della signora spaventata, per cui la massima adrenalina consisteva nelle montagne russe un po' più estreme (forse). Mi sedetti e guardai la ragazza coi capelli rossi con uno sguardo di estrema riconoscenza. "Oh grazie, grazie.. mi avete salvato la vita!" piagnucolai, prima di rintanarmi in un angolo della scialuppa. Sì, non mi sopporto da sola quando faccio questa parte, ma tant'è... Lanciai un altro sguardo alla bella ragazza rossa, con un timido sorriso, finsi di cercare di calmarmi. Fase uno: completata. Ma non era certo finita, ora cominciava la fase due, che comprendeva il controllare che fosse realmente morto e l'assicurarmi di non finire in gattabuia per nessun motivo al mondo. Dettaglio tutt'altro che trascurabile, direi. |
Correvo in cerca di una scialuppa libera ma prima di tutto indossai la giacca salvagente in caso fossi caduta nel mare per salire su una libera, in tutto questo cercavo pure Gomes ed Erbert.
La gente, ovviamente, era in preda al panico causando danneggiamenti alle corde delle scialuppe..la prima regola in caso di pericolo era sempre la calma. Guardai se nel mare si era gettata una scialuppa visto i cavi si erano spezzati e ve ne stavano molte in acqua, e quelle sulla nave erano quasi danneggiate. Forse l' equipaggio della nave ci poteva dare un aiuto. |
Ad un certo punto, una bella donna bionda, all'apparenza molto ricca (sennò che ci faceva qui?) cercava una scialuppa su cui salire, così la aiutammo a salire sulla nostra e ricambiai il suo sorriso con fare rassicurante, sembrava spaventata, come tutti qui e speravo di rassicurarla in quel modo.
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Era rimasta una sola scialuppa con qualche posto ancora libero.
C'erano sopra alcune donne, Gwen e poi riuscì ad arrivarci anche Clio. Vi era anche un uomo che subito cercò di allentare i cavi per farla scendere in mare, visto ormai la Lady Imma affondava in modo drammatico ed inesorabile. Nella calca a bordo molti cercavano ancora di salvarsi. Ad un tratto Gomes afferrò il braccio di Altea, trascinandola via. "C'è una scialuppa là..." disse indicando quella con Clio e Gwen a bordo. Allora spinse con energia Altea facendola salire, un attimo prima che la scialuppa cominciasse a calarsi in acqua. Poi tentò anche lui di salirci sopra. Si lanciò ma finì nell'intrico delle funi del bompresso smantellato, restando a testa in giù, appeso ad una gomena attorcigliatasi attorno ad un piede. Si divincolò, chiedendo aiuto a quelli sulla scialuppa che stavano ormai in acqua sotto di lui. “Aiutatemi!” Gridò disperato ad Altea, Clio, Gwen, Idora e agli altri della barca di salvataggio. “Aiutatemi, in Nome del Cielo!” Dimenandosi ed oscillando dallo scafo della nave che continuava ad inabissarsi. http://cdn.playbuzz.com/cdn/79d02de6...ddf0a190e8.jpg |
Altre donne erano riuscite a salire sulla scialuppa, anche una donna spinta con forza da un uomo.
Quello, però, nel tentativo di lanciarsi sulla scialuppa, rimase impigliato fra i cavi! "Idora, aiutami!" mentre mi allungavo per aiutare l'uomo appeso lì. Intanto, la nave affondava sempre più. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gomes mi prese e mi fece salire su una scialuppa dove vi erano altre donne, lui tentò di salirci ma rimase impigliato nelle funi..non era possibile, non poteva morire..mi aveva salvato la vita.."Gomes" dissi allungandomi verso la fune e vedendo pure la ragazza dai capelli rossi stava cercando di liberarlo..."Stai calmo...prendi le mani di entrambe" e vedevo la nave calare sempre più a picco...quello si era trasformato in un viaggio di morte.
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Gwen, Altea e gli altri a bordo cercarono di aiutare il povero Gomes, ma lui divincolandosi spaventato finì per staccarsi e cadere contro un grosso rottame che galleggiava nell'acqua.
