Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 19-09-2018 02.42.21

“Dai, è assurdo...” disse Elv stringendo Gwen “... ti sarai fatta impressionare dalle voci sul suo cadavere... forse sei stanca... sono giorni che non cacciamo e beviamo sangue vivo... stanotte andremo a caccia o finiremo per indebolirci, nel fisico come nella mente...” accarezzandole i capelli rossi.

Lady Gwen 19-09-2018 02.47.46

Forse era assurdo, forse era solo la mia testa, forse era tutto questo, forse...
Annuii.
Sì, avevo bisogno di andare a caccia, un bisogno estremo, fisico e mentale, di certo non aiutava continuare ad attingere a scorte di emergenza, decisamente no.
E desiderai ardentemente che la notte arrivasse prima possibile per soddisfare quella necessità così impellente.
Erano incredibili i giochi che la mente poteva fare, ma non dovevo farmi trasportare, o sarei impazzita del tutto.

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Guisgard 19-09-2018 02.57.41

Restarono così a lungo, per tutto il giorno quasi, con Gwen fra le braccia di Elv.
Il pomeriggio arrivò e cominciò a trascorrere piano, quasi malinconico, mentre da fuori la città continuava la sua vita di tutti i giorni.
Poi finalmente arrivò il tramonto ed il crepuscolo, con infine la sera.

Lady Gwen 19-09-2018 03.02.15

Restai tutto il tempo fra le sue braccia, ritrovando solo in quel bellissimo luogo la forza di cui avevo bisogno.
Perché eravamo forti, sì, fisicamente, ma solo fra le sue braccia mi accorgevo di quanto potessi essere fragile.
Arrivò il crepuscolo, malinconico e nostalgico, che fece poi spazio, finalmente, alla sera e ora quel bisogno di uscire a cacciare era sempre più forte ed impellente.

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Guisgard 19-09-2018 15.34.45

Giunse la sera.
La città si tinse del bagliore acre delle sue luci, sotto un cielo velato e senza stelle.
Una lieve e cupa foschia, dai magici effetti narcotici salì dal bosco ed avvolse le mura urbane.
I cacciatori erano tornati, senza però che nessuno di essi avesse trovato il famigerato lupo.
Ora altri cacciatori, nuovi predatori, si accingevano a vivere.
Erano Gwen ed Elv.
Avevano riposato tutto il giorno, stavolta senza che nessuno li disturbasse.
“E' sera finalmente...” disse lui accarezzando lei “... la nostra sera...” fissandola negli occhi verdi.

Altea 19-09-2018 15.37.41

Scossi il capo "Non credo, è una persona malinconica legato ancora al suo passato".
Guardai mio nonno e chiesi a bruciapelo "Tu avevi conosciuto un certo Minsk?".

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Lady Gwen 19-09-2018 15.45.51

Da lontano, si vedeva la città avvolta dalla foschia della sera, leggera nebbia sospesa a mezz'aria.
Perfetto.
Un effimero velo che avrebbe nascosto il nostro banchetto notturno.
Gli sorrisi.
"Già e non vedo l'ora..." regalandogli un dolce bacio.
"Andiamo!" saltando dal letto elettrizzata, mentre divertita lo tiravo dalla camicia.

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Guisgard 19-09-2018 15.46.26

I suoi modi non erano più da nobile gentiluomo, ma più rudi, virili, tradendo una forza ed una brutalità nuove.
Così ora appariva Fessen.
La stanza aveva tutte le porte chiuse ed il caldo si faceva sentire.
Lo sentiva molto Destresya, unta com'era da quell'olio colante ed appiccicoso che la faceva essere sporca.
Lui era sempre inginocchiato dietro la cavalla, seduto con i genitali sui piedi di lei che spingeva indietro il bacino, si strusciava contro di lui e cercava di muovere quei piedi bloccati sotto la sua virilità scalciando.
Ma era una virilità troppo potente ed i movimenti di quei piedi erano limitati al minimo.
Il conte si alzò, restando in piedi e tirando la cinghia stretta al collo della cavalla, come fossero le redini, costringendola a voltarsi verso di lui.
Vide così il volto del nobile conte ormai segnato da una smorfia di lussuria, di folle lascivia.
Un'espressione che sembrava raccontare alla perfezione ciò che egli provava.
La frustrazione di quell'amplesso tanto trattenuto era ormai estenuante, facendolo sudare copiosamente e rendendo il suo respiro rotto dall'eccitazione.
Teneva la cinghia in mano e tirava, in modo che la cavalla avesse difficoltà a respirare bene.
“Ora ti darò da mangiare, da brava...” disse lui con un tono virile e rude.
Allora portò la mano sui pantaloni dov'erano più tesi e li sbottonò, liberando finalmente il suo spadone di cavaliere.
Un membro turgido, inarcato, potente ed affamato davanti a Destresya.
“Ahhhhh...” scappò a Lila ormai persa ad assistere a tutto ciò.

Guisgard 19-09-2018 15.50.56

“Ne sentii parlare tempo fa...” disse il nonno ad Altea “... ma non l'ho conosciuto di persona. In città però più di qualcuno l'aveva visto e di certo ne sapeva più di me. Perchè questa domanda, cara?”

Guisgard 19-09-2018 15.51.23

Così, Gwen ed Elv lasciarono il palazzo, immergendosi nelle strade cittadine, dove ancora qualche passante le animava.
“Direi di non cacciare in città stanotte...” disse lui “... c'è ancora inquietudine per la storia del cadavere scomparso... meglio non rendere la situazione più complicata... è più saggio andare nel bosco a cercare prede... così nessuno si accorgerà troppo presto della loro morte...”


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