![]() |
Sbuffai.
"Beh, demoni..." borbottai. "Va bene, va bene, torniamo indietro" dissi alla fine. E di nuovo dovevamo stare lontani da qui. Oh, certo era che di qualsiasi cosa si fosse trattato sarebbe morto sotto le mie mani, eccome. Avevamo poche occasioni di uscire a caccia nel bosco e non mi andava per niente bene che qualcuno o qualcosa me lo impedisse. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Plot annuì ad Altea e con un cenno la invitò a scendere nel cortile per condurla nelle scuderie.
|
Così Gwen ed Elv tornarono indietro, lasciando il bosco ed il suo odore di morte alle spalle.
"C'è qualcosa in queste terre..." disse lui mentre tornavano in città "... qualcosa che mi rende inquieto... e per rendere inquieto un vampiro allora deve trattarsi di qualcosa di grosso... sinceramente non so come tu faccia ad ecludere una presenza demoniaca... noi vampiri lo sappiamo bene quale potere possa avere una simile forza... e ciò che ho visto nel bosco era davvero potente..." |
Era una scena folle, travolgente, proibita.
Il conte era in piedi davanti a lei, autoritario e superbo, orgoglioso della sua virilità e tenendo lei con quella cinghia legata al collo. Destresya invece era ai suoi piedi, unta e sudata, umida di un'eccitazione folle, cominciando a leccare, finalmente, la mascolinità del bel Fessen, turgida, inarcata, portentosa, carica. Un gioco, una tortura, una gara. Si, una gara di resistenza, con lei decisa a farlo impazzire e lui, apparentemente, duro e solido come una roccia. La lingua della cavalla strusciava, scivolava e lambiva la carne viva di quell'uomo, dov'era più sensibile e calda, in un vero gioco misto a tortura per strappargli gemiti e farlo urlare. Lui però sembrava resistere, fissandola con uno sguardo anch'esso duro, quasi impossibile da scalfire. E la guardava negli occhi, mentre lei leccava con lussuria per farlo cedere. Lui invece sembrava resistere, puntando il bacino verso di lei. Si guardava, si sfidavano. |
Seguii Plot nelle scuderie e osservai ovunque. Mi chiedevo come mai il barone mantenesse in modo perfetto quel luogo a discapito del castello.
Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
Tornammo in città, mentre ormai ero animata, oltre che dall'inquietudine, dalla frustrazione.
Sospirai. "Anche se non lo escludessi, la situazione non cambierebbe, dico bene? Di certo io e te non possiamo fare nulla, se non continuare a star qui, in questa benedetta città" con stizza, quasi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Le sue grida e i suoi gemiti si spansero tutto intorno a noi.
Finalmente! Erano ore, ormai, che non desideravo altro che non fosse prendere quel meraviglioso membro tra le mie labbra e farlo impazzire con la mia bocca e la mia lingua in modo da fargli perdere la testa. Oh ma ci sarei riuscita, eccome se ci sarei riuscito. Eccolo lì, perso con gli occhi nei miei e una lussuria a stento contenibile sul viso, nel respiro. Bravo così ti voglio, così da bravo... I miei occhi brillavano di lussuria mentre lo fissavo e continuavo a muovere la lingua come impazzita. Ma non bastava, lo vedevo dal suo sguardo che non bastava, non sarebbe bastato. Allora, fissandolo con aria di sfida in quel meraviglioso gioco delle parti, spalancai la bocca. Tutta, calda ed accogliente divenne ancora più grande, più immensa e inghiotte in un sol boccone tutta quella virilità prorompente e salda, così dura e vogliosa, che tuta la mia bocca inizia a succhiare piano, sempre fissandolo negli occhi con aria di sfida, poi continuando, ancora e ancora. Un crescendo disperato, sempre più eccitante, sempre più voglioso. Continuavo e continuavo a succhiare, ancora e ancora in modo sempre più folle, sempre più provocante, sempre più sconvolgente. Non desideravo altro da ore e non mi sarei fermata per niente al mondo. Continuai e continuai a succhiare, fissandolo con aria di sfida. Tutto, lo volevo tutto per me, tutto. |
Continuava, continuava, senza smettere, senza fermarsi, guardandolo negli occhi, famelica ed affamata di sesso, di piacere e di profondo godimento.
Destresya non si fermava e continuava a muovere la lingua calda ed umida sul membro del conte che la fissava a sua volta, con un'espressione sempre più meno salda, meno sicura, tanto lei tormentava la sua virilità ormai giunta al limite. E quando fu ad un millimetro da quella soglia, dal vedere esplodere quel limite, Fessen la bloccò, tirando la cinghia attorno al collo della cavalla, quasi impedendole di respirare. In un attimo e con modi brutali, le afferrò i fianchi e la fece voltare. “Ora monterò la mia cavalla...” disse deglutendo il nobile conte. |
“Beh, possiamo sempre andarcene...” disse lui a Gwen “... nessuno ci obbliga a restare...” Elv fissandola.
Ad un tratto, quando ormai la città già si vedeva stagliarsi nel leggero alone della Luna nascente, la vampira vide qualcosa tra la vegetazione. Una figura, una sagoma, dai tratti bestiali. http://www.annaharkw.com/annahar/Res...f_main_New.jpg |
"Sì, certo..." dissi "Non ce ne andremo finché la Congrega non ci dirà che la minaccia per noi è sventata" aggiunsi, con insofferenza.
Poi, però, vidi qualcosa. Una figura. Sembrava qualcuno dai tratti bestiali. "Guarda..." dissi piano ad Elv, indicandogli il punto. Che fosse l'animale che aveva seminato il panico nel bosco? Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 17.11.22. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli