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Il cameriere si avvicinò a Dacey per prendere i soldi del conto, ma Misk fu più lesto e lasciò una moneta sul tavolo.
“Tenete pure il resto.” Disse al cameriere, senza però smettere di fissare Dacey. “Grazie, signore.” Sorridendo il cameriere. I due lasciarono la caffetteria diretti verso l'albergo della ragazza. Il cielo su Afragolignone intanto si era fatto grigio e minaccioso. “Affatto...” mormorò Misk “... non vedo il mondo bianco e nero... lo vedo invece grigio, pieno di contraddizioni, ingiustizie e miserie...” guardando Dacey “... ma chiudersi in se stessi e morire dentro è un delitto... voi... siete giovane e bellissima... vedervi sfiorire è qualcosa di peccaminoso... il rosso... il rosso che vi perseguita... ci sono tante sfumature di rosso al mondo... e forse noi ne condividiamo una di esse, milady... il sangue, vero? Anche nella mia vita il sangue scorre inesorabile... e mi perseguita fino nei miei sogni... ma esistono anche altre sfumature di rosso... quella della gelosia e della passione... non siete l'unica ad aver sofferto, milady... ho perduto la donna amata anni fa... uccisa dai soldati... fucilata... ogni notte rivedo quel plotone d'esecuzione... sento il conto alla rovescia e mi svegli prima che faccia fuoco...” arrivarono davanti all'albergo “... capirete che non può più spaventarmi la morte...” |
Mi teneva ferma a sé e contro quella morsa nulla poterono i miei tentativi di divincolarmi. "D'accordo, non lo pronuncerò più, dopotutto più che provare pena per entrambi non posso fare... E continuo a credere che non siate un assassino, ma adesso, di grazia, questa ragazza curiosa e petulante ha desiderio di togliere il disturbo, così che possiate di nuovo tornare alla vostra vita vuota e cupa. Se proprio posso osare, direi che non meritate la mia presenza..."
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Avevo promesso a me stessa che non avrei rivelato agli altri del mio passato.
Eppure era così difficile, un peso che mi dilaniava dentro e ora mi stavo lasciando andare, gettando via un po' di quel peso. " Almeno voi avete conosciuto l'amore...ma poi lo avete perso, non so se sia più penoso non aver mai amato o aver amato e perduto... Ad ogni modo, mi dispiace per la vostra perdita" deglutendo e guardandolo per un istante " immagino quanto possa essere doloroso... " Mi guardai le mani e come sempre mi parve di vedere su di esse antico sangue incrostato. " Rosso sangue si... Il mio sangue e di altri...di chi mi ha fatto soffrire. Loro sono tutti morti mentre io vivo con il peso delle loro atrocità, con le cicatrici nell'animo e nel corpo." Ecco un'altra cosa che ci univa, la tristezza e la morte. " La morte può essere una liberazione per alcuni... Ma non è il vostro caso, i vostri occhi non hanno ancora smesso di battersi per la vita, nonostante le delusioni. Per quello che riguarda il vostro incubo, forse qui potrei esservi d'aiuto. So come farvi dormire meglio, dovere bere un thè...speciale...non è nulla di pericoloso vi assicuro, ma non sognerete, e almeno nella notte non proverete il dolore per il passato" |
Altea si sedette ad uno dei tavoli liberi ed ordinò da mangiare.
Poi anche il giornale, dove trovò un articolo in prima pagina dedicato a ciò che era accaduto nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù: “Un nuovo furto, accompagnato da un omicidio efferato ha visto protagonista un'altra delle chiese cittadine. Stavolta è stata la monumentale e celebre chiesa del Sacro Cuore di Gesù a fare da scenario ai nuovi fatti di sangue che da settimane accadono in città. La sparizione di un prezioso affresco cinquecentesco raffigurante il Matrimonio Mistico fra Cristo e Santa Caterina da Siena è svanito nel nulla la scorsa notte, lasciando come unica traccia il corpo senza più la testa di uno dei custodi ritrovato nel cortile esterno. Secondo alcune voci la polizia avrebbe però un testimone. Si tratta del Diacono della chiesa." "Cosa dice" disse ad un tratto una voce alle spalle di Altea "di bello il giornale oggi?" Ridendo Trevor. "Posso sedermi con te?" |
Vivian ed Ernot raggiunsero Bafon e gli altri, visto ormai tutto era pronto.
