![]() |
Velv sorrise ad Elisabeth.
Le si avvicinò e restò dietro di lei, fino a prendere le sue mani per farle sporgere oltre il parapetto. “Lasciate che l'aria di questi luoghi vi accarezzi la pelle...” disse piano, fra i suoi capelli “... è umida, unta di foschia... ma si dice sia anche densa di quelle sensazioni che solo queste lande sanno trasmettere... libertà e istinto...” teneva i suoi polsi con delicatezza “... chiudete gli occhi ed immaginate di essere parte di questo mondo... magari una ninfa, o una fata dei boschi... vestita solo di foglie o di alghe... immaginate di correre libera sull'erba, o di nuotare nuda nell'acqua...” la nave imboccò finalmente il corso del Lagno vero e proprio, dove l'acqua diventava verdastra ed un profumo di terra saliva dalla schiuma che la nave lasciava dietro di sé “... questo mondo sa descrivervi e narrarvi cose che nessun uomo potrà raccontarvi mai...” |
Risi a quelle parole di Guisgard su Romeo "Ti ci vedo come Romeo... arrampicarti sui balconi ti è sempre venuto bene... Anche se.. Romeo si arrampicava solo su quello di Giulietta" con aria divertita.
Citazione:
Mi avvicinai a lui di un passo gli sussurrai piano all'orecchio, perché nessuno udisse "Dici tipo quello rosso che avevo messo ma non hai fatto a tempo a vedermi addosso? No, attirerei troppo l'attenzione..." per poi allontanarmi piano, con un sorriso ma trattenendo una risata "E poi il mio preferito l'ho lasciato ad Aurora.." dissi con aria innocente. |
Nel vedere la scena tra Afiel e Palos risi di gusto e sospirai..infatti io lo so vuole vedervi penzolare dalla forca, vi ero pure io nell' inseguimento sulla nave ducale e voi mi stavate per uccidere assieme a lui pure.
"Interessante" dissi fingendomi stupita a Guisgard "sapete pure scavalcare i balconi? Allora siete proprio un vero eroe da romanzo..infatti vado pure io a cambiarmi e prendo alcune delle mie cose..ah per il vostro pugnale lo tengo stavolta sul muro, ho quello regalatomi da mio cugino Tommaso" e guardai tutti con fare provocatorio ma per vedere la loro reazione.."mio cugino Tommaso de Bastian è il Guardiamarina del capitano Velv e sta sulla nave ammiraglia, la Regina di Afravolone appunto...ve lo dico pure seriamente..per me è un fratello..e capirete sono preoccupata possa accadergli qualcosa". Andai nella mia cabina e pensai a Costanza e Tommaso...non sapevo nulla di loro e penso nessuno sapesse nulla di me. Mi rinfrescai e poi misi un bel vestito ma non sfarzoso di color rosso scarlatto con pizzo bianco e presi la sacca e guardai vi era lo stemma della mia famiglia, ma non sarebbe stato un rischio, dentro vi misi alcuni oggetti e il diario dove tenevo annotato tutto ciò avevamo trovato scritto e fatto nel nostro viaggio ma lasciai il cofanetto con la corona, non volevo andasse perso. Uscii di stanza e mi diressi verso il ponte...ma guardando il cielo sembrava qualcosa di oscuro lo animasse e guardai Guisgard perplessa, senza dire nulla. |
Dovevo chiudere gli occhi ed immaginare cio'....che per un motivo a lui sconosciuto conoscevo da sempre........sorrisi.......al tocco delle sue mani sui miei polsi.....ebbi la tentazione di sottrarmi....ma il gioco poteva essere utile.......Respirai a pieni polmoni......l'aria era intrisa di odori di terra e cielo....l'acqua sembrava pesante sotto la chiglia...ed io ...immaginavo me stessa...nella mia serra...........e poi ..le parole dell' oracolo...e poi Nettuno sulla spiaggia....e poi....si...qualcosa di strano nell'aria....." Attento....Velv.......e' meglio lottare contro questo Guisgard che non con un marito geloso....e comunque....avete ragione le sensazioni danno risposte ad ogni quesito........a tal proposito.....non avete la sensazione...che stia cambiando qualcosa nell'aria ?......".....
|
Clio parlò piano a Guisgard e poi si allontanò sorridendo.
Il capitano, quasi istintivamente, cercò e trovò la mano di lei, ma un attimo dopo, allontanandosi la ragazza, le sue dita scivolarono piano, come una carezza, su quelle di lui. “Beh, rammento di un certo baule...” disse poi fissandola, con quella frase sibillina che solo lei poteva capire “... dunque...” Poi Altea parlò di suo fratello e tutti i marinai la guardarono stupiti. Dopotutto il nome di Velv li agitava non poco. Lo sguardo di Guisgard finì ad un tratto su Cid, che se ne stava sul parapetto a fissare il Lagno. “Cos'hai, piccolo?” Avvicinandosi a lui il capitano. “Nulla...” “Sai che è reato dire bugie al proprio capitano?” Cid lo fissò. “Si, addirittura il reo è passabile di punizioni corporali.” Annuì Guisgard. “Non so... mezza razione di cibo e acqua, qualche legnata e persino un giro di chiglia.” “Cos'è il giro di chiglia?” Domandò Cid. “Lascia perdere...” ridendo il capitano “... allora, hai detto il vero prima?” “Prima quando?” Guisgard gli diede un buffetto sul capo. “Beh...” mormorò il ragazzo “... io... ecco... io pensavo...” “A cosa?” “Al fatto che...” incerto Cid “... che mi piacerebbe venire giù con voi, capitano...” “E sulla nave chi resta?” Fingendosi sorpreso Guisgard. “Suvvia, non sono certo necessario!” “Scherzi!” Esclamò il capitano. “Sei il mio braccio destro!” Cid chinò il capo. “Facciamo un patto...” parlandogli ad un orecchio Guisgard “... verrai con noi, ma in incognito...” “Incognito?” “Si...” annuì il presunto Taddeide “... in qualità di mio scudiero... ti affiderò Mia Amata, ma tu dovrai custodirla e nasconderla. E tu con essa. Naturalmente in caso di necessità tu e la spada salterete fuori a toglierci da guai.” Porgendogli la mano. “Affare fatto?” “Affare fatto!” Stringendogli la mano Cid. “Grazie!” Raggiante il ragazzino. |
Velv rise a quelle parole di Elisabeth.
