Camelot, la patria della cavalleria

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elisabeth 15-10-2010 17.09.23

Non ci fu' risposta alle mie parole.........solo silenzio, interrotto dal suono di un ocarina, riusci' a trasmettermi pensieri tristi.....ma piu' di ogni altra cosa, la sua indifferenza, era questo che mi aveva allontanata per un po' di tempo dalle vita di Commenda.......avevo avuto la necessita' di comprendere i segreti della natura......cio' che l'occhio umano non riusciva piu' a vedere, c'era un mondo antico....volevo solo tornare a ricordare.......mi avvicinai a Guisgard e gli accarezzai il volto......" Siete solo Guisgard.......no...vi siete solo smarrito....".........strisi al petto il mantello e feci per andare al castello........non ero sola..Morven con passo incerto stava cercando di tornare al Castello.....era ubriaco, siete stato piu' fubo di me, se mi fossi ubriacata sarei stat molto meglio......mi affiancai a lui e mi avviai ..lungo la strada

Talia 15-10-2010 18.35.04

Avvertii Rainbow sussultare alla vista dell’uomo morto, così le poggiai una mano sul braccio in un gesto rassicurante.
“Difficile a dirsi, milady...” risposi a voce bassa alle sue domande, pur continuando a tenere lo sguardo puntato su Dukey, dalla parte opposta della sala “Ma mi stupirei se quest’uomo non avesse niente a che fare con il flagello che ci affligge... Peccato sia morto...” soggiunsi, ancora più piano “Sarebbe di certo stato utile interrogarlo!”
Arduo definire il trambusto di sensazioni e di idee che si affastellavano nella mia mente... avevo la sgradevole sensazione che qualcosa mi stesse sfuggendo... una tessera del mosaico alla quale non riuscivo a dare collocazione... volti, impressioni, sentimenti e presentimenti... ma tutto era confuso ancora: avevo bisogno di più dettagli!
L’ultima affermazione di Rainbow mi distrasse da questi pensieri. Spostai lo sguardo su di lei e le sorrisi: “Già, avete ragione... un po’ troppo spesso! Per vostra fortuna, direi... e anche per fortuna di quella povera ragazza, anche lei è stata molto fortunata questa... questa sera...”
Pronunciai le ultime parole d’inerzia, gli occhi mi si allargarono e la voce mi si spense in gola mentre un pensiero mi attraversava la mente... un pensiero folle, probabilmente. Guardai l’uomo disteso a terra per un lungo momento, poi spostai di nuovo lo sguardo su Rainbow e di nuovo le sorrisi: “Avete ragione, milady!” dissi “Avete proprio ragione!”

Arowhena 15-10-2010 23.42.40

Arowhena si recò al castello seguendo Guisgard.
Come sempre osservò la scena celata dall'ombra.
Vide la ragazzina che si stringeva a lui spaventata e nel trambusto generale, notò che il cavaliere si affrettò per uscire fuori approfittando della confusione.. Avrebbe voluto seguirlo ma la sua attenzione fu attirata dai segni tatuati sulla pelle del cadavere... Li conosceva... i Sigilli, l'Ankh... Ma perché?
Questa volta il suo dono non l'aiutò... restò col dubbio e con la domanda che le tormentava la mente... si allontanò e salì sulle alte mura esterne del palazzo ove avrebbe potuto passeggiare tra i merli, il più vicino possibile alla luce della Luna...

Guisgard 16-10-2010 16.07.49

Llamrei, dopo aver deriso il comportamento di Belven e spronato il cavallo, uscì rapida dalla grande porta del palazzo.
Per poco non trovolse, per l'impeto della sua galoppata, le due sentinelle a guardia dell'ingresso e svanì in fondo alla grande strada che tagliava in due Cartignone.
"Testarda!" Disse Belven. "Testarda ed incosciente!"
Il cavaliere fu tentato di seguirla, preoccupato com'era che quella donna tanto ostinata potesse mettersi nei guai, ma il suo ruolo imponeva che restase a corte.
Bisognava comprendere chi fosse il misterioso uomo ucciso da Guisgard e cosa avesse visto la fanciulla liberata da quel cavaliere nel bosco.
"Tu e tu..." ordinò poi a due dei suoi cavalieri "... seguitela e accertatevi non le accada nulla."
"Si, milord!" Risposero in coro i due.
"Ma cosa diavolo vuoi dimostrare, Llamrei?" Pensò Belven, mentre osservava i suoi due cavalieri che si lanciavano sulle tracce dell'irrequieta dama di Camelot.
Ed accarezzandosi la fronte ripensò a quel bacio che sapeva di beffa datogli da Llamrei.

