Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 26-06-2014 21.30.09

Rimasi ad ascoltarlo in silenzio...non dovevo cedere così..lo avevo fatto prima mostrandomi a lui..l'Amore è una debolezza e io non volevo più amare.
E come una ombra uscì da quella stanza attraverso il balcone lasciandomi sola tra mille lotte interiori.
Mi stesi...ma ero solo felice di saperlo di nuovo tra noi e cosi riuscii ad addormentarmi finchè arrivò l' Alba e un nuovo giorno.
Entrarono Amina e Fatima e mi prepararono per quel nuovo giorno, Amina mi guardava e mi disse ero strana..."No..sono solo ancora scossa da ieri, non ho mai dovuto affrontare un esercito sola..piuttosto stamattina dovrebbero arrivare gli uomini di messer Carolon per aiutare le nostre guardie..vediamo se è stato di parola".
Uscii dalla stanza ma vidi Korshid che mi osservava in modo strano e mi chiese se avevo dormito bene.."Si, i miei sogni sono stati mandati dagli Dei quindi hanno portato conforto".
Mi diressi verso i corridoi e vidi Ahmed parlare con Ismael e mi fermai di colpo.."Ismael...vedo state bene, me ne compiaccio, penso Ahmed vi abbia detto ieri notte, prima di venire alla locanda siamo stati da Carolon e ho chiesto lui di mandarci oggi alcuni dei suoi uomini in nostro supporto, penso tra poco arriveranno, ho dato le direttive alle guardie, pensando..si..voi non foste ancora libero ma so saprete guidarli bene e poi loro guideranno voi..e sapete cosa intendo, questo per noi è un nuovo mondo da scoprire".
Uscii in giardino per la colazione ma sentivo Ismael dietro me, ma finsi indifferenza...frugai tra le vesti di nascosto, presi il pugnale e lo afferrai nelle mie mani in modo egli lo vedesse, egli non sapeva ancora che ne ero in possesso ma sapeva cosa simboleggiava poichè mio fratello adottivo e mio padre, il re, lo ritenne uomo di fiducia per sapere cosa fosse e forse Ismael sapeva pure più cose di me su quel oggetto apparentemente normale, vidi il suo volto sorpreso.
Lo rimisi nel fodero di preziosa seta e chiesi ad Ahmed se aveva provveduto a quella spada capomazdese e se avesse saputo qualcosa su essa...ogni spada ha una anima, disse Musain...vero l'anima, gli ideali e i sentimenti del guerriero che la maneggia.

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Clio 27-06-2014 00.06.49

Sorrisi a Forster.
Le tue milizie controllano tutto, se.. Credici, come no.
"Oh, benissimo.. Avevo nostalgia di casa.." Cinguettai.
Per un attimo pensai al cibo e al vino.
"Sono davvero curiosa di assaggiare questo vino, so che è molto rinomato anche se è completamente diverso da quello delle nostre valli..".
Ma poi, qualcuno ci interruppe.
Era Oxiud.
Restai a guardarlo impietrita, sbiancando piano piano, finché un'espressione di orrore non mi catturò completante il viso.
"No.." Esclamai, inorridita "Come hanno fatto a prendere il castello Eubeo? Distruggeranno ogni cosa.." Piangendo quasi "le mie ancelle.." Con voce tremante.
In realtà, il mio cuore batteva forte.
Ce l'avevano fatta.
I miei Lupi si erano ripresi la città.
Che popolo meraviglioso era quello.
Cercai di calmarmi, e mi asciugai le lacrime con il fazzoletto ricamato.
"Perdonatemi.." Sforzandomi di sorridere "Ma.. È la nostra casa..".
Guardai i due uomini, passando lo sguardo arrossato dall'uno all'altro, fermandomi su Frostet.
"Che faremo ora, mio signore?" Chiesi, con voce tremante.
Il piano, a quel punto, era di uccidere Froster e la piccola scorta, i Lupi erano lì per quello.
Ma non si poteva, e a Lortena non lo sapevano.
Cosa potevo fare?
Dovevo parlare con Roland, e farmi venire un'idea.
Intanto, sperai di riuscire a captare i piani di Imperion.
E se avessero mandato le loro truppe a Lortena?
Almeno, come aveva detto quel simpatico vecchietto, non l'avrebbero ucciso.

elisabeth 27-06-2014 09.16.15

Mussain non mi diede molti dettagli infondo il mio e il suo compito erano diversi......." Certo...aspettero' ciò che mi dirà Oxuid.....lavoro per lui......ma la spada è la mia vita senza di lei non posso andare da nessuna parte " mi guardò e nel palmo della mia mano pose un medaglione........ad una bussola alla cui estremità. Vi era un bottoncino........avrei dovuto premere quel piccolo dado se mi fossi trovata in pericolo......gli afferrai il polso prima che andasse via....." Terrò questo medaglione perché ci faccia sempre ritrovare........il Leone dal manto bianco sarà sempre con voi in caso di difficoltà ricordatelo sempre"......lo vidi andar via.......strinsi tra le mani il medaglione.....sentendomi in una situazione sconosciuta in Terra Santa conoscevo il mio nemico

Guisgard 27-06-2014 16.40.08

Ismael camminava dietro Altea senza dire nulla, quasi fosse un'ombra che la seguiva senza voler tradire la sua presenza agli occhi del mondo.
E non proferì parola neanche quando la principessa mostrò il suo prezioso pugnale.
Poi incrociarono Ahmed, che salutò con umiltà la sua padrona.
“Si, Altezza...” disse annuendo “... ho ritirato stamani presto la spada presso l'armaiolo al quale l'avevo affidata.” E la mostrò alla principessa.
Ma nell'osservarla, Altea si accorse di qualcosa.
Una scritta incisa, con caratteri piccolissimi, sulla lama ora tornata lucente.
E la scritta così recitava:

“La mitica Caleidos della Signora dell'Elsa ho veduto.
Io conosco dove quel prezioso oggetto è custodito.
E quel segreto è racchiuso in me, nell'anima di questa lama, in un idioma sconosciuto e oggi perduto.”

Un attimo dopo un'ancella avvertì Altea dell'arrivo di Carolon e dei suoi uomini.

Guisgard 27-06-2014 16.53.50

A quelle parole di Elisabeth, Musain non disse nulla, se non fissandola per un lungo momento.
Poi si allontanò nel via vai generale.
Ormai la locanda era pronta a salutare i soldati di Imperion.
E con essa anche Amoros.
“Eh, il caso” disse una voce all'improvviso alle spalle di Elisabeth “usa sempre la confusione per tessere le sue trame...” era il vecchio che lei aveva incontrato la notte prima, poi svanito come un fantasma “... ho saputo che siete in partenza e volevo salutarvi... ma ho l'impressione che ci ritroveremo forse... chissà...” prese qualcosa da una delle sue tasche “... non so perchè, ma mi ricordate la Donna di Picche... è una figura particolare, un po' maga, un po' dama... tenete questa carta, vi porterà fortuna...” e diede ad Elisabeth quella carta raffigurante la Donna di Picche.
Poi anch'egli svanì tra i soldati che si apprestavano a partire.
Ma proprio in quel momento arrivò Oxuid.
“Partiamo subito per Imperios.” Ai suoi. “Venite, Elisabeth. La carrozza è pronta.” Rivolgendosi poi alla sua assistente.
http://www.pertilemaria.it/quadri/fi....di.picche.jpg