Poi affogò. Idora e l'uomo sulla scialuppa cercarono Gomes fra le onde, ma di lui ormai non c'erano più tracce. C'era il caos intorno a loro. Altri pezzi d'acciaio si staccarono dallo scafo, colpendo alcune scialuppe. Poi cominciò l'imbrunirsi ed iniziò a calare una fitta nebbia che avvolse tutto intorno a loro. |
La ragazza mi sorrise, e io finsi di ricompormi, di essere imbarazzata per essermi mostrata così fragile e spaventata davanti a tutti.
Ma non facemmo in tempo a provare a scendere che un tizio ci lanciò praticamente addosso una donna. L'uomo restò impigliato nelle funi, e fece una brutta fine. Finsi di essere scioccata da quella vista che mi lasciava particolarmente indifferente a dirla tutta, e mi apprestai ad avvicinarmi alle donne che stavano provando a liberarlo. Questo poi affogò, e io mi rimisi al mio posto. Sì, essere la morte in persona non ti fa essere particolarmente legata alla vita umana. Certo ci sono modi migliori per morire, devo riconoscerlo, ma ognuno ha il suo destino, dopotutto. Attorno a noi il caos si dilagava, la gente urlava e io, nascosta nella mia maschera fatta di griffe e raffinatezza guardavo tutti loro rendendomi conto di quanto fossi anormale. Li vedevo, li sentivo... così disperatamente attaccati alla vita, così spaventati dalla morte. Così diversi da me. |
Provammo ad aiutarlo, c'eravamo quasi, ma scivolò dalle funi e affogò, con me che guardavo sconvolta e mortificata Idora.
Era partita come una meravigliosa esperienza, ma ora si vedeva solo morte, quest'uomo annegato, altri che cadevano in acqua man mano che lo scafo si staccava per inabissarsi. Solo morte. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Lo vidi cadere e morire nel peggiore dei modi.. Non dissi nulla e mi sedetti.. Sentivo freddo.. Un freddo interiore.. Guardai gli altri e trattenni le lacrime.. Probabilmente pure Erbert e gli altri erano morti e mi rannicchiai silenziosa sulla scialuppa.. Ancora non era finita.. Dovevamo salvarci.
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La notte trascorsa lenta, silenziosa.
Vi era nebbia ovunque. Sorse il Sole, si alzò un vento salato e spazzò via la foschia, gonfiando però il mare. La scialuppa cominciò a beccheggiare ed i cavalloni erano sempre più alti e minacciosi. Per tutta la mattinata la barca fu spinta a destra e a manca, imbarcando acqua e sussultando forte. Tre delle donne a bordo finirono in acqua ed annegarono. O forse furono preda per le fauci di qualche pescecane. Verso Mezzogiorno il vento si calmò e la scialuppa smise di sussultare. Erano rimasti in cinque. Un uomo, Gwen, Altea, Clio ed Idora. Erano in alto mare, forse a migliaia di miglia dalla costa più vicina, senza cibo e soprattutto senza acqua. Trascorse un intero giorno e giunse ancora la notte. Poi di nuovo l'alba ed ancora Mezzogiorno, col Sole alto che batteva sul mare sinistramente piatto. “Mi chiedo...” disse Idora “... contro cosa abbiamo urtato per affondare... forse un iceberg...” “Sono acque miti...” l'uomo “... non ci sono iceberg...” “Neppure scogli, essendo in alto mare...” Idora a lui. “Forse contro qualche calamaro gigante...” mormorò l'uomo “... o qualche altro mostro marino...” per poi scoppiando a ridere. La fame, la sete e forse la pazzia erano i nemici più pericolosi per loro. |
Quella situazione era davvero drammatica ,ero coscente quella scialuppa mi stesse portando verso il mio Destino, ora era lei l' artefice del mio Destino.
Due delle donne erano morte, e combattevo contro la fame, la sete e il sonno..guardai il Cielo..."Che strana calma" verso l' uomo "Trovo strano nessun elicottero ci stia cercando, sicuramente i radar hanno intercettato la nave affondata ma stranamente non ho visti soccorsi" perplessa. |
Notte.
Giorno. Notte. Giorno. Mare grosso, donne in mare, fame, sete, pazzia. Tutto questo nella scialuppa. Saremmo morti qui, soli, in mezzo al mare, piatto è avvolto nella nebbia. Nessuno avrebbe saputo nulla di noi. Pensavo a mamma, a Franya, alle mie amiche dell'accademia, i miei sogni, tutto distrutto per un maledetto ostacolo sott'acqua. Io rimanevo stretta a Idora cercando in lei conforto e sostegno. Ci rimaneva solo da aspettare che finisse. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
I giorni scivolavano via.
Erano già quattro ormai, con la scialuppa in balia delle onde e delle correnti. In mare aperto, chissà a quali sconosciute latitudini, nessun elicottero sarebbe giunto a cercarli. Ormai la fame e soprattutto la sete li tormentavano. La forza per parlare non c'era più ed ognuno se ne stava rannicchiato nel suo angolo di scialuppa ad immaginare le cose più assurde. Ormai le loro voci erano diventate roche, sorde, basse al punto che per sentirsi dovevano chinarsi nel parlare. I pensieri più terribili oramai si facevano largo nelle loro menti. “Io...” disse tossendo Idora “... io... credo che la cosa più saggia da fare... è... è ucciderci tutti... morire insieme... o tra breve diventeremo come bestie...” fissando Gwen, Clio, Altea e l'uomo. |
Speravo, confidavo nel Buon Dio....forse avremmo avvistato la terraferma ma era incredibile come attorno a noi ci fosse solo...mare e mare...acqua salata..che posto era mai questo.
Poi le parole della donna e guardai la ragazza dai capelli rossi, presumevo fossero amiche, la donna stava soffrendo troppo per quella situazione...e come era possibile resistere, temevo potesse fare un gesto improvviso e uccidersi.."Si deve avere coraggio...avere speranza..se dobbiamo morire...accadrà ugualmente, non pensa signora?" con un flebile sorriso. Le labbra erano asciutte...mai come ora avevo desiderato una minuscola gocca di acqua dolce a stillare leggermente le mie labbra coralline. Pensai a quel sogno...il sogno era realtà...come mai ebbi quel sogno premonitore. |
Non ci riconoscevamo più.
Erano passati quattro giorni dal naufragio, continuavano ad avere sempre più sete, fame, freddo la notte e caldo di giorno. Non riuscivamo a parlare, neanche più a vivere quasi. Era una situazione drammatica e triste a guardarsi, un quadro orribile. Guardai Idora alle sue parole e di slancio la abbracciai. E piansi. Quel pianto fu come una manna dal cielo, come se in quei quattro giorni fissi stata morta e ora ero improvvisamente tornata alla vita, come il pianto di un neonato. E fu quasi bello piangere. "No..." riuscii a pronunciare. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Allora...” con voce rauca l'uomo “... dobbiamo mangiare... o moriremo comunque... abbiamo una sola possibilità... qualcuno qui deve morire e sacrificarsi per gli altri... affidiamoci alla Sorte...” fissando Altea, Gwen, Clio ed Idora “... a chi toccherà morire...” ed estrasse una moneta.
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"Ma state scherzando?Ma è impazzito" guardando le tre donne.."Si parla di cannibalismo qui". Poi mi voltai verso l' uomo.."Perchè non si getta in mare lei e la fa finita piuttosto? Almeno saremo uno in meno...appunto...e la scialuppa si muoverà più velocemente" .. se avessi avuto coraggio lo avrei davvero gettato in mare, ma non ero arrivata ancora all' omicidio.
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"Ma sta scherzando?" mormorai "Nessuno si sacrificherà. E poi, questa è una scialuppa, per giunta di una nave da crociera, non dovrebbe esserci una scorta di acqua e viveri da qualche parte?" guardandomi intorno.
Era assurdo che non ci fosse nulla. Dovevamo farcela. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
L'unica cosa da fare in una situazione del genere è restare calmi, non impartire e razionare ogni cosa, persino l'aria che si respira.
