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Avevo parlato da gran donna....quasi snobbando ogni ricordo...con un certo distacco.......ma non era nella mia natura.....alcune delle mie ancelle dicevano che potevo anche non aprire bocca..tutto si poteva leggere sul mio volto........ma che stavo pensando di fare...?.....ed infatti...la mia preoccupazione si fece vivente...Velv...uomo navigato...chiamo' il marinaio....si chiamava Sons....lì....io non volevo che ci fosse la sua presenza....ma i conti non si fanno mai senza l'oste......." Vedo che siete sempre accorto ai desideri di una Dama.......non pensavo però di fare quattro chiacchiere con lui in presenza vostra e di mio marito...so bene quali responsabilità ci sono per perdere tempo....ad ascoltare strane leggende e chiacchiere tra uomini di mare che si muovono per mesi interi immersi nella solitudine.........Volevo parlare con Sons..mi pare avete detto che si chiami......perchè mi avete voluta a forza su questa nave..........e eclissarmi.....senza intromettermi nei vostri affari....mi e' sembrata una cosa che vi avrebbe fatto piacere Capitano.......anche s e so..che mancherò molto a mio marito......".......Accarezzai il volto di Nettuno....in realtà fu come subire un lieve passaggio di energia.....lasciai forse piu' del dovuto la mia mano sul suo volto........un muto messaggio passo tra di noi........aiutami Nettuno..portalo fuori da qui.........gli sorrisi e tornai a guardare Velv......" Avete paura di cosa si possono raccontare una donna e un marinaio ?.......andiamo capitano siete troppo intelligente.....".....
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“Allora indossali tutti...” disse Guisgard, sorridendo a Clio “... sono abbastanza da rubare tutta la notte per noi... e magari” ridendo appena “giunta all'ultimo abito mi chiederai di non voltarmi più...” si fece serio di colpo, con le sue mani che raggiunsero quelle di lei “... si, ognuno di questi abiti ha una sua storia... quanto a quella fanciulla ed al suo amante... beh, io credo che lui sia tornato per conquistarla... e forse il tesoro, la sua nave e quella vita tra realtà e sogno siano state tutte armi per raggiungere il suo cuore...” si avvicinò a lei lentamente, fino a quando i suoi occhi invasero quelli della ragazza fino a farle sentire un caldo sospiro che le accarezzava le labbra “... non mi hai chiesto ancora il nome di quella fanciulla...” vicinissimo alla sua bocca.
E quando lui fu sul punto di baciarla qualcuno bussò alla porta. Poi si udì la voce di Altea dall'esterno. “Si...” mormorò Guisgard, riaprendo di colpo gli occhi che aveva socchiuso mentre si avvicinava alle labbra di Clio “... si, sono qui...” guardò la piratessa “... aspettatemi, esco io...” rivolto il presunto Taddeide alla dama che aveva bussato. |
Velv sorrise ad Elisabeth.
“In verità” disse “trovo assai curioso che una dama voglia addirittura restar sola per udire fatti fantastici ed un po' ingenui.” Rise, sorseggiando dello cherry. “Ma lungi da me l'idea di volervi contrariare, milady. Questa nave è a vostra disposizione.” Guardò il vecchio marinaio. “Accompagna sul ponte madama ed intrattienila pure con qualcuna delle tue folcloristiche assurdità. Io ed il capitano de Gur invece ce ne staremo qui a conversare sulla latitudine e sulla longitudine.” Così, Elisabeth ed il vecchio marinaio uscirono sul ponte della nave. |
Sorrisi sentendo la sua voce..ma come mai non potevo entrare nella stanza?
Forse era impegnato in qualcosa..aspettai uscisse ma il cuore batteva forte.."D' accordo" dissi "fate in fretta, la cena è quasi pronta..ma devo prima dirvi una cosa a tu per tu" e nel frattempo mi sistemai bene la veste visto avevo lavorato sodo in cucina. |
Lo guardai sorseggiare lo cherry, tipico liquore femminile...molto bevuto tra le Dame della corte di Londra......Pileo ne aveva portato una con se da quel suo viaggio....in realtà non mi aveva mai detto da dove venisse....." Le donne...Capitano hanno mille risorse.....ma tranquillo....non c'e' alcun male in una chiacchierata tra leggenda e pura curiosità femminile..."...Sorrisi civettuola....poggiai un bacio sulla guancia di Nettuno un inchino e volai sul ponte seguendo quel vecchio Marinaio.........ci allontanammo da tutti.....e rinfrancati dalla brezza......guardammo prima il mare e poi ci voltammo uno difronte l'altro.......c'era qualcosa in lui che mi lasciò interdetta......." Bene...mi stavate parlando della Dama del Lagno......e penso che conosciate molto bene la sua storia.....e giusto per essere spiritosa...magari l'avete anche conosciuta "...scrutai meglio il volto dell'uomo...aveva la barba incolta...e un cappello lavorato a piu' colori che gli copriva la fronte...le sopracciglia folte...sembravano nascondergli gli occhi.........che strano.......non avevo bevuto, ma avevo la sensazione di trovarmi davanti Pileo......." E ditemi...conoscete anche se nelle vicinanze ci sia un isola di donne devote alla Dea Diana ?....tra tante Leggende...magari conoscete anche questa".......
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Risi appena.
