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Fermer prese Gwen per mano e raggiunsero insieme il chioschetto.
“Salve, Felice.” Disse il medico all'uomo del chioschetto. “Dottore!” Esclamò questi. “Oh, ma che piacere vedervi! Temevo che il sapore delle mi crespelle fosse ormai solo un ricordo per voi! Chissà quante leccornie vi serviranno alla base!” Ridendo, mentre cuoceva le sue crespelle. “Scherzi, Felice?” Divertito Fermer. “Le tue crespelle sono inimitabili. Eh... che profumino.” “E chi è questa bella ragazza, dottore?” Felice guardando Gwen. “A te posso dirlo...” Fermer “... è la mia insostituibile infermiera.” “Allora stasera crespelle speciali!” Esclamò l'uomo. “Come le desiderate? Dolci o salate?” “Beh, per prima deve scegliere la mia dama.” Fermer facendo l'occhiolino a Gwen. |
Raggiungemmo il chioschetto e Fermer salutò un uomo, un certo Felice, una persona dall'aria affabile.
"Oh non saprei, ci sono talmente tanti profumi invitanti qui... Scelgo quelle salate!" |
Dacey e Levet entrarono nella taverna.
“Oh, eccovi finalmente.” Disse Leones, lieto di rivederli. “Ma certo che potete. Prego, ci sono due posti liberi.” Invitandoli a sedersi. Guisgard invece lanciò solo un fugace sguardo ai due, preso com'era a finire il suo bicchiere di vino. “Allora, baronetto, vi piace Evangelia?” Fines. “Si, molto.” Annuì Levet. “Naturalmente il merito è della compagnia di milady.” Indicando Dacey. “Ottimo.” Compiaciuto Leones. “Taverniere, prego. Da mangiare.” Ordinò poi. “Volevo dirvi” fece Levet “che milady ed io riteniamo che andare quanto prima a Città di Capomazda sia la cosa migliore. Prima la Gran Baronessa vedrà lady Dacey, meglio sarà. Per questo abbiamo deciso di partire quanto prima. Col primo treno in arrivo. Naturalmente voi tutti verrete con noi.” “Perfetto.” Commentò Fines. “Sentito, capitano?” Leones a Guisgard. “Partiremo presto.” “Bene...” il militare posando il suo bicchiere vuoto sul tavolo “... sono d'accordo. E' inutile per voi perdere tempo. Vi auguro di riuscire in tutto.” Alzandosi. “Dove andate?” Fissandolo Poeh. “Il mio compito è finito.” Rispose il militare. “Ora tocca a voi, con la diplomazia e tutto il resto. Vi auguro buon viaggio. Città di Capomazda è un posto che merita.” Ed uscì dalla taverna. “Ma... come?” Stupito Poeh. “Ci lascia proprio ora? Così?” “Mah...” perplesso Leones. “Forse ha ragione lui...” disse Levet “... al cospetto della Gran Baronessa non credo che lui possa essere utile alla nostra causa.” In quel momento il taverniere portò cibo e vino a tavola. |
“Ottima scelta.” Disse Felice a Gwen. “E per voi, dottore?”
“Salata anche per me.” Annuì Fermer. “Bene...” Felice “... con cosa le guarnisco dunque? Abbiamo formaggio fresco o stagionato, prosciutto, salame, verdurine sottolio, uova e acciughe.” “Accidenti, scelta difficile.” Divertito Fermer. |
Sì, era davvero una scelta difficile, era tutto buonissimo.
"Per me formaggio stagionato, salame e verdure sott'olio" dissi sorridendo a Felice. |
Sorrisi alle sue parole.."Siete l' unico a cui lo abbia detto..Non sono così sciocca".
