“Ho preso un giorno di ferie.” Disse Jeffrey. “Ma tu forse hai qualche impegno? Magari un appuntamento con qualche amica?”

L'auto arrivò e Tysson annuì ad Altea.
“Comunque” disse guardandole le gambe accavallate “una segretaria come lei farà di sicuro colpo su di lui.” Facendole l'occhiolino.
La porta si aprì ed entrò qualcuno.

“Per ora no.” Disse la voce a Clio. “Ma tienici informati.” E staccò.
La bella psicologa poteva così terminare di prepararsi per andare al lavoro.

Continuai a preparare la colazione, riflettendo su una buona scusa.
"Devo portare un mio libro alla polizia, ora che mi ci fai pensare" dissi voltandomi a guardarlo appena.
"Ieri è venuto un agente federale" dissi ridandogli le spalle.
"Purtroppo è dovuto andare via di corsa e ha scordato il libro" dissi mettendo il tutto in padella.

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"Ci vogliono solo delle belle gambe per far colpo su di lui..ammetto è un uomo affascinante" ma mi fermai poiché qualcuno era entrato.

Staccai, finii di prepararmi e andai in ufficio, ero in perfetto orario.
Avevo preso con me tutti i miei strumenti da lavoro, anche se non sapevo cosa mi avrebbe aspettato.
Avevo scelto un tubino nero semplice per l'occasione, non amavo strafare.
Mi misi in macchina, e arrivai all'agenzia, per poi entrare.


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“Capisco...” disse Jeffrey a Nyoko “... beh, sono libero... ti accompagnerò io alla polizia e poi andremo a pranzo fuori, ti va?” Fissandola.

Eh...
Già...
Dovevo parlargliene.
Sentivo di dovergli dire tutto, non come un obbligo, ma come un dovere soprattutto verso me stessa.
Gli feci cenno di entrare e mi sedetti a gambe incrociate sul letto.
"Un bambino mi ha appena detto che non devono cercare un pedofilo, perché i pedofili non c'entrano e che devono cercare i bambini nel canale, sotto la vecchia fabbrica" rivelai "Dottore, di cosa parlano? Io... Io ero lì dentro, in quell'ospedale, non so che sta succedendo..." mormorai poi, stringendomi nelle spalle.

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Mi salì un brivido di paura... Dannazione!
"Va... Va bene, caro..." dissi portando i piatti conditi al tavolo.
"Va bene..." ripetei più a me stessa che a lui.

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Tysson sorrise ad Altea e la porta dell'agenzia si aprì in quel momento.
Non era però il capo, ma Clio.
“Oh, la nostra psicologa...” disse Tysson guardandola tutta “... che fortunata agenzia ad avere due impiegate come voi...” deglutendo.
Un attimo dopo si udì arrivare un'altra auto fuori.