Restavo in silenzio, nel mio angolo di scialuppa, vidi le due donne annegare senza battere ciglio, ascoltai i battibecchi dell'uomo e della donna saltata su all'ultimo senza fiatare. Guardavo l'orizzonte, il mare e il mare, nient'altro. Più i giorni passavano più cominciavo a prepararmi all'inevitabile. Dopo un po' l'istinto di sopravvivenza si fece strada tra i miei pensieri, facendomi pensare a come riuscire ad uscirne viva. Non dipendeva più da me, ormai. Potevo procurarmi del cibo, uccidendo uno dei passeggeri, magari chi parlava di più così da avere come piacevole effetto collaterale il silenzio, oppure potevo usare i miei coltelli per pescare, anche se ero più brava a uccidere un uomo piuttosto che un pesce. Il problema vero era l'acqua, senz'acqua non c'è vita. Ricordai quando mia nonna me lo ripeteva continuamente da bambina e da ragazza, quando iniziavo a preferire un buon vino a una bottiglietta di minerale. Quel ricordo lontano mi strappò un sorriso, e per un momento mi ricordai di com'ero, per poi rendermi conto di non essere poi così diversa da allora. Dopotutto uno non inciampa per caso in questa vita. No, questa vita fatta di morte si sceglie. E io, già allora sapevo che di luce nella mia vita ne era rimasta ben poca. Una bambina cresciuta prima del tempo, una bambina che forse tale non lo è mai stata. Ora ero solo un'ombra, un fantasma. Non esistevo nemmeno e dunque nessuno avrebbe pianto la mia morte. Nessuno, nemmeno io. Ma in fondo in fondo nella mia anima c'era una piccola me laboriosa e ribelle che si stava ingegnando per continuare a vivere. Povera cara, forse lei sola avrebbe sofferto. Ma era così piccola e indifesa, anche se tenace, che ci avrebbe messo un battito d'ali a morire. Ascoltai i discorsi degli altri, e solo allora presi la parola. Nulla accade per caso, e forse la mia presenza lì non era causale. "Morire di fame e sete è un conto, è lungo e doloroso.." dissi, calma "Ma si può morire in un attimo, senza nemmeno accorgersene...". L'uomo poi propose di uccidersi tutti, poi di sacrificare qualcuno. A quel punto, con molta calma, tirai fuori uno dei miei coltelli. Annuii a quelle parole. "Uccidere non è cosa da tutti, macchia l'anima anche in una situazione del genere.." con la voce sempre calma, stanca "Io l'ho fatto così tante volte che ho perso il conto..." dissi, guardando lontano. Ormai a chi importava il mio segreto? "Decidiamo a sorte, a chiunque uscirà garantisco che non se ne accorgerà nemmeno..." rigirando il coltello tra le mani "Me compresa..:" annuendo all'uomo. Sospirai "Non sono così sicura che chi muoia ora sia il perdente, a dirla tutta...". Dopdichè alzai la testa e guardai gli altri passeggeri. In quel momento mi accorsi che la tizia stava dando in escandescenze, e provai il fortissimo desiderio di uccidere lei, seduta stante. L'egoismo dell'uomo, ecco fin dove arriva, la guardai con disprezzo, e scossi la testa. Se decidevo di ucciderla, non c'era niente che potesse fare per impedirmelo. |
L'uomo annuì a Clio.
"Questa è saggezza..." disse ad Altea, a Gwen e ad Idora "... morire per la fame e per la sete è una morte orrenda... tra qualche ora ci sbraneremo a vicenda... impazziremo e non ci sarà più posto per questa assurda morale... prima del crepuscolo la mano invisibile dell'arteficie di tutto ciò farà in modo che noi tutti si perda il senno, facendoci uccidere a vicenda... come un grande gioco di ruolo, il narratore di questa tragedia ci obbligherà a diventare cannibali, bestie... così finirà... a meno che non si decida di tirare a Sorte... uno si sacrificherà e gli altri vivranno... facendoci beffa del Destino e del misterioso narratore..." guardandole. https://ak8.picdn.net/shutterstock/v...18/thumb/1.jpg |
Vidi la donna bionda guardarmi con odio...mi faceva pena...doveva avere un grande odio immotivato dentro verso le persone.
Risposi all' uomo ma in tono normale, come prima...non avevo nemmeno voce per parlare..."Sapete, mio nonno ha avuto la stessa avventura durante la guerra...la nave che doveva prendere per tornare nella sua Terra è saltata in aria sotto gli aerei nemici...e lui la perse per un attimo..in quel momento pensò di essere stato sfortunato ma quando vide la nave saltare si sentì fortunato rispetto agli altri morti miseramente per mano nemica. Fu braccato, visse solo cibandosi di muschi, erbe e bevve la sua urina..ma fu uno dei sopravvissuti di quella Grande Guerra...e mi ha insegnato è solo combattendo con anima e corpo si può vincere...nel momento della disperazione solo i duri vincono" guardai una tavoletta sulla scialuppa e la presi. "Mi getto io a mare...e vi lascio andare liberi...ora vediamo se vivrete e sopravviverete...io la userò come mezzo galeggiante, magari pure il mio Destino sarà di morire ma tenterò" ponendo la tavoletta di legno sull' acqua e vidi stava perfettamente a galla, era abbastanza grande per sedersi ma non per stendersi. |
La donna bionda uscì un coltello e mi mise i brividi, anche se sembrava avercela molto con l'uomo e la donna vicino a Idora.
Non aveva molto torto, nemmeno io li stavo più sopportando. Lui che c'è ava di fare filosofia, lei che cercava di immolarsi per qualche sua ragione che non capii molto. Ma se voleva andarsene su quella tavoletta beh, buon per lei affari suoi. Infatti rimasi impassibile e stretta a Idora, ora confortando io lei nella speranza di infonderle un po' di forza e ottimismo per evitare che facesse qualcosa di avventato. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Sorrisi all'uomo, annuendo.
"Conosco la morte molto meglio della vita, compagni di sventura..." con un sorriso amaro. Le guardai ad una ad una. La ragazza coi capelli rossi e la sua amica, la tizia che inveiva a caso. "Non credo sia il caso di farvi comprendere come questo non sia un invito.." sempre con lo stesso tono stanco. "Potete rifiutarvi, ma vi ucciderò lo stesso.." alzando le spalle. La donna farneticò ancora, come se a qualcuno importasse cosa aveva da dire. Disse poi che si buttò in mare, e io scoppiai a ridere, con le forze che mi venivano meno. "Bene, abbiamo una volontaria.." alzandomi con lentezza, la lentezza di chi sa che non andrai da nessuna parte. "Ma non ce ne facciamo niente se si annega, idiota, ci serve del cibo!" avanzando verso di lei, lenta e inevitabile come la morte. A quel punto mi avvicinai a lei, impugnando il coltello e la afferrai saldamente prima che potesse fingere di immolarmi quando voleva solo provare a salvarsi la vita. Se devi fare la martire dalla bene, e muori. |
“Queste acque sono infestate di pescecani...” disse l'uomo ad Altea “... sarebbe uno spreco far mangiare loro... se proprio vuoi sacrificarti allora fallo per tutti noi...” con gli occhi rossi per la pazzia.
Poi le parole di Clio, come se anche lei ritenesse inutile il sacrificio di Altea. Sembravano aver deciso entrambi, volevano ucciderla. “Aspettate...” Idora “... non trovo giusto tutto ciò... tireremo a Sorte... non è giusto muoia lei per farci mangiare...” indicando Altea. “Zitta, cagna!” Gridò l'uomo. Idora aveva un braccialetto che si sfilò e con il quale graffiò poi l'uomo. Iniziò allora una colluttazione fra i due. Barcollarono, come se danzassero, poi finirono entrambi in acqua, davanti agli sguardi stanchi di Clio, di Gwen e di Altea. Non riemersero più. Erano in balia dei pescecani. |
Quella donna era impazzita e le afferrai la mano con aria di sfida..."Non ha capito nulla...non sono una martire...si deve scegliere una persona..lo farò io..Idiota...avete detto idiota?" le torsi il polso con una mossa e gettai i suoi coltelli a mare.."Cosi avete finito di farvi vedere grande donna...meglio farsi mangiare dai pesci che da una come vuoi..guardatevi...fate pena, amate uccidere le persone per odio...l' odio va portato verso chi vi ha fatto un torto.." ma era inutile parlare con lei....questa donna era pazza di sé a quanto pare non per il sole e l' acqua di mare.
