Camelot, la patria della cavalleria

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Hastatus77 04-04-2011 22.40.20

Per volere del mio signore, era da oltre un anno e mezzo che mancavo da Camelot. Mi aveva ordinato di tornarmene nella mia terra natia, ed io con immensa tristezza avevo ubbidito.
Avevo passato quasi un anno nel castello di mio padre, ero stato felice di rivedere la mia famiglia, mio padre, mia madre, mio fratello e soprattutto la mia piccola amata sorella... ormai era una donna, ma ogni giorno lontano da Camelot mi segnava tremendamente... mi mancava quell'isola umida e piovosa, mi mancavano i compagni cavalieri ed il mio re.
Quindi un giorno, decisi di parlare a mio padre, il quale attendeva da molto quel momento, conosceva benissimo il mio cuore, e sapeva che il mio dovere mi avrebbe riportato in Britannia. Quindi acconsentì a lasciarmi andare e mi diede la sua benedizione.

Dopo qualche mese di viaggio, ero sbarcato nuovamente in Britannia, ed ero stato accolto da una giornata uggiosa e piovosa, ma io ero felice... felice, perché questa ormai era la mia casa.
Era già da un paio di giorni che cavalcavo, e ne mancavano ancora 4 o 5 prima di giungere a Camelot, quando raggiunsi una radura dove c'era stata una battaglia... anzi forse una strage. C'erano i corpi di molti uomini gonfi e in avanzato stato di decomposizione... l'odore di morte era fortissimo, e in questo ambiente infernale, i padroni erano i corvi e le mosche.
Avevo lo stomaco serrato in una morsa... stavo per girare il cavallo per allontanarmi e aggirare la radura, quando i miei occhi furono catturati da un piccolo corpo... mi avvicinai e riconobbi il corpo di un bambino... era stato decapitato.
A quel punto non riuscii più a trattenermi e vomitai... vomitai ancora e ancora... Chi poteva essere così animale da uccidere un bambino!
La guerra a volte è crudele... ma quella carneficina ed il bambino ucciso, potevano essere solo opera del diavolo.
Dovevo tornare alla svelta a Camelot e scoprire cosa stava accadendo... forse ad Artù, poteva servire una spada in più.
Risalii a cavallo e lo spronai verso casa.

Talia 05-04-2011 00.37.40

Mi svegliai di soprassalto, tanto di colpo che un piccolo grido mi sfuggì dalle labbra...
Quel sogno, quella figura, quella voce... tutto risuonava ancora intorno a me. E poi quella lingua, la mia lingua... quella donna aveva parlato nella lingua di Sygma! Mi accorsi che respiravo quasi con fatica e che non riuscivo a smettere di tremare... non riuscivo ad allontanare quella sensazione da me, era come se io avessi percepito il dolore di quella donna, era come se quel dolore fosse il mio...
Qualcosa balzò sulla coperta in fondo al letto e di nuovo sussultai violentemente... ma era soltanto Pascal. Il gatto miagolò appena, sommessamente, come a volermi consolare... poi risalì lentamente la coperta e si sistemò proprio sopra la mia pancia, iniziando piano a fare le fusa. Questo, il piccolo peso del suo corpo e il calore che trasmetteva, mi calmò un po’. Accordai così il mio respiro al suo, riuscendo a placare la pazza corsa del mio cuore, chiusi gli occhi e tentai di ripercorrere quel sogno...
E ripercorrerlo fu, di nuovo, tutt’altro che piacevole.
Amare e morire...
Ignorare e vivere...
Continuavo a ripetermi, senza riuscire a smettere.
I due volti della stessa cosa, la morte...
E quel volto... quel volto che avevo la sgradevole sensazione di aver già visto e che non voleva proprio scomparire dalla mia mente...
Per tentare di placare i pensieri, così, mi alzai e mi avvicinai alla finestra... era l’alba e una densa bruma si sollevava dalla campagna oltre le mura e fluttuava verso il cielo umido. Dal cortile giungevano rumori, voci e un attutito clangore di oggetti metallici...
Rimasi immobile dov’ero e così vidi il piccolo gruppo oltrepassare al moderato trotto la prima cerchia di mura, poi la seconda...
‘Sta' attento!’ mi sorpresi a pensare, scrutando la familiare sagoma dell’uomo in testa... e contemporaneamente mi detestai per averlo pensato.

