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Alzai gli occhi al cielo.
Ecco, questo non mi era mancato. Certo che dite sempre le stesse cose, però... Stavo per colpirlo, ma Guisgard si avvicinò e mi distrasse. Cosa pensava di fare? Forse mi aveva riconosciuto? Possibile? Colpì l'uomo e iniziarono ad azzuffarsi. Che carini. Ma non potevo permettere che continuassero. Così impugnai la lancia a due mani, come non facevo da tempo, e con un colpo preciso colpii l'uomo al fianco facendolo sanguinare, senza toccare Guisgard. "Adesso smettetela.." Perentoria. Puntai la lancia insanguinata al collo dell'uomo e lo fissai con sguardo che non ammetteva repliche. "Un'altra parola e sei morto.. Chiaro?" Tuonai. Mi voltai poi verso Guisgard e mi ritrovai con gli occhi nei suoi per un lungo istante. "Vedi di stare al tuo posto o farai la sua fine.." Perentoria con gli occhi nei suoi. E in quel momento, quando solo lui poteva vedermi, abbandonai lo sguardo austero e sorrisi, per poi fare l'occhiolino a Guisgard. Un istante, poi tornai ad essere impassibile, ma sapevo che avrebbe capito. "Al lavoro, cani.." Esclamai con disprezzo. |
Ero cotta altro che sbronza...mi sentivo una vera porcheria........ma Nettuno era un gentil uomo e non me lo fece pesare.....Pileo mi diceva che dopo una sbornia la faccia diventava verde.........così mentre Nettuno si cambiava i calzoni io mi tirai su ...e mi specchiai........forse non ero verde.......ma facevo paura.....mi rimisi a letto ....Nettuno..mi dava sicurezza....non ero sola e questo era una cosa buona...l' Oracolo forse......questa volta non aveva visto bene........infondo anche gli Dei sbagliavano.........Nettuno fischiettava........" Datemi la mano...così voi non mi la scerete sola con l'omino del fischio mentre dormo.....anzi voglio chiedervi una cosa.....vi prometto di aiutarvi in tutto quello che posso.....ma voi dovrete riportarmi a casa.........ho abbandonato ogni cosa........e non dovevo farlo......l'ho fatto per un uomo.....che neanche conoscevo........gli uomini lo chiamano...Amore...una storia straordinaria di intrighi illogici....dove la mente lascia il posto al luogo piu' nascosto...il cuore....."....strinsi tra le mie mani le sue...e mi addormentai.....
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“L'unica cosa che so” disse mia ad Altea “è che quella città è un luogo pericoloso, un posto da cui tenersi lontani. Mio zio mi raccontò una volta del loro assurdo regime e degli ideali che governano le sue donne. Ma perchè, se posso chiedere, siete andati laggiù? Nessuno vi ha avvertito dei pericoli?”
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Tutto accadde molto velocemente.
Clio li divise e colpì l'uomo, facendolo tornare al suo lavoro. Ma Guisgard aveva visto prima i suoi occhi, poi, per un istante, il suo volto sotto l'elmo. Ed infine il suo sorriso. Il presunto Taddeide, confuso, tornò al suo posto, voltandosi però più volte verso di lei. “Non dovresti perdere le staffe così.” Disse Pepe. “Ma che ti è preso?” “E' lei...” mormorò Guisgard. “Lei chi?” Incuriosito Pepe. “Clio...” Pepe fissò quell'Amazzone, ma il suo elmo era già di nuovo calato sul viso. “Scusa, da cosa l'hai riconosciuta?” Stupito Pepe. “Dalle gambe? Beh, sei fortunato allora, visto la conosci così bene...” sorridendo. “Smetti di dire idiozie.” Fece il falso musico. “Non so come, ma è riuscita ad arrivare fin qui...” Intanto la rissa aveva attirato Onsia e altre carceriere. “Che succede qui?” Chiese la donna a Clio. |
“Non temete...” disse Nettuno ad Elisabeth, con la mano in quella di lei “... resterò qui con voi...”
Poi la donna si addormentò. I suoi sogni furono agitati a causa della sbornia, ma il riposo le fece bene. Si svegliò dopo un paio d'ore circa, con un gran mal di testa. Ma la lucidità le era tornata. Nettuno era invece accanto al letto, voltato a fissare il mare da un oblò. Era teso, forse preoccupato ed il suo sguardo vagava inquieto fra le onde e l'orizzonte. |
Ascoltai Imia e sorrisi leggermente.."Si..l'ho capito andandoci là e ci avevano detto dei pericoli. Il nostro capitano doveva recarsi da una famosa indovina qui nei paraggi di Lucinia, ma un pastore indicò noi due strade...una più lunga e l' altra pericolosa che passava per Auroria appunto..e più breve. Ora voi penserete meglio la più lunga ma sicura ma parlò di questo Fiore d' Oro...e il capitano, ora prigioniero con un altro uomo e una donna, pensava fosse il Fiore Azzurro stiamo cercando..e abbiamo tentato..ed eccoci qui" alzando le mani.
