Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 06-06-2012 09.27.24

Rimasi stupita dalle parole di Heyto...per lui ero una ragazza speciale, mentre io mi consideravo una comune ragazza. "Coraggio Altea" pensai "ne hai superate di avventure e questi uomini hanno detto ti riporteranno a Tylesia...e devi farti forza".
"Grazie sir Heyto, accetto volentieri il vostro dono prezioso, so che questa pietra..o minerale..è un protettore."
Partimmo e Heyto iniziò a cantare e suonare una triste melodia:

"“Gli occhi delle ragazze...
Non sono rondini, né cigni, ma bianche colombe...
Solcano i cieli e si perdono nel terso azzurro, come nel purpureo tramonto...
Gli occhi delle ragazze...
Si lasciano guardare ed anche amare se sai osservarli...
ma ti concederanno un solo volo nei loro colori, non smarrirti o li perderai...
Gli occhi delle ragazze...
Sanno sorriderti ed incantarti, ma talvolta anche piangere...
Dovrai ascoltarli e consolarli, poiché hanno bisogno di te, delle tue carezze e del tuo affetto...
Gli occhi delle ragazze...
Non abbandonarli mai, perchè vivono per te e dei tuoi sogni...
Gli occhi delle ragazze...
Non dimenticarli, potresti non perdonartelo mai..."

Già, pensai, guardare negli occhi è scoprire l'anima di una persona ma si deve avere una dote innata per saperlo fare, non tutti ci riescono, guardai Heyto e vidi rivoli di lacrime amare sul suo volto, rimasi in silenzio, poi mi feci coraggio..."Heyto..posso chiamarvi cosi? che succede? che attanaglia il vostro cuore per farvi piangere..quella canzone era stupenda, forse vi ricorda la vostra amata?"

Talia 06-06-2012 12.59.16

Accadde tutto in fretta... la voce di quel soldato, le parole di Guisgard, poi mi sentii afferrare per un braccio e gridai... urla, voci, colpi, parole cariche di rabbia e di disprezzo...
“Guisgard...”
Lo sentii cadere a terra e venir colpito e colpito ancora... non vedevo ed ero tanto spaventata che la mente e gli altri sensi non riuscivano a sopperire a tale mancanza...
“Basta!” imploravo, tentando di divincolarmi dalla presa di quel soldato “Basta, vi prego... smettetela... lasciatelo stare...”
Ma tutto sembrava perduto: nessuno ci ascoltava, nessuno ci credeva...
Poi accadde una cosa del tutto inattesa.
Giunse un altro uomo, messer Paolo, il quale disse che la duchessa voleva vedermi... ne rimasi sorpresa e stupita... voleva vedere me? La duchessa? Perché?
Ma non avevamo molta scelta... sentii i soldati portare via Guisgard quasi di peso e rabbrividii... mi sentivo male, non riuscivo a non pensare che era colpa mia se eravamo lì, che era colpa mia se si era convinto ad entrare in quel castello e che sarebbe stata tutta colpa mia se gli fosse accaduto qualcosa... non potevo pensarci... Guisgard si era sempre preso cura di me e non aveva mai permesso che mi accadesse niente di male... ed ora...

I miei occhi erano lucidi e spaventati, eppure qualche cosa di fermo e deciso vi era in essi...
Le mie labbra sfiorarono le sue ancora per un momento... tremavo... e mi sforzavo di non pensare a quanto tempo sarebbe dovuto trascorrere prima che avessi potuto vederlo di nuovo, prima che avessi potuto baciarlo ancora... tanto tempo, troppo...
Ma era necessario.
“Ora vai...” sussurrai infine, allontanandomi da lui di mezzo passo “Vai, ti prego! Vai, prima che sia troppo tardi!”
Lui mi osservava... mi avevano sempre colpita quei suoi occhi incredibilmente azzurri e quello sguardo così profondo... ad un tratto aprì bocca per parlare, ma io non glielo permisi, poggiando due dita sulle sue labbra...
“No!” mormorai, precedendolo “No, Amor mio, ti prego!”
Sospirai...
“So ciò che vuoi dire. So ciò che pensi... ma restare ancora qui è troppo pericoloso per te... i soldati di mio padre hanno già rischiato di catturarti più di una volta e se resterai ancora qui... oh, Andros... io temo che prima o poi ci riusciranno. E sai cosa ne sarebbe di te dopo! Ed io non posso permetterlo... non posso permetterti di farti catturare ed uccidere... no... neanche tu puoi chiedermi di sopportare questo! Io non sopravvivrei se ti accadesse qualcosa! Perciò devi partire... devi tornare a Capomazda... devi allontanarti da me...”
“Questa...” sussurrò lui dopo qualche istante “Questa è una prova troppo ardua, mia signora! Una prova troppo dura persino per il più valoroso dei cavalieri!”
I miei occhi si riempirono di lacrime, allora, ed io tornai ad stringermi a lui...
“Lo so...” mormorai, con la voce che tremava “Lo so, mio signore, mio dolce Amico... lo so... ma tu la compirai lo stesso, per me!”
Attimi di silenzio seguirono... di quel silenzio eloquente, più vivo di mille e più parole e discorsi, ma che di parole non aveva bisogno...
“E’ ora, signore!” disse all’improvviso una voce.
“Mi aspetterai, Chymela?”
“Per sempre, Andros. Per sempre!”


Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 46910)
Giunti in una grande sala, lasciarono lì la ragazza.
Con lei vi era anche Paolo.
“Ecco la ragazza, milady.” Disse l'uomo.
“Fatela venire avanti.” Con un cenno la duchessa.
Era seduta di spalle e fissava una finestra.
Paolo allora condusse Talia davanti alla duchessa.
“Ora uscite.” Disse la donna a Paolo.
“Qual'è il tuo nome?” Domandò la duchessa a Talia appena furono sole. “Perchè siete entrati con l'inganno nel castello'”

Uscii di soprassalto da quella visione... ancora tremavo... l’angoscia di Chymela si confondeva e si sovrapponeva alla mia per la sorte di Guisgard, ormai... ero confusa... e mi sentivo come smarrita.
Quella domanda, tuttavia, così semplice e diretta, mi apparve come un’ancora...
“Io...” mormorai allora, sollevando gli occhi nella direzione da cui mi pareva provenisse quella voce di donna “Io mi chiamo Talia... e non siamo affatto entrati con l’inganno!”
Esitai appena un momento, poi sospirai...
“Vedete, signora... la colpa è mia! Questa sera, giungendo in città, abbiamo trovato alloggio alla taverna. Da lì, dalla finestra della stanza, si poteva vedere il Castello... ed io... io, scioccamente, ho detto a Guisgard che mi sarebbe piaciuto vederlo! Non credevo di far danno... E poi quando siamo giunti qui di fronte ed il portone era aperto, lui... ma non è stata colpa sua, milady! Lui voleva solo accontentare me. Si è sempre preso cura di me, ha sempre cercato di esaudire i miei desideri, anche quelli più sciocchi... ed ancora più adesso, da quando...” la mia mano corse ai miei occhi, ma non terminai la frase.
“Vi prego, milady...” ripresi allora a dire, mentre calde lacrime mi rigavano le guance “Vi prego... siate buona! Vi prego, non lasciare che venga punito... quell’uomo ha detto di metterlo alla gogna e poi di tagliargli le mani... ma lui non ha fatto niente! Non volevamo rubare, ve lo giuro... volevamo solo vedere! Oh, milady... vi supplico... punite me, semmai. Sono io che ho espresso quel desiderio così sciocco, io che gli ho chiesto di venire qui... dunque, se vi è una colpa, è mia! Fate punire me, milady, non lui... non lui, vi prego! Lui non ha fatto niente!”
Ero disperata, sfinita, spaventata... avevo parlato in fretta, come un fiume... e quando infine tacqui, scivolai a terra, come svuotata.

elisabeth 06-06-2012 16.55.46

C'era poco da stare allegri,sembrava impossibile entrare nella stanza della Regina....Reas non c'era e il precettore era stato portato via dalle guardie.......ma il confessore.....il confessore aveva accesso,e doveva essere un frate....." Vivian,il confessore della Regina dovrebbe essere un Frate e se io mi travestissi da frate, non avrei problemi..potrei incontrare la Regina.....ma dove troviamo due sai ?......dovrai venire con me...e tu sei molto conosciuta, piu' di me...non abbiamo altra scelta,devo parlare con lei....."........Non avevo altra scelta, e non mi sembrava neanche una bellissima idea...ma non mi veniva in mente niente altro.....e dovevo stare lontana dalle grinfie di Guxio.....mi sentivo braccata......Vivian sembrava la mia unica speranza

Parsifal25 07-06-2012 00.24.28

Caddi in un sonno profondo..... da tempo non riposavo come si deve anche se la situazione non era della migliori.....