Guisgard 05-04-2011 01.21.18

I quattro galoppavano rapidi nell’oscurità della brughiera, in direzione delle luci e dei movimenti intravisti da Finiwell e Cavaliere25.
E verso l’alba raggiunsero un piccolo villaggio.
O, almeno, ciò che restava di esso.
Tutto era stato consumato dalle fiamme, che ancora continuavano ad ardere in quello scenario di morte e distruzione.
“Che io sia dannato!” Disse Finiwell davanti a quello spettacolo. “Cosa diavolo è accaduto qui?”
“Qualcuno ha assalito e devastato questo villaggio...” mormorò August “… era il villaggio di Casselfor… sul confine orientale del ducato… presto, controllate in giro se vi sono tracce!” Ordinò poi il cavaliere.
“Qui ci sono solo corpi sventrati e capanne incendiate…” urlò Finiwell che insieme a Cavaliere25 si aggirava tra i resti del villaggio. “Ma chi diavolo può aver fatto questo?”
“Gli uomini sono stati torturati e sgozzati…” disse August “… mentre le donne sono state stuprate… come i bambini…”
“Inumani assassini!” Gridò con rabbia Finiwell.
“Ehi, presto!” Chiamò Guisgard. “Venite qui!”
Tutti lo raggiunsero ed il cavaliere mostrò loro, nascosta tra i resti di una capanna, una bambina.
“Vieni qui, piccola…” disse August a quella che sembrava essere l’unica sopravvissuta “… qual è il tuo nome?”
Ma la bambina restò muta.
“Dimmi…” continuò August “… cosa è accaduto qui?”
La bambina fissò con i suoi occhi spenti il cavaliere.
Poi ebbe un sussulto che per un istante riaccese il suo sguardo.
“Il… il cavaliere…” balbettò.
“Coraggio, dimmi... che cavaliere?” Chiese August.
“Il… cavaliere… del gufo…”
In quel momento Morrigan raggiunse i quattro.

Guisgard 05-04-2011 01.48.39

“Ehi… ma… come?” Tentò di dire Pasuan, mentre Dafne, felice, gli baciava la mano e lo fissava con gli occhi dolci.
I suoi occhi.
Erano finalmente grandi, luminosi, come se tutta la gioia del mondo li stesse attraversando.
“Io sono…” ma quegli occhi, con l’incanto che sembrava averli finalmente destati, impedirono a Pasuan di continuare la sua frase.
La fissò ed un tenero sorriso comparve sul volto del cavaliere.
“Si, certo…” disse sorridendole ed accarezzando il suo giovane e bellissimo volto “… puoi tenerlo il mantello…”
Uscirono allora dalla capanna per raggiungere la casa di Dafne.
“Andiamo, ti riaccompagnerò a casa…” fece Pasuan “… devi riposare, sei stanca e provata.”
Poco dopo giunsero a casa di lei.

Morrigan 05-04-2011 02.06.39

Spingeva il cavallo nella notte... avanti, avanti!... non poteva perdere le loro tracce. Non conosceva quella terra e nemmeno il cammino... non poteva permettersi di sbagliare!
Ai suoi fianchi, a destra e a sinistra, la boscaglia non era che un'ombra veloce e indistinta, un'onda continua e scura, come la cresta di un mare in tempesta. Il cuore di Morrigan era in tumulto. Il suo spirito le aveva sussurrato qualcosa di tenebroso e di angoscioso, già da quel momento in cui aveva interrogato la luna...

"Strega, sei una piccola strega!"
La bambina sollevò candidamente i suoi occhi colore dell'ambra, e quando li ebbe fissati su quelli della vecchia dama, la donna non aveva potuto nascondere un sussulto. Non ero occhi innocenti di bambina. Avevano sul fondo una durezza che era quella del metallo forgiato, e una strana ombra che ne velava il fondo. La donna strinse al petto la mano graffiata, sulla quale i segni rossi cominciavano ad emergere vistosi, insieme a qualche piccola goccia di sangue.
"E come potrebbe essere altrimenti? Sei figlia di quella peccatrice, nata da un'anima che brucerà per sempre all'inferno! Se tuo zio avesse avuto un po' di buon senso, ti avrebbe dovuto soffocare nella culla!"
Ma la bimba non abbassò gli occhi nemmeno un istante e il suo sguardo si fece cattivo.
"Anche voi brucerete all'inferno!" rispose con rabbia fredda e calcolata "E i vostri figli non verseranno una lacrima per..."
"Morrigan!"
Un braccio circondò la bambina e la trasse indietro, un attimo prima che la mano della vecchia dama arrivasse a colpirle il viso. L'anziana donna che era sopraggiunta in quel momento strinse la piccola contro il suo petto, mentre si rivolgeva all'altra dama che le stava di fronte.
"Lasciatela stare, è solo una bambina!" replicò con veemenza.
"Una bambina posseduta dal demonio, come lo era sua madre!"
"Una bambina che un giorno, se Dio lo vorrà, governerà questa terra! Quindi adesso lasciatela in pace e andate a finire il ricamo per quelle tovaglie dell'altare!"
La dama, a quelle parole, si zittì, e con un gesto stizzito e un'occhiataccia lanciata alla bambina, si allontanò.
La donna anziana che stringeva Morrigan sciolse la piccola da quell'abbraccia, la fece voltare fino ad averla di fronte e la guardò con uno sguardo che mescolava la comprensione ad un leggero biasimo.
"Morrigan..."mormorò con una voce indulgente che voleva esser dura "quante volte ti ho detto di non rispondere a quel modo?"
"Ma... Madelaine! Quella donna ha detto..."
La vecchia la zittì con un dito sulle labbra.
"Shhhhh... ti ho detto mille volte che la parola è un'arma più affilata della spada. Può mutare la verità in menzogna e maledire anche il sangue migliore... ricordati quello che ti ho insegnato".
La piccola annuì docilmente, come placata da quel discorso.
"Sì, Madelaine... la parola è benedizione e maledizione, è spirito e materia, memoria del passato e premonizione del futuro..."


