Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 10-04-2018 00.10.01

A quelle parole deglutii e dissi in tono tremante.."Davvero non pensi io sia pazza..non sai quanto le tue parole mi rendano felice..è la prima volta qualcuno non mi sottovaluta" e mi prese per mano, quel gesto così delicato e pure nobile..di un nobile...mi stupì ma forse era dovuta ad una nobiltà d' animo e mi alzai avviandomi verso casa con lui.."Cosa mi rende triste? Il fatto di dover stare vicino a quell' uomo che ora, appunto, sta contando i soldi..e poi..è inutile...da quando sono bambina è così.. appunto si chiama "Il Tormento dei Bastian" e io non posso farci nulla..nulla..anzi vi sarebbe una soluzione, sai quante mie antenate sono morte...amo un uomo..lo vedo ed è irraggiungibile, amo e bramo quell' uomo che la Dama Nera, la Rosa Nera ha amato e ha condannato tutte noi ad amare...ora mi credi pazza?" risi di gusto e amaramente.."E ne parlano i contadini, la gente del popolo, in queste zone la gente lo sa...povero Fulminaccio" facendo l' occhiolino a Furio per poi mettermi a correre nell' erba.."Vediamo chi arriva prima a Palazzo" un attimo di spensieratezza perso in quel crepuscolo.

Guisgard 10-04-2018 00.17.05

Elv guardò Gwen ed annuì poco convinto la ragazza.
Finì di sistemarsi la camicia e poi raggiunse la porta.
“Andrò in cerca di Setto.” Disse alla ragazza. “Fai preparare uno dei miei capelli, per favore?”

Quelle parole di Altea lasciarono Furio sorpreso, stupito.
Poi prese ad inseguirla.
Cominciarono a correre per vedere chi arrivasse prima al palazzo.
Lui correndo la raggiunse e la superò.
Davanti al portone però si fermò e la prese per mano.
“Parlatemi di quella leggenda... ora...” disse fissandola con tono serio.

Altea 10-04-2018 00.28.26

Correvo e ridevo, quando lui mi superò.."Ehi ma non vale, tu non hai queste gonnellone ad impedirti a correre, nessuno mi ha mai battuto nella corsa".
Arrivammo sulla soglia del portone maestoso del Palazzo, ansimante e poi la sua mano nuovamente nella mia e la strinsi, mi stupì la sua domanda e lo guardai perplessa.."Davvero la vuoi sapere? Non vorrei turbarti o cosa...la Dama Nera o Rosa Nera è una mia antenata vissuta nel mio castello o in qualche palazzo al Tempo in cui vi era il Duca con il suo seguito di capomazdesi e afragolignonesi, quando comandava a Sygma quindi si perde nei secoli, non molti. Ella era sposata, anzi fu data in sposa a un nobile tiranno ma si innamorò di un nobile cavaliere Afragolignonese a seguito del suo regnante...si incontravano segretamente ma lui poi fu costretto ad andarsene quando vennero cacciati da questi territori e lei patì le pene dell' inferno fino alla fine dei suoi giorni. In punto di morte in preda all' ira per i suoi tormenti vissuti maledì alcune ragazze del futuro Casato dei Bastian, in pratica molte ragazze, come me, la vedono, la sentono soffrire e vedono loro due amarsi..e si innamorano di lui..è bello sai, il problema è che per sconfiggerla una dovrà innamorarsi di qualcuno e spezzare l' infelicità..ma se pensi è impossibile perché tutte quante amiamo quell' uomo..." lo guardai per un attimo e quel lampo attraversò gli occhi verdi.."Padre Anselmo mi ha mostrato il libro prima di sposarmi, tutte le ragazze sono morte gettandosi dal balcone più alto della torre del castello e fuori vi sono le loro tombe" e rimasi in silenzio.."Non volevo rammaricarti, è un tormento e una malinconia tutta mia, strano è che in certi posti non l' avverto..come prima vicino al fiume ma vi è un dipinto della Dama e io sono uguale a lei" sospirando.

Guisgard 10-04-2018 00.33.28

Aegos vide Lys entrare e poi cominciare a spogliarsi piano.
La guardò cambiando espressione.
Non più quel sorriso irriverente, ma uno sguardo diventato ardente, voglioso, che tradiva un desiderio sempre più insopportabile.
Lei lo raggiunse e salì a cavalcioni su di lui, iniziando a baciarlo con fare lascivo, proibito, voluttuoso.
E lui affondò le mani nella sua sottoveste, la sollevò e scoprì i bei seni della sua padrone, che prese a stringere forte, tormentando la bella padrona.

Furio ascoltò con attenzione ogni parola di Altea.
“Dunque” disse il giovane “è un fantasma che tormenta voi e tutte le vostre antenate? Uno spettro che vi nega la felicità? Un demone che vi tiene legate ad un gioco di infelicità?” Quasi con rabbia.

Lady Gwen 10-04-2018 00.35.07

Mi guardò a lungo e poi annuì.
"Certo" dissi a mia volta.
"Posso avere un bacio, prima di lasciarti andare?" gli chiesi, con tono morbido, accomodante, col mio sguardo quasi languido nel suo.
Poi avrei chiamato Marko, Volos o chiunque fosse stato a disposizione per preparare un cavallo.

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Altea 10-04-2018 00.42.40

"Esattamente.. In un certo senso si.. Demone.. Io non lo definirei tale perché è stata la Rosa Nera a volere tutto questo.. E così lei vivrà il suo amore per l' eternità.. Ha i capelli mori e gli occhi azzurri ed enigmatici.. Oh non sei tu" sorridendo anche se questo ragazzo aveva lo sguardo di qualcuno che celasse qualcosa.. Sempre enigmatico. Guardai per un attimo la sua mano nella mia.. Un gesto intimo quasi.