Poi vi fu una colluttazione tra l' uomo e Idora, scossi il capo....avevano già dato prima dei segnali...questa era il Destino, la Vita..ma sicuramente erano state delle persone buone di cuore a differenza dell' altra donna. Mi sedetti e non dissi nulla. |
La donna bionda si alzò afferrando l'altra.
E ancora una volta le diedi ragione. Eravamo.o arrivati a questo punto, ormai. Si unì anche l'uomo, che però Idora attaccò e iniziò una colluttazione fra i due, cercai disperatamente di fermarli,a non c'era verso. Poi caddero in acqua. E non li vidi più riemergere. "Idora!" urlai disperatamente, e ancora e ancora, ma nulla. Allora iniziai a piangere rannicchiandomi nell'angolo della scialuppa. Mi sentivo inerme, come se ora davvero potesse accadermi qualsiasi cosa. La donna cercò di divincolarsi dalla presa della bionda, ma senza troppo successo, la bionda sembrava sapere il fatto suo. L'altra poi gettò in acqua il pugnale dell'altra. "Complimenti, brava, se c'era la possibilità di prendere anche un minuscolo pesce con quel pugnale per mangiare ora non c'è più, i miei complimenti! Si sente meglio ora che ha fatto questa genialata?" dissi avvilita contro la donna, mentre la bionda ancora la teneva. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Alle parole della donna rossa sorrisi...certo si pescava in alto mare con un pugnale, lasciai perdere...magari avere una canna da pesca pure.
Rimasi in silenzio, era inutile fare un discorso costruttivo con entrambe. |
Naturalmente è totalmente inverosimile che una donna qualunque potesse in qualche modo torcere il braccio a una professionista addestrata. Infatti risi e mi liberai facilmente dalla sua morsa.
Quello che accadde alle mie spalle poi, cambiò ancora le carte in tavola. Pensava che gettare il coltello (uno, l’unico che avevo estratto) a mare mi fermasse? Ne avevo altri, con quello la ferii in silenzio e la spinsi in acqua. Ognuno aveva un ruolo. Non si poteva avere tutto, cambiare a seconda delle circostanze, di cosa faceva comodo. Io ero un sicario, un atleta addestrato una professionista, lei una donna, un’attrice a quanto ricordavo. In una recita avrebbe avuto la meglio, in una colluttazione non aveva speranza. Infatti la colpii con un altro pugnale e la spinsi in acqua lasciandola in balia dei pescecani. Ora restavamo solo io e la ragazza rossa sulla barca. |
Il Sole, il mare sterminato, la fame, la sete e la disperazione stavano avendo la meglio.
I loro istinti più bassi, le loro debolezze, le loro paure e ciò che rende meschini gli esseri umani stavano prendendo il sopravvento. Forse erano già diventate simili a bestie. Clio reagì e spinse Altea in acqua. In quello stesso istante Gwen intravide qualcosa all'orizzonte. Sembrava una nave. Ma ad un tratto un'onda ribaltò la scialuppa ed anche Clio e Gwen finirono in acqua. La salsedine penetrò nelle loro gole e poi solo il nulla. |
La donna dagli occhi di odio verso tutti reagì e mi gettò a mare, non reagii...forse era la soluzione migliore...era quello che volevo fare prima...era incredibile come quella donna volesse la mia morte ma uccidendomi.
Afferrai però la tavoletta di legno, galleggiava e io rimasi lì ma l' acqua era troppo forte...troppo....il mio Destino ora lo lasciai a quella tavoletta...mi portasse alla Morte o alla Vita. |
Vidi la bionda ferire l'altra e gettarla in mare.
