Camelot, la patria della cavalleria

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-   -   Tylesia e il perduto Fiore dell'Intelletto (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=1919)

Guisgard 29-05-2012 17.47.00

Margel sorrise a Talia.
“Non c'è tempo...” disse “... mi credono una monaca... presto, indossate il mio abito monacale... e ascoltatemi bene... siete cieca e non sospettano nulla... uscite da qui e proseguite sempre diritto nel corridoio... contate cento passi poi troverete una porta alla vostra sinistra... fate attenzione, da sulle scale... scendete e poi imboccate una porticina a destra... a quel punto sarete nel cortile e tutte le monache dormiranno... allora camminate diritto avanti a voi fino a raggiungere il muro di cinta... con le mani cercate una corda che scende dall'alto... una volta trovata, tirate forte per tre volte... che il Cielo vi assista! Ora andate!”

Talia 29-05-2012 18.06.01

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 46721)
“Non c'è tempo...” disse “... mi credono una monaca... presto, indossate il mio abito monacale... e ascoltatemi bene... siete cieca e non sospettano nulla... uscite da qui e proseguite sempre diritto nel corridoio... contate cento passi poi troverete una porta alla vostra sinistra... fate attenzione, da sulle scale... scendete e poi imboccate una porticina a destra... a quel punto sarete nel cortile e tutte le monache dormiranno... allora camminate diritto avanti a voi fino a raggiungere il muro di cinta... con le mani cercate una corda che scende dall'alto... una volta trovata, tirate forte per tre volte... che il Cielo vi assista! Ora andate!”

“Cosa?” mormorai, sorpresa da tutte quelle informazioni “Cosa?”
Per un attimo rimasi senza parole... quasi sopraffatta dalla sorpresa...
“No, Margel!” dissi poi, d’impulso “No, Margel... è una follia! Non posso lasciarvi qui al mio posto! Cosa avverrà quando vi troveranno? Cosa avverrà a voi ed a Delucien? Non posso fuggire e lasciare voi in pericolo... li avete visti quei Cavalieri? Ebbene... non scherzano! Non vi perdoneranno di avermi fatta fuggire! Margel, vi prego... non chiedetemi questo! Deve esserci un'altra soluzione... deve!”

Guisgard 29-05-2012 18.21.53

“No, non vi è altra soluzione.” Disse Margel a Talia. “Forse i cavalieri sono già di ritorno con la lettera del vescovo... e allora nessuno potrà salvarvi... milady, dovete andare e subito. Perdere altro tempo potrebbe essere pericoloso... a me non accadrà nulla... mi troveranno qui e al massimo sarò condotta davanti al vescovo o all'Arciduca... e forse, San Michele mi concederà una nuova Grazia... sapete...” sorridendo “... Delucien ed io ci conosciamo da piccoli... lui cominciò a corteggiarmi già verso la nostra adolescenza... diceva che i miei occhi azzurri erano capaci di incantare chiunque... e forse aveva ragione...” esitò “... San Michele mi ha ridato Delucien e so che non mi separerà più da lui... ed è per questo che voglio aiutare anche voi... si, nessuno deve più soffrire a causa dell'ingiustizia... ora, in Nome del Cielo, andate!”

Guisgard 29-05-2012 18.32.55

Fyellon fissò Altea ed annuì.
“Si, mi stavo occupando dei soccorsi...” disse il cavaliere “... ora andremo da lui...”
“Cavaliere.” Chiamò all'improvviso Renya. “Devo parlarvi...”
“Torno subito.” Rivolgendosi Fyellon ad Altea.
Rimasto solo con Renya, Fyellon chiese il motivo di quell'incontro.
“Sta andando tutto bene, vero?”
“Cosa intendete dire?” Chiese Fyellon.
“La gente che accorre a vedere lo spettacolo che avete messo così abilmente in scena...” rispose lei “... poi quel poeta per immortalare il vostro nome... persino la gratitudine di Barius e dei suoi genitori... i miei complimenti, messere.”
“Cosa volete?”
“Si, voglio qualcosa...” avvicinandosi Renya “... voglio la vostra parola che mi porterete con voi quando tutto sarà finito...”
“E Barius?”
“Si rifarà una vita...” stringendolo a sé lei.
“Non rovinerete il mio piano...” e strinse il collo di lei.
Renya, allora, sentendosi perduta, cercò il modo per liberarsi.
Afferrò un coltello e trafisse al fianco Fyellon.
Ma la corazza rossa spezzò il coltello.
“Chi...” mormorò Renya “... chi siete? Un demonio?”
“I demoni non esistono.” Lasciandola finalmente lui. “E ora continuerete il vostro ruolo di moglie devota... o io vi ucciderò come la lurida cagna che siete...”
Ed uscì, tornando da Altea.
“Andiamo da Barius, milady.” Disse alla ragazza.

Altea 29-05-2012 18.48.13

Fyellon mi rassicurò e gli fui grato di quel gesto, quando uscì la moglie di Barius, stavo per avvicinarmi a lei per darle notizie del marito ma ella chiese di parlare con Fyellon, qualcosa mi era sempre sembrato strano del comportamento di Renya...dal primo momento mi accorsi che era quasi attratta dal cavaliere.
Aspettai fuori dalla cucina, ma sentivo delle voci concitate, non osai entrare, non era mia abitudine essere invadente e aspettai pazientemente quando vidi uscire Fyellon.
Lo seguii, lo scrutavo...fin da piccola avevo avuto questo vizio o dono, osservare attentamente le persone in volto per carpire le loro espressioni o ciò che pensavano e Fyellon era un misto tra il turbato ed euforico.
"Cosa vi ha detto milady Renya, noto che vuole sempre conferire con voi, devo forse essere gelosa?" gli chiesi sperando mi raccontasse ciò che era successo.

Talia 29-05-2012 19.27.09

“Oh, Margel...” mormorai “Margel... è una cosa talmente folle...”
Allungai le braccia e feci mezzo passo avanti, verso di lei... e quando trovai le sue mani, la abbracciai.
“Grazie!” sussurrai con voce spezzata “Grazie Margel... grazie! Ma io non posso... non posso mettervi così in pericolo... non voglio...”
Lei tuttavia non badò più alle mie parole... e così, dopo aver ricambiato il mio abbraccio per appena un momento, dopo avermi messo qualcosa in fretta sulle spalle ed in testa, mi spinse quasi a forza fuori dalla piccola cella...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 46723)
ora, in Nome del Cielo, andate!”

“Margel...” sussurrai, mentre la sentivo aprire la porta... ma fu un attimo, poi la porta si richiuse e fu il silenzio intorno a me.
Inspirai, dunque, e mi voltai a fronteggiare il corridoio... non sapevo se vi fosse qualcuno o no, così chinai la testa e tentai di rammentare le parole di Margel...
Cento passi, aveva detto... uno, due, tre... contai fino a cento, rallentando via via l’andatura... al centesimo esatto, mi voltai verso sinistra e allungai una mano... trovando subito la maniglia di una porta, proprio come Margel aveva detto... la spinsi dunque e la varcai lentamente, iniziando poi a scendere quella ripida scala, al termine della quale, varcando una porticina a destra, mi ritrovai nel cortile...
Inspirai profondamente... raramente l’aria mi era sembrata più profumata e più fresca...
Margel aveva detto di camminare diritto davanti a me, allora... lo feci, lentamente... fino a raggiungere un alto muro di mattoni... protesi le mani e lo esplorai con attenzione, finché le mie dita non incontrarono una spessa corda...
Tremavo...
La strinsi con forza e la tirai per tre volte.