“In verità” disse, senza lasciare le mani di lei “se volessi corteggiarvi, madama, vi pare lo farei qui d'avanti a tutti?” Sorrise. “Certo che no... vi inviterei qui sotto una Luna magica, ma dopo aver mandato sottocoperta ogni soldato e marinaio... lascerei in balia delle correnti il timone e le vele all'impeto del vento... così sarebbero come il mio cuore... libero e totalmente alla mercé delle sensazioni che sapete suscitare...” guardò il Lagno “... qualcosa è cambiato dite? Forse si... forse il fatto che vi sentite turbata e ciò in qualche modo vi piace... vero?” |
Teneva ancora le miei mani tra le sue.....i suoi occhi nei miei......." Velv....non credo di sentire le campane.......non ho le mani sudate e il mio cuore batte regolarmente.....anche se devo dire...siete molto affascinante ...... ma....credetemi sulla parola....qui c'e' qualcosa che non va...e prima che andiamo alla deriva...perchè succeda qualcosa di strano....vi prego......con la vostra esperienza...ascoltate od osservate anche voi.........c'e' una foschia...che mi lascia molto pensierosa.."....
|
Guardai gli uomini e mi guardavano ancora stupiti e sorrisi loro.."Non dovete preoccuparvi per mio cugino Tommaso..ho deciso di venire con Guisgard sapendo le conseguenze..d' altronde sembra abbia perso pure il rispetto da parte della mia famiglia visto nessuno mi viene a cercare..forse mio nonno Mandus solo mi penserà" e guardai Champenuan a cui raccontai della mia infanzia e della mia vita.
Guisgard parlava con Cid e vidi il ragazzino illuminarsi..sicuramente aveva esaudito qualche volere di quel simpatico ragazzino. Mi avvicinai e guardai Guisgard.."Vi piace il mio vestito? Avete visto ho lasciato sciolti i miei capelli stavolta..ma penso i vostri sguardi sono rivolti altrove" e sorrisi maliziosamente e dissi sottovoce.."Vorrei parlare con voi ma non vi è mai tempo..io non posso mai parlarvi dei miei veri sentimenti per voi..e voi nemmeno li considerate...ricordatevi quando vedete il mio sguardo vi leggerete sempre lo sguardo dell' Amore per voi" e mi allontanai sedendomi sulla scala..era inutile lottare per lui..ormai sapevo..dovevo solo essere la assistente. |
Sentii la sua mano sfiorare la mia mentre i nostri occhi si incontravano.
Sorrisi alle sue parole, imprigionando per un momento il labbro inferiore tra i denti, per trattenere un sorriso ancora più luminoso. "Ah si?" Con finta noncuranza "Non credo sarà necessario..." Sorrisi, divertita "Metterò un vestito..". Assistetti alla scena di Cid e sorrisi, per poi scendere nella mia cabina. Lanciai un'occhiata alla cabina di Guisgard. Potevo entrare e prendere un vestito. Ma ne avevo di altrettanto belli, e lui non li aveva mai visti. Così entrai nella mia cabina e aprii l'armadio, passando in rassegna i vari abiti che avevo con me. Poi sorrisi, prendendone uno. "Se dobbiamo giocare, facciamolo bene.." Mormorai tra me e me. Indossai l'abito, non lo usavo volentieri perché non potevo metterci sotto i calzoni, potevo solo mettere i pugnali negli stivali, che fui costretta a cambiare perché i miei erano troppo rozzi. Ma nessun abito mi stava meglio. Era blu, di purissima seta orientale, con un unico ricamo dorato che incorniciava l'ampia scollatura. Leggero ed impalpabile, era come una carezza dolce sulla pelle. Raccolsi i capelli con uno spillone che si apriva rivelando una lama affilatissima e buttai sulle spalle un mantello di velluto di un blu più scuro del vestito. Preparai una piccola sacca ed uscii sul ponte, mentre il cielo si scuriva sempre più. |
Velv rise.
“Ho capito...” disse fissando Elisabeth “... è una scusa per farmi allontanare...” Ma proprio in quel momento la vedetta urlò qualcosa. Qualcosa che apparve proprio davanti a loro. E dalla foschia prese forma una nave. Una gigantesca nave. Avanzò verso di loro, fino a quando fu possibile scorgerne la bandiera. Era quella raffigurante il simbolo di Picche. “E' la nave del comandante Burmid, capitano.” Arrivando un marinaio sul ponte. “Bene.” Annuì Velv. La nave di Picche allora si accostò alla Regina d'Afravalone e un ponticello fu calato tra le due imbarcazioni. Giunsero così a bordo alcuni uomini. Burmid li guidava e sulla sua spalla c'era Matiz, la bellissima gabbianella blu. “Ben arrivato, messere.” Velv a Burmid. “Fatta buona caccia?” “Pessima...” sbottò il mercenario, per poi guardare Elisabeth “... dov'è il capitano de Gur? Ve ne siete liberato per spassarvela con sua moglie?” Scosse il capo. “Hihihihihihihihihi...” E tutti i suoi mercenari risero con lui. “Il capitano de Gur sta riposando.” Fece Velv. “Madama Elisabeth era invece qui con me perchè affascinata dal panorama.” “Così...” Burmid guardando Elisabeth “... vi piacciono le paludi e la melma, madama? Hihihihihihihihihi...” |
Guisgard si voltò e guardò con attenzione Altea.
“Sei arrivata ora sul ponte...” disse sorridendo “... e questo vestito ti dona non poco... quanto ai capelli, beh, credo di poter dire che sciolti incorniciano alla perfezione il tuo bel viso, ingentilendo il tuo nobile chiaror di pelle...” la guardò negli occhi “... sai benissimo che puoi parlarmi in qualsiasi momento... mi sono forse mai negato?” Le fece l'occhiolino. “E poi come capitano devo essere sempre pronto ad ascoltare il mio equipaggio.” La prese sottobraccio e la condusse accanto a delle piantine che crescevano in variopinti vasi di ceramica. “Questa ti donerà...” cogliendo una fiore ed adagiandolo fra i capelli della donna “... e sono certo che il buon Irko sarà felice che uno dei suoi fiori sfoggi fra i tuoi capelli.” Facendole l'occhiolino. “Ora si che i miei fiori hanno un senso!” Esclamò Irko. “Vi sta d'incanto fra i capelli, milady!” Guisgard annuì. “Ora vado a prepararmi anche io.” Rivolto ad Irko. “Mi raccomando, manteniamo questa velocità.” “Certo.” Rispose Irko. Ma mentre si avviava a scendere verso gli alloggi, vide Clio arrivare sul ponte, con indosso quel vestito blu. Lui restò a fissarla, per poi sorriderle. “E' la tua vendetta per quella cosa dei balconi?” Parlandole sottovoce. “O forse per via della storia dell'assistente? Beh, devo dire comunque che non hai certo bisogno di quel baule... ma del resto l'altra notte non erano certo i vestiti ad attirarmi...” con una mano accarezzò il ricamo dorato di quell'abito “... ora sono curioso di sapere quale eroina ti farà impersonare il nostro misterioso Maccus...” poi la mano salì a sfiorarle i capelli. La fissò ancora per un istante e poi raggiunse gli alloggi e la sua cabina. |
Volevo che si allontanasse ....ma volevo che ascoltasse il cambiamento e così fu......dalla foschia vidi avanzare una nave enorme.....rimasi a fissarla con gli occhi sbarrati......se fosse stata nemica sarebbe stato un bel guaio e invece a quanto sembrava......Velv era tranquillo anzi non mi allontano' ...rimase al mio fianco ..sino a quando da una passerella non apparve un tizio......con una gabbianella sulla spalla.........mi sembrava un essere spregevole...e così fu nella sua considerazione...sulla mia presenza accanto a Velv.....ma alla sua domanda......." Vi chiamate Burmid......mi sembra di aver compreso.......devo dire che probabilmente il Capitano Velv e' molto piu' gentil uomo di molti lupi di mare..........e se parlate di melma.....si.....stavo annusando del fetore...ne parlavo prima al Capitano..interrompendolo su una conversazione molto interessante...e guarda guarda....siete comparso voi..........magico cosa puo' uscire fuori dalla melma..."......guardai Velv...sorridendogli........