Poi guardai Ammone e Lainos.. "Tutti quanti dicono di evitare quel posto, di andarcene? Vedete? Non è cosa da poco e io che vi sono stata vi posso assicurare è così...ora capirete i miei dubbi su come salvare Clio, Pepe e Guisgard..possiamo solo parlare con Don Tommaso sembra". |
Il mio sonno fu trasportato sino alle porte degli inferi....gli Dei erano lì alle porte del Tempio...mi attendevano......era tempo di essere giudicata...ma il sogno non ando' oltre perchè mi svegliai.....ero a letto con una strana nausea e un gran mal di testa......ma ero conscia di cio' che era successo....nettuno era di spalle...sembrava nervoso..potevo vedere le sue possenti spalle vibrare sotto la giacca.........non dovevo essergli stata di grande aiuto...." Mi spiace, se vi ho causato imbarazzo...sono stata un'idiota.....ma non sono abituata a bere......vi prego venite qui...e sedetevi accanto a me...qualsiasi cosa in due riusciremo a risolverla...".....
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A quelle parole di Altea, Imia chinò il capo preoccupata.
Ma proprio in quel momento arrivò qualcuno. Era un prete. “Zio...” disse Imia “... queste persone ti aspettavano.” “Dio vi benedica.” Don Tommaso ad Altea, a Lainos e ad Ammone. “In cosa posso esservi utile?” “Vogliono sapere di Auroria...” fece Imia. Tommaso fissò sua nipote, poi i tre ospiti. “Cara, va a prendere dell'acqua fresca, ti prego.” Rivolta ad Imia. Questa annuì ed uscì. “Cosa volete sapere di quel posto?” Domandò Don Tommaso ai tre una volta rimasti soli. |
Nettuno si voltò e sorrise ad Elisabeth.
Si avvicinò allora al letto e si sedette accanto a lei, prendendola per mano. “Non devi scusarti.” Disse. “E neanche preoccuparti per me. Non ho alcun pensiero. Rammenti? Non so neanche chi sono.” Rise piano. “Stai meglio, vedo.” Accarezzandole il viso. In quel momento qualcuno bussò. Era un marinaio. “Signore, il capitano Velv chiede di voi.” “Arrivo subito.” Annuì Nettuno. “Tu vieni con me o preferisci riposare ancora?” Domandò ad Elisabeth. |
Vidi il volto perplesso e preoccupato di Imia, ma non mi meravigliai più di tanto.
Improvvisamente arrivò Don Tommaso e mi alzai e sorrisi.."Sempre Sia Lodato." risposi al chierico "Siete voi ora una benedizione del Signore". Imia raccontò al prete che stavamo cercando notizie di Auroria, mandò la nipote a prendere dell' acqua...non mi meravigliai, voleva preservarla o non sentisse i nostri discorsi. Mi sedetti e in quel momento non sapevo da dove iniziare..avevo raccontato quella storia tante volte..ma stavolta ero certa una risposta di aiuto la avremmo avuta. "Don Tommaso, è successo tutto per un caso..o forse come dice Frate Nicola era scritto già in Cielo per metterci alla prova. Io, un altro uomo, una donna e il capitano della nostra nave stavamo andando da una indovina..non chiedetemene il motivo poichè ne sono all' oscuro ma vi assicuro il nostro capitano Guisgard è uomo di grande Fede. Al bivio un pastore ci indicò la strada per recarvici..quella dritta ci volevano tre ore e Guisgard aveva fretta e indicò la breve ovvero quella per Auroria anche se ci disse del pericolo ma nominò un Fiore d' Oro. Ovviamente il nostro capitano ha un grande buonsenso "mi fermai un attimo...parli di lui come uno sconosciuto ma da ora in poi devi essere una donna senza emozioni, forse le donne di Auroria avevano ragione? "avrebbe preso quella lunga se non fosse stato per quel Fiore d' Oro e voleva assicurarsi se fosse o meno il Fiore Azzurro che sta cercando". Guardai Ammone e Lainos, ascoltavano silenziosamente e pure Don Tommaso.."Insomma siamo riusciti a varcare le mura e ci trovammo ad Auroria per poi scoprire è dominata da delle donne..il nostro capitano è stato ferito alla testa e pure l' altro uomo ma lievemente, e la donna milady Clio si trova laggiù ma a noi donne non fu riservato tale trattamento anche se vi fu un lungo ed estenuante interrrogatorio, volevano quasi leggerci nella anima, ci diedero libertà di scegliere, io ho deciso di andarmene..pensavo di salvare gli uomini o il capitano e poi salvare gli altri ma mi fu detto gli uomini sono reclusi in una miniera di oro e lavorano fino alla morte sotto torture immagino..di milady Clio non so nulla e spero stia bene...diteci cosa sapete di quella città? E quel Fiore d' Oro cos'è? Aiutateci a salvarli vi prego." |
Fu un istante, i nostri sguardi che si incrociarono, il mio sorriso.
Lo osservai andare via, tornare al suo posto mentre si voltava verso di me. Mi aveva riconosciuto, ne ero sicura. Poi arrivarono Onsia e altre, richiamate dalla rissa. "Questo.." Spiegai, indicando con la lancia il tizio che avevo colpito "Ha fatto il gradasso e si è avvicinato troppo.. Quell'altro gli ha detto di tornare al lavoro e si sono azzuffati, così li ho divisi perché tornassero al lavoro.." Guardai con disprezzo l'uomo "Ora starà al suo posto..". Alzai lo sguardo su Onsia, ero pur sempre una regola. "Ho fatto male?" Chiesi, rispettosamente. |
Onsia arrivò con altre carceriere e restò a parlare con Clio.
