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Risi a quelle parole di Icarius, guardandolo con stupore.
Che voleva fare con quella brocca? Poi capii. "Ma no!" Urlai quasi, per poi scoppiare di nuovo a ridere mentre si sistemava i capelli. Il mio sguardo mutò, mentre accarezzava il suo corpo. Allora mi avvicinai a lui e scossi la testa. "Questo si chiama barare..." mormorai, per poi avvicinarmi ancora di più a lui, e sfiorare le sue labbra con le mie. Ancora e ancora, finché non le intrappolai in un lungo e caldo bacio. |
“Sarà, ma non sei obbiettiva...” disse Gillen divertito a Gwen “... no, sei troppo influenzabile dal mio fascino tormentato...” facendole l'occhiolino “... ammettilo!”
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Risi scuotendo la testa.
Era incredibile. "Dunque ti reputi così fascinosamente tormentato da offuscare la mia capacità di giudizio..." mormorai, per poi baciarlo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Un bacio caldo come il vapore che velava la stanza ed avvolgente come l'acqua che lambiva i loro corpi nudi.
Un bacio profondo, penetrante, di impeto, slancio e passione. Un bacio che li portò l'una sull'altra, con Icarius che cinse i fianchi di lei, per poi accarezzarla lungo le gambe, fino alla schiena. Toccandola con mani sicure, abili, virili. Senza smettere di assaporare la bocca di Clio. |
"Ma io non ti stavo provocando..." risposi ad Hiss, ma, di fronte al suo sopracciglio alzato e il sorriso irriverente, mi venne da ridere. "Ok è vero, ti stavo provocando sfacciatamente..." replicai dandogli un altro boccone. Mi piaceva il clima che si era formato tra noi, ma subito dovetti tornare coi piedi per terra e pensare al da farsi.
"Hiss, se torno nella mia camera c'è il rischio che non riesca più a venire qui... domattina quella donna vuole che vada via ed io non ho motivo per rifiutare... tu non riesci proprio a camminare? Avevo pensato di tornare giù insieme... Ti nasconderei nella mia camera, dalla quale è sicuramente più semplice scappare in seguito. Quando lei tornerà e non ti troverà, metterà a ferro e fuoco il castello e in quel momento di caos potremmo attuare un piano di fuga... che ne dici?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
“Ovvio...” disse sorridendo Gillen “... sei così alla mercé del mio fascino tormentato che potrei convincerti a fare qualunque cosa...” rispondendo al bacio di Gwen “... e tu sai che è così...” sussurrò.
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Quel bacio che ebbe il potere di accendere ancor di più i nostri corpi, che forse scottavano più dell'acqua.
Quel bacio liberatorio e intenso, che ci strinse l'una all'altro con ardore. Poi quelle carezze, così intense e avide, così sicure e salde, come le sue mani su di me. Ma anche le mie mani cercavano il suo corpo e lo percorrevano con avidità e adorazione. Mentre le nostre labbra, come i nostri cuori, si univano ancora e ancora, in un gioco d'amore che avrebbe potuto non finire mai. |
Rispose al mio bacio ed io sorrisi sulle sue labbra a quelle parole sussurrate, per poi baciarlo di nuovo, intensamente.
Non potevo negare, mi aveva soggiogata e non potevo farne a meno, ma era meraviglioso. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
I loro corpi scivolavano l'uno sull'altro, mentre Icarius e Clio continuavano a baciarsi, a toccarsi, a stringersi.
Allora lui, senza smettere di baciarla, prese una ciotola in cui erano stati posti i sali profumati. Li versò nell'acqua, per poi stringere di nuovo a sé la ragazza con le mani. Poi le loro labbra si staccarono ed Icarius, restando steso in acqua, fece alzare Clio, stando seduta su di lui. Lei era davanti al pilota, col petto nudo e bagnato. Lui prese l'acqua e stavolta dolcemente lasciò scivolare e scorrere con le mani sui seni di lei, come una carezza calda e profumata. Poi iniziò ad insaponarla, tutta, ovunque, senza smettere di guardarla negli occhi. E più la guardava, più la insaponava. E più la insaponava, più la toccava. E lei ne traeva piacere. Un piacere forte, travolgente, folle. Un piacere che pareva farla ardere più dell'acqua calda. “Il tuo Cuore di Giada” disse in un gemito lui “non potrà mai liberarti da me... dalle catene del mio Amore... sei mia...” senza smettere di ricoprirla di schiuma. |
Gillen la baciò.
