Camelot, la patria della cavalleria

Camelot, la patria della cavalleria (http://www.camelot-irc.org/forum/index.php)
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-   -   Ardea de'Taddei (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=803)

Guisgard 10-02-2010 00.36.32

Grazie, milady.
Sono lieto che la storia di Ardea vi abbia appassionato tanto.
Invocherò la musa che non tardi a dettarmi il continuo delle gesta di questo nobile e tormentato cavaliere.

Guisgard 10-02-2010 00.48.17

ARDEA DE' TADDEI

LXXXVIII

"La tentazione ha sempre l'immagine di una donna."
(Anoonimo)


Lo stalliere si avvicinò alla tavola ed attese in silenzio un gesto che non tardò ad arrivare.
Maria chiese di essere scusata e si allontanò con Giovanni.
“Sicuramente avrete udito di ciò che accade di notte qui a Frattagrande...” Disse Parzia.
“Ogni luogo ha i suoi miti e le sue leggende.” Rispose Ardea.
“Si...” ribatté Parzia “...ma qui ci sono stati anche i morti. E quelli non sono miti o leggende.”
“Parzia...” intervenne visibilmente infastidito Luigi “...smettila di rovinarci il pasto con questi tuoi discorsi.”
“Damigella...” disse Ardea “...le morti che sono avvenute qui a Frattagrande sono reali, purtroppo. E solo quelle a me interessano.”
“Ma Frattagrande” intervenne Maria che era appena ritornata nella sala “non è solo un luogo di leggende e paure, cavaliere. E spero che il vostro soggiorno qui a Frattagrande renda merito a questo.”
La colazione continuò allora con discorsi più futili e leggeri, senza però che quell’angoscia, mista ad un senso di apatia, abbandonasse i presenti.
Il giorno poi trascorse senza slanci o accadimenti particolari, con Ardea e Biago condotti a visitare il palazzo dei Mussoni da Luigi, in veste di un Cicerone d’eccezione.
“La nobile ed antica stirpe dei Mussoni” raccontava Luigi con il tono di chi mischia austerità, soddisfazione ed un velato filo di nostalgia “è antica quasi come l’intero regno. E questo palazzo ne é testimonianza con ogni suo muro ed ogni sua pietra.”
“Perdonate” prese a dire Ardea “se mi occupo di argomenti intimamente legati alla vostra nobile famiglia, ma è il mio ruolo ad imporlo, milord.”
“Comprendo, cavaliere.” Rispose Luigi intuendo dove il suo ospite voleva andare a parare.
“Come pensate di risolvere le contese tra voi eredi?” Chiese Ardea. “Frattagrande è nel caos da troppo tempo.”
“Putroppo” rispose Luigi “nostra madre, che riposi in pace, non ha lasciato alcuna volontà testamentaria. Non designò quindi eredi ed ora tutto è alla mercé dell’avidità umana.”
“Eppure stento a credere” disse Ardea “che una donna come la granduchessa possa essere stata così avventata. Era una donna capace ed accorta nella gestione del suo feudo. E’ davvero singolare che non ci siano state sue disposizioni in merito alla successione.”
“E’ quanto pensiamo noi tutti, cavaliere” rispose Luigi “e tutte le nostre sciagure sono cominciate allora.”
“Riguardo invece a quelle strane voci” chiese Ardea “cosa potete dirmi?”
“Di cosa parlate, messere?”
“Di ciò che si dice attorno a quelle morti avvenute qui.”
“Non ditemi che avete creduto a quelle assurdità!” Rispose Luigi. “Non ditemelo, perché non vi crederei!”
Ardea lo fisso senza rispondere nulla.
“E’ assurdo credere che un cane fantasma” continuò Luigi “si aggiri nella campagna di Frattagrande!”
“Milord, io non parlo di fantasmi, ma di morti!” Ribatté Ardea. “Come credete siano avvenute?”
“Opera di lupi o di qualche altra fiera selvatica.” Rispose Luigi.
“Questa non è proprio una zona da lupi.” Disse Ardea.
“Forse l’inverno avrà fatto giungere qui qualche lupo, spinto dalla fame.” Rispose Luigi. “Purtroppo il controllo di queste terre è ancora inadeguato. E lo sarà finché non si deciderà chi dovrà governare Frattagrande!”
“Un motivo in più per risolvere le vostre controversie, allora.” Disse Ardea.
In quel momento li raggiunse Parzia.
Aveva indosso un provocante abito da cavallerizza.
“Che deliziosa amazzone.” La salutò Ardea.
“Per una volta sarà la dama a salvare il cavaliere!” Disse divertita.
“E da cosa, di grazia?” Chiese sorridente Ardea.
“Da mio fratello e dal suo culto per il nostro passato!” Rispose Parzia.
“Non essere irriverente, Parzia.” Intervenne infastidito Luigi.
“Immagino già la scena.” Continuò a dire Parzia. “Lui che osanna il secolare lignaggio dei Mussoni e voi ad annoiarvi a morte!”
“Tutt’altro, damigella.” Rispose Ardea. “Visitare questo antico palazzo è un privilegio e noi siamo grati a vostro fratello.”
“Voi cavalieri siete troppo imbevuti di cortesia.” Replicò Parzia. “Ecco perché vi preferisco nudi, senza le vostre scintillanti corazze!”
“Le corazze, damigella ci occorrono per difenderci, damigella.”. Disse Ardea. “Senza saremmo troppo vulnerabili.”
“E da cosa volete essere difeso?” Chiese Parzia.
“Ci sono tanti malintenzionati in giro...” rispose Ardea “...meglio essere prudenti.”
“E la corazza vi difenderà anche dagli sguardi di qualche affascinante dama?” Chiese maliziosa la ragazza.
“Ne dubito, damigella.” Rispose sorridendo Ardea. “Non ho mai veduto una corazza capace di tanto.”
“Perché sei vestita così?” Chiese Luigi. “Vai da qualche parte?”
“Si, voglio cavalcare nel campagna.” Rispose Parzia. “Oggi l’aria è splendida.”
“Tra non molto farà buio” disse Luigi “e sarebbe meglio non uscire. Ci andrai domattina.”
“E di cosa hai paura?” Chiese la ragazza. “Dei fantasmi che tu per primo deridi? E comunque non temere, sicuramente il nostro cavaliere non lascerà che io vada da sola a cavalcare. E con lui non correrò alcun rischio.”
“Sarà un onore accompagnarvi, damigella.” Disse Ardea accennando un inchino col capo.
“Bene, allora vi attendo fuori le scuderie.” Rispose la ragazza. “E badate di non fare tardi.”
Poco dopo i due uscirono a cavallo per la campagna di Frattagrande.
Il Sole era ancora ben visibile, se bene si accingesse a lasciare il posto al crepuscolo.
Ed un leggero velo di oscurità, pian piano, cominciò a scendere su quel paesaggio, rendendo quello scenario indefinito ed irreale.
http://files.splinder.com/bae23e7377...92308bba5.jpeg