|
La sua gentilezza, i suoi modi affabili e poi mi portò dolcemente verso quelle piantine adagiandomi un fiore tra i capelli...aveva detto potevo parlare quando volevo..dovevo esserne felice ma non lo ero e sapevo il motivo.
Infatti poi andò nella sua cabina e voltandomi vidi fare gli stessi gesti con Clio..no..non lo permettevo, ma non per Clio..per me stessa..dovevo parlargli e prima di arrivare alla nostra meta. Fu così che lo seguii e lo vidi entrare nella sua camera e bussai..ora si doveva parlare..era venuto il momento di farlo, non si poteva continuare cosi. "Guisgard, sono Altea...fammi entrare per favore, voglio parlarti e stavolta seriamente..odio i doppi giochi..potrei entrare e non mi interesserebbe se tu fossi senza vestiti..ma non lo faccio per educazione, quindi aspetto apra tu la porta e se atterrassimo pure, puoi aspettare dieci minuti" stavolta gli avrei mostrato una vera de Bastian. |
"Vendetta? Per il fatto dei balconi? Perché dovrei?" Candidamente, ma poi alzai gli occhi su di lui "Mi
hai forse mai dimostrato che mi sbaglio?..." Mormorai "Che per te esiste un solo balcone, qualunque esso sia..." Col cuore in gola. Osservai il mio abito, per poi rialzare gli occhi su di lui. "Tu mi avevi detto di mettere un bel vestito.." Con aria innocente, per poi sorridere. "Ah, non erano i vestiti..." Mormorai, seguendo con lo sguardo la sua mano che mi sfiorava, per poi incrociare il suo sguardo con gli occhi ardenti. Ma fu solo un attimo, e se ne andò. "Aspetta.." Voltandomi "Non mi hai detto il nome di quella ragazza, ricordi?". Ma era già andato via. Mi voltai e incrociai Altea che raggiunse la stanza di Guisgard. "Ecco, appunto..." Mormorai tra me e me. Non avrebbe mai scelto me, pensai con una fitta al cuore, a quante donne aveva detto le stesse cose? Mi aveva continuato a dire che ero bellissima, nulla più. Essere bella non basta. Eppure quando mi guardava mi faceva sentire l'unica, anche se forse non era così. Altrimenti perché tenere tutto nascosto? Cercai di scacciare quei pensieri e salii sul ponte a guardare il mare. |
Il musico ascoltò Galgan e poi cessò di colpo di far vibrare le corde del suo strumento.
“Cavaliere...” disse “... io non credo di aver recato offesa alcuna alla dama di cui vi professate campione. Ho solo detto la verità ed essa, come ben sapete, non è mai portatrice di offese. Ella, la dama, è invero capricciosa e viziata, innamorata dell'Amore e non di un uomo. Ma non si può amare Amore senza scegliersi un cuore in cui poi riporlo. Non credete? Trovate allora che io recai danno? Che offesi? O forse ritenete, come spero e credo, che sia stata la dama a proferire parole vuote che oltraggiano lo stesso concetto di Amore? Lei ama e cerca le favole, non il vero sentimento. E senza Amore non vi è felicità.” Concluse. “Ma voi non potete dare della viziata alla figlia del barone” fece il giullare “o presto subirete l'ira e la punizione del mio padrone!” Il musico non rispose nulla. “Ma perchè, se di chiederlo ho licenza...” fissandolo il giullare “... le rivolgeste tali parole senza creanza?” “Perchè lei” sbottò il musico “mi chiese di lasciare il mio mestiere di cantore e di divenire un artigiano o un mercante, in modo da poterle dare l'Amore che le promisi e la sicurezza dell'altro suo spasimante. Mi riferisco a quel ricco borghese.” |
Guisgard indossò giacca e mantello, prese Mia Amata, il cappello ed uscì dalla sua cabina, dove trovò Altea.
“Siamo stati sul ponte fino a poco fa” disse lui, chiudendo la porta alle sue spalle “ed ora hai fretta di parlarmi? Spero non sia accaduto nulla.” Sorrise. Poi si udì il fischio del vascello. “Credo che siamo prossimi alle terre di Suession...” annuì “... comunque, spero non sia cosa tanto urgente, in modo da poterne parlare magari al nostro ritorno. In caso contrario mi troverai sul ponte pronto ad ascoltarti. Nel frattempo prendi l'occorrente, visto che fra non molto scenderemo a terra.” Il capitano risalì così sul ponte, dove gran parte dell'equipaggio era radunato. Lì vi era anche Clio, immersa ad osservare lo scenario che il Lagno di Suession offriva, con la sua vegetazione lussureggiante, quel verde dominante ed un'aria che appariva più limpida grazie al vento che aveva soffiato via la densa foschia dei giorni scorsi. “Siamo ormai a Suession, Guisgard.” Andandogli incontro Irko. “Bene.” Rispose Guisgard. |
Restai ad osservare il Lagno per lunghi istanti, mentre mille pensieri si affollavano nella mia mente.
Andiamo, Clio.. vuoi davvero star qui a tormentarti? Non è da te.. Non detestavi le donne lamentose, non vorrai essere una di loro? Era vero. Presi un profondo respiro e mi voltai verso gli altri, accorgendomi che anche Guisgard era giunto. Sorrisi, sentendo che ormai eravamo arrivati. "Ottimo.." annuii sorridendo. |
Guisgard diede disposizioni ad Irko e a Palos circa le ultime manovre prima di trovare un luogo sicuro in cui ormeggiare, mentre la Santa Caterina penetrava nelle terre di Suession attraverso l'alto corso del Lagno.