Guisgard 16-10-2010 16.26.55

In quello stesso momento, usciti da poco dalla chiesa di Cartignone, Icarion ed Empi si accorsero della veloce corsa del cavallo di Llamrei.
Empi, nel vederla, aveva proposto al principe di seguire quella donna.
Icarion allora chiamò il suo fedele Febo con un fischio.
Un attimo dopo il fatato destriero giunse dal suo padrone.
Con agilità il giovane ed intrepido principe salì in sella e tese la mano ad Empi.
"Inseguiamo quella donna, amica mia..." disse "... ho idea che madonna Avventura ci stia chiamando!"
E spronò il poderoso Febo.
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Guisgard 16-10-2010 16.53.50

Nel frattempo, al palazzo reale di Cartignone, tutti erano intenti a cercare di capire chi fosse il misterioso uomo portato a corte da Guisgard e cosa nascondesse.
Ad un tratto nella sala entrò, annunciato dalle guardie, il Cappellano domenicano giunto a Cartignone insieme a Guisgard.
"Milord..." disse salutando Frigoros "... ho viaggiato molto nel nord della Britannia e conosco le parlate gaeliche e forse potrei esservi d'aiuto..."
Guxio lo osservò con sospetto.
"Certo, fate pure!" Rispose il signore di Cartignone.
Il Cappellano allora osservò con attenzione i tatuaggi sul corpo del misterioso uomo.
E dopo alcuni istanti, il Cappellano tradusse le misteriose lettere sul petto del morto:

"La debole pietra scricchiolerà
sotto i colpi della pura verità.

Ciò che è stato costruito su di essa
cadrà, smentendo la falsa promessa.

Il gallo allora sarà da tutti osannato
poichè tradì colui che ha rinnagato."

"E' un significato oscuro..." commentò Guxio "... chissà cosa celano queste parole..."
"Arowhena!" Disse all'improvviso Frigoros. "Lei sicuramente saprà aiutarci a comprendere questo arcano!"
E diede ordine ai suoi di cercare quella donna.

Guisgard 16-10-2010 16.58.55

Intanto, alla locanda di Cartignone, giunse Cavaliere25, incaricato da Belven di trovare il misterioso cavaliere che aveva catturato l'uomo del bosco e liberato la giovane fanciulla.
"Salute a voi, amico mio.
Chi siete? Iodix sono io!" Si presentò il buffone di Guisgard.

cavaliere25 16-10-2010 17.05.01

guardai Iodiox e dissi salve a voi messere che ci fate qui? io sto per entrare nella locanda sareste cosi gentile da farmi compagnia? domandai sorridendo poi entrai nella locanda e mi avvicinai al bancone e chiesi al locandiere mi date un boccale di idromele chiesi gentimente poi dissi avrei delle domande da farvi signore sto cercando un uomo per caso voi avete visto nella vostra locanda una faccia che non conoscete ho che non avete visto? aspettai che mi rispondesse mentre mi guardai intorno.

Guisgard 16-10-2010 17.17.26

Guisgard restò sorpreso da quella carezza di Elisabeth.
Smise di suonare ed osservò quella donna che, stretta nel suo mantello, si avviava verso il palazzo reale.
Poi vide anche Morven che, uscito dalla locanda, era anch'egli diretto alla principesca dimora di Frigoros.
"Non sei abituato a bere, ragazzo." Gli disse tornando a suonare la sua ocarina. "Non dovresti alzare così il gomito."

elisabeth 17-10-2010 00.02.24

Senza accorgermene ero arrivata a palazzo.............avevo gia' dimenticato la musica di Guisgard......cercando di raggiungere la mia stanza..passai accanto al salone, c'era confusione e anche se ero un Cavaliere un filo di curiosita' femminile mi spinse ad entrare e mi avvicinai al drappello di uomini intenti ad osservare il cadavere di un uomo.......aveva segni particolari sul corpo scritte in gaelico...ma stranamente la sua tunica non portava alcun simbolo...in genere ricamavano degli animali......Ascoltai la traduzione del Domenicano.......lui parlava e io guardavo quella scritta........i celti....erano legati alla Dea Madre......la Terra.....una conoscenza che cozzava con quel frate............mi inginocchiai accanto a quel corpo senza vita........" La vostra traduzione puo' avere piu' di un significato.....un significato Sacro e uno pagano......siete un uomo di chiesa.....ma chi ha impresso i segni su questo corpo.......lo ha fatto con un altro significato........la pietra di cui parlate e' l'animo umano esso e' debole quando vive nel buio dove non c'e' la conoscenza esso e' considerato come la pietra grezza..e sotto i colpi della verita' e quindi della luce esso si illumina e si trasforma in pietra cubica essa e' perfetta.......Il Tempio che sara' costruito su un animo ancora indebolito dal buio crollera' perche' si abbatteranno le sue colonne..........Il gallo e' sacro ed e' associato alla Madre Terra...egli con il suo canto scaccia i fantasmi e i demoni della notte...con il suo canto al sorgere del sole.........."....mi alzai ero vicina al Domenicano.....il bianco del mio mantello si univa al bianco del suo saio......un uomo di chiesa..un cavaliere templare e un corpo pagano..........

Morrigan 17-10-2010 09.35.08

La voce di Guisgard lo fece trasalire, gli rimbombò nella testa che già gli doleva per quel molesto ronzio che vi aveva preso stanza, e fece fermare i suoi passi.

