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Elv sorrise a Gwen, per poi guardarsi intorno.
E dal suo bel viso quel sorriso si mutò prima in ghigno, poi in una smorfia rassegnata. “Non so come faremo a cavarcela...” disse “... il Sole è già alto e senz'acqua non arriveremo da nessuna parte... non ci resta che cercarla... sperando che su quest'isola non vivano indigeni ostili...” |
Finalmente qualcuno che conosce Guisgard dè Taddei.."Davvero?" dissi entusiasta.."Io sono una donna..allora potrei essere una fortunata" ma rimasi in silenzio pensando a Munain e mi feci seria.
"Lo stiamo cercando...potete mostrarci un ritratto...sapete altro di lui..guardate questa nave..La Divina Misericordia, sapete se ha a che vedere con questo Guisgard dè Taddei?". Però non conoseva Icarius...che strano. Ma vi era qualcosa mi turbava come quando entrai qui..mi guardavo attorno, una forza strana mi pervadeva e si impossessa di me come qualche mistero antico..nella mia mente vi era come una eco..Guisgard. |
Preso posto sulla scialuppa osservai la nave allontanarsi mentre un leggero venticello mi scompigliava i capelli.
-Grazie ancora per avermi permesso di scendere - mi sentii in dovere di ribadire. Mi sporsi leggermente verso l'acqua infrangendone lo specchio con una mano, trovando quella parte d'oceano stranamente calda. Una volta che Dension mi aiutò a scendere mi lasciai catturare dall'atmosfera dell'isola. La sua forma spiegava perfettamente il suo nome e restai affascinata soprattutto dalle piante che coloravano la costa. Stavo per aprire il mio taccuino quando senti caricare un fucile. Mi voltai verso Dension con aria interrogativa, - aspettare che cosa?- chiesi voce appena tesa. |
I due innamorati si rivolsero a noi.
E ancora una volta ci misero di fronte ad un arcano da risolvere, una frase da completare. Sorrisi a quelle parole, prendendo un profondo respiro. "Eterno.." Dissi soltanto, trattenendo quasi il fiato. |
“Purtroppo” disse l'antiquario ad Altea “non posseggo alcun ritratto di Guisgard de'Taddei, ma invece posso aiutarvi circa la sua nave...” guardando i fogli mostrati dall'avventuriera “... questo veliero infatti, la Divina Misericordia, è la nave di Guisgard de'Taddei.”
“Ne siete certo?” Chiese Munain. “Certo, signore.” Annuì sorridendo l'antiquario. |
“Aspettare il nostro misterioso cliente.” Disse Dension a Dacey, caricando il fucile e guardandosi intorno. “L'uomo che mi ha promesso un grosso compenso, che lui stesso ha definito immorale ed inestimabile, in cambio di non so bene ancora cosa.” La fissò sorridendo. “Ti piace quest'isola? Chissà, magari col compenso che il nostro cliente ci ha promesso si potrebbe anche acquistarla.” Facendole l'occhiolino.
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Mi rammentai dell'uomo misterioso della X rossa.
-E questo cliente deve essere accolto con un fucile? Non è un inizio molto promettente- cercai di ironizzare. -Vuoi davvero usare i tuoi soldi per questa isoletta sperduta? E poi che faresti qui? Da solo?- marcai quella parola guardandolo. |
“Un fucile” disse sorridendo Dension “è sempre un fedele compagno per chi fa il mio lavoro, bellezza.” Fissando Dacey. “Purtroppo il mondo che conosco non da molta affinità con parole del calibro di fiducia e lealtà. Siamo su un'isola sperduta e disabitata, ignota ad ogni rotta e assente da qualsiasi mappa conosciuta. In più dobbiamo incontrare un figuro misterioso che potrebbe essere chiunque. La prudenza, dunque, non è mai troppa.” Rise piano. “Quanto all'ipotetico acquisto di quest'isola, beh, magari con molto denaro riuscirei ad avere tutte le donne che voglio, non credi?” Facendole l'occhiolino.