Guisgard 29-05-2012 19.55.02

XXIV Quadro: Per Sempre...

"La mia eternità è proprio opera tua."

(Novalis, Enrico di Ofterdinghen)




La corda cominciò a diventare tesa e poi a issare Talia sul muro di cinta.
“Talia...” sussurrò Guisgard che la stava attendendo dall'altra parte del muro “... sono qui, sotto di te... ora lascia cadere la corda e poi salta giù... ti prenderò io... e poi partiremo, lontano da tutto e da tutti...”

Esistono dei luoghi, se animati dalle nostre emozioni più profonde e travolgenti, capaci di far specchiare in essi qualcosa di mutevole, sfuggente, inafferrabile.
Luoghi in grado di adottare forme e fattezze diverse ed assumere le sembianze del sogno.
E fra questi luoghi vi è senza dubbio il bosco di Suessyon.
Nel suo verde ventre inquieto ed irregolare, primordiale e sterminato, pare a volte generarsi qualcosa di diverso, sconosciuto perchè mai visto su questa terra.
Talvolta è il cielo agitato da grosse nuvole crucciate che sembra sul punto di crollare sul bosco, come un mare in tempesta le cui onde si sferzano contro montagne millenarie, simili ad invalicabili scogliere, come barriere insuperabili, oltre le quali domina solo l'oblio del tempo perduto.
Altre volte sono i colori radiosi della novella Primavera a tingere il bosco, o i contorni sbiaditi dell'afoso cielo estivo a vestire di immutabili colori quel luogo.
O in certi casi è l'Autunno ad immalinconire con il suo silenzioso e tenue passaggio il verde polmone di Suessyon.
E proprio in uno di quei pomeriggi, quando cioè il bosco si apriva per divenire qualcos'altro, due giovani spiriti, come spesso accadeva, erano abbandonati al dolce canto della natura in fiore.
“Ho sentito che la figlia del Gastaldo” disse Talia “è fuggita con un giovane pastore. Ne parlava stamani il maestro con uno dei monaci venuti a raccogliere offerte per il monastero.”
Guisgard ascoltava in silenzio.
“Il padre, sembra, volesse darla in sposa ad un ricco vassallo.” Continuò lei. “E lei, che invece amava il pastore, ha deciso di fuggire con lui.”
Guisgard accennò un enigmatico sorriso.
“Si, lo so...” fissandolo Talia “... a te tutto questo sembra immensamente romantico e perciò approvi la loro decisione...”
“Tu invece no?” Domandò lui.
“Anche io certo...” rispose Talia “... ma per altri motivi...”
“Quali?”
“Beh...” disse lei “... soprattutto perchè non accetterei nessun tipo di imposizione, specie sulla mia felicità... è assurdo che qualcuno debba impormi scelte e decisioni non mie...” sorrise “... e poi sai bene che io sono sempre pronta ad osteggiare ogni tipo di gerarchia precostituita.”
“Ah, allora è un dispetto il tuo.”
“Che sciocchezza!” Esclamò lei. “Ovvio di no! Ma per me è inconcepibile che qualcuno possa decidere al mio posto! Resta però una situazione complicata...”
“Già.” Fece lui.
“Voglio dire...” tornando a fissare il bosco lei “... non sarà certo con questa fuga che risolveranno i loro problemi... i soldati di suo padre li cercheranno e saranno così sempre dei fuggiaschi... poi non avranno di che cibarsi... il Gastaldo infatti avrà di certo confiscato il suo gregge e la sua casa... insomma, li aspetta una vita di incertezze e difficoltà...”
“Magari per loro” disse lui “conta stare insieme. Amarsi contro ogni difficoltà ed al di là di ogni ostacolo... talvolta, anzi sempre, l'amore va meritato e conquistato.”
“Non volevo dire questo.” Voltandosi lei. “Non farmi apparire come la cinica di turno. Il romanticismo non è una tua esclusiva, caro cavaliere.”
Guisgard rise di gusto.
“Io invece non voglio di questi problemi...” avvicinandosi poi a lei “... se diventerò Gastaldo imporrò a tutti il mio volere e mi farò obbedire senza alcun problema.”
“Ed io ti odierò!” Esclamò lei.
“Ma come?” Sorridendo lui. “Se sarò Gastaldo tu sarai la mia preferita.”
“Grazie, è un onore che non desidero.”
“E avrò tanto denaro, così da poterti comprare tutto ciò che desideri... anche un tamburo per farti scendere in piazza e marciare contro le ingiustizie e le tirannidi.” E rise di gusto.
“Che scemo!” Disse lei. “Ti stai burlando di me! Ma tanto faresti una brutta fine anche tu, come tutti i despoti del mondo! Niente dura per sempre.”
“Beh, non è mica vero...”
“Cosa?”
“Che tutte le cose devono finire.” Strappando dell'erba da terra. “Io credo che quelle belle e importanti, invece, possano durare per sempre.”
Talia sorrise.
Spesso sorrideva, senza rispondere nulla, lasciando Guisgard in una dolce incertezza.
“Dove sei stato stamattina?” Chiese.
“Al monastero...” rispose lui “... si erano fermati degli attori itineranti perchè dovevano portare un dono promesso in voto...”
“Bello.”
“Già...” annuì Guisgard “... ho assistito alle prove di uno spettacolo che stanno preparando per poi rappresentarlo in paese...”
“Che spettacolo era?”
“Sembra buffo, ma il titolo riguarda il nostro discorso di poco fa...”
“Quale?” Domandò Talia.
“Quello sulla durata delle cose...”
“Nulla accade per caso.” Sorridendo lei. “Lo dici sempre tu, no? Dai, dimmi il titolo...”
“Il titolo era... Per Sempre...” disse lui “... vuoi sentire la trama?”
“Si, ti prego...”
“La storia parla di un attore...” fece lui “... vaga di città in città ed in ognuna rappresenta in teatro le sue opere... un giorno però sì imbatte in una strega... ella impone su di lui una terribile maledizione... non vedrà mai il giorno dopo il suo prossimo spettacolo, rivivendo all'infinito la vita del suo personaggio, imprigionato sulla scena... egli, però, sembra non dar credito alla strega... raggiunge una nuova città e si appresta a mettere in scena lo spettacolo. Qui però conosce un'attrice del posto e se ne innamora perdutamente... recitano insieme sulla scena e anche lei si innamora di lui... e dopo lo spettacolo fanno l'amore. Ma prima di addormentarsi, lui regala a lei un fiore... il giorno dopo, al suo risveglio, lei non c'è... allora lui esce a cercarla e incredibilmente si accorge che tutto è come il giorno precedente... in città vi è attesa per lo spettacolo e tutti si comportano come se tutto dovesse ancora accadere... anche lei, la ragazza che lui ama, non lo conosce e non rammenta nulla del giorno prima... allora lui decide di corteggiarla di nuovo, fino a farla innamorare ancora sulla scena... i due fanno l'amore e anche stavolta lui le dona un fiore, ma diverso, prima di dormire... ma il giorno dopo nulla muta e di nuovo lui rivive la giornata precedente... l'oscura maledizione della strega sembra averlo imprigionato in uno scorrere del tempo incantato, dove si ripete all'infinito il medesimo giorno... e così lui riprepara lo spettacolo e di nuovo comincia a corteggiare la sua amata, fino a farla nuovamente innamorare, fino a fare ancora una volta l'amore con lei... e come gli altri giorni, anche stavolta, prima di addormentarsi, lui le regala un fiore, sempre diverso... il giorno seguente egli però si ritrova ancora una volta a rivivere le stesse cose... e così si sussegue all'infinito il medesimo giorno, dove tutti rifanno le stesse cose e dove solo lui si rende conto del tempo incantato... egli però non si perde d'animo ed ogni giorno manda in scena uno spettacolo diverso ed ogni giorno conquista la sua amata attrice con nuove parole e nuovi gesti... e sempre, ogni notte, lui dona a lei un fiore differente prima di addormentarsi... passano così i giorni e le notti, per poi ripetersi il tutto infinitamente nello stesso giorno, chiuso ogni volta da un diverso fiore donato, come una margherita, un giglio, una rosa, un'orchidea, un geranio... poi, dopo l'ennesimo giorno in cui lui manda in scena un nuovo spettacolo e conquistato nuovamente il cuore di lei, prima di addormentarsi le regala un altro Fiore, ma stavolta un Fiore particolare, donatogli da un vecchio vasaio... e per magia, il mattino seguente, al suo risveglio si accorge che lei è con lui, ancora addormentata con la testa sul suo petto... escono in strada e tutti sono in festa per il bellissimo spettacolo del giorno precedente. L'incanto è stato finalmente rotto e i due possono vivere totalmente il loro grande amore.”
“Bellissima...” sussurrò Talia, che aveva ascoltato il racconto di Guisgard con la testa poggiata sul tronco di un albero.
Pochi istanti dopo cadde addormentata sul petto di lui.
“Come sarebbe facile ora...” disse lui, accarezzandole il viso “... si, come sarebbe facile dirti tante cose, tutte quelle che ho nel cuore... sai, non sono diverso da quell'attore... quante storie dovrò ancora inventare? In quante storie dovrò ancora una volta conquistarti? Si, conquistarti in infinite storie, infinite volte, per poi perderti alla fine di ognuna di essa e ricominciare da capo in una nuova, ennesima storia inventata solo per te...” sospirò e fissò poi il cielo di Suessyon “... si, sono come quell'attore... in un mondo sempre uguale, fatto di gesti vuoti e senza vita, l'unica cosa viva sono le parole che scrivo e recito per raggiungere il tuo cuore, Talia... solo questo anima il tempo e rende tutto ciò che ci circonda simile ad un sogno...”
In quel momento suonò la campana del Tempio del Casale.
“Oh...” svegliandosi Talia “... devo essermi addormentata...”
Guisgard sorrise.
“Sai...” fissandolo lei “... stavo sognando qualcosa... ma non ricordo cosa...”
“Non abbiamo bisogno dei sogni.” Disse lui. “Ti va di venire in un posto?”
“Ora?” Raggiante lei. “Si, subito! Dove andiamo?”
“Vedrai...”
E presa Talia per mano, Guisgard la condusse in un luogo speciale, avvolto dai purpurei riflessi del Sole che tramontava su Suessyon.
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“Talia...” sussurrò Guisgard, destandola da quel ricordo “... salta giù... al mio tre... pronta? Uno... due... tre!”

