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Non bastava l'allarme ad interromperci ma persino Altea, che invece di pensare a salvarsi la pelle doveva dimostrare non so cosa al capitano. Scossi la testa, non era proprio il momento per dare discorsi del genere.
Senza perder tempo infatti continuai a correre al fianco di Guisgard verso la cantina, incrociando con la coda dell'occhio anche i tre borghesi. Presto saremmo stati tutti al riparo per fortuna. |
La porta si aprì ed io mi voltai di scatto.
Era Agian. Odiavo il suo stupido tono di superbia. Nonostante ciò mi alzai e lo seguii. |
Andarono tutti nella cantina della taverna.
“Statemi a sentire...” disse Guisgard ad Altea “... volete vendetta? Allora lasciatela a chi può compierla. Farsi uccidere inutilmente non riporterà in vita le vostre sorelle, ma farà invece si che voi raggiungiate loro all'Altromondo. Dunque resterete qui, al sicuro.” “Capitano, voi cosa farete?” Chiese Fines. “A liberarmi di tutti i miei guai.” Rispose lui. Per un istante guardò Dacey. “Voi occupatevi di Diana.” Ai tre borghesi. “Mi raccomando.” “Si, capitano.” Annuì Leones. |
Non avevo idea di cosa intendesse ma lo guardai con apprensione. Di certo non prometteva nulla di buono.
<< Buona fortuna Guisgard>> dissi ricordando dell'altra volta, ben più intensa e carica di promesse. Come avrei voluto tornare indietro a quel tempo. |
"Ribadisco..non ho paura..sapete Capitano..vorrei riponeste in me almeno un pizzico di quella fiducia che io ripongo totalmente in voi..e per questo non ho paura perchè so voi ve la caverete...non temo nulla.." rimasi immobile...ferma...sapevo se ne sarebbe andato via indifferentemente..senza rispondermi e io avrei dovuto ridormire in quel giaciglio..ma non mi mossi...rimasi immobile davanti a lui.
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“Si, pare uno stormo di Valchiria stia sorvolando l'area ad Est di Evangelia.” Disse Tesua a Gaynor, mentre insieme andavano da Goz. “Siamo tutti in allerta.”
Arrivarono nell'ufficio di Goz, dove trovarono il comandante, Lyon, Reddas ed anche Orko. “Eccovi, madama.” Fece Goz. |
“Ho fiducia in voi.” Disse Guisgard ad Altea. “Non si fugge dalla morte come avete fatto voi se non si ha un gran coraggio.” Fissandola. “Cercate dunque di restare in vita. Lo dovete alle vostre sorelle.” Si voltò verso Dacey. “Buona fortuna anche a voi... forse non ci rivedremo più...”
“Come sarebbe a dire?” Stupito Fines. “In guerra nulla è sicuro.” Guisgard. “E voi avete una missione, no? Domani arriverà il Meridian Express diretto a Città di Capomazda. Là sarete tutti al sicuro.” “Non mi piacete quando parlate così, capitano...” Leones. “Non piaccio a me stesso...” mormorò il militare “... ma è la vita, amici miei...” Guardò poi Dacey negli occhi un altro, lunghissimo, istante. “Abbiate cura di voi, principessa...” sorridendole. E poi uscì. Ed il taverniere richiuse la porta della cantina. |
Agian portò Gwen fuori da quella stanza.
La ragazza si ritrovò così a percorrere il lungo corridoio di una base militare. Soldati e funzionari andavano avanti e indietro, tutti presi da forte agitazione. Agian condusse Gwen attraverso una scaletta di ferro, fino a ritrovarsi in un grosso hangar sotterraneo. “Signore...” disse Agian. Si voltò allora un uomo in uniforme e dal volto mascherato. Sulla giubba aveva come simbolo un gufo nero stilizzato. “E' l'ostaggio, maggiore.” Agian. “Sei fortunata a non essere ad Evangelia ora, ragazza...” Gufo Nero a Gwen “... molto fortunata... tra un'ora quel borgo sparirà da ogni carta geografica...” http://cdn1-www.superherohype.com/as...1781271094.jpg |
Il misterioso pilota restò a guardare Marwel.
