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“Ah, una sacerdotessa...” disse Elv a Gwen, tenendola sul suo petto “... interessante... e cosa sanno fare le sacerdotesse? Negli antichi romanzi ricordo di aver letto di misteriosi poteri... come quello di far gravidare donne sterili, di mutarsi in animali e persino fabbricare filtri e pozioni magiche, tipo elisir d'amore...” sorrise “... ne hai fatto forse bere uno anche a me?” Facendole l'occhiolino.
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*- Deve essere qualcuno dalla scarsa personalità se necessità di certi sotterfugi per fare una conquista-
Dissi in tono schietto e deciso guardandolo negli occhi. Lo ascoltai con attenzione giocherellando distrattamente con il bicchiere colpita dalle sue parole. Erano secche, dure e nascondevano un certo dolore, di sicuro la vita con lui non era stata dolce e caritatevole. - Parlate per esperienza, questo è evidente e non posso certo giudicare la vostra visione del mondo se é così che voi lo avete conosciuto.- Sospirai,in fondo mi rivedevo nelle sue parole, a Maruania avevo vissuto in una casa angusta, in una famiglia anaffettiva,soltanto dedita al lavoro, avevo conosciuto il vero significato della fatica e della frustrazione e per questo ero fuggita, aspiravo a qualcosa di meglio,anche di poco. - Capitan Dension, suona bene, uno di quei nomi che restano impressi nella mente- dissi ad alta voce senza accorgermene subito e immediatamente arrossii rendendomi conto di aver dato fiato ai miei pensieri.* |
“Invece di sognare qualcosa di bello” disse Icarius “ti ritrovi invece a fare simili incubi...” sorrise a Clio “... non temere, non ci attaccherà nessuno stanotte... forse sei inquieta...” si alzò e camminò verso la finestra “... a saperlo avrei dedicato a te le mie note... ma chissà se come Syenna anche tu ami queste cose...” le mostrò l'ocarina “... la musica è magia...” la guardò “... non hai freddo solo con quella camicia leggera? Stanotte è freschino...”
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“Lieto dunque” disse Dension a Dacey “di avere un nome con tali qualità.” Terminò il suo bicchiere. “Fa piacere che qualcuno lo ricordi. Specie se si tratta di una bella ragazza come te.” Rise piano. “Dimmi, hai fame? Vuoi che faccia portare qualcosa? Approfittane, visto potrai usufruire della mensa del capitano oggi.” Divertito. “Avanti, quali sono i tuoi piatti preferiti”
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"Ah, ci sono abituata... I miei sogni sono sempre stati pieni di morte, e cose altrettanto allegre..." Scuotendo la testa "E a quanto pare allontanarmi da Maruania non ha migliorato la situazione.." Sospirai.
Lo osservai avvicinarsi con un sorriso, ma non risposi a quelle parole sull'ocarina. Chi ero dopotutto io per meritare la dedica della sua musica. E poi, probabilmente lo diceva per gentilezza, dato che se avesse davvero voluto suonare per me, lo avrebbe fatto prima... Non dovevo farmi strane idee. "Freddo dici?" Sorridendo "Affatto..." Scossi la testa "Amo il freddo...". |
"Beh, la gente romanza un po' tutto" ridendo piano "Si occupano ad esempio dei riti per il Dio e la Dea e di tutto cio` che ne consegue e beh, in effetti hanno qualche potere" sorridendo "Comunque IO piuttosto dovrei chiederti cos'hai messo nel mio rum!" ridendo.
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“Ami il freddo...” disse Icarius a Clio “... si, anche io... amo il freddo che rende il cielo limpido e terso, le nuvole gonfie e bianchissime, la campagna luminosa e lussureggiante... e poi adoro le fredde sere stellate, il firmamento chiaro e tempestato di stelle... amo il mare inquieto d'Inverno e le montagne innevate...” la fissò “... ma non il freddo che percepisco in te stanotte... oppure sei fredda solo verso di me?”