Il capitano poi si voltò a fissare Clio che se ne stava sola a guardare l'acqua dal parapetto. “Un minuto fa” avvicinandosi a lei, ma con lo sguardo verso l'orizzonte “eri entusiasta di scendere a terra. Tanto da indossare questo meraviglioso vestito. Ora perchè quel broncio e quel vago senso di acidità? Anche perchè...” fissandola “... non basta indossare un bell'abito, se poi ti tieni dentro la luce che solitamente irradia i tuoi meravigliosi occhi...” |
Alzai gli occhi al cielo.
"Ce l'hai su con la storia dell'acidità, si può sapere cos'ho detto adesso?" dissi piano, voltando lo sguardo verso di lui. Scossi la testa. "Ah, lascia stare.." mormorai "Sono solo consumata da quegli odiosi pensieri da donna che ho sempre tenuto lontano.." risi appena "Ti annoierebbero, o peggio.." sorrisi. Lasciai che lo sguardo vagasse all'orizzonte. Non aggiunsi altro, ci mancava solo che lo stressassi con i miei dubbi. Che diritto avevo di dirgli qualcosa? Nessuno. Perché avrebbe dovuto guardare solo me? infondo, mi aveva solo detto che ero bellissima, nulla di più, chissà a quante l'aveva detto. Dovevo accontentarmi di quello, senza pretendere di più. Sei una lagna, non ti sopporto più... "Comunque.." avvicinandomi appena "Se ho messo questo vestito è solo per catturare il tuo sguardo..." sorrisi, parlando piano, vicinissima a lui "E quello basta a farmi sorridere..". trattenendo il fiato. |
“Meglio così...” disse Guisgard a Clio, sorridendo e guardando di nuovo quel suo vestito “... pensavo di aver letto acidità o inquietudine nel tuo sguardo... quanto al mio di sguardo...” si avvicinò anche lui vicinissimo a lei “... temo ti servirà presto un altro vestito, visto che questo te lo sto consumando al solo guardarti...” e le accarezzò piano i capelli “... Suession...” indicando poi l'orizzonte di fronte a loro “... c'è un'antica leggenda qui...” prese un Taddeo d'argento dalla tasca “... si dice che tempo fu seppellito il tesoro di un gran re da queste parti... un tesoro fatto di monete magiche, perchè capaci di comprare i pensieri della gente... molti bramano quel tesoro per controllare i pensieri dei propri nemici... io invece spenderei quelle monete per acquistare uno solo dei tuoi pensieri in questo momento...” e mise la moneta nella mano di lei, per poi stringerla fra le sue.
|
Ascoltai rapita le sue parole, inebriata dalla sua vicinanza.
Ma poi risi appena, quando mise la moneta nelle mie mani. "Tu? Tu vorresti conoscere i miei pensieri di questo momento? Sicuro?" con aria divertita "Infondo, io sono sempre stata chiara ed onesta con te... non ti ho reso partecipe dei miei pensieri di questa mattina perché mi sembravano delle lagne.." alzai gli occhi su di lui "Ma se ci tieni.. mi chiedevo a quante donne hai fatto gli stessi complimenti che hai fatto a me... se riuscirò mai a catturare il tuo sguardo e il tuo cuore così da farti dimenticare tutte le altre.. " mi avvicinai ancora, per quanto fosse già vicinissimo "Oppure.. perché diavolo mi stai torturando in questa maniera... pensavo a quanto vorrei baciarti qui, adesso.. ma so che non vorresti farti vedere con me dal tuo equipaggio.." sussurrai piano, e per un istante pensai di farlo davvero, ma non lo avrei mai messo in imbarazzo. Così sorrisi, un sorriso limpido e chiaro. "Vedi.. ti avevo avvertito.. pure lagne da donna.." con faccia disgustata "Fatico a sopportarmi da sola..". Tornai a guardarlo sorridendo, stringendo la moneta nella sua mano. "Sono io.." mormorai, prima che la voce mi morisse in gola "Sono io.." continuai, alzando gli occhi su di lui "Che spenderei tutto quel tesoro per conoscere i tuoi pensieri...". |
Guisgard rispose con un sorriso a quello di Clio.
Si avvicinò ancora a lei, fino a quando il suo viso venne sfiorato dai capelli chiari della ragazza. I suoi occhi allora sembrarono più grandi e di colpo la sua espressione si fece seria. “Non so neanche cosa stia facendo il resto dell'equipaggio...” disse in un sussurro “... non so nemmeno se guardano qui, o altrove...” rise appena, ma solo per un momento “... anzi, io non riuscirei ad alzare gli occhi da te adesso...” le sue mani cominciarono a scendere piano lungo i fianchi di lei e quel vestito leggerissimo non evitò che lui potesse quasi sentire il contatto con la pelle di Clio “... sei così fresca, profumata, morbida...” le sospirò ad un orecchio “... ed io...” era talmente vicino a lei che la ragazza si ritrovò contro il parapetto “... forse... forse dovrei scendere a controllare la Sala dei Comandi... si, dovrei... anche perchè adesso là non c'è nessuno... se vuoi puoi venirmi a dare una mano... o magari potrei spiegarti come si guida questo vascello... e anche per dirti il nome di quella fanciulla...” ridendo appena. E si staccò da lei, senza però smettere di guardarla, per poi avviarsi verso la Sala dei Comandi. |
Burmid rise a quelle parole irriverenti e provocatorie di Elisabeth.
“Pare” disse poi voltandosi verso i suoi uomini “che abbiamo interrotto qualcosa di importante, signori... hihihihihihi...” “Affatto, messere.” Intervenne Velv. “Lady Elisabeth è la moglie del capitano de Gur ed io le stavo solo mostrando il panorama offerto da queste terre.” “Già, il capitano de Gur...” con un ghigno Burmid “... un uomo che non rammenta neanche più il suo nome e che ora come ora non riuscirebbe nemmeno a governare una canoa... hihihihihihi... mentre voi, capitano Velv, siete ambizioso, furbo ed affascinante... hihihihihihihihi... naturalmente mi conservo la possibilità di potervi definire anche capace, perchè ciò si vedrà quando e se catturerete quel Guisgard... hihihihihihihihihi...” “Voi invece” fece Velv “non avete mostrato ancora il vostro valore, visto che siete tornato a mani vuote.” “In verità” replicò Burmid con sguardo tagliente “abbiamo ingaggiato battaglia col vascello volante, ma senza troppa fortuna. Comunque siamo tornati indietro per questo. Ossia per avere la vostra collaborazione. Ammesso che abbiate terminato di intrattenere madama cercando di trarre poesie e romanticismo da questo grande acquitrino melmoso che ci circonda... hihihihihihihihihi...” accarezzando Matiz scesa sul suo braccio. |
Rimasi esterefatta dalle sue parole..ma quando avevamo parlato? Dovevo cambiarmi e prepararmi? Mi misi a ridere e lo vidi andare verso il ponte.."Devo prepararmi?" pensai stupita "quando prima gli ho mostrato il mio vestito e i miei capelli sciolti per la prima volta e lui mi ha messo pure un fiore nei capelli? E ora mi dice di prepararmi quando ero la prima pronta sul ponte con la sacca?".