La baciò ancora e poi ricominciò. Le loro mani erano intrecciate e le loro bocche incatenate. “Mmmhhh... Gwen...” disse sussurrando lui “... se non fossimo in questa infermeria...” baciandola “... ti avrei già spogliata... lo sai, vero? Dimmi di si... dimmi che lo sai... che lo farei...” |
Quel bacio, quelle carezze infinite e quell'acqua così calda e morbida.
Mi fece sedere su di lui, e lo osservai curiosa mettere i sali nella vasca. Poi quelle carezze, ardite, dolci, appassionate. Poi tutto divenne più intenso. Il suo sguardo che non lasciava il mio, le sue mani abili che mi esploravano, lasciando dietro di loro carezze di intenso e unico piacere. Un piacere che continuava a crescere, e crescere. Fino a diventare intenso, incontrollato, talmente forte da essere quasi insopportabile. Allora dovetti appoggiarmi alla vasca per non cadere mentre il mio sguardo, sempre più appannato annegava nel suo. Poi quelle parole. Sorrisi allungando una mano per sfiorare il suo bel viso. "Persino il Cuore si è inchinato di fronte al nostro Amore..." mormorai, con la voce rotta dalla passione "Sono tua, per sempre...". |
Neanche Icarius riuscì più a resistere.
Non poteva continuare a guardarla, a limitarsi a toccarla, ad insaponarla e lavarla. Non poteva, non era più in grado. Allora la baciò, la strinse a sé, col corpo tutto insaponato e si chinarono in quell'acqua diventata ardente, infuocata, come la loro pelle. Lei stesa con la schiena contro il bordo e lui sopra di lei, fra le sue gambe, con la bocca sui suoi seni. E la fece sua. A lungo, con passione, più volte. Con vigore e passione i loro corpi incresparono l'acqua, riversandone grosse quantità a terra, schizzandone ovunque fuori dalla vasca. E in tutto ciò mentre il vapore velava ogni cosa, rendendo quel luogo incantato e bagnato. Tutto ciò scandito dai gemiti e dalle urla di Clio. |
Tutto diventava più intenso, più unico, più nostro.
La mia pelle scottava al suo tocco. Scottava più di quanto avesse mai scottato, forse più dell'acqua stessa. Le sue mani salde e sicure che mi prendevano, mi stringevano, finché non mi ritrovai sotto di lui, in quell'acqua bollente. Allora la passione trionfò, legandoci l'uno all'altra con una forza e un vigore che non avrei mai potuto immaginare. L'acqua schizzava ovunque intorno a noi, ma non ce ne curavamo. Tutto era ovattato intorno a noi, contavano solo i nostri corpi uniti in quella passione travolgente. Ci amammo, ancora e ancora, mentre non riuscivo a trattenere la mia voce che sembrava avere vita propria, come il mio corpo preda di quella passione incontrollata. Ma i miei occhi, cercavano i suoi, perché non volevano perdersi nemmeno un istante, volevano vedere tutto quello riflesso nell'azzurro intenso dei suoi occhi. Non mi sembrava che esistesse cosa più bella. |
La passione trovò il suo sfogo, il suo appagamento, lasciando poi i loro corpi esausti, stretti l'uno sull'altro.
Icarius era con la schiena contro il bordo della vasca, con Clio accoccolata sul suo petto. Si udiva solo il gocciolio dell'acqua, il suo incresparsi, mentre le dita di lui giocherellavano tra la schiuma. “Voglio tornare a casa...” disse il pilota “... nella mia terra, nel mio mondo...” con le dita che increspavano l'acqua sotto gli occhi di lei “... e voglio che tu venga via con me...” accarezzandole ora i capelli bagnati “... Clio...” guardandola “... dimmi cosa pensi... dimmi ogni tuo pensiero... io... ne sono geloso... io li voglio tutti per me... tutti... come la tua bocca... per me...” lambendole le labbra con un dito. |
Quando la passione ci ebbe consumato, prosciugando ogni energia e sfogando ogni desiderio in noi, non riuscimmo comunque a separarci.