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Guisgard 10-04-2018 00.46.46

Elv si voltò e la guardò per un lungo istante.
Il suo sguardo era duro, severo.
Poi, come vinto da ciò che vedeva, dagli occhi di lei, i suoi capelli, le sue labbra.
Cedette alla sua bellezza e sensualità, avvicinandosi e baciandola con passione.
Un bacio animato da slancio, da impeto, da desiderio misto a rabbia, forse gelosia.
La strinse a sé e la baciò con furore, togliendole il fiato.

“Io detesto questa leggenda ed anche quel dannato spettro.” Disse Furio con impeto.
Il suo vigore giovanile, la rabbia dettata dalla sua età avevano acceso quegli occhi chiari e limpidi. “Se...” esitò “... se fossi vostro marito sarei geloso anche dei demoni che attentano alla vostra anima...” stringendo la mano di Altea.

Lady Gwen 10-04-2018 01.02.18

Alzai appena un sopracciglio vedendo la durezza della sua espressione, ma attesi, in silenzio.
Infatti, la ricompensa della mia attesa non tardò ad arrivare.
Mi baciò con slancio, ardore, passione, come se quella interruzione non ci fosse mai stata.
Sentivo anche un sentimento molto più forte degli altri.
Rabbia?
Gelosia?
Qualsiasi cosa fosse, era fantastico e travolgente.
Ed ero contenta che quei contrasti fra noi si fossero appianati.
Mi staccai da lui sorridendo.
"Ti aspetto domani, abbiamo una passeggiata al chiaro di Luna da fare..." sorridendo "Dai, ora va', Marko preparerà uno dei tuoi cavalli..." spingendolo con dolce scherzosità e sfiorando ancora il suo petto.

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Clio 10-04-2018 01.06.03

I suoi occhi si fecero ardenti, caldi, sempre più intensi, erano il riflesso dei miei.
Allora mi abbassai a baciarlo e lo intrappolai tra le mie labbra, ancora e ancora.
Bramavo sempre di più il nettare che poteva darmi, l'ardore e la passione che mi consumavano.
I nostri baci erano pura lussuria, le nostre mani si rincorrevano sui nostri corpi ancora e ancora, con una bramosia che cresceva ogni momento di più.
Poi le sue mani su di me, sotto quella sottoveste che non era altro che un impiccio al momento.
Riuscì lo stesso a raggiungere il mio seno, però, prendendolo fra le mani e facendomi sfuggire un lungo gemito di piacere.
A quel contatto il mio sguardo si incendiò ancora di più.
Allora, vinta dalla frenesia della passione la tolgo, dall'alto, la butto via in un angolo.
Non serviva più ora, da quel momento esisteva solo la nostra cieca lussuria.
Iniziai a spogliarlo, in modo rapido, frenetico, ansimando appena.
"Spogliati!" ordino in un sussurro fatto di gemiti.
Lo volevo tutto, lo volevo subito, lì, adesso.
Non ero abituata ad aspettare, nessuno più di me sapeva quanto fosse prezioso il poco tempo che ci veniva concesso, e intendevo assaporarne appieno ogni istante.

Altea 10-04-2018 15.40.09

Rimasi perplessa a quelle parole di Furio, sentii le sue mani stringere forte le mie.. "Geloso? Sei forse geloso di me?" non capivo il motivo.

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Guisgard 10-04-2018 17.15.56

Elv guardò di nuovo Gwen negli occhi e senza aggiunger altro uscì dalla stanza.
Come ordinato dalla bella vampira dai capelli rossi, Marko aveva preparato uno ei cavalli con cui Setto ed Elv erano arrivati al palazzo.
Il giovane viaggiatore montò in sella ed andò via, sotto lo sguardo enigmatico di Nikolaj che lo guardava da dietro le tendine di una finestra.

Lys, in balia di un'eccitazione sempre più forte si si tolse la sottana, gettandola in un angolo della stanza diventata di colpo bollente.
Aegos allora restò a guardarla con i seni ormai liberi.
La guardava rapito, estasia da quelle forme sode e perfette, calde ed invitanti, ardenti e peccaminose.
La guardava toccando quei seni ben fatti, con le dite e le mani che li avvolgevano, li tenevano stretti.
Guardava perso ed eccitato tutta quella grazia con occhi lascivi.
La giunonica padrona cominciò a spogliarlo e lui subito le diede una mano, muovendosi come un forsennato sotto di lei per togliersi la camicia ed abbassarsi i pantaloni.
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò.
“Madama...” disse da fuori Stuarto “... posso entrare?”

“Si, lo sono.” Disse il ragazzo guardando negli occhi Altea. “Non dovrei esserlo? Siete sposata, no? E se anche foste libera magari neanche degnereste di uno sguardo uno sciocco ragazzo come me, vero? Ma a me non importa nulla.” Con un impeto nella voce che sembrò accendere ancor più i suoi occhi chiari. “Non mi importa di niente e di nessuno che non siate voi.”
Il portone si aprì ed apparve Salamano, che naturalmente non aveva sentito nulla di ciò che il nipote aveva detto ad Altea.
“Ben tornata, madama.” Salutando la padrona. “Prego, vostro marito è già andato a letto. Era molto stanco.”
Furio invece si fiondò nel portone e corse via, verso il cortile.
“Ehi, che modi!” Lo riprese suo zio. “Perdonatelo, deve ancora imparare bene l'educazione, signora.” Sorridendo il vecchio alla bella dama.

Altea 10-04-2018 17.22.50

A quelle parole mi portai le mani al petto, il cuore ebbi un flebile battito, mai nessun ragazzo si era rivolto così a me, anzi per l' impudenza avrei dovuto dargli un sonoro schiaffone ma balbettai.."Io..non giudico mai nessuno..poiché pure io sono giudicata, non ti avrei mai detto eri di basso livello".
Salamano arrivò aprendo il pesante cancello e staccai le mani dalle sue guardando quello sguardo chiaro accendersi di calore e vitalità..i suoi occhi emanavano calore a differenza dei miei apatici e freddi, non capivo..mi aveva conosciuto da poche ore e proclamava un amore eterno, speravo non fosse un inganno.
Ma non vi fu tempo per pensare e lo vidi scappare alle parole di Salamano.."Oh grazie, ero andata a prendere un po' d' aria e Furio era preoccupato per me. E' un bravo ragazzo...ma ditemi..sembra un ragazzo enigmatico a volte, avete detto sognatore..perché dite deve essere messo in riga?" perplessa e preoccupata per lui che era svanito nel nulla, mentre mi avviavo a Palazzo.

Lady Gwen 10-04-2018 17.27.05

Andò via senza aggiungere altro e lo guardai dalla finestra, mentre si allontanava.
A qualche vetrata di distanza c'era Nikolaj.
Rimasi per un po' in silenzio.
"Quando arriverà il membro della congrega?" chiesi ad un certo punto, mentre ormai Elv era sparito all'orizzonte?https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...03ee7734ae.jpg

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Clio 10-04-2018 17.35.41

Ero fuori di me, completamente consumata da quella passione, da quel desiderio che mi entrava nelle viscere, che si diramava in ogni parte di me.
I miei occhi erano intensi, il mio sguardo infuocato e bramoso.
Mi muovevo con una frenesia incontrollata togliendogli la maglia, armeggiando con la cintura.
Lui era meraviglioso, i suoi occhi nutrivano il mio desiderio, la sua lussuria moltiplicava la mia e il suo corpo perfetto non faceva che accrescere a dismisura il fuoco che mi divorava ogni istante di più.
D'un tratto si sentirono dei colpi alla porta.
Non mi importava, continuai a spogliarlo, guardandolo quasi con sfida, come a dirgli che nulla mi avrebbe fermato.
Era Stuardo, alzai gli occhi al cielo.
Magari aveva notizie sui doni fatti al maresciallo, pensai sospirando.
Dopotutto il volere del mio signore valeva più della mia lussuria.
Però che diamine, quell'interruzione era inopportuna come un'Amamelide un attimo prima di un amplesso.
O un'Amamelide in qualunque altro momento.
Non c'era un momento buono per vedere quel maledetto fiore!
Guardai Aegos sotto di me e sorrisi, eccitata e strafottente.
Beh, visto che non era affatto quel fiore maledetto e io ero ancora padrona di me stessa, non varei permesso a nessuna interruzione di rovinarmi questo momento.
"Sì, vieni avanti Stuardo!" dissi, senza togliere però gli occhi da quelli azzurri e bellissimi di Aegos, e senza smettere di spogliarlo, togliendogli infine i pantaloni e restando nuda sopra di lui.
"Ma vedi di parlare in fretta che ho da fare!" facendo l'occhiolino al mio meraviglioso e nudo stalliere.

Guisgard 10-04-2018 17.49.31

Elv svanì in sella al suo cavallo nel candore del crepuscolo.
“Forse stanotte...” disse Nikolaj a Gwen, con un enigmatico ghigno sul viso “... non tornerà...” riferendosi ad Elv “... il nostro ospite potrebbe non viaggiare solo e magari avere fame...” ridendo sadico.
Voleva provocarla, intimorirla.

“Ha un animo ribelle, madama.” Disse Salamano ad Altea. “E detto tra noi ha pure un carattere difficile. Per questo ho voluto venisse a lavorare in questo palazzo. Magari la fatica può sferzare il suo essere riottoso.”
Entrarono in casa e subito Altea avvertì una vampata di calore.
Poi sentì qualcuno ridere.
La voce di una giovane donna che rideva.
Rideva felice, appagata, libera.
“Gradite una tisana?” Salamano. “Con miele ed alloro? Vi aiuterà a riposare, madama.”
Ma la voce di quella misteriosa donna era sempre intorno a lei, ridendo spensierata.

Stuarto entrò e si ritrovò davanti quella scena incredibilmente eccitante.
Lys, tutta nuda, seduta su Aegos, anch'egli spogliato e solo con i pantaloni abbassati, sotto di lei, pronti per cominciare quello che sembrava essere un fenomenale amplesso.
Lo stesso stalliere restò incredulo da come lei aveva fatto entrare il vecchio servitore nella stanza, permettendogli di trovarli nudi e pronti per accoppiarsi.
Naturalmente Stuarto non si lasciò sfuggire l'occasione di guardare tutta la sua padrona nuda, visto spesso aveva fantasticato su come poteva essere al naturale la bella e disinibita dama.
Non disse nulla e restò a fissare la signora seduta sul fortunato stalliere.
“Che il diavolo ti porti...” disse seccato ed eccitato Aegos “... cosa fai la impalato? Vattene o ti prendo a calci!”
“Madama...” fece il vecchio “... un messo del Maresciallo di Monsperone è giunto per invitarvi al castello, dove egli risiede. Il Maresciallo vi sta aspettando, dovreste dunque prepararvi.” Guardandola lascivo.