Il Palazzo fu ufficialmente aperto ai visitatori ed agli ospiti. Ma i primi a giungere furono i poliziotti. “Salve.” Disse Ozillon, sempre seguito come un'ombra da Lion. “Siamo giunti in tempo spero.” Ridacchiando. |
Lessi il giornale con attenzione...un' altro omicidio, e furto sempre di opera sacra...non era possibile..si sperava non accadesse nulla alla Taddeus.
Ma ad un tratto quella voce e piegai il giornale innervosita..."Ti avevo detto di non seguirmi e perseguitarmi oggi o avrei chiamato la sicurezza della Taddeus" dovevo rimanere là. Pagai il conto e mi alzai.."Ho da fare..devo tornare alla inaugurazione, mi trovavo là e malauguratamente sono uscita ma non mi tallonerai oggi". E lo piantonai lì infastidita e tornai alla Taddeus e dissi di dire a milord Bafon ero in ristorante ma era subito giunto quel mio amico e aggiunsi avrei preferito di gran lunga apparecchiare i tavoli..e di dire quelle testuali parole, ma sembrava la mostra era all' inizio. |
E'hiss non rispose nulla, restando a fissare Gaynor negli occhi, senza però allentare la presa che teneva la ragazza a sé.
Trascorsero così lunghi istanti, poi, con fare inatteso ed improvviso, lui la baciò. Un bacio virile, come i suoi modi e passionale, come il suo animo. Un bacio profondo, impetuoso. |
Mi guardano intorno ed era tutto perfetto, tutto a posto, tutto come avevo organizzato.
Ero davvero soddisfatta. I primi ospiti così cominciarono ad arrivare. Ma arrivarono anche i poliziotti. Mi avvicinai, e sorrisi. "Buongiorno ispettore.." Gentilmente "Tenente.." Spostando lo sguardo su Lion. "Che possiamo fare per voi?" Sorridendo. |
“Non dovrei dirlo...” disse Misk “... ma ora darei non so cosa per ascoltarvi raccontare di voi...” fissando Dacey negli occhi.
Poi con un gesto tanto improvviso, quanto naturale, portò la sua mano forte su quelle di lei, che le apparivano ancora sporche di sangue, quasi a comprendere il suo disagio e ad interrompere le sue sofferenze del momento. “Si, fatemi assaggiare quel thè speciale...” mormorò poi “... affinchè io smetta di avere incubi... e magari sognare finalmente qualcosa di bello...” |
E'hiss continuava a tenermi stretta, tanto che le braccia mi dolevano, fissandomi senza parlare. Poi, d'un tratto, fece un gesto del tutto inaspettato... mi baciò. Un bacio passionale, impetuoso, umido, quasi aggressivo, che mi soggiogò al punto che non potei fare altro che ricambiarlo con la stessa forza.
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" Non credo lo vogliate davvero.... Io non..." restai come paralizzata quando sentii le sue mani sulle mie, come se il mondo si fosse fermato e mi ritrovassi ad affrontare la realtà.
Era inutile scappare dal passato, perché altrimenti mi avrebbe seguita per sempre, impedendomi di andare avanti. Qualsiasi sarebbe stato il futuro che mi riservavo. " Ve lo auguro davvero..." staccando le mani dalle sue e indicando l'albergo. " Venite vi mostro come prepararlo così potrete farlo tutte le sere quando sarete a casa" |
Avevo dipinto per più di due ore. Quando riaprì gli occhi non potei credergli: sulla tela vi era l'ombra di un viso... No, era un viso ben definito, invece. Circondato da tratti sfogati e indefiniti. In un primo momento ebbi stupore, poi mi salì dentro uno stato di adrenalina che mi fece urlare di gioia:
"Siiii" urlai girando su me stessa con i pugni sul petto. Filax miagolò contento facendomi sorridere di più. Afferrai allora il quadro e mi avviai veloce da Asputin. |
Il medico andò via, lasciandoci soli.
