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L'aereo attraversava le selvagge lande desertiche, intravedendo ormai i contorni dell'altura di Evangelia in lontananza.
Il motore era pieni giri, rendendo difficile udire altri rumori a bordo. “Non ho capito...” disse ad alta voce Icarius a Gaynor “... avete detto qualcosa?” |
Sorrisi ancora a Levet, in fondo mi sarebbe anche potuto piacere con il tempo, la sua compagnia non mi dispiaceva e poi, e poi lui proveniva dal mio mondo.
<< Sono sicura che mi piacerà moltissimo, da come ne parlate sembra un luogo meraviglioso e sono certa che con la giusta compagnia migliori ancor di più>> Avevo notato che il baronetto non disegnava un poco di adulazione. Nel frattempo i tre borghesi bisbigliavano e sentivi qualche loro frase. Il fatto che Guisgard si fosse tirato indietro mi faceva soffrire ma ancora non credevo che fosse così, speravo che cambiasse idea, che potesse capire... Ma fino a quando non gli avrei parlato di certo il mio atteggiamento nei confronti del baronetto ora lo avrebbe confuso, sarebbe stato frainteso. |
La moglie del contadino stava per partorire, ma la situazione era critica.
"Penso sia l'unica soluzione. Vado con lui, intanto. Fa' presto." dissi a Fermer. |
"No, Icarius... non ho detto nulla..."
Sospirai "Ti prego, fai presto, sono davvero esausta..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Guisgard sorrise ad Altea.
“Siete pazza...” disse lui, mentre lei gli porgeva la mano “... davvero volete stare con me? A far cosa? Magari il giorno in cui avrò un'agenzia tutta mia, tipo avventuriero volante o eroe a noleggio... ” sarcastico “... chissà allora che non mi occorra un'assistente... ma fino aquel momento temo sia un pessimo affare stare con me.” Divertito. Guardò poi verso la taverna e la sua espressione divenne seria. All'interno, intanto, Dacey era con i tre borghesi e Levet. E lui, a quelle parole di lei, prese la mano della ragazza e la baciò. “Si, Città di Capomazda è splendida se si ha la giusta compagnia...” guardandola negli occhi “... beh, credo che andrò alla base legionaria ora... voglio parlare col comandante ed esporgli il mio proposito. Desidero che lady Dacey alloggi lì con me.” “Allora ci saremo anche noi.” Fece Poeh. “Col vostro permesso, s'intende.” “Si...” annuì Leones “... con vostra licenza, milord, noi ci siamo sempre occupati della principessa sin dal suo ritrovamento e qualora lei deciderà di alloggiare altrove noi la seguiremo.” |
“Si, d'accordo.” Disse Fermer a Gwen. “Però andate col carretto. Io ho la macchina qui vicino e potrò raggiungervi presto.”
“La mia abitazione” fece il contadino “è subito dopo quelle palme... laggiù, vedete? C'è il mio casolare. Fate presto, vi prego.” Fermer annuì e corse verso l'auto. “Andiamo intanto.” Il contadino a Gwen, facendole segno di salire sul carretto. |
Icarius annuì a Gaynor e l'aereo continuò il suo volo.
Poco dopo cominciò la manovra di atterraggio. Così atterrò, subito seguito da quello di Palos. Una volta a terra i tecnici raggiunsero i due caccia. Icarius saltò giù ed aiutò poi Gaynor a scendere. “Madama, eccovi di ritorno.” Disse Park avvicinandosi. “Oh, il cadetto sta bene!” Esclamò. “Si, grazie al Cielo.” Fissandolo Icarius. |
Non si aspettava tutto quell'ardore, eppure non si tirò indietro e si lasciò stringere da quel pilota come se fosse l'unico uomo al mondo.
Sentiva le calde e forti mani di lui passare sul suo corpo, mentre le loro labbra si assaporavano a vicenda, tenendo uniti i loro cuori che battevano all'unisono. Si staccò da quel bacio bollente per sussurrare "hai capito ora? Non c'è luogo in questo mondo in cui vorrei trovarmi ora se non qui con te" dandogli del "tu" volutamente, come a voler marcare il fatto che da quel giorno in avanti gli sarebbe appartenuta, che lui fosse Danny, oppure no. |
Annuii a Fermer.