Lady Gwen 10-04-2018 17.55.10

Forse questo, forse quello...
Mai che si potesse sapere qualcosa.
Mi voltai a guardarlo.
"Sei squallido nel tuo tentativo di fare il bastardo. Quasi ridicolo, oserei dire" con voce atona, fissandolo quasi con noia.
Poi mi voltai e scesi di sotto.
Non era mai arrivato a questo punto, ma che gli era preso in queste ore?
Era come se avesse deciso di mettersi d'impegno per infastidirmi.
Avrebbe fatto meno lo spocchioso, se fosse stato a conoscenza dei miei piani per Elv, ma adesso dovevamo attendere.

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Altea 10-04-2018 17.58.33

Riflettei sulle parole di Salamano, io e Furio condividevamo la stessa storia, le persone diverse erano considerate da plasmare a identica somiglianza di coloro ritenuti "normali".
Ad un tratto entrando a Palazzo udii una risata di una donna e mi guardai in giro, stavo per chiedere se avessimo ospiti ma mi bloccai..aggrottai leggermente la fronte e una strano calore si impossessò di me.
"Cosa?" dissi con indifferenza a Salamano.."Si, mi aiuterà a dormire grazie" poi di nuovo quella risata..una risata di una donna allegra e spensierata..sembra la eco della mia risata di prima...cosa sta succedendo.
Presi il ventaglio e mi sventolai per il caldo e mi sedetti sul divanetto congedando Salamano, respirai lentamente chiudendo gli occhi e gettandomi sullo schienale della poltroncina.

Clio 10-04-2018 18.18.46

Sorrisi, divertita, nel vedere che Aegos sotto di me si agitava.
Oh, andiamo, è solo un vecchio impotente, cosa vuoi che faccia?
Ma mi piaceva, quel suo temperamento, quel suo essere così eccitato e, cosa più importante, mi piaceva constatare che la sua eccitazione non era affatto scemata all'entrata del povero Stuardo.
Ascoltai il vecchio con un sorriso compiaciuto.
"Benissimo, dunque!" annuii "Fallo accomodare, offrigli del tè, dei pasticcini, oppure qualcosa di alcolico, una ragazza, insomma quello che gli pare dicendogli che la tua padrona è molto lieta del suo arrivo e si sta preparando per essere perfetta gli occhi del suo padrone, il Maresciallo!" sorridendo "E ora vai.. vai.. sciò!" con un gesto della mano.
Un gesto brusco, rapido che produsse un vento così forte da spostare di peso il vecchio servo, farlo finire fuori dalla porta e chiudere la stessa dietro di lui.
Con poteri del genere, tanto vale usarli anche per le piccole cose.
Ora eravamo di nuovo soli, io e lui.
Senza dire una parola infilai in me quel membro in attesa, caldo e saldo, tenendo sempre lo sguardo fisso negli occhi di lui.
"Che aspetti pure..." iniziando a muovermi sopra di lui con frenesia, ardore, passione, quasi con cattiveria "Che aspetti...".
La voce cominciava ad essere più incerta, velata dal piacere che mi dava quell'amplesso.
"Io non spreco nemmeno un istante..." la voce ormai era trasfigurata, quasi un gemito unico.
No, io amavo vivere ogni istante, ogni momento appieno.
Avevo giurato a me stessa che non avrei sprecato nemmeno un istante che mi fosse concesso, nemmeno uno, che avrei seguito il mio istinto, le mie passioni e i miei desideri sempre, a qualunque costo.
E ora, desideravo lui, volevo lui, disperatamente.
Allora mi lanciai in quell'amplesso, dimenticando il resto del mondo, fregandomene della decenza e del pudore, della morale e di tutte quelle scuse che usa la gente normale per giustificare il proprio non avere il coraggio di prendere tutto ciò che desidera dalla vita.
Mi muovevo su di lui, le mani incatenate alle sue che teneva più alto della mia testa, le teneva salde, mentre mi guardava negli occhi, ansimando sempre di più.
Continuavo, continuavo e continuavo, senza mai fermarmi, senza mai cedere.
Volevo tutto, volevo il piacere immenso che quell'amplesso mi avrebbe dato, volevo rubare la sua anima e legarla a me anche se la mia non sarebbe mai stata legata alla sua, era la mia bestiola dopotutto, legata a me in modo sempre più intenso.
Ogni spinta era più mio, ogni gemito mi apparteneva di più, ogni scarica di piacere era più perso.
E io mi godevo ogni istante, ogni momento.
Sentivo il piacere scorrere in me, sempre più intensamente, sempre più caldo, sempre più intenso.
Oh sì, come mi sentivo viva in quel momento.
Ero viva e nient'altro aveva importanza.
Ero viva e quello era un modo meraviglioso di vivere.
Ero viva e niente e nessuno mi avrebbe potuto sconfiggere.
Nemmeno tu maledettissimo fiore!

Guisgard 10-04-2018 18.26.26

Era il crepuscolo, quasi incantato, come se la sera stesse trattenendo il respiro ed il Tempo si fosse fermato, bloccato.
Tatiana era su una poltrona giocherellando con una vecchia spilla, mentre Roze le pettinava i lunghi capelli.
Ivan fissava la finestra cercando di scorgere qualcuno, il loro misterioso ospite.
Nikolaj invece faceva girare una clessidra, guardando i suoi compagni immersi nel tepore e nel silenzio di quella penombra sempre più sinistra.
Gwen era con loro.
“Facciamo un gioco...” disse con un sorriso infantile Roze “... come sarà colui che stiamo attendendo? Bello? Brutto? Alto? Affascinante o goffo?” Ridendo. “Sarà straniero? Un'alta personalità, nobile oppure un misero plebeo?” Divertita.