E infatti capii tutto quando andai sul ponte e vidi parlava con la dama di turno..e non dissi nulla ma poi lo vidi andare nella sala comandi..mi ci volevano pochi attimi, non sarei stata trattata cosi. Andai nella sala comandi e lo guardai e iniziai a dirgli tutto quanto di un fiato.."Purtroppo non sono la altra..milady..sono Altea. Avevi fretta prima e ti sei pure dimenticato io ero la prima a essermi preparata ed essere sul ponte mentre mi hai rimandato a farlo e poi ti vedo parlare tranquillo sul ponte e per me non avevi tempo..senza sapere ciò che volevo dirti" la mia rabbia era più forte, il mio volto bianco si fece rosso e calde lacrime scesero sulle guance arrossate "Ovvio..tanto è sempre stato cosi..io sono solo una stupida dama di corte..nemmeno Dominus mi ha mai trattata ed offesa come fai tu..no, non potevo aspettare visto la scorsa volta abbiamo davvero rischiato di morire e non è mai tempo sprecato quando si parla di Amore..ma tu te ne sei fregato pure di sapere perchè ero li...ero li per dirti quanto ti amavo..ora puoi andare a fare la tua rappresentazione teatrale con l' altra assistente, io do le dimissioni, non aspettarmi e non cercare di convincermi" e gli lanciai il fiore che mi aveva messo tra i capelli e me ne andai in camera. Sospirai lentamente, era chiaro..lo aveva detto mi aveva preso solo per rendermi utile a bordo..in cucina..quindi non vi erano problemi, avrei aspettato qui, tanto dovevano parlare e io avrei fatto da mangiare agli altri..qualcosa di utile sempre lo facevo. Udii di nuovo il fischio di arrivo e uscita ma non me ne curai, mi avvicinai alla biblioteca e sfiorai i libri..i miei unici amici..e presi uno tra i miei preferiti di poesie. Mi stesi sul letto e mi misi a leggere con indifferenza anche se le gote erano ancora arrossate...potevano pensare di me ciò che volevano, tanto ogni cosa positiva o negativa fatta veniva sempre criticata, non volevo più parlargli. Chiusi il libro e pure gli occhi per allontanare tutto questo che mi feriva come un coltello e mi addormentai. "Maestro Teofilus" e gli andai incontro. "Vieni qui, Altea...ti sto aspettando, assieme a tuo nonno Mandus e lady Sibille". Ed ero di nuovo a Corte tra lo sfarzo e sorridevo al maestro protetta da lui. Mi svegliai quasi subito..forse quel sogno era un giusto avvertimento, nessuno avrebbe osato entrare qui e io non avrei aperto a nessuno, appena sarebbero scesi mi sarei vestita di nuovo come dama di corte e sarei tornata laggiù..tanto qui ero trattata peggio, almeno a Capomazda vi era mio nonno che mi avrebbe protetta e amata e pure Teofilus e altre persone come Madama Sibille..non sarebbe stato un problema a trovare una carrozza a Suesson, era un centro abitato e pensai di nuovo a quel sogno..la indovina aveva ragione..i sogni sono a volte veri e ci mandano segnali. http://i60.tinypic.com/20p9ft1.jpg |
-Invero, ogni uomo, ed ogni donna, soprattutto in giovane età, è colto da frivolezza e mancanza di pragmatismo; e in questo stato dell'essere, si è innamorati dell'Amore, così, come una sorta di entità astratta-
Risposi, rimanendo a braccia conserte; -Poi, l'Amore assume umane fattezze, rendendosi spesso amante idealizzato, per dama o messere che sia........Talvolta l'idea si fa più matura, e in questo caso avremo l'amore della vita......- Rimasi un istante in silenzio, pensando che, talvolta, l'amore si accinge a togliere, allo scopo stesso di dare; sta a noi la scelta, il decidere se quanto ci viene tolto ci sta più a cuore di quanto potremmo ricevere, o viceversa. Con questi pensieri, proseguii; -Buon musico, forse, voi non siete colui che, nel cuore di lady Dafae, è destinato ad assumere le umane fattezze per conto di messer Amore; forse, al momento, nessuno lo è. La richiesta della dama è stata molto forte, perché molto è il chiedere ad un musico di smettere di essere tale, ma forse questo è il prezzo che vi veniva chiesto, stava a voi scegliere se pagarlo o meno. L'insulto non è contemplato, e mai deve esserlo in colui che dovrebbe avere morigeratezza di modi. Il fatto che voi non abbiate visto alcuna offesa, nelle vostre parole, è chiaramente ininfluente; chi le ha subite, si sente coperta d'onta, e chiaramente questa va lavata, con le vostre scuse- Indurii lo sguardo, mi volsi un istante verso il giullare, poi tornai al musico; -Molto si è parlato e molto si sta parlando, ed invero, io sono un cavaliere, quindi unisco all'ideale l'azione. Il giullare dice bene, perché la mia funzione, qui e ora, è quella di lavare l'onta, all'occorrenza, per conto di una dama offesa, in special maniera, e di un padre premuroso, di riflesso; ma sappiate che l'ira che subirete, sarà soprattutto quella delle vostre stesse colpe, pensateci- Rimasi un istante in silenzio, per dare modo al mio interlocutore di capire bene le mie parole, poi proseguii, formale ed inflessibile; -Or dunque, fedele alla mia funzione, devo chiedervi, ancora una volta, di porgere le vostre scuse a lady Dafae-. |
Il cuore batteva all'impazzata mentre si avvicinava, sempre di più.