Tutta. Era nuda davanti a lui, con i suoi boccoli biondi che si posavano candidamente sui seni rosati. Lo sguardo del misterioso paziente scendeva su ogni forma della ragazza, che appariva simile ad una delle tre Grazie. “Sei bellissima...” disse lui, porgendole la mano. Ma ad un tratto si udì suonare l'allarme in tutta la base. “L'allarme...” disse il pilota senza volto “... attaccano... Canabias è tornata...” |
Scossi il capo..non avevo avuto il tempo di dirgli io non avrei preso il Meridian..perché si sminuiva a quel modo...sospirai..a Dio piacendo lo avrei rivisto in questa taverna..forse.
Entrai in cantina senza dire nulla e mi stesi sulle solite coperte....mi appisolai leggermente visto dovevo tenermi alla larga di tutto quello si sarebbero detti...e pregai per Lui..che San Michele Arcangelo ti protegga..Guisgard. |
Non potevo stare ferma così. Non potevo, sapendo che forse non lo avrei più rivisto. Non potevo, o avrei perso anche quel bagliore di felicità che mi ero faticosamente costruita dopo la morte della mia famiglia.
Mi alzai e lo raggiunsi ormai quando era fuori dalla porta. La chiusi evitando che gli altri assistettero al nostro addio. << Ricordate? Il mio sorriso vi porterà fortuna>> e sorrisi togliendomi un piccolo bracciale che avevo da molti anni. Era un semplice cerchio d'argento, che a occhio inesperto poteva sembrare ferro e che avevo quindi potuto tenere anche dopo la mia fuga da Animos. Era solo in anonimo bracciale, ma che valeva molto per me. Apparteneva infatti alla mia balia, che me lo aveva lasciato prima di morire, qualche anno fa. << Così avrete un mio ricordo, così come io ho il ciondolo che avete vinto per me. Non so cosa ci capiterà Guisgard ma io domani vi aspetterò alla stazione. Spero ancora di interessarvi abbastanza per non lasciarmi andare via senza lottare.>> un po' a fatica infilai il bracciale al suo polso. << Arrivederci capitano >> e lasciai un nuovo bacio sulla sua guancia, come la volta precedente, ma indugiando un po' più |
Più andavo avanti, più quel posto era strano.
Intuii poi che doveva trattarsi di una base militare. Agian mi condusse poi in una stanza. Non potevo crederci. Il Gufo Nero. Mi si gelò il sangue a quelle parole. "...Cosa ne è stato del dottor Fermer?" chiesi ad Agian con un filo di voce; avevo pure paura a chiedere, ma dovevo sapere dove fosse. Sentii una voragine dentro al pensiero che potesse essere chissà dove e avrei potuto non rivederlo. |
Lanciai la testa all'indietro.
"Maledizione..." Imprecai. "Addio missione, devo andare a combattere quei disgraziati..." Cercando di alzarmi. "Capisce perché non posso starmene tranquilla?" Dissi alla suora. |
"Dannatissimi Valchiria! Non abbiamo fatto nemmeno in tempo a respingere un attacco che ne arriva subito un altro..." risposi a Tesua.
"Signori..." salutai entrando nell'ufficio di Goz. "Non ho molto tempo per parlare, bisogna che entri subito in azione... Lyon, Reddas, c'è bisogno anche di voi... so che avete appena combattuto e siete provati, ma dovete stringere i denti, ho un brutto presentimento su quest'attacco..." Mi rivolsi poi a Orko. "Se sono ancora qui a parlarti, è solo grazie alla Freccia d'argento che è venuta in nostro aiuto... se non ci fosse stato quell'aereo, probabilmente il borgo adesso sarebbe solo un ammasso di cenere e macerie. Ti sei fatto uscire di bocca come fare a trovare il Novalis?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Altea tornò a sedersi, mentre tutti gli altri mostravano angoscia e preoccupazione.