Guisgard 29-05-2012 20.18.06

“Non ci credo.” Disse Fyellon sorridendo ad Altea. “Gelosa? E perchè? Renya voleva solo sapere di suo marito... è molto preoccupata. Deve amarlo veramente tanto. Piangeva prima, ma mi ha chiesto di non dirlo a nessuno. Venite, andiamo alla montagna.”
Tornarono così alla montagna e trovarono ad attenderli Seth.
I minatori, intanto, continuavano a scavare nella montagna.
“Finalmente siete giunti!” Fissandoli il poeta.
“Cosa accade?” Domandò Fyellon.
“Barius...” agitato Seth “... non risponde più... credo stia male...”
“Dannazione!” Esclamò Fyellon. “Presto, tornate alla locanda e fate venire qui il comandante Gerprando ed il medico! Presto!”
“Si!” Annuì Seth e corse alla locanda.

Lilith 29-05-2012 22.43.58

Non ero mai stata così impaurita. Una parola avrebbe potuto cambiare il mio destino e quello di altri due uomini.
Sentivo il sangue che pulsava nelle orecchie. Una goccia di sudore scendeva lentamente sulla mia fronte. Io non me ne accorgevo, ma stavo ansimando. Le mie palpebre si chiudevano e si aprivano in maniera eccessivamente irregolare e la vista mi si stava lentamente offuscando. Le ginocchia tremavano e non sarei riuscita a restare in piedi ancora per molto.
"Come può qualcosa divenire acqua appena cade?" dissi io, con le poche forze che mi restavano "Esiste qualcosa che si trasforma, una volta caduto?"

Altea 29-05-2012 23.00.17

Rimasi in silenzio...per cui anche se fossi stata gelosa veramente non mi avrebbe creduta, pensai. "Ma che persona è..non lo scalfisce nulla" pensai "è preso da se e basta."
Entrammo nella montagna e vidi il viso pallido di Seth..Barius non rispondeva più e Fyellon fece mandare a chiamare il dottore.
"Io" dissi a Fyellon "non penso di sentirmi bene, scusate esco un attimo". Mi mancava l'aria, non era dovuto alla polvere ma dalla tensione, dal fatto che Barius potesse essere morto, iniziai a camminare..non volevo più rimanere lì, ero già fuggita ma il cavaliere mi aveva ritrovata, mi addentrai nella selva, l'erba era alta e sguainai dal fodero la spada presa al fabbro e con essa tagliavo i rovi e l'erba che mi impedivano il passaggio.
Non mi avrebbe trovato stavolta, e io sarei ritornata sola a Tylesia..mi soffermai quasi sorridendo pensando alla cara Elisabeth lasciata laggiù e pensai che ella, regina dei Boschi, qui sicuramente avrebbe trovato l'uscita.

Talia 30-05-2012 15.25.04

La corda si tese tra le mie mani ed un istante dopo i miei piedi si staccarono da terra... e poi la udii... udii la sua voce e fu come vedere una luce in fondo ad una buia grotta... sorrisi.
“Guisgard...” sussurrai “Oh, Guisgard... sei qui...”
E fu allora che, per chissà quale ragione, quel lontano ricordo attraversò la mia mente... quel giorno lontano e quel racconto... avevo sempre amato il modo in cui sapeva raccontarmi le cose, il modo in cui sapeva dipingere con le parole per poi mostrarmi mondi lontani ed inesplorati...
Sospirai a quel ricordo e per un attimo vi rimasi come impigliata, leggera e felice al solo rammentare quei giorni, quelle parole...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 46727)
“Talia...” sussurrò Guisgard, destandola da quel ricordo “... salta giù... al mio tre... pronta? Uno... due... tre!”

Sorrisi.
Poi allargai le braccia ed, al suo tre, saltai senza pensarci un solo momento.

Guisgard 30-05-2012 15.39.13

"Daniel..." disse Giada "... osserva... osserva quel cavallo... non noti nulla di strano? Perchè quando deve abbeverarsi entra in acqua sempre voltato dalla parte opposta? Come se qualcosa lo spaventasse... ma cosa?"