Poi salii sul carretto dell'uomo. Per fortuna mi era capitato qualche volta di assistere a parti cesarei in ospedale, sebbene non fossero all'ordine del giorno. |
"Non sono pazza...sono seria..non vi sto prendendo in giro..non me lo permetterei mai...vi stupisce tutto questo? Forse non avete mai incontrato una persona come me...in fondo sono un pò sempre stata diversa da tutta la famiglia...pensate possa recarvi un danno? Possa essere pericolosa? Io sono sincera .. vi do del voi visto continuate a darmi del voi nonostante vi abbia detto di darmi del tu...vi ho scrutato..non siete tipo dalla vita facile..basti vedere l' altro giorno in quel capanno..." lo guardai nei suoi occhi azzurri, indefinibili..era un mistero quell' uomo "Io mi fido di voi....ma se voi non mi volete...va bene...vado a preparare ora le valige e domani farò quel dannato biglietto per Città di Capomazda..d' altronde hanno tutti deciso per la mia vita...e lo state pure facendo voi" tolsi la mano dalla sua delusa e triste..ma rimasi col viso sul suo volto..dopo molto tempo mi sentivo bene, tranquilla, sicura e tutto questo me lo dava lui.
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<<Alla base...Se ritenete che sia la soluzione migliore...>> dissi semplicemente celando il mio fastidio. Quell'allontanamento non ci voleva proprio.
<< Sarà il caso informare il capitano comunque, onde evitare incomprensioni>> E su quello sperai che il baronetto non si opponesse. Annuii ai borghesi, ero più tranquilla se fosse venuti anche loro, inoltre questo avrebbe dimostrato che volevo stare sola con Levet, piuttosto il contrario. << Ma certo signori, questa avventura l'abbiamo iniziata insieme e la termineremo insieme. Spero che alla base non facciano problemi ad ospitare così tante persone>> |
“Beh, il baronetto saprà di certo imporre la sua volontà ai legionari.” Disse Poeh. “Immagino non potranno negargli un alloggio per tutti noi.”
“In effetti temo di no.” Annuì Levet. “Anzi, sarà meglio che ora mi rechi proprio alla base e chieda di conferire col comandante.” Guardò il taverniere. “Come posso raggiungere la base legionaria?” “Con mezzi di fortuna, signore.” Rispose il taverniere. “Purtroppo, da quando vi è la guerra non vi è più la corriera che porta lassù.” “Se volete posso portarvici io, signore.” Un uomo seduto a mangiare. “Grazie, ve ne sarei grato.” Alzandosi il baronetto. “A presto, milady...” baciando la mano di Dacey. E insieme a quell'uomo uscì dalla taverna. Nello stesso instante Guisgard e Altea erano fuori sulla staccionata. “Andiamo, madama...” lui a lei “... non siete un po' troppo melodrammatica?” Sorridendo. “Addirittura decidere della vostra vita? Io? E perchè mai? A stento riesco a gestire la mia. Sono quello che vedete... un uomo senza fissa dimora, un solitario e forse pure un po' ombroso e burbero. Vivo alla giornata e non so neanche cosa farò stasera o stanotte. Suvvia, non è il caso di farne un romanzo di Dickens.” Facendole l'occhiolino. In quell'istante dalla taverna uscirono Levet ed un altro uomo. Allora il baronetto ed il militare si scambiarono un lungo sguardo. |
Quel bacio.
Lungo e travolgente. E le mani di lui, ovunque sul corpo di lei, quasi a farla sentire nuda. “Io...” disse lui a Marwel in un sussurro ancora intriso del piacere di quel bacio “... e se io non fossi lui? E se lui dovesse tornare un giorno?” La guardò. “E se il mio volto fosse rimasto sfigurato sotto queste bende?” |
I contadini fecero salire Gwen sul carretto.
Ed esso si avviò cigolante verso la campagna. Ma ad un tratto, uno dei contadini dietro di Gwen portò un fazzoletto sulla bocca di lei, premendo forte. La ragazza sentì un intenso odore di cloroformio e poi più nulla. |
Il carretto si avviò cigolante verso la campagna.