Restammo abbracciati, in quell'acqua ormai tiepida. Accoccolata su di lui, mi sentivo felice, appagata, amata. Alzai lo guardo a cercare i suoi occhi. Sorrisi a quelle parole, mentre il suo dito sfiorava le mie labbra. Allora lo intrappolai, di nuovo, come avevo fatto nella torre, ancora ignara del mondo intero. Giocai con quel dito per un lungo istante e poi lo liberai. "Cercavo di immaginare la tua casa.. la tua terra.." sorrisi, sfiorandogli dolcemente il viso "E quei libri fatti di immagini.." divertita. "Lo vedi?" Con voce calda, avvicinandomi a lui "Ci sei sempre tu nei miei pensieri.." sussurrai, fino a trovare le sue labbra "E anche qui, ci sei solo tu.." mormorai, per poi baciarlo piano, dolcemente, un bacio che divenne però mano a mano più intenso. |
Quel bacio, quasi un invito a ricominciare e lui lo avrebbe fatto, avrebbe ricominciato.
E forse senza più smettere. Ma ad un tratto si udì una voce che li chiamava dal piano sottostante. “Ehi, ci siamo scordati di Emas...” disse sorridendo Icarius a Clio “... penserà che questo bagno sia infinito...” divertito, togliendo via un po' di schiuma dal naso di lei “... ci asciughiamo e poi rivestiamo?” |
Quell'atmosfera così intima e dolce, quel bacio così innocente che divenne immediatamente avido e appassionato.
Poi una voce ci chiamò, riportandoci alla realtà. Risi piano, con la faccia colpevole rendendomi conto che ci eravamo dimenticati di Emas. "Uffa.." mormorai, con un finto broncio, per poi sospirare "Se proprio dobbiamo.." con una smorfia poco convinta. |
Icarius rise.
“In effetti penserà che siamo maniaci della pulizia...” disse sarcastico a Clio “... saremo qui da due ore circa...” divertito “... beh, ma poi come si aspettava il buon Emas? Che io ti lasciassi lavare da sola? Sarebbe uno spreco, no?” Malizioso. “Però, in compenso, posso ben dire di averti lavata tutta, per bene...” facendole l'occhiolino “... su, alzati prima tu, altrimenti temo resterò qui dentro per sempre...” |
"Solo?" dissi ad Icarius, alzando un sopracciglio.
Mi sembrava passata un'eternità intera da quando eravamo entrati in quella stanza. "Uffa.." ribadii, alzandomi controvoglia, per poi avvolgermi in un bianco telo che Emas aveva preparato per me. "Su, muoviti, pigrone.." risi, divertita "Dopotutto dovevi lavarti anche tu, no? Mica volevi essere da meno.." cercando di sistemare alla bella e meglio i miei capelli davanti allo specchio appannato. |
“Finchè resti nuda a specchiarti” disse Icarius a Clio “non ti conviene che io esca da qui...” malizioso “... ti ho battuta nel duello, no? Nel corpo a corpo sei sempre sottomessa...” ridendo “... su, farò il bravo...” alzandosi ed uscendo dalla vasca.
Si asciugò e si rivestì. Erano pronti per raggiungere Emas. |
"Beh, li dovrò pur sistemare sti capelli.." sbuffai, perché quelli non volevano saperne di stare al loro posto.
Poi mi voltai verso di lui e sorrisi. "Solo perché ero distratta..." sussurrai con voce calda, avvicinandomi a lui "Non riuscivo a pensare ad altro che a noi.." lasciando scorrere la mano sul suo petto ancora umido, per poi allontanarle di botto, come se mi costasse un'infinita fatica stargli lontano. "Vestiti!" più che un comando era una supplica. Poco dopo eravamo pronti, puliti e profumati e raggiungemmo Emas e Pipita. |
Alla fine Icarius e Clio scesero di sotto, trovando Emas con Pipita ed Abelardo.
“Eccoci...” disse il pilota. “Ragazzi...” Emas “... ma questo vostro gufo parla!” Esclamò. “Parla davvero! Voglio dire... parla! Io gli faccio delle domande e lui mi risponde!” “Certo, non sono né maleducato, né stupido.” Fece Abelardo. |
Tornammo così alla realtà, dove ci aspettavano Emas, Pipita e Abelardo.
Scoppiai a ridere a quelle parole di Emas. "Ma certo che parla!" esclamai "Ed è anche molto saggio.." sorridendo al gufo. |
“Si, me ne sto accorgendo...” disse Emas a Clio, per poi tornare a guardare Abelardo.
Poco dopo i tre mangiarono. “Davvero ottimo questo cibo, Emas...” Icarius “... sei anche un eccellente cuoco? Mi sa che sei davvero un genio...” Emas sorrise. “Ora dove andrete?” Chiese poi ai due. |
Ghirò seguì i tre e poté così, insieme a loro, visitare l'intera Etimasia, rendendosi conto di quanto fosse grande e potente quella nave.