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-Dovresti trovare un fucile anche per me allora o pensi che la mia vita non valga abbastanza? Se quell'uomo dovesse puntarmi una pistola in fronte come potrei difendermi?- lo guardai con tono di sfida.
Si avevo il mio pugnale ma ero fin troppo cosciente che sarebbe servito a ben poco. - Beh un uomo che paga le donne ai miei occhi non può essere davvero definito uomo- risposi seccamente. |
“Se ho in bella mostra questo fucile” disse Dension a Dacey “è proprio per difendere te. Portare una bella donna come te su questo scoglio abbandonato è alquanto pericoloso.” Estrasse la pistola e la lanciò alla ragazza. “Ecco, così ti sentirai più tranquilla. Nascondila nel posto più segreto che hai.” Rise piano. “Già, immagino... tu ami gli uomini che corteggiano, quelli che ti parlano della Luna, che promettono di arrivare in capo al mondo anche solo per uno dei tuoi sogni... eh, non siamo tutti così affini all'Amor Cortese...” sarcastico “... dunque mentre tu inseguirai il tuo Romeo, io mi contenterò di pagare qualche donna con cui fare l'amore.” Facendole l'occhiolino.
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Presi la pistola al volo, esaminandola con attenzione e poi la sistemai tra i tessuti del mio abito.
-Giusto, sei e sempre sarai il mio salvatore- lo guardai con disprezzo, - proprio non capisco la tua avversione per il romanticismo- sbuffo appena, - e sia, io potrò anche sprecare il mio tempo nel cercare un uomo che mi porti rispetto ma tu invece sperpererai il tuo denaro con donne, se sono degne di chiamarsi così, che non esiterebbero a tagliarti la gola nel sonno per qualche moneta. A te la scelta, la vita è tua.- Ero stufa dei suoi stupidi occhiolini, delle sue prese in giro e odiavo sentire parlare di altre donne, anche se il motivo non lo sapevo. Mi voltai senza guardarlo restano a fissare la boscaglia. |
“Eterno.” Disse sorridendo la ragazza sul balcone. “Eterno, vero?” Fissando poi il suo ragazzo.
“Si, Amore mio.” Annuendo e sorridendo questi "... Eterno è un attributo di Amore..." “Sali, ti prego...” sospirò lei. Lui allora aprì la porta e salì dalla sua amata. “Grazie...” la ragazza al gruppo, per poi abbracciare il suo ragazzo che l'aveva raggiunta. Entrarono dentro e chiusero i vetri del balcone. “Ah, l'Amore...” sorridendo Palos. “Sei stata fantastica, Clio.” Disse Icarius. “Ora proseguiamo, ragazzi.” E ripresero il cammino. |
E mentre Dacey voltata guardava la vegetazione circostante, ad un tratto avvertì la presenza di Dension dietro di lei.
Era vicinissimo e all'improvviso avvicinò la lama del suo pugnale al collo della ragazza. “Non muoverti...” disse pianissimo “... non fiatare neppure, se davvero vuoi trovare il tuo grande Amore...” posò la fredda lama del coltello sulla pelle di lei, facendola scorrere piano tra il suo collo e la schiena. Poi con gesto rapido e deciso con la punta del pugnale scacciò via qualcosa, che cadde sulla sabbia. La raggiunse e la schiacciò con un piede. “Uno scorpione rosso...” mormorò “... talmente velenoso che uccide dopo tre giorni di febbre alta e delirio, bruciandoti uno dopo l'altro tutti gli organi interni...” guardò la ragazza “... visto? Esistono esseri peggiori di me.” Ridendo. “Fa attenzione e tieniti lontana dalla vegetazione.” |
La gelida lama mi fece rabbrividire poi udii la sua voce, non capivo che stesse succedendo.
Mi ero fidata troppo di quel contrabbandiere e ora le mie parole lo avevano infastidito a tal punto da fargli desiderare di uccidermi. Rimasi immobile, incapace di pensare mentre la lama percorreva la mia pelle. Sembrava che il mio cuore volesse scoppiare poi il suo piede schiacciò qualcosa e tutto finì. Mi aveva salvata, per l'ennesima volta, da una morte orribile e io invece avevo dubitato di lui. Mi sentii sollevata ma in colpa e d'impulso, senza riflettere, ancora con il timore della morte in mente, lo abbracciai. |
Quel gesto improvviso, quell'abbraccio liberatorio.
Così Dacey si lanciò fra le braccia di Dension e vi restò per un istante quasi infinito. Lui in principio restò sorpreso, ma poi colpito dal profumo di salsedine e sabbia dei capelli di lei, dalla morbidezza della sua pelle e dal vestito della ragazza che la brezza marina gonfiava e avvolgeva attorno al corpo di entrambi, non disse nulla, tenendola stretta a sé. “Ehi...” disse poi pianissimo “... va tutto bene... era solo uno scorpione... sei stata in gamba e coraggiosa... un'altra al tuo posto avrebbe gridato e sarebbe corsa via...” sorrise, quasi per scacciare la paura di Dacey “... credo che se anche diventerò ricco acquistare quest'isola potrebbe non essere un buon affare...” la guardò negli occhi “... come va adesso? Passata la paura?” |
Mi lasciai andare, non saprei dire per quanto tempo, tra le sue braccia, un porto sicuro per me.
Mi rilassai, scacciando gli attimi di terrore che avevo vissuto e ripresi finalmente il controllo, anche troppo. -Tu- gli puntai il dito contro arrabbiata, - non potevi dirmi dello scorpione invece di quelle parole che sembravano una minaccia? Per un attimo ho pensato che volevi farmi del male...- lasciai cadere la frase, il peggio era passato e non potevo essere in collera con lui. - Sarebbe stato ironico morire a causa di uno scorpione a viaggio appena iniziato- scherzai debolmente, - ti devo la mia vita, di nuovo- guardai Dension scrutando nei suoi occhi, - un semplice grazie non sarà mai abbastanza.- Come lui aveva suggerito mi allontanai dai cespugli, - no, forse è meglio che non compri quest'isola, a meno che tu non sia appassionato di scorpioni!- Questa volta risi, senza più paura. |
“Io” disse Dension “farti del male?” Rise piano. “Se avessi voluto farlo, ti pare saremmo qui adesso? Non credi sarebbe stato molto più semplice farti portare nella mia cabina? E' comoda, lo sai...” fissandola con un sorriso enigmatico “... con un letto grande e morbido... liquori e vini in quantità... e diversi abiti da farti indossare per poi spogliarti ogni volta...” continuando a guardarla con i suoi occhi scuri.
Poi rise di gusto. “Ah, ragazza mia...” scuotendo la testa divertito “... credimi, col caratterino che ti ritrovi non è affatto semplice domarti... molto più facile con uno scorpione...” Ma all'improvviso alcune piccole pietre caddero dall'altura soprastante. E Dension scattò subito, puntando il fucile in alto. “Forse abbiamo visite...” mormorò, per poi fare cenno a Dacey di essere cauta. |
Quello sguardo mi mise a disagio, sapevo che scherzava tutta via le sue parole non mi tranquillizzavano per nulla, d'ora in poi avrei tenuto il pugnale sotto il cuscino mentre dormivo, così, per precauzione.
-Ah quindi io sarei una bestia da ammaestrare? Finalmente conosco l'alta opinione che hai di me- sbuffai appena. Ero sempre stata una ragazza difficile e anti convenzionale, che mal si adattava alle regole della mia famiglia prima e della città poi. Dension non aveva tutti i torti, io stessa a volte mi definivo "selvatica." - Oh io sono decisamente più letale di uno scorpione , naturale- lo guardai divertita, cercando di usare l'umorismo come scudo verso le sue parole che spesso celavano un doppio significato. Mi ero quasi dimenticata del cliente quando fu lui a ricordarmelo, o meglio quando udimmo dei rumori che ci misero all'erta. Presi la pistola e aspettai. |
“C'è qualcuno lassù...” disse Dension a Dacey “... e forse da un bel po'... magari prima ancora del nostro arrivo...”