Lo fissavo con gli occhi spalancati. Baciami, maledizione... Trattenni il fiato quando disse che non sarebbe riuscito ad alzare lo sguardo da me. "Allora non farlo.." mormorai, cingendogli il collo con le mani, con una delicatezza che non avevo mai avuto, considerando che quella per me era una presa per atterrare. Com'era strano lasciare la mano morbida, sfiorare delicatamente la sua pelle, e quanto mi appariva naturale. Il mio vestito era talmente leggero che riuscivo a sentire le sue mani che mi sfioravano, facendomi fremere e tremare. Dimmi che è me che vuoi.. nessun altra.. "Resta con me.." sussurrai soltanto, senza togliere gli occhi dai suoi. Ormai sentii il parapetto sulla mia schiena. Non capii subito cosa c'entrasse la Stanza dei Comandi. Mica dobbiamo scendere tra poco? Pensai. Ma non riuscivo più a parlare, e lui si allontanò. No, no, no... Lo fissai con gli occhi spalancati e il fiato corto, finché non sparì dalla mia vista. Non andartene.. Chiusi gli occhi, cercando di respirare normalmente. "Maledizione.." imprecai tra me e me, scaricando un pugno contro il parapetto, per poi girarmi verso il Lagno, aggrappata al parapetto. Calmati, Clio.. adesso ti calmi.. Non puoi presentarti da lui in queste condizioni.. Presi un profondo respiro, e poi un altro, e un altro ancora. Mi sentivo come se mi avessero dato una nuova arma da provare, e io non riuscissi ad ottenere risultati nonostante ci provassi. Non capivo più niente, e mille pensieri mi tormentavano. Perchè mi tortura così? Dove sbaglio? Cosa devo fare per scoprire cosa prova per me? E io che credevo fossero le donne quelle complicate.. Beh, magari non ti dice niente perché non c'è niente da dire. Magari è molto più semplice: ti trova attraente, punto. Non cominciare, deprimermi non è costruttivo. Presi un altro profondo respiro. Anche se così fosse è già un punto di partenza. Non ho mai tenuto a qualcosa così tanto, e lotterò per conquistare il suo cuore. Infondo, è già andata meglio di quanto mi aspettassi... Non ho mai pensato che sarebbe stato facile... Sorrisi, guardando lontano. "Andiamo nella Sala dei Comandi.." mormorai piano, in un sospiro. Mi incamminai verso la Sala quando udii una voce di donna e mi fermai alzando gli occhi al cielo. Poi non sei sempre circondato da donne, eh... neanche il tempo di arrivare e ce n'è già un'altra... Stavo per andarmene, quando vidi Altea uscire dalla stanza, non sembrava contenta, anzi. Aprii la porta, appoggiandomi allo stipite a braccia conserte. "Cosa le hai fatto?" scuotendo la testa, per poi raggiungerlo con un gran sospiro. "Non credo avremo tempo per noi..." mormorai piano "Non sono affari miei ma.. qualunque cosa tu abbia combinato dovresti andare a farti perdonare.. e poi sarà già ora di scendere..." con un sospiro, avvicinandomi ancora di più "Dimmi solo quel nome.." sussurrai piano sorridendo appena, con gli occhi nei suoi "Non vorrai farmelo sospirare come.. come.." avvicinandomi pericolosamente il mio viso al suo "Come mi stai facendo sospirare un tuo bacio..." alzando gli occhi su di lui "O i tuoi pensieri..." sospirai "Rinuncerei al bacio se servisse conoscere i tuoi pensieri...". |
Velv....diede prova di cortesia.....gli dovevo dare atto che non perdeva la ragione Burmid invece era collerico.....poco avvezzo a far funzionare il cervello...ammesso che ne avesse uno......" Vi ringrazio Capitano Velv, ma non dovreste perdere il vostro tempo a spiegare cose che ul qui presente non sa neanche che esistono......per quanto riguarda mio marito....avrà smarrito la memoria.....ma saprebbe fare molto meglio di voi...ho i miei dubbi che voi sappiate far salpare la vostra nave se non ci fosse tutta la vostra ciurma al vostro seguito....."......Nettuno mi aveva dimostrato di saper navigare anche quando avevamo due assi sotto il sedere.....ma a Burmid non mi andava proprio di confidarli...stupido idiota.....
|
Tutto accadde molto velocemente.
Guisgard era sceso presso la Sala Comandi ed era giunta Altea. Quel suo sfogo, poi la donna era andata via, verso la sua cabina. Ma quando il presunto Taddeide fu sul punto di seguirla, arrivò Clio. “Già...” disse lui, sorridendo appena “... rammento... tu mi hai sempre visto troppo galante, quasi un farfallone...” la strinse forte a sé, fra le sue braccia, contro il suo petto. Quasi in un impeto di passione a stento controllabile. E lui poté quasi avvertire ogni forma e fattezza del corpo di lei, tanto era leggero e delicato quel suo abito. “Ma qualcuno una volta ha scritto” continuò lui “che vi è un solo modo per scoprire quanto sia sincero un uomo... con un bacio...” avvicinò le labbra a quelle di Clio, per poi accarezzare la bocca della ragazza con la sua “... quanto ai miei pensieri... basta chiedermeli... puoi chiedermi tutto, lo sai...” E le sue mani strinsero ancor più il corpo di lei. Allora la baciò. La baciò intensamente, assaporando a lungo le sue labbra. Assaporandole piano e poi sempre più vivamente. E le sue mani scendevano ovunque lungo quel soffice vestito, stringendone la stoffa, poi accarezzandola, tirarla su, fino scoprire e a toccare la pelle di lei, liscia e morbida come i petali di un fiore. Fu così per lunghi istanti, fino a quando la prese in braccio, facendola sedere sulla tavola delle mappe, dei sestanti e degli astrolabi. E la baciò di nuovo. Ancor più intensamente, mentre le sue mani le accarezzavano il collo, poi le spalle, fino a scendere delicatamente a lambire l'ampia scollatura di quel vestito. “Elisya...” sospirò “... Elisya... era il nome di quella ragazza...” Ma proprio in quel momento si udì il fischio della nave. Erano giunti al porto di Suession. Un attimo dopo si udirono rumori di passi che scendevano dalle scale. Guisgard allora si arrestò di colpo e qualche attimo dopo qualcuno aprì la porta ed entrò. “Guisgard, siamo arrivati.” Fece Lainos. “Bene...” annuì il capitano, per guardare poi Clio. |
Altea era nella sua cabina ed udì il fischio.
Era il segnale che la Santa Caterina era giunta al porto di Suession. Ed infatti a bordo tutti erano presi dalle manovre di attracco. Ad un tratto però qualcuno bussò alla porta. “Altea...” disse Yolanda dall'esterno “... Altea, sei sveglia? Aprimi, voglio parlarti...” |
Il musico fissò Galgan.
“Forse dite il vero.” Disse. “Forse non sono io colui che è destinato ad essere l'amore di quella damigella. Ammesso che esista quell'uomo. Ma voi siete un cavaliere e non avrei modo di oppormi a quanto mi imponete. Dunque, se mi costringerete, io chiederò scusa alla damigella. Ma sappiate che sarà una forzatura, ingiusta ed indegna.” In quel momento nella locanda arrivarono alcuni individui. Si guardarono intorno e poi, riconoscendo Galgan ed il giullare, si avvicinarono al loro tavolo. “Siete voi messer Galgan, giusto?” Chiese uno di quegli individui al cavaliere. |
Burmid rise sonoramente a quelle parole di Elisabeth.