Altea restò sola nella stanza, agitando il suo ventaglio.
La risata era svanita.
Forse un sogno?
Colpa della stanchezza?
Suggestione?
Ad un tratto però avvertì qualcosa.
Come una presenza.
“Sei mia...” disse una voce calda e bassa “... e so che ti piace sentirti così... lo vuoi anche tu...” sentendo un alito caldo sfiorarle l'abito “... e lo sarai per sempre...” come una carezza sul suo collo.
“Ecco la tisana, madama.” Arrivando Salamano.
Quella presenza era sparita.

Lady Gwen 10-04-2018 18.32.14

La bionda pettinava i lunghi capelli scuri di Tatiana, che giocherellava con una spilla, Ivan guardava fuori, chiuso come sempre nel suo silenzio e Nikolaj scandiva il tempo con una clessidra.
C'era un silenzio sospeso, di attesa, quasi congelato e la sera era ormai giunta.
Infatti mi avvicinai ad aprire tutte le tende in broccato scuro e la luce della luna poté entrare a rischiarare tutto.
Guardai Roze mentre mi sedevo su uno dei divani.
"Come vuoi che sia? È della congrega, sarà uno dei soliti Antichi, conservatori, attaccati alle tradizioni e in apparenza più vecchio del mondo stesso..." sarcasticamente.

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Altea 10-04-2018 18.38.21

Tutto era tranquillo in quel salottino ora, forse la risata proveniva da fuori sicuramente, o forse era solo il ricordo di quel momento, una suggestione.
Rimasi così ad occhi chiusi quando ad un tratto una voce maschile suadente e penetrante entro in me..le sue mani sul mio seno, un brivido mi attraversò.."Oh si..sono tua, vieni mio amato, possiedimi e prima non è stato nulla con quel ragazzo..tu sei il padrone dei miei pensieri, anima e corpo".
Il mio collo fu attraversato da una carezza e le mie mani seguivano quel tocco.."Il mio corpo brama molto di più, di averti per me, fammi tua..stanotte e per l' eternità".

Ad un tratto entrò Salamano e la mia mano sfiorava il collo fino a scendere sui seni bianchi, il cuore pulsava di desiderio, un desiderio che mi lacerava lo stomaco e le viscere, volevo averlo, sentirlo in me...era lui...bello e unico.
Le gote arrossate e presi il ventaglio e sorrisi forzatamente a Salamano.."Si grazie per la tisana, appoggiatela pure sul tavolino" e rimasi stesa sulla poltrona godendomi quell' attimo di desiderio, quel fremito che batteva fino alla testa e mi dava una sensazione ambigua.
Bevvi la tisana e poi mi alzai.."Meglio io vada a dormire, domani è un altro giorno" ma le mie membra erano ancora accaldate e vogliose delle sue mani, di tutto di lui.

Guisgard 11-04-2018 00.13.46

Senza accorgersene il vecchio Stuarto si ritrovò fuori dalla stanza, quassi issato di peso da una forza invisibile, mentre la sua bella padrona sul letto si auto infilzò con la spada del suo stalliere.
Lui entrò dentro di lei, la penetrò, in quell'intimo e profondo contatto che in breve accese i corpi dei due.
Lys così, liberato il suo stallone, lo montò con slancio, desiderio, passione, lanciandolo in un galoppo forsennato.
In sella al suo vigoroso cavallo, la signora sussultava, gemeva, godeva sotto il suo vigore, il suo scalciare, le sue spinte, le sue impennate.
In pochi istanti i loro corpi nudi iniziarono a sudare, quasi scivolando l'uno sull'altra.
La loro pelle era bagnata, unta, arrossata da quel continuo strofinarsi reciprocamente, strusciare l'una sull'altro.
Le loro mani erano strette, mentre lei si muoveva sopra di lui, sobbalzando con forza,cattiveria, come a voler testare la forza, la durezza, la resistenza del suo stalliere, che come un vero e fedele stallone si prestava magnificamente ad ogni virtuosismo erotico e sessuale della sua padrona.
Sotto di lei la guardava mentre si scatenava, si sbatteva, fissava quei seni e meravigliosi e sodi muoversi in maniera giunonica, sinuosa, quasi ipnotica.
Quei seni sudati oscillavano, pendevano, con i capezzoli rosati e turgidi andavano su e giù, davanti agli occhi appannati di Aegos che impazziva davanti a quello spettacolo mozzafiato.
Alzò appena la testa, senza mostrare titubanza nel penetrare e sostenere la sua signora, raggiungendo i seni di lei, accarezzandoli con la lingua salata e sussultando al suo orecchio parole sconce, sozze, immorali per farla eccitare e scatenare ancora di più.
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Roze rise a quelle parole di Gwen.
“L'eternità può essere noiosa come null'altro al mondo...” disse Tatiana “... poi se ti ci metti anche tu con i tuoi giochetti...” sarcastica a Roze.
“La nostra Gwen non si aspetta nulla di che...” ridendo Nikolaj “... un vecchio... magari sarà così... potrebbe essere uno degli oscuri maestri o dei cancellieri anziani... chissà... a breve lo scopriremo...”

Lady Gwen 11-04-2018 00.16.56

Ridacchiai alle parole di Tatiana.
Poi guardai Nikolaj.
"E invece tu cosa ti aspetti? Avanti, su, non essere timido. Tutti siamo curiosi di saperlo..." con tono melenso e sarcastico.

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Guisgard 11-04-2018 00.26.09

Nikolaj rise fissando Gwen.
“Io mi aspetto...” disse esitando “... in verità mi aspetto poco o nulla... forse un burocrate, o magari qualche vecchio tronco rinsecchito, pallido da star male e dall'alito fetido per i lunghi secoli di eccesso... ecco cosa mi aspetto... spiacente di avervi deluso...” con un inchino teatrale.