Vide Elisabeth che si allontanava verso il castello, e quasi ebbe l'impressione che lei gli avesse indirizzato un gesto di gentile invito, come se volesse da lui essere scortata, ed insieme aiutarlo a trovare la giusta via. Morven considerò per un istante quel cenno della dama e si domandò se più saggio non sarebbe stato seguirla. Ma aveva già indugiato troppo. Elisabeth aveva proseguito la sua strada, senza ulteriori indugi, e Guisgard aveva già notato la sua esitazione. Infatti aveva abbassato dalle labbra la sua ocarina e lo fissava con sguardo lievemente divertito, come volesse ancora una volta prendersi gioco di lui.

Ma l'alcol spesso rende gli uomini più arditi, e permette loro di lanciarsi in gesti e discussioni che avrebbero piuttosto evitato, se fossero stati del tutto sobri, e il giovane Morven, alle prese con le sue prime bevute, non sfuggiva di certo a questa universale regola!
Pensò dunque che fosse il momento perfetto per dialogare in maniera schietta e sincera con quel cavaliere, ora che egli gli sembrava un po' meno scostante e sarcastico del solito.
Si diresse quindi verso di lui, e quando gli fu da presso rispose:

"Dite il vero, signore, non sono avvezzo al vino e alla birra forte di queste contrade, e di sicuro devo apparirvi piuttosto male in arnese... ma sono certo che voi, che siete uomo di mondo e amate le donne, i dadi e il vino, saprete indicarmi qualche rimedio per migliorare il mio stato prima di rimettermi al servizio del principe..."

lady_Empi 17-10-2010 12.00.31

<Empi prese la mano di Icarion e montò sul cavallo, gli occhi fissi sul bosco che li attendeva> Madonna Avventura… <borbottò la fata> è la Terra che ci chiama in quel bosco, Altezza <si affrettò a controbattere, cominciava a divertirla quel giovane principe, con il suo modo singolare di parlare. Serrò forte le ginocchia per tenersi nella folle corsa del destriero.>

<In un attimo il bosco li accolse e li circondò, del cavallo di Llamrei si notava solo la polvere. Dove correva quella dama…si chiese Empi curiosa. Poi, all’improvviso il silenzio la colse. In quel bosco la Terra taceva e con lei tutti i suoi figli. Il Vento sembrava essersi fermato e la Luce latitava> Guardate Altezza <disse, infine, la fata indicando una radura circondata da alte pietre disposte in cerchio ed avvolta da un manto di nebbia fitta> Nemeton, il Grande Bosco Sacro <esclamò la fata lasciandosi avvolgere dalla sacralità che regnava in quel luogo. Con un balzo smontò dal cavallo e fece cenno ad Icarion di seguirla mentre si avvicinava alla radura>

Guisgard 18-10-2010 00.45.04

Il Cappellano osservò Elisabeth, dopo aver ascoltato con attenzione le sue parole.
"Milady..." disse il chierico "... ciò che dite è giusto e ve ne sono buon testimone, visto che abitai molto tempo nelle terre da secoli dimora del popolo celtico. Ma quest'uomo, credo, abbia ben poco a che fare con le tradizioni di queste terre... non so, ma il suo abbigliamento, quelle scritte tatuate... ho come l'idea che tutto questo miri a qualcosa di molto più grande ed assoluto... anche se il tutto mi sfugge ora..."
E tornò a guardare il corpo senza vita di quel sinistro uomo.

Guisgard 18-10-2010 00.58.08

"Ma dove vai?" Chiese Icarion, dopo che Empi si era lanciata dal cavallo.
Un attimo dopo il principe la raggiunse.
Si ritrovarono così in un misterioso luogo.
Quelle strane pietre sembravano essere lì da molto tempo.
L'oscurità ed un manto di mistero secolare le avvolgeva nel loro monumentale silenzio.
La giovane fata avvertiva le forze di quel luogo.
Poteva sentire l'eco del tempo e gli antichi rituali che resero sacra da sempre quella radura.
Ad un tratto si udirono dei lamenti provenire dall'oscurità circostante.
"Cosa è stato?" Domandò Icarion, portando, ingenuamente, la mano sull'elsa della sua spada. "Sta tranquilla..." rivolgendosi poi ad Empi e tutto preso dal suo fanciullesco ardore che lo portava a ripetere frasi e pose tipiche dei cavalieri "... restami accanto a non ti accadrà nulla..."
Di nuovo si sentì quel lamento.
Anche Febo sembrava nervoso.
Icarion prese Empi per mano e cominciò ad avanza nel buio della notte.
Ancora quel lamento fu avvertito dai due.
Icarion respirò forte, visibilmente nervoso.
Poi, in uno slancio di coraggio, dettato forse più dalle sue ossessioni cavalleresche che da altro, con la spada taglò un grosso ramo che impediva di vedere oltre nella radura e i due esseri fatati videro un terribile spettacolo.
I due cavalieri inviati da Belven per proteggere Llamrei giacevano morti in un lago di sangue...