Altre pietre scivolarono giù. “Chi c'è?” Gridò Dension. “Mostratevi o faccio fuoco!” E all'improvviso dalla vegetazione che ricopriva quell'altura emersero delle figure. Tutte armate. “Non è gentile puntare l'arma contro degli sconosciuti.” Disse uno di quegli uomini armati. “Capitano, mettete giù il fucile oppure voi e la vostra amica resterete su quest'isola per sempre, a nutrire formiche e scorpioni.” Dension gettò il fucile a terra con rabbia. “Chi siete?” Chiese poi a quegli uomini. “Lo scoprirete presto.” Rispose l'uomo. |
Come avevo fatto a non prevederlo, eppure avevo letto molti romanzi d'avventura, l'incontro si era rivelato una trappola.
Non uno solo uomo ma molti erano spuntati della raduna, incuranti del fucile di Dension, che infine era stato costretto a gettare l'arma. Era arrabbiato, potevo vederlo dalla sua espressione, soprattutto nei suoi occhi che sembravano lanciare lampi di fuoco. Lascia cadere anche la mia pistola, ormai l'avevano notata. Ora eravamo nelle mani di quelli sconosciuti e non potevamo fare altro che eseguire i loro ordini. |
Alcuni di quegli uomini scesero dall'altura e circondarono Dension e Dacey.
“Seguiteci, capitano.” Disse uno di quelli. “Anche la ragazza.” “Come fate a sapere chi sono?” Chiese Dension. “Non è il momento delle domande.” Fece l'uomo. “Su, incamminiamoci.” Condussero così i due dall'altra parte della piccola isola, tra pietre sporgenti ed arse dal sole, erbe grasse e fiori esotici. Infine raggiunsero una piccola apertura naturale nella pietra. E fecero loro cenno di entrare. Li misero allora in una piccola caverna, quasi claustrofobica. “Per ora resterete qui.” Fissandoli l'uomo. “Sarete al sicuro. Sempre che non facciate mosse stupide ed avventate.” E andarono via. “Ecco...” scuotendo il capo Dension “... finiti come topi in trappola...” guardandosi intorno, per poi fissare Dacey. |
Non dissi nulla,limitandomi a camminare osservando però ogni particolare del nostro percorso, sperando che mi avrebbe aiutata in caso di fuga.
Di tanto in tanto guardavo il capitano con la coda dell'occhio, speravo che stesse anche lui cercando un modo per andarcene. Quel buco in mezzo alla roccia? Davvero volevano tenerci lì? Avrei voluto protestare ma mi morsi la lingua per tenerla a freno. Una vota dentro mi sentivo mancare l'aria mentre il nervosismo saliva. - Che facciamo ora?- sussurrai al capitano , che si trovava a pochi centimetri da me a causa del ridotto spazio di quella cella naturale. |
“Nulla...” disse Dension appoggiando la testa all'indietro sulla parete rocciosa “... non possiamo fare nulla per ora... sono tanti ed armati e sorvegliano probabilmente questo lercio buco... ora come ora siamo in trappola... unica speranza è che vogliano qualcosa da noi, altrimenti ci avrebbero già accoppati...” sbuffò “... mi chiedo chi siano e come facciano a conoscermi...” si voltò a guardarla “... almeno se morirò lo farò portandomi dietro il tuo buon profumo...” facendo l'occhiolino a Dacey che stava a pochissimi centimetri da lui.
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Non riuscivo a capire come facesse ad apparire così calmo,io mi sentivo come un leone in gabbia.