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“Nel tuo rum...” disse Elv, fingendosi pensieroso “... diciamo alche del Mar di Giava, che sanno far sospirare... salsedine delle Antille, in grado di cancellare il passato... un po' di spuma di Bretagna, che dona passione e qualche petalo di loto del Gange, capace di far perdere il senno per Amore...” fissandola negli occhi.
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* Il tono cordiale e i suoi modi spazzarono via il mio imbarazzo.
Tuttavia ancora non riuscivo ad abituarmi ai suoi complimenti. Avevo sempre vissuto all'ombra di mio padre, un uomo grande e grosso,per certi versi simile ad un orso,un orso in grado di costruirsi le proprie armi e usarle al meglio. Questo era sempre stato più che sufficiente a tenermi i ragazzi della città ed anche i clienti più sbruffoni si limitavano a darmi lunghe occhiate quando stavo in bottega con mio padre ma mai nessuno aveva fiatato in sua presenza. A sentire parlare di cibo mi accorsi di essere davvero affamata. - Io non vorrei approfittare però- mormorai, sebbene Maruania fosse una città dissoluta avevo i miei principi, insegnamenti tratti principalmente dai libri, ed uno di questi era quello di non essere un ospite invadente e scroccone. Tuttavia la fame era molta e sapevo che una volta giunta a terra avrei rischiato di saltare i pasti a lungo. Feci quindi un'eccezione alla mia regola, giustificandomi da sola ripetendomi che era per sopravvivenza. - Se fosse possibile vorrei del pasticcio di carne e del formaggio, quello stagionato...e della frutta,uva magari e qualcosa di dolce e ...- mi fermai mordendoli un labbro per zittirmi, un conto era chiedere da mangiare ma non potevo certo esagerare così,nel frattempo il mio stomaco brontolò in tutta riposta ai miei pensieri.* |
Restai sorpresa a quelle parole.
"Fredda?" Esclamai "No.. Voglio dire non.. Non era mia intenzione, perché dici questo?" Fissandolo negli occhi. |
"Mmm, capisco..." fingendo indifferenza e giocando con la sua camicia con la mano, che a poco a poco scivolo` piano sotto il colletto, sfiorando la sua pelle.
"Non ti sembra strano che" avvicinando il mio viso al suo "Tu debba ricorrere a tutto cio` e debba farmi bere qualcosa? In fondo, io non ti ho fatto bere niente, ma ho sortito lo stesso effetto, mi sembra" guardandolo negli occhi, con aria di sfida. |
Dension rise.
“Mia nonna” disse “soleva dire che l'appetito è sempre segno di salute.” Suonò un campanellino d'oro e poco dopo arrivò qualcuno. “Avete suonato, capitano?” Domandò il contrabbandiere. “Si, ho fame” rispose Dension “e consumerò qui il mio pasto. Insieme alla mia ospite.” Indicando Dacey. “Abbiamo del pasticcio di carne?” “Si, capitano.” Annuì l'altro. “E di buon vitello.” “Come formaggi?” Chiese Dension. “Magari stagionati?” “E' rimasta della caciotta piccante.” Fece il contrabbandiere. “Stagionata a dovere.” “Bene.” Annuì il capitano. “Accompagna il tutto con della frutta, dell'uva se ne abbiamo e un po' di quelle focacce dolci che mi avete servito a colazione.” “Subito.” Disse l'altro. Uscì e tornò poi con quanto ordinato dal capitano. “Beh, buon appetito allora.” Dension a Dacey. |
“Non lo so...” disse Icarius a Clio “... ho avuto questa sensazione...” alzandosi il colletto della camicia “... mi colpiva il tuo essere apparsa su quella finestra... con i capelli sciolti, quella camicia leggera... ma con un'aria distante, che percepivo fredda... forse era solo l'inquietudine del sogno che hai fatto... dopotutto da qui non posso fare altro che interpretare i tuoi silenzi...” fissandola negli occhi.