Ripresi a parlare ad alta voce..ma entrò la donna bionda..scoprii era un legionario, vi fu un susseguirsi di occhiate e battute. Presi in mano il bicchiere a Guisgard, stava bevendo troppo e non risposi alla sua domanda. Poi arrivò Diana col nobile, Guisgard si alzò stizzito ed uscì...sbuffai pure io ma per miei motivi. Mi alzai e lo seguii raggiungendolo..dissi solo stringendomi al cappotto.."Non ho nemmeno avuto il tempo e la possibilità di rispondere alla vostra domanda..e avete bevuto troppo." guardandolo seriamente negli occhi. Sospirai.."Mi fido di voi..o vi avrei liquidato già..come dei tre borghesi..forse perché mi ricordate una persona a me molto cara" non distolsi lo sguardo "Ma se così fosse è diventato più duro..Non che non te la mandasse a dire". Lo presi sottobraccio.."Avete bisogno di un po' di aria fresca..forse pure io..". |
Faticai a mantenere la calma, stringendo i pugni sotto il tavolo. Il comportamento di Guisgard continua a ferirmi e a lui sembrava non importare nulla di me. Aveva saputo che presto me ne sarei andata e non aveva fatto neanche una piega.
Anzi la sua unica reazione era stata quella di lasciare la taverna, sostenendo che il suo compito era finito. Insomma se ne lavava le mani. Rimasta con gli altri fremevo dalla voglia di raggiungerlo e di affrontarlo, anche se le cose sarebbero potute peggiorare ma almeno avrei saputo. Avrei saputo dalla sua voce che io per lui non ero niente e questo mi avrebbe permesso di andare avanti. Alzarmi però così, di botto, e inseguire il capitano non avrebbe di certo giovato alla mia causa, alla possibilità di incontrare la Gran Baronessa. Ero un bivio. Divisa tra mente e cuore, ragione e istinto, dovere e desiderio. Tuttavia non dovetti neanche compiere una scelta poiché fu il destino, nella persona di Altea, a compierla per me. Fu lei ad alzarmi e a seguire fuori il capitano. Un senso di irritazione mi pervase, e lo sfogai su una povera forma di pane che presi a spezzare con una certa forza non necessaria. Una cosa era certa però se non in quel momento, prima della mia partenza avrei dovuto parlare a Guisgard. |
"È la cosa giusta da fare, ragazzo" risposi ad Icarius "E adesso ti dirò di più... affiancami nella mia missione, aiutami a ritrovare il Novalis ed io ti prometto che ti affrancherò dalla Legione Straniera, in un modo o nell'altro ... se io e te riusciremo, riavrai la tua libertà, hai la mia parola... E ora sali a bordo, ho un bisogno immediato di ristoro e di fare una doccia, sono sveglia e digiuna da più di quarantott'ore e temo di crollare da un momento all'altro..."
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Arrivò l'altra ragazza che era con Guisgard, insieme ad un tipo distinto.
Poco dopo lui uscì. Perfetto, pensai. Ma la ragazza bionda lo raggiunse immediatamente. Così attesi, finii il mio pranzo e poi mi alzai. Pagai il locandiere ed uscii. Vidi con la coda dell'occhio Guisgard che parlava con la donna, ma non li guardai. Mi appoggiai alla parete poco distante e iniziai ad aspettare. Guardavo l'orologio e continuavo s guardare se arrivava qualcuno dalla via. Come se fossi lì perché aspettavo qualcuno. Qualcuno che si faceva attendere a quanto pareva. Intanto continuavo a tenere sotto sorveglianza Giusgard e la donna, ma apparentemente li stavo ignorando. |
Goz aveva abboccato, l'altro uomo no. Non aveva importanza comunque, perchè Marwel avrebbe fatto di tutto per il pilota. Avrebbe addirittura mentito sulla sua identità se egli non si fosse rivelato il suo amato Danny.
Ignorò le parole offensive dell'uomo e continuò a parlare con Goz. "Capitano, non sono una bugiarda o una donnetta da quattro soldi e voi lo sapete. Questa guerra mi ha portato via tante persone a me care e a causa degli attacchi di Canabias ho dovuto mandare via i miei bambini. Se quest'uomo fosse realmente una spia di Canabias e non un Legionario come io penso che sia, sarei la prima a denunciarlo a voi!" disse senza esitare. |
“Anche per me lo stesso che ha preso lei.” Disse Fermer a Felice.
“Ecco a voi due belle crespelle appena fatte e farcite di tutto punto.” L'uomo servendole poi al medico e a Gwen. “Mettiamoci lì...” Fermer indicando all'infermiera un basso muretto che fungeva da dislivello tra la stradina e la campagna sottostante. I due così si sedettero e gustarono le crespelle. Ad un tratto udirono il cigolio di un carretto che veniva nella loro direzione. |
“Non ho bevuto troppo.” Disse Guisgard ad Altea. “E poi un po' di vino non ha mai fatto male a nessuno. Anzi, se volete saperlo, a me è l'acqua a far male. Avete presente il Diluvio Universale? Ecco, l'acqua non è il massimo. Dipendesse da me, la userei solo per lavarmi.” Si sedette sulla staccionata davanti alla taverna. “No, non mi va di camminare... preferisco restare qui a guardare la strada...”
Ad un tratto dal locale uscì qualcuno. Era Clio, che restò poi ad attendere guardando la via, come se aspettasse qualcuno. E Guisgard la osservava come chi cerca di comprendere il comportamento altrui. Nel frattempo, nella taverna, Dacey era al tavolo con i tre borghesi e Levet. “Non sta bene...” fece l'affascinante baronetto, prendendo la forma di pane che nervosamente Dacey teneva in mano “... a tavola non si giochicchia col pane. E' un modo di fare che potrebbe scoraggiare chiunque fosse interessato a conversare con voi. E poi non sono modi da principessa.” Sorridendole. “Vi vedo turbata... come mai? Nervosa per dover incontrare la Gran Baronessa?” |
Non guardavo mai nella loro direzione, guardavo a intermittenza verso la strada.
Come se da un momento all'altro mi aspettassi di veder comparire qualcuno, che ovviamente non arrivava. Ma infondo poteva anche avermi bidonata, chiunque fosse. Dovevo inventarmi una storia credibile, nel caso me l'avesse chiesta. Ma in realtà dovevo solo riuscire ad avvicinarmi abbastanza. Doveva essere solo, però, e non sospettare niente. Sorrisi a quelle parole di Guisgard, che comunque sentivo. Era la risposta che davo io stessa quando qualcuno mi accusava di bere troppo, cosa che ormai non faceva più nessuno da molto. |
I miei occhi erano puntati verso l'esterno che se in quel modo potessi capire che stava accadendo, cosa stava facendo il capitano.
<< Forse è esattamente questo lo scopo. Scoraggiare gli altri a parlarmi>> dissi appena seccata che mi avesse interrotta, poi corressi il tiro, con il baronetto dovevo sempre stare molto attenta negli atteggiamenti o avrei perso il suo appoggio. << Perdonatemi. É come dite voi... Sono nervosa per l'incontro. Sapere che avverrà in un così breve tempo... Sono passati anni dall'ultima volta che ho conversato con la Gran Baronessa... Di solito lei stava con le signore non con noi ragazze... >> Avevo sempre odiato quella sorta di segregazione a palazzo anche perché mi ero sempre ritenuta più matura della mia età. |
Icarius guardò Gaynor negli occhi e poi annuì.
“E sia...” disse il cadetto dagli occhi azzurri “... ma smettete di chiamarmi ragazzo...” salendo con una certa agilità sull'aereo, per poi porgere la mano alla bella spia “... venite, vi aiuto a salire...” Intanto Palos era già salito a bordo dell'altro caccia e ne aveva già avviato il motore. |
Risi alle sue parole, sedendomi alla staccionata vicino a lui.."Mi credete tipo di acqua? Pure io a volte mi concedo un bel bicchiere di vino o un drink..ma senza esagerare..non vorrei perdere il controllo..soprattutto con un uomo come voi..noto siete attorniato sempre da donne" e lo guardai con sguardo accattivante "Dovete essere conteso...oh, non preoccupatevi, non sono qui per mettermi in coda".
Già...pure stesso atteggiamente..pure i tratti del volto. Abbassai la voce leggermente.."Volevo svagarmi un pò..è da settimane vedo solo bombe, guerra..comunque non sono una mitomane, per questo sto attenta ad andare alla base legionaria..io non ho prove quel ragazzo sia una spia..e forse, come pensate pure voi, potrebbero non credermi oppure se mi credessero potrebbero prendersela con un innocente..eppure quel Agian parlava di un loro uomo che doveva venire dalla base legionaria a raccontare qualcosa...lasciamo stare, io non sono una spia segreta..a dire il vero mi sento di avere perso la mia identità..al pensiero di dover prendere il Meridian per Capomazda mi fa sentire più sola...io non mi ci sono mai trovata nel mondo dei nobili" e lo guardai.."Voi..siete mai stato laggiù..ho sempre questa idea di avervi conosciuto anni fa". |
Presi la mano che Icarius mi tendeva, ma lo slancio fu tale che gli caddi letteralmente fra le braccia. Mi trovai vicinissima al suo viso e, come la prima volta che lo vidi, mi trovai a fissare i suoi occhi azzurri... erano magnetici, bellissimi... "Si, in effetti non dovrei chiamarti così..." mi sentii rispondergli.
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Felice ci servì le crespelle e io e Fermer andammo a sederci su un basso muretto poco distante.
"Davvero ottima" dissi, mentre mangiavo. Poi udimmo il cigolio di un carretto che ci veniva incontro. |
“Attorniato da donne...” disse Guisgard ad Altea, senza però togliere lo sguardo dalla strada “... in verità a me le donne hanno sempre portato guai...” e si voltò per un attimo verso Clio, che ferma davanti alla taverna sembrava attendere qualcuno “... si, vi consiglio di saltare sul primo treno ed andare a Città di Capomazda...” fissando poi Altea “... laggiù i nobili come voi sono al sicuro. E dimenticate questa guerra ed i suoi sospetti. Io incontrato laggiù?” Sorrise. “Affatto. Non credo proprio. Non frequentiamo gli stessi ambienti io e voi. E poi siete nobile, mentre io no. E comunque se vi avessi già incontrata me ne ricorderei di certo.” Si voltò ancora verso Clio. “Se non smarrite quell'aria da ufficialessa difficilmente il vostro spasimante si farà vedere. Non basta un vestito elegante. Gli uomini amano le dame da difendere, non quelle da cui bisogna difendersi.” Sarcastico al biondo tenente.
Nel frattempo, nella taverna, Dacey era sempre al tavolo con i tre borghesi e Levet. “Purtroppo disse sorridendo il baronetto alla ragazza “a noi nobili non è permesso essere distratti, inquieti e forse neanche pensierosi. Non al punto almeno da snobbare gli altri. Un aristocratico ha l'obbligo di ascoltare ed osservare tutto ciò che accade intorno a lui. Comunque non dovete essere preoccupata, milady. La Gran Baronessa tiene in grande considerazione le mie impressioni e sensazioni ed io di certo credo in voi.” “E' stata una fortuna incontrarvi, milord.” Annuendo Leones. “Forse è stato il Destino, amico mio.” Annuì Levet. “Ma ditemi, piuttosto, questo taverna è sicura? Intendo da possibili attacchi? Non è forse più opportuno chiedere ospitalità alla base legionaria? Il mio rango ed il mio titolo mi permette senza dubbio di poter godere di tale privilegio. Privilegio poi, naturalmente, che metterei a disposizione della principessa Dacey.” “Veramente non saprei...” fece Poeh “... il capitano Guisgard non ha mai proposto una soluzione simile...” “Voi dipendete troppo da quell'uomo, amici miei.” Levet. “Non mi pare che egli vi tenga nella medesima considerazione, o sbaglio?” |
“Già, non dovreste...” disse Icarius a Gaynor, restando un attimo fermi così, con lei vicinissima a lui “... ma forse i vostri gradi vi fanno credere questo...” aiutandola poi ad entrare nell'abitacolo “... e magari tutti gli uomini che pendono dalle vostre labbra, a cui siete abituata a dare ordini...”
Chiusa la calotta ed azionò il motore. Poco dopo il loro aereo e quello di Palos si alzarono in volo. |
"Siete sempre così permaloso?" risposi guardandolo "Avete ragione...mi sono sbagliata..se mi conosceste sapreste benissimo io ho sempre odiato stare nei salotti o andare alle feste...sarà un abbaglio...d' altronde di ragazzi con i capelli neri e gli occhi azzurri ne esistono..ma non dovete risentirvene, mi era solo parso..capita a volte" sorrisi "Magari mi sto affezionando alla vostra presenza e non vi voglio lasciare..anche perchè siete misterioso, e a me i tipi misteriosi affascinano..visto non siete attorniato da donne mi permetto di dirvelo..e non fateci caso, sono stata sempre famosa per essere a volte irriverente..posso rimanere con voi?" lo guardai con sfida.
Poi lo udii parlare rivolto verso il muro..che succedeva..con chi ce l' aveva? Poi mi accorsi fuori vi era la donna pilota..quella vista pure al capanno andato a fuoco ed era in taverna. |
Mentre Gwen e Fermer mangiavano, il carretto si avvicinò.
Su di esso vi erano alcuni contadini. “Perdonate...” disse uno di quelli “... potreste indicarci il borgo di Evangelia? Ci occorre un medico con una certa urgenza...” |
<< So perfettamente che avete ragione ma per sopravvivere e nascondermi da Canabias ho dovuto adattarmi a modi un po' più semplici e rozzi diciamo>> gli sorrisi<< altrimenti avrei creato troppi sospetti su di me... Per un attimo stavo ritornando nella parte della popolana che ho dovuto recitare>>
Ero totalmente sincera in quelle parole, era questa la mia storia. Dacey e Diana, due facce della stessa medaglia, si erano susseguite negli ultimi tempi ma ben presto per una sarebbe calato il sipario. << La base militare? Non è più pericolosa invece? Mio padre diceva che in una guerra é importante colpire prima gli armamenti e proprio le basi militari avversarie... E per ora qui stiamo bene, durante l'ultimo bombardamento ci siano nascosti nel rifugio del taverniere, appena prima del vostro arrivo. Ad ogni modo fate ciò che ritenete più saggio >> Questa era Dacey. Una giovane educata e colta che poteva esprimere le sue idee ma lasciare sempre l'ultimo parola all'uomo. Come sarebbe stata fiera di me mia madre se mi avesse vista ora. << Il Capitano Guisgard deve aver pensato qualcosa di simile a ciò che ho appena detto se ha preferito farci alloggiare qui... Non ci avrebbe messo in pericolo inutilmente >> |
Mi voltai ancora verso quella strada, e sbuffai leggermente.
Avevo sempre odiato aspettare. Anche se per finta, mi sembrava giusto rendere le cose più realistiche. Sorrisi, senza voltarmi a quelle parole. Ce l'hai fatta, finalmente.. "Ma davvero?" risi, voltandomi "Ah, ecco spiegato perché non ho un uomo.. e io che pensavo fosse colpa del mio caratteraccio.." sarcastica. "Per la cronaca, il vestito è solo per passare inosservata, e non è uno spasimante che sto aspettando.." sbuffai, voltandomi per l'ennesima volta "Ma un'amica allergica alla puntualità.. e la mia mezza giornata libera sta per finire.." mormorai. Non so perché ci tenessi a puntualizzarlo, ma mi venne spontaneo. Forse perchè sapevo che aveva ragione, che nessun uomo mi avrebbe mai guardata. Persino quel cadetto non credevo fosse realmente interessato a me, ma che il suo bacio fosse un atto di ribellione. Mah, era strano quel tipo. Già, era, povero ragazzo. Ad ogni modo dovevo concentrarmi sulla missione ora. E dovevo riuscire a restare sola con lui. Ma sembrava più difficile del previsto. Però almeno mi aveva parlato, era un passo avanti. E dalle sue parole immaginai che non sospettasse niente. |
“D'accordo...” disse Goz a Marwel, accarezzandole il viso “... una bella bimba come voi” con tono voglioso “avrà sicuramente buoni sentimenti nel cuore. E per adesso mi fiderò della vostre sensazioni. Prendetevi pure cura di quest'uomo e quando starà meglio vedremo il da farsi.”
“Mettete a repentaglio così la base?” Intervenne Reddas. “Suvvia, tenente.” Ridendo Goz. “Non mi hanno certo fatto capitano per simpatia o per aver completato un corso per corrispondenza.” Ridendo. “So comprendere le persone. Andiamo ora e fidatevi del mio intuito.” “Mah...” perplesso Reddas. E due uscirono. |
Il carretto si avvicinò e un uomo ci chiese indicazioni sul borgo, poichè gli serviva urgentemente un medico.
Nel posto giusto al momento giusto. "Io sono un'infermiera e lui è un medico" indicando Fermer "Diteci di che avete bisogno." |
Goz le accarezzò il viso ed ella sorrise, anche se avrebbe tanto voluto voltarsi ed impedirgli di farlo, ma aveva un uomo ferito da proteggere e doveva abbassarsi a certi gesti.
"Vi ringrazio" sussurrò sbattendo delicatamente le ciglia. Il Capitano e gli altri due uomini uscirono dalla stanza e Marwel potè tirare un sospiro di sollievo. Si avvicinò al ferito e si sedette sul letto, accanto a lui. "Non siete al sicuro qui. Goz tornerà, anche se non è lui a preoccuparmi, visto l'ascendente che hanno le donne sul suo umore, ma vi giuro che farò di tutto per salvarvi la vita, anche se questo significherebbe mettere a rischio la mia" disse accarezzandogli il viso ricoperto di bende. |
"Non ci sono uomini che pendono dalle mie labbra e difficilmente do ordini, visto che lavoro quasi sempre sola. I miei gradi non mi inducono a nulla che non sia lecito... io non abuso mai del mio potere, ricordalo..." Quell'attimo intenso era finito, svanito nella solita acidità di Icarius. Finalmente partimmo, di lì a poco avrei potuto scaricare tutta la tensione di quegli ultimi, infernali due giorni.
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“Restare con me...” disse Guisgard tra il sarcastico e lo stupito ad Altea “... cascate male...” ridendo “... non ho neanche un lavoro e non sono molto di compagnia.” Guardò poi Clio. “Passare inosservata con quel vestito?” Al biondo tenente. “Beh, forse avete un concetto un po' discutibile riguardo al passare inosservata.” Divertito.
Intanto, nella taverna, continuavano i discorsi tra Dacey, i tre borghesi e Levet. “Capitano?” Ripetè il baronetto. “Di quale corpo armato poi?” Ironico. “Voi stessa mi avete rivelato che non porta gradi sulla divisa. Forse non è neanche un militare. Magari quella divisa l'avrà comprata, o forse addirittura rubata.” A Dacey. “Non è tipo da simili azioni il capitano.” Leones. “Si, sono d'accordo.” Annuì Poeh. “A suo modo è un gentiluomo, milord. Credetemi.” |
“Siamo fortunati.” Disse uno dei contadini sul carretto a Gwen. “Mia moglie sta partorendo, ma credo che il bambino non si sia girato...”
“Allora bisogna tagliare, o morirà soffocato.” Fece Fermer. “Vi prego, venite con noi...” il contadino. “Ho bisogno dei miei strumenti...” mormorò Fermer “... li ho lasciati in infermeria... alla base...” “Facciamo così...” propose il contadino “... casa mia non è distante... i miei amici vi accompagneranno alla base, mentre io e l'infermiera” indicando Gwen “ci avvieremo... magari lei comincerà ad occuparsi di mia moglie... vi prego...” |
Risi appena a quelle parole di Guisgard.
"Beh, vi assicuro che se andassi a fare compere in uniforme sarebbe decisamente peggio.." scuotendo la testa, divertita. "Persino il nostro ufficiale medico fa fatica a passeggiare ed essere lasciato in pace.." scuotendo la testa, per poi sorridere, divertita. "Non è poi tanto male lasciarsi la guerra alle spalle, di tanto in tanto.. dico bene?" con gli occhi che restarono nei suoi per un lungo istante. "Anche se comincio a sospettare di essere stata bidonata, e addio passeggiata..." sbuffai, lanciando per un momento un'occhiata alla strada, per poi tornare a guardare Guisgard negli occhi. |
“Non dovete fare gli occhi dolci a quell'uomo per causa mia...” disse il paziente a Marwel “... non voglio vi accarezzi, vi sfiori... non dovete farlo, non siete tenuta a farlo...” con gli occhi che si accesero di una luce intensa che ravvivò il suo sguardo “... scusate...” scuotendo il capo, per poi poggiare la testa sul cuscino “... si, scusatemi... non ho il diritto di parlare così... potete andare se volete... davvero... non siete obbligata a restare...”
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"Non ridete..sono seria..perchè a me cosa è rimasto? Una villa lussuosa a Citta di Capomazda, che apparteneva a mia madre Giada..e ora sarà vuota e con la vecchia governante...per quanto riguarda i soldi..ne ho per vivere..certo..quindi posso sopravvivere...anzi possiamo sopravvivere..ah, datemi del tu..odio questi formalismi. Non vorrete mica mandarmi a quelle stupide feste da ballo dove si ride per qualsiasi cretinata..io sono una de Bastian, noi siamo diversi dai soliti nobili..sarà l' aria di Cherval, a parte che di sciocchi ve ne erano pure laggiù" e lo guardai con aria di sfida.
Vi era un viavai di parole tra lui e la donna a cui non volevo partecipare..forse si conoscevano e si facevano delle battute...d' altronde lui era sicuramente il tipo adatto per stuzzicare, avevo notato. Sospirai guardandomi attorno e d' istinto poggiai le mani col viso sopra la sua spalla.."Tutti stanno preparandosi al Natale..gli addobbi, le luci..io non avrò nessuno..per me sarà un giorno come un altro..tranne per la nascita di Nostro Signore". |
<< Vi confesso che non ci ho mai capito molto di titoli militari, era una faccenda da uomo, secondo mia madre, e così mi ha insegnato altro... Tuttavia concordo con voi signori,>> dissi rivolta verso i borghesi, << nei nostri confronti Guisgard ha sempre agito in modo da meritarsi di essere chiamato capitano, anche se non ha i gradi e forse il garbo richiesto ad un ufficiale.>>
Era inevitabile che mi lanciassi alla difesa del militare anche contraddicendo il baronetto mentre mi chiedevo perché mai Guisgard non tornasse dentro, la curiosità mi stava divorando e avrei dato chissà cosa per poter sapere cosa stava facendo ma soprattutto con chi era. << Ad ogni modo, penso che ci siano discorsi migliori che parlare del capitano non credete?>> e lanciai un sorriso a Levet voltandomi dalla sua parte, << per esempio potreste parlarmi ancora di Capomadza, trovo che avete una capacità nella narrazione quasi pari a quella di un poeta>> ma non era vero, quella era una dote che avevo intravisto soltanto in Guisgard |
“Come siete suscettibile...” disse Icarius mentre pilotava l'aereo attraverso il deserto “... io dico che siete un po' come questo deserto... per alcuni è solo un'infinita distesa di sabbia, rocce e piante grasse... un luogo invivibile, inospitale... per altri invece è qualcosa di più... l'orizzonte sterminato e selvaggio, canyon incontaminati, un senso totale di libertà... e poi le sere avvolte da foschia dove tutto è vago, come un miraggio incantato... o quelle limpide e stellate...” sorrise “... si, siete un po' come questo deserto... qualcuno potrebbe detestarvi, altri invece addirittura amarvi...” senza voltarsi verso Gaynor, seduta dietro di lui.
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Danny era solito irritarsi quando un altro uomo tentava un approccio con Marwel e le parole del pilota, in un certo qual modo, le scaldarono il cuore.