"Non diventerò aggraziata nel vestirmi nel giro di poche ore... insomma, questo vestito è una maschera, dopotutto.. se tu mi vedessi goffa e maldestra non mi guarderesti più in quel modo.. e io.." trattenni il fiato, ma non riuscii a finire la frase. E poi sorrisi "Però mi piace l'idea di indossarli tutti e rubare l'intera notte per noi.." ridendo appena. Ma poi lui si avvicinò ancora di più, facendomi quasi tremare al tocco del suo respiro. Chiusi gli occhi, attendendo quel bacio tanto desiderato. Ma poi Altea bussò alla porta, riportandoci alla realtà. Aprii gli occhi di scatto e sorrisi appena. "Vai vai.." dolcemente "Quando l'equipaggio chiama, il capitano risponde.. direi che lo so piuttosto bene...". Sorrisi, con un guizzo di malizia negli occhi. "Beh, così sarai fuori dai piedi e io avrò modo di mettermi un altro vestito..." risi appena. Ma poi sentii la voce della dama che nominava la cena, e sospirai. "O forse è meglio che mi rimetta il mio completo... avevo completamente dimenticato la cena... non posso certo rubarti al tuo equipaggio..." con un sorriso rassegnato. "Ah, poi mi dirai il nome di quella fanciulla.. adesso sono curiosa..". |
“Beh...” disse Guisgard a Clio “... tu continua pure a scegliere fra questi vestiti...” sorrise “... so che sono maschere e per quanto mi riguarda non sono certo questi abiti ad accendere la mia fantasia...” sottovoce ad un orecchio di lei “... e comunque stasera non ho fame... dunque, se ti va, puoi restare qui ed aspettarmi...”
Si avvicinò alla porta ed uscì, trovando Altea ad attenderlo. “Salute, Altea.” Con un cenno galante del capo. “Di cosa volevi parlarmi?” |
Il vecchio marinaio sorrise ad Elisabeth.
“Isola di dee...” disse scuotendo il capo, per poi fissare il mare che mutava colore all'imbrunire “... no, ho viaggiato molto e non ho mai trovato isole di dee... magari luoghi in cui uomini e donne pensavano vi fossero dei pagani, ma terre protette da questi dimenticati e bugiardi culti non sono mai esistite e mai esisteranno...” rise “... quanto alla Dama del Lagno... no, non ho mai conosciuto quella signora, ma l'ho veduta... oh, si, l'ho veduta...” |
Ad un tratto vidi la porta aprirsi e lui uscì, lo guardai in modo strano e lo presi per mano scostandolo dalla porta a lato.."Mi sembrate strano capitano" dissi avvicinandomi a lui e guardandolo bene in volto "sembrate accaldato pure..beh volevo dirvi solo una cosa" e mi avvicinai a lui sorridendo maliziosamente e come ero solita fare iniziai a bisbigliargli all'orecchio anche perchè temevo qualcuno fosse in giro e gli presi la mano.."Capitano..stanotte il vostro letto non è vuoto come la scorsa volta e so che siete occupato nelle letture e nelle rotte ma stanotte avrete la mia compagnia" e gli misi un dito sulla bocca sorridendo e guardandolo nei suoi intensi occhi azzurri "e non ribattete..avete detto pure siete in debito con me per avervi dato Mia Amata..e poi stasera fa troppo freddo e io odio il freddo, voglio sentire il calore" e con una mano gli asciugai delicatamente la fronte leggermente imperlata di sudore fino a sfiorargli il collo.
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Sorrisi a quelle sue parole sussurrate.
"Se la metti così.. allora ti aspetterò.." dissi piano, per poi osservarlo uscire. Restai sola in quella cabina, e tornai dai vestiti. Li guardai ancora per un momento, e poi decisi di prendere quello rosso. Aveva un corpetto stretto e sensuale, delle maniche appena accennate che sfioravano le spalle, una gonna ampia e voluminosa. Non era un colore che amassi particolarmente, ma il rosso ravvivava la mia carnagione, e mi stava sicuramente meglio dei colori tenui. Era buffo, pensai, non avevo mai avuto una grande passione per i vestiti, eppure mi divertiva terribilmente l'idea di provarli e specchiarmi nei suoi occhi. Presi il mio bicchiere e mi sedetti sul letto, a sorseggiare quell'intenso liquore, nell'attesa, immersa nei mille pensieri e nelle sconfinate emozioni che mi attraversavano. |
Guisgard sorrise a quelle parole di Altea.
“Oh, che sciocco...” disse “... i fatti susseguitisi ad Auroria hanno fatto si che mi rivolgessi a voi dandovi del tu... e ciò è poco cortese da parte mia... mi perdonate, Altea?” Rise piano. “Ora direi di andare nella Sala Mensa, visto che tutti ci staranno aspettando per mangiare... e non posso certo dire a tutti che vi siete offerta come dessert di Mezzanotte.” Sarcastico e facendole l'occhiolino. Raggiunsero così gli altri nella mensa. “Lady Altea ci ha preparato una magnifica cena!” Esclamò Miseria. Così il prelibato pasto fu servito in tavola e tutti gustarono l'abilità culinaria di Altea. “Dov'è Clio?” Chiese Cid. “Credo fosse stanca stasera.” Mormorò Guisgard. “Magari mettetele da parte un piatto.” “Si, capitano.” Annuì Champenuan. “Io invece credo che mangerò qualcosa dopo, nella mia cabina...” alzandosi il presunto Taddeide “... ho molto lavoro da fare... ancora i miei complimenti per la cena, Altea.” Ma proprio in quel momento si udì il fischio del vascello. Era il segnale che erano giunti a Licinia. “Chi scenderà a terra con te, Guisgard?” Chiese Irko. “Un paio di volontari.” Rispose il capitano. “Non ci vorrà molto.” Ed il fischio della nave fu udito anche da Clio che era rimasta nella cabina di Guisgard. |
Sorrisi a quella affermazione.."Oh no" dissi convinta "sono io a non avere il coraggio a darti del tu..ma da ora in poi tu puoi chiamarmi Altea e darmi del tu e farò uguale io..d' altronde" dissi baciandogli leggermente la bocca e sussurrando "se sono il tuo dessert di mezzanotte è giusto tra noi vi sia la completa confidenza".
Lo seguii mentre andammo nella sala da pranzo e tutti fecero i soliti complimenti e nel frattempo mi avvicinai pure ad Irko e gli dissi sorridendo.."Ho fatto il meglio..Irko..perchè sia di tuo gradimento, penso tu capisca il motivo". Poi quel fischio...eravamo a Licinia..ecco sfumata la nottata di passione con Guisgard, sospirai. "Io mi offro..Guisgard non puoi lasciarmi qui ovvio" e gli sorrisi. |
Praticamente per il vecchio marinaio...non esistevo...era un passo avanti.......ma la Dama del Lagno l'aveva veduta.......il punto era che in tutta questa bellissima storia.......io mi stavo trovando in una collocazione da me sconosciuta.......La Dama del Lagno era la stessa donna di cui mi parlava Pileo ? Perchè se non era così......io stavo dando di matto......mi veniva voglia di urlare in quel ponte momentaneamente vuoto se non per la presenza mia e dell'anziano marinaio e di chiamare la Dea Diana...chiedendogli che cosa dovevo fare...cosa dovevo cercare........E che diamine....io non avrei mai lasciato la mia Isola.........e Pileo si era defilato........e se avessi chiamato Gedeone ?.....magari avrei preso il volo con lui...e mi avrebbe portata lontana da quel caos......" Bene...descrivetemi la Dama del Lagno...marinaio...che io in questa strana sera possa ascoltare una degna storia...che mi riporti un po' di pace nel cuore..."......
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Finii in fretta il liquore, ma di Guigard nessuna traccia.
Avevo sempre detestato aspettare.. "Ma dove diavolo si é cacciato?" Tra me e me. Poi udii il fisichio e mi lasciai cadere all'indietro chiudendo gli occhi per la rabbia. Anche i sogni più belli devono cedere il passo al mattino. Mi alzi dopo un attimo e tolsi il vestito che abbandonai sul letto. Dovevo mettere subito quello, pensai con un sorriso, magari sarebbe rimasto. Ma sapevo bene che non avrebbe fatto differenza. Così, indossai di nuovo i miei stretti pantaloni neri, il corpetto, la giubba ed uscii. Passai nella mia cabina e presi il cinturone con la spada e raggiunsi gli altri. Era ora di cena, dovevano essere nella sala mensa. "Che profumino.." Sorrisi entrando "Scendiamo? Ma.. Non è è scortese presentarsi a quest'ora da un'indovina?" Chiesi, per poi rubare al volo un cucchiaio di gnocchi. "Squisiti..." Riempiendo un bicchiere di vino, per poi portarlo alle labbra. |
La Santa Caterina raggiunse la sponda Nord-Est del Lagno, dove cominciavano le terre di Licinia.
Il vascello calò le sue ancore, dopo aver trovato riparo in una piccola ansa ben coperta dalla lussureggiante vegetazione di quelle lande. “La cena era ottima, milady.” Disse Irko ad Altea, per poi sorriderle. “Per domani però ho una richiesta da farvi. Un piatto che solo mia madre sa preparare. Così vi metterò alla prova.” Ridendo e sancendo la pace fra loro. In quel momento arrivò Clio. “Almeno siamo sicuri che la troveremo in casa...” Guisgard alla piratessa, per poi fissarla ed avvicinarsi al suo orecchio, in modo che nessuno udisse “... scusami, ma la nave è giunta a Licinia...” “Scelti i volontari, Guisgard?” All'improvviso Ammone, interrompendolo. “Beh, visto si sono proposte le nostre due dame, allora scenderò a terra con loro.” Annuendo il capitano. I tre, così, lasciarono la nave e si incamminarono verso Licinia. Dopo un breve tratto di strada entrarono nell'abitato cittadino. Raggiunsero la piazza principale, dove poco più avanti sorgeva la chiesa di San Nicola. Qui Guisgard chiese dell'indovina ed alcune anziane indirizzarono i tre dove viveva la donna. |
“E' difficile a dirsi...” disse il vecchio marinaio ad Elisabeth “... raramente mostra il suo volto... talvolta indossa un lungo velo verde sul capo, altre volte un elmo rossastro... infatti ella ha prerogative guerriere e per questo è legata al casato dei nobili e bellicosi Taddei... vive da qualche parte nel Lagno, forse alla sua fonte, ancora sconosciuta agli uomini, o magari dove le sue acque sono più profonde... il suo palazzo è tutto di marmo di un verde antico, sospeso sotto le acque ed in bilico tra questo mondo e quello degli spiriti... si dice non ami mostrarsi mai col suo vero aspetto e che spesso usi camuffarsi da bambina o da vecchia... gli estremi limiti della vita umana... forse perchè lei vive al di là di tutto ciò che vediamo...”
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"Giusta osservazione.." A quelle parole di Guisgard, per poi finire il mio vino.
Poi mi si avvicinò e sorrisi a quelle parole sussurrate. "Non preoccuparti.. So cosa vuol dire essere capitano.." Sussurrai piano, voltandomi verso di lui, incrociando così il suo sguardo. "Quale onore.." Risi appena, quando disse che sarebbe sceso con noi due. Così raggiungemmo il paese, e chiedemmo indicazioni per la dimora della donna. "Speriamo abbia le risposte che cerchi.." Dissi sorridendo a Guisgard, quando ormai eravamo prossimi all'abitazione. |
Sorrisi ad Irko.."E' una sfida..nessuno cucina meglio delle proprie madri..ne parleremo domani..forse".