Guisgard 27-06-2014 17.11.35

Froster era bianco come un cadavere.
Fissava con un'espressione da ebete lo sguardo implacabile di Oxuid e quello languido di Clio.
I suoi occhi passavano dall'uno all'altro come se non riuscissero a comprendere fino in fondo la gravità di quella notizia.
“Come...” disse infine balbettando “... come può essere accaduta una cosa simile?”
“La cosa ora” fissandolo Oxuid “è del tutto indifferente. Nulla è più inutile che piangere sul latte versato.”
“Cosa...” mormorò Froster “... cosa facciamo ora?”
“Il grande condottiero” rispose Oxuid “è sempre in grado di rivoltare a suo favore anche la più terribile delle sciagure. Come fece Scipione Africano, quando a Zama, travolse le armate Cartaginesi usando a suo pro la formidabile tecnica di sfondamento dello stesso Annibale.”
“Non è il momento di citare la storia...” indispettito Froster “... questa è la vita reale, non un libro...”
“La storia” con tono basso Oxuid “è lo specchio delle vicende umane che si ripete all'infinito. E se ora vi trovate in questa situazione, milord, è proprio perchè non avete saputo far vostri gli insegnamenti del passato. Vi avevo avvertito che lasciare Lortena ora rappresentava un grosso e stupido errore.”
Froster calò il capo.
“Ora voglio recuperiate per un attimo la calma ed il sangue freddo...” continuò Oxuid “... mi occorre la vostra lucidità... fate mente locale e cercate di rammentare se esiste un luogo a Lortena in cui potete dire che il vostro potere è saldo... un castello, una torre, una chiesa, un tempio, un pozzo, persino un buco... qualsiasi posto in cui siete certo di poter esercitare un sicuro controllo...”
“Ecco...” farfugliò Froster.
“Pensateci...” disse Oxuid.
“Ora non riesco a concentrarmi...”
“Dovete farlo” lo esortò Oxuid “o tutto sarà perduto.”
“Ecco...” scuotendo il capo Froster “... si... forse... forse la Rocca del Tireo... si, lì ho ammassato una guarnigione che controlla il passo che dalla costa porta all'entroterra ed è praticamente imprendibile dall'esterno...”
“E' certa la fedeltà di quegli uomini?” Chiese Oxuid.
“Si...” annuì Froster “... sono i miei uomini migliori...”
“Bene.” Fece Oxuid. “Allora quella rocca sarà la nuova e temporanea capitale di Lortena. Da lì riprenderemo il potere.”
“E come?” Stupito Froster. “Lì vi è solo una guarigione, non certo un esercito...”
“Voi pensate solo a raggiungere quella rocca.”
“Cosa?” Incredulo Froster. “Tornare a Lortena ora? Ma sarebbe un suicidio!”
“Se non tornate ora a Lortena” con voce cupa Oxuid “non potrete più tornarci. Dovete dimostrarvi forte e dare un segnale al popolo ed ai vostri nemici.” Si voltò verso uno dei suoi. “Fa venire qui messer Musain con tutti i soldati.” Tornò a guardare Froster. “Voi e lady Clio, scortati da messer Musain, tornerete adesso stesso a Lortena, per raggiungere la Rocca del Tireo. Lì sarà la vostra nuova corte. Io intanto partirò subito per Imperios, per poi raggiungervi tutti al più presto.”
Detto questo, lasciò la locanda.
Poco dopo a Casal di Gioia arrivarono dei soldati con a capo l'enigmatico Musain.
“Lord Froster?” Avvicinandosi al traditore. “Sono messer Musain e da ora sarò la vostra guardia del corpo.” Fissò poi Clio. “Non temete, milady, il mio compito è proteggere voi ed il vostro signore. Non abbiamo però molto tempo, signori. Preparate i vostri bagagli, partiremo subito per Lortena.”
“Si...” fece Froster, per poi guardare Clio “... preparatevi subito, milady... dobbiamo tornare a Lortena immediatamente...”

Altea 27-06-2014 17.30.42

Presi in mano la spada capomazdese, la lama luccicava nuovamente e la ruggine era stata tolta e l'elsa rimessa in ottimo stato..."E' perfetta, è tornata alle antiche origini" ma mi accorsi di un scritta sulla lama, che probabilmente era nascosta dalla ruggine.."Ahmed, Ismael...vedete vi è scritto qualcosa" e tradussi loro la frase..."Caleidos...la Signora dell'Elsa? Cosa significa tutto questo..e il resto della frase...chi conosce il segreto in un idioma sconosciuto?"
Non potemmo parlarne visto ci avvisarono era arrivato Carolon con gli uomini, riavvolsi la spada nel tessuto di seta e dissi ad Amina di portarla nella mia camera..."Dobbiamo trovare il significato di quelle parole..ma ora andiamo da Carolon, è stato di parola".
Lo fecero accomodare presso la stanza del trono e gli diedi il benvenuto e Ismael si fece notare..."Avete visto messer Carolon..siamo riusciti ieri notte ad ottenere la liberazione del mio Capo Guardia".

Guisgard 27-06-2014 18.19.07

“Me ne compiaccio, Altezza...” disse Carolon ad Altea “... dopotutto il vostro soldato aveva solo tentato di difendervi da quei militari. Per questo io e i miei uomini siamo poi intervenuti. Odiamo le ingiustizie, soprattutto contro i più deboli e le donne.” Annuì. “Lasciate che vi presenti i miei uomini... Arwin già lo avete conosciuto... questi invece è Lion, mentre lui è Rinos... e infine c'è Sbrinz... sono i miei validissimi compagni, Altezza... al vostro servizio.”

Altea 27-06-2014 18.29.27

"Benvenuti a corte cavalieri..ovviamente ogni guerriero dovrebbe giurare fedeltà alla famiglia reale e in questo caso rappresentato dalla mia persona, ma voi siete uomini liberi e a servizio di messer Carolon...noi rispetteremo le vostre regole e voi le nostre..qui vige la massima riservatezza, non è dato raccontare ciò che avviene e chi si trovi in questo Palazzo...ho chiesto il vostro aiuto per affiancare i miei uomini, capitanati dal qui presente Ismael..non devo aggiungere altro, visto tutti siamo stati testimoni di ciò che è avvenuto stanotte, quindi vorrei un reciproco scambio di informazioni e altro per poter evitare problemi futuri e poi, visto non ho una guardia personale, di rafforzare i miei uomini...bene, per il resto potete rivolgervi ad Ismael, grazie per il vostro servizio".
Mi voltai verso Carolon..."Avrete la giusta ricompensa in denaro...ovviamente la quota è scesa visto dovrò cercare di difendermi come potrò..mio padre, il re, mi ha insegnato di pensare al bene del popolo e delle guardie prima del mio e di quello della famiglia reale."
Ahmed si avvicinò a me bisbigliando ed annuii..."Scusate..avete visto qui ad Amoros la presenza di qualche studioso o storico? Avrei un oggetto antico da fargli vedere per sapere il significato" ovviamente mi riferivo alla spada, ma non era il caso darne spiegazioni.

elisabeth 27-06-2014 18.34.46

Sembrava un formichiere....tutti in movimento.....ognuno col suo impegno.....poi ...una voce ...sorrisi e mi voltai di scatto.......l'uomo della notte.....mi brillarono gli occhi e lo ascoltai .......ecco..allora non era un fantasma...non poteva esserlo....presi dalle sue mani la carta che raffigurava la donna di picche.....mi avrebbe portato fortuna......" Grazie....Signore della notte,....vi ho cercato tanto.......avevo avuto l'impressione di aver avuto accanto un fantasma...che sciocca.....siete la seconda persona in questo caos ad avermi dato qualcosa che mi proteggerà.........deve essere il mio giorno fortunato....."......sorrise e andò via...si perse in mezzo al via vai.......Oxuid......" Dobbiamo andare ad Imperion ?.sembriamo in guerra col mondo......vi seguirò all'interno della vostra carrozza...io sono pronta......" strinsi la sacca che portavo a tracolla.....avevo tutti i miei bene...e questo mi faceva sentire sicura.....