E mi vennero i nervi al pensiero che non ci fosse lei al posto di Idora. Avevo perso la mia amica, oltre al fatto che probabilmente non avrei più rivisto la mia famiglia. Poi, una speranza. "Una nave!" alla bionda, indicando l'orizzonte. Non feci in tempo a finire la frase, che un'onda ci buttò giù. Poi l'acqua nei nostri polmoni. Poi nulla. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Accadde quel giorno
La soddisfazione di vedere quella donna in mare, con il sangue che si diramava dalla ferita fu tanta.
Normalmente non mi importa un fico secco di chi uccido. Ma stavolta dovevo ammettere che non mi era dispiaciuto. E anche il destino sembrava avermi dato ragione perché non appena ebbi rimesso a posto quella tizia, arrivò una nave, una speranza. Allora mi voltai ma in un momento mi ritrovai in acqua anche io. Nuotai fino alla barca rovesciata e cercai la ragazza rossa. Dovevo ricordarmi di chiederle come si chiamasse, se fossimo sopravvissuti. Ma non feci in tempo a raggiungerla che tutto si fece buio. |
Anche Altea e Clio, come Gwen, per la stanchezza, una volta in acqua furono travolte dalle onde.
La salsedine entrò nelle loro gole arse dalla sete e dal Sole, facendo perdere loro conoscenza. Fu così solo il nulla. |
L' acqua entrò nel naso, il mio corpo atletico e ancora in forma cercò di reagire, ma al mare alto non si poteva certo darla vinta a meno che non si fosse un nuotatore di alti livelli.
L' acqua pervase tutti i miei sensi e mi lasciai travolgere da quelle onde, poi il nulla. |
Probabilmente ora saremmo morte davvero, anche noi come Idora, annegate e in pasto agli squali.
Beh, almeno era stato veloce e indolore, non avevamo sofferto ed era andata così. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Infondo non era poi così difficile morire.
Non avrei mai pensato di avere una morte così, dolce, cullata dalle onde. Forse nemmeno la meritavo. Mi abbandonai dolcemente e tutto attorno a me si fece buio. |
Ebbero le stesse sensazioni, miste ad immagini e vaghi ricordi.
Quello di essere issate a bordo, alcuni volti sconosciuti, voci, suoni. Poi il ricordo comune a tutte e tre, di un liquido introdotto fra i loro denti, poi più nulla. Quando si svegliarono, riprendendo conoscenza, erano tutte e tre in una cabina bianca, sudicia, intrisa di uno strano odore, a tratti sgradevole. Accanto ai loro lettini vi era un uomo dal volto comune, l'espressione vaga che controllava loro i polsi. Fissò ciascuna di loro, prima Clio, poi Altea ed infine Gwen, accertandosi che si fossero riprese. Sulle loro teste, oltre le pareti di ferro della cabina, si sentiva il rumore di un qualche cosa di metallo, forse una rete, percossa più volte. Poi il cupo e rabbioso grugnito di un qualche grosso animale. O forse erano ancora gli effetti di ciò che le tre ragazze avevano vissuto su quella scialuppa? "Ditemi..." il medico alle tre "... come vi sentite?" http://www.avventuraitalia.it/viaggi-cargo%2004.jpg |
Tante sensazioni strane, come immagini sfocate e confuse, suoni, voci.
Poi, aprii gli occhi. Qualcosa mi toccava il polso. Qualcuno. Un medico. Lo vidi aprendo gli occhi. C'era un lezzo strano, un ambiente sudicio, ma almeno eravamo salve, poiché vidi la donna bionda accanto a me. Sentivo degli strani colpi nelle pareti di metallo, versi strani. "Dove... Dove siamo?" confusa. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Ma che diamine stava accadendo, ricordai solo l' acqua e di essere stata issata da una nave.
Ma quei rumori attorno a me erano inquietanti, il polso che veniva controllato ma non avevo forza di ribattere..."Come sto?" dissi al dottore "Sto meglio..ma ovviamente sono frastornata e ora di più" sorpresa nuovamente da quel nuovo fatto. |
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