Arrivò Clio e pure lei era pronta per scendere...e cosi ci avviammo verso la casa della indovina, non chiesi nulla a Guisgard su cosa volesse sapere..era strano per un cattolico come lui, ma pure io mi ero affidata a Madama Sibille molte volte. Rimasi vicino a lui finchè giungemmo a Licinia vicino la chiesa di San Nicola. Guisgard parlò con delle anziane e loro indicarono la abitazione della indovina e lo guardai.."Guisgard...lo sai vero? Devi accettare ogni cosa ti dica..bella o brutta..e poi sta a te interpretarle..ma non esserne influenzato". Con un gesto repentino toccai il corsetto ricamato del vestito e sentii l' amuleto a forma di rosa con rubino datomi da Madama Sibille augurandomi tutto andasse per il meglio. |
Rimasi in silenzio ad ascoltare il vecchio marinaio.......e mi parlo' di Lei....Talvolta Madre...Talvolta Guerriera.......il suo magnifico palazzo...giaceva sotto quell'acqua che poteva condurre alla vita o alla morte.........mi piegai sulle ginocchia per poi sedermi sul ponte.........Si..ma io con Lei che cosa avevo in comune........La vista oltre il Velo.......il Velo che celava il destino degli uomini......." Dimmi Vecchio.........per una donna ...... che ha reso la sua anima androgina ed e' solo questo che le fa concepire quel che sarà il destino degli uomini....tu che parte hai in tutto questo .....".........guardavo lontano...ma non vedevo nulla....mi sembrava di aver perso quello che era la mia vita prima.....ero io che avevo perso la memoria....
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Guisgard sorrise a Clio e poi annuì alle parole di Altea.
I tre, giunsero davanti ad un stretto vicoletto, lo imboccarono, fino ad attraversarlo tutto, ritrovandosi prossimi ad un lungo cortile. Entrarono e videro una porta aperta sulla destra. Si udiva il rumore di un telaio. Il presunto Taddeide allora si avvicinò all'uscio e bussò contro il legno della porta. “Venite pure avanti...” disse una voce di donna. I tre entrarono, ritrovandosi in un piccolo vestibolo, dalle cui pareti pendevano immagini di Cristo, della Vergine col Bambino e dei Santi. Una donna stava seduta a filare. Aveva capelli di un vago chiarore e mossi, il viso dai limpidi lineamenti, due vivi occhi chiari ed un sorriso accogliente. “Perdonate se giungiamo a disturbarvi...” mormorò Guisgard. “Non temete...” sorridendo la donna “... piuttosto sono io che mi scuso per accogliervi così, mentre lavoro. Ma devo preparare alcune camicie da consegnare domattina. Ora, vi prego, sedetevi. Mi farete compagnia.” “Penso immaginiate il motivo della nostra presenza qui...” fece il presunto duca. La donna annuì, ridendo appena. “In tutta Capomazda le vostre doti di indovina dei sogni sono riconosciute da tutti.” Continuò Guisgard. “I sogni” fissandolo la donna “sono messaggi. Mia nonna aveva il dono di interpretarli ed insegnò a me a fare altrettanto. Ma non per tutti i sogni hanno lo stesso impatto. Alcuni sognano cose che poi non si avverano.” “Invece” disse Guisgard “a me i sogni non mentono mai.” “Allora raccontami ciò che hai sognato.” Mormorò la donna. “Sognai” cominciò a narrare il presunto Taddeide “giorni fa... dovevo partire e per farlo mi occorreva un cavallo... ma non uno qualsiasi... un cavallo bianco che in verità non ho mai veduto... lo cercavo, ma non c'era... rammento che nel sogno vi era molta gente e persino un defunto... un uomo buono e nobile d'animo che conobbi da piccolo... trovai infine quel cavallo... era in una strada buia, intrappolato in una selva scura... ma il suo colore bianco risplendeva nell'oscurità, dandomi la possibilità di vederlo... cominciai a dirigermi verso il cavallo, ma una donna, moglie del defunto, cercava di trattenermi... io però sapevo bene la strada e come raggiungere quel cavallo... e mi svegliai...” |
Trovammo la donna, aveva un aspetto gentile e ci accolse volentieri.
Non avevo capito che interpretasse i sogni, ma a quanto pare invece Guisgard la cercava proprio per quello. Restai in silenzio mentre raccontava il sogno che aveva fatto, chiedendomi quanti pensieri si affollassero nella sua mente, come quando da ragazzini lo vedevo seduto sotto la vecchia quercia a suonare l'ocarina fissando un punto indefinito nel cielo. Restavo un po' ad osservarlo senza che lui mi vedesse, prima di raggiungerlo e sederemi al suo fianco. Attesi curiosa la risposta dell'indovina. |
“Io...” disse il vecchio marinaio ad Elisabeth “... io, nulla... vi ho solo narrato di lei... qui tutti parlano del presunto traditore... è quel bambino rapito anni fa? O solo un impostore? Solo la Dama del Lagno sa la verità...”
“Vi annoia ancora con queste storie, madama?” Arrivando Velv. “Vi avevo avvertita.” Ridendo. “Ora torna alle tue mansioni.” Al marinaio. Questi annuì ed andò via. “Una sera inquieta ed enigmatica...” Velv fissando il cielo denso di foschia “... le stelle sono celate, come i nostri intenti e l'esito di questo viaggio...” si voltò a fissare Elisabeth “... vostro marito era stanco e ha chiesto di ritirarsi... vi va di restare a farmi compagnia? Queste acque sono così silenziose... o forse la mia uniforme vi spaventa?” |
Entrammo lentamente dalla indovina, non era come immaginavo..era una donna semplice e pure cordiale, lavorava e pure sodo..quindi significava che le sue doti le metteva in dono a chi lo chiedeva senza vivere approffittandosi di questa dote.