“Ah, capitano...” disse a Velv “... una donna che trova il coraggio di dirmi in faccia ciò che pensa... hihihihihihihihihhi... a differenza vostra... hihihihihihihihihihi... ma so che il vostro ruolo vi impone di rispettare tali gerarchie...” guardò Elisabeth “... ma non temete, madama, presto vostro marito potrà dimostrare tutto il suo valore... hihihihihihihihihihihi...” tornò a fissare Velv “... comunque, parlando di cose serie... so in che direzione è volato via il vascello volante del traditore...” “Davvero?” Sorpreso Velv. “Si, davvero... hihihihihihihuhihi...” divertito Burmid. |
Risi appena, mentre mi prendeva tra le braccia.
"Farfallone, addirittura?" Risi "Solo perché sei galante con tutte al posto di esserlo con una sola? Esagerato.." Sorrisi. Adesso era lì con me, e non volevo pensare ad altro. Ma poi risi di nuovo, scuotendo la testa. "Chiedere? Oh, questa è bella.. Ci sono cose che non si possono chiedere..." Sussurrai, con gli occhi nei suoi "Devono venire dal cuore.. Altrimenti che gusto c'è?". Ma non riuscii più a parlare, quando avvicinò le sue labbra alle mie. E poi quel bacio. Dolce eppure intenso, colmo di desiderio e passione, a cui mi abbandonai completamente, stringendolo a me, affondando le dita nei suoi capelli, accarezzandogli il viso mentre le nostre labbra si univano ancora e ancora. Sentivo le sue mani che mi sfioravano, lasciando brividi infuocati sulla mia pelle. Poi mi ritrovai sulla tavola, sempre più persa in quel vortice di passione. Finché, finalmente, nono sospirò quel nome. Sorrisi. "Beh, quella Elisya è una ragazza molto fortunata.. " col fiato corto "Lui che si innamora di lei da ragazzino, poi torna dopo anni per conquistare il suo cuore e lei se ne innamora.. Si, credo proprio che sia andata così.. E ha ottimo gusto in fatto di abiti.." Risi appena, in preda ad una felicità che non credevo avrei mai assaporato. Il fischio mi riportò alla realtà. Scesi dalla tavola con un agile balzo, in silenzio. Lainos entrò per comunicare a Guisgard che eravamo arrivati, e io ringraziai di dare le spalle al marinaio. Guisgard mi guardò e sorrisi. "Vai a recuperare l'altra assistente.. Vi aspetto sul ponte.." Senza staccare gli occhi dai suoi. |
Quel fischio...mi misi le mani tra i capelli..ero combattuta tra me e me..maledizione!!Così tradisci le aspettative del Duca Taddeo l' Austero pure e quelle di mio nonno..il Duca stesso, ero una bimba piccola ma loquace dovuto al suo modo di educarmi, in punto di morte mi fece promettere di continuare tutto questo..se lui fosse tornato di aiutarlo..infatti e non sapeva come era suo nipote..nemmeno che mai una volta suo nipote aveva pronunciato il suo nome, mai mi chiese di lui..la mia vita era dannatamente legata a lui, ma da oggi in poi non avrei tifato nè per lui o Dominus..trovasse il Fiore Azzurro poi avrei valutato pure io se fosse il vero Duca.
Mi guardai allo specchio, ero spettinata e guardandomi pensai avevo pure perso la mia identità per lui..per essere come lui e gli altri, ora sarei tornata una vera de Bastian, una vera duchessa. Presi un vestito scarlatto leggermente più ricercato, sciolsi con un gesto i lacci del vestito che scivolò a terra. Mi sistemai il corsetto nero dal pizzo bianco con inserti e lacci rossi, regalo della amata Madama Sibille e puntai bene il talismano a forma di rosa e chiusi bene la porta a chiave. Indossai il vestito e allacciai i lacci strettamente e sistemai la scollatura, presi la collana preziosa di zaffiri donatami da Dominus per il ballo e la misi al collo e poi presi la stessa mantellina di pelliccia, sempre dono di Dominus per l' ultimo ballo a Corte per la cena diplomatica, quella la avrei indossata in caso fosse freddo visto la pesante umidità dei giorni e guardai il mio anello di smeraldo e voltandolo vidi lo stemma taddeide e sospirai..erano miei..erano regali dell' Austero pure se lui non mi voleva. Presi dalla sacca un fermaglio di brillanti e lo puntai dietro ai capelli ma lasciandoli sciolti. Mi guardai soddisfatta..non ero appariscente visto l' occasione non era importante ma elegante come una de Bastian doveva essere. Ad un tratto udii bussare alla porta e sentii la voce di Yolanda, le aprii leggermente stupita facendola entrare.."Yolanda, che è successo? Spero nulla di grave..io dovrei..si..scendere con Guisgard e Clio..magari potresti venire pure tu come guardia del corpo, visto come mi guarda la piratessa e presumo vorrebbe conficcarmi un pugnale magari" e sorrisi facendola accomodare dandogli del succo di melograno e mi sedetti davanti a lei guardandola.."Seriamente..se sei venuta a dirmi sono di troppo ti sbagli, visto ora siamo io e te di troppo..ho la impressione il nostro capitano sia incline al fascino femminile" e sospirai bevendo il succo "Non crucciarti per il nostro bel capitano, ha dato il ben servito pure a me sembra..dimenticalo, credi a me, non fare lo stesso mio errore..comunque era questo o per altro?" e la guardai interessata. |
Yolanda sorrise ad Altea.
“Oh, io non temo nulla ed aspiro solo all'avventura.” Disse. “E questo ero venuto a dirti... ho udito, diciamo, casualmente la tua conversazione col capitano... preferisco sorvolare sulla tua confessione a lui e mi preme chiederti invece altro... avevi detto di non voler più andare a Suession... giusto? Dunque potrei andarci io al tuo posto... cosa ne dici? Così tu resterai qui a bordo ed io avrò la mia avventura in quella terra. Accetti?” Ma di nuovo i udì il fischio della nave. Era il segnale che bisognava subito scendere a terra. Sul ponte, intanto, Clio aveva raggiunto Chiò ed Ammone già pronti per la missione. Poco dopo arrivò anche Guisgard. “Tutto è pronto, Guisgard.” Fece Irko. “Manca solo lady Altea.” |
Tornai sul ponte, pronta a scendere.
Accolsi volentieri l'aria fresca, che raffreddò la mia pelle ormai bollente. Mi appoggiai al parapetto. Guisgard alla fine arrivò sul ponte e gli sorrisi. |
Rimasi stupita dalle parole di Yolanda e risi.."Ma tu non perdi il vizio di origliare eh...ho pensato molto e ho una promessa da mantenere..quindi andrò a Suession..se vuoi posso dire a Guisgard di portarti pure te". Posai il bicchiere e feci cenno di seguirmi mentre ci avviamo sul ponte vicino a Guisgard e lo guardai fingendo indifferenza.."Guisgard, milady Yolanda ha una richiesta per te".
|
Guisgard arrivò e rispose con un sorriso a quello di Clio.
