Osservai il distintivo .... ispettore...oh, quando avrei raccontato tutto al questore "Si, è un distintivo, e questo lo rende superiore agli altri, si guardi bene a mostrare al primo venuto un distintivo, potrebbe essere controproducente per lei non trova?" sorridendo in modo enigmatico.

“Davano un bel film alla tv...” disse Lizzie sgranocchiando le patatine “... Il Giglio Verde... stasera mi andavano avventure e romanticismo... e tu che hai fatto?” A Gwen.

Goaz guardò Altea grattandosi il grugno.
“Già già...” disse poi cercando di sembrare troppo stupido.
“Ispettore, dobbiamo andare.” Lo chiamò Loi.
“Si... si...” farfugliò l'ispettore, per poi seguire il suo collega, andando via con lui.
Altea ora poteva entrare nell'ufficio di Fessen.

"Sembra interessante..." commentai.
Presi delle coperte e la raggiunsi sul divano.
"Non ero molto in vena, la pioggia incalzava e ho deciso di tornare..." risposi, ed era la verità.
Solo che sentivo ancora delle esitazioni nel dirle di quella offerta letta sui manifesti.

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Quanto era antipatico, ecco perché la Federale ci aveva chiesto aiuto, se aveva affidato l' incarico a tale individuo "Hunt, ma che razza di idiota...bene entro".
Bussai alla porta dell' ufficio di Fessen, ora si doveva fare sul serio.

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Lizzie sorrise e fece posto a Gwen sul divanoo, passandole anche il sacchetto di patatine.
"Hai fatto bene..." disse "... che ci frega? Stasera siamo ricche e non ci interessa di niente e di nessuno." Ridendo.

Finito il film, in tv passarono di nuovo l'intervista di Fantamas.

"Eh, tesoro..." disse Hunt ad Altea dal palmare "... colpa tua che sei troppo avvenente." Divertito.
La finta scrittrice entrò nell'ufficio di Fessen, accompagnata da uno degli assistenti.
Il giornalista era preso a controllare alcuni documenti.
"Prego, si accomodi..." rivolto poi ad Altea "... mi dica tutto." Sorridendo.

Presi il sacchetto di patatine e mi accoccolai accanto a lei.
Lizzie era un po' la sorella che non avevo mai avuto e mi ci ero molto affezionata, in questo anno che abitavamo insieme.
"Oh, ma che persecuzione questa intervista..." commentai sbuffando, prima di prendere una patatina.

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"Tesoro? Ti ho dato licenza di tale confidenza?" in tono serio ma mi scappava da ridere al pensiero di cosa stesse osservando.
Un assistente mi portò da Fessen e lui era intento in qualche lavoro, stava osservando dei documenti...chissà di cosa si trattava.
Mi sedetti di fronte a lui, accavallando la gamba sinistra e lo osservavo "Piacere signor Fessen, sono Altea de Bastian, sono una scrittrice e sto appunto scrivendo un libro su Fantamas, sono rimasta stupita lei abbia avuto quella intervista. Il mio intento? Inserirla nel libro per fare di lei un eroe e io avrò il mio successo..una collaborazione insomma" con tono basso, muovendo leggermente la gamba e fissandolo.

“Già, sembra quasi la prima di un film...” disse seccata Lizzie “... ma poi mi chiedo... che cavolo di aspetto avrà questo Fantamas? E il giornalista che l'ha intervistato? L'avrà visto in faccia, no?” A Gwen.

Fessen ascoltò Altea e notò quel leggero movimento della gamba accavallata di lei.
“Sembra che lei abbia le idee chiare.” Disse lui sorridendo. “Mi piacciono le persone decise, che sanno quello che vogliono. Ma come mai pensa a me come un eroe? Dovrebbe essere la polizia a prendersi tale ruolo, quando ovviamente avrà acciuffato quel lestofante. Ammesso accada mai.” Annuendo divertito. “Gradisce qualcosa da bere?”

"Secondo non è nemmeno lui... Avrà mandato qualcuno al suo posto..." commentai, mangiando altre patatine.
Poi la guardai.
"Lizzie?"

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Lizzie rise.
“Si, mi sa ci hai preso...” disse divertita “... oggi tutto è una gran farsa in tv...” scuotendo il capo “... cosa c'è?” A Gwen.

Primo passo...accapparrarsi la sua fiducia.
Secondo dare sempre ragione.."Perchè un eroe..e me lo chiede?" fingendomi stupita "Lei è arrivato nell' impossibile. La polizia? Lei è arrivato ad avere un' intervista da Fantamas mentre la polizia brancola nel buio, infatti prima, è uscito un ispettore che ha iniziato a fare il piacione" ridendo "Se questa è la polizia" in questo vi era un chè di vero.
"Oh si grazie, per me un gin tonic, lo champagne lo lasciamo a quando il nostro patto diventerà reale?" osservandolo in quegli occhi azzurri con fare misterioso...terzo passo...attrarlo nella tela del ragno, ma non era affatto male il tipo.