Guisgard 30-05-2012 15.56.05

Altea fuggì via da quel luogo, per poi addentrarsi nella sterminata selva.
Penetrò un po' nella fitta vegetazione, fin quando vide del fumo da lontano, come se qualcuno avesse acceso un fuoco.
Alla montagna, intanto, era giunto il medico.
Fyellon lo portò a vedere Barius.
“E' in condizioni disperate...” disse il medico “... non si può sopravvivere per così tanti giorni sempre nella stessa posizione...”
“Mancano pochi metri” fece Fyellon “e i minatori saranno da lui! Non può morire ora!”
“Forse lo troveranno morto...”
Cambierebbe qualcosa?” Domandò Gerprando. “Mostreremo il cadavere a tutta quella gente e diremo che abbiamo fatto il possibile. Del resto, daremo la possibilità ai suoi genitori di seppellirlo e pregare sulla sua tomba.”
“Non capite?” Fissandolo Fyellon. “La gente vuole il lieto fine! Chi credete che ami la gente dei personaggi dell'Iliade o dell'Odissea? Agamennone? Aiace Telamonio? Oppure Ulisse? La gente non ama i perdenti, i falliti e noi abbiamo perso, abbiamo fallito se Barius viene estratto morto da quella maledetta montagna!”

Guisgard 30-05-2012 16.37.10

Al tre di Guisgard, Talia saltò giù ed il cavaliere la prese al volo fra le sue braccia.
“Talia!” Disse sorridendole. “Come stai? Ti hanno maltrattata?”
Ma proprio in quel momento si udì un gemito.
“Si, hai ragione, Sheylon...” fissando la sua tigre Guisgard “... meglio partire subito...”
il cavaliere allora fece salire Talia in sella a Luthien e lui montò in groppa a Peogora.
“Delucien” disse Guisgard a Talia “mi ha detto di galoppare verso Nord... quando saremo abbastanza lontani, cercherò un luogo in cui passare la notte. Andiamo, Talia.”
E lasciarono Maddola.
Galopparono fino al mattino, addentrandosi nel ventre della foresta e solo in prossimità dell'alba avvistarono un piccolo edificio.
Era una locanda.
I due fuggiaschi allora la raggiunsero e chiesero una stanza per riposare.
“Una stanza costa mezzo Taddeo!” Fece il locandiere. “Pasti compresi. E si paga prima, naturalmente.”
Guisgard annuì e pagò.
“Qual'è la città più vicina?” Domandò al locandiere.
“Qui siete a metà strada” rispose questi “tra le province del Sud e quelle del Nord. Dove siete diretti?”
“In nessun luogo, non importa.” Annuendo Guisgard.
I due allora salirono nella loro camera per riposare.

Talia 30-05-2012 17.36.47

Salimmo le scale, lentamente...
Ero molto stanca: avevamo cavalcato per tutto il giorno, tra boschi e valli, senza mai diminuire l’andatura neanche per un poco... le gambe mi facevano un gran male, dunque, ed anche la schiena e le mani... e tuttavia non volevo che Guisgard se ne accorgesse, non volevo che si preoccupasse anche per questo. Pensai che anche lui dovesse essere molto stanco, e non solo per il troppo cavalcare ma anche perché aveva continuato per tutto il giorno a dare piccole e rapide istruzioni a Luthien al posto mio...
“Non credo che il locandiere si accontenterà del poco che gli hai detto...” mormorai, dopo aver accuratamente richiuso la porta dietro di noi “Farà altre domande e tu non potrai continuare a tacere! Perciò, credo, sarà meglio ripartire presto...”
Sorrisi, poi, e sollevai una mano a carezzargli il viso...
“Perché non ti stendi un po’, allora? Sarai stanco... devi dormire!”

Guisgard 30-05-2012 18.15.22

Guisgard prese la mano con cui Talia lo stava accarezzando e la baciò.
“Non sono stanco.” Disse. “Tranquilla.” Poi sorrise. “Poi tu sai bene che sono sempre fresco come una rosa! Ora stenditi e cerca di riposare un po'. Non pensare al locandiere. Gli darò una buona mancia e vedrai che la sua curiosità sarà ammansita. Su, riposa... il letto mi sembra morbido... io invece scenderò un attimo a vedere Sheylon... gli ho detto di restare nei paraggi e di non farsi scorgere... a dopo, gioia...” le diede un bacio sulla fronte e scese giù.

Dal camminamento di ronda del palazzo si poteva guardare fin dentro il più estremo confine che separa la luce dalle tenebre, il suono dal silenzio, la conoscenza dall'oblio.
Le ultime nuvole, sopravvissute al vento del giorno, come veli si disperdevano nell'impenetrabile manto della notte, nel quale trovano riparo e dimora i tormentati ed errabondi spiriti notturni ormai rinnegati dai Cieli e banditi dalla Terra.
Un malinconico silenzio attraversava quel mondo, lasciando enigmatici tormenti nei cuori di quegli uomini.
“E' l'ora...” disse, scrutando la notte, Tessio.
“Accadrà ora?” Domandò turbato Byrros.
“Le altre notti” rispose Tessio “avvenne in quest'ora...”
Ad un tratto si udirono dei passi.
“Chi è là?” Alzandosi di scatto Tessio.
“E' voi?” Ridendo una voce. “Siete ancora certi dei vostri nomi?”
“Questa voce...” mormorò Byrros “... sarà lui?”
“Che Dio salvi il duca!”
“Pacos!” Esclamò Byrros. “Sei tu!”
“O almeno quanto di me è rimasto!” Ridendo il nuovo arrivato. “La nipote del maniscalco è timida solo in apparenza!”
“Raggiungici, siamo qui.” Disse Tessio.
E Pacos si sedette accanto agli altri due.
“Allora, lo spettacolo?” Sarcastico il nuovo arrivato.
“C'è poco da scherzare.” Disse Tessio. “Per questo ti abbiamo fatto venire quassù.”
“Per togliermi la voglia di ridere?”
“Riesci ad essere serio?” Con tono grave Tessio.
“La ronda notturna vi rende così preoccupati?”
“Ti abbiamo fatto venire qui” disse Byrros “così che anche tu possa vedere...”
“E si mostrerà?”
“Chissà.” Mormorò Byrros.
“Raccontatemi precisamente cosa avete visto le altre notti.”
“Quando quella stella” indicando il cielo Tessio “raggiunse la Luna come ha fatto ora, un brivido di freddo, improvviso ed angosciante, ci prese. La campana battè le tre e qualcosa squarciò il silenzio della notte.”
“Laggiù!” Alzandosi in piedi Byrros. “Guardate! Davanti alla torre!”
“Fermo, non farti scorgere!” Tirandolo giù Pacos.
“Ci ha visti.” Mormorò Tessio. “Visto? Dicevamo il vero.”
“Ieri era diversa...” impaurito Byrros “... aveva altre fattezze...”
“E' un'ombra...” con un gemito Pacos “... dite che ha volto?”
“Ieri” fece Tessio “era in tutto simile a lord Taddeo il vecchio, nonno di lord Andros...”
“E due notti fa” mormorò Byrros “era tale e quale a messer Sagas, precettore del nostro nobile signore...”
“Dite dunque che muta forma e immagine quell'ombra?” Domandò Pacos.
“O forse” fece Tessio “a quest'ora, in questo luogo si radunano le ombre...”
“Cosa facciamo, amici?” Sempre più turbato Byrros.
“Proverò a sbarrargli il cammino...” alzandosi Pacos.
“Attento.” Fissandolo Byrros.
“Fermati, allucinazione!” Avanzando di qualche passo Pacos. “Se sei benigna e non porti pena, allora fermati e parlami... se ti manda il Cielo, ebbene, sappi che qui dimorano i Suoi campioni... ma se sei fuggita dagli inferi, qui non troverai riparo...”
“E' svanita!” Gridò Byrros. “Che sciocchi! Non possiamo intimidirla!”
“Grandezza del Cielo!” Esclamò Tessio. “L'avete vista? Avete scorto il suo volto?”
“Si ed aveva fattezze note, anche se ora mi sfuggono...” disse Byrros.
“A me sembrava” fece Pacos ancora visibilmente scosso “l'uomo ritratto nella Sala dei Trofei... Michele di Arcwin, il cacciatore che accompagnava spesso sua eccellenza lord Roman, nonno materno di lord Andros...”
“Si, era lui.” Annuendo Tessio.
“Perchè queste ombre frequentano il palazzo?” Domandò Byrros.
“Ho idea” disse Pacos “che possa riguardare il futuro del nostro ducato.”
“Cosa facciamo?” Chiese Byrros.
“Dico” rispose Tessio “che bisogna mettere a conoscenza lord Andros di tutto questo... non so, ma ho idea che quell'ombra celi qualcosa di importante...”

