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Icarius restò a fissare Clio mentre si toglieva quell'abito, restando sempre seduta sulle ginocchia di lui.
La ragazza, così, fece tutti i movimenti necessari, davanti ad un affascinato pastore, per togliersi da dosso quel vestito, fino a quando lo fece scivolare via, gettandolo lontano e restando solo con la camicia da notte, corta e leggera. E tornò a baciarlo. “Io sono solo un pastore” disse lui, assaporando quella bocca che lei generosamente ancora gli porgeva “ma credo che le corazze siano un po' diverse...” accarezzando la seta con le mani ed avvertendo sotto le calde e morbide forme della ragazza “... magari più spesse... pesanti... austere... caste... e ciò che indossi non lo è affatto...” senza smettere di baciarla “... ma prima mi hai detto di Rodolfo... cosa intendevi? Cosa ti ha detto? Riguarda noi?” Senza che le sue mani si fermassero. |
Velven sorrise a Gwen.
“Ah, ho capito...” disse annuendo “... deve essere un qualche simbolo contro il malocchio, le fatture e le presenze diaboliche, giusto? Magari diffusi nei posti di dove originaria, dico bene?” Fissando ancora il tatuaggio. |
Ad Altea non era sfuggito il modo con cui Ezio la guardava.
La dama di Bastian sentiva lo sguardo di quell'uomo sempre su di lei, nello stesso ed identico modo in c'erano state le sue mani solo pochi istanti prima, durante quella perquisizione che lei era stata costretta ad accettare. “Forse è presto per tutte queste domande, milady.” Disse Ezio. “No, aspetta...” intervenne la figura incappucciata “... infondo è giusto. Noi abbiamo chiesto di fidarci e mi sembra equo che anche lei ora pretenda qualcosa.” Fissando Altea. “E sia, vi dirò la verità. Avrei potuto ingannarvi raccontandovi una qualsiasi storia vagamente verosimile e voi mi avreste creduto. Ma ho deciso di dirvi la verità, per quanto assurda.” Annuendo. “Lord Guisgard è mio prigioniero. Decisi di catturarlo mesi fa, simulandone poi il funerale e sigillando una cripta vuota da usare come prova. Ma poi l'arrivo di quel sosia ha gettato all'aria ogni mio piano. E quando tutto mi appariva ormai perduto, dalla sua cella proprio lui mi chiese di patteggiare. Avremmo collaborato e poi diviso fra noi il potere. Ma con quel sosia in giro dobbiamo essere accorti, Uscire adesso allo scoperto getterebbe solo caos sul ducato, riaprendo una faida tra due nuovi pretendenti, come accadde proprio tra lord Guisgard e lord Dominus suo zio. Di più non posso dirvi per ora. Sono stato franco con voi e spero vi fidiate adesso.” |
Mugugnai a quelle parole, senza darci peso, ma poi sapevo che non potevo evitarlo.
"Rodolfo..." Sussurrai "Davvero?" Continuando a baciarlo "Vuoi parlarne adesso?". Ma poi sospirai e mi spostai appena, cercando i suoi occhi con i miei. "Sì, riguarda noi..." Sbuffai piano "Ha detto che ha sentito strane voci, e mi ha accusato di non insegnarti solo a combattere, dato che siamo stati insieme fino a tardi..." Scossi appena la testa, ridendo piano "Diciamo che se qualcuno mi avesse parlato in quel modo l'avrei ucciso..." Alzai le spalle "Solo che è vero, quindi ho poco da fare..." Sospirai "Gli ho detto che l'addestramento è qualcosa che porta via molto tempo, anche perché abbiamo tempi molto ristretti, e quanto ai servi, che ieri sera sei venuto nei miei alloggi per sapere come stavo..." Alzai le spalle "Tutto qui..". Poi scossi la testa. "Non voglio che ti allontani da me..." Gli sorrisi "Poi oh.. Sarò libera di scegliermi l'uomo che voglio o cosa? Il peggior ostacolo in Amore è soltanto me stessa... Io.." Abbassai lo sguardo "Sono solo... Vecchie abitudini..." Sorrisi, mestamente "Sono sempre stata intoccabile...". Mi sforzai di sorridere, perché non volevo rovinare quel momento, ma non amavo ricordare che avevo tradito me stessa per quella Gioia, per Amore. "Te l'ho detto che essere un'amante non mi è mai piaciuto..." Sorrisi piano "Per quanto possa essere meraviglioso..." Chinandomi a posargli un leggero bacio sulle labbra. Ripetei a me stessa le parole che mi rassicuravano un poco ogni volta che quei pensieri si insinuavano nella mia mente. È lui che vuoi? E allora... Che altro potresti essere? |
"Sbagli un'altra volta. Il cerchio e i due semi cerchi laterali rappresentano le fasi della Dea, della donna e della luna, per questo viene definito "Triplice luna" o "simbolo della Triplice Dea". Quello al centro, invece, e` un pentacolo e rappresenta i cinque elementi metafisici fondamentali: aria, acqua, fuoco, terra e spirito. Ci sono particolarmente legata" dissi sorridendo e sfiorando il disegno con le dita.
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Icarius fissò Clio e poi, dopo che lei terminò di parlare, strinse le mani della ragazza nelle sue.