Mi sedetti e ascoltai le sue parole..i sogni...se tutti i sogni si potevano avverare e ricordai ultimamente non avevo sognato molto..a parte la megera e il Duca Dominus che mi avevano narrato della maledizione inflittami appena nata e non sapevo se era dettato dal mio subconscio e quel sogno da bambina quando giocavo con mio nonno e il duca Taddeo l' Austero. Sospirai..e i sogni veri si sarebbero avverati? E guardai Guisgard mentre narrava il suo strano sogno e il cuore batteva forte, in quel momento avrei voluto stringerlo a me..era sicuro ma dentro di se forse era inquieto. |
La donna si fermò e adagiò le camicie ancora da finire su una bassa sedia.
“Il sogno in sé è buono...” disse a Guisgard “... il cavallo è ciò che tu cerchi e la donna rappresenta qualcuno o qualcosa che cerca di trattenerti, di rallentarti... il defunto è più che altro un'anima che cerca la tua attenzione...” “Ah, ho dimenticato di dire che aveva il viso scarno, ma l'aspetto sereno e mi seguiva...” mormorò il presunto Taddeide. La donna annuì e proseguì così: “Tu però nel sogno ben conosci dove si trova il cavallo bianco e nonostante le difficoltà sai come raggiungerlo.” Sorrise. “Questo è quanto. Dio ti Ha mostrato ciò che sta per compiere. Il resto lo scoprirai vivendo.” Riprese le sue camicie e poi il suo lavoro. “Grazie, madama...” alzandosi Guisgard. “E non avere paura.” Fece lei. “Sei giovane e forte. Il Signore ti aiuterà.” Lui annuì, salutò la dama, baciò l'immagine di Cristo alla parete, si segnò tre volte inginocchiandosi e poi con Clio ed Altea lasciarono la casa della donna. “E' lui...” indicando Guisgard una delle due figure dall'altra parte della strada. “Come fai a dirlo?” Chiese l'altra alla prima. “I suoi occhi.” Rispose questa. “E poi ha due donne con sé. E' lui...” Attraversarono la strada e raggiunsero i tre. “Salute a voi.” Con un lieve cenno del capo uno di loro a Guisgard, ad Altea e a Clio. Avevano lunghi mantelli ed il capo coperto da semplici berretti. “Chi siete voi?” Domandò Guisgard ai due uomini. |
Ritornava il famoso bambino diventato adulto ...Guisgard.....Lei sola poteva sapere......Il segreto di Guisgard.......e bravo Nettuno.....arrivando sulla mia isola..mi aveva portato il dono dell' Oracolo......Velv arrivo'...e mando' via il marinaio......Nettuno era andato a letto senza attendermi....infondo cosa doveva stupirmi io non ero sua moglie.....e comunque ero una tizia come tante altre che avrebbe incontrato sul suo cammino......sorrisi alle parole di Velv....." No mi stancata......mi ha solo reso il cuor leggero...un po' come si fa ai bambini prima di andare a dormire....si racconta una favola......bisognerebbe sempre apprezzarne la morale......indipendentemente dall'età che si ha....."......gli porsi la mano e mi feci aiutare ad alzarmi da terra...avevo ascoltato il marinaio mentre ero seduta sul ponte " Grazie......per avermi tirato su....queste gonne alle volte ingombrano...i pantaloni a quanto pare sono molto piu' comodi.....Avete ragione...questa e' una notte molto silenziosa......anzi..direi che si potrebbero udire dei suoni mai uditi prima........De Gur e' già nella sua cabina......immagino sia stanco e provato....i ricordi devono affiorare alla mente spontaneamente e invece la sua e' stat forzata ...e voi Velv....siete la causa della sua stanchezza.....".....poggiai le mani sul parapetto......ero estremamente nervosa.....Nettuno non era mio marito...ma dovevo comportarmi come si conveniva ad una moglie.......senza offendere Velv ovviamente......." Non ho paura dell'uniforme...non ne ho motivo.........se si ha la coscienza pulita...non si teme nulla...anche se molto spesso...la parola giustizia e' a libera interpretazione......ma voi siete un Ufficiale......e credo che per voi la Giustizia e la clemenza vengano prima di ogni cosa...forse prima di voi stesso...".....gli sorrisi affabile....mostrando un tocco di gentilezza dovuta alla debole femminilità..........sareste così cortese ad accompagnarmi nella mia cabina...?......non vorrei che si dicesse che la moglie del Capitano De Gur...abbia trascurato suo marito.....per chiacchierare affabilmente con voi Capitano......anche se sono certa siete un uomo......di rara intelligenza.........."......." Vi seguo se volete...."...
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Ascoltai attentamente il responso della donna e iniziai a riflettere..il cavallo bianco era quindi il suo obiettivo..il Fiore Azzurro o ottenere il trono taddeide? Guisgard era interessato a questo ultimo, la ricerca del Fiore gli era stato imposto..ma sembrava lui sapesse la via per ottenere ciò che voleva.
Trasalii quando parlò della donna..qualcosa o qualcuno che lo tratteneva..Dominus ovvio..e pensai alla megera e a quel sogno dove Guisgard era in un giardino e mi diceva aveva trovato il fiore ma apparve quella donna e Dominus e tutto diventò buio e non trovavo più il presunto taddeide. Eppure Madama Sibille mi disse tramite il maestro Teofilus che il Duca usava l' esoterismo nero e io non avevo voluto crederci..avrei dovuto parlarne con Guisgard di questo fatto appena possibile. L' anima di una persona che voleva la sua attenzione..chi mai era? Certo una figura benevola..forse una figura del passato che Guisgard aveva o voleva dimenticare. In fin dei conti il responso era buono e la donna incoraggiò Guisgard e sorrisi, certo vi erano ostacoli ma lui sembrava conoscere la via. Salutata la cordiale e saggia donna ci incamminammo nella via del ritorno quando delle figure ci indicarono e parlarono..chi erano mai? Conoscevano Guisgard sembrava e forse pure noi. Mi avvicinai a Guisgard e lo presi per un braccio..io non ero armata..speravo non fosse nulla di strano e pericoloso, soprattutto a quella ora tarda della notte. |
Ascoltai attentamente le parole dell'indovina, sperando che Guisgard trovasse davvero ciò che cercava.
Uscimmo nella buia sera, e due persone ci si avvicinarono. Il mantello mi impediva di vedere se fossero armati o no. Ecco, adesso serviva il mio vestito. Cosa volevano? Li scrutai diffidente, portandomi leggermente più avanti di Guisgard e Altea. Se erano solo in due non correvamo rischi, ma la prudenza non era mai troppa. |
Velv sorrise ad Elisabeth.
“Alcuni” disse fissando l'orizzonte “affermano che le acque del Lagno siano differenti da tutte le altre. Forse perchè esso non è un fiume e neanche un lago. E' difficile affermare con esattezza cosa sia davvero... i più anziani credono sia antico come il mondo e attraverso il suo corso sia giunta la civiltà in tutte queste terre...” sorrise e si voltò a fissare la donna “... volete davvero tornare in cabina e perdervi uno spettacolo strabiliante, milady? Vedere il passaggio dal mare al Lagno?” Indicò con un cenno del capo la prua della nave. “Tra pochi minuti risaliremo la corrente ed imboccheremo il Lagno vero e proprio... ed allora ci immergeremo in un mondo ancestrale, differente... un mondo antico come nessun altro... un mondo in cui la natura ed i suoi misteri dominano incontrastati da sempre... o preferite perdervi tutto ciò e tornare nella vostra cabina col rischio di svegliare il capitano de Gur, già abbondantemente addormentato?” |
Capitolo VI: La maschera di Maccus ed il Fiore di Bellezza
“Ricordo l'attimo stupendo: Dinnanzi m'apparisti tu, Come fuggevole visione, Come il genio della pura bellezza.” (Aleksandr Sergeeivc Puskin) “Non avete nulla da temere, milord.” Disse uno di quei due uomini a Guisgard. “Voi siete sir Guisgard, vero?” Domandò l'altro. “E se anche fosse?” Sospettoso il presunto Taddeide, per poi avanzare di un passo, mettendosi d'avanti a Clio e ad Altea, come a volerle proteggere. “Un vero Taddeo” fece il primo di quei due uomini che aveva parlato “si riconosce da molte cose. Come dagli occhi, ad esempio.” Sorridendo. “Chi sie voi?” Chiese inquieto Guisgard. “Ambasciator non porta pena, milord.” Annuendo il secondo, per poi consegnare al presunto duca una busta sigillata con la ceralacca. “Apritela solo quando sarete a bordo del vostro formidabile vascello, milord.” Si raccomandò il primo di quei due misteriosi individui. “Comunque ci rivedremo presto. Ne sono certo. I miei omaggi, milord.” Con un lieve inchino verso Guisgard. “Signore.” Con un cenno del capo, fissando Altea e Clio. E i due enigmatici individui svanirono nel buio della strada, come fossero due fantasmi. Il presunto impostore allora fissò la lettera che i due gli avevano consegnato. E sulla ceralacca era incisa l'immagine di un fiore. http://www.ankarascene.com/resimler/2/4651.jpg |
Rimasi impassibile in volto, ma invero, sorrisi nel cuore; il complicato pentagramma dei sentimenti.......Quante amorose contese dietro la parola Cortesia!
I cuori si infrangono, così come si elevano, e in tutto questo, le parole si fanno aspre, perché le lacrime, se lasciate stagnare, si fanno ghiaccio. Quindi, cosa resta a noi Figli di Eva, in tutto questo Canto caotico e meraviglioso? Semplice, ci resta il mantenerci integri, il conservare intatto il nostro onore. -Buon musico- esordii, -Ignoro la natura della conversazione avuta tra voi e lady Dafae, soltanto mi è noto il sentimento che le dichiaraste, e mi fu detto che offesa, da voi, le fu recata. Sono un cavaliere, non un legislatore, pertanto i miei giuramenti, e le mie promesse, sono un vincolo che mi viene direttamente dall'Onnipotente. Promisi fedeltà alla figlia del barone, per il tempo che sarei stato suo ospite, ed invero, presterò fede al giuramento fatto- Rimasi un istante in silenzio, poi proseguii; -Tuttavia, non nascondo che proverei piacere, se voi voleste porgere le vostre scuse a lady Dafae spontaneamente, da quel cortese cantore che siete. Talvolta, chi amiamo, ci ferisce, talvolta ci delude, e in questi casi, siamo portati a chiuderci dentro l'oscura armatura delle male parole....... Ma siamo in errore. Per amore si può gioire, e si può soffrire, ma non lo si può sconfessare. La Regina si negò al Cavaliere della Carretta, perché egli, un istante, aveva esitato, ma questi forse le si rivolse con sgarbo? Affievolì il proprio sentimento? No, non lo fece, né pensò di farlo. Questo contraddistingue chi vive per Amore, l'abnegazione totale, a dispetto di tutto. Voi siete un musico, a voi l'alto compito di tramandare gli ideali dei tempi che furono.......Comportatevi, quindi, come uno degli eroi che decantate, sono certo che ne siete capace- Detto questo, incrociai le braccia sul petto, attendendo risposta. |
Rimasi in allerta nonostante l'atteggiamento dei due uomini.
Guisgard mi superò di nuovo. E sorrisi appena. Ero io che volevo proteggere lui, ma stranamente non mi dava fastidio la sua premura, anzi. I due porsero una lettera a Guisgard, la osservai interdetta, per poi seguire con lo sguardo i due uomini scomparire. Alzai gli occhi su Guisgard "Che pensi di fare?" Indicando la lettera con lo sguardo "Credi ci sia da fidarsi?". |
Rimasi sgomenta da quegli individui..non avevano avuto nemmeno la premura di presentarsi, sembravano davvero spiriti venuti ad affidare qualcosa a Guisgard, ma la cosa che più mi faceva pensare era che loro erano sicuri lui fosse il vero Duca tanto da affidargli la lettera..e sembravano conoscere pure me e Clio.
I suoi occhi...avevano menzionato gli stessi occhi di cui mi aveva tanto parlato l' Austero e contraddistinguevano pure l' anziano duca. Feci loro un cenno di saluto e sparirono nel buio della notte. Clio rivolse una giusta domanda a Guisgard..."Infatti Guisgard..come facevano a essere sicuri tu fossi il Duca e sembravano conoscere pure me e Clio, forse sono spie..possiamo pensare a Dominus ma lui non conosce Clio se non che ci abbiano seguito fino ora..comunque penso l' unica cosa da fare ora è raggiungere il veliero e scoprirne il contenuto..è pure strano tu la debba aprirla solo arrivato alla Santa Caterina" e lo guardai perplessa e dubbiosa, osservai bene la lettera e la ceralacca per vedere se si riconoscesse il Casato e con sorpresa vidi vi era stampato un fiore. |
“Già, tutto troppo strano e misterioso per i miei gusti...” disse Guisgard, mentre fissava la lettera sigillata con quel simbolo “... anche io ho subito pensato a uomini di Dominus... chi altri infatti può conoscerci in questi luoghi?” Scosse il capo. “Ma da quel po' che conosco mio zio posso dire che è troppo orgoglioso e superbo per rivolgersi a me, anche solo per ingannarmi, col titolo di duca... non so, ma qualcosa mi dice che Dominus non c'entra...” guardò poi Clio ed Altea, facendo loro cenno di seguirlo per tornare al vascello.
Saliti di nuovo a bordo, il capitano convocò tutti sul ponte di comando, mentre la notte si apprestava ormai a cedere il posto al nuovo giorno. E poco dopo l'alba apparve a schiarire le inquietudini del buio e di quel loro viaggio verso l'ignoto. “L'unica cosa da fare” fece Palos, dopo che Guisgard aveva raccontato di quello strano incontro e della lettera “è aprire quella busta.” “Guisgard annuì ed aprì finalmente quella missiva. E la lesse ad alta voce: “Lord Guisgard, in verità cerco da sempre un uomo come voi. Avete tutto per incarnare un degno eroe letterario. Carisma, fascino, coraggio e quell'alone di mistero che contraddistingue i grandi protagonisti della tragedia greca, come un novello Oreste, o un redivivo Edipo. Ma in voi vi è anche quel genuino ed assoluto ascendente che da sempre attira, affascina e conquista la gente comune. Mi riferisco all'indole romantica, eroica ed epica dei grandi cavalieri cortesi, quali Erec, Tristano e naturalmente Lancillotto. E poi la vostra spada, leggendaria lama simbolo degli amanti Taddei, il vostro fantascientifico vascello volante, degno della nave Argo di Giasone e naturalmente la meta del vostro viaggiare, meritevole di essere narrata nel più straordinario romanzo mai scritto. Per questo io bramo di avervi come protagonista nella mia ultima rappresentazione teatrale. Naturalmente affiancato dalle vostre due bellissime assistenti. Per voi ho già preparato un degno copione che attende solo il suo protagonista: sir Guisgard, inarrivabile Eroe da Romanzo e futuro Arciduca. E se la rappresentazione, come credo, riscuoterà successo, allora vi sarà assegnato l'ambito premio. Mi riferisco al Fiore di Bellezza, unico simbolo della vera e sola beltà di questo mondo. Maccus.” “Chi diamine è questo Maccus?” Chiese Chiò. “Non ne ho la minima idea...” pensieroso Guisgard. “Sembra conoscere molte cose di te.” Disse Irko. “Già...” turbato il presunto Taddeide. “A meno che” ridendo Pepe “non sia tu l'autore di questo scritto, visto la sfilza di attributi, epiteti e complimenti vari elencati a menadito.” “Molto divertente...” mormorò Guisgard. “E dai, facevo per sdrammatizzare.” Divertito Pepe. “Complimenti dici?” Rileggendo la lettera il presunto Taddeide. “E se invece fosse una trappola? Troppi elogi, troppa ammirazione fine a se stessa...” “Forse davvero vi è Dominus dietro tutto ciò...” fece Lainos. “Io direi di ignorare questa lettera.” Sbottò Ammone. “Parla però di un questo Fiore di Bellezza...” inquieto Guisgard “... e se si trattasse proprio del Fiore Azzurro?” |
Finalmente arrivammo al vascello e riuniti tutti quanti Guisgard parlò di quell' incontro mentre il sole faceva capolino da Oriente.
Guisgard iniziò a leggere la lettera...rimasi un momento interdetta. "Guisgard...ma questo Maccus come fa a sapere così tante cose sui Taddei? Pure su Mia Amata? Vuol dire conosce Capomazda pure...ma non ho capito perchè vorrebbe solo te..e poi me e Clio" e fissavo l'orizzonte farsi sempre più splendente "Si parla di fare una rappresentazione teatrale..ma la cosa mi attrae a dire il vero..che sarà il Fiore di Bellezza?" e mi avvicinai guardando la lettera.."Ma è indicato dove dovremmo andare?Come facciamo a parlare con questo Maccus?" |
Seguimmo Guisgard alla Santa Caterina, in preda ai dubbi.
Il giorno aveva ormai iniziato a fare capolino, mentre discutevamo di quella strana missiva. Ascoltai Guisgard leggere la lettera, e riuscii a nascondere una risata. Oh, Cielo.. quanti complimenti... Non sapevo cosa aspettarmi dalla lettera, ma sicuramente non questo. "Fammi capire bene, quindi secondo questo Maccus dovresti.. interpretare uno spettacolo teatrale? Anzi, dovremmo.. visto che immagino si riferisse a me e a milady.." scossi la testa "Però non ha senso.. voglio dire, è vero che sei sempre circondato di donne... ma sembrava parlare di due in particolare.. che ne sa questo Maccus? Ci ha seguito? Boh, mi sembra tutto molto strano..." sospirai "Però certo, il Fiore di Bellezza.. probabilmente varrebbe la pena tentare ma.. potrebbe essere un altro fiasco come il Fiore d'Oro di Aurora... forse dovremmo capire di più su questo Maccus.. può essere una trappola bella e buona infondo...". |
Guisgard ascoltò Altea e guardò poi nella busta.
“Vi è un altro bigliettino...” disse “... c'è scritto solo Suession...” “Suession?” Ripetè Chiò. “Cavolo è il mio paese d'origine!” “Allora questo Maccus è lì che vive.” Fece Palos. “Credo di si...” annuì il presunto Taddeide, per poi voltarsi verso Clio “... oh, che spiritosa...” sarcastico “... tu e Pepe dovreste aprire una compagnia teatrale e far concorrenza a questo Maccus...” sorridendo “... e comunque io non sono sempre circondato da donne...” scuotendo il capo ironico “... si, immagino si riferisse a voi due, a te e ad Altea... a meno che” ridendo appena “non vi vada stretto il titolo di assistenti...” “Cosa hai deciso di fare?” Chiese Irko. “Non ho molta scelta...” tornando serio Guisgard “... devo scoprire cos'è questo Fiore di Bellezza...” “E vuoi andarci solo con Altea e Clio?” Fissandolo il Rosso. “Porteremo con noi anche Chiò.” Rispose il presunto duca. “Lui conosce bene Suession.” “Vengo anche io stavolta!” Deciso Ammone. “Sono fermo da troppo tempo e sai che poi divento nervoso!” “E sia.” Acconsentì Guisgard. “Andremo noi quattro. Preparatevi dunque.” Fissò Irko e Palos. “Partiamo... direzione Suession.” Poco dopo la Santa Caterina aprì le vele e cominciò a navigare lungo il Lagno, verso Suession. |
Guisgard diede le direttive per la partenza, infatti non era conveniente stare solo noi tre o avremmo rischiato di nuovo come ad Auroria.
"Suession" dissi poi a Guisgard "non l'ho mai sentita, ma sarà un caso è il paese di origine di Chiò? Lui ti conosce fin dalla nascita..sarà una casualità..comunque solo parlandoci potremmo saperne di più" poi sorrisi leggermente.."Si è dimenticato Romeo..lui è il mio eroe preferito, peccato io non sono mai stata Giulietta..nessuno mi ha mai fatto una serenata, nemmeno Velv" e a quella ultima frase trasalii..nessuno doveva sapere io e Velv avevamo avuto una storia e nemmeno di come lo avevo umiliato rifiutandomi di sposarlo. |
Risi appena. "Se lo dici tu.." mormorai, divertita alzando appena le mani in segno di resa, per poi lanciargli un'occhiataccia quando parlò delle assistenti ma non dissi nulla, probabilmente me l'ero andata a cercare.
Annuii poi alle sue parole "Perfetto.." alzandomi "Vado a preparare le mie cose, tanto immagino che viaggeremo leggeri... Ci metteremo molto ad arrivare?" chiesi, prima di raggiungere la mia cabina. |
Aspettai ....ma non si mosse per accompagnarmi in cabina......no.....parlo' in una lingua che non sembrava somigliargli.....lo ascoltai......ero affascinata...sorpresa ...già sorpresa...volevo parlare col marinaio e invece Velv riusciva a parlarmi di sensazioni ancestrali.....di quella parte di Lagno che si immergeva ed ergeva nel confine chiamato mare........mi voltai verso di lui..." Se prendessi per oro colato le vostre parole potrei credere che abbiate dato un potente sonnifero a mio marito......ma se ascoltassi le vostre magnifiche parole....ad occhi chiusi...mi sembrerebbe di toccare il mondo antico con le mani...quasi a plasmarlo con il volere degli Dei...mi stupite Capitano.......diciamo che mi lasciate senza parole.......No..non voglio svegliare De Gur....so che ha bisogno di recuperare se stesso...e visto che ne sapete piu' del vecchio marinaio...saro' felice di ascoltarvi.....ma niente vino, qui sul ponte si sta bene....".....
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“Ehilà...” disse Afiel a quelle parole di Altea “... avete udito? Lady Altea ha pure uno spasimante! Un certo Velv!” Ridendo.
“Idiota!” Dandogli uno schiaffone dietro la testa Palos. “Velv è il capitano della Marina Ducale! Uno che venderebbe sua madre pur di vederci penzolare dalla forca!” “Già, è vero...” massaggiandosi la testa Afiel. “Sentito, Romeo?” Pepe a Guisgard. “Quel Maccus i è dimenticato un amante nell'appiccicarti addosso nomi e qualità da romanzo.” Ridendo. “Vorrà dire” sorridendo il presunto Taddeide “che nel fare il mio trionfale ingresso a Suession scavalcherò qualche balcone!” Si voltò poi verso Clio che stava andando nella sua cabina. “Grosso modo in circa due ore saremo a Suession. Mi raccomando, metti il tuo miglior vestito... voglio che le mie assistenti mi facciano fare bella figura!” Facendole l'occhiolino. Intanto la Santa Caterina solcava il Lagno mentre il Sole era ormai sorto. Il cielo però era denso di nuvole e qualcosa di sinistro attraversava l'aria, rendendo quello scenario come assopito da un cupo incantesimo. |
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