(Continua...)

elisabeth 12-02-2010 23.14.39

Apprezzo molto la storia di Ardea, per questo vi chiedo di esortare la vostra Musa ad ispirare il vostro cuore e il vostro animo in modo che la penna tra le vostre mani possa scorrere su pagine bianche imbrattate improvvisamente di sapiente inchiostro, in modo che io non debba aspettare oltre per continuare a leggere le avventure di questo Umile Cavaliere insieme al suo fidato scudiero.......

Guisgard 13-02-2010 03.09.50

Allora, per queste vostre parole, esorterò la musa a visitarmi più spesso, milady.
Lei stessa promise che mai nulla mi avrebbe rifiutato.

Guisgard 15-02-2010 01.55.09

ARDEA DE' TADDEI

LXXXIX

“L’incubo è reale se chi lo vede ha
gli occhi intrisi di peccato.”
(Antica incisione longobarda)


“Sarà meglio tornare al palazzo, damigella.” Disse Ardea scrutando il rapido incedere della sera.
“Di cosa avete paura, messere?” Chiese maliziosa la giovane.
“Siamo a due passi dalla brughiera” rispose Ardea “ed è ormai buio. Ed ultimamente da queste parti sono accadute cose non sempre piacevoli.”
“Anche a voi fanno quindi paura i fantasmi, cavaliere?”
“Damigella...” rispose Ardea “...non c’è bisogno di scomodare fantasmi o spettri per dare una spiegazione a quanto è accaduto qui a Frattagrande.”
Ma proprio in quel momento un terribile ululato lacerò il silenzio della sera.
“Per tutti i diavoli!” Esclamò Ardea che però non ebbe il tempo di aggiungere altro.
Infatti il cavallo di Parzia, a quel delirante ululato, si imbizzarrì e cominciò a correre senza meta verso la brughiera.
La giovane gridava in preda allo spavento, mentre il cavallo, reso folle dalla paura, si immergeva sempre più nella desolata oscurità che avvolgeva quel paesaggio.
Ardea si lanciò immediatamente all’inseguimento di quel cavallo, mentre la giovane disperata invocava il suo aiuto.
Per quanto Arante fosse agile e veloce, il cavallo di Parzia sembrava avere centuplicato le proprie forze e correva veloce come il vento.
Ardea, alle urla della giovane, le gridava di saltare giù dal suo cavallo.
Ma Parzia, dominata dalla paura, si stringeva forte alle redini ed al collo di quel cavallo furioso.
E l’oscurità li avvolgeva sempre di più, rendendo impossibile ad Ardea di scorgerli in quelle tenebre.
Ormai a guidarlo era solo il rumore della frenetica corsa di quel cavallo e le urla della giovane.
Allora il cavaliere affondava i suoi speroni nei fianchi del fiero Arante per indurlo a raggiungere quel cavallo che sembrava come indemoniato.
La brughiera tutt’intorno era un’enorme vuoto di oscurità e sembrava voler inghiottire tutto ciò che l’attraversasse.
E più quell’assurdo inseguimento proseguiva più il freddo della brughiera li avvolgeva.
E quel freddo non aveva niente di naturale.
Il gelo che si percepiva nell’aria sembrava voler trafiggere le carni e penetrare sin dentro l’anima.
Un gelo che pareva la naturale atmosfera pronta ad accogliere il ritorno dei morti sulla terra.
Ardea però non cedeva e spronava sempre più il suo formidabile sauro a proseguire quella corsa.
Quella corsa era ormai una prova di forza ed il cavallo di Parzia sembrava attingere quell’innaturale vigore solo dalla follia che l’aveva completamente dominato.
Ma, ad un tratto, giunsero in una piccola radura, più simile ad uno spiazzo.
E chissà per quale motivo, il cavallo di Parzia arrestò la sua corsa, cominciando a scalciare con un forza impensabile data la velocità con cui aveva galoppato fino a quel luogo.
E tanto scalciò che la ragazza fu lanciata a terra.
E libero dal peso della giovane riprese la sua assurda corsa, sparendo per sempre nell’oscurità della brughiera.
Ardea si lanciò subito vicino alla ragazza, che per il colpo aveva perso i sensi.
Tentò di farla riprendere.
E dopo qualche istante Parzia riprese conoscenza.
Era intontita e confusa.
“Come vi sentite, damigella?” Chiese Ardea.
“Io...” cominciò a rispondere la giovane “...ho...un forte mal di testa..e...anche i capogiri...”
“Coraggio...” disse Ardea “...vi riporto al palazzo.”
Ma proprio in quel momento la ragazza sgranò gli occhi come se stesse fissando qualcosa di assurdo ed impensabile.
Divenne ancor più pallida di quanto non l’avesse resa la paura per la corsa del suo cavallo.
Ed iniziò a farfugliare qualcosa di incomprensibile.
“Cosa avete?” Chiese Ardea.
La giovane allora indicò un punto alle spalle del cavaliere.
Proprio in quel momento la Luna emerse dalle nubi della notte ed illuminò quello spiazzo.
E fu allora che Ardea vide qualcosa di innaturale ed incredibile.
Un grosso molosso fermo a pochi passi da loro.
Aveva il pelo lucente come se fosse rivestito da un alone aureo e li fissava ringhiando.
Quella bestia sembrava essere appena giunta dagli inferi, per reclamare il suo sacrilego pasto.
http://alkalium.iespana.es/pobladores/yugo2.jpg

(Continua...)

