Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 28-10-2013 02.39.41

Lady Clio, questo frammento è carico di emozioni e sentimenti.
E' un po' come una pagina di un grosso libro.
Un libro il cui titolo è però chiarissimo.
Sapete, molti hanno scritto sull'Amore.
Qualcuno in modo appassionato, altri in modo scanzonato, altri ancora filosofeggiando dogmi e principi quasi assoluti.
Gli antichi greci narravano di un bellissimo mito, risalente agli albori dell'umanità.
In principio, si diceva, gli esseri umani erano perfetti.
In un unico essere avevano riunito il principio maschile e quello femminile.
Poi però gli dei decisero di punire l'umanità per i suoi peccati, dividendo così ognuno in due metà e separando la parte maschile da quella femminile.
Da allora non facciamo altro che cercare, per tutta la vita, la nostra metà che ci fu tolta.
E qualcuno di noi, i più fortunati, riescono a ritrovare quella parte, sentendosi così di nuovo completi, vivi e felici.
Forse questo mito racconta benissimo cos'è l'Amore e la sua ricerca.
E questo breve scritto che ci avete donato, lady Clio, è una bellissima testimonianza di tutto ciò.

Clio 28-10-2013 13.31.58

Milord, grazie per le belle parole.
Conosco bene quel mito e vi ringrazio di avermelo fatto ricordare in quest'occasione.
Devo dire che da ragazzina mi era sempre sembrato un po' presuntuoso, quasi fosse impossibile che, tra tutta l'umanità, si potesse trovare la propria metà.
Crescendo poi, ho capito che, come spesso accade nei miti antichi, c'era molto più di quanto appariva ad una lettura superficiale o disattenta, così ho imparato ad apprezzarlo sempre più, fino a vederlo realizzarsi nella vita quotidiana.
Mi ha insegnato molto, e continua a farlo, giorno dopo giorno.

Vi ringrazio, anche questa volta, di avermi concesso un po' del vostro tempo e ancor più di aver lasciato il vostro pensiero.

Parsifal25 14-11-2013 01.30.53

Certo.....che i suoi scritti.....son sempre belli da seguire, milady. Complimenti di cuore!!!

Clio 14-11-2013 13.46.56

Ma che bella sorpresa! Sir Parsifal che viene a farmi visita appena tornato a Camelot! :smile_lol:
Grazie per le vostre belle parole, mi fate troppo onore...


Che dire... Bentornato! Spero vi fermiate a lungo in città... ;)

Parsifal25 14-11-2013 14.47.06

Credo....mia cara lady che difficilmente, mi allontanerò da queste terre....almeno lo spero.

Clio 15-11-2013 19.56.43

Ne sono felice, Messere.. :smile:

Clio 30-11-2013 00.25.28

La Rocca delle Meraviglie
 
Mi ci è voluto un giorno di malattia e la consapevolezza di dover (per la prima volta:sad_cry_me:) gettare la spugna per un appello d'esame a causa del troppo lavoro, per riuscire a mettere su "carta" questo scritto a cui pensavo da moltissimi mesi.
Beh, come si suol dire, non tutti i mali vengono per nuocere!

Niente emozioni forti questa volta, niente sconvolgimenti.. "solo" (si fa per dire) una splendida, dolcissima ed eterna, Storia d'Amore.

Ma non dirò di più.. il racconto parla da solo.. grazie, ancora una volta, di concedermi un po' del vostro tempo...

