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IL DONO DEL CERVO
(A.Branduardi - L.Zappa Branduardi) "Dimmi, buon signore che siedi così quieto la fine del tuo viaggio che cosa ci portò? Le teste maculate di feroci tigri, per fartene tappeto le loro pelli? Sulle colline tra il quarto e il quinto mese, io per cacciare, da solo me ne andai. E fu così che col cuore in gola un agguato al daino io tendevo, ed invece venne il cervo che davanti a me si fermò. E fu così che col cuore in gola un agguato al daino io tendevo, ed invece venne il cervo che davanti a me si fermò. "Piango il mio destino, io presto morirò ed in dono allora a tee io offrirò queste ampie corna, mio buon signore, dalle mie orecchie tu potrai bere. Un chiaro specchio sarà per te il mio occhio, con il mio pelo pennelli ti farai. Se la mia carne cibo ti sarà, la mia pelle ti riscalderà e sarà il mio fegato che coraggio ti darà. E così sarà, buon signore, che il corpo del tuo vecchio servo sette volte darà frutto, sette volte fiorirà." Dimmi, buon signore che siedi così quieto la fine del tuo viaggio che cosa ci portò? ...che cosa ci portò?" Ne “Il dono del cervo”, uno dei brani più toccanti e significativi della discografia branduardiana, un nobile signore, tornato da una battuta di caccia, racconta il sorprendente incontro avuto con un cervo. L’animale gli parla: presto dovrà morire, ma prima si donerà interamente al signore. La carne, allora, sarà cibo; la pelle, riscalderà; il fegato porterà coraggio… I doni del cervo sono sette e per sette volte rifioriranno rinnovandone la vita. La figura del cervo è da sempre ricca di significati simbolici: le corna, messe in relazione al sole, per le loro ramificazioni, spesso venivano poste nelle tombe perchè si credeva avessero il potere della resurrezione. Rappresentava anche un dio dei boschi: il guerriero che avesse trovato la tomba di un cervo, avrebbe sempre avuto una guida per il suo cammino… La magia di questa favola, in ogni caso, è legata in misura uguale alla musica che la racconta: la voce si fonde con gli strumenti che accrescono la loro intensità nel momento dell’incontro e nelle parole del cervo, per poi acquietarsi al termine della narrazione. E la malinconica dolcezza che rimane, non puo’ lasciare indifferenti. Taliesin, il Bardo |
Sir Taliesin, leggendo il vostro testo del poeta cantore sul cervo ho pensato a questa canzone...
http://www.youtube.com/watch?v=m41K_tv5oVA |
In effetti, lord Taliesin, ancora oggi, l'uccisione di un cervo non mi lascia mai indifferente; ma questo è il mio pensiero in musica, per questa sera.
http://www.youtube.com/watch?v=_MU2ru9w15s |
Tra le mie canzoni, nelle lunghe serate tra Musica e Poesia, difficilmente non inserisco questi due brani presi "in prestito" da due Grandi Maestri della Musica Italiana. Grazie Lady Altea per la vostra continua emozione, Grazie Sir Galgan per aver lasciato appeso a quelle rocce la vostra forza.
Taliesin, il Bardo |
Grazie a voi, nobile Taliesin, per aver ricordato, in quest'epoca di pragmatismo indiscriminato, quanta sacralità è celata dietro alla maestosità di un cervo.
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Una melodia dei menestrelli del Modenese, dedicata a tutte le genti di Camelot, che ora godono del sonno dei giusti, e in particolar modo alla mia Principessa, che stasera, forse perchè aveva troppa fretta di scoprire ancora un po' di mondo, proprio non voleva saperne di addormentarsi :smile:.
http://www.youtube.com/watch?v=7YvlslMfUxM |
Mi è ricapitato tra le mani un mio vecchio libro, LUPO GIALLO, che narra la storia di un guerriero dei Nasi Forati, ai tempi di Capo Giuseppe.
Immediatamente mi è venuta in mente questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=PXhYK4j2d84 |
Sir Galgan...
Nell'autunnno dell'anno millenovecentoottantuno, in un semidiruto podere in Gallura, tra un bicchiere di vino rosso ed un arrosto di agnello, illustrai a Fabrizio il mio "Sand Creek" medioevale, ovvero un parallelismo tra un fatto storico molto simile a quello narrato nella sua magistrale poesia, accaduto nell'anno di grazia millequattrocentocinquantadue all'epoca degli scellerati capitani di ventura e dei loro sbandati soldati. Ricordo l'entusiasmo con il quale il mio Amico Fragile accolse il mio progetto di elaborare un album concept attorno a quegli eventi, peccato che la realizzazione di quel mio progetto vide la luce solo nella primavera dell'anno millenovecentonovantanove, quando Fabrizio era tornato alla casa del padre da soli due mesi. Comunque, oltre il mio ricordo personalissimo, grazie Sir Galgan per la perla che avete donato in questo silenzio di colori autunnali. Taliesin, il Bardo |
Grazie a voi, messer Bardo, per la prontezza con cui arricchite sempre il Grande Spartito con una nota in più.
Mi piacerebbe, quando e se ne avrete voglia, conoscere l'episodio storico al quale stavate alludendo. |
La notte porta sempre qualche pensiero, anche piccolo, sottratto al mondo dei ricordi.
http://www.youtube.com/watch?v=CwoqQDqihg8 |
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