Comprese anche che era in grado di volare. Poi tornarono nella sala del timone ed incuriosito Daniel le fece cenno di avvicinarsi. “Ti ho notata prima...” disse a Ghirò “... chi sei? Non credo tu faccia parte dell'equipaggio, giusto?” |
Risi a quelle parole di Emas, accarezzando dolcemente il capo di Abelardo.
Com'ero felice di poter avere il mio amico più fidato lì con me. Mangiammo, ed era tutto davvero ottimo. Non potei che concordare con Icarius. A quella parole di Emas, però non sapevo rispondere. Dove saremmo andati? Saremmo tornati a casa sua, a quanto diceva. Ma come? Come si raggiungeva la sua terra da Retania? Non lo sapevo. Così restai in silenzio, limitandomi a posare dolcemente la mano su quella di Icarius, come a sottolineare che sarei andata ovunque lui avesse voluto. |
“Cercheremo i miei compagni...” disse Icarius ad Emas, stringendo la mano di Clio “... loro staranno cercando me, lo so...”
“Peccato...” mormorò Emas “... speravo fossi tu la persona che aspetto da tempo...” |
Il bel capitano sorrise alla regina e poi annuì.
Allora estrasse la spada e cominciò ad esercitarsi davanti a lei. Fendeva l'aria con colpi secchi e precisi, sciabolate forti e veloci, facendo brillare la lama della sua arma sotto i caldi e dorati raggi del Sole. La regina lo fissava mentre mostrava la sua abilità di spadaccino ed il suo vigore di giovane guerriero, con i suoi lunghi capelli che velavano il volto rigato dal sudore. E più lei lo guardava, più sentiva dentro di sé crescere la passione ed il desiderio verso quel bellissimo uomo. Poi il suono di un corno, segnale dell'adunata della guardia reale. “Il re vostro marito chiama...” disse alla sovrana con un velo di ironia e malizia nella voce “... sarà meglio che vada... a più tardi, maestà...” si avvicinò ad un cespuglio e con un preciso colpo di spada recise una rosa, posandola poi, delicatamente, con gesto improvviso quanto insolente, nella generosa scollatura di lei. Allora la sovrana lo schiaffeggiò e lui sorrise. “Essere toccato da voi, altezza, è quanto io più bramo...” un lieve inchino e corse via, lasciandola sola. L'ennesima visione di quella che sembrava essere un'altra vita ad Altea. Poi lei parlò a Palos ancora chinato e lui annuì. Raccolse la posata e si rimise a sedere. |
Annuii ad Icarius, e poi ascoltai Emas.
"Di che cosa parli?" gli chiesi "C'entra quella spada, vero? Non ne ho mai viste del genere a Retania". Chiesi, incuriosita. |
“Si, forse hai ragione tu...” disse Hiss a Gaynor “... per favore, aiutami ad alzarmi... proverò a vedere se ho abbastanza energie...” si aggrappò a lei ed a fatica riuscì ad alzarsi, sebbene avvertisse dei capogiri “... quella dannata donna voleva sistemarmi per bene... proviamo ad uscire e a raggiungere la tua camera...”
Ed insieme provarono a fare ciò. |
“Si, esatto...” disse Emas a Clio, mentre fuori lampi e fulmini annunciavano una tempesta “... la spada che ho dato ad Icarius è Mia Amata, ossia tutto ciò che resta di un'antica e formidabile armatura forgiata secoli fa per difendere Retania... ed oggi pare che nuovi nemici sconosciuti siano giunti...”
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Annuii ad Emas, per poi trasalire.
"Sì.." mormorai pensierosa "La Cometa del Guardiano.. sta per arrivare o è apparsa da poco, dico bene?". Ricordavo le antiche leggende di Retania. E quell'armatura ne faceva parte. |
Eravamo saliti su questo veicolo bizzarro. Mi guardavo dappertutto come una ragazzina curiosa. Gli occhi mi brillavano e non la smettevo di emozionarmi. Guardai le manovre del capitano e del suo nano assistente e il pallone prendere quota. Presto la terra si allontanò da noi... No, eravamo noi ad allontanarci da lei. Mi uscì un gridolino di stupore quando, con velocità, rangiungemmo le nuvole. Guardavo sempre più emozionata tutto ciò che succedeva: dalle manovre ai comandi, dal pallone al cielo ancora chiaro per l'arrivo dei primi raggi di sole. "Erien, stiamo volando, stiamo volando" gli urlai estasiata. "è meraviglioso..." dissi guardandolo intensamente negli occhi, distaccandomi da tutto ciò che mi attirava prima. I suoi occhi, mi rapivano sempre, quando meno me lo aspettavo. Il suo sorriso, splendido e dolce, provocava il sorgere del mio, e non potei trattenere il rossore delle guance, con l'arrivo di immagini provocate dalla fantasia.