Guisgard tornò dopo circa una mezz'oretta.
“Talia...” avvicinandosi al letto “... sei sveglia?” Sussurrò piano. “Hai fame? Giù hanno appena sfornato focacce dolci e tra breve serviranno anche della carne.”

Talia 30-05-2012 19.20.34

Guisgard uscì dalla stanza. Chiusi gli occhi ed ascoltai i suoi passi nel corridoio, fino alle scale e poi li ascoltai scendere al piano di sotto... si ero stanca, molto stanca e debole...
Sospirai e lentamente mi sentii scivolare in quello stato di dormiveglia pesante, che contraddistingue la spossatezza...
E fu allora che accadde... la sentii arrivare con la stessa potenza di quelle che avevo avuto al Belvedere... travolgente, nitida, totalizzante...
Mi mancò l’aria per molti minuti... vidi quegli uomini come se fossi in mezzo a loro, avvertii la loro tensione, la paura, l’ansia...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 46746)
Guisgard tornò dopo circa una mezz'oretta.
“Talia...” avvicinandosi al letto “... sei sveglia?” Sussurrò piano. “Hai fame? Giù hanno appena sfornato focacce dolci e tra breve serviranno anche della carne.”

Riaprii gli occhi e balzai sul letto, reprimendo a fatica un grido, proprio come chi si sveglia di soprassalto in preda ad un incubo orribile... tremavo.
Per un attimo esitai... quasi non rammentavo dove fossi... poi avvertii a presenza di Guisgard, il suo cuore che batteva ed il suo sguardo su di me...
“Guisgard...” mormorai, protendendomi in avanti ed abbracciandolo, tentando invano di smettere di tremare “Oh, Guisgard...”

Altea 30-05-2012 19.25.58

Camminavo da tanto, non mi ero pentita di ciò che avevo fatto, e un brutto presentimento mi pervadeva l'anima...Barius...rivolsi uno sguardo al Cielo affinchè la Madonna lo salvasse.
Vidi del fumo da lontano...cosa stava a significare? Vi era una casa? Oppure qualcuno si era accomodato tra i boschi per riposare, iniziai a camminare verso la direzione del fumo, la vegetazione si era fatta meno fitta, mi nascosi dietro un albero quando ero vicina al fumo e mi guardai con circospetto per non farmi notare, sperando di non incappare in una ennesima brutta avventura.

Guisgard 30-05-2012 19.54.19

“Ehi, piccola!” Disse Guisgard stringendo Talia. “Hai avuto un incubo? Non preoccuparti... abbiamo vissuto diverse emozioni e vicissitudini, dunque è normale che tu sia agitata... vedrai che passerà presto. Io sono qui.” Le baciò i capelli. “Su, hai bisogno di mangiare qualcosa. Sei digiuna da ieri... andiamo giù, stanno preparando cose buonissime. E appena ti sentirai più tranquilla, lasceremo questo posto.” Sorrise. “E poi Sheylon aspetta noi per avere qualcosa di buono da mangiare!”
Scesero allora al piano di sotto.
La locanda era semplice e pulita e nella sala grande ospitava un gran numero di persone che conversavano amabilmente tra loro.
Ovunque c'era un profumo di focacce appena sfornate e odore di carne alla brace.
Entrando nella sala, Guisgard e Talia presero posto ad uno dei tavoli liberi.
Ad un tavolo accanto vi erano tre individui che discorrevano fra loro.
“Forse questa bella dama potrà aiutarci a risolvere la questione.” Disse uno di quelli nel fissare Talia.
Guisgard li guardò.
“Non temete, messere.” Sorridendo l'uomo. “Vogliamo solo un parere circa una nostra disputa. Col vostro consenso, naturalmente.”
“Di cosa si tratta?” Chiese Guisgard.
“Discutevamo sull'arte.”
“Capisco.” Disse il cavaliere. “Però anche io avrei da chiedervi qualcosa.”
“Certo.” Annuì l'uomo. “Prima voi, prego.”
“Io e...”
“Si, voi e vostra moglie?” Sorridendo l'uomo.
“Si, ecco...” fece Guisgard “... dicevo, io e mia moglie siamo diretti verso Nord... potreste indicarci una città o anche un borgo, non so, a ridosso dei monti, o comunque tranquillo?”
“Avete chiesto al locandiere?”
“No, in verità.”
“Come mai?”
“Non ne abbiamo avuto il tempo...” rispose Guisgard “... siamo giunti da poco... ma non importa, chiederò al locandiere. Grazie lo stesso.”
“Non abbiamo problemi ad indicarvi una strada, messere.” Disse l'uomo. “Noi siamo in tre ed abbiamo gusti diversi. Io, ad esempio, amo la campagna e il fondovalle, mentre i miei amici” indicando gli altri due che erano con lui “preferiscono rispettivamente la montagna e i laghi. Ed è quindi naturale che per ciascuno di noi un paese tranquillo presenti caratteristiche legate alle nostre preferenze. Facciamo così, se vi garba... ora ognuno di noi sottoporrà vostra moglie ad una scelta e colui che incontrerà il suo favore vi rivelerà poi la meta migliore per il vostro viaggio. Ci state?”
“Mi sembra un po' intricato...” fece Guisgard “... ma non ho problemi. Ammesso che la cosa non dispiaccia a mia moglie.”
“Allora...” cominciò a dire il primo dei tre “... secondo voi, milady, qual'è l'arte migliore? Quella superiore a tutte le altre? Io credo che la poesia sia diversa da tutte le altre arti. Le altre sono impresse nella natura, mentre invece essa sola possiede elementi estranei a ciò che si conosce. Inoltre, diversamente dalle altre arti, la poesia è tutta interiore poiché viene concepita nell'animo e non necessita di strumenti per compiersi. Essa può essere detta a voce, non necessariamente scritta.”
“Io invece” fece il secondo di loro “penso che la musica superi tutte le altre discipline. Essa vive nella natura e da essa si manifesta... il canto degli uccelli, il sibilo del vento, il verso del grillo nelle sere d'Estate... l'acqua di un torrente che scorre su ciottoli lucenti, il boato potente di un tuono lontano. No, non vi è dubbio che solo la musica sa animare il mondo.”
“Secondo me” mormorò il terzo “è la pittura ad essere superiore alle altre. Le immagini della natura sono belle e prodigiose e assegnano il gioco delle luci e delle ombre ad ogni cosa. Tutto così si anima in essa.”
“Allora, milady?” Fissando Talia il primo dei tre. “Secondo voi chi fra noi ha ragione?”

elisabeth 30-05-2012 19.57.41

Quando parlavo con Reas avevo l'impressione che conoscessimo persone diverse pur avendo frequentato gli stessi luoghi..........Il manaco invece sembrava non essere scalfito da nulla......impassibile nella sua tonaca.....quando dalle sue labbra usci' una strana proposta..."....Vedete Monaco......le mie facolta' mi portano a girare il mondo soltanto trasportando la mia anima......ho veduto giardini...fiori.....meravigliosi posti e anche Tylesia cela un fiore di rara bellezza...non credo di potervi accontentare.....se vi portassi il fiore di Tylesia distruggerei molte persone.....se non riporto a Tylesia i cigni...moriro' solo io ed un'altra persona, credetemi Monaco.....meglio condannare due anime dannate...che quelle di molti innocenti..."......