All'improvviso sentii un fazzoletto premuto sula bocca. Mi dimenai, cercai di chiamare aiuto, qualcuno, anche Fermer, pur sapendo che era lontano, ma era troppo tardi. Il buio aveva già avuto il sopravvento. |
"Non mi importa" rispose Marwel ad un soffio dalle sue labbra "non mi interessa il tuo volto, non mi interessa se non sei Danny. Potresti tranquillamente essere davvero una spia di Canabias, ma per quanto mi riguarda sono ormai totalmente ed irrimediabilmente legata a te".
La sua bocca fremeva di desiderio per quella del pilota e non attese oltre, di nuovo gli si avvicinò e premette le labbra sulle sue, mordendo delicatamente quelle inferiori di lui. Si abbandonò totalmente a quella passione, ma sempre con prudenza, poichè non voleva fargli del male. |
"Romanzo di Dickens..mi avete presa per una persona o donnetta che sogna nei romanzi..so benissimo come siete..e ripeto..mi fido di voi, non vi avrei mica detto tutto questo no? Avete paura posso immischiarmi nella vostra vita, o segreti? Affatto....voi siete libero come lo sono io. Solo mi date fiducia, mi sento protetta con voi" gli accarezzai il viso "E poi mica siamo innamorati io e voi..non è stato amore a prima vista" e risi "un posto lo abbiamo e mi sembra la vostra camera sia nello stesso corridoio della mia .... o dove volete voi, vi seguirò..amo la avventura.Facciamo una prova..tanto ve ne passeranno di treni per Capomazda...ma scommetto al prossimo treno sarete voi ad implorarmi a rimanere..scommessa fatta!! Bene...allora siamo d' accordo".
A proposito sorridendo.."Pure io non so che fare stanotte...pensate un pò..magari possiamo leggerci un romanzo di Dickens con un buon brandy di marca..offro io per questo patto". Rimasi accanto a lui, appoggiata alla sua spalla, uscì il nobile e non mi sfuggi l'occhiata che Guisgard gli diede. |
<<A presto>> accennai appena sorridendo a seguito di quel baciamano. Una volta uscito mi voltai verso i tre uomini al mio tavolo.
<< Cosa ne pensate del baronetto? Possiamo davvero fidarci di lui?>> chiesi a bassa voce, << si è mostrato molto gentile nei miei confronti, fin da subito, davvero molto gentile e mi chiedo se non ci sia qualcosa dietro ecco>> Esternai così i miei dubbi agli altri. << Dove pensate sia finito il capitano, la sua uscita di scena è stata un po' drammatica non credete? Se pensa che il suo compito sia terminato ebbene si sbaglia di grosso. Io non sono ancora arrivata a Capomadza e non sono ancora stata riconosciuta dalla Baronessa, fino ad allora lui, come voi tre, siete ancora parte del nostro piano, solo dopo, ottenuti i soldi le nostre strade si divideranno... Ho ragione? Altrimenti, se il capitano non intende seguirci, non avrà diritto alla sua parte.>> Seria, quasi austera, avevo parlato con un tono fermo, come se fosse un ordine, da vera principessa. Infatti avevo compreso che la mia unica possibilità per chiarire definitivamente con Guisgard era costringerlo a seguirci per amore dei soldi. |
Finalmente eravamo alla base. Icarius mi porse la mano per aiutarmi a scendere dall'aereo. Quel contatto fu prolungato per qualche secondo più del necessario, fino a che ci si avvicinò Park, visibilmente contento di vederci sani e salvi. Mi rivolsi proprio a lui. "Park, spero proprio che dopo tu abbia un paio d'ore per me... ho da dirti tante cose, molto importanti, ma prima ho bisogno di una doccia e di mangiare qualcosa, oltre che dormire un po'. Sarò anche la spia più in gamba del mondo, ma sono pur sempre un essere umano che combatte i cattivi da più di quarantott'ore senza mai un attimo di tregua..."
Prima di andare, dissi ad Icarius: "Tu e Palos venite da Armand, stasera... berremo qualcosa insieme..." Mi avviai verso la caserma centrale, desiderosa del mio letto, ma prima dovevo passare da Goz per l'affare di Orko. Entrai e vidi Tesua nel corridoio. Gli andai incontro e in breve gli raccontai del ritrovamento di Icarius e dell'uccisione di Viktoria. "Adesso però ho bisogno di vedere Goz, con molta urgenza anche... accompagnami tu, così sentirai ciò che ho da riferire..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Sorrisi a quelle parole.