La Rocca delle Meraviglie

“Allora.. dove stiamo andando?” mi chiese, impaziente.
Riuscivo a percepire il suo sguardo dal sedile del passeggero, senza togliere gli occhi dalla strada.
“Ti do un indizio..” dissi, divertita “..non stiamo andando a Bari..”.
“Ma davvero? E nemmeno a Torino, guarda un po’”.
“Vedi, hai già escluso due città.. facciamo progressi..” sorrisi.
“Non hai intenzione di dirmi niente?”
Scossi la testa “Assolutamente no. Finiscila adesso, una sorpresa è una sorpresa.. possibile che non possa rapire il mio fidanzato in santa pace?” mi voltai un istante verso di lui “Non ti fidi di me?” sussurrai, dolce.
“Sì, certo.. è solo che.. sono curioso..”
“Sì, in effetti l’idea era quella…” strizzando l’occhio.
La strada scorreva apparentemente dritta davanti a noi, l’avevo percorsa molte volte, portava al mio paesino tra le montagne, dopotutto, pensai con un sorriso nostalgico.
Dopo un po’, le quattro corsie che avevamo a disposizione diventarono tre, e un’alta torre apparve sulla sinistra.
Superai l’uscita, continuando a guidare.
“Allora non stiamo andando a Bergamo..” riprese, alzando lo sguardo dal suo supertecnologico telefono.
Alzai gli occhi al cielo “Adesso dimmi perché mai avrei dovuto portarti a Bergamo?”
“Non lo so.. non mi hai detto che cos’hai in mente..” si strinse nelle spalle.
“Appunto..” sorrisi.
I chilometri passavano, mentre paesi e città si susseguivano l’uno dopo l’altro.
Ma io restavo imperterrita sulla strada, senza accennare ad uscire.
“Nemmeno a Brescia..” disse, quando superai anche la sua uscita.
“No..” sospirai, fingendomi irritata.
Era bello vederlo così curioso anche se, finchè non sapeva dove lo stavo portando non potevo farmi vedere inquieta.
Ma lo ero. Avevo sognato quel posto talmente tante volte, cosa avrei provato a vederlo davvero?
Parlammo del più e del meno, e cercai di distrarmi.
D’un tratto, però, la vidi da lontano, dominava quella collina, e io non ci avevo mai fatto caso in tutti quegli anni.
Trattenni il fiato per un attimo, ma lui non si accorse di nulla, per fortuna.
Finalmente, misi la freccia e mi spostai sulla destra.
Lui lesse il cartello dell’uscita e mi guardò, gli occhi ardenti, curiosi e felici.
“Il lago?” chiese, allegramente.
“Il lago!” annuii.

Passeggiavamo mano nella mano, sulla riva del lago, osservando la gente camminare rilassata.
Mi ha sempre donato pace e quiete osservare l’acqua circondata dalle montagne.
Ci guardavamo intorno, cercando un ristorante sufficientemente caratteristico in cui pranzare.
D’un tratto, lui si bloccò, e mi attirò a sé, indicandomi un manifesto.
Spalancai gli occhi: accidenti, mi aveva scoperto!
“E’ una coincidenza che noi siamo qui proprio oggi?” chiese, sorridente.
Mi avvicinai di più, rifugiandomi tra le sue braccia, con lo sguardo ardente.
Scossi la testa, lentamente, chiedendomi cosa stesse pensando in quel momento.
“No, non lo è..” sussurrai appena “Cosa ne dici, ti va?”
Lui rise “Me lo chiedi adesso?”.
“Possiamo sempre cambiare programma..” mormorai.
“No, no.. andiamo, scherzi?.. dovremo pur vederla, o no?” disse e il suo sorriso sciolse ogni paura.

Il sole non era ancora calato, ma io ero già pronta per uscire.
“Come sto?” chiesi, allargando le braccia.
“Sei bellissima..”
Sorrisi.
Lui si avvicinò, stringendomi a sé.
“Sei emozionata, eh..”
“Non sai quanto…”.
Erano anni che aspettavo quel momento, non avevo avuto il coraggio di andare a vederla prima, nel terrore che quel giorno non arrivasse mai.
Ma il momento era finalmente arrivato.
“Dopo di lei..” disse, aprendomi la porta.
Com’era bello con la camicia leggera e la giacca sportiva, che lo rendevano insieme elegante e sbarazzino.
Quanto era meraviglioso essere solo noi due, fuori dal mondo, e non in un posto qualsiasi.
Stavo per vederla, stavo per vederla con i miei occhi.

“Guarda la strada..” mi rimproverava gentilmente.
“Sì, sì.. la sto guardando..” risposi senza pensarci, continuando a scrutare le colline intorno a noi, aspettando di vederla comparire su una di esse.
“Devi girare di qui.. qui..” facendomi segno, lui.
“Ecco fatto.. siamo arrivati?” chiesi.
Lui diede una rapida occhiata al navigatore, e annuii.
“Devi parcheggiare qui, dobbiamo andare a piedi..”.
“A piedi?” fischiai “Caspita, fortuna che non ho messo i tacchi!”.
Alzai lo sguardo e, finalmente, la vidi, austera e bellissima, la rocca che avevo tanto sognato.

La festa circense era allegra e colorata, troppo, a dire il vero, per i miei gusti.
Ma normalmente non era aperta di sera, e quella festa era l’opportunità che stavo aspettando per vederla.
Non degnai d’uno sguardo i funamboli, gli acrobati, le bancarelle, avevo occhi solo per lei.
La percorsi in lungo e in largo, sopportando a stento la presenza di tutta quella gente. Possibile che fosse così tanta?
Cercai gli angoli visti in fotografia, la immaginai senza tutta quella calca, con i tavoli bianchi, i fiori.
Camminavo veloce, scambiando considerazioni con lui, che mi teneva per la vita, impedendomi così di andare a sbattere contro sconosciuti.
Perché, come sempre, camminavo con la testa tra le nuvole.
Lasciavo correre lo sguardo lungo ogni linea, ogni dettaglio, cercando quella scintilla, quel segnale.. che non arrivò.

La vista sul lago, però, era esattamente come l’avevo immaginata: meravigliosa.
Appoggiata ad un antico merlo, guardavo il lago, illuminato da tante piccole luci.
Lui mi cinse con le braccia, chinandosi a posarmi un lieve bacio sul collo e sulle tempie.
“Ci sei rimasta male?” mi chiese, dolcemente.
Scossi la testa, continuando a guardare il lago.
Ero stranamente serena. E pensare che quella era sempre stata una mia paura: “e se poi arrivo lì e non scatta la magia?”
“Non è qui..” sussurrai “..non è il posto giusto..”.
Lui si strinse a me ancor di più.
“Sì, concordo…” mormorò “…è solo che.. mi dispiace, ci tenevi così tanto..”.
Sorrisi e mi voltai, cingendogli il collo con le braccia.
“Possiamo trovare di meglio..” disse, stringendomi a sua volta.
Annuii “lo so, è solo strano.. è quasi come se mi fossi tolta un peso.. è solo che..” mi guardai attorno “…ho fantasticato su questo posto per anni… ho sempre pensato che sarebbe stato qui.. ora, beh…”.
“Non dovrai fantasticare ancora per molto..” mi interruppe, lui “…ti pare?” prendendomi la mano sinistra, dove due mani, un cuore e una corona suggellavano la nostra promessa.
“No, hai ragione…” sorrisi, con gli occhi ardenti e felici.
“Beh, guarda il lato positivo..” sussurrò, avvicinandosi al mio viso “..potremo ricominciare a cercare… insieme..”.
“Insieme..” ripetei, prima di abbandonarmi alla dolcezza del bacio che le sue labbra posarono sulle mie.

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Clio 17-03-2015 02.50.31

Un inaspettato ritorno...
 
Dovete sapere che al mio arrivo a Camelot ero di ritorno da un lungo viaggio.
Anzi, due.. uno reale e moderno sulle Strade d'Europa, l'altro più difficile da descrivere, che attraverso libri, fotografie, disegni e mappe mi ha portato nelle province orientali dell'Impero.
Ricordo che qualcuno di voi mi chiese di raccontare dei miei viaggi, e io ci pensai a lungo, come sarebbe stato bello tradurre in un racconto quei mesi di ricerca, eppure le parole sono sempre rimaste intrappolate nella mia mente e non sono mai riuscita a completare quello scritto.
Poi di viaggio ne intrapresi un altro, che mi portò lontano da quei luoghi anche se non di molto.
Conobbi personaggi nuovi ed interessanti, ascoltai le loro preghiere, i ringraziamenti che donavano agli dei.
Eppure quel viaggio si interruppe, bruscamente, una mattina di gennaio e da allora mi sono chiesta il motivo di tutto questo.
Perché io credo che nulla accada per caso, e oggi forse comincio a capire.
Per un momento ho creduto che Clio mi avesse abbandonata, solo ora comprendo invece che mi ha dato un forte strattone per togliermi dalla strada che avevo intrapreso (accidenti, però... farlo un po' prima no, eh? :rolleyes:) e poi condurmi per mano su una strada diversa, tortuosa forse, ma che mi conduce là sulla riva dell'Eufrate, là dove giace un pezzo del mio cuore.
E stavolta però, mentre preparo l'attrezzatura per questa nuova avventura che mi attende, lascerò qui le mie emozioni, i sogni e le suggestioni che tutto questo suscita nel mio animo.
E lo farò in modo completamente diverso dalla ricerca che mi aspetta, lo farò narrando di un viaggio, il mio viaggio.