Guisgard 30-05-2012 20.12.59

Altea si avvicinò così al fumo e rimase ben nascosta in attesa di scorgere qualcosa.
Vide allora un fuoco acceso, attorno al quale stavano alcuni uomini.
“Messere...” disse uno di loro “... cosa faremo ora?”
“Forse ritorneremo a casa...” rispose quello che sembrava essere il loro capo “... quante fanciulle abbiamo visto morire... e tutte inutilmente... Tylesia forse è condannata davvero...”
“Vogliamo cercare un'altra ragazza?” Domandò un altro di quelli. “Cosa ne dite, signore?”
“Occorre una fanciulla speciale, fuori dal comune...”

cavaliere25 30-05-2012 20.13.47

si facciamo presto non abbiamo tempo rischiamo di essere presi e risbattino in gattabuia io non ho nessun desiderio vi lascio decidere a voi e mi spostai un po

Daniel 30-05-2012 21.56.52

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 46739)
"Daniel..." disse Giada "... osserva... osserva quel cavallo... non noti nulla di strano? Perchè quando deve abbeverarsi entra in acqua sempre voltato dalla parte opposta? Come se qualcosa lo spaventasse... ma cosa?"

Giada aveva ragione... L'acqua.. Il Cavallo aveva paura dell'acqua.. Forse avevo un idea... Ea passato molto tempo dall'ultima volta che avevo usato la magia.. Era forse stato sulla nave di Goz? Mi alzai in piedi ... Il cavallo continuava indisturbato a bere.. Mi avvicinai piano e con uno schiocco di dita lo circondai in un vortice d'acqua impetuosa e pericolosa... Firava vorticosamente intorno a lui impedendogli di muoversi.. Lentamente Mi avvicinai e gli dissi:
<<Allora ora vuoi farti domare o no?>>

Talia 31-05-2012 00.16.18

Tremavo, ma mi sforzai di sorridere alle parole di Guisgard... quella visione era stata strana, in qualche modo insolita, e volevo capire meglio di che cosa si trattasse prima di parlarne con lui... anche perché le mie visioni finivano sempre per turbarlo, ed io non volevo che avesse altre preoccupazioni.
E così scendemmo al piano di sotto...
E fu lì che quei tre individui ci fermarono e ci chiesero di rispondere alla loro domanda...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 46750)
“Allora, milady?” Fissando Talia il primo dei tre. “Secondo voi chi fra noi ha ragione?”

Rimasi per qualche momento in silenzio quando ebbero finito di parlare, riflettendo...
“Oh, beh...” mormorai poi “E’ davvero un quesito curioso... ed io non pretendo, certo, di possedere le chiavi della verità! Ognuna di queste tre arti è nobile ed unica, capace di trasmettere sensazioni e di far vibrare sentimenti...”
Esitai solo un attimo...
“La poesia sa descrivere la bellezza di ogni cosa. E’ come un mezzo magico che riesce a mostrarci anche ciò che non può essere visto... un palpito del cuore, ad esempio... o il colore della felicità... il sapore del dolore o l’odore della paura... tutto ciò è in grado di mostrarci la poesia, ed il poeta è come un mago, un incantatore. Vi sono poi, però, sentimenti che non si riuscirebbero a descrivere con l’aiuto delle parole... sentimenti fuggevoli, stati d’animo... oppure emozioni tanto profonde e potenti che il solo tentare di descriverle a parole sarebbe un oltraggio, una limitazione, un insulto... ed è qui, io credo, che la musica giunge in nostro aiuto: la musica ci fa percepire ciò che non può e non deve essere detto, ci dà la possibilità di vivere un sogno infinito e sublime nel breve spazio di qualche minuto...”
La mia voce si spense ed io per qualche attimo osservai quel buio che mi avvolgeva... e tante cose vidi in quel buio, tanti ricordi ed emozioni...
“Infine...” sussurrai “La pittura! Cos’è la pittura realmente? Che cosa ci mostra? Un uomo che dipinge un albero è un artista? E’ l’albero ad essere arte o è, piuttosto, l’immagine dell’albero a diventarlo?” sospirai “Vedete... io credo che il pittore abbia la facoltà di mostrarci il mondo non tanto com’è, ma come dovrebbe essere... la sua infinita forza è questa, così come la sua più grande debolezza, poiché un occhio attento potrà forse, con non troppa difficoltà, scorgere l’anima stessa del pittore ritratta nel quadro da lui dipinto. Ogni vero artista lascia un po’ di sé in ogni sua opera... ed è per questo che tali opere vivranno, è per questo che chi le osserva potrà trovarle belle o, finanche, potrà scorgere in esse un po’ di sé. La pittura non è dunque soltanto in ciò che vediamo, ma in ciò che percepiamo... è nel cuore, nell’anima, in ogni respiro...”
Tacqui... e per un attimo fu il silenzio.
“Voi chiedete a me quale tra queste arti sia la più grande, miei signori? Ebbene, io non lo so! Tuttavia posso dire che, secondo il mio parere, l’arte più grande è quella nella quale la mano, la mente ed il cuore di un uomo operano in accordo... ed è per questo motivo che io scelgo la pittura!”

Parsifal25 31-05-2012 00.46.48

Era giusto porre domande, una volta usciti di qui......ora avevamo altro da fare.

Ripensando all'osservazione del Maestro Redentos, rifletteì sul dirsi:

"Allora....si trasforma solo e sempre in acqua.....sembra un'enigma dalla risposta facile, ma le soluzioni posso essere tante......potrebbe essere il vapore?" dissi."Che ne pensate, Maestro?"

Guisgard 31-05-2012 00.53.10

Il monaco fissò Elisabeth senza però tradire, almeno apparentemente, alcuna emozione.
“Voi parlate di Tylesia” disse “e del suo inestimabile Tesoro senza però conoscere nulla di tutto ciò. Quella città è ormai condannata e non saranno certo poche anime ad incontrare la rovina, con o senza il vostro intervento.”
“Come fate a conoscere così bene fatti e questioni che riguardano Tylesia?” Domandò Reas.
Il monaco lo fissò ed accennò un enigmatico sorriso.
“Rispondetemi” urlò il capitano “o vuol dire che avete mentito!”
“Ho forse detto qualche cosa di sbagliato?” Guardandolo il monaco. “Ho forse mentito? Non è celato qualcosa a Tylesia di inestimabile valore?”
“Forse...” rispose Reas “... ma di certo voi non potete sapere di cosa si tratta. Neanche io ho mai veduto quel Tesoro di cui parlate. Figuriamoci voi che neanche vivete a Tylesia.”
“Tylesia è condannata.”
“Silenzio!” Lo zittì Reas. “Tylesia non cadrà! La difenderemo a costo della vita! Quei demoni non vinceranno!”
“Guai a coloro” recitò il monaco “che hanno goduto della Luce e tuttavia sono rimasti nelle tenebre. Guai a loro, poiché la loro follia sarà causa di gravi sofferenze.” Fissò poi Elisabeth. “Tylesia è condannata, milady. E con essa gran parte delle anime che vivono laggiù. Ma quelle due anime di cui parlavate... no, loro forse non sono ancora condannate. Lottate dunque per la vostra anima e per quella del vostro amico. Vi darò i cigni, ma solo in cambio del Tesoro che è custodito nel giardino di quella città. Se non volete accettare, allora vi chiedo di lasciare questo posto e non ritornare mai più.”