Clio 27-06-2014 18.36.10

Annuii a quell'uomo.
"Saremo pronti in un baleno, aiuterò io stessa le mie ancelle.. Con permesso.." Mi inchinai.
Raggiunsi le mie stanze, facendo cenno a Roland di seguirmi poco dopo.
"I ribelli hanno preso il Castello Eubeo.." Sussurrai una volta soli "Stiamo tornando a Lortena, la rocca del Tireo sarà il nuovo quartier generale di Froster.." Sorrisi appena.
Quel passo era scomodo, la rocca imprendibile dall'esterno.
Una volta apparteneva a mio zio, e io amavo giocare con i miei cugini.
C'erano passaggi nella montagna che quegli stranieri ignoravano.
"C'è la faremo.." mormorai.
Entrai nella mia camera, e sistemai le mie cose.
Poco dopo ero pronta per scendere.

Guisgard 27-06-2014 18.57.06

Oxuid annuì ad Elisabeth.
Poco dopo la carrozza lasciò prima la locanda, poi Amoros.
Era un pomeriggio di Sole in questo inizio d'Estate.
Il corso del Calars, investito dalla luce del giorno, pareva sciogliersi in infiniti riflessi d'argento, mentre il verde circostante, lussureggiante e primordiale, avvolgeva quello scenario dandogliquasi l'aspetto di un mondo incantato ed abitato da creature fantastiche.
Pian piano Amors svanì tra le basse colline e i monti tutt'intorno, con la loro carrozza che aveva già imboccato la strada verso Nord.
“Ciò che diceva Polibio è vero, amica mia...” disse Oxuid ad Elisabeth “... la civiltà, l'ordine, la giustizia e la libertà possono essere portate solo dalla guerra e dal caos... e sapete perchè? Perchè l'uomo non è capace di riconoscere il giusto senza prima averne pagato le conseguenze...” tirò fuori una cartina dalla tasca e la mostrò ad Elisabeth “... questa nostra penisola, sebbene culla della civiltà occidentale, vive frammentata in tanti staterelli, quasi tutti deboli e litigiosi... vi siete mai chiesta perchè la Spagna, la Francia, il Portogallo o l'Inghilterra sono nazioni unite e forti, mentre noi siamo un mosaico di potentati perlopiù deboli?”

Guisgard 27-06-2014 19.02.03

“Altezza...” disse Carolon ad Altea “... giurare fedeltà ad un sovrano, come facevano i cavalieri in passato, è rischioso, sapete? Basta una scomunica o un episodio avverso ed addio fedeltà dei propri uomini. Invece noi, essendo pagati da voi, rispetteremo sempre gli accordi, indipendentemente da cosa vi potrà capitare.” Annuì. “Vedrete che resterete soddisfatta dei nostri servigi. Vi occorre uno storico? Beh, noi siamo giunti da poco e non conosciamo queste terre... ma se è importante per voi allora manderò i miei uomini a cercarne uno in città. Posso domandare per cosa vi occorre?”

Altea 27-06-2014 19.11.02

Sorrisi guardando Ahmed, Ismael e Korshid..."Messer Carolon...se non sbaglio vi avevo detto noi rispetteremo le vostre regole e voi le nostre ed infatti non vi ho chiesto di giurare fedeltà...ma permettete...nel mio Regno questo è dovuto dai nostri soldati".
Notai il mago di corte sospirava...per ciò che avevano detto le stelle o per gelosia visto l' arrivo di nuovi giovani? Korshid li osservava come sempre in silenzio, ma ormai il patto era sancito..."Si certo, siete pure voi appena arrivati" mi rivolsi di nuovo a Carolon "magari qualcuno dei miei uomini e dei vostri può accompagnarmi ad Amoros visto il nuovo giorno è appena sorto e chiedere di qualche uomo di ottima sapienza..niente di particolare..sono venuta in possesso di una spada capomazdese e vorrei sapere un pò la sua storia..un uomo mi disse..ogni spada ha una anima...e questa spada ha svelato la propria anima".

Guisgard 27-06-2014 19.11.20

Clio scese al pianterreno e trovò tutto pronto per la partenza.
La carrozza, scortata da Musain e dai suoi uomini, lasciò la locanda Casal di Gioia ed imboccò la strada che conduceva fuori da Amors e poi dalla piana dei due fiumi.
Froster tradiva inquietudine e preoccupazione e spesso Clio sentiva mormorarlo qualcosa di incomprensibile a bassa voce.
Roland invece era silenzioso e fissava il paesaggio dal finestrino della carrozza.
La vettura non sostò in nessuna delle locande lungo la strada.
Questo per ordine di Musain.
“Mi scuso, miei signori, ma sarà bene giungere a Lortena il prima possibile.” Disse a Froster ed a Clio.
E dopo circa un paio d'ore di cammino, finalmente entrarono nei confini della contea.
Imboccarono allora la direzione che dava verso la costa, fino a quando intravidero da lontano la sagoma della fortezza del Tireo.
Uno degli uomini di Froster suonò il corno e dalla rocca si udì, come risposta, un colpo di cannone.
La carrozza, così, risalì il pendio, fino a raggiungere l'imprendibile fortezza.
Il colossale portone fu aperto e la vettura entrò in quello che era diventato il simbolo del potere di Froster.
Subito diversi soldati raggiunsero la carrozza ed aiutarono i suoi passeggeri a scendere.
“Milord...” andando incontro a Froster un uomo vestito con abiti civili “... avete saputo cos'è accaduto?”
“Si, ho saputo, messer Lhar...” annuì Froster “... cara, questi è messer Lhar, mio procuratore e direttore di questa rocca... messer, questi invece è messer Musain, rappresentante di Imperion... poi vi spiegherò bene... ora però fornite un degno alloggio a lady Clio.”
“Si, milord.” Annuì Lhar. “Ah, milady...” rivolgendosi a Clio “... dopo la presa del castello alcune delle vostre dame di compagnia sono ospiti qui e credo che abbiano per voi una lettera.”
Una delle dame si presentò a Clio, la salutò e poi la condusse nei suoi alloggi.
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Guisgard 27-06-2014 19.21.01

“Sarà un onore accompagnarvi al centro di Amors, Altezza.” Disse Carolon ad Altea. “Appena deciderete di andare, ci troverete pronti.” Mostrando un lieve inchino. “Ehm, però... con licenza parlando... ecco... ci sarebbe da contrattare il nostro onorario, Altezza... ma non c'è fretta... possiamo discuterne anche più tardi, magari una volta ritornati dal centro di Amoros... come detto, ci troverete nel cortile...” ed uscì con i suoi uomini.
“Altezza...” avvicinandosi Carjan alla principessa “... posso parlarvi? E' cosa urgente... magari nel mio laboratorio...”

grazia 27-06-2014 19.25.55

incunambolo
 
Aveva ascoltato il discorso dei due strani individui, asciuga gli occhi
e li guarda circospetta, ma la sua attenzione è già tutta sul libro che i due hanno in mano.
Si avvicina a loro e risponde “ non è niente messeri, un po’ di polvere negli occhi”.
Continua a guardare il libro e vorrebbe strapparlo dalle loro mani per sfogliarlo ma non può, rischia di passare per una ladra.
Si fa coraggio, si avvicina ai due e dopo un profondo respiro chiede timidamente.
“ Se…se volete vi aiuto io a leggerlo, sono capace sapete? Conosco le discipline di cui parlate.”
Sorride timida “ posso anche insegnarvele, sempre se volete”
Si avvicina sempre di più e osserva il libro più da vicino, impaziente di prenderlo tra le mani.
Come fa una compagnia del genere a possedere un tale tesoro, pensa tra sé.
Forse ha sbagliato a giudicare e tra loro, oltre agli eroi, ci sono sapienti:
Filosofi, Teologi e Matematici?
Curiosa chiede e tende le mani “ Po…posso guardarlo e sfogliarlo?
Se voi non sapete leggerlo, a chi appartiene?”
Li guarda quasi implorante e aspetta la risposta con impazienza.

Altea 27-06-2014 19.36.25

"Non preoccupatevi..sarete pagati anticipatamente, dopo il nostro ritorno da Amoros stabilirete con Ahmed la cifra ed egli vi darà il giusto compenso..si aspettatemi in giardino, ho intenzione di recarmi subito ad Amoros, questo fatto mi sta incuriosendo."
Quando gli uomini uscirono fui chiamata da Carjan...il mio sesto senso aveva ragione e lo seguii, entrammo nel suo strano laboratorio attraverso la tenda arancio.."Carjan...spero sia una cosa importante, mi avete già detto di stare attenta a quegli uomini e infatti non pensiate non stia all'erta, mi auguro la vostra non sia..gelosia...per quegli uomini..avanti parlate, ho veramente qualcosa di importante di cui sbrigarmi".

Guisgard 27-06-2014 19.45.49

Avvicinatasi Grazia ai due, Rinos le sorrise e poi le diede il prezioso ed antico volume.
“Certo, damigella...” disse “... se davvero siete in grado di capire ciò che vi è scritto, allora siete voi a fare un gran favore a noi.”
“Questo libro” fece Lion “lo abbiamo ricevuto come ricompensa per un nostro lavoro presso un monastero Cistercense. L'abate, dopo che la nostra compagnia sgominò alcuni ladri che giravano nei dintorni del monastero, ci ha pagato con questo testo, affermando che è molto antico e di gran valore. Ma fra noi nessuno è in grado di comprendere ciò che vi è scritto.”
Grazia allora cominciò a sfogliarlo, partendo dalla pagina che i due stavano tentando di interpretare.
Il testo era in latino, ma grazie alla sue conoscenze, la ragazza non impiegò molto a tradurlo.
E la tradizione di quel brano a metà tra la filosofia e l'alchimia così diceva:

“La Chiesa condanna ogni forma di magia, sia Bianca che nera.
Eppure, sin dall'alba dei tempi, l'uomo ha rischiato la dannazione eterna pur di apprendere le conoscenze per ottenere filtri d'Amore e di Morte.
Felicità e dolore, Gioia e vendetta.
Poteri per i quali l'animo umano mai ha temuto le fiamme dell'Inferno.
Ma è davvero possibile ottenere un filtro d'Amore, capace di far nostra la volontà di un cuore e legarla a noi per sempre?
Si, secondo Admo di Santier, monaco vissuto prima in Cappadocia e poi a Rodi, prima di trasferirsi a Capua, chiamato nella sua corte dalla Granduchessa Anzia.
Admo in un trattato oggi ritenuto perduto, scrisse come ottenere un potente filtro d'Amore, lo stesso, secondo lui, usato dai due amanti di Cornovaglia, Tristano e Isotta.
Tre secoli dopo, un alchimista francese chiamato Perion de Jussac, scrisse un libro in cui affermava di essere riuscito a ricavare tutti gli ingredienti elencati da Admo per ottenere il filtro d'Amore.
Tutti tranne uno.
Poiché quell'ultimo ingrediente era possibile da ottenere solo estraendolo dai petali del leggendario Fiore Azzurro.”

Così terminava quello scritto.
http://www.globalocale.net/img/Lette..._Fontanini.jpg

Guisgard 27-06-2014 19.51.28

“Eh, Altezza...” disse il mago ad Altea “... in verità mi fido poco di quegli uomini, anche perchè dubito possano davvero proteggervi... e da quanto accaduto l'altra notte, neanche il buon Ismael sembra in grado di farlo... per questo ho lavorato ad un unguento magico, mia sovrana... un unguento particolare... capace di proteggervi da tutto e da tutti, rendendovi invulnerabile... però...” aggiunse con lussuriosa bramosia “... però devo essere presente quando lo spalmerete sul vostro corpo, Altezza... si, perchè mentre lo fate vanno recitate formule magiche per renderlo efficace... formule che io solo conosco...” aggiunse.

Altea 27-06-2014 20.02.00

Sgranai gli occhi alle parole di Carjan..."Potete dubitare di quegli uomini...ma non di Ismael..Ismael si è battuto per proteggermi e per questo ha rischiato la vita..la colpa è stata dell' ingiustizia che a volte aleggia nell' animo umano che poi genera gerarchie che sottomettono i popoli".
Mi guardava con quello sguardo di bramosia che a volte trovavo insopportabile..."Cosa odono le mie orecchie? Io dovrei spogliarmi e spalmarmi l'unguento a dir da voi magico...voi volete violare il mio corpo? Solo colui che conquisterà il mio cuore e amore potrà avere tale privilegio ovvero vedermi nella mia intimità..mi sorprendo di questa vostra sfacciataggine, preferisco mettere in gioco la mia vita".
Non aggiunsi altro e uscii dalla tenda adirata...poteva un uomo innamorato osare tanto, a volte sembrava folle. Raggiunsi il giardino e vidi alcune guardie di Carolon e mie pronte e Ismael che mi aspettava con il mio sauro persiano, mi avvolsi nello chador, afferrai le briglie che egli teneva strette e mi osservava...osservava il mio sguardo pieno di risentimento per le parole di Carjan..Amina mi consegnò la spada avvolta e la cinsi tra le mie vesti..."Possiamo andare" dissi in tono secco.

Clio 27-06-2014 20.06.27

Casa. Un modo strano di tornarvi.
Non era la mia solare cugina Iris a venirmi incontro, ma un soldato.
Sospirai.
"Grazie.." Dissi al soldato, per poi voltarmi verso Froster "Credo che sarei solo d'impiccio.. Scenderò nelle stanze delle donne, non preoccupatevi per me, questa rocca è imprendibile, e in particolare le stanze delle donne sono fatte apposta per non essere violate.. Considerando che non possiamo discenderci.." Sorrisi "Sono riuscite a scappare.. Che sollievo.." I miei omaggi.
Mi voltai poi verso Roland "Grazie di avermi accompagnato, credo che il tempio silvano oltre l'ala ovest sia vuoto, a quanto ricordo i sacerdoti verdi non ci sono più qui.. Non è il tempio del palazzo reale, ma potrete renderlo confortevole.. Più tardi verrò a pregare con voi insieme alle mie dame..".
Inchinandomi leggermente.
Raggiunsi così le stanze delle donne.
Abbracciai le mie ancelle.
"Come state?" Chiesi, sapevo che nessuno avrebbe osato far loro del male, ma gli uomini sono uomini "Qualcuno mi ha parlato di una lettera.. Di cosa si tratta?".

Guisgard 27-06-2014 20.24.48

Clio, accompagnata dalle sue dame di compagnia, raggiunse i suoi alloggi.
Certo, non erano lussuosi e confortevoli come quelli del suo palazzo, ma era comunque accoglienti e consentivano una certa riservatezza.
“Questo castello” disse una delle sue dame “è tetro ed austero, ma è anche naturale sia così, milady. Dopotutto è una fortezza militare, non una corte signorile. La vita qui scorre in modo surreale, ma ora siete qui e ciò ci rende tutte serene, milady.” Entrarono nelle stanze private destinate a Clio. “Si, una lettera, milady...” prendendola la dama da un libro nel quale aveva nascosto la missiva “... in principio messer Lhar ha velatamente mostrato l'intenzione di volerla leggere, affermando di farlo in nome della sicurezza di Lortena, ma noi siamo riuscite a farlo desistere, facendogli capire, qualora l'avesse letta, che se ne sarebbe assunto tutta la responsabilità.
La dama consegnò allora la lettera a Clio.
Essa aveva come mittente suo cugino Imone.
Egli aveva lasciato Lortena all'età di quindici anni, quando cioè Clio ne aveva cinque di meno.
Il motivo della partenza era stata causata da motivi di studio.
Suo zio, il padre di Clio, infatti aveva espresso il desiderio che suo nipote studiasse presso l'importante Accademia Reale, per essere pronto, un giorno, a partecipare al governo di Lortena.
Ma poi la guerra e il tradimento di Froster avevano fatto si che Imone, per motivi di sicurezza, non tornasse più in patria.

Guisgard 27-06-2014 20.28.40

Carjan balbettò qualcosa, cercando poi di spiegarsi con la sua sovrana, ma Altea uscì dal suo laboratorio indignata ed indispettita.
Raggiunse poi Ismael, Carolon ed i suoi uomini.
“Altezza...” disse Ismael “... va tutto bene? Mi sembrate inquieta...”
Lasciarono il palazzo e raggiunsero il centro di Amoros.

elisabeth 27-06-2014 20.39.34

La carrozza andava veloce sulla strada.......finchè sparì Amors dalla mia vista...il Calars sembrava inseguire il correre della carrozza......sembravamo nati da quella splendida vegetazione.....il giorno stava abbracciando lo scintillio del fiume con il verde ancora bagnato dalla rugiada della vegetazione....ascoltai Oxuid....lo guardavo come se avessi la mente da altre parti.....mi fece vedere una cartina.....e mi parlò di politica.....di libertà e del fatto che dal caos nasce la coscienza dell'uomo........" Parole sagge.....Dottore....parole degne di uno stratega.....siete dotto e furbo e alle volte le due cose non si sposano e non ho mai capito il perchè.......Vedete.....siamo stati dei grandi...il mondo conoscerà il nascere dell'economia e dei tesori dei grandi regni...Francia Inghilterra.........ma la grandezza sprofonda.......abbiate cura di non sprofondare nei vostri pensieri......io da Templare......ho imparato....che l'evoluzione diventa rovina..........le guerre si vivono e molto spesso si subiscono per non ottenerne nulla.....spero che questi staterelli.....vi siano grati un giorno....."......ritornai a guardare fuori dalla carrozza....ero infastidita....guerra per il potere...il potere ottenuto e la decadenza........

Clio 27-06-2014 20.44.09

"Oh, si sta benissimo... Non temete.." Sorrisi.
Presi così la lettera, quasi rimasi basita.
Lui? Possibile?
Così, mi sedetti su una poltrona in disparte e iniziai a leggerla.

grazia 27-06-2014 20.49.55

Lesse attentamente molte volte quello scritto, incredula.
Un filtro d’amore? Un fiore azzurro?
Alzò lo sguardo e si accorge che Lion e Rinos la stanno osservando, aspettando spiegazioni.
Non sa cosa fare, deve spiegare a loro cosa sta leggendo? O no?
Lei non crede che ci possa davvero essere un filtro del genere, e se esistesse davvero?
Sarebbe una potente arma, sia per chi fosse capace di produrlo, sia per chi volesse usarlo.
Annienterebbe la volontà e potrebbe essere usato non solo per amore, ma per ottenere un potere immenso.
Cosa fare? Decide di chiedere se conoscono il fiore azzurro e poi deciderà sul da farsi

Altea 27-06-2014 21.03.16

Finsi indifferenza alle parole di Ismael e raggiungemmo proprio la piazza di Amoros.
Quando scendemmo da cavallo feci cenno però al capoguardia di venire vicino a me in disparte..."Ismael..si sono turbata..si tratta di Carjan, il mago di corte..egli ha detto ha visto nelle stelle e di non fidarci di questi uomini..all'erta Ismael, magari tu non credi a questo, ma la prudenza non è mai troppa..ma sono preoccupata da certi atteggiamenti strani del mago..tutti sanno del suo folle amore per me" e raccontai ciò che mi aveva appena proposto e precisai mi ero rifiutata.."Insomma..conosce le nostre Leggi..come può avermi proposto una cosa del genere..ma niente colpi di testa, ora sai pure ciò che vi sta nascosto tra le mie vesti, il pugnale,..ora capisci il perchè della guardia personale? Tu stammi vicino e vigila su me, in modo indifferente ora che siamo qui fuori da Palazzo..torniamo dagli altri, ci stanno osservando..al di là di tutto ciò che è successo e non voglio parlarne..ripongo fiducia in te".
Raggiungemmo gli altri..."Messer Carolon, ma voi avete detto che avete una soluzione a tutto, eppure non siete in grado di indicarmi un uomo saggio e colto degli antichi saperi.." il mio sguardo si perse davanti a me.."gli Dei sono con me..guardate una bottega e una insegna con un antico libro..forse li troveremo l'uomo giusto..o potrà indicarci qualcuno".
Lasciai gli uomini fuori ed entrai nella bottega con Ahmed, Ismael e Korshid e vi era un uomo che si perdeva tra vari libri..si sentiva l'odore acre di polvere e si respirava un chè di antico e mi avvicinai a lui, sicuramente era stupito di vedere uomini venuti dall' Oriente.
"I miei omaggi messere...abbiamo bisogno di informazioni" e srotolai la spada e gliela mostrai.."vedete questa spada? Sappiamo è capomazdese..voi sapete dirci a chi poteva appartenere..leggete la scritta sulla lama..magari se non ne siete in grado potete indicarci a chi rivolgerci".

Guisgard 28-06-2014 16.00.19

“Non è questo...” disse Oxuid ad Elisabeth, mentre la carrozza proseguiva il suo viaggio “... il motivo per cui questa penisola non è mai riuscita a divenire un unico grande stato, come invece è accaduto all'Inghilterra, alla Spagna, al Portogallo ed alla Francia, è perchè a differenza di queste nazioni la nostra terra è malata... un morbo la consuma dall'interno, come la cancrena... un morbo che ha radici profonde e difficili da recidere... un morbo chiamato Chiesa... fu infatti la Chiesa a vantare sin dall'inizio diritti che non aveva, poi del tutto sconfessati con la scoperta della falsa donazione dell'imperatore Costantino... e sempre la Chiesa si oppose a quel processo tentato dai Longobardi che avrebbe portato questo paese a divenire un unico regno, chiamando invece i Franchi di Carlomagno per combattere le ambizioni del re longobardo Desiderio...” guardò fuori dal finestrino “... per questo ci odiano... odiano Imperios... perchè noi siamo liberi ed immuni dal loro gioco di ignoranza e superstizione... ma noi vinceremo...”
Finalmente si cominciò ad intravedere la città di Imperios.

Guisgard 28-06-2014 16.04.00

L'uomo della bottega osservò con attenzione la spada di Altea.
“E' una spada molto bella...” disse “... si, davvero bella... è un'arma da parata, non da combattimento... infatti, se notate, la lama è lavorata con attenzione e ciò tradisce il suo uso... anche l'elsa è particolare e poco adatta a fornire una buona impugnatura durante uno scontro cruento...” lesse poi la scritta incisa sulla lama “... sinceramente non so di cosa parli... con ogni probabilità devono essere i versi di qualche antico poema... talvolta si usava estrarli da poesie e poemi appunto, incidendoli poi sulle armi... questo conferiva prestigio ed un alone di eroismo all'arma...”
“Ne siete certo?” Chiese Ahmed.
“Con ogni probabilità si...” annuì l'uomo.
“Non conoscete un armaiolo che possa fornirci maggiori informazioni su questa spada?” Domandò ancora Ahmed.
“In città vive il vecchio Bauon...” rispose l'uomo “... credo sia il più importante esperto di cose Capomazdesi qui ad Amors... lo troverete in fondo a questa strada, voltando poi sulla destra...”