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Tornammo normalmente sul tavolo e bevvi del sake , in me era ancora viva quella scena della mia altra vita appena vissuta..i suoi lunghi capelli scuri e lunghi, gli occhi di un azzurro mutevole..e quella rosa..mi sfiorai appena il seno..certo gli avevo dato un bel ceffone..chissà se lo avrei fatto in questa vita..trasalii .. quale era la mia vera vita? Perché quando ero col capitano e nel regno mi sentivo veramente me stessa.."Si è fatto tardi..vi è altro professore?" .
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Pian piano sentii morire i rumori che si abbattevano sulla città.
" Chissà quanti danni avrà fatto sta volta..." mormorai tristemente. " Noi siamo stati fortunati ma tante persone avranno perso tutto... " stringendomi le braccia al petto. " Un incidente? Beh ecco...potrebbe essere anche se non saprei come. Mi preoccupa davvero questo suo comportamento quasi irresponsabile, folle... E mi dispiace non essere d'aiuto, da quando siamo qui non c'è stato alcun progresso e la città viene ancora sventrata." Mi trattenni dal desiderio di sentirmi stretta tra le braccia del principe, ben sapevo che a Palazzo c'era sempre qualche occhio indiscreto. " Vorrei davvero poter fare di più... Perché non torniamo dentro? Sicuramente il comandante Kims avrà qualche notizia da darci sull'attacco di oggi." |
Continuammo ancora e ancora, incatenati in quel bacio che non ci permetteva di stare uno lontano dall'altra, nemmeno un istante.
Quando pronunciò il mio nome cercai i suoi occhi, per poi unire di nuovo le nostre labbra. "Lo so..." sussurrai con voce calda sulle sue labbra, mentre le mie mani lasciavano le sue e affondavano nei suoi capelli. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Nonostante fosse ancora traballante, Hiss si appoggiò a me ed insieme cercammo pian piano di arrivare nella mia camera. Mi ero anche premurata di rimettere tutto nella sacca e di ripulire ogni briciola, così che nessuno potesse capire che ero stata io. Col cuore in gola per la paura di essere scoperti, avanzammo nel buio, passo dopo passo, fino a raggiungere il lungo corridoio che portava alle stanze. Una volta raggiunta la porta della mia, la aprii cercando di non fare il minimo rumore. Finalmente entrammo, sospirando di sollievo.
"Vieni, caro... stenditi un altro po' sul letto, mentre io cerco un nascondiglio in caso di bisogno..." Parlavo quasi bisbigliando, per evitare che da fuori ci sentissero, e nel frattempo rimettevo sul vassoio il cibo avanzato, nel caso l'ancella fosse tornata a riprenderselo. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Quel bacio unì i due giovani, rapiti da quelle labbra ardenti e dalle loro mani vogliose di contatto.
Poi, ad un tratto qualcuno entrò nell'infermeria. “Ops, scusate...” disse Selia trovando così Gwen e Gillen “... non volevo disturbarvi... ma vedo che il nostro malato si è ormai rimesso in sesto...” divertita. |
“Si...” disse annuendo Taddeus a Dacey.
Così i due tornarono all'interno del palazzo, dove i funzionari regi avevano già cominciato la conta de nuovi danni in città. Poco dopo tornò anche Kims col rapporto sull'attacco. “Farò come ho detto...” il principe “... seguirò le tracce del mostro.” “Ma è una follia, altezza!” Esclamò Eisa. “Almeno portate con voi dei soldati, signore.” Disse Kims. “No, se andrò da solo sarà più facile passare inosservato.” Fissandoli Taddeus. “Avere uomini armati dietro potrebbe essere rischioso. Preparate un veicolo in grado di condurmi sulle tracce di quel mostro.” Ordinò. |
“No, dottoressa.” Disse Hordafren ad Altea. “Se siete stanca potete ritirarvi nel vostro alloggio. Una sola precisazione... di notte evitate di lasciare le vostre camere e soprattutto il palazzo.”
“Come mai?” Chiese Palos. “Paura dei ladri?” Sarcastico. “Per il semplice fatto, maggiore, che durante le ore notturne qui vengono svolti diversi esperimenti scientifici e dunque in quei momenti io non posso garantire l'incolumità di chi si espone ad essi.” |
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