Poi gli parlò Irko, ma proprio in quel momento arrivarono Altea e Yolanda. “Ebbene...” disse il capitano alla damigella “... vi ascolto...” “Ecco, io...” fece Yolanda “... io vorrei venire con voi!” “Impossibile, damigella.” Sentenziò il presunto Taddeide. “Ma perchè?” Delusa Yolanda. “Forse queste due sono migliori di me?” Indicando Altea e Clio. “Damigella...” fece Guisgard “... voi non fate parte del mio equipaggio e siete qui in qualità di ospite. Chi è al mio seguito ha scelto di esserci di sua spontanea volontà. Mentre io non posso correre il rischio che vi accada qualcosa. E poi” concluse “sta a me decidere chi è migliore o meno di altri. Vi saluto dunque, invitandovi ad essere disciplinata fino al mio ritorno.” E mostrò un lieve inchino. “Allora spero che vi accoppino!” Gridò Yolanda. “Insieme a queste due sciacquette!” “Non è un linguaggio da dama dabbene, damigella.” Sorridendo Guisgard. “Andate al diavolo!” Urlò la ragazza, per poi tornarsene nella sua cabina. “Beh...” ridendo il capitano “... speriamo che le maledizioni non colgano davvero!” E tutti sul ponte risero. Il boccaporto allora si aprì e i cinque scesero a terra. Dal piccolo porto fluviale, seguendo un viottolo, raggiunsero poi una strada più ampia, dove un cartello indicava Suession a tre miglia. Ma sul ciglio della via si accorsero di una fastosa carrozza, tirata da due baschi di pregevole vigore. Scese allora il cocchiere e si avvicinò loro. “Lord Guisgard, presumo.” Con un inchino. “Si, sono io.” Annuì il capitano. “Prego, ho il compito di condurvi al Castello Baronale.” Disse il cocchiere. I cinque così salirono a bordo e la carrozza partì. |
Guisgard senza remore aveva dato un no tassativo a Yolanda...ma avevo capito bene? Aveva detto lui decideva chi era migliore o no? Lo guardai per un attimo..ma da dove gli veniva ogni tanto questa cattiveria..a volte era affabile e a volte ti uccideva con la parola.
Scossi il capo..un pò mi spiaceva per Yolanda, non aveva mai potuto dimostrare quanto valesse e capivo il suo sbotto. Ci avviammo così verso Suession, tenevo salda la mia sacca e poi vidi una sontuosa carrozza e ci fecero salire e partimmo. "Ha detto ci porta in un castello baronale..vi abita un nobile dunque..barone o altro, visto i castelli vengono comprati da diversi nobili..la cosa si fa più strana, sperando non sia dalla parte di Dominus no? Ma dubito un nobile faccia una rappresentazione teatrale..a meno che non ami il divertimento". Spostai la gamba e mi accorsi sfiorò quella del capitano e mi pietrificai e guardai fuori dal finestrino per non guardarlo, sperando non si notasse il turbamento. |
Osservai Yolanda con aria di sufficienza, per poi ridere insieme agli altri.
"Oh, cielo... sciacquetta non me l'aveva mai detto nessuno.." ridendo. Scendemmo così dalla Santa Caterina, e subito una carrozza ci accolse. Erano sicuri del nostro arrivo. Così, salimmo sulla carrozza, alla volta di Suession. |
Saliti nella carrozza, Guisgard, Clio, Altea, Chiò e Ammone trovarono nella vettura un altro individuo.
Era un uomo di robusta costituzione, dall'aria poco sveglia. Tuttavia i suoi modi e le sue parole tradivano quella tipica cultura cortigiana, fatta di apparenza e vuota indifferenza. “Benvenuto a bordo, milord.” Disse a Guisgard. “Signore...” alle due donne “... messeri...” a Chiò e ad Ammone. “Siete Maccus?” Chiese Chiò. “Oh, affatto.” Rise l'uomo. “Sono solo un cortigiano incaricato di accompagnarvi al Castello Baronale di Suession.” “Pensavo ci attendesse un teatro.” Fissandolo Guisgard. “Forse questo Maccus è un nobile?” “Solo nell'animo e nell'estro, milord.” Sorridendo il cortigiano. “Vive dunque al servizio di un nobile mecenate?” Domandò il presunto Taddeide. “Si, milord.” Annuì il cortigiano. “Alla corte di lady Cramelia di Suession. Ma non temete, appena giunti al castello tutto vi apparire molto più chiaro.” Guardò Guisgard con attenzione. “Devo confessarvi che voi, milord, siete proprio come Maccus vi immaginava.” “Davvero?” Studiandolo Guisgard. “Si.” Rispose il cortigiano. “E mi complimento per la scelta delle vostre assistenti, milord. Sono due bellezze straordinarie, sebbene diversissime fra loro.” “Come fa questo Maccus a conoscermi?” Sospettoso il presunto duca. “Ma tutti conoscono ciò che sta accadendo a Capomazda.” Rivelò il cortigiano. “La contesa tra voi e l'attuale Arciduca e tutto il resto. Ma vi prego, milord, di non preoccuparvi oltre. A corte ogni vostro legittimo dubbio sarà sciolto.” Indicò allora fuori dal finestrino, il paesaggio circostante. La carrozza imboccò una stradina laterale e cominciò a percorrere un tratto scavato dai profondi solchi lasciati dal secolare passaggio di ruote, fiancheggiato da sterpi, muschio e pietrisco. Era ormai meriggio inoltrato e variegati sicomori, incantati salici e bronzee querce parevano quasi animarsi alla calante luce del Sole, vaga e mutevole per il prossimo arrivo del crepuscolo. La millenaria brughiera allora apparve loro in tutto il suo primordiale splendore. I pascoli verdeggianti, la vasta campagna ed il tetro e muto profilo dei monti lontani che racchiudevano quello scenario, si mostravano come immagini tratte da un libro di antichi e perduti racconti. Ed in questo silenzioso panorama solo il cigolio delle ruote della carrozza sembrava scuoterne le fattezze da un'innaturale dimenticanza. Poi, ad un tratto, la vegetazione parve aprirsi come i cancelli di un mondo a parte ed allora videro l'imponente ed antica costruzione. Il castello si ergeva su una monumentale sostruzione, simile ad un immenso tumulo, sotto il quale venivano convogliati i flussi del Lagno che lo circondavano, generando un invalicabile fossato difensivo. “Il Castello Baronale di Suession.” Svelò il cortigiano. http://www.itiniti.com/JB/kaj_bo/fantazija/fant195.jpg |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 08.15.46. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli