Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 21-01-2016 17.43.25

Lasciato il suo palazzo, Gaynor si diresse verso la Pieve di Frate Roberto.
Trovò il buon chierico impegnato nel raccogliere alcune verdure nell'orticello che curava dietro la chiesetta.

Altea 21-01-2016 17.44.36

Rimasi stupita...dormiva pesantemente...si era girato come nulla fosse.
Ma sarà possibile...mi avvicinai a lui e iniziai a strattonarlo.."Milord..se la mia spada vi è sembrata una mosca sulla spalla..forse questo vi sveglierà o sarò costretta a gettarvi un secchio d' acqua gelata della fontana del nostro fiume Helsa".

Guisgard 21-01-2016 18.34.01

Capitolo II: Ritorno a casa



“Volentieri l'avrebbero nelle case ospitato,
ma temendo del re l'ira nessuno osava.”

(Il cantare del Cid)



Il carretto cigolante arrivò in un ampio pianoro erboso, dove un cipresso si ergeva solenne ed austero sul terreno in lieve pendio, mostrandosi quasi ai viaggiatori col suo profilo stagliato lungo i tratti di tenere colline verdeggianti.
Quel luogo avvolto quasi da un mistico silenzio era ammantato d'erba e di fiori che trovavano vigore nella limpida aria del posto, ingentilita e profumata da un secco vento di terra.
Querce, aceri, ulivi e cipressi oscillavano al freddo sibilare del vento, come le piume dell'elmo di un antico guerriero, nel cui soffio pareva aver rinchiuso la sua voce di un tempo.
Era un luogo isolato e muto, intriso di una remota melanconia e di un'antica nobiltà.
Non sorgevano abitazioni, né capanne nei dintorni, se non una cappella la cui cupola ricordava le fattezze e la bellezza di quella più grande e celeberrima della cattedrale Mariana di Sygma.
Questa scena di idillio campestre apparve agli occhi di quei viaggiatori che sul carretto avanzavano tra i pendii dei ridenti poggi.
Un uomo anziano e scarno conduceva l'umile vettura, mentre dietro, su mucchi di paglia e fieno se ne stavano un uomo corpulento e rozzo ed individuo il cui abbiglio lo identificava come un pellegrino.
Indossava infatti una mantella di ruvido panno nero che gli avvolgeva il corpo e con ampie falde che gli coprivano le braccia.
Alti e consumati stivali da viaggio ed un ampio cappuccio scuro sul capo completavano il suo abbigliamento.
Se ne stava docile tra la paglia ed il fieno, suonando l'ocarina che aveva con sé, unica forse concessione al suo status di penitente errante.
“Pagherai questo passaggio, buon pellegrino, se saprai dirci i nomi di quei cavalieri che così valorosamente tennero alto il nome della Santa Chiesa qui a Sygma.” Disse l'uomo corpulento.
“Sarò ben lieto di farlo” smettendo di suonare il pellegrino “poichè non porto denaro con me e non potrei pagarvi in alcun modo, in quanto il mio giuramento mi vieta di possedere beni materiali.”
“Bene.” Annuì l'uomo. “Di certo conoscerai tali notizie per il tuo viaggiare.”
“Il primo” rivelò il pellegrino “per onore e per valore, per fama e per rango fu l'intrepido Taddeo Cuor di Dragone, duca di Capomazda.”
“Gli perdono” osservò colui che conduceva il carretto “la discendenza solo per il suo Amore verso Sygma.”
“Ser Belvone di Capus fu il secondo” il pellegrino “e Joel Settimio suo scudiero merita una menzione.”
“Almeno non era del Sud quest'ultimo.” Ridendo il cocchiere.
“E poi?” Domandò con insistenza l'uomo corpulento. “Vi era qualche altro degno cavaliere che si battè per la Chiesa in queste contrade?”
“Poi” rispose il pellegrino dopo qualche attimo di silenzio, in cui sembrò sforzarsi per ricordare “... poi vi era un giovane cavaliere di minor fama e rango credo, accolto in quell'eroica compagnia non tanto per contribuire all'impresa, quanto per aggiungersi al numero, ma il suo nome non è rimasto nella mia memoria.”
Un attimo dopo il pellegrino balzò in piedi.
“Eccoci...” a colui che conduceva il carretto “... sono giunto...” apprestandosi a scendere.
“Qui?” Stupito l'uomo corpulento. “Ma qui siamo nella zona di Altafonte e non vi è nulla.”
“Non vi sono le terre di un nobile Capomazdese?” Fissandolo il pellegrino.
“Non più...” scuotendo il capo l'uomo che conduceva “... le sue terre sono state inglobate nel demanio baronale...”
“E i servi che vi lavoravano?” Ancora il pellegrino.
Nessuno però dei due uomini rispose.
Il pellegrino saltò allora giù dal carro, ringraziò per quel passaggio e svanì nella boscaglia.
Da qui risalì un dolce pendio, fino a raggiungere un fertile e tenero terreno, all'estremità del quale vi erano i resti di una casa distrutta dal fuoco.
Qui arrivò il pellegrino, restando interdetto ed indignato.
Corse fra quelle mute macerie, cercando e chiamando.
Ma nessuno rispose, se non il vento.
Allora il pellegrino si inginocchiò e pianse amaramente.
Pregò e poi pianse di nuovo.
E vi restò fino al tramonto, quanto il canto di un uccello lo destò.
Si rialzò, facendosi tre volte il Segno della Croce, per poi levare gli occhi azzurri verso il Cielo.
Giurò solennemente e allora l'uccello scese dolcemente sul braccio che il pellegrino gli offriva.
“Amica mia...” accarezzando la bella gabbianella blu “... solo per te sento che il mio è un ritorno...”
Si incamminò lungo un sentiero, dove incontrò un villano che tornava dal suo podere.
Da questi comprò la sua mula e in sella all'umile cavalcatura svanì negli ultimi bagliori del giorno morente, portando con se la gabbianella blu.
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Guisgard 22-01-2016 00.06.56

Dacey continuava la sua lettura di quel libro, soffermandosi su quel misterioso nome e cercando di immaginare il motivo dell'infamia che su di esso era caduta.
Fuori ormai il Sole aveva lasciato l'orizzonte, dissolvendo le ultime foschie che leggere si alzavano come un velo dalle incantate colline.
La notte era trascorsa insonne, a causa della lunga cena voluta dal barone e queste ore mattutine rappresentavano il solo momento di riposo per l'esotica principessa.
Poco dopo qualcuno bussò.
"Vi ho portato del latte caldo e qualche focaccia al miele." Disse Betta, per poi entrare. "Ancora alle prese con questi libri? Dovete trovarli davvero interessanti." Osservò.

Dacey Starklan 22-01-2016 00.10.45

Fui sorpresa dall'arrivo di Betta. La lettura mi aveva assorbita completamente, perdendo la cognizione del tempo.

<< Ecco io... Trovo interessante la storia di queste terre si...>> tagliai corto e prendendo una focaccina.

<< Mi piace conoscere il più possibile del luogo in cui sono. Tutto qui>>

Guisgard 22-01-2016 00.14.52

"Mi aspetto dunque" disse Fagan a Clio "che troviate presto il modo di liberare il bosco da quei briganti. Altrimenti ci penseremo io ed i miei uomini."
"Con licenza, signore..." intervenne Dimos "... cosa vi ha impedito fino ad oggi di eliminare quei fuorilegge?"
Fagan lo squadro' come chi è pronto a fulminante un altro con lo sguardo.
"Perché la cattura di miserabili briganti" rispose il Maresciallo "è l'ultimo dei pensieri per chi come me deve imporre il rispetto per la legge. Ma se voi mercenari non vi sentite in grado di portare a termine questo incarico, allora lo affidero' a qualcuna delle mie reclute."

Guisgard 22-01-2016 00.18.31

Dopo un po' Gwen ed Emon giùnsero a Monsperon.
Era una soleggiata mattina di Gennaio, con un'aria fredda ed una certa vivacità per le strade della cittadina.
"Dunque gestite un 'erboristeria in città..." disse il giovane alla ragazza "... ma davvero è possibile guadagnarsi da vivere vendendo erbe e fiori? Mi chiedo chi possa comprarne abbastanza per farvi avere un degno guadagno."

Guisgard 22-01-2016 00.22.07

"Capisco..." disse Betta a Dacey, riempiendo poi una tazza con del latte "... io invece credo che ogni terra non sia troppo diversa dalle altre e di conseguenza tutte hanno più o meno la medesima storia. E comunque mi annoierei a dover leggere un libro di storia." Ridendo. "Messer Jean mi ha incaricato di aiutarvi a preparare, poichè il barone vuole uscire a cavalcare con voi stamani."

Lady Gwen 22-01-2016 00.28.48

Dopo un po' arrivammo a Monsperon.
Era una mattina soleggiata, tiepida e le strade erano già molto animate.
Risi piano alle parole di Emon.
"Scusate" dissi, tornando un po' più seria "Perdonatemi, non volevo essere indelicata. Non vendo erbe e e fiori, cioè non soltanto, vendo anche preparati fatti da me, sia medici che non e vi assicuro che va abbastanza bene" facendogli l'occhiolino "E a dirla tutta, ha un valore affettivo, per me..."

Guisgard 22-01-2016 00.31.53

"Perché" disse incuriosito Emon a Gwen "dite che ha un valore affettivo per voi quell'erboristeria?"


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