Lady Gwen 11-04-2018 00.30.55

Dopotutto, non mi aspettavo nulla di diverso da Nikolaj, ma ovviamente non glielo avrei detto.
"Vuoi un applauso?" sarcasticamente e batteri le mani una volta sola "Accontentato" con un sorriso falso.
Poi suonai la piccola campanella in argento sul tavolino per chiamare Marko.
"Prepara un calice" dissi al ragazzino.
In effetti, da quando era arrivato Elv non avevo ancora mangiato, se così potevamo dire, ed iniziavo a sentire un po' di languorino.

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Guisgard 11-04-2018 00.36.09

Nikolaj sorrise ironico.
Poi Marko annuì a Gwen.
Prese un calice e si presentò davanti a lei, inginocchiandosi poi davanti alla giovane padrona e porgendole il calice, in attesa dei suoi ordini.

Lady Gwen 11-04-2018 00.46.38

Ridacchiai appena.
"In piedi, ragazzino. Non c'è bisogno di esagerare..." facendolo alzare.
Presi poi il piccolo coltellino che gli facevo sempre portare alla cintola e lo incisi lungo l'avambraccio.
Lo vidi stringere forte le labbra, che diventarono bianche per lo sforzo di non esprimere il dolore del gesto.
Poi, posi sotto il calice e quando lo riempii a sufficienza, guarii il taglio.
"Mangia qualcosa e poi vai a dormire" sorridendogli.
"Vi chiederei se vogliate favorire, ma non voglio togliere questo piacere ai vostri giovani adepti. E poi, c'è sempre qualcuno che preferisce cenare nel proprio privè..." sarcasticamente, riferendomi implicitamente a Nikolaj, e a volte neanche Ivan disdegnava con Aleria.
Sorseggiai poi piano e con calma il caldo e vischioso liquido dal prezioso calice, sentendomi subito rinvigorita.

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Guisgard 11-04-2018 00.58.58

Marko strinse la bocca e chiuse gli occhi mentre Gwen incideva il suo braccio e poi faceva scorrere il sangue nel calice.
Fatto ciò risanò la ferita e congedò senza entusiasmo il giovinetto che pallido andò via.
Quel viscido e rosso nettare rigenerò il corpo della bella vampira, dandole calore e ridestarne le membra.
Gli altri la guardarono con avidità e già col desiderio di fare altrettanto con i loro succubi.
Ma il rumore di una carrozza davanti al palazzo attirò subito la loro attenzione.
"Eccolo..." disse Ivan.

Clio 11-04-2018 01.02.46

Era qualcosa di divino, di paradisiaco, di celestiale... anche se in realtà era peccaminoso, oscuro, bestiale.
Ma non mi importava, o meglio, era quello che volevo.
Non desideravo la redenzione, né la Grazia, desideravo solo il piacere, la lussuria, il godimento più assoluto.
E quello, quello era il mio paradiso.
Quelle spinte vigorose, quei gemiti sempre più forti, quell'ardore incontrollato, forte, intenso, quello sguardo che si rifletteva nel mio, un azzurro che sembrava tingersi di rosso tanto era lo sforzo della passione.
Il modo impetuoso in cui si muoveva, in cui lanciava il suo corpo in quella cavalcata selvaggia, il suo respiro accelerato, la sua virilità sempre così salda, sicura, forte in me, mi mandavano completamente in estasi.
Quando poi mi afferrò i seni e iniziò a stringerli, toccarli, tenendoli fermi da quella corsa impazzita, altre scariche di piacere intenso e assoluto si diramavano in me.
Calde e intense scariche che rendevano il mio corpo il più devoto tempio del piacere, del desiderio, della lussuria sfrenata.
Abbassai lo sguardo folle su di lui, e lo vidi, quello sguardo, quell'espressione così persa, così rapita, così preda dei miei stessi istinti, delle mie stesse passioni, dei miei stessi tumulti, così impetuosi da riuscire a farmi perdere ogni senno.
E lo persi, il senno, lo persi il controllo.
La vista di quello sguardo, il piacere sempre crescente che dal mio sesso invaso dal suo si diramava in ogni parte di me, i suoi gemiti, il suo ardore, il mio desiderio... era troppo.
Il mio sguardo mutò ancora, giungendo ad essere quasi rosso dalla passione.
Mi lasciai andare, completamente, mi lanciai in quella cavalcata come se avessi abbandonato le briglie del mio stallone e avessi iniziato a lasciarmi condurre da lui, al galoppo, il più sfrenato dei galoppi, su e giù dalle colline, in un movimento estatico, continuo, folle.
Così mi muovevo sopra di lui: sempre più intensamente, sempre più velocemente, con un piacere che cresceva sempre di più in me.
E gridai, gridai, gridai senza quasi accorgermene.
Mi aggrappavo alla spalliera del letto e mi muovevo con una frenesia e una bramosia che non erano seconde a null'altro al mondo, era una corsa disperata ed estatica, un crescendo infinito che poteva finire solo sulla vetta più alta e allora correvo, ancora e ancora, galoppavo sul mio meraviglioso stallone sempre più veloce... e gridavo, perchè null'altro potevo fare quando un piacere così grande, così immenso, così folle si impossessava di me, mi faceva sua, mi sconvolgeva, mi rapiva, mi estasiava, mi dominava, mi divorava.
Oh sì, questa è la vera vita... sorella mia, non sai che ti perdi.

Lady Gwen 11-04-2018 01.02.58

Quasi mi divertivo a sorseggiare lentamente quel nettare caldo, solo per il gusto di vederli lì, tutti avidi e affamati, mentre già pregustavano la loro cena.
Un rumore di carrozza poi intervenne a rovinarmi i giochi.
Finii il sangue e poggiai il calice sul tavolo.
Poi mi alzai e andai al portone per accogliere il nostro ospite, curiosa di chi avrei trovato.

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Guisgard 11-04-2018 01.17.34

La carrozza si fermò, con i suoi cavalli che nitrivano in modo nervoso.
Allora subito i vampiri raggiunsero l'ingresso del palazzo, preceduto da un ampio e decadente androne.
Videro la carrozza davanti al portone, dalla quale scese un conducente tutto vestito di nero, con il bavero alto a celare parte del visto ed un ampio cappello sulla testa.
Le braccia erano più lunghe del normale, quasi fosse una menomazione ed anche l'altezza superava di un bel po' la media.
Non disse nulla, posando soltanto i bagagli davanti a Gwen ed agli altri.
Ivan li raccolse e li portò dentro.
Il cocchiere allora aprì lo sportello e dalla vettura scese un uomo avvolto da un lungo mantello rosso.
Aveva il volto segnato da profonde rughe, la testa quasi deformata da un'età estremamente avanzata e lunghissimi capelli bianchi tenuti dietro alla maniera dei ricchi boiardi.
Li guardò tutti e mostrò un cenno del capo.
“Prego...” disse Nikolaj, invitandolo ad entrare.
“Grazie...” rispose il vecchio ospite con uno sguardo tagliente ed un lieve ghigno sul volto.
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Lady Gwen 11-04-2018 01.32.49

Uno strano cocchiere depositò i bagagli all'ingresso, poi aprì lo sportello per permettere al nostro ospite di scendere.
Allora, si mostrò a noi un individuo non di molto dissimile da quello immaginato da me e Nikolaj, infatti gli scoccai un'occhiata complice.
L'età che segnava, ruga per ruga, il volto del vampiro, era notevole, ma sembrava quasi essere il suo punto di forza.
C'era qualcosa di così vetusto e venerabile in lui, di temibile, ma anche meritevole di assoluto e totale rispetto, come una Divinità verso cui si nutrano timore e adorazione al contempo, ecco quello che sentivo non solo in me, ma anche nei miei compagni.
Ed era anche un po' quello che leggevo negli occhi di Isabel quando guardava Nikolaj.
Ma ora non era il momento di divagare.
Il vampiro bruno lo invitò ad entrare ed io mi avvicinai, esibendomi in un rispettoso inchino.
"Io sono Gwen Ygraal, Milord. Posso solo dire di essere onorata di potervi accogliere nella mia modesta dimora" con un cenno del capo e con la mano gli indicai la sala, camminando appena poco davanti a lui per fargli strada.
"Immagino sia stato un lungo viaggio fin qui e certe occasioni sono troppo rare per non festeggiare" con un sorriso cortese, mentre mi avvicinavo ad una vetrina in mogano.
Ne tirai fuori una bottiglia molto pregiata, e no, non era vino.
Divisi il liquido in calici e offrii questi a tutti i presenti.
"Al nostro ospite" sollevando il bicchiere verso di lui, che avevo fatto accomodare sulla poltrona accanto al divano.
La sua espressione era tagliente e affilata come lame di spade che abbiano combattuto infinite e sanguinose guerre, uscendone sempre indenni e non vedevo l'ora di sapere di più da questo uomo che sembrava racchiudere in sé l'essenza stessa della nostra razza.

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Guisgard 11-04-2018 01.50.53

L'anziano ospite prese il bicchiere offerto da Gwen e lo alzò per brindare con tutti loro.
Poi finì quel bicchiere in modo avido, come chi avesse molta sete.
Sete di sangue.
“Prego, milord...” disse Ivan offrendogli un altro bicchiere che lui prese e finì con bramosia.
Nikolaj guardò Gwen con un sorrisetto.
“Viaggiare” il vecchio ospite “mi mette sempre sete... non ho più l'età e neanche ahimè la forza per spostarmi così...” sedendosi come se soffrisse di diversi dolori ed acciacchi.
"Vedrete che questo luogo vi piacerà, signore." Tatiana.
"Oh, non l'ho scelto per la sua bellezza..." mormorò lui "... alla mia età si è indifferenti a tutto... la bellezza è ormai un'illusione... anzi, un modo per rimpiangere i tempi perduti... l'eternità e l'immortalità spesso sono prigioni assai poco indulgenti..."

Lady Gwen 11-04-2018 01.58.48

Ricambiai lo sguardo di Nikolaj, ma non biasimavo il nostro ospite.
La sete era sete, sempre e comunque, pensai, appena divertita.
Ascoltai poi le sue parole, condite da quel realismo e nichilismo che non mi sorpresi di trovare in lui.
"Dunque, se non per la bellezza dei nostri luoghi, a cosa dobbiamo l'onore di una visita di Vostra Signoria?" chiesi, con composta educazione, mentre mi sedevo sul divano di fronte a lui.

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Guisgard 11-04-2018 02.25.01

Quella cavalcata continuò a lungo.
Portò Lys per sentieri e strade tumultuose, che rendevano quel folle e sfrenato galoppare un continuo sussultare, sudare e strusciarsi l'una contro l'altro.
Lo stalliere era sempre più eccitato, più forte, potente e lei continuava a muoversi sfrenata come la vittima al palo per essere sacrificata, come a voler fiaccare lo stallone.
Ma Aegos non mostrava cedimento.
E continuavano, continuavano, continuavano.
Sempre più persi, sudati ed eccitati.
Fino a quando il vigore dello stalliere esplose ed invase la padrona, facendola gridare ancora più forte, come una cavalla sfrenata, una scrofa impazzita.
Grida che echeggiarono per tutta la casa, udite anche da Stuarto ed il messo del Maresciallo al pianterreno.
“Ancora vino, messere...” disse il vecchio servitore fingendo di non udire quelle urla lussuriose.