Non intesi se ero sveglio o dormivo, ma ad un tratto mi ritrovaì nella selva i cui ero....non vi era nessun altro a parte me. Il tutto era circondato da una sinfnia silente e misteriosa; improvvisamente la scena cambiò radicalmente.....ero entrato in città.

Non conoscevo la zona, ma qualcosa mi tornò familiare....mi volsi verso il viale e sentì tuonare le campane di una chiesa: "Misericordia....il richiamo di Tylesia....", corsi verso l'entrata e vidi uomini che giocavano a dadi......si divertivano, ma non scommettevano a taddei bensì in "anime"......cosa voleva dire.....una cosa era certa....la guerra in Tylesia avrebbe macinato anime a fiotti.....

Era un avvertimento....forse una chiave di lettura per la mia parte in Tylesia.....ma....quale poteva essere il mio ruolo.....

Mi destaì di soprassalto, non riuscivo a comprendere quelle immagini....mi giraì intorno e mi ritrovaì in un letto e in una casa, accanto vi era il mio Maestro che mi chiese come stavo.....ed io risposi:

"Meglio.....anche se stavolta ho rischiato grosso". Vi era anche Lilith e la salutaì sorridendo:
"Buongiorno damigella.....la ringrazio per essermi stata accanto. Non lo dimenticherò, perdonatemi se vi ho spaventata."
"Ringrazio anche lei Milady......grazie per le sue cure e la vostra ospitalità...anche se la mia mente è piena di pensieri......quale è il mio ruolo" ed alzandomi misi la mano vicino alla fronte.

Guisgard 07-06-2012 01.06.04

Heyto con ancora gli occhi lucidi cominciò a fissare Altea.
“Perdonatemi...” disse non volevo rendervi triste con quel canto... certo che potete chiamarmi Heyto... no, il canto non mi rammenta la mia amata... ma mi sussurra il ricordo di tante ragazze strappate alla vita... sono per loro queste mie lacrime... ed anche per voi, Altea... si, piango anche perchè, probabilmente, la vostra morte è l'unica speranza di salvezza rimasta a quella città...”

Guisgard 07-06-2012 01.14.16

Vivian annuì a quelle parole di Elisabeth.
“E sia.” Disse la ragazza. “Vi aiuterò ad entrare a palazzo...”
Corse allora a cambiarsi d'abito, indossando un vestito più adatto per una visita a corte e ritornò poco dopo dalla maga dei boschi.
“Milady...” fissando Elisabeth “... quando giungeremo al palazzo, sappiate che sentirete dire molte sul conto di mio padre... ma si tratta solo di menzogne... egli è il migliore degli uomini...”
Si incamminarono allora verso il palazzo.
Giunte lì, Vivian condusse subito Elisabeth verso la cappella di corte.
Qui non videro nessuno, ma trovarono alcuni sai su un tavolo.
“Ecco i vostri sai, milady.” Mormorò Vivian.

Guisgard 07-06-2012 01.26.51

“Presto sarai di nuovo in forze.” Disse Redentos a Parsifal.
“Dove siete diretti, cavaliere?” Chiese Granblu a Redentos.
“A Tylesia, milady.” Rispose il cavaliere. “Sto cercando mia moglie.”
“Comprendo...” fece lei “... ma dovete essere vigili, quella città è stretta in una morsa...”
“Conoscete Tylesia?”
“Si, cavaliere.” Annuì la donna. “E so che corre un grande pericolo...”
“Si, sappiamo che è sotto assedio.” Disse Redentos. “Mi chi sono i suoi terribili nemici? Si dice siano esseri sovrannaturali, forse demoni.”
“I veri demoni che minacciano Tylesia” fissandolo lei “sono celati fra le sue alte e belle mura...”
“Non comprendo, milady...” inquieto Redentos “... ma voi sembrate conoscere molte cose...”
“Vi ingannate.” Fece lei. “Io so solo che è conservato Qualcosa in quella città... Qualcosa di infinitamente prezioso...”
“Forse un Tesoro?”
“Si...” annuì la donna “... un Tesoro...”

Guisgard 07-06-2012 02.13.49

“Ho sempre visto con fastidio” disse lady Vicenzia a Talia “le ragazze svenevoli e deboli. Un portone aperto non è un invito ad entrare ed un castello non è una chiesa dove è consentito a tutti di accedervi. Gli animali entrano dove vogliono, incuranti delle leggi cortesi, morali e giuridiche che esistono fra gli uomini. E dunque potrei comprendere solo se mi trovassi davanti a degli animali. Siete animali? Devo allora trattarvi come tali?” Finalmente si alzò da suo seggio che dava le spalle a Talia e si avvicinò alla finestra.
Era una donna anziana, ma dalla bella presenza.
Aveva lo sguardo severo e l'espressione austera.
“Ora ricomponiti e vieni avanti, in modo che possa vederti meglio.” Fissando Talia.

La ragazza sorrise.
“Oh, vi chiedo scusa!” Portando una mano alla bocca. “Mi sono mossa di nuovo! Di questo passo non finirete mai la vostra opera e la duchessa andrà su tutte le furie...”
“Comprendo” fissandola l'artista “che siate stanca... è una bella mattinata di Sole ed io vi costringo a restare su questo balcone a posare per me.”
“No, a me piace.” Disse lei. “Questo castello è bellissimo. E poi, non so, provo una curiosa sensazione a pensare che una parte di me sarà racchiusa in un'opera d'arte..”
“Opera d'arte?” Sorridendo l'artista. “Eh, siete troppo buona! Spero che la duchessa sarà altrettanto generosa alla fine del mio lavoro!”
Lei però, ad un tratto, chinò il capo e sembrò rattristarsi.
“Cosa avete?” Chiese l'artista.
“Pensavo...”
“A cosa?”
“E se non sarò io la ragazza del ritratto?”
L'artista si alzò e si avvicinò a lei.
“Se guardando quel quadro” continuò lei “non mi riconoscerò? Voi siete un grande artista e sapete di certo abbellire ogni cosa... lo farete anche con me ed alla fine non sarò io la ragazza che apparirà nel ritratto...”
“Voi siete molto bella.” Disse l'artista.
“Lo pensate davvero?”
“Certo.”
“Guardatemi...” sospirando lei “... non eccello in nulla... rido spesso, forse anche troppo... ed i miei occhi... non sono di nessun colore particolare... si dice che i Taddei abbiano gli occhi chiari, quasi un segno della loro nobile stirpe...”
“Ascoltate...” disse l'artista “... vi trovate qui perchè siete una ragazza speciale...tutto in voi è particolare, unico... soprattutto i vostri occhi... e sapete qual'è il mio compito? Ciò che sancirà il successo o il fallimento della mia opera?” Sorrise. “Il mio compito è quello di imprimere, così come sono, in vostri occhi ed il vostro bellissimo sorriso su questa tela. Riuscire a catturare lo splendore del vostro sguardo e la luminosità del vostro sorriso per trarre poi da essi un'opera d'arte.”
“Davvero?”
“Si...” annuì il pittore “... l'artista altro non è che un imitatore... imitare la natura e riprodurre ciò che sente nel suo cuore quando guarda le meraviglie del mondo... e questo sto facendo ora... sto cercando di copiare sulla mia tela la vostra bellissima immagine, così come appare ai miei occhi, per renderla immortale.”
“Allora riprendiamo!” Esclamò lei.

“Ho detto di venire avanti!” Con tono severo lady Vicenzia, destando Talia da quella visione. “Vieni avanti affinchè io possa vederti meglio! E bada che non voglio più ripeterlo!”

Altea 07-06-2012 08.29.17

Heyto mi guardava, con quello sguardo profondo fino al cuore e l'anima e ascoltando le sua parole mi si raggelò il sangue, dovevo mantenermi calma.."Heyto, come dite? di che ragazze state parlando..a dir del vero io ascoltai i vostri discorsi quando ero nascosta tra la sterpaglia e vi sentii parlare di ragazze sacrificate per Tylesia, e della vostra paura per un vostro..padrone...che cercava..una ragazza perfetta. Mi volete spiegare? E perchè mai dovrei sacrificare la mia vita per salvare Tylesia? Tanto meno che in quella città non si crede a queste superstizioni, il vostro discorso mi sembra strano. Vi chiedo di lasciarmi andare..io Tylesia la salverò da viva" lo guardai con aria di sfida, mi aveva ingannato.

elisabeth 07-06-2012 08.50.02

Vivian era una ragazza il cui pensiero volava velocissimo...amavo i giovani, il dolore non braccava il loro cuore era capace di reagire......la seguii docile come un'agnellino....sino a quando non giungemmo all'interno della Cappella...era fresca e profumava d'incenso.....su un tavolo dietro all'altare c'erano dei Sai......" Vivian, dovrai indossare con me il saio ...saremo un giovane monaco muto e un'anziano.....con un trucchetto la mia voce tendera' al maschile....., ma voi dovrete dirmi come arrivare alle stanze della Regina e achi chiedere di lei, per quanto riguardano le maldicenze.....abbiate fede davantia Voi c'e' una persona che ha una bella carriera in merito...quindi, facciamo un patto io non scoletro' quello che si dice sul conto di vostro padre e voi.....sarete sorda su quello che si dira' sul mio conto....e ora, Fratello mio il nostro tempo si sta ssottigliano...dobbiamo darci da fare"....ci cambiammo, appallottolammo i nostri vestiti....e li nascondemmo in un posto dove solo ragni e schifezze altre vi avevano dimora.....Vivian mi fece strada....

Talia 07-06-2012 12.20.25

Respiravo piano, scossa da incontenibili sussulti... ma poi le parole di quella donna risuonarono secche ed inclementi per la stanza, mi parvero rimbombare tra le pareti senza nessun garbo, per poi rotolare fino a me e colpirmi forte, come uno schiaffo in piena faccia...
Tremai, allora, e per un istante fui pervasa dal più puro, sincero, assoluto moto d’ira che mai avessi provato...
Come si permetteva, mi chiesi... Che cosa ne sapeva quella donna, sprofondata negli agi del suo bel castello, di ciò che noi eravamo? Cosa ne sapeva di quello che avevamo dovuto soffrire? Cosa ne sapeva della paura, l’angoscia, la preoccupazione che mi attanagliavano il cuore? Cose ne sapeva di tanti sogni dorati e ferventi desideri, che avevamo sempre temuto di dover veder morire? Come poteva comprendere cosa significasse bramare qualche cosa al punto tale da mettere in gioco tutto pur di inseguire quella chimera?
Strinsi i pugni... e per un istante fui sul punto di gridarle contro tutta quella rabbia e quella paura...
Per un attimo... poi pensai a Guisgard, alla sua condizione ed al pericolo che correva, e riuscii a dominarmi. Inspirai profondamente, dunque, e tornai ad alzare la testa...
E fu a quel punto che quella visione mi colse... e fu potente, fu travolgente.
Un castello... forse proprio quel castello... un pittore ed una fanciulla... un ritratto da completare...
Ne rimasi scossa e colpita... era già la seconda volta che mi venivano mandate visioni simili a quella, da quando eravamo sulla strada per Faycus... cosa significavano, dunque? Chi era quella ragazza? Perché continuavo a vederla e perché continuavo a sentir parlare di quel quadro? Poteva esserci qualche nesso con le precedenti visioni che avevo avuto al Belvedere?
Queste e mille altre domande si accavallavano nella mia mente e si susseguirono, facendomi quasi dimenticare dove mi trovavo...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 46934)
“Ho detto di venire avanti!” Con tono severo lady Vicenzia, destando Talia da quella visione. “Vieni avanti affinchè io possa vederti meglio! E bada che non voglio più ripeterlo!”

Quella voce severa mi riscosse... battei due volte le palpebre e tornai in quella stanza.
Rimasi immobile appena per un altro istante, mentre la mia mente tentava di individuare da dove provenisse quella voce... una volta che ne fui sicura, poi, mossi qualche passo in avanti e raggiunsi la donna. Solo un piccolo inchino, poi tornai ad alzare la testa verso di lei, con un’espressione assolutamente indecifrabile sul volto... in silenzio, in attesa.

Guisgard 07-06-2012 16.34.31

XXVI Quadro: Un uomo per tutte le arti

“Il vostro desiderio che esista: che i meriti siano premiati,
che Dio vi coccoli e così via. Solo che non avete il coraggio
di accorgervene e continuate a pensare che il Paradiso sia nell'Aldilà,
questo indovinello ingoia i vostri destini, perchè pensando che sia nell'Aldilà
non fate niente per farlo esistere dove sarebbe il suo posto, cioè sulla terra.”

(Igor Sibaldi, Il Frutto Proibito della Conoscenza)