La ragazza cominciò a spiegare loro l'accaduto. “No, non hai fatto male.” Disse Onsia alla piratessa. “Ma la prossima volta uccidi chi si dimostra troppo focoso.” Aggiunse ad alta voce in modo che tutti i prigionieri sentissero. “Ricorda sempre che sono simili a bestie.” Fissando poi con disprezzo quegli uomini. Guisgard intanto continuava a fissare Clio. “Comunque” continuò Onsia “ormai è quasi buio ed occorre preparare i turni di guardia. E siccome prima te la sei cavata bene affiderò a te il primo giro.” Guardando Clio. “Io tornerò domattina. Se hai problemi al piano superiore troverai tre soldatesse di guardia. Fa attenzione, mi raccomando.” Ed andò via insieme alle carceriere, destinate ad altre gallerie delle miniere, lasciando così Clio sola a guardia di quei prigionieri. |
Don Tommaso ascoltò con attenzione il racconto di Altea.
E quando la narrazione di quei fatti terminò, il religioso si alzò e restò a fissare l'imbrunire da una delle finestre. “Auroria” disse il prete “era un luogo meraviglioso, baciato dal Cielo per la ricchezza della sua terra e per la bellezza delle sue donne. Era un piccolo principato dal governo luminoso ed abitato da un popolo felice.” “Parlate al passato, padre...” fece Lainos “... eppure Auroria è ancora là...” “Si, è ancora là...” annuì Don Tommaso “... ma non è più il principato di un tempo... accadde infatti, anni fa, che la regina fu delusa da suo marito. Lo fece assassinare nel sonno da una sua ancella e spinse tutte le altre donne a ribellarsi ai propri uomini. Si organizzarono e la notte successiva alla morte del re tutte le donne uccisero i propri consorti, riservando la medesima sorte a tutte coloro che si rifiutarono di fare altrettanto, essendo felici con i rispettivi uomini.” “In pratica” mormorò Lainos “le donne insoddisfatte, deluse e tradite trucidarono tutti i loro uomini e tutte le altre donne che si rifiutarono di farlo perchè felicemente unite ai propri amati?” “Esatto.” Voltandosi verso di loro il prete. “E' assurdo...” scuotendo il capo Lainos “... e ora chi governa ad Auroria?” “Le discendenti della regina e delle ribelli.” Rispose il religioso. “In un governo però simile ad un'aristocrazia di eguali. Un po', più o meno, come avveniva secoli fa nell'antica Sparta. Lady Laika è l'erede a quel trono che ormai non esiste più.” “E gli uomini?” “Sono tutti prigionieri nelle ricche miniere di Auroria.” Rivelò Don Tommaso. “Stiamo qui a parlare di storie” sbottò Ammone “mentre Guisgard e gli altri sono laggiù chissà in che condizioni.” “Calmati, Ammone.” Fissandolo Lainos. “Diteci, è possibile arrivare ad Auroria e tentare di liberarli?” Tornando a rivolgersi al religioso. “No, non ci riuscirete mai.” Fece il prete. “Vi arresterebbero subito. Forse solo lei” indicando Altea “potrebbe tornare là. Ma la conoscono e si insospettirebbero se lei si ripresentasse laggiù senza un buon motivo.” “Dannazione...” a denti stretti Ammone “... ma cosa possono farci? Sono solo donne, dopotutto!” “Sono molte, addestrate ed armate.” Spiegò Don Tommaso. “Senza un buon piano non vi sono speranze di liberare i vostri compagni.” “E di quel Fiore d'Oro cosa sapete dirci, padre?” Chiese Lainos. “Nulla.” Scuotendo il capo il prete. “Nessuno straniero è mai riuscito a vederlo.” |
Annuii ad Onsia.
"La prossima volta ucciderò direttamente.." Severa. Così restai sola con quegli uomini, e sentivo lo sguardo di Guisgard su di me. Restai con gli occhi nei suoi per un lungo istante, poi feci un impercettibile segno con la mano di avvicinarsi. Non osavo muovermi, parlare, potevano esserci spie per quanto ne sapevo. Una mossa sbagliata, e tutto sarebbe sfumato. Dovevo solo aspettare. Erano stremati dal lavoro, dopotutto, avrebbero dormito come sassi. E mentre tutti dormivano potevamo parlare ed elaborare un piano per fuggire di lì. Sperai che anche lui capisse. |
Lo guardai mentre si sedeva sul letto.....mi prese la mano con tutta la naturalezza del mondo...e lo guardai negli occhi........avevo la sensazione che il " non ricordo nulla "...fosse un ritornello...quel volto e i suoi pensieri non erano di una persona che non ricordava nulla...anzi ricordava....ma era meglio far finta di nulla.........entrò un marinaio e comunico' che Velv ci attendeva.....istintivamente Nettuno aveva stretto la mia mano piu' forte......." datemi solo qualche minuto per rendermi presentabile e sarò pronta al vostro fianco.......e' per questo che sono qui......una moglie non dovrebbe mai lasciare il proprio sposo....e' così che avrebbe recitato il prete se ci fossimo sposati realmente....quindi così sia......"......mi alzai dal letto....e mi lavai il viso.......misi dell'olio alla mirra ai polsi...sistemai i capelli.....per il resto era tutto a posto...certo le occhiaie ..dovute alla sbornia erano lievemente evidenti..ma un po' d'aria fresca e tutto sarebbe passato......"....Spero di essere all'altezza....Capitano......"....misi la mia mano sul suo braccio e mi condusse fuori dalla cabina....i giochi stavano per iniziare...era meglio essere uno spettatore in prima fila....