Lo scarto improvviso del suo cavallo la distolse da quel ricordo. Tese le redini, cercando di recuperare l'andatura. Cosa aveva visto sulla sua strada il povero animale, da recalcitrare in quel modo, sbuffando carico di paura?
Girò lo sguardo intorno e il cuore le si fermò nel petto. L'ombra che aveva oscurato i suoi pensieri, quella notte, aveva preso forma nello spazio attorno a lei. Nuvole di fumo nero e denso si levavano dei tetti distrutti delle case. La rovina si dispiegava ai suoi piedi. La sensazione di una minaccia opprimente si faceva sempre più feroce e viva.
Di fronte a lei, quattro cavalieri, in piedi vicino ai loro cavalli, fissavano con desolazione uno spettacolo di morte.
Morrigan scese in fretta da cavallo e li raggiunse.

"Che cosa è successo? Che cosa... chi ha fatto tutto questo?" chiese, mentre il fiato quasi le veniva meno.

Guisgard 05-04-2011 02.22.37

August fissò la nuova arrivata.
“Cosa ci fate qui? Eravate al palazzo ieri sera…” disse a Morrigan “… ci avete forse seguito?”
“In effetti questo non è certo un posto adatto ad una donzella indifesa…” intervenne subito Finiwell alla vista della bella guerriera “… ti consiglierei di stringerti a me… sai come si dice, no? L’assassino torna sempre sul luogo del delitto!”
“Questa bambina sembra l’unica sopravvissuta.” Fece August. “Ma è totalmente traumatizzata da ciò che ha visto… farfuglia frasi senza senso… direi di portarla con noi ed affidarla alle monache del nostro convento.”

Guisgard 05-04-2011 02.43.18

E mentre Talia era rimasta ferma a fissare il cortile ormai vuoto, Pascal scappò improvvisamente via.
Corse per il corridoio senza nessun motivo apparente, fino a raggiungere una delle sale del palazzo.
Era la biblioteca.
La sala era semibuia, solo a stento illuminata dalla luce della Luna che filtrava da un’ampia vetrata.
Pascal era saltato su uno dei tavolini sul quale vi era un grosso libro, apparentemente molto antico.
Il libro era aperto giusto a metà.
E sulla pagina vi era scritto qualche cosa:

"Avvicinati a quel ritratto, guarda la sua tela;
questo non è il trapasso di uno spirito in pace,
che come il Sole all'albeggiare si libra nel cielo
mattutino ridestando la natura in ogni dove
ed è accompagnato da sospiri e lacrime dei giusti.
Ben diverso è il commiato dell'Arciduca."

Conelia de Taddei.

Morrigan 05-04-2011 02.46.28

“Cosa ci fate qui? Eravate al palazzo ieri sera…” chiese August, senza nascondere una grande sorpresa “… ci avete forse seguito?”

Morrigan quasi non si preoccupò di rispondere.
Il suo sguardo vagava in quella desolazione. Una o due volte incrociò lo sguardo muto e terrorizzato di quella bambina, ma non vi si soffermò. C'era quasi una forma di strano pudore in quel distacco, come se il dolore non andasse fissato troppo direttamente o troppo a lungo.

“In effetti questo non è certo un posto adatto ad una donzella indifesa…” intervenne subito Finiwell alla vista della bella guerriera “… ti consiglierei di stringerti a me… sai come si dice, no? L’assassino torna sempre sul luogo del delitto!”

A quelle parole, la ragazza sobbalzò, come se avesse sentito suonare una nota sbagliata in qualche vecchia, arcinota canzone. Inarcò il sopracciglio, con aria sospetta, e fissò il cavaliere che aveva parlato. Sorrise e con la mano scostò appena il mantello dal fianco, rivelando in un rapido bagliore l'impugnatura di Samsagra.

"Avete ragione, signore" rispose con una punta di sarcasmo "Gli assassini potrebbero tornare... e allora immagino che sarebbe più salutare per voi di stringervi sotto il mio mantello!"

Disse questo, e passò oltre lui, avvicinandosi ad August e alla bambina.
Si chinò, appoggiando le mani sulle ginocchia. RImase un istante a fissare la bambina negli occhi. Ma non la toccò.

“Questa bambina sembra l’unica sopravvissuta” fece August. “Ma è totalmente traumatizzata da ciò che ha visto… farfuglia frasi senza senso… direi di portarla con noi ed affidarla alle monache del nostro convento”

Morrigan si levò in piedi, guardò August ed annuì.

"Sì, avete ragione" rispose.

Diede ancora uno sguardo intorno, poi riprese:

"Non c'è davvero nessun altro, qui? Perchè se non c'è nulla che possiamo fare, allora conviene tornare a palazzo, e tornarci in fretta! Sono arrivati troppo vicini a Capomazda, e sono stati anche veloci ed efficienti nel fare questo... anche troppo! Dobbiamo avvertire chi di dovere e stare all'erta..."

Lanciò una rapida occhiata a Finiwell, quindi tornò a rivolgersi ad August.

"Forse il guascone laggiù una cosa degna di nota l'ha detto, in mezzo a tutte quelle sciocchezze... potrebbero tornare... più vicini... e più pericolosi! Meglio essere pronti, stavolta!"

Guisgard 05-04-2011 03.24.04

Intanto, alla caserma del palazzo degli Arciduchi, Monteguard era pronto ad interrogare Melisendra.
"Allora, milady, cominciate dall'inizio..." cominciò a dire "... chi siete e come conoscete il Cavaliere del Gufo? Siete davvero certa che è al soldo di Cimarow?"
Riempì una coppa e la scolò di getto.
"E badate di essere convincente, milady!" Aggiunse dopo aver bevuto. "Ci potrebbe sempre essere un'accusa di spia sulla vostra testa, se non sarò soddisfatto del vostro racconto."

Guisgard 05-04-2011 03.33.22

La brughiera immersa nel buio...
La Luna velata da sottili e spettrali nuvole...
Un cavaliere avvolto in un nero mantello...
Grida di dolore e disperazione...
Sangue e fuoco...
E poi le mura di Capomazda in fiamme...

Llamrei si svegliò in quel momento.
Un crocifisso era appeso sul suo letto e due suore le stavano accanto.
"Come stai, sorella?" Chiese una delle due. "Eri svenuta e ti hanno condotto qui. Ora stai tranquilla... sei al sicuro."

Guisgard 05-04-2011 03.44.21

"Sciocchezze? Vedo che ne hai di coraggio, piccola!" Disse Finiwell avvicinandosi a Morrigan. "E sappi che mi hai già fatto sorgere un dubbio... non so se sfidarti ad un duello mortale... o innamorarmi direttamente di te! Quanto poi al tuo mantello come protezione... beh, direi che se ne potrebbe discutere!"
"Qui non vi è altro da fare!" Intervenne August. "Torniamo subito a Capomazda ed avvertiamo il capitano Monteguard! Presto!"
Così, August con la bambina, Guisgard, Morrigan, Cavaliere25 e Finiwell si misero in cammino per tornare a Capomazda.
E quando furono a poche miglia dal palazzo, incontrarono un misterioso cavaliere: sir Hastatus di Camelot.
http://images.wikia.com/kingarthur/i...KingArthur.jpg

Guisgard 05-04-2011 03.50.18

Nel frattempo, nel luogo conosciuto come Gorgo del Lagno, Icarius, Perecour ed i servitori erano pronti per la loro caccia.
“Conducici al luogo in cui ci sono le tracce!” Disse Icarius al suo fedele guardiacaccia.
“Milord, non so se saranno ancora visibili…” rispose Perecour “… questo luogo è umido e la melma che lo ricopre è fresca… comunque in giro ce ne saranno delle altre.”
Il gruppetto allora si addentrò nel ventre di quel luogo, fino a riconoscere strani segni sul terreno.
Li seguirono e giunsero in una sorta di grotta presso uno stagno.
“L’acqua è sporca e densa… simile a sabbie mobili!” Esclamò Icarius.
“Questo è il Lagno…” disse Perecour “… un misto tra un lago ed uno stagno… secondo la leggenda fu reso così dalla presenza di un orribile drago, ucciso poi dal leggendario Ardea, l’eroe capostipite della stirpe dei Taddei.”
“Sono qui per cacciare, non per ascoltare le magnifiche gesta dei miei favolosi antenati!” Replicò seccato Icarius.
Scesero allora lungo la riva del Lagno, fino a raggiungere una sorta di antro seminascosto dalle acque.
Lasciarono i servitori di guardia ed entrarono in quella grotta.
E qui fecero una scoperta incredibile.
In una piccola insenatura vi era una bestiola grottesca e sconosciuta che sembrava dormire.
“Che diavolo è quello?” Chiese Perecour turbato.
“Sembra… una grossa lucertola addormentata…” mormorò Icarius “… addormentata in una sorta di nido… quale bestia sconosciuta avrà mai partorito quell’animale che sta dormendo?”
“Cosa facciamo?” Domandò Perecour.
“Leghiamola e portiamola via!”
“E se torna la madre? Qualsiasi cosa sia?”
“Un motivo in più per non perdere altro tempo.”
I due legarono lo strano animale, che svegliatosi si dimostrò mansueto e tranquillo.
Lo condussero allora fuori.
Ma quando furono sul punto di ripartire, udirono dei rumori.
Un attimo dopo un gruppo di cavalieri armati li assalì.
Subito nacque uno scontro.
Icarius ed i suoi si batterono con ardore, ma i nemici erano molto forti.
Ad un tratto il loro capo si lanciò proprio contro il duca.
“Il vostro signore vi manda da soli in questo posto, cani capomzdesi?” Chiese con disprezzo il Cavaliere del Gufo.
“Il nostro signore non teme i traditori come il tuo padrone!” Rispose Icarius. “Chi sei, cavaliere?”
“Stai per morire ed è giusto che tu conosca il nome del tuo carnefice…” con un sadico sorriso Gouf “… sono il Cavaliere del Gufo!”
I due allora cominciarono a battersi.
Fino a quando Icarius fu ferito al fianco.
Inciampò allora negli sterpi e cadde nelle acque del Lagno.
A quella vista, il fedele Perecour lanciò un grido di disperazione.
Ma proprio in quel momento le acque cominciarono ad incresparsi e poi a bollire.
Un attimo dopo una bestia spaventosa emerse da Lagno proprio davanti a Gouf.
Lanciò un grido simile ad un sordo boato e cominciò ad alitare fuoco tutt’intorno.
http://media.gamesource.it/gallery/6...urce-1741b.jpg