Guisgard 18-10-2010 01.19.16

Belven allora prese la parola.
"Io non mi intendo di lingue ed idiomi celtici... io so solo che quest'uomo ha cercato di aggredire una fanciulla. E come lui ce ne sono altri in giro. E questo credo basti a rendeci tutti poco tranquilli."
"Ritenete dunque" intervenne Guxio "che quest'uomo sia coinvolto con i rapimenti ed i martiri della fanciulle di questa città?"
"Mi sembra abbastanza probabile... anzi, certo." Rispose Belven. "Del resto quest'uomo aveva dei compagni... e sicuramente chi ha martoriato le povere ragazze ritrovate nel bosco non l'ha fatto certo da solo..."
"Parlate come se i nostri nemici fossero numerosi." Disse Guxio.
"Mi sembra chiaro." Rispose Belven. "E poi, non dimentichiamo, che quel cavaliere che ha liberato la ragazza uccidendo quest'uomo, ha parlato di altri due come lui."
"Io solitamente non concedo la mia fiducia al primo venuto." Sentenziò Guxio.
"Nemmeno io, eccellenza." Rispose Belven. "Ecco perchè ho mandato uno dei miei a cercarlo in città. Voglio interrogarlo."
Poi, rivolgendosi ai suoi:
"Ormai il nuovo giorno è giunto. Prepariamoci, voglio ispezionare il bosco con il favore del giorno. Appena Cavaliere25 sarà tornato, partiremo tutti noi di Camelot, cercando di scoprire cosa si nasconde in questa terra."
"Allora vi auguro buona fortuna." Disse Guxio. "Credo ne avrete bisogno..."
"Da voi, eccellenza..." rispose Belven "... preferirei che mi affidaste alla protezione del Cielo e non a quello di madonna Fortuna..."
Guxio fissò Belven senza dire niente.

Guisgard 18-10-2010 01.26.37

Intanto, davanti alla locanda, Morven si era fermato a parlare con Guisgard.
"Lungi da me" rispose questi "voler fare da maestro a qualcuno... odio troppo le regole e le imposizioni... quindi, mio giovane amico, l'unico consiglio o indicazione che posso darti è quello di vivere come più ti aggrada... così alla fine potrai imputare solo a te stesso la tua fortuna o la tua rovina. Questa è la mia ricetta del buon vivere."
E riprese a suonare la sua ocarina.

Guisgard 18-10-2010 01.40.02

Nella locanda invece, era giunto Cavaliere25 ed aveva chiesto di nuovi arrivati al locandiere.
"Si, in effetti vi sono volti nuovi a Cartignone ultimamente." Disse questi. "E voi siete tra questi. E se vi interessano tanto in giro ne troverete qualcuno. Vedo infatti dalla mia finestra che due cavalieri, non certo abitanti di queste terre, stanno conversando la fuori."
"Io, mio buon amico, sono un buon buffone
e amo motteggiare in ogni degna occasione!
Offritemi un buon boccale di ciò che bevete
e della mia vivace arte di certo voi riderete!" Recitò Iodix.

Morrigan 18-10-2010 01.40.59

Morven rimase un istante a fissare Guisgard, perplesso.
L'aria fresca e pungente del mattino che avanzava gli colpiva il viso e iniziava a restituirgli un po' di lucidità, insieme all'istintiva attenzione che avevano risvegliato in lui le parole del cavaliere.

"Vivere come più mi aggrada... in un certo senso, signore, è ciò che sto facendo, e voi non potete nemmeno immaginare quanto..."

Poi si accorse che l'improvvisa disponibilità di Guisgard, o forse il suo momentaneo stato di debolezza, lo stavano spingendo ad una eccessiva confidenza con un uomo che era ancora un estraneo per lui.
Morven esitò. Quel pensiero, complice forse l'ultima scia della sua sbornia, lo fece diventare triste... il pensiero che, pur avendo ottenuto, con le sue passate azioni, la libertà, egli era sempre stato da solo... un cane sciolto che si era fatto cavaliere da sè, seguendo l'istinto e la Fortuna, senza mai avere amici o compagni d'arme al suo fianco con cui condividere le proprie avventure... almeno, mai fino a quel momento!
Risollevò il capo dopo quel pensare, fissò Guisgard.

"Vivere come più mi aggrada... sì, è affascinante!
Ma io credo, sir Guisgard... scusate, è Guisgard il vostro nome, vero? L'ho udito pronunciare in taverna... dicevo, io credo, sir, che qualsiasi forma di passione o di emozione debba infine rispondere ad una ragione!
Senza regole, voi dite? Gli uomini devono darsi delle regole, per non smarrire del tutto la loro natura divina... foss'anche un imperativo interiore, o un imperativo morale, fosse pure distante dal sentire comune, ogni uomo deve possederne uno...
... sir Guisgard è forse così diverso da ogni altro uomo al mondo da non possederne nemmeno uno?"