Talia 18-06-2010 01.05.10

Giunsi a questa storia in seguito ad una segnalazione, e devo ammettere che ne sono rimasta alquanto colpita… peccato che non sia mai stata portata a termine: mi sarebbe piaciuto conoscerne il seguito!

lady rainbow 18-06-2010 19.42.09

Anche io caro Guisgard mi aggiungo ai complimenti della nostra Talia..potrei conoscere,se non sono troppo ardita nel chiederlo il perchè non è stata portata a conclusione?davvero molto bella...e sentita...

elisabeth 18-06-2010 21.54.45

Il grande Guisgard, ho letto con passione questa storia sino a quando , un giorno.......tutto si fermo' e non ebbi piu' il piacere di leggere il continuo.......ma ho sempre pensato che un grande scrittore debba trovare .......il momento giusto per continuare una storia cosi' appassionante........Tre dame desiderano che voi proseguiate.......e non e' giusto farle attendere......:smile_clap:

Guisgard 19-06-2010 00.46.12

Le grandi storie vivono da sempre sui sospiri e sui sogni che sanno suscitare.
Sono certo che la musa, mai insensibile alla bellezza ed alla grazia, saprà esaudire ciò che chiedete.
Da parte mia non posso che ringraziarvi delle belle parole spese su questa antica leggenda e sul suo nobile protagonista :smile:

Guisgard 28-06-2010 02.55.46

ARDEA DE' TADDEI

“La bestia è l’illusione.
L’illusione è il peccato.
Il peccato è la morte.”
(Lattanzio)


Gli occhi come due luci fisse e scintillanti.
Il pelo lucidissimo e di uno spettrale chiarore.
Quella bestia li fissava come se li conoscesse da sempre.
Come se fosse li ad attenderli dalla notte dei tempi.
Ringhiava ed alitava con viva ferocia.
“Non... muovetevi.” Intimò con voce quasi impercettibile Ardea a Parzia.
Gli occhi del molosso erano fissi su di loro.
Pochi passi li dividevano da quella assurda visione.
Ardea lasciò scivolare lenta la mano lungo l’elsa di Parusia.
La sua paura, il suo timore, erano dettati dalla vicinanza della giovane.
Se avesse fatto una mossa falsa, incerta o titubante, quel robusto molosso sarebbe balzato su di loro in un attimo.
La giovane si teneva stretta al cavaliere tremando come se fosse in preda alla paura più pura ed assoluta.
Ad un tratto, vinta dalla tensione e dall’terrore, Parzia lanciò un grido di paura.
La belva allora si lanciò verso di loro ringhiando.
Ardea, lesto, allontanò con una mano la giovane da sé e con l’altra estrasse Parusia.
Un attimo dopo il terrificante molosso era su di lui.
Ma rapido quel cane scattò, come se rimbalzasse, dal corpo del cavaliere e si ritrovò alle spalle di questi.
Riprese a fissare la sua preda ed a ringhiare. Stavolta con ancora più vigore.
Era ormai pronto ad un nuovo balzo verso il cavaliere che, dal canto suo, l’attendeva con la fedele spada in pugno.
Ma proprio in quell’istante, un fischio lontano interruppe quella macabra attesa che separava la belva e l’eroe dal loro scontro.
Il molosso, richiamato da quel suono, obbediente si lanciò nell’oscurità della brughiera, sparendo all’istante, come se davvero l’Aldilà l’avesse inghiottito.
Ardea rimase stupito.
Ma quasi nello stesso istante si voltò verso Parzia, che era a terra, come sconvolta.
“Come state, damigella?” Chiese il cavaliere.
La ragazza fissava il vuoto senza rispondere nulla.
“Parzia, mi sentite?” Gridò Ardea. “Come state?”
La scuoteva e la chiamava con forza, senza però che la giovane mostrasse segni di coscienza.
“Parzia, in nome del Cielo, rispondetemi!”
A quell’ennesima invocazione, la giovane lanciò un grido e cominciò a piangere forte, come se fosse stata appena destata dal peggiore degli incubi.
Si strinse forte al cavaliere e continuò a piangere senza sosta.
“Avanti...” cominciò a dire Ardea per rassicurarla “... è tutto finito. Ora torneremo al palazzo.”
In quel momento si udirono cavalli e voci.
E dal buio della brughiera emersero alcune persone a cavallo.
“Parzia!” Gridò Maria. “Cosa ti è successo?”
Scese da cavallo e corse ad abbracciare la sorella tremante.
Il resto dei nuovi arrivati era composto da Luigi, Biago e tre servitori.
“Cosa è accaduto, cavaliere?” Chiese turbato Luigi ad Ardea.
“Siamo stati assaliti da una strana bestia, milord.” Rispose Ardea.
“Che bestia?” Chiese Luigi.
“Una belva che sembrava essere giunta dall’Oltretomba.”
Luigi sbiancò.
“Siete folle a condurre mia sorella a quest’ora nella brughiera!” Disse Maria ad Ardea, mentre stringeva tra le lacrime la giovane sorella.
“E’ stata Parzia a voler uscire a cavallo...” intervenne Luigi “... nonostante si approssimasse il tramonto!”
“Si!” Ribatté inviperita Maria. “Ma il buonsenso me l’aspetto da un cavaliere, non da una ragazzina!”
“Avete ragione, milady...” intervenne Ardea “... avrei dovuto far desistere vostra sorella da tale proposito. Perdonatemi.”
“Ora torniamo tutti al palazzo.” disse Luigi. “Restare nel cuore della brughiera in piena notte non è certo sicuro.”
Montarono allora tutti a cavallo, apprestandosi a far ritorno al palazzo.
“Come stai?” Chiese Biago ad Ardea.
“Quando ho visto quella bestia” rispose Ardea “ho temuto il peggio.”
I cavalli furono poi spronati e l’intera compagnia si diresse al palazzo, abbandonando, per quella notte, la brughiera ed i misteri che custodiva nel suo seno.
http://www.eyeofhorus.org.uk/images/...rewolf-496.jpg

(Continua...)

polgara 28-06-2010 10.02.29

Cavaliere, è una gioia poter rileggere di Ardea!...dopo tutto un simile eroe ci era mancato molto :smile:

lady rainbow 28-06-2010 14.44.01

evviva, evviva...che bella notizia poter rileggere di Ardea...vi ringrazio di aver accolto il nostro appello, sir Guisgard...:smile:

cavaliere25 28-06-2010 15.36.43

che bello rileggere il continuo di questa storia affascinate e bella :smile:

Talia 28-06-2010 23.20.50

Non posso che unirmi all'entusiasmo collettivo, sir! :smile_clap: :smile_lol:
E, dato che la vostra ormai proverbiale musa è tornata a farvi visita, spero non ci lascerete troppo a lungo in attesa del prossimo capitolo!! ;)

Guisgard 29-06-2010 01.32.58

La musa.
Ogni notte lascio la finestra semichiusa.
Ed attraverso di essa posso vedere uno scorcio di cielo, che appare in mille forme... chiaro di stelle, reso asciutto dall'aria fresca della notte o umido e capace di rendere tutto sfocato.
E quando la mente vola, a cavallo di mille pensieri, sogni e desideri, allora ella mi appare.
Non saprei descriverla.
Ogni notte ha un volto diverso, una voce indefinita, uno sguardo sfuggente.
E nei suoi occhi rivivo il passato e provo a sognare il futuro.
Un eco lontano, sensazioni mai dimenticate ed immagini che si rincorrono sfocate come il bianco e il nero di quei vecchi film che di tanto in tanto la TV trasmette nel cuore della notte.
Già, la notte.
Il regno dei sogni che non temono l'alba.
Il regno della musa.