Guisgard 28-06-2014 16.08.41

Grazia, prima di rivelare loro ciò che quel libro diceva, chiese a Rinos e a Lion del Fiore Azzurro di cui parlava quell'antico testo.
“Fiore Azzurro...” disse pensieroso Rinos “... non credo di averlo mai sentito prima d'ora... e tu?” Voltandosi verso Lion.
“E' la prima volta che ne sento parlare...” rispose questi “... ma perchè ci fate questa domanda, damigella?” Domandò a Grazia. “Forse nel libro si parla proprio di questo Fiore Azzurro?”
“Così, sentendone il nome, a me fa pensare ad un Fiore magico...” mormorò Rinos “... tu cosa ne pensi?” Fissando Lion.
“Mah...” scuotendo il capo Lion “... mi chiedo cosa possa mai avere di magico un Fiore...”

Guisgard 28-06-2014 16.13.32

Clio aprì quella lettera che così diceva:

“Caro zio, cara zia, dolce cugina, sono anni che ormai manco da Lortena.
Ma anche essendo lontano, mai è trascorso giorno senza che il mio cuore e la mia anima fossero là con tutti voi.
Il mio apprendistato è concluso, ma durante il mio viaggio di ritorno verso l'amata Lortena la nave su cui ero imbarcato è stata assalita dai pirati e mi sono ritrovato in catene per novanta giorni. Ma la fortuna mi ha sorriso, mettendo sulla rotta dei corsari una delle navi di Amlot che ci ha liberati. Ora finalmente sto facendo ritorno da tutti voi e non vedo l'ora di rivedervi, sebbene il Tempo ci ha separati per un periodo troppo lungo.
Ho passato i giorni a ricordarvi, caro zio e cara zia, ad immaginare come sarà oggi la piccola Clio, della quale rammento i suoi bellissimi e luminosi occhi azzurri nel giorno della mia partenza.
Ma a breve, finalmente, vi rivedrò tutti.
Con affetto e amore.

Imone.”

Altea 28-06-2014 17.10.26

Ringraziai e pagai bene l'uomo, uscimmo dalla bottega per cercare questo uomo chiamato Bauon e chiedemmo informazioni a una persona che ci indicò una casa di fronte.."Ahmed. .strano..una arma da parata..ma l'uomo che la dava a chi lo avrebbe battuto diceva la aveva ottenuta da un cavaliere capomazese battendolo..non coincide".
Bussammo alla porta, non capivo se era una specie di bottega ma muovendo il pomello la porta si apri ed entrai ma stavolta chiesi solo la presenza di Ahmed e Korshid. ."È permesso..sono la principessa Altea e cerco messer Bauon". Mi guardavo attorno con la spada in mano..l'ambiente era strano.
Poi vidi un anziano intento a studiare e gli sorrisi andandogli vicino, lui ci osservava ma io non intendevo perdermi in chiacchiere.
"I miei omaggi, cerco messer Bauon" e le mie mani mostrarono la spada capomazdese.."ci ha mandato un bottegaio qui vicino, vorremmo sapere il suo parere su questa spada e soprattutto se egli sa il significato di queste parole incise sulla lama"..

“La mitica Caleidos della Signora dell'Elsa ho veduto.
Io conosco dove quel prezioso oggetto è custodito.
E quel segreto è racchiuso in me, nell'anima di questa lama, in un idioma sconosciuto e oggi perduto.”

Clio 28-06-2014 17.16.18

Scoppiai a piangere, stringendo quella lettera fra le mani.
Non troverai nessuno qui, cugino mio... Nè i tuoi genitori, né tantomeno i miei..
Mio padre lo adorava, aveva grandi progetti per lui.
Avevo pochi ricordi sfuocati, ricordo quanto mi sembrava forte e invincibile.
Si allenava a combattere e io lo seguivo con lo sguardo.
Come può non sapere? Essere all'oscuro del dolore che ha avvolto questa terra?
Lessi la lettera un'altra volta.
Con un profondo respiro, mi alzai e lanciai la lettera nel fuoco.
Meglio non lasciare prove.
Dovevamo agire, se si fosse presentato così l'avrebbero ucciso seduta stante.
Lasciai con le mie due ancelle le mie stanze, per raggiungere il tempio dove avevo lasciato Roland.
Era un tempio silvano, dedicato agli dei boschivi. Erano i sacerdoti verdi ad occuparsene solitamente. Ma Froster ne aveva uccisi a dozzine, non comprendendo la nostra pluralità religiosa, e ora il tempio era vuoto.
Da bambina mi facevano quasi paura gli alberi dipinti alle pareti, la luce della luna che filtrava dall'ampio oculo rendeva l'atmosfera spettrale.
Lasciai le mie ancelle all'entrata del tempio.
Adoravo quel silenzio, rotto solo dal rumore degli animali che gironzolavano sempre da quelle parti.
Bruciai l'incenso, e pregai perché i nostri boschi custodissero i Lupi e fossero impenetrabili per gli invasori.
Non sembrava così abbandonato, evidentemente Roland aveva avuto il tempo di metterlo a posto.
Attesi in preghiera l'arrivo del mio amico.

elisabeth 28-06-2014 21.08.29

Si arrabbiava proprio.....Oxuid sembrava aver preso la sana e saggia pazienza......la Chiesa a quanto pare aveva preso in giro un pò tutti.....lo diceva a me....la maggior parte di noi era finita al rogo grazie alle torture della sacra inquisizione.....la Chiesa ci aveva creato e la Chiesa ci aveva abbandonato......ma io credevo in Cristo e non nell'uomo...quindi ...per me l'uomo di chiesa era un uomo e in quanto uomo era libero di fare tutto ciò che era nelle sue possibilità per impossessarsi del mondo...."......Vi caspisco...Dottore...capisco la vostra mente da Uomo Libero.....e quella del Clerico ho vissuto come Frate.....vorrei vedere uno spiraglio di vittoria nel vostro discorso ma...ancora non riesco...sapete ancora sono fondamentalmente ancorata ad un mondo che e' molto diverso dal vostro.......io so cos'e' la libertà e la conosco in base alla libertà di culto...cosa che invece ha creato più guerre di chissà quale altra motivazione "......Una città era apparsa......così all'improvviso che sembrava essere uscita fuori dai nostri discorsi......Imperion...." devo dedicarmi ai libri ...quando arriveremo ....?......i vostri discorsi sanno di altro ....".....