Accompagnarmi, perfetto.. Ma non ebbi il tempo di rispondere perché lui e la donna stavano parlando. E in certi discorsi era meglio non intromettersi. Da come lei insisteva nonostante le parole di lui compresi che non se la sarebbe scrollata di dosso facilmente. E l'idea di mettere fuori combattimento una donna che non c'entrava niente non mi piaceva. Quindi scartai l'ipotesi di tramortita per fare lo stesso poi con lui. Non potevo più aspettare. Due uomini uscirono dalla taverna, erano quelli al tavolo con Guisgard. In quel momento si frapposero tra lui e me, e mi diedero il tempo di estrarre la pistola che tenni ben nascosta sotto il cappotto. Una volta passati mi avvicinai a lui. Molto, tanto da sfiorare il suo corpo con il mio. Cercai di non ascoltare le sensazioni che mi diede quel contatto e pensare alla missione. Infatti, oltre a poter sentire il battito del mio cuore, talmente era vicino, poteva sentire anche la canna della pistola puntata sul suo addome. Ero messa in modo che la pistola fosse nascosta dal cappotto. "Sicuro di volere che la tua amica venga con noi?" Chiesi, con tono delicato eppure deciso, con gli occhi incatenati ai suoi. "Perché pesavo che potremmo farci una passeggiata io e te.. Che ne dici?" Con voce suadente "Sono sicura che la ritroverai qui ad aspettarti.." Annuii "Non temere..". Poi mi sporsi, avvicinandomi ancora di più, per quanto possibile. "Sei tu che hai scelto le cattive..." Gli sussurrai all'orecchio, con voce calda. Mi stupiva sempre il modo in cui mi comportavo con lui, eppure mi veniva così naturale. In quel momento rammentai le sue parole sulle donne da difendere e quelle da cui difendersi. Sospirai, ero quella che ero e non sarei mai cambiata. "Allora?" Mormorai, senza staccare mai gli occhi dai suoi "Vogliamo andare?". |
Pian piano Gwen apri gli occhi.
Avvertiva una lieve sensazione di nausea e forse per questo i suoi occhi impiegarono alcuni istanti prima di rendersi conto di dove fosse capitata la ragazza. Vide allora una stanza fredda e umida, avvolta da una leggera penombra che sembrava animare sinistri giochi di chiaroscuro. Una piccola lampada a cherosene tremolava su un basso stipite ed il gocciolio continua di una rubinetto pareva voler scandire il tempo infinito di quel luogo. Ad un tratto Gwen avvertì dei rumori dall'esterno, come se qualcuno stesse scendendo dei gradini. I passi si fecero più vicini e alcuni istanti dopo la parta si aprì. Un uomo dalla corporatura robusta entrò e si avvicinò alla brandina su cui la ragazza era stesa. La guardò, si accorse che era sveglia e mostrò alcune espressioni volgari, per poi ridere forte. |
A quel bacio appassionato di Marwel, il misterioso pilota rispose con il medesimo trasporto.
Fu un bacio caldo, bollente, fatto di sapori e gusti di invitante sensualità. Un gioco di labbra che si cercavano, si rincorrevano, si univano per poi schiudersi e serrarsi più e più volte, dove l'intimo e conturbante contatto delle loro lingue sembrava essere la chiave per piaceri sempre più intensi. E poi le mani di lui che ripresero a disegnare e conoscere il morbido corpo di lei, fatto di forme e curve che parevano racchiudere il fuoco di bellezza e gioventù che Marwel teneva racchiuso in sé. Quasi come un Pigmalione che nell'atto di accarezzare la sua Galatea ne mutava il freddo e plastico marmo nelle viva carne di una donna reale. E forse davvero Marwel con quel bacio si sentì di nuovo donna. Una donna viva. |
Altea parlò proprio quando dalla taverna uscì Levet.