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* Sorrisi.
- Le nonne dicono sempre cose sagge. Devo ammettere che mi sento un po' meglio,la mia testa ha smesso di girare, uno buona notizia per tutte le caraffe della nave- cercai di scherzare su quell'incidente iniziare. Ammiravo il capitano Dension per come gestiva i suoi sottoposti, sembra quel tipo di comandante che sapeva farsi rispettare dai suoi uomini senza dover usare violenze e sotterfugi, semplicemente i suoi contrabbandieri vedevano in lui una figura degna del loro rispetto. Lasciai che l'uomo posasse il vassoio sul letto, non mi ero ancora mossa da lì. - Buon appetito e grazie per la generosità - dissi osservando quel banchetto che a casa mia era riservato soltanto ad occasioni particolari,speciali. Servii per primo il capitano posando nel suo piatto porzioni delle varie pietanze, era il minimo che potevo fare per ringraziarlo e poi passai a me e finalmente mangiai, soddisfando il mio stomaco e il mio palato.* |
“Si, ma io non ho il tuo sguardo, i tuoi capelli, il tuo viso...” disse Elv a Gwen, accarezzando piano prima una ciocca dei suoi capelli “... né le tue labbra...” sfiorandole la bocca “... ed io non so resisterti...” e la baciò con passione.
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Dension guardò Dacey che serviva il cibo nei piattini ed attese che anche lei fosse pronta per mangiare.
Riempì allora due bicchieri con del vino portato con il cibo e brindò a quella serata. “Che i tuoi sogni” disse “possano realizzarsi e condurti a quella felicità che rincorri con tanto coraggio.” Sorrise. “E da ciò che vedo, sarai un'ottima ed ambita mogliettina.” Facendole l'occhiolino. |
"Interpretare i miei silenzi?" Risi "Perché, non puoi semplicemente chiedere?" Con gli occhi nei suoi.
Poi sospirai. "Beh, diciamo che mi sono affacciata alla finestra chiedendomi se tu ti fossi messo proprio qui sotto per chiamarmi in qualche modo, se stessi suonando per me.." Ammisi, quasi in un sussurro, trattenendo il fiato, con gli occhi nei suoi. "Ad ogni modo.." Cambiando tono, più gioviale "Hai messo subito in chiaro che non era così, quindi.." Alzai le spalle "Mi hai ricordato che non devo mai aspettarmi qualcosa.." Sorrisi "Scusa, capita raramente che mi lasci andare...". Poi notai quel gesto di alzarsi il colletto, e inclinai leggermente la testa di lato, sorridendo. "Hai freddo?" Mormorai, dolcemente "Io.. Ti inviterei a salire da me ma.." Sorrisi "Immagino che ti darei l'idea sbagliata..". |
Sfioro` prima una ciocca dei miei capelli, poi le mie labbra ed infine mi bacio`, con passione.
Mi erano mancate le sue labbra che assaporavano a fondo le mie, cosi` calde, morbide. Neanche io riuscivo a resistergli, prova ne era cio` che era successo la notte scorsa. Mi separai poco e mi misi a cavalcionisu di lui, ritrovando le sue labbra e affondando le mani nei suoi capelli. |
“Davvero” disse Icarius a Clio “ho mostrato tutto questo? Dal mio suonare e da qualche parola detta un po' per scherzo, un po' perchè speravo di non vederti rientrare, hai capito tutte quelle cose? Che non devi aspettarti serenate o pensieri da me? Sono un portento, un fenomeno!” Sorridendo. “Si, un po' ho freddo...” mormorò “... idea sbagliata? Non ho nessuna idea... magari solo voglia di stare con te...”
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*Presi il mio bicchiere di vino con un sorriso. Quel brindisi mi lasciò molto di cui pensare.