Melisendra 05-04-2011 06.18.43

Accomodata su una sedia, mi guardai intorno e iniziai a parlare:
"Se sir Astalate vi ha scritto una missiva di presentazione, allora conoscete già una parte della storia... sono un'incantatrice... e ho un certo talento come spia... abbastanza da non trovarmi in situazioni come questa..." Scossi le spalle.
"Mio caro capitano, il motivo per cui conosco il Gufo è che vissi insieme a lui per due stagioni, lo sorvegliavo per conto del mio padrone, a un certo punto mi arrivò l'ordine di eliminarlo e, da quel che ricordo, lo feci... ma qualcosa deve essere andato storto."
Il sole era sorto ormai. Ripetere le stesse parole era diventato difficile. Dire la verità si stava dimostrando più arduo della serie di menzogne che costituivano il mio arsenale di spia durante le missioni.
"Conosco la sua armatura, stavo cercando quel metallo prezioso per conto del mago... in effetti fu quella la ragione che mosse gli eventi: il cavaliere stava diventando ingestibile." Presi fiato. "Divenni intima di Gouf in quel periodo..." Mi schiarii la gola. "Lui sapeva il reale motivo della mia presenza nel suo castello. Formalmente gli ero stata inviata come dono dal mio signore... come un cavallo, insomma, solo che le mie proprietà mi rendono più unica di un equino. Infatti le mie facoltà possono far recuperare rapidamente le forze dopo la battaglia e sanare qualunque ferita..." la mia pausa lasciò intendere in quale modo. "Non mi uccise quando gli confidai la verità, ma si propose di liberarmi... pochi giorni dopo, giunse l'ordine e con esso la promessa che se non avessi rispettato le consegne, ci sarebbero state dure conseguenze per tutti i poveri abitanti di quelle terre. Il mio signore ne avrebbe uccisi dieci al giorno fino a quando non avessi portato a termine i miei doveri. Ero troppo stanca del sangue innocente per permettere che altro ne fosse versato."
"Sono tutt'ora stanca" sospirai "ciò che faccio ora che sono libera è un piccolo tentativo di riparare alle mie azioni passate."
Guardai il capitano negli occhi, ma distolsi quasi immediatamente lo sguardo. Non desideravo pensasse che cercassi di incantarlo. "Vi basta... o devo ricominciare?"
Mi alzai e mi appoggiai alla finestra, pensierosa "Mentre parliamo chissà quali oscuri progetti si stanno ponendo in atto..." Accarezzai il vetro, contro il quale splendevano i raggi di sole. "Prego che la ragione vi consigli di fidarvi delle mie parole e di aiutarmi a entrare nel campo nemico. Da lì sarò una spia più utile che chiusa in una prigione."

cavaliere25 05-04-2011 08.05.03

Guardai la bambina e dissi povera piccola è piena di paura allora mi inginocchiai e gli dissi piccola vieni qui noi non vogliamo farti del male siamo delle brave persone dissi e dentro di me mi venne un rantolo di dispiacere vedendo quella piccola poi guardando gli altri dissi ora che facciamo ? domandai la portiamo con noi al castello li sarà più sicura e aspettai una risposta