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Ascoltavo don Tommaso in silenzio mentre Lainos e Ammone parlavano con lui e fu la ultima frase a farmi rabbrividire..nessuno aveva visto il Fiore poichè nessuno straniero era tornato..e forse vivo.
"Sembra che ad Auroria abbiano ucciso l' Amore" dissi in tono serio "e l'ho visto coi miei occhi...è incredibile il fatto che abbiano ucciso quegli uomini e tolto alle donne con la forza i loro amati..questa non è democrazia o giustizia". Osservai i due uomini e soprattutto Ammone "Guisgard...è nella miniera pure lui come Pepe..lo so perchè me lo disse il capo delle soldatesse prima di andarmene e ora capisco, io finsi di essere la moglie di Guisgard, tutti eravamo travestiti e io da zingara e indovina, Guisgard da musico, Clio da dama e Pepe da chierico...loro mi odiavano perchè io difendevo Guisgard e tentavo di salvarlo...quindi ero la rappresentazione di una donna innamorata e voleva salvare il suo amato..quindi scomoda." Mi alzai e guardai fuori la finestra pure io e poi mi voltai verso don Tommaso..ci voleva un piano..e solo io potevo farlo..era chiaro. "Io avevo proposto un piano padre..non so che ne pensiate voi..mi sarei travestita di nuovo e indossato una parrucca e mi sarei finta una nobildonna e con il loro modo di pensare...alla pari con lo stesso odio per gli uomini. Avrei detto, appunto a Laika, che la zingara era tornata da me dopo essere scappata col marito e stavo costruendo il mio regno fatto di gemme preziose e oro..avrei detto mi ero mossa solo perchè Guisgard, ovvero il nostro capitano, era il capomastro dei miei uomini e mi aveva rubato pure degli oggetti preziosi e quindi doveva essere condannato secondo le regole del mio regno e mi serviva per i miei lavori..a questo punto avrei barattato gli ostaggi..con delle pepite di oro visto loro vogliono solo quello...forse a loro interessa più l'oro degli uomini..e cosi avrei fatto in modo pure di salvare la donna in qualche modo..anche se lei è una donna in gamba e forse già sta meditando un buon piano". Guardai il prete e i due uomini perplessa..."Il fatto è che noi abbiamo un veliero..è incagliato sul Lagno..e non ci crederete pure vola...saremmo arrivati presto laggiù senza rifare la strada, appena riuscita a riavere gli ostaggi li avrei riportati fuori dalle mura e cosi erano in salvo e gli altri uomini avrebbero aspettato proprio fuori le mura il nostro arrivo...poi io sarei tornata, magari con milady Clio per capire di più su questo Fiore...voi che ne pensate? Avete voi in mente qualcosa...io sono pronta a rischiare, e so come travestirmi..mi metto in gioco". |
Trascorsero lunghi istanti, nei quali, uno dopo l'altro, quegli uomini caddero addormentati.
Erano stremati per quell'inumana prigionia. L'ultimo ad addormentarsi fu Acludio, a causa delle ferite infertegli da Onsia. Ma alla fine anche lui si addormentò. Guisgard allora, lentamente, si alzò e si avvicinò all'imbocco della galleria, dove Clio montava la guardia. “Sapevo che avevi la vocazione da guerriera” disse piano, dopo essersi appoggiato ad una roccia sporgente per coprire il volto e non farsi sentire da nessuno “ma di sicuro non mi aspettavo di trovarti qui... e questa corazza, devo dire, ti dona molto... basta vedere la zuffa che hai causato per le tue grazie...” sorridendole. |
Don Tommaso ascoltò con attenzione Altea.
“Il vostro piano” disse poi “non so se possa funzionare o meno, visto che le ricchezze di Auroria sono immense e dubito possano aver bisogno di altro. Ma potrebbe evitare di esporvi a grossi rischi, ammesso che il vostro travestimento riuscisse a funzionare.” “E noi cosa faremo?” Chiese Lainos. “Voi non potete andare, a meno che non aspiriate a visitare l'Aldilà.” Fece il prete. “Io non voglio stare in disparte.” Tuonò Ammone. “Sono solo donne e non mi spaventano.” “In effetti occorre un modo per accompagnare lady Altea... ma quale?” Mormorò Lainos. “Voi siete abile con i piani... riuscite a trovare una soluzione?” Chiese ad Altea. |
"Effettivamente Auroria ha delle ricchezze enormi..forse se mi accaparro la simpatia..diciamo...di Laika, potrebbe darmi gli ostaggi come diritto..tentar non nuoce, tutto al più non avrà funzionato e come dice don Tommaso non correrei rischi".
Poi udii i dubbi di Lainos e Ammone e sorrisi.."Ovvio..potreste travestirvi da donna..non Ammone ovvio..ma voi Lainos si" e sorrisi pensando a Imia.."Ci vorrebbe una altra donna..ma chi..Yolanda è troppo pericolosa, vi sarebbe Imia ma non la metterei mai in pericolo..quindi?" guardai i due uomini e il chierico "Io posso pure andare sola..non vi sono problemi, ripeto gli uomini aspetterebbero fuori dalle mura..dobbiamo agire in fretta comunque". |
Gli sorrisi, anche se lui non poteva vedermi.