Specialmente l'ultima frase. Chissà perché ma tutte le volte pensavo alla mia ricerca dell'Amore non mi immaginavo così alla fine. Mia madre era una moglie, non era felice, stava con mio padre solo per convenienza, lui la manteneva e lei in cambio gli faceva trovare sempre un pasto caldo al suo ritorno. Un semplice patto, un contratto, niente amore, passione e coinvolgimento. Sperai che a Nuova Camelot essere moglie non significasse tutto questo. Presi a mia volta la parola, non volevo restare persa nei miei pensieri in presenza di Dension. Prima di tutto ignorai l'ennesima allusione al mio aspetto,proprio non sapevo come rispondere invece alzai il bicchiere e dissi- Vi porgo lo stesso augurio Dension, spero troviate la felicità un giorno, abbandonando così il vostro forte realismo, anche solo un pochino, quel tanto sufficiente a farvi sorridere per il bello della vita.- Avevo usato il "lei" sebbene lui non lo facesse con me ma il vago timore che mi inquoteva il suo aspetto mi faceva ricorrere alla formalità. Terminai di parlare e ripresi a mangiare.* |
Quel bacio e poi Gwen che salì a cavalcioni su Elv.
E i due si baciarono ancora, l'una sull'altro, con le mani di lei fra i capelli di lui e quelle del pirata a stringere il vestito della ragazza, percorrendo le forme del suo corpo e cercando la sua pelle liscia e morbida. Fu un lungo momento di passione, di trasporto, di impeto e di infinita dolcezza. Cullati, entrambi, dai lievi sussulti della Dama Piacente che galleggiava sulle ampie increspature dell'acqua. |
Sorrisi "Temo di non essere molto brava a distinguere parole dette sul serio da quelle dette per scherzo... È sempre stato un mio difetto.. Tu hai detto di non avere nessuna a cui dedicare le tue note, beh, ti ho preso in parola.." Alzai le spalle "quanto all'aspettarsi qualcosa, parlavo in generale... È il modo migliore per farsi del male..." Sorrisi piano "Ad ogni modo non importa.." Con gli occhi nei suoi "Hai voglia di stare con me?" Divertita "Beh, la mia stanza ha sempre avuto una porta..." Sorrisi "Basta bussare..." Facendogli l'occhiolino per poi allontanarmi dalla finestra.
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“Guarda che puoi darmi del tu...” disse Dension a Dacey, come se avesse letto quegli ultimi pensieri della ragazza “... non sono uscito da un'accademia navale, né sono un ufficiale dell'Ammiragliato... il mio grado è dato dall'esperienza e dalla capacità che ho di condurre questa nave... pago i miei uomini e per questo mi seguono...non per giuramento, grado o casta... solo per denaro...” la guardò bevendo.
Ad un tratto qualcuno bussò. “Capitano...” entrando uno dei suoi “... le riparazioni sono terminate.” “Bene...” finendo il suo bicchiere Dension “... credo che ora devo lasciarti...” a Decey “... perdonami se non posso restare... essere un contrabbandiere rende purtroppo poco cavallereschi e cortesi... naturalmente puoi restare a dormire qui stanotte, visto che presumibilmente io non dormirò affatto... bisogna recuperare il tempo perso... ti auguro una serena notte.” Ed uscì con l'altro contrabbandiere. |
Clio si allontanò dalla finestra e poco dopo qualcuno bussò.
“Sono io...” disse Icarius a Clio “... se vuoi aspetto fuori dalla porta se devi cambiarti... così sai che non mi farò strane idee...” sorridendo. |
Ci baciammo, ci stringemmo, ci sfiorammo, a lungo e con desiderio.
Io che continuavo a stringere i capelli di Elv e lui che vagava sul mio vestito e mi stringeva forte, bramando la mia pelle e facendomi sentire sua. Perche` in quel momento era cosi` che volevo sentirmi ed era li` che volevo stare, su quel letto e fra le sue braccia che mi stringevano con impeto. "Come vedi" ridendo piano, sulle sue labbra "Neanche io so resisterti" col poco fiato che mi restava. Appoggiai la mia fronte alla sua, cinsi il suo collo con le braccia e chiusi gli occhi, assaporando quel momento. |
* Il suo modo sempre così diretto di affrontare la conversazione tendeva a spiazzarmi.