Allora lo sguardo di Guisgard incrociò quello del pupillo della Gran Baronessa. I due si fissarono per un lungo istante e poi Levet, infilandosi i preziosi guanti, andò via con l'uomo che doveva condurlo al forte. “Si, madama...” disse Guisgard ad Altea, appena Levet e l'uomo andarono via con la camionetta di quest'ultimo “... cosa mi dicevate? Una scommessa? Riguardo cosa?” Fissandola. Ma un attimo dopo Clio si avvicinò al militare. Vicino, vicinissimo, fino a sfiorare il corpo di lui col suo. E puntò la sua pistola, ben celata nel cappotto, contro l'addome di Guisgard. Lui la guardò negli occhi. “Ecco, volevo ben dire...” senza distogliere lo sguardo da quello di Clio “... immagino non sia un invito per un appuntamento galante, vero?” Sorridendo. “Attenta a non starmi troppo vicina però... potrei cadere nella tentazione di vedere se sotto questo vestito hai la tua divisa da legionaria, bellezza...” si alzò, sempre attento che la ragazza non sparasse “... madama, volete restare con me?” Ad Altea. “Bene, allora vediamo se siete portata come segretaria o assistente... tornate nella vostra camera ed aspettatemi lì... mi raccomando, non muovetemi o addio possibilità di venire con me.” Facendole l'occhiolino. E fece cenno a Clio che l'avrebbe seguita. Infatti Altea non si era accorta della pistola del biondo tenente, visto era ben celata dal cappotto ed il militare non voleva metterla in pericolo. Intanto, nella taverna, Dacey era rimasta solo con i tre borghesi. “A me il baronetto sembra la persona adatta.” Disse Fines. “Voglio dire, è nobile, ricco, influente e dotato di un certo fascino. Pare goda della fiducia della Gran Baronessa e cosa più importante sembra credere ciecamente che Diana sia la principessa Dacey.” “A me da l'idea di uno che si compiace di se stesso, così radicato nei suoi privilegi e nelle sue convinzioni.” Mormorò Poeh. “Però è indubbio che sia l'unico a poterci aiutare davvero, introducendoci presso la Gran Baronessa, con la volontà di appoggiare la nostra causa.” “Si, in effetti averlo dalla nostra parte è fondamentale.” Annuì Lenes. “Però, riguardo a ciò che dice Diana, beh, io non credo bisogni tirare troppo la corda col capitano. E' un uomo enigmatico e non è mai facile prevedere le sue reazioni. Infatti ancora non mi spiego come mai abbia definito terminata la sua parte in questa faccenda.” “Che ci importa di lui?” Fines. “Abbiamo l'appoggio del baronetto, ormai.” |
Tesua annuì a Gaynor e la condusse nell'ufficio del comandante.
Entrarono e trovarono Goz insieme a Reddas che consultavano alcune carte geografiche. “Capitano...” disse Tesua a Goz “madama Gaynor deve parlarvi.” “Certo, madama...” Goz “... accomodatevi pure.” “Che seccatura questa donna...” sbuffò Reddas con aria insofferente. |
Pian piano aprii gli occhi.
Avvertivo un forte senso di nausea, forse dovuto all'odore di cloroformio che sentivo ancora nel naso e ci impiegai qualche istante a riprendermi del tutto. Attorno a me la stanza era umida e in penombra, vagamente illuminata dalla luce tremolante di una lampada e il gocciolio incessante di un lavandino scandiva quegli istanti interminabili di paura e sconforto. La paura aumentò quando sentii dei passi. La porta si aprì, mostrando un uomo robusto, che con la sua espressione volgare e la sua risata mi fece gelare il sangue. Distolsi lo sguardo, terrorizzata. Dov'era il mio Fermer? |
Era il caso di dire la verità ai tre borghesi, circa quello che provavo per Guisgard o forse era una follia, una follia anche solo pensare di provare qualcosa per lui.