"Meglio del vestitino innocente?" risi appena, pianissimo "Non avrai certo pensato che ti avrei lasciato crepare qua sotto, vero?" mormorai, senza alzare l'elmo "Arrivare fin qui è stato fin troppo facile, ho giocato bene le mie carte, il difficile sarà uscirne.. Altea ha lasciato Auroria, spero che torni con la Santa Caterina, ma quando arriveranno dovremo essere fuori.. oppure dovremo andarcene con le nostre gambe.. in ogni caso, non ti lascio qui.." sospirai "Come stai?" mormorai, dolcemente "Non dev'essere facile la vita qui..". |
“Io sono qui, se occorre.” Disse Imia entrando all'improvviso.
“Non dire sciocchezze.” Fissandola Don Tommaso. “E' troppo pericoloso.” “Ma, zio...” “No.” Sentenziò il prete. “Escludo che i vostri compagni possano ingannare le donne di Auroria con un travestimento.” Rivolto poi ad Altea. “Dunque andrete da sola.” “E' troppo rischioso.” Fece Lainos. “Già.” Annuì il religioso. “Io voglio andar con lei, zio.” Decisa Imia. “Ti prego.” In quel momento si udì un cavallo e qualche attimo dopo un giovane uomo entrò in casa. “Perguin!” Esclamò Imia. “Sei qui, finalmente!” “Cosa succede?” Chiese il nuovo arrivato. “E chi sono costoro?” Fissando Altea, Lainos ed Ammone. |
“Beh...” disse Guisgard a Clio, sempre attento a non farsi sentire “... quel gonnellino di innocente non ha nulla...” guardando la ragazza “... non ti facevo così coraggiosa da venire quaggiù così vestita...” sorrise e fu quasi sul punto di sfiorare il suo braccio con una carezza “... no, qui di facile non c'è nulla...” voltandosi per un momento verso i prigionieri “... li tengono come animali da lavoro... assurdo...” tornò a fissare Clio “... comunque, stare qui a palare non serve a nulla... ho sentito che la donna parlava di poche guardie al piano di sopra... dobbiamo sfruttare allora il nostro numero... andarcene tutti insieme, risalire la galleria e tramortire quelle soldatesse... e una volta fuori, essendo questo castello vicino alle mura esterne e lontano dalla città vera e propria, scappare verso l'uscita, rifacendo a ritroso il cammino dell'andata... aspetta qui...” tornò verso Pepe.
“Ad agio sveglia gli altri...” mormorò. “Cosa?” Sorpreso Pepe. “Fa come ti dico...” “Perchè?” “Perchè andiamo via...” rispose Guisgard. Si avvicinò allora verso Acludio e lo svegliò. “Come stai?” “Insomma...” fece l'altro. “Puoi muoverti?” “Certo...” annuì Acludio. “Camminare?” “Camminare?” Ripetè l'uomo. “Si...” annuì Guisgard “... usciamo da qui... e subito... preparati...” “Ma come faremo?” “Ci aiuterà l'Amazzone...” indicando Clio. Poco dopo tutti erano pronti a lasciare quel luogo. “Andiamo...” avvicinandosi il presunto Taddeo alla falsa Amazzone. |
Improvvisamente arrivò Imia e con sicurezza disse voleva venire con me...ovviamente lo zio preoccupato si rifiutò ma ella sembrava sicura.
"Si..infatti se scoprissero sono degli uomini la situazione diventerebbe drammatica, non dovete dubitare sulle possibilità di Imia..pure di me si pensa non sia in grado di affrontare tutto questo ma non ho paura..ed è già un buon inizio". Nel frattempo arrivò un bel ragazzo..era il suo ragazzo e sorpreso volle sapere di noi. "Perchè vi sembra strano siamo qui? I miei omaggi..sono la duchessa Altea de Bastian e questi sono messer Ammone e Lainos" e feci un leggero inchino guardando poi Imia..era come se io e lei ci capissimo con lo sguardo, la ragazza mi aveva colpito fin da quando l'avevo vista la prima volta. |
Risi appena.
"Allora mi sottovaluti non poco... e guarda che sono stata fin troppo brava con quel tipo oggi.." mormorai. Ascoltai il suo piano e annuii. "Tre soldatesse.. prendete i picconi, sono un'ottima arma.. come sai che siamo vicini alle mura esterne?" chiesi, sorpresa. Poi svegliò gli altri e in un attimo erano pronti per partire. Erano in tanti, e anche se erano stanchi avrebbero lottato per la libertà. Potevamo farcela, dopotutto. Presi i due pugnali che tenevo negli stivali e li porsi a Guisgard e Pepe. "Non è molto, ma è tutto quello che ho.. hanno buttato via la tua spada, non so nemmeno dove, mi dispiace.." presi un profondo respiro. "Andiamo.." mormorai, impugnando la lancia. |
Imia raccontò tutto al suo innamorato.
“Ma, è pericoloso...” disse Perguin “... quasi un suicidio...” “No, sono una donna e ad Auroria non uccidono donne.” Decisa Imia. “Imia...” fissandola Don Tommaso. “Zio, ti prego...” fece lei “... non possiamo abbandonarli...” “E sia...” annuì il religioso “... ma promettimi che se la situazione diventerà complicata voi tornerete qui...” “Si, promesso.” Sorridendo Imia. Baciò poi il suo ragazzo e andò a prepararsi. Poco dopo le due donne, seguite da Lainos, Ammone e Perguin raggiunsero le mura esterna e la porta dell'enigma che permetteva di entrare ad Auroria. |
Nettuno sorrise, poi prese Elisabeth sottobraccio e i due finti coniugi uscirono dalla cabina e raggiunsero la sala del timone, dove Velv li stava attendendo.