“Non vedo l'ora di andarmene da qui...” disse Fines “... in questo posto avviene un attacco ogni trenta e trentuno.” “Siamo in guerra.” Fece il taverniere. “E durerà parecchio a mio parere...” mormorò Poeh “... a meno che da Afralignone non si decidano ad intervenire in modo massiccio.” “Domani saliremo sul Meridian Express e andremo via.” Leones. “Ammesso che l'attacco finisca per domani...” preoccupato Fines. Intanto Guisgard era uscito, ma Dacey lo aveva però seguito. Lo salutò con un dolce e lungo bacio sulla guancia. Lui allora la guardò negli occhi. Quelli azzurri ed inquieti del militare erano in quelli ambrati e profondi della ragazza. “Alla stazione ci sarà con voi quel baronetto...” disse “... penserà lui a difendervi, no?” Era vicinissimo al volto di lei. “Già... è di bell'aspetto, dai modi gentili, nobile e ricco... e vi crede la principessa... ma non saprà mai baciarvi così...” La strinse a sè con passione e virilità, per poi baciarla. Un bacio, nonostante la guerra che incombeva. Un bacio, nonostante quel mondo sembrava collassare intorno a loro. Un bacio, come se fosse l'ultimo giorno per entrambi. Un bacio, come se quel momento non dovesse finire mai. http://i.embed.ly/1/display/resize?k...jHCcAAyHPX.jpg |
“Il vostro dottore” disse Agian a Gwen “a quest'ora si starà procurando le mappe della base legionaria da consegnare a noi. Come ispettore della polizia segreta di Canabias non ho impiegato molto a capire che c'era una tresca fra di voi. E ho sfruttato il tutto per ricattarlo.” Rise. “Ora grazie alla vostra lussuria per la base legionaria non ci sarà scampo.”
“Già.” Annuì l'inquietante Gufo Nero. |
“Si, comprendo...” disse Suor Ologna avvicinandosi al letto di Clio “... ma in queste condizioni non credo possiate combattere. Se la febbre dovesse salire ancora il delirio vi farebbe perdere conoscenza. E se accadesse in volo per voi sarebbe la fine...”
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Sospirai..ecco che i borghesi iniziavano a lagnarsi...la guerra era ovunque..ma non dissi nulla.
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Rimasi a fissarlo, specchiandomi in quegli occhi più limpidi del cielo estivo. Senza parlare, non ci sarei riuscita, per non rovinare quel momento ma anche perché la mia voce era come morta in gola, deglutii a fatica, molta fatica cercando di articolare una risposta.
<< Non mi importa del baronetto e...>> non finii, eravamo ancora più vicini, ero stretta tra le sue braccia, in un modo in cui nessuno aveva fatto prima. Riusciva a farmi sentire piccola e inerme, ma anche donna, desiderata. Un desiderio che si specchiava nei suoi occhi, e nei miei. Un desiderio che a lungo avevo tentato di assopire ma invano. Le nostre labbra si incontrano, finalmente, dopo quei lungi istanti. E tutto cessò. Non c'era più la guerra, la cantina, la taverna, le bombe, le preoccupazioni e le angosce. Tutto cancellato da quel bacio che aveva fermato il tempo intorno a noi. Il mio cuore pareva sul punto di scoppiare per il miscuglio di forti emozioni che stavo provando in quel momento. Lo strinsi a me, come nel vano tentativo di farlo restare al sicuro. Se avessi potuto non lo avrei più lasciato andare. A fatica, moltissima fatica riaprii gli occhi, destandomi da quella specie di sogno, scoprendolo reale. << Io vi aspetterò >> ribadii la mia promessa sfiorando le sue labbra calde. |
Orko sorrise a Gaynor.
“Mi spiace, ma come ho già detto ai vostri amici, io non so dove ora sia quell'aereo.” Disse. “L'ho affidato ad un tipo in gamba e fidato e solo lui conosce l'ubicazione di quel caccia. Ma conoscendo la sua indole adesso starà di certo preparandosi per combattere.” “Voglio pilotare io quell'aereo.” Fece Reddas. “Sono il migliore e spetta a me. Con una simile arma metterei fine alla guerra in pochissimo tempo.” |
Di quel bacio restarono le sensazioni e le emozioni, insieme al lieve e dolce tocco delle dita di Dacey sulle labbra ardenti di Guisgard.
“Ora tornate dentro...” disse lui a lei “... in quella cantina sarete al sicuro...” stringendo in mano il braccialetto portafortuna donatogli dalla ragazza. Un altro sguardo, un lieve sorriso e andò via, scomparendo poco dopo nelle stradine di Evangelia, dove dominava un cielo divenuto rosso fuoco. Nella cantina, intanto, Altea udiva i discorsi dei tre borghesi. “Sono certo che l'attacco finirà presto ed il treno arriverà.” Fece Fines. “Io non ne sono troppo sicuro...” mormorò Poeh. “Partirete anche voi, madama?” Chiese Leones ad Altea. |
Sostennni il suo sguardo, mentre diceva quelle cose.