“Fare l'Amore con te adesso è il mio desiderio più grande...” disse piano, con gli occhi in quelli di lei “... mi vedi, lo senti... fremo ad averti sulle mie ginocchia... non faccio altro che immaginarti senza questa camicia e il Cielo sa che voglia ho di strappartela via... ma se rinunciare a stanotte e a tutto quanto di più bello possa darci servirà a farti capire cosa tu sei per me, bene, allora puoi rivestirti anche ora, Clio... tu sei la donna che amo, l'unica che voglio... sei la sola che mi fa battere il cuore e quella a cui darei, stanotte stessa, tutto il mio mondo...” accarezzandole le braccia “... sai cosa mi piace della più grande storia d'Amore mai narrata? Quella tra Lancillotto e Ginevra... mi piace che tutto ciò che lui fece, ogni impresa, ogni prova superata non erano volte alla sua fama, né al benessere del regno... lui liberò tutti i prigionieri i Gorre solo perchè era l'unico modo per liberare Ginevra... ed anche per me è così... di essere duca, di governare Capomazda, di impersonare il grande Taddeide, a me non interessa... se sono qui è solo perchè è il solo modo per averti con me... paradossalmente ho dovuto conquistare un intero ducato solo per raggiungere il cuore di colei che amo... il tuo cuore, Clio, per me vale più di tutti i regni e di tutti i loro tesori... fingo di essere duca solo perchè è l'unico modo che ho per essere ciò che sono... un innamorato... innamorato di te... e se come Lancillotto che liberò Gorre per stare con Ginevra io dovrò condurre questo ducato per averti accanto, allora ben venga tutto ciò... ma sappi che quanto ti dissi una volta vale ancora adesso... dimmi di si e usciremo a cercare una chiesetta isolata in cui renderti mia moglie...” e la baciò. La baciò come solo un innamorato sa e può fare. https://lifevsfilm.files.wordpress.c...e_kruger52.jpg |
Velven ascoltò Gwen parlare, senza staccare i suoi occhi da quelli di lei.
“Io conoscevo solo i quattro elementi fondamentali, ossia aria, acqua, terra e fuoco...” disse sorridendo “... ne parli con straordinaria conoscenza, Gwen... hai forse studiato una qualche forma di filosofia o di teologia?” Le accarezzò il volto. “Allora mi sono innamorato di una ragazza davvero speciale. Hai una nuova luce negli occhi quando parli di queste cose... dai, parlami ancora di queste tue conoscenze e del tuo mondo, ti prego...” |
Sorrisi a quelle parole.
"Non e` teologia e nemmeno filosofia, anche se molti sono i filosofi che scrissero di questa arte. E` semplicemente magia. E` tutto quello che ci circonda, e` energia, Sole, Luna, tutto e` magia in natura, compresa la natura stessa. La magia non e` buona o cattiva. Puo` far soffrire o far sorridere, sta a noi scegliere da che parte stare e quale effetto sortire, se far sgorgare una lacrima o far nascere un sorriso" dissi, coi miei occhi nei suoi. |
Il Re di Cuori ed il Fiore meraviglioso
Lo ascoltavo, rapita, con gli occhi lucidi, increduli, commossi.
E poi quel bacio, così speciale e unico. Lo strinsi a me, dolcemente eppure con passione, poi però mi allontanai poco, per poterlo guardare. Sorrisi, sfiorando dolcemente il suo bellissimo viso. "Sicuro di essere vero?" Sussurrai, giocando con una ciocca dei suoi cappelli scuri. Sentii una calda lacrima rigarmi la guancia, ma non ero triste, solo certe emozioni sono troppo forti, troppo coinvolgenti. Anche se troppo in questo caso non era affatto male. "Ti Amo..." Sussurrai, quasi di sfuggita, con gli occhi nei suoi, come fosse la cosa più naturale del mondo, come se non esistessero altre parole capaci di ribattere a quelle meravigliosa che aveva pronunciato il pastore. Lo baciai di nuovo, con dolcezza, per poi spostarmi un poco, ma posando la mia fronte sulla sua. Era inutile continuare a nascondersi. "Mi sposeresti anche se ti dicessi che non potrei mai farlo in una chiesa ma preferirei il ponte di una nave..." Sorrisi "La mia nave, magari...". O la Santa Caterina... "Così tu giurerai per il tuo Dio, e io lo farò per i miei Dei... Ed entrambi i giuramenti così avranno valore.." Sorrisi "La religione non è qualcosa che si può imporre..." Sussurrai "Ma in ogni caso, ora come ora non è possibile.. Sei l'Arciduca di Capomazda, dovrai sposare una principessa, o giù di lì..." Alzai lo sguardo a cercare i suoi occhi "Però grazie... E credimi se ti dico che lo vorrei, che lo vorrei più di qualunque altra cosa..." Chinandomi a posargli un lieve bacio sulle labbra. Che non ho mai voluto altro... Poi però sorrisi, un sorriso diverso, divertito e malizioso, che la conversazione si stava facendo fin troppo seria. Mi chinai su di lui e gli sussurrai all'orecchio "Chi ha detto che non voglio fare l'Amore con te, stanotte?" Con voce calda e suadente. |
“Allora ti farò principessa di qualche regno.” Disse Icarius a Clio. “E farò costruire una nave per te. E le darò il tuo nome.” Sorrise. “La religiosità è qualcosa di Sacro... e dunque riguarda te, perchè io ti ho sempre ritenuto così, come la cosa più sacra che possiedo...”