Vi ringrazio per le belle parole spese per Ardea ed il suo racconto.
Si dice che se vi è una dama ad attenderlo, un cavaliere prima o poi farà sempre ritorno.
Qui invece abbiamo diverse nobili dame ed un aspirante cavaliere!
Ardea non poteve restare insensibile a questi richiami :smile:

cavaliere25 29-06-2010 16.51.33

Sir Guisgard siamo noi a ringraziarvi siete voi che ci fate sognare ogni volta che ci raccontate una storia è sempre piacevole stare ad ascoltarvi e sognare a d'occhi aperti.

Guisgard 30-06-2010 01.27.57

ARDEA DE' TADDEI

“Alonso: <<Questo è il più strano labirinto che
gli uomini abbiano mai percorso. E in quello che
è accaduto c è più di quanto non provenga dalla
natura. Solo un oracolo potrebbe illuminare la nostra
mente.>>”
(Shakespeare, La Tempesta, V, I)


Tornati a palazzo, tutti si ritrovarono senza appetito e si ritirarono nelle loro stanze.
Ardea però passeggiava nervosamente lungo la terrazza del palazzo.
Aveva affidato la sua corazza all’arte di Biago, per riparare i graffi causati da quella misteriosa belva.
E così, solo nella notte, il cavaliere fu rapito dalle sue ansie e preoccupazioni.
Ripensava a quell’assurda visione nella brughiera.
“Cos’era?” Si chiedeva.
Eppure, quella spettrale belva li aveva davvero assaliti.
Nei suoi occhi Ardea aveva potuto scorgere e riconoscere un odio vivo, forte, primordiale.
Davvero forse quel molosso giungeva dagli inferi?
Davvero l’odio di questa stirpe aveva risvegliato dall’Ade tale incubo?
Eppure, si ripeteva, non poteva essere stato un sogno.
No, quel molosso l’aveva aggredito davvero.
Ardea ne aveva sentito il peso e la ferocia su di se.
E la sua corazza era stata danneggiata.
Ma ad un tratto il cavaliere avvertì dei passi.
“Il senso di colpa vi toglie il sonno, cavaliere?” Esordì Maria appena uscita sulla terrazza.
“Madonna Colpa è mia compagna fedele, milady” rispose Ardea come destato dai suoi pensieri “ed il mio nome ne è testimonianza. Ma dubito che parliamo della stessa colpa.”
“Se ne avete altre io non posso saperlo” disse la donna “ma di sicuro oggi avete peccato in superficialità e negligenza!”
In quel momento Ardea scorse una figura passeggiare nel giardino sottostante.
Era buio ma riconobbe la sagoma.
“Sembra che questa notte tolga il sonno a molti.” Disse guardando giù.
Maria si avvicinò al bordo della terrazza.
“Lui dorme sempre pochissimo.” Disse la donna, fissando quella sagoma. “E’ un uomo inquieto.”
“E’ da molto al vostro servizio?” Chiese Ardea.
“Si...” rispose Maria “... lo fu già sotto nostra madre. Giovanni ormai è come se fosse della famiglia.”
“Voi sembrate conoscerlo bene…” Disse Ardea fissandola.
La donna guardò il cavaliere con un’enigmatica espressione, senza rispondere nulla.
Ardea accennò un lieve sorriso.
E senza dire altro cominciò a scrutare il cielo e la Luna nascente da est.
“Chi siete veramente, cavaliere?” Chiese Maria, come vinta da un curioso malessere.
“Sono uno dei tanti cavalieri al servizio del duca” rispose Ardea “e sono stato inviato in questa contrada per riferire ciò che sta accadendo.”
“Qui sembra dominare il caos...” accennò Maria.
“Milady... cosa sta accadendo davvero qui? Perché ho idea che mi stiate nascondendo qualcosa?”
“Come osate?” Sbottò Maria. “Sospettate di me?”
“Non è difficile capire che questo luogo nasconde qualcosa di poco chiaro!”
“Siete assurdo e scortese!” Replicò infastidita Maria.
Ardea la fissò senza dire nulla.
Gli occhi della donna erano rossi e spalancati per la collera e vampate di rossore infiammavano il suo bel volto.
“Va tutto bene, milady?” Chiese all’improvvisò una voce appena giunta sulla terrazza.
“Si, Giovanni...” rispose Maria senza distogliere lo sguardo d’ira da Ardea “... i fatti di oggi hanno scosso tutti. Compreso il nostro ospite.”
Poi, fingendo di calmarsi, aggiunse:
“Ora è tardi. Mi ritirerò nella mia stanza... e vi consiglio di fare altrettanto, messere.”
Ardea la salutò accennando un inchino.
Giovanni restò a fissarlo per alcuni istanti.
Il suo sguardo sembrava voler scrutare l’animo del cavaliere.
Poi, scuotendo il capo si ritirò anch’egli.
Ardea restò quindi da solo sulla terrazza ad interrogare se stesso e quella splendida Luna nascente, che sembrava voler squarciare l’oscurità di quella inquieta notte e farne svanire i misteri.
http://www.dilia.it/blog/luna.jpg

(Continua...)

elisabeth 30-06-2010 06.51.32

Come "vecchia" lettrice di Ardea, sono felice di notare che la vostra Musa vi abbia continuato ad ispirare....... pennino, inchiostro e carta...... tutto a lume di candela....e quello che viene fuori e' come sempre da :smile_clap:......

Talia 30-06-2010 11.40.54

:neutral_think: :neutral_think: ...vi è indubbiamente qualcosa di poco chiaro in questo luogo!
Chi mai può esser stato a richiamare con il suo fischio la mostruosa fiera? E da dove giungerà una così terribile creatura? E quella Maria mi convince poco... che cosa sa? Chi è Giovanni? :confused3:
Gli interrogativi si sommano...