Su un tavolo vi era una grossa mappa con tutti i mari flegeesi e le coste con le strade e i passi verso l'interno. “Capitano de Gur...” disse al naufrago “... qui abbiamo grosso modo i possibili passaggi obbligati che quel traditore ha potuto attraversare... ah, dimenticavo di dirvi che il rinnegato dispone di un vascello in grado di volare.” “Volare?” Ripetè Nettuno. “Si.” Annuì Velv. “Meraviglia della scienza. In principio fu scambiato addirittura per un mostro. E con ogni probabilità il naufragio in cui avete perso la memoria fu causato proprio dal vascello volante.” Nettuno apparve inquieto e confuso. “Ma non temete...” aggiunse Velv “... rammenterete tutto col tempo... ora mi interessa la vostra attenzione...” indicando la mappa “... sappiamo che il vascello di Guisgard ha imboccato il Lagno, dunque è nell'entroterra del ducato... alcuni mercenari al soldo di Sua Signoria gli stanno danno la caccia in quelle lande... secondo voi, secondo il vostro intuito, quale versante del Lagno è più adatto ad essere risalito?” “Non saprei...” mormorò Nettuno. “Andiamo, sforzatevi, siete un asso della marina!” “Capitano...” fissandolo Nettuno “... l'unica cosa che so è che mi chiamo Nettuno ora. Altro non ricordo.” |
“Pepe mi ha spiegato l'ubicazione di questo castello...” disse Guisgard a Clio “... lui era cosciente quando ci hanno potato qui...”
L'Amazzone ed i fuggitivi cominciarono a risalire la galleria. Avevano una sola torcia che poi spensero in prossimità del passaggio che conduceva al piano superiore. Ma giunti in un ampio antro usato dalle sentinelle, non trovarono nessuno. “Possibile che non ci siano guardie?” Stupito Pepe, stringendo saldamente il pugnale. “Già, troppo facile...” inquieto Guisgard. “Forse sono all'imbocco della galleria...” fece Acludio “... teniamoci pronti. Guisgard annuì, fece cenno a Clio di continuare ed il gruppo riprese il cammino. Scorsero dopo un po' una piccola luce, che diventava sempre più grande man mano si avvicinavano. Era il varco che dalle miniere dava al castello. Ma proprio in quel momento una pesante grata di ferro chiuse quel passaggio e sonore risate di trionfo echeggiarono all'improvviso intorno a loro. Oltre le grate allora apparvero Anghela, Onsia, alcune soldatesse armate e la vecchia che aveva condotto Clio al castello. E tutte avevano un profondo odio nei loro sguardi. http://stat.mozi24.hu/images/pe/159/15838_634x475.jpg |
Sorrisi e presi per mano Imia..."Grazie" le dissi fissandola negli occhi.
Poi mi voltai verso Perguin e Don Tommaso..."La difenderò a costo della mia vita..ma fatemi un favore..ora ci vogliono uomini...io vado a prepararmi in una stanza poichè mi hanno visto e mi riconoscerebbero...mentre Imia pure si prepara..ma fate in modo di raccimolare..uomini..e aiutare quelli della Santa Caterina ad aggiustarla cosi saranno fuori dalle mura ad aspettarci" e annuii ad Ammone e Lainos. Presi la mia sacca sorridendo...avevo portato i vestiti e la parrucca poichè avevo pensato di andare sola e rischiare e avevo preso pure un pò di oro e gioielli. Entrai in una stanza e mi cambiai e mi guardai allo specchio, ero perfetta. Camminammo e io indicavo la strada finchè ci trovammo proprio davanti alla porta dell' enigma. http://i57.tinypic.com/2v9w4uc.jpg |
Così travestite, Altea ed Imia raggiunsero la porta che dava accesso ad Auroria.
L'enigma era stato superato e dunque non trovarono altri ostacoli. E una volta oltrepassata la porta, le due donne si ritrovarono sulla strada che portava in città. E proprio in quel momento un carro con alcune soldatesse incrociò il loro cammino. “Voi...” disse una di quelle ad Altea e a Imia “... chi siete? Cosa cercate qui?” |
L'enigma fu subito risolto..ricordavo bene la risposta e io ed Imia ci trovammo ad Auroria e dissi sottovoce alla ragazza..."Devi disprezzare gli uomini..so è difficile pure io amo un uomo...ma dai sempre ragione a loro..tu sei la mia dama di compagnia".
Come preventivato fummo subito accolte dalle soldatesse...già il loro benvenuto. Sorrisi guardando Imia..."Sono lady Angelique e questa è la mia dama di compagnia...ho saputo di questo posto stupendo da una mia suddita, una sciocca zingara che è fuggita da qui...ama mettersi nei guai per il suo uomo più stupido di lei ovvio" dissi togliendomi i guanti con noncuranza mostrando il mio grosso anello di smeraldo "Mi ha parlato di questo posto fantastico..e di una grande donna..milady Laika se non sbaglio..sono qui per affari, non mi interessa altro" e guardai le soldatesse in modo severo. |
Avanzavamo al buio, ma non c'era nessuno.
Possibile? C'era qualcosa di strano, qualcosa di inquietante. Ma continuammo ad avanzare, finché una pesante grata non ci sbarrò il cammino. "Fantastico.." Mormorai tra i denti alla vista di Anghela e le altre, compresa la donna che mi aveva accompagnato. Carogna... C'era tanto odio nei loro sguardi, da bastare per una vita intera. Eravamo in trappola, ma ero anche completamente scoperta. "Dovreste guardarvi.." Con disprezzo alle donne "Siete talmente incoerenti da essere dieci volte più crudeli degli uomini di cui credete di essere superiori.." Alzai le spalle "Perché? Che senso ha tutto questo? Un uomo vi ha ferito e quindi tutti devono pagare? Ragionamento maturo ed intelligente.. Solo le donne sanno amare?" Guardando Anghela "Tu sapresti amare? Non ci crederei nemmeno se ti vedessi dare la vita per lui.. Sapete solo odiare, solo disprezzare.. Non avete trovato un uomo pronto ad amarvi? Beh, mi stupirei vivamente del contrario..". Era inutile fingere. Tanto mi avrebbero ucciso comunque. Alzai gli occhi su Guisgard "Mi dispiace..." Mormorai piano "Sapevano tutto fin dall'inizio..". |
Le soldatesse osservarono con attenzione Altea ed Imia, fino a quando una di loro fece cenno alle due di salire sul carro.
Le condussero così al Palazzo dell'Incertofato, facendole attraversare l'intera e meravigliosa città. E nel vederla Imia restò incantata. Giunte poi al palazzo, le due donne furono condotte al cospetto di Laika, sempre in compagnia delle bambine. “Ebbene...” disse lei “... chi siete e cosa volete qui?” Chiese poi ad Altea e ad Imia. |
“Stai zitta.” Disse Anghela a Clio, con tutto il disprezzo di questo mondo. “E' stato facilissimo farti cadere in trappola.” Rise. “Si, facilissimo.” Scosse il capo. “Non mi hai mai convinta. Mai. Sentivo che nascondevi qualcosa. Perchè l'hai fatto? Per cosa? Per salvare questi uomini? No... a te interessa uno soltanto... chi?” Fissando per un istante Guisgard e Pepe. “Uno di questi due cani, ovvio.”
“E sia, fatela finita.” Intervenne Guisgard. “Basta con questa farsa.” “Certo, la finiremo subito.” Con un ghigno Anghela. “Tu e tu, venite avanti...” indicando il finto musico ed il fasullo monaco “... naturalmente insieme a lei...” guardando Clio “... tutti gli altri che tornino nelle miniere. Mezza razione al giorno per punizione. E guai se diminuisce il carico d'oro giornaliero estratto dal sottosuolo.” I prigionieri furono riportati indietro dalle soldatesse, nonostante un vago tentativo di resistenza. Ma erano troppo affaticati. Guisgard, Clio e Pepe, invece furono rinchiusi in una piccola cella. “Domattina” sentenziò Anghela “sarete giustiziati.” Si voltò poi verso Clio. “Nulla è più patetico di una donna ridotta al nulla per un uomo.” Ed andarono via. “Ed io che immaginavo il Parnaso abitato da sole donne...” mormorò Pepe, per poi lasciarsi cadere a terra sconsolato. “Quelle erano Muse...” disse Guisgard, che con le mani controllò la solidità di quelle sbarre “... al diavolo... sono insuperabili.” Sbuffando. |
Velv sembrava ansioso.....aveva una grande carta nautica sul tavolo.....oltre ai mari era molto precisa nel segnalare le isole..........gli parlo' della nave volante......allora non era stato Gedeone ad affondare la nave di Nettuno......avevo avuto lo strano presentimento che nelle sue perlustrazioni notturne avesse fatto fuori una nave..........possibile che dalla mia isola non avevo mai visto nulla....navi volanti......nel guardare la carta pero' avevo visto un isola...su quest'isola raccontava una leggenda vivevano delle donne guerriere.......per utilizzare l'arco si facevano amputare i seni..........ma se Guisgard fosse finito in quel posto.....avrebbe avuto vita breve...i miei pensieri furono interrotti da Nettuno...che a voce alta.....urlo' a Velv...che il suo nome in quel momento era Nettuno......" Ascolta mio caro....comprendiamo tutti che e' molto difficile per te recuperare i ricordi..il Capitano Velv....sarà comprensivo spero...."......presi la mano di Nettuno tra le mie....." Bene...vediamo se posso darvi una mano.....ammettendo che Guisgrad....questo fantomatico bugiardo...sia planato su qualche isola...ci sono due possibilità che poi non sono così diverse tra di loro.....in entrambe vivono solo donne.......in una sono guerriere....e odiano gli uomini ...nell'altra vivono in pace...ma non sono ammessi gli uomini.......e quindi....gli uomini non essendo graditi vengono uccisi.........diciamo che potrebbe essere un'avventura........un po' come dire......con poche probabilità di vittoria.....".........bene ........ ora Nettuno doveva dare il meglio di se stesso...........dovevamo tornare sulla mia isola...se lui non voleva rimanere lì....
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Stessa strada e stessi palazzi..sapevo ovviamente andavamo da Laika e nel Palazzo dell' Incertofato.