Guisgard 18-10-2010 01.58.30

Guisgard smise di suonare e fissò Morven.
Lo fissò con attenzione, quasi a volerne indagare e scoprire ogni aspetto del suo animo.
"Sapete..." disse sorridendo "... voi avete la passione per i paroloni. Parlate sempre di grandi ideali, di immensi valori, di come ogni uomo debba tendere alla perfezione terrena e divina e roba simile..."
Saltò giù dal muretto e fece qualche passo verso il ciglio della strada.
"Ora vi rivelerò qualcosa che vi scioccherà..." continuò con un tono vagamente sarcastico, mentre fissava il bosco che sorgeva poco più avanti "... non tutti diventano cavalieri per la fama o per la gloria... io, mio malgrado, mi sono sempre ritrovato in risse, contese e duelli... talvolta per onore, altre volte per una donna... ed un giorno mi sono detto... l'unica cosa che sai fare, mio caro Guis, è batterti. Bene, allora adopera questa tua discutibile qualità per guadagnarti da vivere."
Rise di gusto ed aggiunse:
"Quindi come vedete, mio sognante cavaliere, non tutti mirano ad essere un Parsifal o un Galahad... ma ci sono anche quelli come me che scelgono come modello il peggiore e più ignobile di tutti i cavalieri, come un Gano di Magonza o un Mordred!"

Morrigan 18-10-2010 02.15.46

"Passione per i paroloni"?
In un primo istante Morven fu indispettito da quella ironica critica, e fu tentato immediatamente di reagire... ma poi le prole di Guisgard, e soprattutto il tono completamente nuovo che egli aveva adoperato, lo inchiodarono a quel discorso, e Morven non potè fare altro che restare in silenzio, a seguire il cavaliere con lo sguardo, fissandolo con un misto di stupore, curiosità e perplessità.
Gli udì scandire quei nomi, nomi di cavalieri che risuonarono nel suo cuore con un battito speciale, e altri che nomi che lo turbarono, rendendo quel battito irregolare.

Poi vi fu silenzio.

Guisgard guardava il bosco e Morven guardava Guisgard. Il vento passava liberamente tra quei metri che li dividevano, come a volerli ancor più separare... luce... ombra... ordine... caos... in natura, ciò che non si somiglia, allora si completa...

"Mordred?" mormorò infine Morven, quasi ragionasse orami per sè più che per l'altro.

Scosse il capo, come se non riuscisse a risolvere il suo dubbio da solo, e sollevò infine il capo verso Guisgard in modo imperioso, mentre anche la sua voce di faceva più marcata.

"Ma Mordred non accarezzerebbe il volto di una ragazzina spaventata e tremante, e non la consolerebbe con le parole e la dolce calma che voi avete usato... no, non l'avrebbe mai fatto, Mordred... nè Gano! Quindi voltatevi adesso, cavaliere, e ditemi di nuovo che siete Mordred... e fatelo guardandomi negli occhi stavolta, che io vi possa davvero credere, e fino in fondo!"

Guisgard 18-10-2010 02.26.02

Nel cuore del bosco, nel frattempo, lontano dagli auspici del giorno nascente, il cavallo di Llamrei continuava a galoppare, forse senza meta.
Ad un tratto la donna udì una strana voce.
Sembrava appartenere ad una ragazza.
"Aiutami, mia signora..." diceva.
Proveniva dalle profondità del bosco.
"Aiutami, in nome del Cielo, mia signora..." supplicava "... aiutami, loro presto torneranno, aiutami..."
La voce era sofferente, affaticata e tradiva una cupa disperazione.
Ad un tratto Llamrei capì da quale punto del bosco proveniva.
Era uno stretto passaggio che giungeva in uno spiazzo irregolare e racchiuso da alti alberi che, intrecciando i rami fra loro, rendevano quasi difficile alla luce del giorno illuminare quel punto.
E proprio al centro di quello spiazzo vi era un grosso tronco cavo, quasi pietrificato, risalente probabilmente a tantissimo tempo fa.

Guisgard 18-10-2010 02.40.22

Guisgard si voltò e di nuovo fissò Morven.
"Dirvi cosa?" Chiese. "Che non sono questo o quel cavaliere? Perchè Mordred tradì la più alta compagnia cavalleresca di sempre? Perchè era un bastardo? Beh, vi rivelerò che molti pensano questo di me! E per quale motivo Gano vendette la sua patria e la sua Fede al nemico? Forse perchè era un rinnegato? Ecco, in Cornovaglia più di uno affianca questa parola al mio nome!"
Chiuse gli occhi e sorrise come era solito fare, quando sembrava porsi da solo contro tutto il mondo.
"Perdete il vostro tempo con me, cavaliere idealista..." aggiunse "... non ho speranza e, detto fra noi, non la cerco nemmeno."
E di nuovo rise, quasi a voler dimostrare una stentata indifferenza verso tutto e tutti.

Morrigan 18-10-2010 03.17.35

Le parole di Guisgard gli piombarono addosso come una pietra scagliata dal cielo... dolore... dolore... quanto insensato dolore esiste a questo mondo!

Quelle frasi tradivano un passato segnato, un'anima le cui profondità erano forse così complesse che lui non poteva certo avere la pretesa di scandagliare. D'un tratto si sentì giovane, troppo giovane, temendamente giovane ed inesperto... troppo lontano da quella realtà che l'altro gli stava facendo intravedere.
No, forse non era impresa per lui, quella di cimentarsi con un'anima!
Era stato troppo superbo nel giudicare il suo valore... aveva commesso un grave peccato!