Poi quel parole di Clio. Il pastore allora cominciò piano a spogliarla. Portò le sue mani sulla camicia di lei e prese a sbottonare un bottone dopo l'altro, fino a farla scivolare ai piedi della ragazza, con la seta che scese giù come una carezza sulla pelle di Clio. Il pastore restò così a fissarla, mentre era nuda davanti a lui. La fece allora mettere in piedi e lui si inginocchiò. Cominciò a togliersi la camicia e nel farlo iniziò a baciarla ovunque, risalendo piano, con la bocca che assaporava ogni tratto della pelle di lei. Le gambe, i fianchi, i seni, il collo, fino a trovare le labbra di Clio ed incatenarle alle sue con un lungo e caldo bacio. E la strinse al suo corpo ormai nudo. |
Velven sorrise a Gwen.
“Ne parli in un modo così affascinante che sembra vero.” Disse. “Eppure si tratta di favole, di fiabe, no?” La fissò. “O forse tu ci credi davvero?” |
Scossi la testa. Non c'era nulla da fare.
"E` inutile stare qui a convincerti che e` tutto vero, quando tu credi fermamente che non lo sia" dissi, scuotendo la testa. Mi liberai dalla sua presa e feci per coricarmi. Avrebbe mai capito? |
Gli occhi di Ezio addosso a me mi creavano disagio, ora si stava rivelando per ciò che era veramente e probabilmente quella figura incappucciata era la stessa con cui aveva parlato nella carrozza e quindi..non aveva a che vedere con Gvineth..forse.
Per qualche strano motivo quella misteriosa figura armata decise di parlarmi, tranquillamente e raccontarmi...la verità. Rimasi in silenzio per un attimo...la cripta vuota, appunto...ma poi pensai a Guisgard..Guisgard sarebbe sceso a patti col nemico magari malvagio per riavere il potere? Era strano..magari avrebbe voluto la morte piuttosto che spartirsi il regno..eppure con Dominus era sceso a patti per avere ciò che gli spettava. Ero confusa...o forse era tutto vero e Guisgard aveva in mente qualche piano, e prima non aveva voluto metterci in mezzo..una ragione ci doveva essere se aveva chiesto..il nostro aiuto. Mi rischiarai la voce.."Ebbene...so la cripta è vuota..e non meravigliatevi, vedete io non ho voluto presenziare al funerale, ma sono stata due volte al cimitero. La prima volta era ben chiusa...la seconda volta mi accorsi si muoveva e aprendola la trovai vuota, e quindi si presuppone qualcuno la abbia aperta e non certo io, lo sapevate?" e guardai la figura celata, sembrava di parlare con un essere di altri mondi... Guisgard rapito..dove? Dove vi era quella impronta che io e il Priore Tommaso avevamo visto..un' impronta strana, appunto..non di questo mondo. "Comunque" ripresi sospirando "non è il sosia il vero problema..almeno..e di Rodolfo che dite? Pure lui dice di essere fedele all' Austero eppure non ci ha pensato due volte a mettere sul trono un sosia, se sapesse che il vero Duca è vivo perchè non mettere dunque di nuovo le cose a posto" e risi "Pure alla cena col Vescovo..per non incappare in incidente diplomatico, hanno parlato..della mia bellezza..interessante vero?" scossi il capo e mi rifeci seria guardando la figura incappucciata "Io vi ho dato qualcosa di prezioso, io dovrei espormi in prima persona..il Duca..ha disposto di aiutarvi e scendere a patti, ma non ha chiesto il mio parere e ha fatto il mio nome" e forse per aiutarlo e non ero arrabbiata con lui.."Ancora una cosa, dunque, se volete tutti e due scendere a patti con me...parliamo assieme a Lord Guisgard, visto mi ha chiesto aiuto. Avete visto, io sono disarmata e pure il Duca e potete essere presenti alla nostra conversazione, pure legarmi le mani se avete paura possa imbrogliarvi..non è qualcosa di strano visto so ciò che è avvenuto, una volta appurato con lui ciò che desiderate tutti e due, parlerò io con le sue zie..siamo molto in confidenza..basta non chiedate pure voi pegni impossibili come il Duca Dominus..ovvero che troviamo il Fiore Azzurro" anche se fosse stato meglio, almeno avremmo avuto il tempo per parlare di ciò che era successo. E rimasi a guardare la figura...il mio sguardo era irremovibile, appunto lo avevo detto ad Ezio..patti col diavolo non li facevo. |
La camicia da notte scivolò via, eterea e leggera accarezzando dolcemente la mia pelle.