"Certo, in effetti anche io sono curiosa" annuendo. Mi vestii poi per uscire. "Prima che vada via, vuoi che dica qualcosa in particolare al professore?" sedendomi sul bracciolo dov'era seduto Theris. |
“In verità proprio nulla.” Disse Ozillon a Vivian. “Siamo noi invece che faremo qualcosa per voi.” Ridendo. “Abbiamo infatti motivo di credere che questa mostra attirerà i misteriosi ladri di opere d'arte come la luce fa con le zanzare.”
“Le falene, ispettore...” Lion. “Cosa dici?” “Dicevo... le falene sono attratte dalla luce...” mormorò Lion. “Non dire sciocchezze!” Seccato l'ispettore. “Tutti sanno che le zanzare accorrono con la luce!” |
Sorrisi a quelle parole di Ozillon.
Sapevo che non avevamo nulla da temere con il Narciso Nero in giro. "Ottimo... Allora siamo in buone mani..." Sorridendo "Dunque vi fermerete per la mostra, presumo...". |
Misk annuì a Dacey e la seguì nell'albergo, dove in portineria alla ragazza le fu subito data la chiave della sua camera.
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“Raccontagli tutta la storia...” disse Theris a Gwen “... digli dell'invito di Misk a farci venire in questa sua tenuta, del suo molestarti, dell'anello e del duello. Digli tutto e chiedigli di aiutarci, poiché temo che quell'uomo sia vendicativo.”
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" Siete il primo uomo che faccio entrare qui" aprendo la porta mentre facevo quella ammissione.
" Io spero che...ciò che vi ho detto resti tra noi... " intrecciando le dita con nervosismo. " Perdonatemi, stavo dimenticando le buone maniere. Prego accomodatevi" facendogli cenno di sedere quindi aprii un cofanetto che stava dentro una cassettiera. " Non è una miscela facile da reperire purtroppo ma la mia vecchia tata ancora si prende cura di me, e me le manda, in gran segreto dal mio paese d'origine" spiegai mostrando i piccoli sacchettini. " Ve ne posso dare qualcuno e poi non appena me avrò di nuovi ve lo farò sapere. Intanto vedrete se funzionano per voi" aprii il palmo della sua mano adagiandoci un sacchettino e quindi richiusi le sue dita a pugno. " Giusto prima di coricarvi. Badate che l'acqua sia bella calda prima di immergere la bustina, tenetela in infusione per qualche minuto, aggiungete del miele e del latte, al massimo un cucchiaino. Ecco tutto" sorrisi perché nel parlare mi ero ricordata di quando la mia nutrice lo faceva per me, ancora bambina. " Come si chiamava? La donna che avete amato e che vi hanno portato via?" |
“Naturale.” Disse Ozillon a Vivian. “Terremo gli occhi aperti per tutta la mostra. Ho già fatto circondare il palazzo e messo uomini di guardia anche alla cappellina. E terrò gli occhi puntati sulla Teca d'Oro io stesso per tutto il tempo.” Annuì.
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Sorrisi a Ozillon, nascondendo bene il mio divertimento.
"Ve ne sono grata, ispettore.." Annuendo "Godetevi la mostra... Se volete posso accompagnarvi io stessa nella Sala del Giglio, dove è custodita la Teca d'Oro.." Sorridendo. |
Un bacio forte, appassionato, avvolgente, virile.
Così E'hiss baciò Gaynor, quasi soffocandola con il calore delle sue labbra e l'impeto delle sue braccia che la stringevano. Poi le loro bocche si staccarono appena e lui restò a fissarla con i suoi profondi occhi blu. |
“Tutto ciò che mi rivelate” disse Misk a Dacey “resterà per sempre fra noi due.” Fissandola.
Poi le gli diede il sacchetto di tè e lui nel chiudere la mano sfiorò per un istante le dita di lei. “Seguirò le vostre istruzioni” mormorò “nel preparare questo infuso.” La guardò. “Perchè mi fate questa donna? Semplice curiosità?” |
“Certo...” disse annuendo Ozillon a Vivian “... prego, fatemi strada... non perderò di vista la Teca neppure per un secondo, potete giurarci.” E la seguì. “Ma non vedo in giro il signor de'Taddei...”