Invece portai il mio discorso su Levet e le sue di intenzioni. << Intende sposarmi, o almeno lo spera, una volta che la Baronessa mi riconoscerà, per questo il baronetto è molto propenso a credere a me e alla nostra causa>> spiegai e nel dirlo mi accorsi che ciò che mi rendeva perplessa sul ragazzo era proprio quel suo desiderio, quel suo dichiararsi a me dopo così poco tempo. << Il Baronetto non apprezza il capitano, e a quanto pare neanche voi, ma io vi ricordo che se non fosse per lui probabilmente non saremmo neanche qui... Per questo intendo dargli un'ultima possibilità. Gli daremo la scelta, venire con noi ed avere la sua parte o restare qui, con un nulla di fatto. Mi pare la cosa più onesta>> |
Due sconosciuti, ecco ciò che erano, eppure il trasporto emotivo era così alto da indurli a consumare le loro labbra in baci appassionati.
Le mani di lui continuavano ad accarezzare il suo corpo e il loro desiderio cresceva irrefrenabile. Marwel si alzò la veste, scoprendo così la coscia; prese la mano del pilota e la portò a contatto con la sua pelle nuda. |
Sorrisi piano a quelle parole di Guisgard.
"Mi pare di capire che non sono il tuo tipo, no?" Inclinando piano la testa, senza togliere gli occhi dai suoi. Annuii piano alle parole di Guisgrad alla donna. "Ottima scelta.." Sussurrai pianissimo. Una volta soli sorrisi, restando attaccata a lui. Lo condussi alla mia macchina, dalla parte del passeggero. "Lo sai cosa voglio..." Sussurrai, avvicinandomi ancora "Portami dall'aereo, e ti lascerò andare... Potrai lasciare la città e ricominciare... Sempre che tu ci riesca.." Sussurrai "So cosa si prova, quanto costa stare lontani dal volo.. Non ci sei riuscito nella battaglia di ieri, no?" Con un sorriso "No, non ci sei riuscito... È più forte di te, io lo so.. E a proposito, bel colpo... Anche se purtroppo non è morto, ma lo uccideremo... Portami da quell'aereo, e decidi tu se restare o andartene... Questa non sarà la tua guerra, Guisgard del Lagno, ma hai combattuto dalla nostra parte, non con Canabias... Perciò so che li vuoi morto quanto lo voglio io, e so che non riesci a stare a guardare, perciò portami da quell'aereo.. E nessuno si farà male..". |
Entrando nell'ufficio di Goz, la prima cosa che notai fu la presenza del Re di denari, che ebbe la pessima idea di aggravare la sua situazione con un commento inadeguato e fuori luogo. Mi avvicinai a lui e, senza aprire bocca, gli diedi un cazzotto in faccia così forte da rompergli il naso e fargli perdere l'equilibrio. In un attimo gli fui sopra, con la colt puntata alla sua testa. "La prossima volta che ignorerai un ordine in battaglia o aprirai bocca per una delle tue solite uscite deficienti, ti giuro che non mi limiterò a spaccarti questo tuo brutto muso, razza di idiota pallone gonfiato..."
Ancora in preda alla collera, mi rialzai. "Scusate signori, ma qualcuno qui dovrebbe frequentare un corso intensivo di creanza..." dissi rivolta a Goz e Tesua "Ad ogni modo, ci sono cose ben più importanti di cui discutere..." Aggiornai Goz su quanto successo nella grotta e poi parlai di Orko. "In questo momento si trova nascosto giù al borgo, ma è di vitale importanza portarlo qui e riuscire a cavargli di bocca dove si trova il Novalis. Mandate subito qualcuno a prenderlo, ma che sia qualcuno di esperto e fidato. Tesua, potresti andarci tu... se qui dentro c'è qualcuno di cui potersi fidare, quello sei tu. Tu e magari Lyon, così siamo sicuri di non avere brutte sorprese..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Notai l' incrocio di sguardi tra Guisgard e il nobile, li seguì con lo sguardo come per capire dove andassero, infatti riprese il discorso poichè era preso da quella situazione.."Ho detto la scommessa..sarete voi a chiedermi la prossima volta di non prendere il treno per Capomazda..tanto sarò brava".