llamrei 05-04-2011 10.22.12

"al sicuro da chi...da che cosa?" chiesi con un filo di voce e con la testa dolorante. Per un attimo cercai di capire dove fossi.
I volti di quelle suore che mi fissavano mi causarono un senso di nausea, di rifiuto.
Con un pò di forza riuscii a sedermi e ad appoggiare la schiena al gelido muro.
"Sono a Campomazda, non è vero? Cercavo del cibo, sorelle....ho..ho visto un cavaliere avvolto in un nero mantello, Grida di dolore e disperazione...
Sangue e fuoco...E poi le mura di Capomazda in fiamme..."
come ipnotizzata ripetevo quelle frasi cercando una spiegazione in esse. Non avevo vissuto quelle sensazioni, non avevo visto il cavaliere, ma sapevo che erano vive e presenti, tangibili. Come se qualcuno avesse voluto mandarmi un segnale, una richiesta di aiuto.
Dissi alle suore che volevo riposare e le pregai di lasciarmi sola.
Una volta rimasta sola nella stanza e dopo aver mangiato la frutta appoggiata su un piatto a fianco al mio letto, decisi che era venuto il momento di capire perché di quelle disastrose visioni. Il sesto senso, come dicono, può anche non sbagliare e se così fosse, qualcuno aveva bisogno di me.
Rovistai nell'unica cassapanca presente nella stanza in cerca di un abbigliamento più comodo. Ma pensai che forse l'abito da monaca era un ottimo lasciapassare. Cosi mi infilai la nera tunica e mi calai dalla finestra.
Percorsi un vialetto fino giungere alle porte di quello che sembrava la residenza del signore del castello.
"Sono sorella Cywyllog, devo portare delle preghiere al signore del castello. Vi prego di farmi entrare". Non avevo di certo bisogno di un invito , vestita com'ero ed entrai senza difficoltà. Mi avviai lungo le sale e percorsi un lungo corridoio fino a giungere in una sala che dall'apparenza sembrava essere una spoglia biblioteca. Vi era un uomo, un giovane uomo. "che pensieroso quest'uomo..chissà quali preoccupazioni" dissi tra me e me. E mi avvicinai cercando di attirare la sua attenzione.

Talia 05-04-2011 13.13.43

Stavo ancora di fronte alla finestra quando Pascal attrasse la mia attenzione con un sonoro miagolio... così mi voltai a guardarlo e lo vidi sgusciare in fretta nel corridoio. Rimasi per un istante perplessa, poiché quello era davvero un comportamento insolito per lui... e proprio per questo, probabilmente, mi affrettai a seguirlo.
Lo rincorsi per corridoi e scale, chiedendomi cosa mai l’avesse mosso ad un simile comportamento. Poco dopo si insinuò oltre una porta accostata e anche lì lo seguii, non facendo minimamente caso a dove fossimo.
Con sorpresa mi ritrovai nella biblioteca.
Mi addentrai lentamente tra gli alti scaffali, guardandomi intorno... poi lo vidi. Era saltato su un tavolo e qui si era seduto, proprio di fianco ad un enorme codice.
“Pascal! Sei forse impazzito?” lo rimproverai, avvicinandomi e prendendolo tra le braccia...
E fu allora che i miei occhi caddero casualmente sulla pagina di quell’antico volume.
Lessi.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 28528)
"Avvicinati a quel ritratto, guarda la sua tela;
questo non è il trapasso di uno spirito in pace,
che come il Sole all'albeggiare si libra nel cielo
mattutino ridestando la natura in ogni dove
ed è accompagnato da sospiri e lacrime dei giusti.
Ben diverso è il commiato dell'Arciduca."

Conelia de Taddei.

Quelle parole fecero scattare qualcosa di indefinito nella mia mente.
Lessi di nuovo...
Avvicinati a quel ritratto, guarda la sua tela...
I ritratti.
questo non è il trapasso di uno spirito in pace...
Meditai.
Ben diverso è il commiato dell'Arciduca...
Il commiato dell’Arciduca?
Lentamente una serie di sconnessi tasselli presero ad inanellarsi nella mia mente...
Il corridoio dei ritratti e la storia narratami da Izar. Quel corridoio e la misteriosa figura che avevo scoperto il ogni singolo dipinto. Era quella stessa figura che io stessa avevo visto dalla finestra del palazzo quella sera, proprio quella sera. Poi il sogno che avevo appena fatto, quella donna, le sue parole, la sua voce, la sua lingua, il suo volto. Ed ora quell’antico codice e, di nuovo, quell’allusione ai ritratti...
Ripensai alle ultime parole che mi aveva rivolto lord Rauger... quel rammarico nei suoi occhi... cosa aveva desiderato dirmi? Qualsiasi cosa fosse stata, era morta con lui solo poche ore dopo il nostro colloquio...
Già, la sua morte... così misteriosa, così violenta...
Ben diverso è il commiato dell'Arciduca... diceva quel testo.
Diverso... diverso da quel ‘trapasso di uno spirito in pace’... certamente! Ma perché?
La mia mente lavorava frenetica.
Lentamente posai una mano su quel volume e feci delicatamente scorrere le dita sulla pagina ruvida...
“Che cosa sta succedendo qui?” mormorai.

Hastatus77 05-04-2011 13.31.39

Stavo viaggiando abbastanza spedito, quando mi imbattei in un gruppetto di cavalieri... viaggiavano abbastanza leggeri e senza insegne, ma anche così erano in maggioranza rispetto a me. Stavo per allontanarmi dal loro percorso, quando notai che insieme a loro c'era anche un bambino, o forse una bambina... forse non erano pericolosi... fermai il cavallo e attesi il loro arrivo, però per precauzione estrassi una delle mie spade.

Quando infine furono abbastanza vicini gridai:
"FERMATEVI LI' E FATEVI RICONOSCERE. SONO SIR HASTATUS DEI CAVALIERI DI ARTU'"

Lady Dafne 05-04-2011 16.44.02

Fui felice quando mi accorsi che piano piano il mio uomo si stava sciogliendo, mi seguì tranquillo verso casa. Com'era naturale aperse lui la porta ma fui io ad entrare per prima.