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" Si curiosità... Sono curiosa di sapere chi era la donna così fortunata dal ricevere il vostro amore" mormorando piano alla fine.
Come sempre, dopo un contatto inaspettato, per quanto piacevole, ritrassi la mano. Era la forza dell'abitudine, gli anni passati a tentare di fuggire alle molestie che mi avevano portato a temere anche una carezza. |
E'hiss mi baciò con un ardore tale che avrei scommesso nessun altro uomo potesse avere. Il suo abbraccio era altrettanto potente e virile e non mi sorprese poi molto ammettere con me stessa che quello era ciò che avevo desiderato dal primo momento che lo avevo visto. Quando si staccò da me, fissandomi con i suoi bellissimi occhi blu, avrei voluto dirgli mille parole, ma non me ne salì nemmeno una alle labbra, così feci l'unica cosa che aveva realmente un senso in quel momento. Lo baciai di nuovo, stringendolo a me più forte che potevo.
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"Prego, da questa parte.." Facendogli cenno di seguirmi.
Così mi avviai verso la sala. "Il signor Taddei arriverà a momenti, doveva incontrare un cliente.." Dissi soltanto. Entrammo così nella sala del giglio. "Ecco, ispettore..." Con un cenno della mano "La teca d'oro...". |
“Perdonatemi.” Disse Misk fissando Dacey. “Perdonatemi, milady. E' la seconda volta che la mia goffaggine mi porta a sfiorarvi la mano, costringendovi a ritrarla indietro.” Fissandola. “Devo ancora imparare le buone maniere che il mondo nobiliare impone. Nella mia terra tutto è spontaneo, istintivo, passionale. Qualunque cosa facciamo usiamo l'impulsività che da sempre contraddistingue il mio popolo... dalle cose più semplici, come cacciare i cinghiali o gli orsi, a quelle più belle e vitali, come fare l'Amore.” Guardandola negli occhi. “Cercherò di essere meno maldestro.” Accennando un sorriso. “Dite la mia donna fu fortunata? Non so... magari se non mi avesse conosciuto a quest'ora sarebbe viva, visto che quei soldati cercavano me... comunque il suo nome era Justine...”
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Nyoko prese la tela e con entusiasmo corse in cerca di Asputin.
Ma nel corridoio vide invece Wolfetta. “Ehi, cara...” disse sorridendo la donna “... dove te ne vai tutta contenta?” Notò la tela. “E' il dipinto? L'hai già ultimato?” |
Gaynor baciò di nuovo E'hiss e lui rispose a quel bacio col medesimo ardore del precedente.
I due si baciarono a lungo, con lei stretta fra le braccia di quell'uomo che emanava virilità da ogni poro, passione da ogni muscolo. E la ragazza in quell'abbraccio, su quelle labbra ardenti che affondavano nelle sue, si sentì totalmente donna. |
Fui tremendamente imbarazzata, aveva notato quella mia sorta di fobia nonostante io cercassi di non farla apparire troppo.
Deglutii appena poggiando le mani aperte in grembo e scossi la testa. " Non ho nulla da perdonarvi. Perché voi non dovete chiedere scusa. Non avete alcuna colpa... Sono io che... Non amo essere toccata" ammisi forse per la prima volta ad alta voce, " dagli uomini in particolare... Ho passato troppi anni ad odiarlo e ora..ora i brutti ricordi mi assalgono rendendomi subito diffidente e restia... Fa sempre parte di quel passato di cui ancora non riesco a liberarmi..." C'era un profondo rammarico nelle mie parole oltre che alla consueta tristezza. " Si lo dico. Anche alla luce di ciò che avete appena detto. Ha avuto la fortuna di conoscere l'Amore, senza alcuna riserva, seguendo semplicemente il desiderio del cuore. É morta si, ma non è dipeso da voi... Il destino aveva deciso già tempo prima. Decide già tutto per noi... Justine, non ho mai sentito questo nome, deve essere tipico della vostra regione suppongo, come suppongo ci manchi molto" |
Ozillon guardò la Teca indicata da Vivian e poi fece un cenno a Lion.