Non ebbi il tempo di finire e furtivamente, senza farsi notare vidi la legionaria vicino Guisgard e gli parlava..non riuscivo a capire...stava aspettando una amica aveva detto e ora...non mi convinceva.."Mi ero offerta ma si vede non amate il mio modo di vestire per fare compere, la prossima volta magari..milady" sorrisi, ma era un sorriso forzato. Guisgard si voltò verso di me, potevo vedere attraverso il suo sguardo..la sua preoccupazione, non pensavo fosse certo paura..e mi disse quello che dovevo fare e dissi senza guardare la donna.."Bene, il mio primo lavoro da aiutante..ne sono felice..e non rimarrete deluso..vi aspetto nella mia camera anche perchè..vi ho detto prima vi sono debitrice di un buon brandy di annata per suggellare questo patto" mi avvicinai a lui e lo baciai sulla guancia e bisbigliai all' orecchio.."Grazie...fate attenzione" talmente leggero..da poter farlo sentire solo a lui..la legionaria era una brava spia a mio parere, visto faceva da sentinella da molto ma io ero pure brava a parlare piano da non farmi sentire. Mi staccai da lui..sentii di nuovo il freddo lontano dal suo corpo e lo guardai, mi girai e seguii i suoi ordini. Entrai nella taverna, vidi Diana e i tre borghesi, ma non dissi nulla..lui forse avrebbe voluto così..non si sapesse. Li salutai e salii nella mia stanza, la camera era fredda...mi tolsi il cappotto, ravvivai il camino e andai tra i libri sorridendo..Byron, Tolstoj, Scott..eccolo Dickens.."Oliver Twist"..eccolo "A Christmas Carol" ("Il Canto di Natale"), lo presi e mi misi vicino al camino a terra. Quante volte da bambina, a Natale, attorno al camino tutta la famiglia lo leggeva, e io mi ribellavo poichè volevo "Lo Schiaccianoci" con tanto di rimproveri perchè rovinavo sempre l' atmosfera. Iniziai a sfogliarlo..solo ora iniziavo ad amarlo..lo posai e pensai a Guisgard..era strano l' avesse seguita, avendo sentito i suoi commenti sui legionari, non li amava troppo..ma lui sapeva cavarsela..e per qualche motivo mi aveva detto di aspettarlo qui..se sarebbe venuto o era una scusa..chissà..io non me ne sarei uscita da qui finchè non avessi saputo stesse bene. http://i65.tinypic.com/3026ivb.jpg |
L'uomo rise forte a quel gesto di Gwen di girarsi dall'altra parte.
“Dimmi, piccina...” disse l'uomo divertito “... hai paura, vero? E fai bene ad averne!” Con la sua insopportabile risata. |
“Non è vero” disse Leones a Dacey “che noi non sopportiamo il capitano. Anzi, tutt'altro. Egli ci ha protetti dopo aver deciso di unirsi a noi in questa faccenda.”
“Si e vorrei tanto che restasse con noi.” Fece Poeh. “Con lui devo dire mi sento più tranquillo.” “Si, ammetto che il capitano ci è stato d'aiuto...” mormorò Fines “... ma ora che abbiamo con noi il baronetto devo dire che mi sento più sicuro. Ser Levet è un uomo nobile e ricco, uomo d'onore dunque e se si è interessato a diana non è certo perchè la crede la vera Dacey. Egli ha già titoli e denaro, dunque il suo sentimento è sincero. E ciò lo rende un ottimo alleato.” Ad un tratto i quattro videro passare Altea che sola andò al primo piano, per poi chiudersi nella sua camera a leggere. |
Clio condusse Guisgard nella sua auto.
“Ovvio che tu non sia il mio tipo...” disse lui col suo solito modo di fare, tra lo spaccane e l'irriverente “... ti presenti con un abito elegante e poi mi punti contro una pistola...” sorrise “... non mi lasci molta scelta, bellezza... innamorarmi o volerti morta...” rise piano “... già, l'aereo... sembra che quel caccia mi porti solo guai... comunque ti sbagli... non sono un fanatico come voi legionari... non mi interessa questa guerra, né sono schiavo dell'adrenalina del volo...” la fissò “... e dimmi... se mi rifiutassi di portarti all'aereo? Mi uccideresti?” |
Dunque mi pareva più che evidente che la cosa da farsi era trovare Guisgard e convincerlo a continuare questa avventura. E era anche chiaro che i tre borghesi difficilmente avrebbero lasciato la taverna per cercarlo.