Per un attimo ebbe vergogna di rispondere a Guisgard, perchè pensò che qualsiasi risposta, che venisse da una bocca vergine di reali esperienze e piena soltanto di ideali, potesse risuonare solamente stupida e inutile.
Ma poi, ripensando alle ultime parole di Guisgard, un nuovo dolore gli colpì il petto... "non ho speranza"... no, questo mai... si può perdere la fede, si può perdere la carità... ma non si deve mai perdere la speranza!

Allora fu preso da un'idea folle ed insensata... tanto folle ed insensata quanto bizzarra era stata per lui quella notte. Uno spirito lo guidava e lo spingeva, incitandolo... ripetendogli nella mente che non era sbagliato, non era inutile... Morven si abbandonò infine a quel consiglio e a quell'emozione che lo guidava... era sempre stato così, fin dalla sua infanzia... il suo istinto lo guidava, e fino a quel momento, grazie a Dio, lo aveva sempre condotto nella direzione giusta. Chi era dunque, lui, per rifiutarne anche solo un invito?

Fissò Guisgard, cercando di non farsi frenare dalla sua espressione, che di certo si sarebbe fatta ironica e pungente, investendolo con il suo sarcasmo, poi disse:

"E' facile giudicare i peccati di Mordred o il tradimento di Gano... è facile credere di essere Parsifal o Galahad quando si devo giudicare l'operato degli altri...
... ma io non potrei mai diventare Parsifal, e vi giuro signore che lo desidero, se non pensassi che esiste sempre una speranza per tutti... l'ultimo dono degli dei a Pandora, il dono più grande dello spirito umano... chiamatemi sciocco, ingenuo, inesperto... rimproveratemi il mio idealismo e la mia fede nel nulla... ridete di me, e dite pure ciò che più vi aggrada, ma..."

Con un gesto rapido estrasse la spada dal fodero, la impugnò dalla lama e rivolse il codolo verso Guisgard.

"... può Parsifal chiedere a Mordred di combattere al suo fianco?
Luce e ombra si completano, Guisgard... in questo c'è speranza!
Il mondo non è nato dal solo ordine, ciò non sarebbe potuto accadere... è occorsa la sua unione con il caos perchè nascesse la meraviglia!
Stringete questa spada e io sarò il vostro compagno d'armi... stringetela, e cambieremo i libri e le ballate... Parsifal combatterà accanto a Mordred!"

Guisgard 18-10-2010 03.41.13

La spada di Morven.
Quanti significati, quanto simbolismo c'erano in quel gesto del giovane cavaliere.
Guisgard fissò quella spada.
Ad un tratto allungò la mano.
"Un cavaliere non dovrebbe mai porgere la spada e restare disarmato..." disse "... senza armi saremmo alla mercè dei nemici e per batterli non ci serviranno i paroloni e i grandi ideali. Cercatevi quindi un compagno degno del vostra candido idealismo, amico mio... quanto a me, forse già oggi o domani vorrei partire da questa città... non vi è nulla che mi trattenga ancora qui..."
Risalì allora sul muretto e tirò di nuovo fuori la sua ocarina.
"E poi, vi rivelerò che a me Mordred sta antipatico." Aggiunse, per poi rimettersi a suonare.

Morrigan 18-10-2010 03.55.38

Morven abbassò le ciglia scure a velare il suo sguardo, e i suoi occhi caddero sulla spada.
Le parole di Guisgard... in un certo senso le aveva temute, ma temendole aveva implicitamente ammesso di aspettarsele... la speranza, la speranza... c'è ancora tanta speranza in questo mondo!

Ritirò la spada, la rimese nel fodero, con cura, con delicatezza quasi eccessiva.

"Non porgo la spada che ai miei simili..." mormorò con tono oscuro "e credevo aveste già notato alla locanda che non resto mai disarmato..."

Quindi sollevò su Guisgard uno sguardo chiaro, schietto, per nulla offuscato da ombre o da tristezza. I suoi occhi brillavano di una strana sicurezza interiore.

"La mia offerta, comunque, è sempre valida... attenderò il giorno in cui sarete voi a chiedermi la spada per questo giuramento"

Chinò il capo in un cenno di saluto, quindi si voltò e fece per prendere la strada verso il palazzo, la strada che aveva abbandonato per raggiungere Guisgard. Fece qualche passò, quindi girò il capo a guardarlo nuovamente, mentre l'altro ormai non lo guardava più e aveva ripreso a suonare.

"Mordred vi sta antipatico..." disse "Francamente ne avevo il sospetto, amico mio, Lancillotto..."

Rise piano di sè, di quella situazione e probabilmente delle bizzarre parole che aveva appena detto... fortuna, si disse, che potrò di questo incolpare la birra!

"E con questo, Parsifal vi augura il buon giorno, o la buona notte!"