(un altro bel capitolo, sir! :smile_clap: ;))

lady rainbow 30-06-2010 15.12.32

si anche a me Maria convince poco...solo sir Guisgard e la sua Musa possono sapere come evolverà questo personaggio...io sono una fan di Ardea,il suo personaggio è incantevole...ansiosa di leggerne il seguito sir...complimenti ancora...:smile_clap:

cavaliere25 30-06-2010 15.15.22

Mi sto sempre piu appassionando di questa storia meravigliosa :smile:

Talia 30-06-2010 17.07.48

Citazione:

Originalmente inviato da lady rainbow (Messaggio 16527)
si anche a me Maria convince poco...

Ecco, vedi? Siamo d'accordo! :smile: ...ma certamente sir Guisgard avrà in mente una sorte più che meritevole per la bella Maria. E io e te, Rainbow, saremo tacciate come due malpensanti!! :laughing_lol1: ...mi sbaglio, milord? ;)

Guisgard 30-06-2010 20.17.39

Citazione:

Originalmente inviato da Talia (Messaggio 16531)
E io e te, Rainbow, saremo tacciate come due malpensanti!! :laughing_lol1: ...mi sbaglio, milord? ;)

Milady, ho troppa fiducia nell'intuito di voi dame di Camelot per definirvi "malpensanti" ;)

Guisgard 01-07-2010 02.10.32

ARDEA DE' TADDEI

“Bernardo: <<Benvenuto Orazio; benvenuto, buon Marcello.>>
Orazio: <<Dunque, s’è rifatta vedere... quella cosa?>>
Bernardo: Io non ho visto nulla.>>”
(Shakespeare, Amleto, I, I)


Ardea restò per alcuni istanti in preda a dubbi e pensieri, quando udì dei passi.
“Nervoso?” Chiese una voce alle sue spalle.
“Biago!” Esclamò Ardea.
“Ho visto che non eri nella tua stanza.” Disse lo scudiero.
“Non riesco a prendere sonno stanotte.”
“Immagino” rispose Biago “e non me ne meraviglio. Quella cosa che vi ha assalito nella brughiera non può certolasciare indifferenti.”
“Già…”
“Ma tu in passato” continuò Biago “te la sei sempre cavata egregiamente con la caccia.”
“Si, ma la cosa che ci ha attaccato” rispose Ardea “non era certo selvaggina o una qualsiasi fiera selvatica.”
“In fondo” disse Biago “gli animali sono tutti uguali per chi è abituato a cacciarli.”
Ardea si voltò e lo fissò incuriosito.
Biago accennò un sorriso.
“Forse la differenza tra questa belva e le altre” disse Ardea “è il luogo in cui si trova la tana.”
Biago rise di gusto.
“Lo trovi divertente?” Chiese Ardea.
“No, immaginavo dove potesse trovarsi la tana del nostro molosso!” Esclamò Biago.
“A sentire tutti” rispose Ardea “sembrerebbe trovarsi... all’Inferno!”
“Mi domando perché” disse Biago “quando gli uomini non sanno darsi spiegazioni concrete, finiscono sempre per tirare in ballo l’Aldilà.”
“Insomma...” sbottò Ardea “... dove vuoi arrivare? Se cerchi di tirarmi su hai sbagliato momento! Ed il ruolo di buffone di corte non ti si addice!”
“Ardea...” disse Biago facendosi serio “... abbiamo già abbastanza preoccupazioni… il demonio ed i suoi malefici lasciamoli dove sono!”
Ardea lo guardò enigmatico.
“Il tuo molosso” continuò a dire Biago “è reale quanto lo siamo io e te!”
Il cavaliere si avvicinò al suo scudiero con un’espressione incuriosita.
Biago aveva con sé Parusia.
La soderò, mostrando la lama ad Ardea.
“Forse non te ne sei accorto” disse “ma la lama è intrisa di sangue... ed i fantasmi, come le anime dei dannati, non hanno sangue!”
Ardea sgranò gli occhi ed afferrò la spada.
La portò sotto la luce della Luna e la scrutò con attenzione.
“E’ vero!” Esclamò. “E’ sangue!”
“Quando ti ha assalito sei riuscito a ferire quel molosso.” Disse Biago.
“Si, ricordo!” Rispose Ardea. “Lo colpii, ma credevo di non avergli fatto nulla!”
“Ovvio.” Disse Bigo. “Siete tutti presi dalla storia del fantasma.”
“E invece l’ho colpito e ferito!” Esclamò Ardea.
“E credo si tratti anche di una bella ferita!” Aggiunse Biago. “Mi meraviglio come non te ne sia reso conto subito di averlo ferito.”
“E come avrei potuto?” Chiese Ardea. “Era notte!”
“Eppure l’hai messo in fuga.”
“Non io...” rispose Ardea “... ma qualcosa l’ha richiamato.”
“Qualcosa?” Ripeté Biago.
“Si, come un richiamo... un fischio credo.”
“Un Fischio?”
“Si...” rispose Ardea “... un fischio giunto dall’oscurità della brughiera.”
“Cosa facciamo ora?” Chiese Biago. “Mostriamo la spada insanguinata ai Mussoni?”
“Non ancora.” Rispose pensieroso Ardea. “Non ancora.”
“Cos’hai in mente?” Chiese Biago.
“Se quel molosso è reale quanto lo siamo noi...” rispose il cavaliere “... dubito allora che quel fischio possa essere giunto dall’Inferno!”
In quel momento la Luna era alta nel cielo notturno, inondando Frattagrande con la sua eterea e magica luminosità, che sembrava voler ora coprire, ora svelare, gli incubi di quella inquieta terra.
http://www.woolamaloo.org.uk/full%20...02%20small.jpg

(Continua...)

Talia 01-07-2010 14.21.32

ahhh, il buon Biagio! :smile: Finirà per diventare il mio personaggio preferito!! ;)
:neutral_think: mi ricorda qualcuno (un personaggio di qualche libro, racconto, opera teatrale...) ma non riesco a connettere chi... :neutral_think: :neutral_think: :neutral_think: Uffa, se non mi viene in mente finirò per uscir di senno!! :sad_wall:
Suggerimenti per me? :( Please!