Guisgard 31-05-2012 00.58.29

A quelle parole di Cavaliere25, Tieste e Polidor si guardarono e cominciarono ad esprimere i loro desideri.
“Voglio tante donne!” Disse Tieste.
“Ed io tanto denaro!” Fece Polidor.
Un attimo dopo comparvero cinquanta odalische e ben tre carri pieni zeppi di monete d'oro.
“Incredibile!” Esclamò Tieste.
“Sono ricco!” Urlò Polidor.
“Avanti, un ultimo desiderio ed il mio debito sarà saldato!” Disse l'essere liberato dal pozzo.
“Complimenti!” Esclamò Alberico, fissando Cavaliere25 e i suoi due compagni. “Ora voglio vedere come riuscirete a mettervi in salvo, portandovi dietro questi tre carri stracolmi di monete e queste cinquanta odalische che non smettono un attimo di stramazzare come tante oche!”

Guisgard 31-05-2012 01.04.27

A quella magia di Daniel, il cavallo cominciò a nitrire forte e poi a scalciare.
Alla fine riuscì ad uscire da quel vortice d'acqua e a galoppare via.
“Non è dell'acqua che ha paura quel cavallo.” Disse Giada. “Ma della sua immagine riflessa in essa. Per questo cammina all'indietro quando va a bere. Proprio per non vedersi riflesso. Ora devi trovare il modo di farlo specchiare. Solo così si ammansirà. Guarda, si è fermato sotto quella quercia. Trova il modo per farlo specchiare, Daniel.”

Guisgard 31-05-2012 01.12.42

Redentos, allora, fissò la belva.
“Demone, ascolta.” Disse. “Può essere Vapore la risposta giusta?”
La belva rise in modo grottesco.
“Avete sbagliato.” Gridò. “Era la seconda possibilità. Ora morirete!”
“Aspetta!” Urlò Redentos. “Abbiamo diritto ad un'altra possibilità, visto che siamo in tre! E tocca a me rispondere adesso...”
”Ti ascolto, cavaliere.” Fissandolo la belva.
“In nome di Dio, la risposta è” disse Redentos “Neve.”
A quella parola di Redentos, la belva lanciò un grido disperato che si mutò in un infinito stridore di denti, in un insopportabile pianto di dolore e in uno straziante lamento senza fine.
Le fiamme avvolsero allora quel mostro ed esso si lanciò a terra, per poi sprofondare in un abisso senza fine.
Un attimo dopo il labirinto cominciò a tremare.
Ma fu solo per pochi istanti.
“E' finito!” Gridò Redentos. “E' finito! Non trema più!” Si inginocchiò. “Parsifal, Lilith... abbiamo vinto... abbiamo vinto l'Avvilente Costumanza... Dio sia lodato.”

Parsifal25 31-05-2012 01.20.29

Finalmente......la prova era stata superata......è stata la più complicata che abbia mai affrontato, mi grattaì la testa e dissi:

"Non ne voglio più sapere di indovinelli.......non sono il mio forte, assolutamente no." Fissaì il Maestro e con riverenza dissi: "La ringrazio dal profondo del cuore.....senza di lei....non saremo riusciti....." mi volsi, verso Lilith e la carezzaì sui capelli: "ci siamo riusciti" e sorrisi.

Dopo i convenevoli, era ora di fuggire.....stava crollando tutto......dovevamo fare in fretta Tylesia chiamava. Presi Lilith e la portaì con me......percorsi nuovamente il sentiero anche se il mio pensiero voleva alle buone anime che avevo incontrato:

"Spero che il becchino ed il vecchio mercante riescano a fuggire....."

Guisgard 31-05-2012 02.05.45

A quelle parole di Talia seguirono poi alcuni attimi di silenzio.
I tre uomini si scambiarono rapide occhiate ed annuirono.
“Tutte le grandi verità” disse il primo fra loro “che agli uomini sono celate dai loro stessi limiti, ci appaiono frastagliate in infinite risposte. E ciascuna risposta si manifesta all'animo umano come credibile ed ammissibile. E forse è davvero così, visto che la più alta forma di conoscenza è sempre inaccessibile alla debole e limitata natura terrena. Noi non possiamo giudicare ciò che voi avete detto, ma possiamo riconoscerne il valore. E solo ciò che è schietto, sincero, puro e vero possiede valore. Voi ci avete aperto il vostro animo, milady, parlandoci di voi e della vostra preferenza. E' vero. La pittura richiede l'intimo legame tra la mano, quindi il corpo, la mente, ossia la Ragione e il cuore, che rappresenta le passioni e i sentimenti dell'uomo. L'armonia dell'intero essere nella sua completezza e funzionalità. Tentare di riprodurre la natura, la Terra ed il Creato stesso è la metafora più alta e potente che rappresenta e racchiude il bisogno che ha l'uomo di imitare e tendere dunque al suo Creatore. Dio impose nelle mani dell'uomo l'intero dominio su tutte le cose. Tutto fu Creato per l'uomo e solo attraverso i suoi occhi ogni cosa si legittima. Fu l'uomo a dare un nome a tutte le cose ed esse rivivono nelle rappresentazioni che lui stesso sa dare di esse.” Sorrise ed annuì.
“Milady, vi ringrazio per aver scelto l'arte da me elogiata.” Fece l'uomo che aveva lodato la pittura. “E sta dunque a me indicare a voi e a vostro marito il cammino. Proseguite verso Nord-Est, fino a raggiungere i monti che vi appariranno innanzi. Giungerete in una città racchiusa tra due monti, arroccata attorno ad un superbo castello.” Fissò Talia e sorrise. “Milady, avete scelto la pittura e sarà questa nobile ed antica arte che segnerà la prossima meta che voi e vostro marito raggiungerete. Che Dio guidi il vostro cammino e vi conceda Gioia e felicità.”
I tre uomini chiamarono allora il locandiere e pagarono per il cibo e l'alloggio.
Poi uscirono dalla locanda e lasciarono quel luogo.
“Che tipi misteriosi.” Disse Guisgard. “Sembra quasi che conoscessero il nostro cammino precedente... mah... e sia, sarà meglio mangiare ora. Appena finito ci rimetteremo in viaggio.” E presa la focaccia, la divise in due poi con Talia, insieme ad un po' di formaggio e alla carne.

Altea 31-05-2012 11.45.30

Rimasi in silenzio, vidi degli uomini attorno al fuoco e sentii il loro discorso. Non riuscivo a capire, parlavano di Tylesia e di fanciulle morte inutilmente.. erano nemici o amici di Tylesia ?
Mi auguravo non mi scorgessero, era meglio non farsi notare soprattutto non conoscendo le loro intenzioni, quando sentii uno di loro chiedere se dovessero cercare un'altra ragazza..speciale e fuori dal comune.
Cercavo di capire a cosa si riferissero, mai a Tylesia si erano sacrificate ragazze da quel che ricordavo..il cuore iniziò a battere forte, non potevo allontanarmi, forse il fruscio della sterpaglia li avrebbero messi in allarme e si sarebbero accorti della mia presenza, rimasi immobile nella speranza se ne andassero, o si fossero addormentati per poi scappare.