“Tenente, voglio sia sorvegliata a vista.” Disse l'ispettore. “Certo, signore.” Annuì Lion. Intanto la Sala del Giglio cominciò a riempirsi sempre più di visitatori ed ospiti. “Vivian...” Ernot alla segretaria “... la gente è ormai giunta ed il Capo invece non si vede ancora... occorre un discorso di benvenuto e di apertura della mostra... che facciamo? Qualcuno dovrebbe farlo...” |
Sorrisi a Ozillon, guardandomi intorno soddisfatta.
Sapevo che la teca sarebbe stata guardata a vista, anche se non certo dalla polizia. Poi mi si avvicinò Ernot. "Naturalmente..." Annuendo "Volete farlo voi?" Sorridendo "Altrimenti posso pensarci io..". |
“Si, mi manca molto...” disse annuendo Misk a Dacey “... ma è sempre nel mio cuore. Chi amiamo non ci abbandona mai.” Si avvicinò a lei, attendo a non sfiorarla neppure col lembo del suo abito. “Perdonatemi, non immaginavo... deve essere stato mortificante ed umiliante essere toccata da chi non si ama e che magari ci maltratta...” fissandola “... siate sempre voi stessa con me, senza scusarvi mai di ciò che siete...” si allontanò di un passo, quasi per non metterle tensione “... arrivando qui ho conosciuto una giovane donna sposata... somigliante a Justine come una goccia d'acqua... ma era un'illusione, un fantasma...” la guardò negli occhi “... non so perchè vi dico questo, perchè vi racconti cose tanto intime per me, quanto sciocche e futili per voi... ma sento il bisogno di non nascondervi nulla... non chiedetemi del perchè... so solo che è così...”
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Lungo il corridoio, incontrai Wolfetta che mi accolse con gioia.Siiii
"sì!" rispondendo alla sua domandaPer. "ce l'ho fatta" mostrandole in dipinto. |
“Credo sia meglio lo facciate voi, Vivian.” Disse Ernot alla segretaria. “Penso siate molto più qualificata di me per questo genere di cose.” Sorridendo.
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Sospirai appena e poi annuii, sorridendo.
"Vabene,vado. A più tardi." Andai poi via, diretta da Ordifren. |
Wolfetta sorrise e poi guardò il dipinto che Nyoko le mostrava.
E trasalì. “Nyoko...” disse incredula “... come hai fatto a dipingerlo? Hai forse avuto un sogno? O magari hai visto qualcosa in questo castello che ti ha ispirata? Rispondimi, per favore...” sbiancando. |
"Sono solo una segretaria..." Sorridendo "Ma vi ringrazio..." Effettivamente grata per quelle parole.
"Penserò a qualcosa.." Sorridendo. |
" Chi amiamo non ci abbandona mai" ripetei come se non avessi mai pensato nulla di simile.
" É davvero un bel pensiero. Sono certa che le piacerebbe molto." Lo osservai, gli occhi vigili e in allerta ad ogni suo movimento. " Lo era di più esserci sposata... Sono stata venduta a lui...da mio padre... Non so cosa faccia più male delle due cose..." parlando a voce bassa. Anche io sentivo come il desiderio di aprirmi a lui, anche se avevo paura di dire davvero tutto. " Una giovane sposata... Deve essere stato un brutto colpo per voi, pensare di ritrovare la donna amata e vederla con un altro, per poi scoprire che non era lei dal principio" rattristata dal suo racconto. Ero brava a immedesimarmi nel dolore altrui poiché io stessa ne provavo tanto. " Non sono sciocchezze, nulla di ciò che dite lo é... Non vi giudicherò e ovviamente non racconterò nulla a nessuno" seria lo guardai, affinché capisse che non avrei mancato la parola data |
Gwen prese la carrozza e lasciò la tenuta, diretta verso la dimora di Ordifren, sita anch'essa fuori città, nella vasta brughiera Afragolignonese.
Ma quando la vettura giunse a destinazione, la residenza del professore apparve disabitata. Porte, finestre e cancelli d'ingresso erano tutti chiusi. “Qui non vi è nessuno, madamigella...” disse il cocchiere a Gwen. La ragazza notò però poco distante uno sterrato, alla fine del quale c'era una piccola locanda. |
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