Annuii sorridendo appena. - Scusa é la forza dell'abitudine, mio padre mi obbligava a dare del lei ad ogni cliente, anche il più umile. Bisogna fare sentire i nostri clienti importanti quando stanno qui da noi a comprare, così diceva. Ad ogni modo non mi importa come hai ottenuto il titolo di capitano, hai salvato la mia vita e per quanto mi riguarda é tutto quello che mi basta sapere. - La nostra conversazione fu interrotta. Era tempo di ripartire e la nave richiamava a se il suo capitano ed io non potevo essere così egoista da trattenerlo qui. Lo ringraziai ancora per la sua gentilezza, non tutti avrebbero ceduto il loro comodo letto ad una sconosciuta. -Buona serata anche a te- dissi prima di vederlo sparire fuori dalla porta. Misi via il vassoio ormai vuoto e mi stesi nel letto, cercando di prendere sonno mentre la nave iniziava a muoversi.* |
Elv non rispose nulla a quelle parole sussurrate da Gwen, ma cominciò a sbottonarle piano il vestito.
Aveva voglia di spogliarla. Ma quell'attimo di passione e desiderio fu interrotto da alcuni rumori e da dalle voci che giungevano da fuori. |
Sorrisi nel sentir bussare.
Poi alzai gli occhi al cielo a quelle parole. Andai ad aprire la porta così com'ero. "Se mi fido di te a tal punto da farti entrare nella mia stanza, o da intrufolarmi nottetempo nella tua, quello che indosso non ha molta importanza, non credi?" Sorridendo. Stavo per dirgli che avrei saputo difendermi, ma non lo ritenevo così sciocco da saltarmi addosso. Così non dissi nient'altro, limitandomi ad aprile la porta per farlo entrare e chiuderla dietro di lui. "Entra pure..." Sorrisi. Sentii il cuore accelerare, come ogni volta che rimanevamo soli da quel bacio. Non sapevo come interpretare i miei pensieri, le mie emozioni. Forse avevo anche paura, paura dell'effetto che aveva su di me, delle emozioni che mi suscitava, diverse da ogni cosa avessi mai provato prima. Eppure era strano perché non sapevo niente di lui, anche se stranamente non mi importava. Quando stavo con lui mi sentivo diversa, come se stessi scoprendo una parte di me che non conoscevo. Era strano, ma emozionante. "Allora.." Mormorai, avvicinandomi a lui "Vuoi.. Raccontarmi un po' di questo viaggio?" Sorrisi, con gli occhi nei suoi. |
Dacey si stese sul letto, mentre poco dopo la nave accese i motori.
Qualche istante e cominciò a muoversi. Stavano volando di nuovo, col favore delle tenebre. Un vocio irregolare e confuso proveniva da fuori, tra l'equipaggio e i passeggeri. Non tutti avevano avuto la fortuna di poter coricarsi in un letto comodo ed accogliente. E mentre lo sguardo di Dacey vagava fra i cimeli e gli strumenti di quella stanza, ad un tratto si fermò su un registro che recava un'etichetta sulla copertina: “Diario del capitano” |
Non rispose alle mie parole, ma inizio` a sbottonare lentamente il mio vestito.
Trattenni il fiato, ripensando alle emozioni della scorsa notte, che si ripresentavano una dopo l'altra. Fummo interrotti da alcuni rumori provenienti dal ponte. Maledissi il tempismo, chiunque fosse li` fuori. |
Icarius entrò e sorrise a Clio.