"Se ad esempio io avessi quasi trovato un lavoro, tu cosa ne penseresti?" le chiesi, restando sul vago.

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“Perfetto.” Disse Fessen ad Altea, per poi chiamare uno dei suoi assistenti. “Un gin tonic ed un Campari con ghiaccio e limone.” Ordinò. “Grazie.” Al ragazzo. “Torniamo a noi...” alla finta scrittrice “... non vorrei deluderla, ma io non ho né i numeri, né la voglia di acciuffare Fantamas o qualunque altro lestofante in giro. Io mi limito a raccontare dei loro misfatti.” Sorridendo. “Sicura vuole uno come me per fare l'eroe del suo libro?”

Presi il gin tonic ascoltando le sue parole "Non è nostro compito no?" assumendo un' aria seria "Tocca alla polizia acciuffarlo, pure io sono una scrittrice e certo non mi metterei in pericolo, il mio compito come il suo è informare la gente, narrare, raccontare...si, lei mi sembra il tipo adatto, sa ciò che vuole e questo gira a suo favore. Penso abbia successo nell' opinione pubblica e questo gira a nostro favore, anche parlando economicamente" con un sorriso compiaciuto "Oh, mi dia del tu, non voglio formalità".

“Un lavoro...” disse Lizzie guardando stupita Gwen “... intendi un vero lavoro? Di quelli che durano 8 ore al giorno, stipendio fisso, contributi e ferie pagate?” Fissandola. “Ok, la pioggia ti ha fatto prendere un malanno... fila subito a letto, ti preparo un latte caldo con miele!”

“Devo ammettere sai essere molto...” disse Fessen ad Altea “... come dire? Intrigante con i tuoi progetti.” Sorridendo ed accogliendo il suo invito a non essere troppo formali. “Beh, se io le ispiro tale ruolo non voglio certo metterle i bastoni fra le ruote. Quindi mi presterò ad ispirare l'eroe del suo libro, cos'ho da perdere, no?” Bevendo il suo Campari.

Risi e risposi "Sei passato al tu al lei nuovamente...infatti non hai nulla da perdere, d' altronde non corri nessun rischio no?" poggiando il bicchiere sul tavolo e facendomi più avanti in modo confidenziale, sicuramente egli pensava ai soldi mentre io volevo sapere la verità su quel video.

All'inizio sembrava che andasse bene.
Ma poi, sentii crollarmi la mia fiducia verso di lei crollare come un castello di carte.
Scossi la testa con faccia delusa e filai a letto.
Davvero pensava di continuare così per sempre?
Con questa vita sbagliata, con questa vita che ti umiliava e ti denigrava?
Aveva davvero intenzione di farlo?

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"Beh, mi ci devo abituare." Disse Fessen ad Altea. "Sono fondamentalmente un ragazzo semplice, essendo cresciuto in campagna." Sorridendo. "Allora ok, andata." Porgendole la mano. "Sarò modello per ispirare l'eroe del tuo romanzo." Facendole l'occhiolino.

Gwen se ne andò delusa nella sua stanza, coricandosi.
Poco dopo arrivò Lizzie con una tazza di latte caldo e miele.
"Ecco, dopo la pioggia sui vestiti, qualcosa di caldo ti farà bene." Disse.

Bingo..."Perfetto" con il volto entusiasta e afferrando forte la sua mano "In campagna, ne hai fatto di strada, io vengo dai bassifondi invece...al nostro successo, che ne dici se usciamo, ho voglia di un giro in auto, magari con la tranquillità possiamo parlare, ho paura abbiano messo in giro dei microspia" magari mi avrebbe detto qualcosa sull' aggancio del video ma era un inizio, mentre osservavo la sua bella figura.

Sentii Lizzie arrivare trattandomi davvero come se fossi una povera demente malata.
Mi sentivo davvero offesa e delusa dal suo comportamento nei miei confronti.
Volevo solo una vita normale, na lei sembrava non capirlo.
Così rimasi ostinatamente voltata e in silenzio.

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Tutta quella storia si faceva sempre più strana.
Ascoltavo in silenzio e poi andai ad accompagnare i due poliziotti all’ascensore.
Fuori dalla porta c’era la scrittrice, le feci segno che poteva accomodarsi.
Un attimo dopo tornai, entrai nell’ufficio e ripesi il mio posto accanto a Fessen, curiosa di sentire questa proposta editoriale.

"Beh, magari domani, visto sono incollato in questa redazione fino a tardi..." disse Fessen ad Altea "... bisogna aspettare esca il giornale." Sorridendo.
Intanto era tornata Destresya dopo aver accompagnato i poliziotti all'ascensore.
Fessen allora mise al corrente la sua segretaria della proposta di Altea.

"Ehi..." disse Lizzie a Gwen "... a cos'hai? Sei strana?" Toccandole la fronte. "Non hai la febbre..."

"Allora domani ci vediamo per colazione, e non mi fai vedere come si lavora in una redazione, volevo fare la giornalista ma poi scelsi la scrittrice" non voleva uscire e forse era un elemento oppure no.
Arrivò una segretaria e Fessen la informò sulla mia proposta "Piacere signorina" salutandola con un cenno del capo e finendo il gin tonic.

"Basta Lizzie!" sbottai, urlando.
"Voglio solo una vita migliore, una vita normale! Una vita che non è questa, però! Voglio non dover essere guardata in quel modo tutte le notti, voglio non dover rischiare la vita per racimolare quei soldi, voglio lavorare di giorno e andare serenamente a dormire la notte dopo una giornata estenuante di lavoro, voglio tutto questo!" aggiunsi, con tono accorato.
"Ti sembra tanto assurdo?" fissandola "Evidentemente sì."

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Asvoltai la proposta di questa scrittrice con attenzione.
“Oh, un libro su Fantamas, interessante!” Sorridendo “Sono sicura che sarà un successo, e tu non perderai certo occasione per fare l’eroe, immagino!” Facendogli l’occhiolino e sfiorandogli il braccio con fare complice ed intimo.

"Beh, se ispiro tale ruolo ad una scrittrice, vuol dire che il mio fascino romantico non si smentisce mai." Disse divertito Fessen a Destresya. "Si, domattina per colazione andrà benissimo." Rivolto poi ad Altea.

Lizzie guardò negli occhi Gwen ed ascoltò quel suo sfogo.
“No, non è assurdo...” disse “... anche io lo vorrei. Tutte noi in mezzo alla strada lo vorremmo. Ma poi? Se qualcuno ci riconoscerà? Il datore di lavoro, un cliente... non ci pensi? Farai finta di niente? Beh, forse tu, ma chi di dovere ti licenzierà, mia cara!”

Ci pensavo?
Certo che ci pensavo!
Ma ero disposta a farlo, un tentativo.
"Forse ho un modo" dissi.
"Hai presente il manifesto che abbiamo visto oggi?"

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Pensai che la modestia non era per Fessen ma era un particolare irrilevante "Va bene, ti do il mio cellulare" prendendo un notes dalla borsetta e una penna in oro e diamanti...un piccolo vezzo per i miliardi guadagnati a nome di Sua Maestà avrebbe detto 007 e scrissi il mio cellulare e lo guardai per un attimo negli occhi sorridendo, disegnando un cuore...era lì dovevo fare breccia. Lo ripiegai e lo misi nel taschino della sua camicia "Puoi chiamarmi quando vuoi, anche di notte se ti senti solo, mi raccomando domani mattina solo io e te" alzandomi e sorridendogli.

"Si, certo..." disse Lizzie a Gwen "... ma cosa c'entra? Vuoi forse fare la modella?"

Altea mise il bigliettino nel taschino di Fessen e lui sorrise.
“Oh, sei gentile e premurosa.” Disse guardandola e sorridendo di gusto. “Una scrittrice che soffre di insonnia immagino.” Facendole l'occhiolino.
In quel momento però squillò il telefono e lui guardò Destresya affinchè rispondesse.

"No, c'era l'annuncio per una commessa, in uno di quei negozi..." risposi allora.
"Quello... Quello nel manifesto era Elv..." snocciolai alla fine "Credo sia il vicepresidente di quella maison..."

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"Si, sono solita non dormire di notte, amo scrivere di notte" a dire il vero agivo di notte, CR9 viveva nell' ombra.
Poi suonò il telefono, dovevo capire chi fosse, misi la mano sulla giarrettiera alzando velocemente l' audio del palmare.
"Tu sembra pure soffri di insonnia se hai detto che stanotte devi lavorare" poggiandomi leggermente seduta sul tavolo alzando la gamba, dovevo sapere chi era al telefono "Un peccato sprecare una notte lontani" fissandolo.

La scrittrice mostrò le sue carte, dimostrando di avere secondi fini su Fessen, succedeva in continuazione.
Lui faceva sempre la sua sceneggiata e nulla di più.
Gli scambiai un’occhiata complice e lievemente divertita quando si avvicinò a noi due per mettergli il bigliettino nel taschino.
Si accordarono per il giorno dopo, e poi il telefono squillò, mi allungai appena sulla scrivania per afferrarlo e risposi.
“Buongiorno, Ufficio di Fessen...” in tono professionale.