Guisgard 01-07-2010 19.02.04

Quel che posso dire, milady, è che la mia nobile ed antica terra, dal cui folklore è tratto il racconto di Ardea, ha generato da sempre eroi inquieti, tormentati e romantici.
Spesso istintivi, talvolta avventati, ma sempre animati da indomite e travolgenti passioni.
Ed ecco che spesso il destino, sempre benevolo e lungimirante, offre loro come compagni personaggi pacati, pratici e razionali, dotati di buonsenso, ingegno e mitezza d'animo.
Ed il buon Biago appartiene senza dubbio a questa straordinaria varietà di individui :smile:

Guisgard 02-07-2010 02.28.00

ARDEA DE' TADDEI

“Era sul punto di slanciarsi all’assalto:
la terra gli bloccò i piedi e rimase masso
immobile con l’apetto di un uomo armato.”
(Ovidio, Metamorfosi, V)


Biago lo fissò stupito e turbato.
“Credi dunque” chiese “che ci sia qualcuno dietro quella belva ed alle stragi che ha causato?”
“Mi sembra ovvio.” Rispose Ardea. “Un conto è se quella bestia fosse giunta davvero dall’Inferno... tutt’altra cosa invece è se, come sembra, essa appartenga al nostro mondo.”
Restò un attimo in silenzio e poi aggiunse:
“Recati nelle scuderie e senza farti scoprire da alcuno prepara i nostri cavalli.”
“Cosa vuoi fare a quest’ora della notte?” Chiese turbato Biago.
“Andare a caccia di quella belva!” Rispose Ardea.
E infatti, poco dopo, i due uscirono in gran segreto dal palazzo e si recarono nella brughiera.
L’assoluta ed angosciante oscurità della notte era squarciata dalla luminosità della Luna, quando l’argenteo astro notturno riusciva a liberarsi dal giogo che le sottili e spettrali nuvole gli avvolgevano intorno.
Sinistri versi di sconosciuti animali si udivano di tanto in tanto echeggiare in quel desolato ambiente, come se la brughiera volesse dar segni di se ai due cacciatori.
“Dobbiamo cercare le tracce di quel molosso.” Disse Ardea.
“Che tracce?” Chiese Biago.
“Il sangue causatogli dalla ferita.”
“Ma è notte!” Ribatté Biago. “Non riusciremo mai a vederle!”
“Dobbiamo riuscirci, invece!” Esclamò Ardea. “All’alba potremmo non trovarle più!”
Così i due, ripercorrendo la via a ritroso fatta nel pomeriggio, si misero in cerca delle possibili tracce lasciate dal misterioso molosso.
E proprio quando questo compito sembrava impossibile, riuscirono a riconoscere del sangue su un tronco di albero.
“Sono sicuro” disse Ardea “che questo sangue appartiene al molosso.”
“Come fai ad esserne certo?” Chiese Biago.
“Guarda qui…” rispose Ardea mostrandogli qualcosa.
Erano dei peli luminosissimi.
“Sono di quella belva, guarda.” Disse Ardea.
“E sembra siano stati tinti…” mormorò Biago.
“Tinti?” Ripeté Ardea.
“Si, tinti.” Rispose Biago. “E sembra una qualche tintura fosforescente.”
“Tutto ciò è sempre più misterioso.” Disse Ardea. “Seguiamo questa traccia di sangue…”
E, seguita la misteriosa traccia, i due giunsero, poco dopo, nei pressi di una grotta apparentemente abbandonata.
“C’è altro sangue qui!” Indicò Ardea. “Proprio su queste rocce!”
I due si fissarono per un attimo.
Biago aveva un’espressione di timore impressa sul suo volto.
“Sembra che le tracce” disse Ardea “conducano proprio nella caverna…”
L’ingresso di quel luogo, avvolto nell’oscurità della notte e dall’umida nebbia, sembrava assumere l’immagine e la forma della porta dell’Inferno.
Tutto attorno era immobile e silenzioso.
La brughiera pareva essersi zittita, forse per la paura che dominava tutt’intorno.
Ardea fissò Biago e con un cenno lo invitò a seguirlo.
I due così, illuminati solo dalla fioca luce della Luna semiavvolta da alte ed eteree nuvole, entrarono in quell’inquietante luogo.
Man mano che penetravano nella caverna l’oscurità avvolgeva ogni cosa, compresi loro stessi.
La strada, in seno a quel luogo, si faceva sempre più angusta e le pareti si restringevano come un imbuto.
I due non emisero fiato e continuarono a calarsi in quell’oscura discesa negli inferi.
Ad un tratto, quando erano ormai nel buio più totale, videro un leggero alone in lontananza.
Proseguirono allora, avendo come meta quel tenue chiarore.
E più si avvicinavano, più il chiarore aumentava, fino a quando riuscirono a riconoscere una piccola apertura nella parete della caverna.
E proprio da li proveniva quella luce.
Accostati allora ai bordi di quella apertura, gettarono lo sguardo al suo interno.
Vi era un’ampia rientranza nella roccia, tanto larga da assomigliare ad una grande sala.
Alle pareti erano accese alcune torce che ben illuminavano l’intero ambiente.
Ovunque erano appese o inchiodate armi di ogni specie; alcune tradizionali e conosciutissime dai due, altre esotiche e dalle forme pittoresche e grottesche.
Inoltre larghe e sfarzose pelli di sconosciuti animali, dai varipionti e rari colori, copriavano larghe fasce di quelle pareti.
In fondo, nell’estremità opposta all’entrata, vi era una grossa gabbia di ferro.
Ed al suo interno vi era un’enorme belva addormentata.
E gli unici suoni che dominavano in quel sinistro ambiente erano quelli provenienti dalle torce, che si consumavano al fuoco e quello provocato dal pesante respiro della belva addormentata, che sembrava l’unico e solo segno di vita in quel luogo che sapeva di morte.
http://patrick.delsaut.perso.neuf.fr...u_gevaudan.jpg

(Continua...)