Gli prese una mano e se la portò al petto, proprio dove i battiti del suo cuore si facevano sentire di più. "Ascoltate...ascoltate il mio cuore battere. Riuscite a capire che cosa dice? Non vuole andare da nessun'altra parte. Vuole rimanere qui con voi. Guardate i miei occhi, riuscite a vederli? Loro non si spostano dai vostri e ho paura che rimarrei cieca se dovessi distoglierli a forza." Strinse di più la mano del pilota con entrambe le sue "sentite il calore delle mie mani, percepite il modo in cui si stringono alla vostra? Loro non vogliono lasciare andare le vostre dita". Si avvicinò al suo viso e gli lasciò un delicato bacio sulle labbra, poi, ancora vicina, gli sussurrò "avete visto cosa hanno appena fatto le mie labbra? Hanno sigillato un accordo tra me e voi". |
Quelle parole... amare me... il pubblico amava l'attrice che ero, i miei superiori amavano la mia abilità di agente segreto, i miei amici amavano la mia allegria... ma l'amore di un uomo, quella era un'altra faccenda. Tanti anni erano passati col cuore in solitudine, che quasi avevo scordato il sapore di un bacio, la sensazione di una mano che ti sfiora... "Spero non sia odio ciò che provi per me" sussurrai fra le labbra, impercettibilmente...
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“Fare compere...” disse Guisgard a Clio, mentre Altea aveva poggiato la sua testa sulla spalla del militare “... beh, se volete e promettete di dimenticare di essere un legionario, io e la mia amica sospirante” indicando la dama di Cherval accanto a lui “potremmo condurvi per le stradine di questo borgo a fare compere. Che dite?” Guardando il biondo tenente.
Nello stesso instante, nella taverna, Dacey e gli altri continuavano a parlare. “In effetti” disse Levet alla ragazza “mi annoiava parlare di quel tipo.” Sorridente. “Oh, vi ringrazio. Si, forse un po' poeta lo sono... sapete, quando si ha un animo romantico si è spesso spinti ad osservare il mondo con gli occhi dello spirito, invece che con quelli del corpo. Volete vi parli ancora di Città di Capomazda? Beh, è un luogo dominato dalla natura vi dirò. Da un cielo sterminato, con una compagna lussureggiante tutt'intorno. Sembra una città uscita da un romanzo dell'Ottocento.” “Forse dovremmo lasciare soli la principessa ed il nostro ser Levet.” Fece Fines agli altri due borghesi. “Piantala...” Poeh ad un orecchio di Fines per non essere sentito dagli altri “... il capitano ci ha detto di non perdere mai di vista di Diana.” “Il capitano ormai si è tirato fuori...” rispose sempre sottovoce Fines “... ora dobbiamo fidarci del baronetto...” https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...2859df1ce8.jpg |
Quel bacio lieve e leggero.
Il misterioso pilota restò allora a fissare gli occhi di Marwel. E poi, all'improvviso, senza che lei se ne accorgesse, si ritrovò fra le sue braccia. E lui la baciò. Ma stavolta fu un bacio lungo, intenso, appassionato. Un bacio ardente, dove le labbra del paziente assaporarono più e più volte quelle della bionda infermiera. Un bacio tenuto vivo da quell'abbraccio, così assoluto e virile, che teneva stretta lei e lui. E Marwel sentì le forti mani di lui che scendevano lungo il corpo della giovane, quasi a disegnarne ogni tratto e forma. |
Amica sospirante..mi feci una bella risata.."Oh scusate Capitano..anzi scusami..non ridevo cosi da tempo..sospirante? Grazie..so mi terrete con voi..ma vi sarò di aiuto e io a voi...potete fidarvi" e gli strinsi la mano.."Potrei baciarvi la guancia..ma poi sembrerei troppo sfacciata".
Si rivolse di nuovo a quella ragazza..mi chiedevo se dicesse sul serio o scherzasse..comunque guardai la ragazza.."Sarebbe un piacere la vostra compagnia..se volete fare compere" dissi però pensierosa. |
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