Vivian annuì a quelle parole di Elisabeth e in breve tempo le due divennero dei monaci.
La ragazza fece poi strada alla maga per condurla negli appartamenti reali.
Dalla cappella, però, le due dovevano attraversare un lungo corridoio e raggiungere poi le stanze che davano ad una delle torri del palazzo, dove si tenevano le questioni riguardanti la giustizia.
E i due monaci, poco dopo, si ritrovarono in un corridoio più piccolo, proprio nel momento in cui Cristansen lo attraversava con alcune guardie, fino a svanire dietro una delle tante porte che c'erano in quel luogo.
Vivian, davanti a quella scena, a stento riuscì a trattenersi, emettendo solo un gemito soffocato.
Cristansen fu condotto in una stanza dominata da una muta ed avvilente penombra.
Su un tavolo vi era una grossa candela, l'unica ad illuminare quel luogo e seduto stava un uomo con le braccia incrociate al petto.
“Salute, messer Cristansen.” Disse il ministro Berengario.
L'ex segretario di corte lo fissò senza dire nulla.
“Prego, sedetevi pure.” Indicando un'altra sedia Berengario.
“Posso conoscere le accuse che mi vengono mosse, messer ministro?” Domandò Cristansen dopo essersi seduto.
“Accuse?” Ripeté ridendo Berengario. “E chi ha parlato di accuse?”
“Mi è stato riferito” disse Cristansen “che sono stato portato qui per rispondere a delle accuse che mi erano state fatte.”
“Ah, la gente ama sparlare!” Esclamò Berengario. “Parlare non costa nulla e tutti vogliono sentirsi ascoltati. Questo è uno dei mali di questo mondo, non trovate?” Rise di nuovo. “Per carità, nessuna accusa. Diciamo, piuttosto, che siete stato chiamato per giustificare un certo vostro comportamento... come dire... ambiguo, ecco.”
Cristansen lo fissò come a voler comprendere le intenzioni del suo inquisitore.
“Ora faremo una cordiale chiacchierata” continuò Berengario “e tutto ciò che diremo sarà annotato da messer Frydom...” indicando un giovane munito di un grosso registro e apparso proprio in quel momento nell'incerto chiarore che illuminava la stanza.
“Allora annotate, messer Frydom...” fece Cristansen “... non vi sono accuse sul mio conto, come appena detto da messer ministro Berengario.”
“Ah, messer Cristansen...” ridendo nuovamente il ministro “... la vostra sagacia e la vostra arguzia non vengono mai meno...” annuì “... già, già... bene, direi allora di cominciare la nostra chiacchierata... messer Cristansen, perchè vi siete dimesso dalla carica di Segretario di Corte?”
“Perchè ritengo” rispose Cristansen “di aver dato tutto ciò che potevo al regno e dunque è giusto farsi da parte e lasciare ad altri il compito di servire sua maestà e Tylesia.”
“Siete sposato vero, messer Cristansen?”
“Certo.” Annuì l'ex segretario. “E questa è cosa risaputa. Il buon Dio mi ha concesso anche la grazia e la gioia di una figlia.”
“E dite... amate vostra moglie?”
“Certo, altrimenti non l'avrei sposata.”
“Dunque il sentimento chiamato amore è secondo voi essenziale ad un matrimonio?”
“Come l'acqua è vitale per la vita sulla Terra.”
“Non esistono dunque, a parer vostro, matrimoni senza tale sentimento?”
“Purtroppo si, come tristemente sappiamo.”
“E sono forse matrimoni meno validi?”
“Giuridicamente hanno lo stesso valore.”
“E i figli nati da questi matrimoni, diciamo, senza sentimento, vantano forse diritti minori rispetto ad altri figli?”
“Come vi ho detto” rispose Cristansen “giuridicamente hanno lo stesso valore.”
“E in cosa difettano?”
“Forse perchè non danno la felicità.”
“Allora” disse Berengario “i grandi matrimoni politici rendono tristi ed avviliti? Insoddisfatti e frustrati? Re e regine sono dunque vittime dell'infelicità?”
“Come posso giudicare gli altri?” Fissandolo Cristansen. “Non ci riuscite voi, che siete potente e temuto, con me, che invece sono mite ed indulgente, potrei forse riuscirci io con sovrani e aristocratici?”
“Siete un uomo prudente voi...” fece Berengario.
“Coerente, direi io.”
“Veniamo al dunque, messere...” vagamente adirato il ministro “... conoscete questo libro?” Mostrando a Cristansen un volume.
“Si...” annuì l'ex segretario “... è un trattato sulla sacralità dell'amore... scritto da sua maestà all'età di vent'anni.”
“L'amore...” agitato il ministro “... anzi, questo sentimento, perchè nulla possiede più degli altri sentimenti, è forse superiore a tutti gli altri? Possiede forse origini divine, come la Fede? O forse avete problemi a chiamarlo semplicemente sentimento?”
“Nessun problema.” Rispose Cristansen. “Lo chiameremo così, se a voi piace.”
“Rispondete!” Urlò Berengario. “Possiede origini divine quel sentimento?”
“Tutto ciò che domandate, messer ministro” disse Cristansen “lo troverete egregiamente esposto in quel libro.”
“Un libro scritto da voi e poi fatto firmare alla regina!”
“Ritenete così influenzabile sua maestà?”
“Aveva vent'anni e voi eravate il suo precettore! L'avete indotta a firmare queste falsità!”
“Sua maestà conosce la verità!”
“Perchè non avete firmato l'Atto Unico Reale?”
“Sapevo che volevate arrivare a questo...” mormorò Cristansen.
“Si, l'atto voluto dal Senato ed approvato da sua maestà, che bandisce dal regno lo studio della lirica amorosa e di qualsiasi filosofica idea su quel sentimento!” Disse Berengario. “Tutti hanno firmato! Tutti tranne voi! Perchè?”
“Perchè non firmerò mai un provvedimento che rende deficitaria la cultura del mio paese” rispose Cristansen “e sterili gli animi dei miei concittadini.”
“Siete dunque un traditore!”
“No, messer ministro...” fissandolo l'ex segretario “... ho giurato di servire al meglio questo regno, attraverso la ricerca della verità e nel nome della libertà... ed è ciò che sto facendo.”
“E' la vostra ultima parola?”
“Si, messere.”
“Bene.” Alzandosi Berengario. “Allora resterete imprigionato qui. Fino a nuove disposizioni volute da sua maestà. Guardia, accompagnate messer Cristansen nella torre.”
E Cristansen fu portato via ed imprigionato.
“Milady...” mormorò Vivian stringendo il saio di Elisabeth “... mio Dio... hanno imprigionato mio padre...”
http://moviesmedia.ign.com/movies/im...651434-000.jpg

Guisgard 07-06-2012 16.41.49

Heyto fissava Altea con un'espressione enigmatica, indefinita, mutevole e sfuggente.
I suoi occhi erano ancora umidi e tutt'intorno, quasi indifferente ai drammi degli uomini, la selva continuava a pulsare, animata com'era dal canto degli uccelli, dal lieve fruscio del vento tra gli alberi, dai riflessi del Sole sulle foglie e sui frutti, dal profumo dei fiori diffuso nell'aria.
Tutto in quella selva viveva eppure nelle parole di Heyto vi era un angosciante e macabro eco di morte.
“Milady...” disse “... molte ragazze sono state condotte in queste terra... qualcuna è stata rapita, qualcun'altra comprata, altre ancora si sono quasi offerte... il mio padrone è un uomo molto ricco e saggio... magnanimo anche e per questo ha preso a cuore la causa di Tylesia... coloro che assediano e minacciano quella città non sono esseri di questo mondo... la Lacrima di Cristo è una compagnia di demoni che errano nel mondo in cerca di anime... Tylesia è divenuta il loro prossimo bersaglio... comprenderete che un demone non può essere vinto da un esercito e dunque la salvezza di quella città non può passare attraverso le armi di questo mondo... occorre probabilmente un sacrificio per placare quei demoni e spingerli a ritornare nell'Oltretomba che li ha inviati... e così, il mio padrone ha cominciato ad inviare ragazze in questi luoghi, proprio in questa selva, tentando di saziare quei demoni erranti e di farli così andare via... purtroppo nessuna delle ragazze fino ad oggi offerte in sacrificio è riuscita a placare quei demoni... ma forse io ho motivo di credere che voi possiate riuscire dove tutte le altre hanno fallito... perdonatemi, Altea... io vi sto conducendo nel luogo in cui sarete sacrificata alla Lacrima di Cristo...” e si segnò tre volte, imitato subito da tutti i suoi uomini.

Altea 07-06-2012 17.20.29

Ascoltavo attentamente le parole di Heyto, la cosa si stava facendo seria, ero partita per scovare i veri nemici di Tylesia e sconfiggerli, e ora mi si presentavano.
Credevo in Heyto, prima di iniziare l'avventura sul Calars ero scettica su tutto ma avevo visto talmente strani fenomeni che non mi sorprendevo più di nulla...quindi dovevo dare la mia vita per Tylesia? Toccai la spada e pensai a Fyellon e la sua armatura...che sventata..se solo fosse stato qui con me tutto ciò sarebbe stato più facile e quella armatura che indossava possedeva qualcosa di magico e potente.
"Heyto...che storia orribile, io non credevo la Lacrima di Cristo fosse tutto ciò, credevo in un esercito fatto di..uomini veri. Quelli sono battibili, i demoni..chissà, se si ha la Fede possono essere battibili" e mi feci il segno della croce seguendo il loro moto.
"Ma il vostro padrone? ricco e benestante...lui se ne sta tranquillo e da a voi tale onere? strano, se tiene cosi a Tylesia dovrebbe essere qui con voi..non ho paura sapete...e sia...mostratemi i nemici di Tylesia, non mi importa della mia sorte, ho promesso a me stessa di sconfiggerli, ho fatto tutto questo Cammino per liberarla..se il mio sacrificio servirà a portarle un pò di pace per un certo tempo ne sarò felice" guardai Heyto e i suoi uomini con indifferenza, e volevo andare a fondo di questa storia, essere consapevole quelli fossero i veri nemici di Tylesia, e toccai il turchese al collo.

elisabeth 07-06-2012 17.56.06

Vivian era una donna....solo un gemito alla sofferta immagine del padre....ma a capo chino prosegui' il suo cammino senza dare nell'occhio......e in religioso silenzio, udimmo quello strano colloquio........Tutto regolare per Messer Berengario..potevo vederlo al tavolo con Guxio, la Regina stava proprio messa male....piu' si faceva vivo il colloquio...piu' la mia mano stringeva il braccio di Vivian.....poi fu il sielnzio, non avevo dubbi sul fatto che sarebbe stato imprigionato, falsi processi per uomini che non avevano alcuna decenza nei confronti della giustizia.....ero furiosa, L'Amore muove il mondo e loro ciechi erano mossi da che cosa ?.....sentii la frase di Vivian...e asciugai una lacrima comparsa sul suo volto all'improvviso...." Credo in Vostro padre, come credo nell'Amore piu' profondo.......dobbiamo arrivare alla Regina, o per molte persone sara' la fine, non solo per vostro padre.......L'Amore Vivian.....e' la linfa vitale che unisce l'anima al corpo.......non c'e' altra verita'...."...

cavaliere25 07-06-2012 18.37.54

Torniamo a Tylesia li saremo un po al sicuro e troveremo riparo da qualche parte forza andiamo e guardai i miei amici

Daniel 07-06-2012 21.10.30

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 46867)
“Sei tu a dover dare un nome a questo cavallo, Daniel.” Disse Gaia. “Ora è il tuo destriero. Battezzalo come desideri e vedrai che ti sarà fedele per sempre. Nessuno infatti è mai riuscito a domarlo. E con questo formidabile destriero potrai andare ovunque vorrai.”

Bene.. Allora se quel cavallo rappresentava il Destino di Tylesia lo avrei chiamato : Destiny! Ero geniale!
Mi avvicinai con calma all'orecchio dell'animale e gli dissi:
"Su Destiny.. Corri come il vento.. Portami a Tylesia!" E spinsi il cavallo al galoppo...

Lilith 07-06-2012 22.49.31

Quando Parsifal si svegliò, mi sentii molto rassicurata e serena. Gli sorrisi e gli dissi:"Sono contenta che stiate bene"

Ascoltavo le parole di quell'enigmatica donna senza intervenire... diceva che a Tylesia c'era un tesoro che probabilmente bramavano delle persone crudeli.
"Sapete...dove si trova, questo tesoro?" le chiesi, incuriosita.

Guisgard 08-06-2012 00.52.10

Cavaliere25 e i suoi compagni si avviarono dunque verso Tylesia.
Vi giunsero poco dopo, prima che la porta della città venisse chius e poterono così assistere a ciò che stava avvenendo in una piazza.
“Udite, udite...” diceva un banditore alla gente che si trovava lì “... la guerra dura ormai da troppo tempo e le nostre armate cominciano ad essere stanche. Molti soldati sono stati feriti durante gli scontri con i nostri nemici. Il nostro esercito richiede dunque aiuto e nuove forze. Chiunque voglia arruolarsi, sia esso un contadino, un artigiano, un mercenario o anche un vagabondo, venga a presentarsi alla Caserma Reale. La paga è buona e offrirete il vostro braccio alla causa di Tylesia.”
“Sentito, amici?” Voltandosi Tieste verso Cavaliere25 e Polidor. “Potrebbe fare al caso nostro, non credete? Una buona paga, un posto per dormire e nessun bisogno più di fuggire. Cosa ne dite?”




Il cavallo, udendo il nome pronunciato da Daniel, nitrì con forza e subito si lanciò al galoppo.
E dopo una lunga galoppata, Daniel ed il suo formidabile destriero giunsero a Tylesia proprio mentre il banditore stava leggendo il suo messaggio alla popolazione.
“Cavaliere...” disse un vecchio avvicinandosi a Daniel “... io non ho più l'età per combattere, ma se potessi mi arruolerei subito. Voi invece siete giovane e forte. Siete armato in maniera superba. Perchè non vi arruolate e combattete per Tylesia?”

Guisgard 08-06-2012 00.58.03

Granblu si voltò a fissare Lilith.
“Si dice che questo Tesoro sia custodito all'intero del palazzo reale” disse “e solo la regina, sembra, conosca la sua esatta posizione. Nessun altro, infatti, pare abbia visto quella Meraviglia.”
“Di che Tesoro si tratta?” Chiese Redentos.
Gran blu sorrise.
“Perchè sorridete, signora?” Domandò incuriosito il cavaliere.
“Perdonatemi, cavaliere.” Disse la donna. “Sorrido perchè descrivere quel Tesoro è per me impossibile, come per voi è comprenderlo. Si tratta di un Qualcosa che non è di questo mondo e dunque possiede tutte le proprietà degli Oggetti Sacri.”
“Quali caratteristiche possiede?” Chiese Redentos.
“Le più grandi e potenti che si possano immaginare, cavaliere.”

Guisgard 08-06-2012 01.00.54

Vivian si fece coraggio e riprese a camminare verso gli appartamenti della regina.
Ad un tratto, lei ed Elisabeth incrociarono alcuni cavalieri.
Erano dell'ordine del Tulipano.
“Da qui si arriva alle stanze della regina...” disse uno di quelli “... voi cosa cercate, monaci?”
Vivian allora fissò Elisabeth.

Guisgard 08-06-2012 01.05.09

Heyto annuì e baciò la mano di Altea.
“Grazie, milady...” disse commosso.
La carovana proseguì ancora lungo il sentiero, giungendo infine in una radura irregolare.
Qui Heyto e i suoi decisero di fermarsi.
Poco più avanti scorreva un piccolo torrente e accanto alla sponda destra vi erano i resti di un antico altare pagano.
Su di esso era scolpito un bassorilievo in cui era raffigurato il sacrificio di Ifigenia.
Gli uomini di Heyto montarono le tende ed accesero un fuoco.
Il Sole cominciava a calare dolcemente oltre i monti che sorgevano all'orizzonte, mentre sulla selva scendevano inquiete ombre.
E tutti loro sembravano in attesa di qualcuno o qualcosa.
Tutti gli uomini, infatti, erano vigili ed armati.
“Parlatemi di voi, Altea.” Sedendosi accanto alla ragazza Heyto. “Raccontatemi del perchè siete giunta in queste terre e il motivo per cui tenete tanto alla salvezza di Tylesia.”

Guisgard 08-06-2012 01.41.38

Lady Vicenzia fissò per un lungo momento Talia.
I suoi occhi quasi si schiantarono sulla ragazza ed il suo sguardo inquisitorio sembrò come voler penetrare fin nel cuore di Talia.
“Sei sporca” disse “e quel vestito sembra aver fatto la guerra. Mi vergognerei anche a spacciarti per una mia serva.”
Guardò poi gli occhi della ragazza e si accorse che fissavano incessantemente il vuoto della stanza.
La duchessa allora raggiunse un piccolo tavolino e si sedette.
“Tu sei cieca.” Mormorò. “Sei così dalla nascita, o hai perduto il bene della vista in seguito? Mi hanno detto che eravate in due e tu stessa hai nominato qualcuno prima... chi è?”
Intanto, nelle prigioni del castello, Guisgard era stato messo in cella.
Stava steso su una brandina maleodorante ed accusava dolori in varie parti del corpo.

Guisgard era quasi arrivato a cogliere la mela in fondo a quel ramo.
Era la più rossa e tonda e sembrava splendere di una luce particolare.
Talia osservava dal basso.
Guisgard allora allungò il braccio e arrivò quasi a toccare la mela.
“Attento a non cadere...” disse Talia.
“Ci sono quasi...” mormorò il ragazzo.
Si spinse ancora più in avanti ed alla fine riuscì ad afferrare la mela.
Ma proprio in quel momento perse l'equilibrio e cadde giù dall'albero.
“Guisgard!” Gridò Talia, correndo poi verso di lui. “Come stai? Ti sei fatto male?”
Il ragazzo strinse i denti, come a voler zittire il dolore e subito si massaggiò forte il viso e poi la testa.
“Oh, Cielo!” Esclamò Talia. “Come stai?”
“Quel dannato ramo...” fece Guisgard “... ho sentito che scricchiolava e per questo ho perso l'equilibrio...”
“Non dovevi arrampicarti fin lassù!”
“Accidenti...” scuotendo il capo lui “... che botta... però la tua mela non ha subito un graffio...” mostrando il frutto a Talia.
“Oh, il mio piccolo cavaliere temerario.” Sorridendo lei.
“Ho dolori ovunque, stramaledizione...”
“Su, fammi vedere dove ti fa male” sussurrò lei “e ti farò guarire io.”
“La mano...” mormorò lui “... non riesco a muoverla bene...”
E Talia gli diede un bacio sulla mano.
“E anche qui, alla spalla...” fece lui “... credo di avere un livido...”
Talia sorrise e gli baciò la spalla.
“E qui, sulla fronte...” indicò lui “... potrebbe spuntarmi un bernoccolo...”
Talia, allora, dolcemente gli baciò la fronte.
“E la guancia...” fissandola lui “... mi fa male anche qui...”
E lei gli baciò anche la guancia.
“Ma...” sussurrò lui “... il dolore più forte è qui... proprio qui...” portando un dito all'altezza della bocca.
Ad un tratto gli altri fratelli cominciarono a chiamarli.
“E' ora di andare...” disse lei “... ci stanno aspettando...”
Lo fissò per poi baciarlo vicinissimo alla bocca.
E corse via, lasciando il ragazzo con un intenso e sconosciuto sussulto a scuotergli il cuore.

Un rumore di passi e Guisgard si svegliò di colpo.
Per un attimo ripensò al sogno appena fatto, misto a quel ricordo lontano.
Si accorse però dell'arrivo di una guardia e nonostante il dolore saltò su, per poi avvicinarsi alle sbarre.
“Dov'è Talia?” Gridò con la forza che gli era rimasta. “Dov'è l'avete portata? Voglio vederla!” E continuò a gridare, stringendo forte le sbarre della cella.

elisabeth 08-06-2012 08.38.18

Quei corridoi erano lunghissimi, sembravano non finire mai...camminare a testa bassa e pensare che ad ogni passo falso poteva costare la vita a reas o a Goz.....gia' Goz, chissa' cosa stava pensando in quel momento...speravo solo che non gli venisse mai in mente che lo avessi abbandonato.....du guardie.....ecco..il gioco stava iniziando.....detti due colpi di tosse e la mia voce si trasformo' in quella di un uomo avanti ocn gli anni... " Santi Ragazzi, avete fatto traballare questo cuore anziano.....i monaci sono in continua preghiera anche quando camminano in questi lunghi labirinti.....siamo attesi dalla Regina, vuole essere confessata, prima di dare udienza.......se volete ..possiamo confessare anche voi, non vi fara' certo del male...."...avevo alzato di pochissimo il capo....

Altea 08-06-2012 08.47.54

Rimasi colpita dalla estrema gentilezza e sensibilità di Heyto, egli non era persona cattiva, sembrava la sua anima fosse veramente pura.
Arrivammo vicino a un piccolo torrente e lì ci accampammo, mentre gli uomini montavano le tende, guardavo in giro e i miei occhi si soffermarono su un altare pagano con un bassorilievo rappresentante un sacrificio, capii eravamo arrivati al luogo dove molte ragazze diedero la loro vita per Tylesia, ma dovevo essere forte...la paura era il peggior nemico in quel momento.
Mi sedetti in silenzio, cercando di riflettere ed Heyto si sedette vicino a me, egli voleva conoscermi meglio..a che sarebbe servito se fossi morta? Ma sarei rimasta viva, ne ero convinta.
"Volete sapere di me? Sono una ragazza normale del popolo che un giorno decise di sfidare la sorte su una barca tramite il Calars..assieme al mio caro maestro che sembra sia morto nel naufragio, mentre Dio ha voluto lasciarmi la Vita e lo ringrazio.
Non vi è un motivo perchè voglio salvare Tylesia, se si è stati a Tylesia si capiscono molte cose...e ciò che più mi ha colpito è quella assurda legge..che vieta l'Amore, dove il popolo deve nascondere e reprimere i propri sentimenti. Tylesia è stupenda, brilla di ricchezze e colori e profumi, ma senza l'Amore questi colori e bellezze sono sbiadite e non riflettono la loro magnificenza.
Sapete, nel Palazzo Reale..so vi è un Fiore nascosto in un giardino magnifico e inaccessibile, il mio sogno..è quello di vederlo...e di lasciare la gente di Tylesia libera di amare e gioire, e vivere in pace senza tutte le loro preoccupazioni sui loro nemici..anche se a volte mi sembra che il vero nemico di Tylesia risieda dentro essa"...e guardai quell'altare pregando la Regina degli Angeli.

Talia 08-06-2012 09.36.01

La voce della duchessa era secca e dura, i suoi movimenti sdegnosi e quasi infastiditi dalla mia presenza... eppure continuava a tenermi lì, a studiarmi ed a farmi tutte quelle domande... ed io non potevo non chiedermi perché. Non potevo smettere di domandarmi che cosa ci fosse in me che tanto la interessava...
Alle sue parole sospirai appena...
“Si...” sussurrai “Immagino...”
Esitai solo un attimo...
“Mi rendo conto che tutto in me, dal mio aspetto al mio abito, sia alquanto sconveniente, milady, e me ne dispiaccio...” soggiunsi poi, senza riuscire a trattenermi “Ma vedete... abbiamo fatto un lungo viaggio... e non certo in una comoda e confortevole carrozza, ma a cavallo, fermandoci in locande o beneficiando della generosità e dell’ospitalità di qualcuno. E dunque... beh, non mi sembra poi così strano che il mio abito, che un tempo era così bello, e forse io stessa, possa risultare ormai non molto presentabile: siamo entrambi stanchi, sgualciti ed impolverati!”
Tacqui per un istante... ed abbassai leggermente la testa...
“La vista l’ho perduta durante il viaggio... c’è stato un incidente un giorno ed io sono caduta da cavallo. Ma Guisgard... beh, lui si è preso cura di me, non lasciandomi mai sola, neanche per un attimo...” sospirai, poi ripresi “Si, siamo in due... e Guisgard...”

“Talia... finalmente!” esclamò il Maestro, vedendomi entrare nella cappella “Sei in ritardo!”
“Si...” mormorai distrattamente “Si, scusa!”
L’uomo mi studiò per un istante con una strana espressione, come se vedesse in me qualche cosa di diverso... di stano... qualche cosa che, però, non riusciva bene a cogliere interamente...
“E quella?” chiese ad un tratto, notando quella mela rossa e lucida che continuavo a rigirarmi tra le mani con aria sognante “Dove l’hai presa?”
“Oh...” sussultai, come colta in flagrante, e istintivamente nascosi la mela dietro la schiena “Io...”
Il Maestro mi osservava, stupito.
“In... in giardino!” dissi in fretta, mentre la mia mente tornava rapida a Guisgard, a quell’albero, al volo, al bacio...
Sorrisi... poi inspirai profondamente e, facendo scivolare quella mela nella tasca del mio abito, oltrepassai l’uomo e mi diressi verso l’altare...
“Andiamo!” dissi, troncando ogni altra domanda “Siamo in ritardo, Maestro!”


“Beh...” conclusi con un leggero sorriso, osservando per un istante quel lontano ricordo che era scivolato tra i miei pensieri “Beh, Guisgard... lui è molte cose!”

Parsifal25 08-06-2012 10.25.29

Ascoltavo i discorsi dei miei compagni, ma ero concentrato sul motivo del sogno che ho fatto e di quale fosse il mio ruolo nella salvezza di Tylesia.

La dama parlò dei demoni che avremo affrontato una volta giunti a destinazione....dentro di me sorrisi e dissi:

"Siamo pronti ad affrontarli tutti, questi demoni, li abbiamo conosciuti e sapevamo di cosa potevano essere capaci". Mi volsi verso la dama e continuaì "Milady, il tesoro di cui molti parlano e ne bramano il potere è "il Fiore dell' Intelletto" o "Lacrima di Cristo"......permetto di dirmi ciò perchè l'ho sognato più di una volta....esso è strettamente connesso con un giardino e con i rintocchi di una Grande Chiesa, probabilmente quella di Santa Sofia....."

Subito dopo, per avvalorare la mia ipotesi mostraì alla Dama il Libro degli Arcani Segreti ed il mio diario di viaggio, infine, porsi la mia domanda:

"Milady......quale è il mio ruolo in Tylesia....non riesco a capirlo....., è collegato aqualcosa il mio Longiniu?" dissi mostrandole il
ciondolo.

Lilith 08-06-2012 21.14.14

Un tesoro del genere, oltre ad essere incredibilmente prezioso, se usato in maniera sbagliata, avrebbe potuto portare morte e distruzione.
"C'è la possibilità che qualcuno si possa impadronire di questo tesoro e che lo utilizzi per scopi crudeli?" le chiesi io, sempre più preoccupata. Mi resi conto che l'incontro con quella donna era voluto dal destino e che da quel momento in poi avremmo avuto delle responsabilità verso Tylesia e verso quel tesoro.

Guisgard 09-06-2012 00.42.21

Granblu sorrise a quelle parole di Parsifal.
Poi prese il Libro e il diario che il cavaliere portava con sé e cominciò a sfogliarli.
“La Lacrima di Cristo” disse la donna “e il Tesoro custodito a Tylesia sono due cose differenti.” Sorrise al giovane cavaliere. “Quanto al vostro ruolo in tutto ciò, solo proseguendo questo cammino arriverete a scoprirlo. Nessuno, neanche io posso rispondere a ciò che domandate.” Si voltò poi verso Lilith. “Forse, il vero significato di quel Tesoro è già stato travisato, ragazza mia. Per questo Tylesia è sull'orlo della catastrofe.”

Guisgard 09-06-2012 00.55.25

“A noi” disse uno dei cavalieri ad Elisabeth “non occorre alcuna confessione. Ci guadagneremo il tutto quando rispediremo all'Inferno quei demoni che assediano Tylesia.”
E risero forte.
“La regina non si trova nei suoi appartamenti.” Mormorò un altro di quei cavalieri. “E' scesa a passeggiare nel parco. E' lì che la troverete.”

Parsifal25 09-06-2012 01.21.01

Entrambe appartenevano ad un'unica soluzione....."La salvezza di Tylesia...."

Il potere conservato in quelle mura deve veramente essere immenso.

Anche stavolta non ebbi risposta sul significato del Longiniu.....probabilmente, ho sbagliato ad allontanarmi dalla mia via dovevo proseguire lungo i miei passi.....

Vidi che la dama rimase catturata sia dai miei disegni che dal libro che avevo con me, chissà.....forse poteva insegnarmi qualcosa in più sui segreti da esso custoditi: " cosa ne pensate Milady.....sono di vostro gradimento i miei schizzi?" dissi per rompere la solennità della situazione......

Cosa ci volete fare è più forte di me, non riesco ad essere troppo circondato dalla serietà......

Guisgard 09-06-2012 01.22.22

Heyto annuì lievemente a quelle parole di Altea.
“Io invece sono stato a Tylesia una sola volta.” Disse. “Ricordo, era una mattinata piena di Sole... con me c'era il mio padrone...” fissò Altea “... io non conosco la storia di Tylesia, né le sue leggi... a me interessa solo obbedire al mio padrone e salvarla. Altro non mi riguarda.” Sorrise. “Ora riposate, milady. Vi farà bene. E vi giuro sul mio onore che non soffrirete quando sarete chiamata a dare la vita per salvare quella città.”
Fece allora cenno ai suoi uomini e questi subito cominciarono a preparare una piccola tenda.
In essa lasciarono poi diffondersi profumi ed essenze e molte candele furono fatte ardere al suo interno.
“Quella è la vostra tenda, milady.” Disse Heyto ad Altea. “Quando sarete entrata, vi prego, indossate questo...” mostrandole un velo bianco “... poi riposerete in attesa del vostro destino...”

Guisgard 09-06-2012 01.39.02

Granblu fissò Parsifal e sorrise.
“Siete molto bravo, cavaliere.” Disse fissando quei disegni. “E se posso essere sincera, questo è il mio preferito...” e mostrò a Parsifal il disegno che stava guardando.
Era raffigurato proprio Parsifal mentre si trovava davanti ad un cancello chiuso, dietro le cui sbarre era possibile vedere un'infinità di bellissimi fiori, molti dei quali sconosciuti.
Dal cancello fuoriuscivano poi bagliori di luce intensissimi, come se qualcosa di meraviglioso e straordinario fosse celato oltre quell'inferriata.
E fissando quel disegno, Parsifal si accorse di non averlo mai disegnato.
Infatti era la prima volta che lo vedeva.
“Bene.” Intervenne Redentos. “Noi vi siamo debitori, milady. E appena Parsifal si sentirà meglio, riprenderemo il nostro cammino verso Tylesia.”

Guisgard 09-06-2012 02.10.21

Lo sguardo di lady Vicenzia si fece ancora più severo.
“Piccola impudente.” Disse fissando Talia. “Bada che non tollererò più questa tua sottile sfacciataggine. Il tuo visino angelico e quei modi in cui ostenti cortesia e dolcezza non mi incantano. Tu e il tuo amico siete stati trovati a girovagare per il castello come volgari ladruncoli. Evita dunque quell'aria da santarellina, che è del tutto fuori luogo adesso.” Tossì più volte, per poi tornare a sedersi.
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Avanti.” Mormorò la duchessa.
“Milady...” entrando Paolo “... vi ho sentito nuovamente tossire e...”
“Oh, ma basta!” Lo zittì lei. “Portami piuttosto una tisana calda.”
“Perdonatemi, milady, ma il dottore dice...”
“Non voglio sentire altro!” Alterata la duchessa. “Per questo sono qui, no? L'aria di montagna è molto più sana di quella di Capomazda! Dunque non voglio sentire altre storie! Piuttosto, fate abbigliare questa ragazza come si conviene.” Indicando Talia a Paolo. “E' indecente che una mia dama di compagnia sia più simile ad una zingara o vagabonda, anziché ad un membro della corte ducale.”
Paolo mostrò un lieve inchino.
“Va con lui...” disse la duchessa a Talia “... ti affiderà alle servitrici, così che possano renderti presentabile. Penseremo in seguito ai tuoi modi ed alla tua discutibile educazione.”
Fece un cenno a Paolo e questi prese Talia con sé.
“Ah, milady...” fece Paolo prima di uscire con la ragazza “... cosa ne facciamo del tipo che era con lei?”
La duchessa fissò Talia.
"Forse è proprio colpa di quel..." mormorò la donna "... com'era il nome? Ah, si... Guisgard... si, probabilmente è colpa sua se questa ragazza ha preso una cattiva strada... che tipo è?" Chiese al suo consigliere.
"Credo" rispose Paolo "sia uno di quei vagabondi che vivono in cerca di fortuna, infischiandosene delle leggi e dei diritti altrui. Ho motivo di credere che sia violento e pericoloso, visto il modo in cui ha aggredito i soldati. Non mi meraviglierei, in verità, se fosse anche ricercato..."
"Allora" disse la duchessa "mettetelo alla gogna, esponendolo in pubblica piazza, così, se davvero vi è una taglia su di lui, qualcuno verrà a reclamarne la testa. Simile feccia non è gradita in queste terre."
"Si, milady" Con un inchino Paolo.

Altea 09-06-2012 08.07.19

Entrai nella tenda che era stata adibita per me, come un rituale per il sacrificio, era ben arredata ma erano i profumi delle essenze e candele che mi attiravano..potevo riconoscerli alcuni...mirra, ambra, narciso, gelsomino.
Ma stordivano la testa.....ricordai le parole di Heyto...non avrei sofferto durante il sacrificio, come sarei morta? "No" pensai scuotendo il capo "ne uscirò indenne, Tylesia stessa mi aiuterà".
Indossai il velo bianco, era trasparente ma non troppo, e tutto diventò quasi celato davanti a me, forse volevano sacrificarmi durante il sonno? Ero come avvolta in una nebbia, iniziavo a respirare con fatica, il sonno iniziava a calare, forse era più un senso di stordimento, iniziava a girarmi la testa, mi stesi e mi addormentai in un leggero dormiveglia tenendo con una mano il turchese regalatomi da Heyto e con l'altra l'elsa della spada con il rubino...e pensai, mentre mi addormentavo, a tutti quei topi...che mi pervasero ovunque come delle anime liberate. Era un caso? Era inutile farsi domande in questo posto.

elisabeth 09-06-2012 09.13.43

La vita per Tylesia, speravo che la slvassero, come tutti gli abitanti di quella strana citta'......." Voi uomini d'arme avete un unico confessore....la vostra spada in vita e nostro Signore nella morte....che Dio vi Benedica, vi ringrazio allora scenderemo nel parco...".....Feci un cenno a Vivian e cominciammoa a riprecorrere la strada a ritroso....si ritorna sempre da dove si e' venuti.......Viviana conosceva quei posti talmente bene che li avrebbe potuti percorrere anche ad occhi chiusi....e intanto un'altro giorno era passato....Goz potevo vederlo, chino su quell'armatura da finire.....sotto pressione e magari pensava io fossi lontana....Reas, lo avevo lasciato dormiente...nelle mani di un Monaco...se almeno lo fosse stato veramente e quello era il mio dubbio piu' grande...e ora anche il padre di Vivian....mi sentivo stanca, mi sentivo come se in ogni mio movimento si aggiungesse un anima da salvare.........Intanto scorgemmo la Regina......passeggiava tra fiori e piante di quel parco meraviglioso...sembrava non toccare terra.......diedi un colpo di tosse...e la vidi in volto, mi sentivo la gola chiusa........come potevo chiedere proprio a lei di darmi il suo bene piu' prezioso....Reas e il suo Precettore......forse loro si...per loro ...lo avrebbe compreso. " Vivian....fate parlare prima me.....e poi se le mie parole non dovessero bastare.....le vostre parole da figlia, potrebbero farle comprendere quanto e' grande l'Amore anche quando la nostra mente e' ofuscata dal dolore..."......Mi avvinai a Lei....ci guardava con uno sguardo malinconico, forse la sua mente stava andando oltre.....quando le fui davanti alzai il capo senza far scivolare il cappuccio........la mia voce usci' fuori come un lieve soffio........non c'era la maga e la Regina, c'erano due donne che cercavano di salvare quello a cui tenevano di piu'....." Vostra Maesta'....perdonatemi se mi presento a voi sotto mentite spoglie, ma ho la necessita' urgente di conferire con voi, senza che qualcuno sappia che io sia a Tylesia.....".....non riuscii neanche a respirare..tanta era la mia tensione

cavaliere25 10-06-2012 22.01.43

Si dissi sarebbe un ottima idea arruolarsi vediamo dove arruolano le persone e andiamo anche noi ma stiamo sempre attenti amici non sappiamo cosa ci può attendere in questa città o dove andremo a combattere e mi guardai intorno

Lilith 10-06-2012 22.17.08

Ascoltai la ragazza mentre parlava, poi vidi un meraviglioso disegno nel libro di Parsifal. "è bellissimo!" esclamai stupita.
Guardai Parsifal, ma mi parve sconcertato alla vista di quel capolavoro. "Vi sentite bene?" gli chiesi, cercando di capire che cosa lo avesse turbato.

Guisgard 11-06-2012 00.11.32

La selva sembrava pulsare, mentre si apriva come a voler attirare ogni cosa nel profondo del suo selvaggio e ancestrale ventre.
Tutto appariva immobile, eppure Altea sentiva ogni cosa vivere attorno a lei.
Poi la nebbia, simile al velo bianco che avvolgeva il suo corpo, cominciò a scendere e a posarsi silenziosamente su ogni cosa.
Altea attraversava quel luogo a piedi nudi, mentre le sue mani sfioravano, come carezze, le larghe foglie che racchiudevano il sentiero davanti a lei.
Ad un tratto si ritrovò in una piccola radura, a stento illuminata dal pallore della Luna.
E proprio in quel momento si accorse di un poderoso cavaliere, bardato ed avvolto nella sua tunica di un colore indefinito e forse sconosciuto ai sensi di questo mondo, immobile sul suo destriero a guardarla.
Altea, quasi intimorita, proseguì lungo il sentiero, nonostante quel cavaliere la inquietasse e incuriosisse allo stesso tempo.
Ma dopo un po', la ragazza udì un nitrito e poi i passi di un cavallo che si facevano sempre più vicini.
Allora lei cominciò a correre.
Ma più correva, più sentiva quel cavaliere vicino.
E correva, mentre sul terreno i suoi piedi nudi cominciavano a lacerarsi e a perdere sempre più sangue.
Poi, inciampando in una radice, la ragazza cadde a terra.
Oramai il cavaliere era quasi riuscito a raggiungerla.

Altea svegliò di colpo.
Era sudata ed agitata, mentre la notte continuava ad avvolgere ogni cosa.
Poi, d'un tratto, cominciò ad udire dei passi.
Provenivano dalla selva e sembravano avvicinarsi sempre più alla sua tenda.

Guisgard 11-06-2012 00.21.55

“Ecco, spunterà a breve...” disse lui “... spunterà qui, proprio fra questi cespugli, dove giunge il primo Sole del mattino e il muro di cinta ripara dalle correnti che soffiano attraverso il parco...”
“Come lo riconosceremo?” Chiese lei. “Non voglio che si confonda con gli altri.”
“E' come l'Amore...” sorridendo lui “... come quando si incontra l'uomo o la donna della propria vita... ci penseranno il cuore e l'anima a riconoscerlo...”

La regina Destefya, udendo la voce di Elisabeth, si voltò di scatto e restò a fissare prima lei, poi Vivian.
“Ma...” disse sorpresa la regina “... come siete entrate qui? Cosa vuol dire questa messa in scena?”


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