Avevo sempre amato la delicatezza della seta, abituata com'ero al cuoio e al ferro. Sentii le sue labbra risalire tutto il mio corpo, lasciando brividi infuocati al loro passaggio. E le mie mani seguivano il suo movimento, scendendo su di lui, per aiutarlo a spogliarsi, bramando la sua pelle quanto lui la mia. Finalmente poi mi strinse, cercando e trovando le mie labbra, mentre sentivo la passione che mi consumava sempre di più. Camminai a tentoni, portandolo con me, stringendolo a me mentre cercavo il letto su cui mi lasciai cadere pesantemente per poi attirarlo a me, dopo averlo osservato per un lungo istante con uno sguardo estasiato. Gli sorrisi, quando i suoi occhi furono nuovamente attaccati ai miei. "Riesci a rendermi tremendamente felice..." Sussurrai, prima di baciarlo di nuovo. E poi lo amai, con ardore e passione, quasi travolta da quel fiume di emozioni capaci di oscurare il mondo intero, mentre le mie mani e le mie labbra cercavano la sua pelle incendiata dalla stessa passione che mi consumava e mi mandava in estasi, mentre le nostre labbra si incontravano ancora e ancora in un gioco senza fine. |
Esultai quando Bernard mi porse il monile! Non desideravo altro, in quel momento, che poterlo indossare.
"E quindi volete un premio? E che tipo di premio vorreste?" chiesi a Bernard, mentre continuavo a fissare incantata il ciondolo. "Fatemi un favore" ripresi "prima di parlare del premio, mettetemi al collo questo monile, vi prego!" |
“Di più non posso concedervi adesso.” Disse la figura incappucciata ad Altea. “Vi ho detto la verità per avervi dalla nostra parte, ma se per voi non è abbastanza allora non credo ci sia altro da dire. E per dimostrarvi che non sono un uomo malvagio, come lo sono invece Cimmiero, suo fratello e Dominus prima di loro, vi lascerò andare, nonostante sappiate di questi piani segreti. Ma badate di non rivelarli ad alcuni, o anche lord Guisgard finirà male. Quanto a Rodolfo, il sosia è la sua forza e noi per questo troveremo il modo di eliminarlo.”
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La passione li travolse.
Più volte. Icarius e Clio, tra quelle lenzuola diventate ardenti a contatto con i loro corpi accesi di inebriante passione, si amarono a lungo. L'ardore del presunto duca sembrava cibarsi dei sospiri e dei gemiti di lei, che vibrava tutta fra le sue braccia. E lui dava libero sfogo a quella passione che pareva insaziabile del corpo e dell'anima di lei. Come una danza i due si ritrovarono più e più volte, l'uno sull'altra, pelle contro pelle, avvolti dal trasporto più assoluto, dall'estasi più totale, dall'impeto più irrefrenabile, fino a quando le loro mani si strinsero tra loro, tra il respiro di Icarius e le grida di piacere di Clio. Come se null'altro esistesse al mondo. E fu così fino all'alba, in una notte che era volta via troppo in fretta. E l'aurora li baciò col suo purpureo splendore, trovandoli appagati l'una tra le braccia dell'altro, ammaliati e sedotti dalle Gioie d'Amore. |
“Beh...” disse Bernard a Tessa, mentre la fece voltare, per poi spostarle i capelli e legandole il monile attorno al collo “... un premio pari all'entusiasmo che mostrate, no?” Sorridendole. “Un premio degno di questo bel dono. Un premio dunque come pegno...”
E messole al collo il bel monile rosso, la fece voltare per guardarla. “Vi sta molto bene...” fissandola “... chissà di che pietra si tratta...” osservando il monile e sfiorandolo con le dita. E nel farlo accarezzava lieve la pelle di lei. Ma quel tocco dell'ex galeotto fece aprire il ciondolo, mostrando così ciò che in esso era rinchiuso. “Un bigliettino...” raccogliendo Bernard ciò che dal monile era caduto “... c'è scritto qualcosa...” E lesse ad alta voce il contenuto del biglietto: “Tre uomini si trovano in un Giardino meraviglioso e fissano un bellissimo Fiore. Il primo si contenta di ammirare ogni giorno il Fiore senza però toccarlo mai. Il secondo decide di vendere tutto ciò che possiede e acquistare quel Giardino, anche se non sceglierà mai di cogliere il Fiore. Il terzo, infine, coglie il Fiore, ma solo per sottrarlo alla vista di tutti gli altri e conservarlo nella sua dimora. Chi fra i tre uomini possiede veramente quel Fiore?” |
Velven sorrise e si stese accanto a Gwen.
“Su...” disse, accarezzandole i capelli “... non vorrai litigare per queste cose? Capisco che tu sia attratta ed affascinata da quel mondo di mistero, ma discutere tra noi mi sembra esagerato.” Le sfiorò la guancia. “Però ho capito che per te è importante e dunque ti prometto che non darò più giudizi su queste cose. E chissà, se un giorno magari mi dimostrerai che è vero, io ci crederò.” Facendole l'occhiolino. No mancava molto all'alba. |
Mi lasciava andare...infatti potevo essere una testimone scomoda...ma forse voleva testare la mia fedeltà.."Milord..scusate..se avete notato non vi ho chiesto la mia vera identità..ma perchè avete voluto mettermi al corrente di tutto questo? Io cosa devo fare ora..quindi devo solo credervi nella parola..vi prego..egli ha un bracciale che gli ho donato..ha un quadrifoglio..posso averlo solo per sentire la sua vicinanza? Proprio perchè non siete una persona malvagia.." dissi scuotendo il capo "Perchè allora avevano chiesto il mio aiuto e delle tre donne, mica si sarebbero esposti così?".