Gli occhi enigmatici di lui, che di vecchio e consumato, a differenza del suo corpo, non avevano nulla, si spostarono su Gwen.
Uno sguardo profondo, intimo, quasi ipnotico.
“Mi è stato detto” disse piano “che qui a Sygma, non essendoci più il suo signore, la vita scorra serena, con poco interesse delle autorità alle altre creature. Ed io ho bisogno di tranquillità... sono tempi superstiziosi e bigotti e la gente non si sdegna di vivere come bestie...”
“Giustissimo.” Annuendo Ivan.

Lady Gwen 11-04-2018 02.30.32

Non abbassai lo sguardo a quegli occhi che mi scrutavano con fare profondo, ipnotico e quasi intimo.
Poi ascoltai la sua risposta e non mi piacque per niente.
Se aveva intenzione di stabilirsi qui, come avrei fatto all'inizio con Elv?
Ciò scombussolava un po' i miei piani, li affrettava, avrei voluto avere più tempo, ma se le cose stavano così evidentemente dovevo muovermi.
"Penso sia stata una scelta più che ottima, la vostra" annuendo.

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Guisgard 11-04-2018 02.39.00

Il vecchio ospite annuì con uno strano sorriso a Gwen.
“Si, lord Misk...” disse Nikolaj.
Il vecchio si voltò di scatto.
“Il signore di Monsperone, intendo...” continuò Nikolaj “... lui, caduto in prigionia dopo la sparizione del vescovo...”
“Ah, si...” indifferente il vecchio.
“Beh, non è un gran capo allora...” divertito Nikolaj.
Ma ad un tratto il vecchio si alzò ed estrasse e puntò il suo bastone verso il vampiro, gridando sdegnato.
Tutti restarono ammutoliti.

Lady Gwen 11-04-2018 02.44.06

L'uomo saltò nel sentire quel nome e pareva che la spiegazione di Nikolaj avesse chiarito la questione, ma... Mi sbagliavo.
Restammo tutti immobili e ammutoliti a quella reazione ed io guardai Nikolaj come se avessi potuto incenerirlo con uno sguardo.
Mannaggia a lui e alla sua lingua lunga.
Il vampiro era appena arrivato e già ci metteva nei guai, era mai possibile?
Fatto sta che nessuno ebbe il coraggio di fiatare, aspettando che la situazione rientrasse da sé.

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Guisgard 11-04-2018 15.55.37

Salamano entrò nella sala con la tisana e notò Altea che in quel momento si sfiorava il collo e la scollatura del vestito.
“Si, madama.” Disse. “E' tardi, ritiratevi pure.” Salutandola con un cenno del capo.
La dama così raggiunse Fulminaccio che dormiva già in camera da letto.
Russava forte e parlottava nel sonno.
Sembrava attaccar briga con qualcuno, come spesso faceva anche nella vita di tutti i giorni.
Altea si coricò per dormire.
Ad un tratto però sentì un rumore, simile ad un fruscio, provenire da fuori, oltre la finestra.

Tutti restarono sorpresi ed in silenzio davanti a quella reazione improvvisa dell'anziano ospite.
Nikolaj restò a guardarlo ammutolito.
Lui lo fissò a lungo con i suoi occhi enigmatici e sinistri, poi parve destarsi ed una smorfia sembrò distendere le sue rughe fattesi tese.
“Vivere in questo luogo” disse abbassando il bastone “vi ha di certo spinti a credere che ovunque si possa alloggiare senza problemi o fastidi...” tornando a sedersi “... invece in altri posti non vi lascerebbero tranquilli... vi guarderebbero con sospetto, odio... vi darebbero la caccia e vi distruggerebbero brandendo i loro Crocifissi... abbiate rispetto per le leggi che vi ospitano e vi tollerano...”
“Perdonate, signore...” Nikolaj “... perdonate, non volevo offendere nessuno, né soprattutto voi...”
“Come possiamo rivolgervi a voi, signore?” Chiese Ivan. “Con quale titolo preferite?”
“Maestro...” rispose lui “... maestro è il solo titolo che ho guadagnato e bramato in vita mia...” guardando tutti loro, soprattutto Gwen “... ora perdonatemi ma credo mi ritirerò... devo riposare, il viaggio mi ha stancato più di quanto non sia opportuno credere...”
“Certo, maestro.” Annuì Nikolaj.
“Ah...” lui “... non viaggio da solo... insieme al mio cocchiere vi è un altro uomo... mi è stato incaricato di portarlo qui, anche se ignoro chi sia davvero... non ama gli altri e per sua stessa volontà riposerà nella mia carrozza... ho ritenuto giusto avvertirvi, così che non vi turbi vederlo passeggiare da solo nel vostro cortile...”
E con Nikolaj raggiunse la sua stanza per riposare.

Lady Gwen 11-04-2018 16.11.29

Nessuno si mosse, con lui che puntava i suoi occhi scarlatti su un Nikolaj terrorizzato come mai lo avevo visto prima d'ora.
Poi il vampiro si distese, calmandosi e abbassando il suo bastone.
Subito il mio compagno si scusò, e fu una mossa più che saggia, soprattutto sentendo quelle parole.
Disse di voler essere chiamato Maestro ed io risposi con in cenno del capo.
Poi disse che c'era in altro uomo nella carrozza e mentre Nikolaj lo accompagnava in camera, rimasi a pensare.
E ora quello chi era?
Mi alzai e afferrai Tatiana da un braccio.
"Vieni con me? Voglio vedere chi è quel tizio nella carrozza" incuriosita.

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