"Non mi sento in colpa per ciò che c'è fra me e Fermer, perchè so che non è stata la nostra relazione a causare tutto questo, siete solo voi che avete colto l'occasione." Non mi sarei mai, mai sentita in colpa ed ero felice che lui fosse ancora al sicuro. |
Vederlo andar via fu difficile. Tuttavia mi sforzai e gli sorrisi, portando già una mano alla porta, per fargli capire che sei entrata in cantina e sarei stata al sicuro.
<< State attento >> bisbigliai quasi dopo un ultimo, inteso sguardo. E poi aprii la porta, quasi a rallentatore, restia a lasciarlo davvero andare. All'interno i tre borghesi avevano ripreso con i loro soliti noiosi discorsi. Con sguardo basso e le gote ancora arrossate cercai un posto a sedere che fosse discreto e un po' nascosto, avevo bisogno di riprendermi |
Continuai ad ascoltare..poi la domanda di Leones..."Finirà presto vedrete..partire? No...Non mi sento pronta ad andare a Capomazda..ci sono ricordi troppo dolorosi del passato" rimasi a fissare il pavimento...la mia amica era la solitudine e non avevo paura a rimanere ancora.
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Orko continuava a non voler dire nulla di più. "Bene... Goz, lo affido a te... con le buone non abbiamo ottenuto nulla, chissà che non riesca a farlo tu..."
"Reddas, per il momento non hai la possibilità di pilotare altro che un normale caccia" risposi a quel brutto ceffo. "Ed ora, c'è una battaglia in atto... io vado..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Odiavo essere impotente.
"Maledizione..." Pensai, stingendo i pugni. Il mio posto era fuori, a combattere. |
Agian si era finalmente smascherato.
Era una spia della terribile polizia segreta di Canabias. “Non mi interessa nulla di voi e del vostro medico.” Disse a Gwen. “Conta solo l'ideale di Canabias.” In quel momento la ragazza, guardando nell'hangar sotterraneo, notò qualcosa. Un gigantesco bombardiere. Un mezzo bellico che mai si era visto prima per stazza ed armi. http://www.repubblica.it/images/2010...774acebe57.jpg |
"Molto bene,.a me non interessa nulla di Canabias" con un sorriso beffardo.
Un attimo dopo, nell'hangar sotterraneo, vidi qualcosa di mai visto, un bombardiere di tecnologia sicuramente molto avanzata che non avrebbe impiegato molta fatica a mettere in praticas i piani del Gufo. |
E mentre Altea e i tre borghesi discutevano circa le sorti della guerra, nella cantina tornò Dacey.
Aveva il viso arrossato, l'espressione triste e si sedette in un angolo appartato. “Diana...” disse Leones “... va tutto bene? Siete preoccupata per l'attacco? Non temete, qui siamo al sicuro.” “E a breve tornerà il baronetto.” Fece Fines. “Già e fermerà lui l'attacco...” mormorò Poeh. “Il tuo sarcasmo è fuori luogo.” Fissandolo Fines. |
Mentre Clio non si dava pace per l'essere costretta a restare in quel letto, ad un tratto arrivò qualcuno.
“Eccoti...” disse entrando Anty “... che fai? Ti riposi proprio mentre si apprestano ad attaccarci?” Ironica. “E' già tanto essere riusciti a tenerla a letto.” Fece Suor Ologna. |
Diana tornò e i borghesi parlavano del baronetto...che simpatia...come avrebbe fermato l'attacco? Mi morsi la lingua o apparivo irriverente a dirlo, come sempre.."Il Capitano lo fermerà" decisa verso Poeh e mi ristesi incrociando le braccia dietro la testa guardando il soffitto.
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Gufo Nero si accorse che Gwen guardava il bombardiere nell'hangar.
“Bene, ora portala via.” Disse ad Agian. “Deve restare rinchiusa.” “Si, signore.” Annuì la spia. E condusse così Gwen di nuovo nella sua stanza. “Giocati bene le tue carte” Agian alla ragazza “e potrai raccontarlo ai tuoi figli.” |
Feci un grande sospiro per sforzarmi e adottare una parvenza di normalità.