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“Tre uomini si trovano in un Giardino meraviglioso e fissano un bellissimo Fiore.
Il primo si contenta di ammirare ogni giorno il Fiore senza però toccarlo mai. Il secondo decide di vendere tutto ciò che possiede e acquistare quel Giardino, anche se non sceglierà mai di cogliere il Fiore. Il terzo, infine, coglie il Fiore, ma solo per sottrarlo alla vista di tutti gli altri e conservarlo nella sua dimora. Chi fra i tre uomini possiede veramente quel Fiore?” Ascoltai con stupore il racconto che era scritto sul foglietto. "Chissà chi lo avrà scritto e perché?" chiesi a Bernard. Quella scoperta mi aveva emozionata e adesso avevo voglia di saperne di più. "Chissà quanti proprietari avrà avuto questo monile, dopo la Regina di Gioia Antiqua! Oh, Bernard, vorrei avere il dono di viaggiare nel passato per saperne di più!" |
Bernard sorrise a Tessa.
“Beh, non credo occorra viaggiare nel passato per svelare la storia di questo monile...” disse lui “... a sentire il tipo del tiro a segno questo ciondolo è appartenuto alla regina ed ella, come raccontava il vecchio eremita di San Michele, è viva.” Osservando il monile e la sua misteriosa pietra rossa. “Forse possiamo cercare un orafo o un antiquario per saperne di più... visto vedo che quest'oggetto vi incuriosisce molto.” Rise appena. “E chissà, se svelerò per voi questo mistero avrò finalmente quel mio premio.” Facendole l'occhiolino. La festa del borgo era durata tutta la notte ed ormai albeggiava. I due allora cominciarono a cercare fra le botteghe. Ed accanto ad una taverna videro un antiquario. “Sembra abbiamo fatto centro.” Indicando il negozio lui. “Cosa dite? Facciamo colazione in quella taverna, o preferite consultare prima l'antiquario?” |
“Forse quel bracciale è andato perduto, milady.” Disse la figura incappucciata ad Altea. “Lord Guisgard è stato in catene per diversi mesi. Quanto a voi, abbiamo chiesto il vostro aiuto perchè ci occorre una spia a corte. Occhi ed orecchie al servizio dei Taddei, contro Rodolfo ed i suoi piani da traditore. Se accettate di aiutarci bene, altrimenti non abbiamo altro da dirci.”
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"Be'..." risposi a Bernard "Se è viva, come mai questo monile non è più in suo possesso? Cosa ci faceva sulla bancarella di una fiera di paese?"
Detto, questo, entrai prima di lui e a passo deciso nella bottega dell'antiquario, decisa a saperne di più. |
"Sta bene...ma il nostro patto sarà sancito quando avrò tra le mani qualcosa di Guisgard..e ditegli qualcosa che ricordi noi due..pensate sia sprovveduta da accettare così? E poi avete chiesto l' aiuto pure di quelle tre donne..ditemi se devo parlarne con loro..quando avrò qualcosa di lui..il patto è fatto..altrimenti non ci saremmo mai visti" dissi imperturbabile..già Rodolfo era loro traditore..e loro stavano dalla parte dei Taddei? Quando avevano pure incatenato l' uomo che amavo..Chissà forse Guisgard pur di salvare il Ducato aveva ceduto alla fine.
Poi guardai il soffitto dubbiosa.."Non è che forse abbiate sbagliato persona? Non so perchè Guisgard dovrebbe chiedere aiuto a me..lo sapete..Guisgard è di tutti..o di tutte..no assurdo..forse mi ha scambiato tra le tante donzelle che bramano per loro" e diedi la mano all' uomo mascherato.."E' stato un piacere...bene, non preoccupatevi, non è affar mio questo..cercate la sua vera amata, non sono certo io." e mi inchinai e mi diressi verso l'uscita...povero Guisgard pensai..tutte lo vogliono e tutte lo cercano..deve essere stata difficile la sua vita, oh ma troverà quella degna di lui e me ne andai a testa alta. |
Era una prova che voleva? Bene. L'avrebbe avuta.
Mi guardai intorno e notai un piccolo vaso: lo feci levitare, facendolo arrivare sul comodino dal lato di Velven. "E` meglio dormire un po' adesso, manchera` un'ora circa all'alba" dissi e cercai di prendere sonno. |
Dischiusi gli occhi lentamente, come se mi costasse grandissima fatica riprendermi da quel meraviglioso e appagante torpore.
In quei lunghi e dolorosi mesi non avrei mai creduto che la vita potesse donarmi ancora una felicità e un Gioia tanto profonde, credevo che la cosa migliore che mi potesse capitare fosse un istante di oblio, un istante senza quel dolore martellante che non mi aveva mai lasciato. Ma poi lo vidi lì, assopito accanto a me, che mi teneva ancora stretta, quasi avesse paura che potessi scappare, ma io sapevo che non sarei andata da nessuna parte, mai, sapevo che quello era il mio posto: al suo fianco. Non sapevo perché, non sapevo come, ma era tornato da me, qualunque nome portasse, dopotutto era quello il nome che portava quando aveva rubato il mio cuore. Quanto amavo svegliarmi al suo fianco, e quanto avrei voluto farlo ogni mattina della mia vita. Potevo sentire il suo respiro regolare, era così bello, con un'aria così serena che restai per lunghi istanti a guardarlo. Leggeri raggi di un pallido sole, velato dalle nuvole illuminavano parzialmente la sfarzosa stanza. Aprii gli occhi lentamente, senza rendermi immediatamente conto di dove mi trovassi. Ma poi vidi i suoi occhi che mi sorridevano "Buongiorno.." mormorai, sbattendo le palpebre ancora assonnate. "Buongiorno.." mi rispose lui, con un sorriso. Gli sorrisi a mia volta, allungando appena una mano per sfiorare il suo bel viso. Era bello vederlo così rilassato, avevo sempre paura di svegliarmi e non trovarlo accanto a me. Lui mi attirò a sé, tenendomi abbracciata in silenzio, mentre accarezzava dolcemente i miei capelli. Io chiusi nuovamente gli occhi, immersa in quella pace che mi era sempre sembrata un miraggio, mentre potevo sentire il battito del suo cuore. D'un tratto, trasalii, alzandomi di scatto a sedere: realizzai che non eravamo nella mia casetta, ma nel suo letto a corte. E allora rammentai ogni cosa, il ballo, il mio stratagemma, la passeggiata al chiaro di luna. "Mi sono addormentata.." esclamai "Devo andare...". Ma non riuscii a dire altro che lui mi attirò a sé "No.." con la sua voce calda e profonda "Resta con me..". Io mi abbandonai a quell'abbraccio, ridendo appena. "Lo sai che devo andare.." mormorai, anche se non volevo lasciarlo "Azelle si starà chiedendo dove sia finita...". Lui rise "Azelle? Questo ti preoccupa?" ridendo "Credo che lei sappia esattamente dove sei...". Risi con lui, perché sapevo che aveva ragione. "Resta con me.." ripeté "È così bello averti qui...". Io risi, nervosamente. "Non dire stupidaggini..." fissando un punto lontano e indefinito nella stanza, perché lui non potesse incrociare il mio sguardo "Lo so bene che il mio posto non è qui..." sussurrai piano "Il mio nascondiglio mi aspetta..." sforzandomi di sorridere. Senza dire nulla, lui cercò dapprima il mio sguardo, poi le mie labbra con le sue, per baciarmi appassionatamente. Un bacio capace di togliermi il fiato, di farmi dimenticare ogni incertezza, ogni dubbio, ogni pensiero inquieto. Esistevamo soltanto noi, e il nostro Amore. "Resta con me..." sussurrò, ancora una volta, e io annuii, continuando a baciarlo. "Non devi salvare il mondo stamattina?" scherzai, stringendolo a me. Lui scosse la testa, senza smettere di baciarmi, ancora e ancora, mentre le sue braccia scendevano sulla mia schiena nuda, lasciando caldi brividi al loro passaggio. "Milord.." una voce da fuori ci fermò "L'ambasciatore è qui.. vi sta attendendo..". Io lo guardai come a dire: "Visto?". Ma lui mi rispose con il suo sorrisetto compiaciuto. "Di' all'ambasciatore che dovrà attendere domani.." disse, con un tono di voce che non conoscevo, senza però lasciare mai i miei occhi, con uno sguardo divertito "Questa mattina non desidero essere disturbato..". "Come desiderate, Milord..." la voce dall'esterno, per poi allontanarsi. Lo guardai, per poi voltare lo sguardo alla porta solo un istante prima di tornare ad osservarlo. "Accidenti.." mormorai, divertita "La gente fa tutto quello che vuoi qui?". Lui rise "Sono l'Arciduca, no?" Facendomi l'occhiolino. "Sul serio?" Risi, con fintissimo stupore, per poi tornare seria e sorridergli, mentre le mie dita giocavano con una ciocca ribelle di capelli che gli scendeva sul viso. "No..." Sussurrai, con gli occhi nei suoi "Sei il mio Amore.." Per poi attirarlo a me e baciarlo dolcemente. Quel ricordo mi strappò un sorriso, mente continuavo ad osservare Icarius addormentato. Ma ciò che valeva per quel giorno lontano valeva anche per quella mattina: non avrei dovuto essere lì. Ma non avevo voglia di pensare a quello, un'altra giornata era giunta, e avevamo un sacco di cose da fare. Così mi avvicinai ancora di più a lui e lo baciai dolcemente. "Buongiorno Icarius..." Sussurrai, dolcemente posandogli un lieve bacio sulla guancia. |
Velven guardò incredulo quel vaso lievitare e poi spostarsi.
“Ehi...” disse a Gwen “... hai visto anche tu? Quel vaso si è mosso e non può essere stato il vento, perchè tutte le porte e le finestre sono chiuse! Come può essere accaduto? L'ho visto con i miei occhi muoversi!” |
Quel bacio e Icarius, quasi fosse il personaggio di una favola, aprì piano gli occhi.
Come destatosi da un incantesimo. “Buongiorno a te...” disse a Clio, sorridendole “... che bello trovarti qui al mio risveglio...” stringendola a sé “... sei vera, no? Allora resta ancora un po' sul mio petto...” chiuse gli occhi, come a voler assaporare quegli istanti “... ho fatto un sogno stanotte... strano, enigmatico, inquietante... ero qui nel palazzo e giungeva un cavaliere bardato e misterioso... mi sfidava... ma non in un semplice duello... no, una sorta di gara... diceva che ero un fantoccio e nessuno mi amava per ciò che era davvero... te compresa... io allora fuori di me dalla rabbia raccolsi la sua sfida, chiedendogli poi di cosa si trattasse... e lui mi svelò che era in ballo il seggio ducale ed il nome dei Taddei... uno solo fra noi avrebbe vinto... colui, cioè, in grado di trovare un indicibile Tesoro... un Fiore... il Fiore Azzurro... ma in quel momento entrò Rodolfo e colpì con rabbia l'elmo del misterioso cavaliere, svelandone il volto... ed era il mio stesso viso quello che mi fissava sanguinante dal suo elmo ormai spaccato in due...” |
Scossi la testa, anche se quella situazione stava iniziando a divertirmi.
"Ti direi che sono stata io perche` pratico la magia, ma non so se mi crederesti, anche se tu stesso hai detto che ci avresti creduto se ti avessi dato una dimostrazione" Lo guardai dritto negli occhi, un po' sorridendo e attesi una sua risposta. |
Velven guardò incuriosito Gwen, come se volesse indagare in quel suo sguardo.
Poi scoppiò a ridere. “Ho capito...” disse divertito “... vuoi prenderti gioco di me, vero? Magari hai fatto cadere tu quel vaso ed io ho creduto chissà cosa... oppure...” facendole l'occhiolino “... oppure sei una sorta di illusionista, di prestigiatrice, di quelle che fanno trucchi simili senza svelare mai il loro segreto, giusto?” Continuando a ridere. “Ma, mia cara illusionista, stanotte sei nel mio maniero ed io non mi farò incantare dai tuoi trucchi!” E la fece sdraiare sul letto, per poi baciarla con slancio. “Anche io conosco vari trucchi... trucchi magici... d'Amore...” stringendola a sé. Ma l'alba era ormai prossima. Pochi istanti ed il cielo d'Oriente si sarebbe schiarito. |
La figura incappucciata fissava Altea che decisa si avviava verso l'uscita.
“Si, forse avete ragione voi, milady.” Disse. “Forse davvero fate bene a non partecipare alla liberazione di Capomazda, poiché non potete essere certo voi colei a cui lui ha chiesto aiuto. Lo conoscete infatti troppo poco se pensate questo del duca. Io sono stato so rivale e nessuno più di me ne conosce i difetti. Ma tra le sue pecche di certo non vi sono né l'inganno, nè il tradimento. In amicizia come in Amore. E se voi credete sia un Don Giovanni che ama compiacersi fra tante donne, allora davvero non lo avete mai conosciuto. Altro non abbiamo da dirci. Gli riferirò della nostra discussione e del suo esito. Vi chiedo solo di non tradirci. Messer Ezio vi accompagnerà all'uscita. Grazie e addio, milady.” Ed Ezio annuì. |
Non c'era modo di fargli cambiare idea. A questo punto, la mia "delusione" si era tramutata in puro senso di sfida: avrei trovato il modo, a tutti i costi.
Improvvisamente, si sdraio` su di me e mi bacio` con foga. Era sempre una sensazione unica ogni volta che mi stringeva a se`, che mi baciava o che semplicemente mi uguardava. Mi sentivo completa, come se ogni tassello fosse al proprio posto. Quando si fermo` per guardarmi negli occhi, colsi l'occasione. "Non c'e` proprio modo di farti cambiare idea, eh?" dissi, con aria di sfida e un leggero sorriso "Sappi pero` che non mi arrendo mai cosi` facilmente" |
Gli sorrisi e mi accoccolai volentieri contro il suo petto, restando stretta tra le sue braccia.
Lo ascoltai in silenzio, dapprima incuriosita, poi vagamente preoccupata. Tu e il tuo Fiore Azzurro.... Ma alla fine gli sorrisi, alzando la testa per baciarlo dolcemente sul collo. "Ehi, Guarda che gli incubi sono affar mio, di solito..." Sorrisi, con gli occhi nei suoi "Quindi dici che sei tu il primo nemico di te stesso?" Dolcemente "O tutta questa storia della corte ti ha stufato e vuoi partire alla ricerca del Fiore Azzurro per inseguire Madonna Avventura?" Sorridendo "Perché, tu ci creda o no ti seguirei in capo al mondo, mio bel pastore..." Gli sussurrai, per poi baciarlo piano. Avrei voluto stringerlo e cancellare ogni pensiero inquieto dal suo viso e dalla sua anima, ma sapevo bene di non poterlo fare, nessuno poteva, probabilmente nemmeno lui stesso. Però potevo stargli accanto e renderlo felice, come lui rendeva felice me. Un giorno forse avrei scoperto cosa si celava dietro tutta quella storia, ma per ora sapevo che, in ogni caso, il mio compito era stargli accanto. "Lo sai che dovremmo alzarci?" Sussurrai "Non che ne abbia voglia..." Rifugiandomi nuovamente tra le sue braccia "Ma oggi dovremo almeno allenarci sul serio, altrimenti Rodolfo chi lo sente..." Risi piano "Non voglio mica averti sulla coscienza se arriva qualche cavaliere a sfidarti e non ti ho insegnato abbastanza..." Alzando lo sguardo e strizzando l'occhio al pastore, per poi sorridere dolcemente, quando i miei occhi incrociarono i suoi. |
“Per questo ti adoro...” disse Velven a Gwen guardandola negli occhi “... amo tutto di te, anche la tua testardaggine...” e la baciò ancora.
Ad un tratto il pendolo batté le ore. Ed un vago chiarore invase il cielo. Stava albeggiando. |
“Beh, magari la misteriosa regina di Gioia Antiqua” disse Bernard a Tessa “avrà donato questo monile ad un suo affascinante spasimante, forse un amante, come pegno di una storia d'Amore impossibile, in puro stile Amor Cortese.” Ridendo appena. “Dopotutto non tutte le donne sono fredde e distaccate come voi.” Facendole l'occhiolino. “Prego, milady.” Aprendo poi la porta ed invitandola ad entrare nella bottega con un vistoso e sarcastico inchino.
Entrati i due nella bottega, furono subito accolti da diversi oggetti, tra lo sfarzoso, il curioso, l'originale e l'artistico. Manufatti di ogni genere, età e provenienza facevano bella mostra su tavolini, mobili vari e vetrine, tutti elencati e classificati con cura maniacale. E da una tendina laterale arrivò un ometto baffuto. “Salute a voi.” Salutando Bernard e Tessa. “Come posso esservi utile?” Ma subito notò il monile al collo della giovane donna, con quella pietra rossoscura incastonata in esso. “Che straordinario esemplare di carbonchio.” Con tono stupito ed interessato insieme. “Perdonate, ma non ho potuto evitare di notarlo.” |
Icarius rise piano a quelle parole di Clio.
“Si, dovremmo alzarci e cominciare ad allenarci, mio bel maestro d'armi...” la guardò negli occhi “... e dopo l'allenamento voglio andare in un posto, per mantenere una promessa... naturalmente verrai con me, spero...” In quel momento qualcuno bussò alla porta. “Milord?” Chiese Simonin. “Sono giunta per prepararvi il bagno. Volete che vi aiuti anche a vestirvi? Messere Rodolfo ha chiesto di voi, ma c'è ancora tempo, se volete... posso entrare?” |
Gli sorrisi.
"Ah si? Dove devi andare?" Sorrisi "Se vorrai verrò con te, certo...". Ma poi quella voce, non sapevo se essere divertita o furiosa. Scossi la testa, ridendo in silenzio, mimando con le labbra un insulto, senza però emettere alcun suono. Guardai Icarius divertita, perché spettava a lui rispondere. |
Mi separai piano da lui e guardai fuori dalla finestra. L'alba stava giungendo e un nuovo giorno stava per iniziare.
"E` l'alba. Devo andare" dissi senza entusiasmo all'ufficiale "Credimi, non so che darei per restare qui con te, ma non posso." Era la cosache sopportavo meno, il fatto di doverlo lasciare ogni mattina, ma non avevo scelta. Una delle notti piu` belle e intense dlla mia vita era volta al termine e dovevo farmene una ragione. |
Mi voltai di scatto alle parole della figura incappucciata e lo guardai adirata.."E voi? Mi conoscete da potermi giudicare? I miei sentimenti..ci state giocando sopra per il bene di Capomazda..e noto che come rivale siete stato in buoni rapporti se lui vi ha svelato tutto e giusto..ora siete amici e vi ha mandato a chiamarmi ma non vi ha detto nulla di come sono...del mio carattere insopportabile..glielo direte?" mi feci una bella risata "E Guisgard non si sorprenderà visto sa come sono ma di una cosa non dovete mai dubitare..dei miei sentimenti, a questo punto è Guisgard a non conoscermi visto non si è neppure opposto al vostro volere di farsi mostrare a me" e la rabbia aumentava "La mia vita..io sono giovane..ho vissuto in funzione di lui, da piccola fino ai venti anni aspettandolo e poi quando è apparso, mi ha rifiutata come moglie davanti a tutti...e io, nonostante quel rifiuto, subito dopo lo ho difeso davanti a Dominus e tutta la Corte e l' ho seguito alla ricerca del Fiore Azzurro..perchè ero certa lui era il vero Duca e speravo nel suo Amore, ma lui..non mi ha mai degnata di una attenzione. Dopo eletto Duca ha iniziato a conoscermi diventando amici..e altro..ma non mettiamo in dubbio egli volesse mettere la testa a posto..glielo ho sempre detto, e che non credevo alle sue parole, per paura di essere rifiutata." Rimasi in silenzio e poi dissi a bassa voce "Ditegli questo..queste parole appena dette..io non posso farlo e se io terrò il riserbo su quanto so non è per paura...ma per lui, solo per lui..e gentilmente fategli recapitare da parte mia la rosa più bella del giardino, i miei omaggi milord..vi auguro buona fortuna". Non aggiunsi altro, anche quella persona si era soffermata solo alla mia apparenza, mi aveva giudicata senza conoscermi e forse..chissà..pure imbrogliata.
Uscii e mi misi di lato ad Ezio, senza parlare, le mie gote erano infiammate dalla collera e mi posi davanti al cancello. |
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