Fummo portate al cospetto di Laika che era in compagnia delle bambine. "I miei saluti milady Laika...vi sembrerà strano conosco il vostro nome..prima di tutto solo una donna come voi poteva creare questa sfarzosa città..sono lady Angelique, questa è la mia dama di compagnia ma fa difficoltà a parlare fin dalla nascita" e guardai Imia sorridendo.."Sono qui per affari diciamo..è stata qui una indovina? Una sciocca mia suddita...e qui dovrebbe trovarsi suo marito..ovviamente più sciocco di lei partendo pure dal presupposto sia un uomo" dissi con una risata sarcastica...ma che devo fare!!!!"Bene io sto costruendo un mio piccolo regno..i due sono fuggiti..e poi la donna è tornata..non che mi interessi della vita di quell' uomo..ma sarebbe il capomastro e poi deve essere processato secondo le leggi del mio regno..e mi ha rubato la spada di famiglia..una spada a forma di rosa..sono qui per barattarli...l' ostaggio e la spada..con oro..e se avete altri uomini da sfruttare vi darò pure altro oro..sono una donna di affari..non di sentimenti" dissi ridendo. |
“Non conosco nessuna isola di sole donne.” Disse Velv ad Elisabeth. “Ma so per certo che la nave volante ha risalito il Lagno e giunta nell'entroterra.”
“E quali terre credete abbia raggiunto?” Chiese Nettuno. “Beh... una fra Licinia o Nolhia credo... sono le fra le prime che si incontrano provenendo dalla costa...” Nettuno allora si avvicinò alla carta e restò a studiarla. Strane sensazioni raggiunsero il suo animo. “Io credo...” mormorò “... si, credo che la nave volante abbia risalito il Lagno da questo punto...” “Come fate a dirlo?” Domandò Velv. “Qui il corso è più ampio” spiegò Nettuno “ed una nave, immagino molto grande, non può che passare da qui. Dopotutto non può restare sempre in volo e deve pur scendere...” “Si, forse è così...” annuì Velv. |
Laika ascoltò con attenzione Altea.
“Salute a voi, dunque.” Disse poi. “Gli uomini non verranno barattati, in quanto ci occorrono per scavare il sottosuolo. Se li dessimo via in breve non avremmo più forza lavoro da adoperare. Quanto alla spada però... forse possiamo accordarci, a meno che non sia andata persa...” guardò una delle sue ancelle “... fatemi sapere della spada appartenuta al musico.” L'ancella mostrò un lieve inchino ed uscì. Tornò poco dopo e parlò a bassa voce a Laika. “Pare che la spada non sia più qui.” Questa ad Altea. “E' stata presa dal comandante delle nostre guardie. Ma a breve sarà qui e chiederemo cosa ne ha fatto. Nel frattempo sarete ospiti qui, per la cena.” |
Osservai Imia...non cedeva..."Se la spada è in possesso della vostra capoguardia..allora sicuramente potrò riaverla dunque" e tirai fuori dalla sacca una pepita di oro tra le tanti trafugate dal veliero.."Ovviamente sarà un onore fermarmi a cena con voi..." e mostrai la pepita "e io mi ero premurata a darvi questa...guardate..vale molto..sicuramente più di quell' uomo...una pepita a voi o più di una e l' uomo a me..credetemi..è un piantagrane..vi darà problemi..nel mio regno ha fatto un complotto contro me e ha convinto pare pure un altro uomo e una donna..e farà ugualmente qui..vi conviene disfarvene di lui..avrete tanti uomini a vostro servizio..a me bastano due e una donna e poi potete pure avanzare delle richieste".
Le porsi la pepita di oro e una gemma.."Ah, la gemma è per la mia spada..credetemi Laika, permettetemi di chiamarvi per nome e pure voi potete fare altrettanto..nel mio regno vi sta pure oro...e possiamo scambiarci il favore..potrete disporre pure delle mie miniere..pensateci mentre ceniamo..una alleanza tra il vostro e il mio regno in cambio di cosa? Di due sciocchi uomini e una gentil donna..una mia soldatessa" e la guardai dritta negli occhi. |
Stupido arrogante di un misero uomo.....con chi diavolo credeva di avere a che fare............" Io credo capitano che non abbiate sentito parlare di molte cose....ecco perchè avete bisogno di Nettuno.........".....presi il compasso...e segnai un punto bene preciso sulla cartina........." Così tanto per pasticciare le vostre idee Capitano Velv...".....Quel punto era un punto ben preciso e Nettuno con la sua nave lo stava percorrendo........per arrivare sulla nostra spiaggia.......Ecco perchè Nettuno aveva puntato quel punto sulla cartina ...... non mi feci troppe domande su cosa cercava il capitano De Gur.....ma mi chiesi sino a che punto l'Oracolo avesse le sue ragioni per predire la distruzione della mia isola.......
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Mi lasciai cadere a terra, in quella buia cella.
Sentivo la pietra sulla pelle ma non mi importava. Avevo fallito. Ero stata una sciocca a fidarmi di quella donna. Una sciocca a sperare di riuscire in quell'impresa. Sentivo Guisgard e Pepe parlare, ma non ebbi la forza di dire niente. Era colpa mia, ed era un peso che faticavo a sopportare. Volevo salvarlo e avevo solo peggiorato la situazione. Chiusi gli occhi per un momento. Forse Anghela aveva ragione, ma io ero felice di non essere diventata come lei, nonostante tutto. Forse non avevo avuto l'amore, ma aver amato era già abbastanza. Non era così che volevo morire, ma infondo sapevo che sarebbe successo. Avevo evitato la forca così tante volte. Pregai solo che mi uccidessero per prima, ma sapevo bene che non mi avrebbero mai fatto questo favore. Restai immobile a fissare un punto indefinito della parete. |
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