<< Si, sono preoccupata. Questa città sembra essere diventata il bersaglio preferito di Canabias e mi chiedo quanto i legionari riusciranno a resistere... E dopo che ne sarà di tutte le persone che abitano questo borgo>> In parte era una spiegazione veritiera, avevo pensato a questo in precedenza, già dopo il primissimo attacco. Per il resto non dissi nulla naturalmente. << Fuori luogo ma ha ragione Fines, anche se il baronetto fosse qui non cambierebbe nulla>> La sua presenza mi avrebbe invece infastidita. Sarebbe stato difficile mostrarmi tutta sorridente dopo il mio addio con Guisgard, ma soprattutto per il bacio. << Lady Altea dovreste partire, qui non avete nulla, come nessuno di noi. Ed è pericoloso. Per la vostra incolumità sarebbe bene che prendiate il treno, Capomadza dicono che sia molto bella e tranquilla, lontana dalla guerra soprattutto. Il sacrificio di tutti coloro che sono morti, per farsi che che noi tutti siamo qui ora, non va preso alla legger, mettendo a repentaglio la nostra vita così. Pensate a chi vi vuole bene, sarebbe felice nel saperli sana e salva, in un posto sicuro. >> Era una riflessione che valeva per chiunque in quella saletta. Tranne i tavernieri probabilmente, la loro vita era qui a Evangelia. E in quel momento decisi che una parte dei mie soldi, incontrata la Gran Baronessa, li avrei dati proprio a quella coppia di lavoratori buoni e gentili. |
Mi illuminai nel vedere Anty.
"Uella..." Sorrisi "Ce ne hai messo di tempo!". Cercai di alzarmi. "Andiamo, portami fuori di qui..." Tendendole la mano perché mi aiutasse "Ero così vicina a quell'aereo, maledetto serpente..." Scossi la testa. "Andiamo, dai..". |
“Lo farò parlare io.”Disse Goz a Gaynor, indicando poi Orko.
“Ma non capite?” Fece questi. “Vi ho già detto tutto! Io non so dove sia l'aereo! L'ho affidato ad un mio amico col compito di custodirlo ed usarlo in caso di necessità!” Qualcuno bussò. “Avanti, maledizione!” Esclamò Goz. Entrò Park. “Comandante...” disse. “Cosa?” Guardandolo Goz. “E' sparito uno dei cadetti...” rivelò il vecchio ex pilota “... è da un'ora che non lo trovo...” |
Gufo Nero notò che stavo guardando il bombardiere e ordinò ad Agian dfi riportarmi in cella.
Lo guardai a quelle parole. "Che intendete?" con tono perplesso. |
“Da come parlate” disse Fines ad Altea “sembra che nutriate molta fiducia nel capitano.”
Poi quelle parole di Dacey. “Si, sono d'accordo con voi, Diana.” Annuì Leones. “La gente di questo borgo è molto coraggiosa.” Ad un tratto udirono una voce che chiamava da fuori. “E' la voce di ser Levet!” Esclamò Fines. “Presto, fatelo entrare!” Al taverniere. E quello subito corse ad aprire, andando poi a prendere il baronetto che non sapeva dell'esistenza di quella cantina. Un attimo dopo il taverniere tornò con Levet. “Ser Levet!” Sorridendo Fines. “Siamo lieti di rivedervi!” |
Anty aiutò Clio a scendere dal letto.
Con Suor Ologna poi rivestirono il biondo tenente. Alla fine le due legionarie uscirono e raggiunsero l'auto di Anty. Quella di Clio era parcheggiata nel cortile dell'ospedale. Intanto la sirena antiaerea suonava senza fine. “Raccontami cosa ti è successo...” disse Anty “... della ricerca dell'aereo, del serpente e tutto il resto.” Mettendo in moto e partendo. |
Agian aveva riportato Gwen nella sua camera, in realtà molto più giusto chiamarla cella, visto la ragazza era prigioniera.
“Che se obbedirete ad ogni cosa vi sarà ordinata” disse Agian “senza tentare mosse azzardate e stupide, allora ne uscirete viva e potrete raccontarlo un giorno ai vostri figli. Ma se cercherete di fare la furba sarete invece uccisa tra molte sofferenze. Ora è più chiaro?” |
<< Ad ha ragione ad aver fiducia in Guisgard, lui darebbe la vita per salvarm...salvarci>>
Mi corressi appena in tempo. Ser Levet. Non avevo voglia di vederlo ma certo non gli si poteva impedire di entrare. Alzai lo sguardo su di lui con leggera indifferenza, tuttavia accennai un cenno di capo, sempre convenienza più che per reale interesse. Intanto tenevo in una mano il ciondolo dono di Guisgard, che dal giorno del tiro a segno avevo deciso di portare al collo, celando però il disegno tra il mio petto, protetto dai tessuti degli abiti. La spilla di Levet invece, che aveva causato discussione con Guisgard, era stata declassata e depositata in una delle tasche. |
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