<< Un sentimento sincero... Mi ha conosciuta e poco dopo ha detto di amarmi... Non credo a queste cose, almeno non più... L'Amore porta solo sofferenza e illusione però come dite voi, é ricco, un uomo d'onore e aggiungo di bell'aspetto... La sua corte potrei anche finire con l'accettarla>> tutto questo risolta l'incognita Guisgard ma questo loro non lo sapevano. Nel frattempo passò la bionda nobile che sospettavo fosse fuori con il capitano. " Tanto meglio," pensai, " ora sarà solo e potrò finalmente parlargli , chiarire e decidermi sul da farsi" << Signori chi vuole andare a cercare il capitano prima che torni Ser Levet?>> chiesi alzandomi sicura che nessuno dei tre mi avrebbe accomognata. |
Rimasi ostinatamente voltata dall'altra parte.
Facevo uno sforzo enorme a non piangere, per la paura, per tutta quella situazione che non capivo e per non avere Fermer accanto, ma dovevo mantenere i nervi saldi. |
Goz e Tesua restarono stupiti davanti a quella scena.
Gaynor fu rapidissima a colpire, atterrare e a puntare una pistola contro Reddas. “Si, certo...” disse Tesua annuendo “... me ne occuperò io... andrò io stesso con Lyon a prendere Orko, per poi portarlo qui...” “Si, vai...” fece Goz, ancora sorpreso dalla reazione della bella spia. “Al diavolo...” alzandosi Reddas, per poi sputare a terra un po' di sangue che gli usciva dalle labbra “... chi dice donna dice danno...” guardò Gaynor “... statemi a sentire, pettegola...” “Su su...” intervenne Goz “... credo che per ora ne abbiate avute abbastanza. Andate a farvi un goccio...” “Si, forse è meglio...” con disprezzo Reddas “... ma non finisce qui...” rivolto a Gaynor, per poi uscire. “Eh...” Goz “... che donna... madama Gaynor... ho deciso... voglio sposarvi.” Mentre guardava la porta sbattuta dal Re di Denari nell'uscire. http://www.jwaynefan.com/images/theirsong.jpg |
"Già, ti piacciono le ragazzine indifese immagino..." Scuotendo piano la testa.
Perché diavolo dovevo sempre mettere il dito nella piaga. Come se mi aspettassi che da un momento all'altro qualcuno mi vedesse per la donna che ero. "Ah mi sbaglio eh?" Con un sorrisetto irriverente a mia volta "Allora perché non te ne sei rimasto con le mani in mano? Perché non ti sei fatto gli affari tuoi ma sei venuto a darci manforte nell'ultimo attacco?" Con gli occhi nei suoi. "Ucciderti?" Sorpresa "Sarebbe un terribile spreco, io perderei l'unica persona che può portarmi all'aereo e non ti arrecherei poi tutto questo danno.. Magari non lo sei più, ma sei stato un soldato una volta, quindi so che non hai paura della morte..." Sempre con voce calma "Posso fare molto più che ucciderti, posso mutilarti, torturarti.. Un pilota senza una gamba, un soldato senza un braccio, un uomo senza virilità... Tutte eventualità che non ti consiglio di voler verificare..." Con voce dolce ma terribilmente decisa. "Allora, hai intenzione di tergiversare ancora o vuoi portarmi da quel benedetto aereo?" Scrutandolo "Guarda il lato positivo, te ne libererai una volta per tutte e nessuno ti disturberà più... Dato che questa guerra non ti interessa.." Alzando le spalle "Allora? Dove andiamo?". |
“Sarà là fuori...” disse Leones a Dacey “... era uscito dalla taverna ed immagino sia là fuori ora...”
“Si, credo anche io.” Annuì Poeh. “A meno che non sia corso dietro ad una sottana.” Ridendo Fines. |
L'uomo continuava a ridere, mentre Gwen era ostinatamente voltata dall'altra parte per non guardarlo.
Ad un tratto si udirono altri passi. E nella stanza entrò un secondo uomo, che poi si avvicinò alla brandina. “Voltati...” disse a Gwen. |
Mi alzai nervosamente...la stanza si era riscaldata..avvertivo un senso di impotenza..ma dovevo rimanere qui..Lo aveva detto lui..mi affacciai alla finestra e guardai fuori se stesse arrivando.
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