"Dunque era questo che volevi, Clio..." Sussurrai piano, mentre mi rimettevo in cammino sotto un insolito sole di marzo.
Davanti a me soltanto il deserto e una strada carovaniera che avevo già percorso anni fa, dove ad ogni passo potevo ritrovare sensazioni, emozioni diverse e lontane.
E poi la vidi spuntare tra le dune, le sue solide mura si stagliavano imponenti in quella radura.
Era come la ricordavo, era splendida.
"Volevi che tornassi a casa..." Mormorai, con un largo sorriso.
Le prime rovine mi si pararono davanti, ma in un attimo scomparvero, tornando vive sotto i miei occhi.
Sono qui come Ancella di Clio, dopotutto...
E in un attimo, tutto si animò: potevo tornare lì, come tre anni fa.
Allora vidi le sentinelle a presidiare la grande porta, chissà se mi riconosceranno, pensai, o se sarò soltanto un'ombra per loro.
Non mi importava: come varcai le porte della città venni investita dall'atmosfera vivace e variegata che si respirava per le strade.
Gente di ogni tipo intenta nei propri affari, il bazar, le botteghe, le donne greche e quelle più orientali che commentavano gli abiti le une delle altre, qualcuno contrattava sul prezzo di qualche merce, qualcun altro suonava, o discuteva di politica.
Riconobbi alcuni luoghi in cui avevo passato del tempo anni prima, chiedendomi se anche questa volta potrò portarli con me.
Saprò ancora come muovermi? Non rischierò di perdermi per le sue vie?
Ma infondo, sapevo già dove andare, anche se prima preferii fare un giro della città: un giro largo, perché quando manchi per tanto tempo da un luogo vuoi assaporarne ogni angolo, anche quelli a cui magari non avevi dato importanza.
Mi incamminai così per vie sconosciute fidandomi del mio senso dell'orientamento con la speranza di aver bene in mente la cartina che avevo studiato tante volte.
Passai davanti a luoghi di culto più disparati: era per questo che mi trovavo lì, dopotutto, e iniziare da quanto avevo trascurato in passato, perché esulava dalle mie competenze, non sembrava affatto male.
Fu in quel momento che mi accorsi di quanto mi fosse mancata quella splendida città in cui avevo lasciato un pezzo di cuore e a cui pensavo spesso, temendo per lei.
Ma nulla di tutto questo si poneva sotto i miei occhi: non un mondo travagliato, non le rovine, gli scavi ancora in corso, quelli non autorizzati, quelli dissacranti che speri non arrivino mai ma che vi sono stati in passato.
No, ella mi appariva fiorente e viva come quando era sotto l'egida di Roma: ignara del destino che la attendeva.
Ma non potevo indugiare oltre, dovevo raggiungere il muro oltre il quale avrei trovato ristoro, quel muro controverso e complesso che avevo studiato a lungo nella mia breve visita anni fa.
Raggiunsi così l'accampamento romano, e venne ad accogliermi quel tribuno che avevo imparato a conoscere, per quanto possibile.
Probabilmente era solo una speranza, ma sembrava felice di vedermi, e mi fece strada tra i suoi ausiliari, e tra gli altri legionari stanziati in quell'angolo di Impero.
Allora compresi che la città non era affatto cambiata, ma io invece sì.
Guardavo quei legionari allenarsi, con la stessa luce negli occhi che vedo ogni giorno nei miei fratelli, riconoscevo i loro colpi, i loro esercizi.
Ma Clio mi permette di vedere solo una parte di quanto accade, la Verità mi è preclusa.
Raccontai al tribuno il motivo del mio ritorno e chiesi ospitalità, anche se non ero più lì per loro sapevo che quello era il mio posto, così come sapevo che loro mi avrebbero accolta.
In quel piccolo angolo di mondo, tutto parlava di Roma: le terme, l'anfiteatro costruito dai soldati che mi invitarono ad assistere ai giochi, il praetorium, l'accampamento, persino qualche tempio.
Ero tornata a casa.
Vivrò con loro quei cento anni ancora una volta, alcune cose cambieranno, certo, perché la mia ricerca non è più la stessa, altre invece no.
Sarò di nuovo lì quando arriveranno i persiani, vivrò i preparativi, l'assedio, forse riuscirò a vedere le macchine da guerra, le mine e le contro mine scavate sotto le torri, chissà se incontrerò quel nobile persiano che ha trovato la morte in una di esse.
Sarò lì, confusa tra i legionari nella mia armatura da velita, al loro fianco eppure simile ad uno spettro, tratterrò il fiato durante gli scontri nonostante conosca bene l'esito della battaglia e in fondo in fondo sappia che è anche grazie a quella sconfitta che io ho l'opportunità di essere lì.
Eppure, potrò voltarmi mille volte ad osservare lo stendardo che sventolava sulla torre, esso mi apparirà sempre sfuocato e lontano: quale sia la vessilazione che difese la città fino all'ultimo, non mi è dato saperlo.
Ma in questo luogo Clio mi ha già donato tanto, e non solo a me, dunque mi pare di chiedere troppo.
Prenderò un profondo respiro, e vivrò quella battaglia ancora una volta.
Vedrò la città capitolare e scomparire, finché qualcuno non la ritroverà dopo millenni.
E la storia avrà di nuovo inizio.

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Altea 17-03-2015 16.22.05

Mi avete emozionata, ho visto uno spaccato della mia vita ovvero io e la mia bimba più grande con i nostri libri di storia a parlare di questi mondi che ci affascinano, a studiarli e scoprire i loro misteri.

elisabeth 17-03-2015 16.40.56

I libri emozionano...perchè la mente puo' trasformare tutte le emozioni a cio' che si legge.............

Lady Clio...protagonista in uno spaccato di storia......


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