Disse questo e si incamminò verso il castello di buona lena, fischiettando piano il motivo che Guisgard aveva suonato quella notte,

Guisgard 18-10-2010 04.21.06

Guisgard sentì i passi di Morven mentre si allontanava.
Non smise di suonare, ma avvertì una strana sensazione.
Una sensazione già provata tante volte in passato.
La musica della sua ocarina.
Malinconica, inquieta, sognante.
Suonare dove nessuno può darti conforto.
Suonare come chiamare a sè chissà cosa o chissà chi.
Ma chi avrebbe risposto a quella musica?
Forse nessuno.
In fondo solo lui e la sua ocarina comprendevano quel linguaggio.
"Voglio ripartire al più presto..." pensava mentre suonava "... non voglio restare oltre in questo posto..."



Intanto, al palazzo reale di Cartignone, tutto era pronto.
Belven diede ordine che tutti i suoi si radunassero per partire alla volta del bosco, con l'intento di perlustrarlo col favore del giorno.
"Col vostro permesso, milord..." disse Belven a Frigoros "... noi partiremo per cercare indizi e tracce nel bosco. Il giorno ed il nostro numero, insieme al valore ed al coraggio, ci metteranno al sicuro dai pericoli che potrebbero attenderci."
"Si, avete il mio permesso..." rispose il principe "... ma fate attenzione... ormai è chiaro a tutti che nel bosco dimora qualcosa di tanto misterioso quanto terribile..."
"Non temete, milord, torneremo presto." Lo assicurò il cavaliere.

cavaliere25 18-10-2010 11.32.54

Guardai fuori dalla locanda e vidi due uomini che conversavano tra di loro allora mi girai verso Idiox e dissi certamente vi offrirò da bere messere poi dissi al locandiere un altro boccale di idromele per il mio amico poi misi delle monete sul bancone e usci dalla locanda e mi avvicinai hai due uomini e dissi salve signori come va?

Morrigan 18-10-2010 11.44.25

Morven si era appena allontanato da Guisgard quando udì dei passi ed una voce a lui nota che rivolgeva loro un saluto.
Si voltò e riconobbe Cavaliere25 che usciva proprio allora dalla locanda e si avvicinava allo spiazzo dove, fino a qualche minuto prima, stava conversando con Guisgard.
Tornò indietro, a quel punto, e si avvicinò al suo compagno di Camelot.

"Salve, cavaliere!" rispose al saluto di Cavaliere25 "Anche voi alla locanda? Si vede che stanotte eravamo tutti troppo scossi per dormire!"

cavaliere25 18-10-2010 11.56.14

Guardai Morven e dissi salve cavaliere si sono passato dalla locanda perche sto cercando un uomo non si conosce la sua identità mi hanno chiesto di cercarlo.

Morrigan 18-10-2010 12.19.07

"Un uomo?" rispose Morven "Che genere di uomo? Ditemi, e vediamo se posso esservi d'aiuto in qualche modo..."

cavaliere25 18-10-2010 12.57.03

Si un cavaliere che non si conosce il nome sembra introvabile a portato un cadavere nel palazzo lo stanno cercando tutti questo cavaliere misterioso ma ancora nessuna traccia dissi guardando Morven

Morrigan 18-10-2010 13.06.30

"Ah, quel cavaliere!" esclamò Morven con un mezzo sorriso che gli si allargò sul viso, quasi seguisse un suo personale, divertente pensiero.

Quindi guardò Cavaliere 25 e gli indicò Guisgard, che, in fondo allo spiazzo, sul muretto che guardava al bosco, continuando a suonare quel malinconico motivetto.

"Andate a chiedere a quel messere che là in fondo si diletta con la sua ocarina... forse lui saprà darvi le informazioni che cercate"

Disse questo, assestò un'amichevole pacca sulla spalla di Cavaliere25 e continuando a fischiettare riprese quella strada lungo la quale era stato ormai trattenuto troppo a lungo.

cavaliere25 18-10-2010 13.10.55

Grazie dissi sorridendogli poi mi incamminai verso quel cavaliere che mi fù indicato da Morven e mi avvicinai e dissi salve messere che ci fate qui tutto solo? avrei bisogno di voi sareste cosi gentile dadarmi qualche informazione domandai gentilmente e aspettai una sua risposta.

lady_Empi 18-10-2010 14.13.12

<Empi osservava il luogo con reverenza, sentiva la sacralità del luogo e le pareva d’udire i canti degli Antichi che compivano i loro rituali tra le pietre. Avanzava sussurrando i passi e chiedendo alla Terra di benedire il suo cammino, quando udì un lamento. Voltò istintivamente il capo verso Icarion e si accorse che questa volta anche lui l’aveva udito> Non lo so <rispose la fata acuendo il suo udito. Notò il gesto di Icarion e non ne fu infastidita, lo apprezzò invece…anche se nulla in quel giovane principe le comunicava sicurezza, almeno le sue parole erano sincere> Cosa fate Altezza? <esclamò all’improvviso notando che Icarion aveva reciso il ramo dell’albero> Sperate solo che lo spirito dell’albero non si ribelli <incalzò severa> questo guardiano è qui da molte lune, come avete potuto? <si avvicinò al tronco e posò la mano sulla ferita dell’albero da cui sgorgava copiosa la linfa. E mentre si voltava verso il principe per continuare il suo rimprovero, il terribile spettacolo si mostrò ai suoi occhi> Per tutte le scintille <esclamò la fata. Strinse la mano di Icarion ed entrambi si avvicinarono ai cadaveri>