Guisgard 30-06-2014 01.27.11

“La libertà, mia cara, è la possibilità che tutti gli uomini hanno di poter vivere in pieno la loro vita e di poter godere anche dei propri errori, senza correre il rischio di essere giudicati da un proprio simile o da qualsiasi altra autorità di questo mondo.” Disse Oxuid ad Elisabeth. “Io, da uomo libero, pretendo dunque di avere il diritto anche di sbagliare, senza per questo dover credere di offendere un qualsiasi Dio ed i Suoi presunti Dettami.”
In quel momento le mura di Imperion apparvero all'orizzonte.
Erano di solido granito e parevano svettare verso il Cielo, senza paura di sfidare nessuna delle Angeliche Intelligenze che vi abitavano.
Alte torri merlate, rafforzate ciascuna da un poderoso barbacane e collegata a tutte le altre da un ciclopico e continuo muro a scarpa, scandivano la regolare perfezione della cinta muraria che correva intorno alla città, racchiudendola come a volerla preservare dai valori ed i principi che fino a quel momento avevano fatto girare il mondo con le sue società di Antico Regime.
La carrozza entrò così in quella babelica città, le cui case, i palazzi, le rocche e le torri apparivano come ammutolite da un'innaturale apatia.
Forse a causa delle tante guardie che controllavano le strade, o per i cittadini che parevano muoversi come laboriose formiche tutte uguali, o forse perchè in quel luogo sembrava mancare qualcosa.
Qualcosa che invece era presente in tutte le altre città del mondo occidentale.
Le chiese.
La carrozza, infatti, attraversando le strade di Imperion, mostrò ad Elisabeth come le chiese presenti avessero tutte le porte chiuse con assi di legno o travi di ferro e nell'aria non vi fosse il minimo suono che assomigliasse al rintocco di una campana.
E nei cieli di Imperion non sventolava neanche una Croce.
Era invece il simbolo di Picche che su stendardi, bandiere e scudi si innalzava quasi come superbo vessillo e monito verso tutto ciò che l'ordine di questa città combatteva.
La vettura infine arrestò il suo cammino di fronte ad un grande palazzo in stile comunale, simile ad un'antica rocca medievale rivisitata oggi con gusto rinascimentale.
Oxuid scese dalla carrozza e fece cenno ad Elisabeth di seguirlo.
I due entrarono così in quel grande palazzo, fino a raggiungere una piccola stanza.
Qui Oxuid, senza proferire parola, fu subito riconosciuto dal funzionario seduto ad un tavolo che alzandosi lo salutò rispettosamente con un cenno del capo.
“Compagno funzionario...” disse poi il dottore “... annunciami subito al compagno Budkin.”
Il funzionario annuì e fece poi un segno a lui e ad Elisabeth per essere seguito.
Attraversarono un lungo corridoio, fino a raggiungere una porta dall'aspetto austero.
Qui il funzionario bussò.
“Compagno Budkin...” aprendo la porta questi “... il compagno Oxuid a rapporto.”
“Bene, che entri allora.” Rispose una voce dall'interno della stanza.
Qui Elisabeth ed Oxuid trovarono un ometto vestito elegantemente insieme ad una donna, anch'ella ben vestita e dall'aspetto avvenente, sebbene non raffinatissimo, seduta su una bassa poltrona con in mano un vistoso ventaglio che agitava con fare civettuolo.
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Guisgard 30-06-2014 01.48.28

Da alcune colonne di libri ammassate disordinatamente su un tavolo e colmo anche di scartoffie, penne di piume d'oca, archibugi e pistole smontate e assemblate poi fra loro, sbucò la testa di un vecchietto.
Fissò Altea e le due persone che erano con lei, mostrando poi un largo sorriso.
“Oh, un'arma...” disse avvicinandosi a loro “... quanto tempo che nessuno me ne portava una...” osservando la spada “... posso vederla?” Prendendola dalle mani di Altea “... uh, una spada Capomazdese da parata... questo genere di armi pur non essendo fatto per usarsi in battaglia, viene costruito con molta attenzione, poiché deve ben figurare nelle parate militari...” guardò poi con attenzione la scritta incisa sulla lama “... beh, da questa scritta possiamo di certo dedurre che il proprietario non era una persona comune...”
“A chi credete sia appartenuta questa spada?” Chiese Ahmed a Bauon.
“Oh, non è semplice a dirsi...” rispose il vecchietto “... forse ad un nobile... o magari ad un chierico vagante... chissà... ma di sicuro, chiunque fosse, era molto vicino alla corte dei Taddei...”

Guisgard 30-06-2014 01.50.43

Clio raggiunse quel tempio dedicato all'antico culto degli dei boschivi.
Poi bruciò dell'incenso e cominciò a pregare.
L'atmosfera di quel luogo era particolare.
Sembrava in grado di rapire e di condurre lo spirito lontano, indietro verso un tempo remoto, fatto di riti e cerimonie primordiali, dove uomini e donne vivevano in un intimo legame con la natura.
Ma adesso a Lortena quei tempi apparivano così lontani.
Quasi come se fossero appartenuti ad antichi racconti orali, col pericolo oggi di andare perduti per sempre.
Ma ad un tratto un rumore di passi destò Clio dalle sue preghiere.
Era giunto Roland.

Guisgard 30-06-2014 03.59.12

Capitolo III: Il magnifico avventuriero


“Era nato con il dono della risata e la sensazione che il mondo fosse pazzo.”

(Rafael Sabatini, Scaramouche)


“Senza sosta lo cercan qua, lo cercan là,
Capomazda tutta si strugge e dov'è non sa.
Che sia sbocciato in uno sguardo o in un sussurro,
questo inafferrabile e meraviglioso Fiore Azzurro!”




La piccola locanda, data l'ora mattutina, appariva vuota e silenziosa, fatta eccezione per quel rumore di posate sui piattini di scadente ceramica che il giovane continuava a fare distrattamente, mentre sfogliava con gesti meccanici quell'opuscolo stropicciato.
“Devo dedurre” disse l'individuo seduto di fronte a lui, fermo a guardarlo mentre continuava a tenere lo sguardo fisso su quel piccolo fascicolo “che queste notizie giunte dalla guerra tra Imperion e Nagos debbano suscitare un tal certo interesse...”
“Non più di quanto non faccia questa confettura di albicocche sulla mia focaccia...” mormorò l'altro, senza alzare lo sguardo dall'opuscolo “... però ti dirò, Petrin, che mi stuzzica non poco l'appetito... oh, non che questo sia un problema, visto le squisite colazioni che sa servire la nostra madama de Fornì...” abbassando per un momento quel libretto e facendo un occhiolino malizioso alla ragazza intenta a pulire i tavoli vuoti, la quale rispose lesta con un largo sorriso ammiccante “... ma trovo che leggere di queste cose renda il mio umore decisamente gaio...” tornando a guardare quelle paginette.
“In pratica cosa dice quella roba?” Chiese Petrin, allungando una mano e prendendo un pezzo di focaccia.
“Elenca i propositi liberali ed illuministici del governo di Imperion...” rispose l'altro “... e devo ammettere che lo fa in modo molto convincente, quasi da fare sembrare vero ogni vaneggiamento qui descritto.”
“Beh, il popolo che spinto dalla fame e dai soprusi giunge a fare una rivoluzione” mormorò Petrin “credo sia la storia più vecchia di questo mondo...”
L'altro smise di leggere ed abbassò il libretto, lasciandolo poi cadere con indifferenza sulla tavola.
“Amico mio...” prendendo con un cucchiaio altra confettura e spalmandola su un quadratino di focaccia “... se davvero esistesse una forma di governo aurea e perfetta, allora questi individui di Imperion meriterebbero un posto nella storia come inspirati di ogni tempo... ma dubito che siano riusciti a giungere a tale filosofica ricetta... voglio dire...” assaggiando la focaccia “... cosa hanno scelto per reggere la loro città? Una repubblica, no? Ecco, la migliore fra tutte le repubbliche non può che seguire l'eccelso modello principe di ogni repubblica, ossia quello dell'antica Roma. Riflettici su, Petrin... all'epoca, come adesso, il potere era delle grandi famiglie patrizie che vivevano nel lusso, tenendo per sé benessere, ricchezze, diritti e qualsiasi altra cosa valesse la pena possedere. Poi c'era la plebe, il volgo, oppresso, afflitto, affamato, sanguinante ed infine moribondo nei tuguri e nelle cloache di Roma. E quella era proprio una repubblica. La più potente e grande che mai vi sia stata.”
“Beh, lo scopo di una rivoluzione è portare i più deboli ed oppressi al potere immagino...” masticando la focaccia Petrin.
“Lo scopo di ogni rivoluzione” sorseggiando del tè l'altro “è quello di sostituire una classe al governo con un'altra. E sai ad Imperion mira a tale privilegio? Te lo dirò io... la borghesia.”
Petrin lo guardò sorpreso.
“Ma se è il popolo che si è mosso con le armi ad Imperion, spodestando il vecchio regime monarchico!” Esclamò poi.
“Certo, il popolo.” Annuì il giovane. “Ma spinto dai propri datori di lavoro. In piazza e nelle strade scendono contadini, operai, artigiani, bottegai, ma tutti mossi come tante marionette da chi sta dietro di loro, da chi per anni, anzi secoli, non ha fatto altro che opprimerli. Gente che si è arricchita sfruttando il volgo con paghe miserevoli, nelle loro botteghe e fabbriche. Oppure facendo commercio di spezie, stoffe, armi e persino di esseri umani come i mercanti di schiavi. Questa è la borghesia. Gente arricchitasi a spese dei più deboli, ingrassatasi all'ombra dell'aristocrazia e del Clero e che oggi muove i fili del volgo ignorante e disperato per giungere ad ottenere ciò che la sua miserabile nascita non gli concederà mai, ossia il potere, il governo.”
L'eloquenza del suo giovane amico zittì Petrin.
“Bah, io non mi intendo di queste cose...” farfugliò poi.
“Anche io amo tenermene fuori.” Sorridendo l'altro. “E direi ora di preparare il tutto per quel nostro viaggio verso Baias...” alzandosi dalla tavola “... ho bisogno di ispirazione e ciò vuol dire che necessito di ammirare qualche bel paesaggio... e naturalmente delle graziose figliole.”
“E con quale denaro?” Domandò Petrin.
“Oh, bella!” Esclamò l'altro. “Non sai forse, amico mio, che vi sono solo due modi a questo mondo per possedere denaro? Sposarlo o ereditarlo. E fortunatamente io, nella mia condizione di figlio naturale, posso vantarmi di sguazzare in quest'ultima situazione.” Rise appena. “Ora non mi resta dunque che dirigermi dal gentile e disponibile notaio de Gaitan e riscuotere la mia rendita mensile. E dopo nessuno potrà impedirci di correre verso le meravigliose sponde di Baias.”
Petris annuì sorridendo.
“Ora tu torna pure nella tua bottega” continuò l'altro “mentre io passerò dal mio buon notaio. Ci ritroveremo da tè fra... diciamo un'oretta.”
I due allora si salutarono, per poi separarsi.
Il giovane eloquente si avviò allora verso il centro cittadino, raggiungendo così la casa del notaio de Gaitan.
E appena arrivato nell'androne che dava al suo studio, il giovane si presentò alla governante.
“Messere...” mormorò la donna “... non... non avete annunciato la vostra visita questo mese...”
“Beh, mia bella signora...” mostrandole un vistoso inchino lui e baciandole la mano “... non capita sovente che mi presenti qui alla fine di ogni mese? E' un atto di riguardo il mio, sapete? Non oserei mai piombare qui mentre magari il nostro signor de Gaitan è occupato con qualche cliente di ottima reputazione. Non vorrei mai che il caso di un figlio naturale si mischi alle pratiche di gente altolocata.” Facendole l'occhiolino.
“Ecco io...” farfugliò la donna “... temo che il signor notaio sia impossibilitato ad incontrarvi oggi... non è qui...”
“Davvero?” Il giovane. “E' strano... venendo qui ho veduto la sua carrozza in strada... suvvia, non temete, ci metterò poco... il tempo di riscuotere la rendita mensile e poi andrò via.” Di nuovo le mostrò un inchino e poi, senza attendere la sua reazione, entrò nello studio del notaio.
“Voi?” Vedendolo entrare il notaio.
“Proprio io, signor de Gaitan.” Sorridendo il giovane.
“Oggi no.” Scuotendo il capo de Gaitan. “Oggi non posso vedervi.”
“Oh e avete provato con una lente?” Scherzando l'altro. “O magari un cannocchiale? Ne vidi uno a Pisa tempo fa davvero strabiliante.” Ridendo.
“In questo momento il vostro sarcasmo, come la vostra visita qui, è del tutto fuori luogo, Guisgard!” Alzandosi dalla sedia il notaio. “Non ho nulla per voi oggi!”
“Perchè” con sospetto Guisgard “ho l'impressione che vogliate tenermi nascosto qualcosa, signor de Gaitan?”
Il notaio non rispose nulla, limitandosi a chinare il capo, senza più fissare il giovane.
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Clio 30-06-2014 14.12.02

Sentii dei passi dietro di me e sorrisi, per poi voltarmi indietro solo per un secondo, il tempo di riconoscere il mio fidato lupo.
"Hai sistemato bene questo posto.." Sussurrai, quando fu al mio fianco "Potresti quasi sembrare un vero Sacerdote Bianco..." Sorrisi.
In realtà, Roland era un armaiolo, e come me pur rispettando tutti gli dei di Lortena, eravamo stati iniziati ad un culto guerriero, a cui solo i migliori riuscivano ad accedere.
Era tradizione che i signori di Lortena vi prendessero parte, per dimostrare il loro valore, anche se mio padre non vi dava molto peso, era un uomo semplice, infondo, legato alle sue montagne più che alla spada.
Eppure, aveva insistito non poco perché anche io fossi messa alla prova.
Se avesse scelto un marito tra i nobili della Valle, non ce ne sarebbe stato bisogno, visto che tutti gli aristocratici mettevano alla prova la loro bravura nella Grotta del Toro.
Ma se avesse preferito allearsi con qualche signore straniero, non voleva spezzare la tradizione nemmeno per una generazione, per scongiurare malcontenti.
Naturalmente i maestri non avevano visto di buon occhio la mia partecipazione, ma avevano accettato di farmi provare perché tutti erano convinti del mio fallimento.
Io, invece, che fin da bambina sognavo gesta eroiche e cavalleresche, avevo sopportato l'allenamento con entusiasmo e dedizione, riuscendo addituttura, non solo a passare la prova, ma a stupire i maestri.
E a differenza di mio padre, prendevo la cosa molto seriamente, in quella grotta avevo imparato molto più di quanto non sembrasse.
Lì avevo conosciuto Roland, e mi era stato subito simpatico, anche se non potevo Immaginare cosa il destino aveva in serbo per noi.
Ma anche per quello, non avevo esitato a fidarmi di lui quando aveva scoperto il mio segreto.
E non mi ero mai pentita di avergli concesso la mia fiducia, anzi.
"Mio cugino Imine sta tornando in città.." Sussurrai "Per quanto mi sembri impossibile pare all'oscuro degli ultimi avvenimenti.. Dobbiamo mandargli qualcuno incontro almeno ad avvisarlo.. Ci manca solo che arrivi qui a farsi ammazzare.. può esserci utile un alleato da fuori!" Sospirai "C'è un motivo se ti ho fatto venire qui.. Dobbiamo usare le gallerie delle vecchie miniere per arrivare al Castello Eubeo, capire qual'e la situazione e aggiornare i Lupi con le novità.. Abbiamo tempo fino all'alba, ho dato ordine di non disturbarmi, perché ero sfinita per il viaggio.. " mormorai, sempre a voce bassissima, poiché non mi sentivo mai al sicuro.
"Se sei pronto,partiamo immediatamente.." Sentenziai.


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