E forse fu lieto di ritrovarla così, com'era apparsa dalla finestra. “Ah, è per questo dunque...” disse alla ragazza “... per sapere del viaggio...” rise appena “... e io che pensavo volessi provare qualche nuova scena della commedia...” le fece l'occhiolino “... sto scherzando...” si avvicinò alla finestra, per poi voltarsi “... mi prenderesti per matto, temo, se ti raccontassi tutto... ossia che siamo qui a causa di un sogno... si, un sogno... forse l'unico modo per vincere Maruania e scogliere ogni incanto contro l'Amore...” |
Stavo per ribattere a quelle parole, ma precisò di star scherzando, quindi mi limitai a sorridere.
Non ci sapevo proprio fare. Poi lo vidi avvicinarsi alla finestra, e parlare del sogno. "Pazzo.." Risi piano, scuotendo la testa. Ero io ad essere sempre presa per pazza. Così mi avvicinai a lui sorridendo dolcemente. "La mia spada a volte si mette a vibrare e mi procura visione dei precedenti proprietari.." Dissi, alzando le spalle "Non credo di poter giudicare..." Sorrisi, avvicinandomi ancora di più. Era evidente che quella cosa lo turbava profondamente. Non volevo essere invadente ma volevo anche saperne di più. Così lo raggiunsi e lo cinsi con le braccia "Mettimi alla prova..." Sussurrai, con gli occhi nei suoi. |
“Deve essere accaduto qualcosa...” disse Elv a Gwen, per poi alzarsi “... vado a dare un'occhiata...” la guardò e sorrise “... e non credere che sia facile staccarmi da te...” la baciò dolcemente e poi uscì.
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Sorrisi divertita a quelle parole di Elv, che mi bacio` e usci`.
Interruzione a parte, speravo che non fosse niente di grave. Nel frattempo, mi cambiai per la notte e mi misi a letto, aspettando che Elv tornasse. |
Icarius prese le mani di Clio e le strinse nelle sue.
“Se fai così...” disse avvicinandosi al suo viso, quasi lambendo le labbra di lei con le sue “... vuoi davvero conoscere la probabile follia di questo viaggio?” Lei poteva sentire il suo respiro. “E sia... siamo qui perchè il capitano ha fatto un sogno... forse era una visione, o chissà, solo un'illusione... e ha visto che vi è un solo modo per vincere Maruania e i demoni che lo perseguitano...” E le raccontò una vecchia storia. La storia di un palazzo incantato, ubicato chissà dove, nel cuore e nei meandri di Nolhia. Un palazzo al cui rinvenimento, secondo un'antica profezia, dipendeva la scoperta di un favoloso Tesoro. |
Gwen si cambiò per la notte e si mise a letto, aspettando il ritorno di Elv.
Passarono diversi minuti e poi mezz'ora. E finalmente Elv tornò in camera. Si stese piano accanto a lei nel letto. “Ehi...” disse pianissimo “... sei sveglia?” Fissandola nella penombra della stanza. |
Poco dopo, o almeno cosi` credevo, forse in dormi veglia, sobbalzai.
Era Elv che, tornato, si era sdraiato accanto a me. "Si`" farfuglia, rifugiandomi subito da lui "Che era successo?" |
“Hanno ripescato qualcuno...” disse Elv a Gwen “... forse un mendicante, o un vagabondo... chiedeva di essere imbarcato e pare abbia pagato per essere condotto chissà dove... lo ha rivelato solo a Gurenbarba... strano tipo...”
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“Allora” disse l'evaso ad Altea “quel cane di Guisgard è stato qui?” Trasalì. “In questo castello? Ne sei certa? Sei sicuro che si trattasse proprio di lui? E possiede una nave dunque? E' già qualcosa... qualcosa da cui far partire le ricerche...”
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Riflettei sulle parole di Elv e ripensai all'uomo che aveva chiesto l'elemosina alla contessa al negozio di stoffe.
"Ho incontrato un uomo anziano tempo fa', un mendicante, quando ero la dama di compagnia di una contessa qui a Nuova Camelot. Diceva di essere l'unico superstite della ciurma di quel pirata che seppelli` il tesoro che stiamo cercando. Diceva di sapere dove si trovasse. Magari e` lui." |
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