Talia 02-07-2010 12.39.13

:sad_afraid: un gesto molto ardito, quello di Ardea di andare a cercare la fiera... e fin dentro la sua tana, per giunta!!
E poi il mistero si infittisce... chi ce l'ha cacciato quel mostro terribile in una gabbia?? :confused3:

...suvvia, sir, non teneteci sulle spine!! ;)

(e io continuo a dire che Maria e Giovanni sono ben sospetti... :neutral_think:)


Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 16542)
Ed il buon Biago appartiene senza dubbio a questa straordinaria varietà di individui :smile:

Sarà sicuramente come dite voi, sir... :neutral_think: eppure ho una sensazione precisa riguardo a Biagio, sebbene non mi venga in mente il collegamento!
E' molto simpatico nella sua pragmaticità, comunque... a tratti è un po' il contraltare di Ardea, direi! :smile:

Guisgard 03-07-2010 03.35.40

ARDEA DE' TADDEI

“Genìe umane mandava in rovina
spadroneggiando a Treto, ad
Apesanto, e a Nemea, il mostruoso
leone: ma dall’erculea forza fu abbattuto.”
(Esiodo, Teogonia, 525)


Una luce irregolare e inquietante, frutto delle torce, danzava e si contorceva lungo le ruvide pareti della grotta annerite dal fumo.
I contorni e le forme di quel luogo assumevano così, a causa di questi ambigui giochi di luci e ombre, un aspetto grottesco e deforme.
“Che... che luogo è mai questo?” Chiese Biago profondamente turbato.
Ardea non rispose.
E dopo aver scrutato ogni angolo di quel luogo e accortosi che nessun altro, oltre loro e la belva addormentata, vi fosse decise di uscire allo scoperto.
“Dove vai?” Gli disse Biago. “Sei forse impazzito?”
Ardea però non si curò del richiamo del suo fedele scudiero e continuò ad avanzare.
Giunse così a pochi passi dalla gabbia della belva, mentre questa continuava ad essere immersa nel suo profondo sonno.
Così, a pochi passi da quell’animale, Ardea poté riconoscerne la forma e la stazza.
Si voltò verso Biago, che era rimasto dietro le rocce, fissandolo con uno strano sguardo.
Fece poi cenno al suo scudiero di avvicinarsi.
E nonostante la viva paura Biago obbedì.
“Questo è il molosso che ci ha aggrediti nella brughiera.” Disse Ardea.
“Ne sei sicuro?” Chiese Biago.
“Si, ne sono certo.”
“E’ un grosso cane...” disse Biago “... forse il più grosso che io abbia mai visto.”
“Si, potrebbe mettere in fuga anche un lupo.” Rispose Ardea.
“Ma è nero.” Disse Biago. “Nero come la pece dell’Inferno. Mentre noi invece cerchiamo una belva coperta da un pelo spettrale…”
Ardea guardò con attenzione la belva e rispose:
“Si, ma tu stesso mi avevi detto che il suo pelo era tinto…”
La fissò ancora ed aggiunse:
“Guarda il suo ventre... c’è una vistosa benda che lo avvolge.”
“Deve essere il punto in cui l’hai ferito!” Esclamò Biago.
“Già.”
Ad un tratto si udirono dei passi in lontananza.
In un attimo i due ritornarono nel loro nascondiglio e pochi istanti dopo qualcuno giunse in quel luogo.
Era un uomo con la testa coperta da un nero cappuccio.
Aveva la giubba di pelle ed i calzoni stretti che terminavano in consumati stivali di cuoio.
Uno stretto cinturone borchiato, che pendeva sul lato destro, recava diversi foderi con dei pugnali al loro interno.
Sembrava in tutto e per tutto abbigliato alla maniera dei bracconieri normanni.
Il misterioso figuro si avvicinò alla gabbia e cominciò ad accarezzare quella belva addormentata.
Questa si destò dal suo sonno e, riconosciuto il suo padrone, si abbandonò alle carezze di quella mano amica.
“Tranquillo, amico mio…” cominciò a dire l’uomo incappucciato “... presto la tua ferita guarirà e termineremo quello che abbiamo cominciato.”
Si allontanò allora dalla gabbia e prese una grossa ciotola con dentro della carne mista a legumi.
La introdusse nella gabbia e lasciò quella grottesca belva a divorare il suo pasto.
“Questa volta, amico mio... ” aggiunse l’uomo incappucciato “... ti ho offerto io il tuo pasto, ma la prossima volta sarai tu stesso a procurartelo... e banchetterai con le carni di quel maledetto cavaliere e di tutti i Mussoni che mi hanno fatto del male!”
A quelle parole, Ardea e Biago si scambiarono una rapida occhiata.
Dopo qualche istante passato ad osservare il molosso mentre consumava il suo passo, il misterioso uomo scomparve in un’apertura naturale della grotta.
“Ora cosa facciamo?” Chiese Biago totalmente turbato dalla scena appena vista.
“Chi sarà quell’uomo incappucciato?” Si domandò ad alta voce Ardea. “E perché odia tanto i Mussoni?”
“E da quel che ha detto” intervenne Biago “anche tu sei nella sua lista nera!”
Ad un tratto, per qualche motivo inspiegabile, il molosso emise un sordo ululato che sembrò scuotere l’intera caverna.
Biago ebbe un sussulto e arretrò di scatto, colpendo con una gamba un secchio che si rovesciò a terra.
Al suo interno vi era un liquido denso e vischioso, di un forte giallo fosforescente.
“Accidenti!” Disse Biago.
“Fai attenzione!” Gli intimò Ardea.
“Hai visto? Deve essere la tintura usata per coprire il molosso!” Esclamò Biago.
Ma un attimo dopo, senza che se ne fossero accorti, un’ombra si proiettò su di loro.
L’uomo incappucciato li fissò.
Portò uno strano oggetto alla bocca e cominciò a soffiarci dentro.
Il suono rese subito nervoso e inferocito il molosso.
A quel punto l’uomo incappucciato tirò via la spranga che teneva chiusa la gabbia e liberò la sua innaturale belva.
http://farm1.static.flickr.com/148/3...4e9384.jpg?v=0

(Continua...)

lady rainbow 03-07-2010 15.03.36

Adoro la figura di Biago..è il giusto opposto di Ardea...il primo ardimentoso l'altro prudente...ma insieme formano una coppia straordinaria....più leggo la storia più i due si amalgamano sempre di più...aspetto con trepidazione il seguito...grazie ancora per averla continuata sir Guisgard...:smile:

cavaliere25 03-07-2010 15.52.27

la figura di Biago mi assomiglia molto come l'umile scudiero di Guisgard :o

Talia 03-07-2010 16.24.43

:surprised_div326: ecco, ci mancava l'incappucciato con il fischietto del terrore!! :( Ora sono proprio a posto!!