Di questo sono capaci gli umani, mio Principe <mormorò intristita> Di tutte le specie animali sono gli unici che uccidono senza motivo legato alla loro sussistenza. <un piedino nudo della fata si bagnò del sangue sparso sul terreno, e in quel momento Empi fu invasa dalla sensazione di terrore che quegli umani avevano vissuto un attimo prima di morire> Qualcosa di spaventoso si aggira per questi boschi, Altezza, dobbiamo essere vigili <e mentre così parlava, il lamento squarciò il silenzio ancora una volta e questa volta Empi riuscì a distinguere le parole…aiutami mia signora.. percepì>

llamrei 18-10-2010 16.21.48

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 22465)
Nel cuore del bosco, nel frattempo, lontano dagli auspici del giorno nascente, il cavallo di Llamrei continuava a galoppare, forse senza meta.
Ad un tratto la donna udì una strana voce.
Sembrava appartenere ad una ragazza.
"Aiutami, mia signora..." diceva.
Proveniva dalle profondità del bosco.
"Aiutami, in nome del Cielo, mia signora..." supplicava "... aiutami, loro presto torneranno, aiutami..."
La voce era sofferente, affaticata e tradiva una cupa disperazione.
Ad un tratto Llamrei capì da quale punto del bosco proveniva.
Era uno stretto passaggio che giungeva in uno spiazzo irregolare e racchiuso da alti alberi che, intrecciando i rami fra loro, rendevano quasi difficile alla luce del giorno illuminare quel punto.
E proprio al centro di quello spiazzo vi era un grosso tronco cavo, quasi pietrificato, risalente probabilmente a tantissimo tempo fa.


"Che strano questo luogo....ma la voce proveniva da qui....ne sono certa" dissi cercando di avvicinarmi al tronco seppur a fatica, visto l'impervio sentiero che ero costretta a percorrere. E quella voce, quel richiamo si faceva sempre più tangibile....finchè scorsi, all'interno del tronco cavo, una figura.
Mi avvicinai con cautela: uno stiletto in una mano e l'altra libera pronta a prendere la spada.
Ormai ero di fronte alla figura: era una ragazza.

Guisgard 18-10-2010 19.13.33

Guisgard aprì gli occhi e fissò Cavaliere25, senza però smettere di suonare la sua ocarina.
Continuò così per qualche altro istante, poi, alzandosi dal muretto, chiese:
"Informazioni? Di che genere? Capitate male, amico mio... non sono di questo posto e non conosco nessuno..."

cavaliere25 18-10-2010 19.15.12

sto cercando un uomo che a portato il cadavere di un uomo a palazzo mi hanno ordinato di cercarlo e di portarlo al castello voi sapete niente messere? domandai guardandolo

Guisgard 18-10-2010 19.21.35

"Un uomo che ha portato un cadavere al palazzo... " disse Guisgard fissando Cavaliere25. "Aspettate e lasciatemi pensare..."
Sorrise ed aggiunse:
"Ecco, vedete quel cavaliere che è appena andato via?" Indicando Morven. "E' lui credo il cavaliere che cercate, mio buon amico. Anzi, se vi affrattate lo raggiungerete senza problemi!"
Saltò giù dal muretto e concluse:
"Ed ora scusatemi, ma sono atteso da affari urgenti."
Ed andò via.

cavaliere25 18-10-2010 19.24.51

Guardai il cavaliere e dissi grazie per la voltra preziosa sono in debito con voi messere mi girai e iniziai a correre dietro a Morven e lo chiamai dicendo hei voi fermatevi un attimo dissi guardandolo devo parlare con voi è una cosa importante e urgente.

Guisgard 18-10-2010 19.38.40

In quello stesso momento, nel bosco, Llamrei si trovava davanti a quel grande albero cavo pietrificato dal tempo e dall'austerità di quel luogo.
La figura che si intravedeva in esso era snella, leggera, a tratti eterea e restava immobile.
Non si udiva più quel richiamo che aveva attirato Llamrei.
Poi, all'improvviso, la figura accennò un gesto quasi impercettibile.
Si voltò e mostrò il suo volto.
Incredibilmente era quello di un uomo, magrissimo, quasi consumato e con la pelle secchissima.
Aveva due grandi occhi neri incavati e di un bianco quasi spettrale.
Un ghigno sorse sul suo volte e mostrò una bocca senza più denti.
E prima che Llamrei potesse davvero rendersi conto di tutto, tre uomini alle sue spalle la immobilizzarono, facendole perdere i sensi...

Camelot e le sue alte torri.
La cavalleria, i suoi amici.
Il verde della campagna, l'azzurro terso del cielo, l'incanto delle storie dei bardi per le strade del suo amato reame.
Questo sognò confusamente Llamrei.
Si svegliò e solo dopo alcuni istanti comprese che era incatenata alla parete di un'umida cella.
Era buio intorno a lei e l'unica cosa che udiva erano dei strani canti in lontananza.
Come un'opprimente litania.


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