Daniel 31-05-2012 14.33.26

Aveva paura della sua immagine? Bene.. Cosa avrei potuto fare? Si trovava soto una quercia.. Si! sapevo cosa fare.. Fissai Giada e le dissi:
"Speriamo che questa funzioni.."
Schioccai le dita e tutti gli alberi divennero specchi.. Cossichè il cavallo era circondato dalla sua immagine.. Cosa avrebbe fatto ora? Mi avvicinai e tesi la mano attendendolo..

Guisgard 31-05-2012 16.11.55

Quegli uomini erano raccolti attorno al fuoco, mentre Altea, ben nascosta tra la vegetazione, cercava di capire chi fossero.
“Signore...” disse uno di quegli uomini al suo capo “... ritorniamo a casa dunque?”
Il capo, un giovane uomo dall'aspetto cortese e l'aria malinconica, restò a fissare il Sole battere sulla selva.
“E dovremo allora riferire al nostro padrone di aver fallito...” mormorò dopo qualche istante “... riportargli il nostro ennesimo fallimento... e neanche stavolta essere stati capaci di salvare Tylesia...”

Talia 31-05-2012 16.21.30

Sorrisi appena a quelle parole di Guisgard, ma non dissi niente... aveva ragione, dopotutto... anche a me quei tre individui, con la loro bizzarra domanda, erano sembrati davvero insoliti.
“Chissà dove ci condurranno queste indicazioni, ora...” mormorai, mentre Guisgard mi porgeva il pane e la carne “Una città tra i monti, ha detto... circondata da due cime ed arroccata intorno ad un castello...” tacqui solo in istante, poi sorrisi appena e sfiorai la sua mano “Sembra uno di quei posti incantati di cui amavi raccontare da ragazzo, ricordi? Me ne parlavi per ore e poi promettevi sempre di portarmici un giorno...”
Ed un leggero sospiro mi sfuggì dalle labbra a quel ricordo.

Altea 31-05-2012 16.28.45

Scrutavo quegli uomini, non capivo se erano soldati, cavalieri o nobili..quando uno di loro si rivolse a un giovane uomo dal portamento fiero e nobile e sentii quelle parole "riportargli il nostro ennesimo fallimento... e neanche stavolta essere stati capaci di salvare Tylesia...” .
Dunque il loro intento era quello di salvare Tylesia? D'impeto, senza pensarci due volte, mi alzai e mi avvicinai a quegli uomini anche se la mia anima era piena di apprensione, non avevo coraggio di proferire parola.

Guisgard 31-05-2012 16.53.54

Guisgard sorrise a quelle parole di Talia.
“Una città tra due monti...” disse mentre spalmava della confettura sulla focaccia “... dunque protetta dalla natura... e arroccata attorno ad un castello, magari con qualche leggenda!” Rise. “Non vedo l'ora di arrivarci! Sono certo che ci riserverà qualcosa di speciale!” E diede la focaccia con la confettura alla ragazza. “E mangia tutto, perchè ci attende una bella corsa tra queste foreste!” Fingendo severità.

“Sapete, milady...” sussurrò Andros “... c'è una leggenda a Capomazda... in verità molte leggende, perchè sembra che questa vostra terra, Sygma, non faccia altro che ispirare bardi e poeti delle mie contrade...”
“E di cosa parla questa leggenda?” Domandò Chymela.
“Di quello che stiamo mangiando...” sorridendo Andros.
“Del pane?” Fissandolo Chymela.
“Si...” annuì il taddeide “... del pane e del sale... un'unione simbolica...”
“A Sygma” disse lei “il pane non ha il sale...”
“Lo so...” sorridendo lui.
Lei lo fissò e sorrise anch'ella.
“Parlatemi della vostra terra...” sussurrò poi “... di un luogo speciale, magico...”
“Allora vi parlerò di una città...” disse lui “... una città speciale... racchiusa tra due alti monti ed arroccata attorno ad un maestoso castello...”
“Che città è?” Chiese lei. “Perchè è speciale?”
“Perchè in quel castello” fissandola lui “accade qualcosa...”
“Cosa?”
Lui allora le si avvicinò, per poi sussurrarle qualcosa all'orecchio.
“E'... meraviglioso...” raggiante lei “... vorrei tanto vedere quel castello...”

Guisgard fece un cenno al locandiere e questi si avvicinò al loro tavolo.
“Noi partiamo.” Fissandolo il cavaliere. “Fate preparare i nostri cavalli.”
“Si, messere.” E si allontanò.
“Appena vorrai” disse Guisgard a Talia “ripartiremo.”
“Messere...” avvicinandosi all'improvviso un uomo “... perdonate se vi disturbo...”
“Abbiamo fretta.”
“Solo pochi minuti.” Ridendo lui. “Mi chiamo Umans... per servirvi!”
“Come sarebbe?”
“Cerco un impiego” rispose quello “e vi sto offrendo i miei servigi! Costo poco!” E Rise.
“A noi non occorre nulla!” Fece Guisgard. “Ora andate, abbiamo fretta!”
E l'uomo, con fare sospetto, si allontanò.

Guisgard 31-05-2012 17.14.35

Appena Altea si mostrò a quegli uomini, tutti loro si alzarono in piedi.
Estrassero le armi e le puntarono subito contro la ragazza.
“Signore!” Disse uno di loro al suo capo. “Non fidiamoci! Potrebbe essere un incantesimo dei nostri nemici! Forse la manda La Lacrima di Cristo!”
“Forse è lo spettro di una delle tante ragazze sacrificate a quei demoni!” Gridò un altro.
“Fermi!” Ordinò il loro capo. “Mettete giù le armi! Ho visto negli occhi di tante ragazze... e ricordo lo sguardo di ognuna di loro... ogni notte mi perseguitano... no, questa ragazza è come loro... nei suoi occhi è racchiusa la scintilla della vita...”
E tutti rimisero a posto le armi.

Altea 31-05-2012 17.28.24

Gli uomini estrassero le armi contro di me, e mi allontanai leggermente pronta a scappare, li sentii nominare La Lacrima di Cristo...allora i nemici di Tylesia esistevano davvero? Ma che relazione avevano questi uomini con Tylesia?
Sospirai, ero pronta al peggio ma il loro capo mi graziò, fissandomi in volto.
"Scusate" balbettai "non intendevo disturbarvi, e milord vi ringrazio per avermi risparmiato la vita, io ero nascosta tra la sterpaglia e ho ascoltato i vostri discorsi ma per onestà..perchè sto cercando di tornare a Tylesia, io e un cavaliere ci allontanammo dalla città e dal palazzo reale proprio per cercare i nemici di cui stavate parlando...la Lacrima di Cristo. Voi potreste, gentilmente, riaccompagnarmi a Tylesia, devo tornare al palazzo reale. Ma voi...chi siete?".

Lilith 31-05-2012 20.26.52

L'enigma era risolto, eravamo finalmente salvi. Un peso mi si tolse dal cuore ed una meravigliosa sensazione di sollievo mi face sentire libera. Subito, però, ricordai ciò che mi disse la voce quando entrai in quel labirinto: anche uscirne sarebbe stato un problema.
Le pareti iniziarono a tremare. "Scappiamo!" gridai io, mentre correvamo verso l'uscita, seguendo i segni che Parsifal aveva scritto sulle pareti.
Quando il cavaliere mi ricordò della presenza di altri uomini nel labirinto, io mi fermai di colpo.
"Non possiamo lasciarli morire qua" dissi io, guardando i due cavalieri "proviamo almeno a cercarli per poterli avvertire"


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