...ma voi volete turbare il mio sonno, sir! :rolleyes:

polgara 03-07-2010 19.21.52

Vero la bravura di Guisgard nel descrivere ed animare i suoi personaggi può far nascere emozioni nei suoi lettori tanto da turbarne il sonno... ;):smile:
E' davvero un piacere poter seguire nuovamente l'ardito Ardea ed il suo fedele Biagio....continuate mi raccomando!
:smile_clap::smile_clap::smile_clap:

Guisgard 04-07-2010 03.40.29

Mie leggiadre dame, sono io che ringrazio voi per per l'attenzione e l'entusiasmo che rivolgete alle gesta del nostro Ardea :smile:

Citazione:

Originalmente inviato da cavaliere25 (Messaggio 16563)
la figura di Biago mi assomiglia molto come l'umile scudiero di Guisgard :o

E sono sicuro, amico mio, che in qualità di scudiero non fareste rimpiangere minimamente il buon Biago ed il suo proverbiale ingegno ;)

cavaliere25 04-07-2010 11.22.47

Grazie mio fedele maestro per le belle parole :smile:

Guisgard 05-07-2010 03.03.43

ARDEA DE' TADDEI

“Due sono i grandi sentimenti che scuotono Il
mondo. Sono mossi dalla medesima intensità e
danno uguale forza. Essi sono l’amore e l’odio.”
(Alexandre Dumas)


Ardea e Biago ebbero solo il tempo di capire ciò che stava per accadere, la porta sbarrata della gabbia si aprì cigolando e l’orrendo molosso fu libero dalla sua prigione.
Istintivamente Ardea portò la mano su Parusia, la estrasse e la impugnò a due mani.
Lo scintillio della lama, sotto le luci delle inquiete torce, si rifletteva sulla corazza di Ardea, emanando un alone di lucido vermiglio, che andava a diffondersi sulle annerite pareti della grotta.
Il molosso fissò per un attimo i due nemici che gli stavano davanti e cominciando a ringhiare ed a schiumare uscì dalla gabbia.
Iniziò ad avanzare lentamente ed in modo nervoso, mentre il suo misterioso padrone fissava quella scena in un religioso silenzio.
“Siamo perduti, Ardea!” Gridò Biago alle spalle del suo compagno.
“Sta zitto e non muoverti.” Gli intimò Ardea.
All’improvviso la terribile belva balzò sui due.
Ardea l’attese fino all’ultimo, poi un attimo prima del fatale impatto scattò via, trascinando con se anche il suo impaurito scudiero.
Il molosso però, con selvaggia ed indomita agilità, quasi rimbalzando sulla nuda pietra, si fiondò di nuovo verso quel cavaliere, come attirato da quei vivi bagliori che emanava la sua spada.
Anche stavolta Ardea riuscì ad evitare quello che si sarebbe dimostrato un mortale attacco, scansandosi all’ultimo istante.
Questa volta però riuscì a lanciare un rapido e secco fendente con Parusia, avvertendo tutto il peso e tutta la forza di quella belva sulla lama della sua superba spada.
“L’ho colpito!” Pensò in cuor suo.
Il molosso atterrò pesantemente al suolo, lasciandosi poi cadere, come corpo morto, sul terreno.
Era steso, con il respiro pesante ed affaticato, proprio sotto la luce di una torcia e si poteva vedere chiaramente un ampio taglio che lo lacerava dal collo fino al ventre.
Un momento dopo un lago di sangue avvolse il corpo senza vita di quel molosso.
L’uomo incappucciato lanciò un grido e si lanciò verso la carcassa del suo cane.
Ardea allora, lo afferrò per la giubba, trascinandolo a terra.
“Maledetto, lasciami!” Gridò l’uomo.
Si alzò lesto ed estrasse due lunghi ed affilati pugnali dal suo cinturone, lanciandosi con disperata rabbia verso il cavaliere.
Questi evitò il cieco e rabbioso attacco del suo avversario e lo colpì con un rapido fendente sul volto.
Il cappuccio si lacerò al contatto della lama di Parusia, mostrando il viso del misterioso uomo.
La lama del cavaliere aveva causato un lungo ma superficiale taglio su quel volto che però fu subito riconoscibile.
“Giovanni!” Esclamò Ardea. “Che storia è questa!”
Giovanni restò in silenzio, fissando la nuda terra della caverna.
“E’ così quindi che ti mostri fedele ai tuoi padroni!” Aggiunse turbato Ardea. “Hai ideato tutto questo, portando terrore e morte a Frattagrande!”
Lo stalliere dei Mussoni restò in silenzio.
“Sei un traditore ed un assassino” gridò Ardea “e morirai come tale!”
“Fermo, cavaliere!” Intimò una voce alle loro spalle.
Era Maria.
“Voi?” Chiese meravigliato Ardea. “Cosa fate qui?”
Maria non rispose e si avvicinò a Giovanni.
Gli accarezzò il capo e dopo qualche istante lo schiaffeggiò duramente.
“Sei un folle!” Gli disse piena di rabbia. “Perché hai fatto tutto questo?”
L’uomo la guardò quasi senza tradire emozioni.
“Se non lo comprendi da sola...” rispose “... io non posso spiegartelo.”
Maria lo schiaffeggiò di nuovo. Con ancora più forza.
Poi, vinta dalle lacrime, lo abbracciò forte.
“Cosa sta accadendo qui?” Chiese Biago totalmente confuso.
“Il troppo amore” disse Maria con la voce rotta dal pianto “causa spesso un odio senza fine.”
Quelle strane parole echeggiarono, non senza lasciare un senso di inquietudine in tutti loro, in quella grotta dispersa tra l’oscurità ed i misteri della brughiera illuminata dalla Luna.
http://www.virginmedia.com/images/beast-of-gevaudan.jpg

(Continua...)

cavaliere25 05-07-2010 10.58.03

non avrei mai sospettato di Giovanni che fosse lui il propietario di quel malosso :neutral_doh:

Talia 05-07-2010 12.28.56

oh sir... lo sapevo lo sapevo... :smile_lol: Quei due non mi avevano mai convinta, con quei mezzi sguardi...
Però, poverini, alla fine ho provato pietà per loro... fanno quasi tenerezza! :rolleyes:

Guisgard 05-07-2010 18.53.56

Citazione:

Originalmente inviato da Talia (Messaggio 16611)
oh sir... lo sapevo lo sapevo... :smile_lol: Quei due non mi avevano mai convinta, con quei mezzi sguardi...
Però, poverini, alla fine ho provato pietà per loro... fanno quasi tenerezza! :rolleyes:

Infatti, come già dissi, non bisogna mai sottovalutare l'intuito di una donna!
Siete un'ottima ed attenta osservatrice, milady ;)

Talia 05-07-2010 21.44.46

@Guisgard
Oh, grazie milord! :smile_lol: Non posso certo dire che lo spirito di osservazione sia considerato una virtù proprio da tutti, ma insomma... ;)


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 23.46.09.

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