-Niente- sbottai infastidita da questa sua apparente incuranza. Ma aveva ragione, erano troppo, armati e ben organizzati. - Di certo vorranno qualcosa da te...ma io non valgo nulla per loro- feci un respiro profondo prima si continuare,- mi hai salvato la vita quindi ora è compito tuo vegliare su di me perciò,- con attenzione estrassi il mio pugnale,- non lasciare che mi prendano, a qualsiasi prezzo ma non lasciare che mi facciano del male- Erano parole disperate, mi sentivo sconfortata, non avrei mai creduto che sarebbe finita così, in quella grotta angusta. - Aspetta- ripresi per un attimo il mio pugnale e tagliai una ciocca di capelli, poi gli ridiedi il tutto, - visto che ti piace tanto l'odore dei miei capelli, tienine un po' per ricordo, non possiamo sapere che ne sarà di noi ora.- |
Quella piccola ed angusta grotta appariva fredda e claustrofobica, proprio come se fosse una cella delle tante prigioni che avevano fatto a gara nel corso degli anni per accaparrarsi il contrabbandiere.
Ma Dension non era un uomo facilmente impressionabile, forse perchè abituato a vivere gomito a gomito, proprio come uno dei tanti eroi di Salgari, di Sabatini, col pericolo e con la morte. Ma quelle parole e poi quel gesto di Dacey lo colpirono profondamente. Prese il pugnale e la ciocca di capelli di lei, però stringendole nelle mani della ragazza. “Non dovresti tagliare i tuoi meravigliosi capelli...” disse piano, con un debole sorriso “... il tuo futuro grande Amore potrebbe risentirsi... e magari prendersela con me, visto avevo il compito di proteggerti e portarti da lui...” quel sorriso svanì “... ma se proprio devo morire” sussurrò “non mi porterei certo dietro il profumo dei tuoi capelli... ma il sapore delle tue labbra...” e avvicinò la sua bocca a quella di Dacey. E la baciò. Un bacio avido del sapore di lei, delle sue labbra. Un bacio intenso, appassionato e colmo di desiderio. Un bacio profondo, fatto di un gioco di labbra che si schiudevano e poi stringevano come in una danza di sensi, mentre le sue mani presero, piano, a scivolare sul vestito di lei, cercando la sua pelle. Ma all'improvviso si udì un rumore. Un attimo dopo alcuni di quegli uomini armati apparvero sulla soglia della grotta. “Seguiteci, prego.” Disse uno di quelli ai due prigionieri. http://sp3.fotolog.com/photo/19/22/2...40393440_f.jpg |
Stavo per ribattere,come sempre alle sue parole,in quel gioco di botta e riposta che si era creato tra noi, quando Dension mi baciò.
Non potevo fingermi sorpresa,perché io stessa avevo pensato a quello momento,prima o poi. Certo non in una grotta angusta, prigionieri di misteriosi uomini su un'isoletta sperduta ma la vita era così imprevedibile che decisi di assaporare il momento senza remore. E così feci, scambiando quel bacio lungo e passionale con il capitano. Non mi ero mai sentita così, desiderata quella era la parola giusta e il tutto mi dava un senso di euforia misto a vertigini. Una parte di me desiderava che quel momento non finisse mai, lo desideravo davvero perché li, stretta in quell'abbraccio passionale, avevo dimenticato della prigionia. Ma la prigionia non aveva dimenticato noi.Arrivarono alcuni uomini, ordinandoci di seguirli. Nell'oscurità della grotta le mie guance avvampate erano celate ma alla luce del sole furono facilmente individuabili. Feci un respiro profondo chiedendomi dove sarebbe finiti sta volta, tenendomi sempre vicina a Dension. |
Le parole dell' antiquario mi destarono dai pensieri ma non certo dalla inquietudine e quell' individuo era davvero inguardabile..sembrava uno spirito venuto chissà da quale mondo e passato.
Guardai, annuendo, Munain poichè l' antiquario dimostrava sicurezza ma le mie perplessità rimanevano.."In effetti, Munain, Icarius parlò di una nave ma non disse era di sua proprietà..ma strano questo uomo non conosca Icarius, mentre Affone come me non conosce Guisgard..è tutto contorto e poi la firma sull' atto notarile..ma non significa nulla..come ho detto possono essere due persone diverse". Sorrisi all' antiquario.."Vedete, milord..voi non avete un ritratto di Guisgard ma almeno lo conoscete? Potete darci una descrizione..questo perchè io conosco, appunto Icarius dè Taddei..guardate sul foglio..i componenti della ciurma..vi è questo Icarius ma non compare nessun Guisgard dè Taddei..sia chiaro è solo una domanda vi pongo, non metto in dubbio la vostra buona fede. A questo punto potete aiutarci? Voi sapete dove si possa trovare..dobbiamo raggiungerlo, è fondamentale...e cosa mi dite della Gioia dei Taddei, l' ho sentita nominare così tanto". Ormai ero immersa in questa storia e volevo andarci a fondo..e poi..non volevo Munain facesse dei colpi di testa, magari questo Guisgard si era pentito e potevamo fare qualcosa per lui e la sorella di Munain...e Icarius? Non sapevo...forse a questo punto volevo venire a galla di questa storia e qualcosa mi spronava a continuare...e ricordai le mie visioni della nobildonna bionda e di quel nobile..lo aveva chiamato Guisgard e lei si chiamava proprio come me..non potevo essere una visionaria. |
Seguii con lo sguardo il ragazzo salire dalla sua amata, e sospirai.
Poi mi voltai verso Icarius sorridendo. "Grazie.." esclamai, per poi spostare lo sguardo sulla strada di fronte a me. "Chissà cosa ci aspetta ora..." guardando gli altri per poi riprendere con loro il cammino. |
Il gruppo riprese il cammino, lungo quella strada che si era aperta oltre il binario abbandonato e racchiusa da case e muri, nel cuore della bucolica periferia di Nolhia.
E quando imboccarono l'ultima curva, davanti ai loro occhi si mostrò qualcosa di inatteso e grandioso. Il palazzo era racchiuso da un basso muro di cinta che lo avvolgeva su quattro lati, fino al grosso tumulo ammassato e su cui l'imponente struttura poggiava. L'edificio appariva di muratura antica e venerabile, scolorito e corroso dal Tempo, dalle intemperie e dalla dimenticanza. Scavato in buona parte nel cumulo sopra descritto, diventava visibile solo quando si imboccava e oltrepassava l'ultimo tratto della lunga strada murata che tagliava il profondo ed estremo ventre della campagna. Sul muretto di cinta si ergeva una consumata cancellata, robusta ed arrugginita, che sbarrava il passaggio lungo tutto il camminamento di ronda. Nel palazzo si accedeva attraverso un ampio cancello, una formidabile grata di ferro e ghisa, poggiante su vecchi e malfermi cardini ossidati e cigolanti in modo da restare cupamente socchiusa nonostante l'abbondanza di catene e lucchetti ad impedirne il passaggio. Questa infatti era stata la volontà, macabra ed avvilente, di chi aveva abbandonato e chiuso per sempre questo luogo. Forse perchè nessuno più di quella generazione aveva alcun interesse ad avventurarsi tra le ombre deprimenti ed angoscianti che sembrano aleggiare intorno alla tomba di un Tempo ormai perduto e dimenticato. Icarius si staccò dal gruppo e si avvicinò al cancello, facendosi strada tra due grovigli di vegetazione selvatica e rendendosi conto di ciò che avevano scoperto. I blocchi di murature consumate, il cancello perennemente socchiuso in modo misterioso e ciò che restava dell'ornamento della facciata risvegliarono ed evocarono in lui idee e sogni eroici e romantici. E restò così, in disparte, lontano dagli altri a contemplare le rovine di un'età antica e celata da quell'angolo dimenticato dove città e campagna si fondevano, ammutolendosi reciprocamente. “Maestro...” disse dopo un lungo istante di silenzio all'artista, senza voltarsi e senza staccare le mani dalle grate che teneva strette “... vi prego, raffigurate questo luogo affinchè altri vedano e sappiano cosa abbiamo scoperto e raggiunto oggi...” Hansiner annuì ed Icarius lo ringraziò con un cenno del capo. L'artista prese allora alcuni fogli e dei pennelli dalla sua borsa, per poi avvicinarsi al muretto e cominciare a disegnare. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...6409fb97a3.jpg |
“A me invece sembra del tutto normale.” Disse Munain ad Altea. “Ovvio che il pastore conoscesse quell'Icarius ed invece ignorasse l'identità di Guisgard. Sono due persone distinte, che forse in comune hanno solo il cognome. Ed io non capisco del perchè tu continui a tirare in ballo questo Icarius. Ormai è chiaro che non centra nulla con questa storia.”
“Il vostro amico ha ragione, madama...” fece l'antiquario “... è Guisgard de'Taddei la meta della vostra ricerca, non altri.” La fissò, quasi potesse leggerle nel cuore. “E dimenticate vecchie storie del passato, che con il presente non centrano nulla. Questa è tutta un'altra storia.” Sorridendo enigmatico. |
Li guardai perplessa.."Scusatemi allora..ma ovvio..io non so nulla di questo Guisgard e mi pongo dei quesiti visto è scritto non vi sta nessun Guisgard tra la ciurma di questa nave ma un altro dei Taddei...e magari possono esservi entrambi..se faccio riferimento al messere..non lo nominerò allora pure..è perchè io stessa sentii parlò di una nave..comunque io avevo fatto dei quesiti e non ho avuto risposta..chiedi tu Munain, forse sei più scaltro di me" e sorrisi e presi a sfogliare un libro..io dovevo solo seguirlo e aiutarlo a trovare Guisgard appunto, peccato non avrei avuto risposte sulla Gioia, sull' aspetto di Guisgard e dove lo potevamo trovare che avevo appena chiesto.
Mi sedetti in una vecchia poltrona e iniziai a leggere con interesse. |
Lo trovammo, finalmente, quel palazzo che avevamo sognato.
Ma la mia attesa non era nulla in confronto alla sua. E lo compresi nel vederlo staccarsi da noi, avvicinarsi sognante al cancello. Non sapevo se avvicinarmi o no, se lasciarlo nei suoi pensieri. Poi quelle parole sussurrate al maestro. Ancora una volta invidiai chi aveva la capacità di disegnare ciò che io potevo descrivere solo a parole. Ma alla fine non riuscii più a resistere, e mi avvicianai ad Icarius, sfiorandogli delicatamente il braccio. "Ce l'abbiamo fatta.." sussurrai. |
La porta dell'antiquariato si aprì ed entrò un altro cliente.
Era un uomo basso, peloso e tozzo. Si avvicinò al bancone e cominciò a chiedere informazioni sul vasellame di porcellana esposto. Munain allora lasciò il bancone e raggiunse Altea che nel frattempo leggeva. “Direi di andare, qui non credo troveremo informazioni.” Disse all'avventuriera. “Io non sono mai stato un uomo paziente.” E le fece cenno di andare, nonostante l'antiquario aveva detto di conoscere Guisgard. |
Entrò un uomo a chiedere qualcosa e Munain mi fece cenno di uscire e lo presi per un braccio e lo guardai negli occhi fermandolo.."Quell' uomo sa molte cose su Guisgard..è l'unico abbiamo trovato..perchè non vuoi proseguire..come fai a raggiungerlo se non sai come è fisicamente e dove si trovi..io glielo avevo chiesto...o hai un altro piano o avuto un presentimento?" lo guardai incuriosita e rientrai sola determinata.
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Dension e Dacey furono fatti uscire dalla grotta e ricondotti alla luce del caldo Sole dell'isolotto.
Lei aveva gli abiti impolverati e le guance ancora avvampate per l'intenso e passionale bacio scambiato col capitano. Gli uomini armati condussero poi i due prigionieri attraverso un passaggio angusto e quasi impraticabile, fatto di pietre ardenti per il caldo e vegetazione selvatica. Camminarono per un po' sotto la calura, fino a quando intravidero un piccolo pendio che portava ad una spiaggetta sottostante. E qui, all'ombra di uno spuntone roccioso videro alcune figure. Una su tutte però attirò la loro attenzione. Era un uomo dai lunghi capelli grigi e la barba brizzolata che li fissava con sinistro interesse. http://www.jeditemplearchives.com/ga...ooku_still.jpg |
Icarius non rispose nulla a Clio, limitandosi ad annuire ed a sorriderle.
Il suo sguardo era però lontano. Legato a quelle rovine, quasi volesse penetrare le loro più intima essenza, carpirne il significato e svelarne i segreti. Non faceva altro che fissare quel che restava del palazzo ed immaginarne i fasti, le ricerche che da secoli eroi, cavalieri, avventurieri e sognatori avevano fatto per trovarlo. E restava così, in silenzio, quasi intimorito che i suoi pensieri violassero quel mondo dimenticato e perduto. Tutto ciò mentre Hansiner continuava il suo disegno. |
La mia mente era confusa, avevo il volto in fiamme e quel camminare sotto il sole cocente non mi aiutava per nulla.
Nella mia mente era impresso il vivido ricordo del bacio ma non volevo, non potevo certo illudermi. Per il capitano quello era stato uno dei tanti baci che aveva dato alle numerose donne che aveva incontrato, non lo aveva fatto per un qualche sentimento, da lui reputato una sciocchezza, ma solo per istinto, spinto anche dalla minaccia di morire di li a poco. Anche io avevo ceduto a tutto quello e non potevo che essere imbarazzata per questo. Ben presto però fui costretta ad interrompere i miei pensieri, trovandomi faccia a faccia con un uomo, sembrava essere il capo, lui con quel portamento fiero ma che mi metteva a disagio, con quegli occhi che mi scrutavano. Sentii il mio stomaco chiudersi dalla paura, si quello guardo mi metteva paura e mi tenni sempre più vicina a Dension, come se fosse uno scudo da quegli occhi freddi. |
“Allora se davvero secondo te quell'antiquario conosce Guisgard e può aiutarci” disse seccato Munain ad Altea “perchè diavolo invece di continuare a chiedergli qualcosa ti sei allontanata a leggere quello stupido libro? Credi forse che indizi sulla nostra ricerca piovano dal cielo? Che qualcuno ce li riveli così, per Grazia ricevuta?” Scuotendo il capo. “Se riusciremo o meno dipenderà solo da noi. Da quanto sapremo scoprire.”
Poi Altea tornò al bancone, ma quel cliente da poco entrato non c'era più. “Posso fare altro per voi?” Chiese sorridendo l'antiquario all'avvenuturiera. |
Dal suo sguardo compresi quanto fosse importante per lui quel momento.
Chissà quante volte lo aveva sognato, quante volte aveva fantasticato di trovarlo, di riuscire in quell'impresa dove molti avevano fallito. Così, mi allontanai di un passo, per lasciarlo ai suoi pensieri. E rimasi in silenzio con gli altri, chiedendomi cosa ci avrebbe aspettato ora che avevamo trovato il palazzo. |
Mi risedetti sulla poltrona antica.."Scusate sono stanca, e poi i vostri oggetti sono fantastici" e feci cenno a Munain di sedersi sospirando.
"Milord.." e risposi ai suoi sguardi enigmatici verso il mio, mi guardava in modo strano ma io sostenni lo sguardo.."Si, voi potete fare molto perchè io vi ho chiesto alcune cose...se potete descriverci Guisgard almeno se non avete il ritratto, se sapete cosa sia la Gioia dei Taddei...e come possiamo raggiungere...Guisgard, voi so potete aiutarci" lo fissai intensamente "Per favore..portateci da Guisgard" e sospirai. http://i60.tinypic.com/2n0pqw3.jpg |
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