"Vieni, entra e mettiti comodo. C'è la tua poltrona con la tua coperta lì. Io vado a cambiarmi e a lavarmi un po' la sporcizia che ho addosso. Ti porto degli abiti puliti, vuoi anche fare un bagno caldo?" dissi.
Lui non rispose e seguitava a giardarmi fisso negli occhi. Mi stupii, raramete faceva così, ne fui comunque contenta.
"Beh, accendi il fuoco intanto così oltre all'acqua per il bagno potrò preparare una buona cena" e dicendo questo me ne andai nell'alcova. Versai l'acqua nel catino e ci aggiunsi un po' di fiori di lavanda affinchè la profumassero. Era fredda, mi tamponai le ferite e mi lavai ovunque potei cercando di dimenticare l'odore di quei tre maiali... a poco a poco il dolore (interiore ed esteriore) si affievoliva.
Misi quel vestito che tanto piaceva al mio Friederich: quello verde con una scollatura generosa coperta con un leggero velo dorato.
Uscii e tornai davanti al focolare, lui aveva acceso un bel fuoco vivace e l'acqua era già calda, gli preparai la tinozza. Mi sentivo osservata. Com'ero felice, era tornato ed era lì in casa nostra, quanto lo amavo!
Iniziai a preparare la cena con quante più leccornie potessi (e possedessi) mentre lui si immergeva nell'acqua tiepida e aromatizzata...

Morrigan 05-04-2011 16.54.28

"Sciocchezze? Vedo che ne hai di coraggio, piccola!" disse Finiwell avvicinandosi a Morrigan "E sappi che mi hai già fatto sorgere un dubbio... non so se sfidarti ad un duello mortale... o innamorarmi direttamente di te! Quanto poi al tuo mantello come protezione... beh, direi che se ne potrebbe discutere!"

Morrigan gli rivolse uno sguardo sorpreso. Per un attimo fu indecisa tra l'adirarsi e l'esplodere in una sonora risata. Quel tipo doveva essere del tutto ubriaco se riusciva a pensare ad una cosa simile nel bel mezzo di quella tragedia!

"Innamoratevi di chi vi pare, e fatelo in fretta, se la cosa vi può dare sollievo... non è affar mio!" esclamò, sfilandogli davanti per raggiungere il suo cavallo.

Disse così, e intanto, obbedendo all'ordine di August, era salita a cavallo, pronta a ritornare a Capomazda con la stessa velocità con cui se ne era allontanata per seguirli.

Mentre si muovevano rapidi per tornare al palazzo, sollevando lo sguardo, Morrigan notò Guisgard che le cavalcava di fianco, e realizzò in quell'istante che per tutto quel tempo era rimasto a fissare quello scenario senza dire una parola. Sembrava pensieroso, turbato, e in quel momento l'espressione del suo viso parve a Morrigan profondamente diversa da quella sorridente che gli aveva conosciuto fino ad allora.

"Innamorarsi di me... e chiamarmi "piccola"! Mio Dio... se questi sono i cavalieri di Capomadza avremo bisogno di parecchie preghiere!" esclamò allora, scuotendo lievemente la testa.

Poi, sollevando lo sguardo verso di lui, lo fissò e gli sorrise leggermente, continuando con tono che voleva esser di celia:

"Siete ancora sicuro di volervi arruolare tra queste perle della cavalleria? Scommetto che potreste vincere ai dadi un altro bel cavallo, ma temo che a lungo andare rischiereste di perdere la testa!"

Fu proprio in quel momento, quando già le alte mura di Capomadza sembravano essere pronte ad accoglierli, che videro un cavaliere solitario che avanzava per quel cammino. Sembrava muoversi attento e dall'equipaggiamento sembrava essere ben armato. Vedendoli arrivare trasse dal fodero la spada, mossa che indusse Morrigan, instintivamente, a poggiare una mano sull'elsa di Samsagra.

"FERMATEVI LI' E FATEVI RICONOSCERE. SONO SIR HASTATUS DEI CAVALIERI DI ARTU'" gridò quel cavaliere, quando furono a portata della sua voce.

E Morrigan fermò il cavallo a pochi metri da lui. Un cavaliere di Artù! Se questo era vero, che cosa ci faceva in quelle terre, così lontano da Camelot? E come mai non si era arruolato con gli altri cavalieri, quando il banditore aveva portato in città la richiesta di aiuto dei Taddei?
Lo fissò allora con attenzione, con la curiosità di rivolgergli quelle domande, ma si fermò pensando che fosse più giusto lasciare ad August quell'incombenza.

Guisgard 05-04-2011 19.48.51

“Vincere un cavallo ai dadi…” disse Guisgard fissando divertito Morrigan “… ahimé, non so se davvero accadrà… non sono mai stato granché fortunato al gioco, milady!”
Ma proprio in quel momento il gruppo avvistò Hastatus che li chiamava a gran voce.
Subito Guisgard cambiò umore e lo fissò con attenzione.
“Chi sarà?” Mormorò a voce bassa.
“Cavaliere25…” disse August “… bada tu alla piccola… e voi altri…” rivolgendosi al resto del gruppo“… tenetevi pronti…”
Si avvicinarono così a Hastatus e subito August cominciò a parlare:
“Salute a voi, cavaliere. Siamo cavalieri del ducato di Capomazda al servizio di sua signoria il duca Icarius de Taddei… perché vi trovate in queste terre? Non sono sicure e pullulano di traditori…”
“Già, di traditori!” Esclamò Finiwell.
“State al vostro posto, sir Finiwell!” Lo riprese August. “Lasciamo che questo cavaliere si presenti…”

Guisgard 05-04-2011 20.08.04

Pasuan accese il fuoco e restò a fissare la fiamma che pian piano cominciava ad avvolgere i pezzi di legna.
Poi ritornò nella stanza Dafne.
Pasuan la fissò.
Era bella, luminosa e felice.
Decise allora di tacere.
Fece poi come lei aveva chiesto e si lavò nella tinozza.
Poco dopo ritornò da lei.
I due mangiarono le deliziose pietanze preparate da lei.
Il fuoco dava tepore e sembrava recare serenità all’anima ed al cuore.
“Quando sul fuoco si getta un pezzetto di legna” disse Pasuan prendendo un ramo per alimentare il camino “se questo genera una piccola fiammata allora si può esprimere un desiderio… lo diceva sempre mio nonno…”
E gettato il ramo sul fuoco subito una piccola fiammata illuminò il camino.
Pasuan la fissò e sorrise.
Guardò poi fuori e subito si accorse, forse per la prima volta da quando era in quella casa, del tempo che era passato.
“Ora devo andare…” mormorò “… devo presentarmi al capitano e spiegargli perché non ho svolto il mio turno di guardia… tu riposati, oggi è stata una dura giornata.”
Le sorrise teneramente e si avviò verso la porta.
La fissò un'ultima volta e poi tornò al palazzo.
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Guisgard 05-04-2011 20.22.01

Monteguard, udite le parole di Melisendra, restò un attimo immerso nei suoi pensieri.
Scolò un altro boccale di vino e cominciò a dire:
“Dunque siete stata l’amante, la concubina di quell’uomo…” la fissò “… giusto?”
Si alzò e cominciò a passeggiare nervosamente per la stanza.
“Perché il Gufo dovrebbe fidarsi di voi? Proprio nel bel mezzo di questa guerra? E poi… chi è il vostro padrone?”
Si avvicinò ed aggiunse:
“Se fallirete o sarete scoperta la vostra sorte sarà inevitabile… ne siete conscia? O vi bruceranno come strega e vi impiccheranno come spia!”

Hastatus77 05-04-2011 20.31.01

"Capomazda dite... allora siete degli alleati di re Artù." feci una breve pausa e continuai a scrutare il gruppetto. Non intendevo ancora abbassare la guardia, e non accennai ad avvicinarmi a loro.
"Quanto al motivo che mi porta su queste... beh, è da parecchio che manco da Camelot, ma ora sto tornando dal mio signore... e sto tornando con una certa fretta... mi sono imbattuto in una strage di uomini stamane, voglio avvisare il re ed eventualmente mettermi a sua disposizione. Voi cosa potete dirmi di quello che sta accadendo in queste terre?"

Guisgard 05-04-2011 20.40.32

Talia continuava ad interrogarsi su quel libro e sulla misteriosa iscrizione letta sulle sue pagine, quando, quasi per caso, la sua attenzione cadde su una lettera posta sotto quel libro.
Era aperta, nonostante il sigillo ducale impresso su di essa.

“Milord, la vostra decisione mi è giunta questa mattina.
La vostra scelta di ripudiare Lady Talia e rimandarla nelle sue terre causerà di certo la definitiva rottura con Sygma.
Ogni trattato e tributo stabilito davanti ai baroni delle due terre saranno messi in discussione.
E se il re di Sygma riterrà questa vostra scelta tanto grave da causare una nuova guerra tra le nostre terre, potrebbe essere un colpo mortale per Capomazda.
Dobbiamo scongiurare un’alleanza tra Sygma e Cimarow o sarà la definitiva rovina per il ducato.
Vi chiedo di ripensare a questa vostra scelta o comunque rimandarla in tempi più tranquilli."

Lord Bynet, vostro umile servo nelle terre di Sygma

Guisgard 05-04-2011 20.42.32

L’orrenda belva, terrificante e colossale, emerse con una rabbia primordiale dalle acque melmose del secolare Lagno.
Il suo grido, simile ad un mostruoso ruggito, carico di selvaggia rabbia, scosse tutto quel luogo, causando anche negli inumani cavalieri di Gouf, ai quali timore e paura erano da sempre sconosciute, un’irrazionale terrore.
E dopo quel raccapricciante urlò, la mostruosa e sconosciuta belva alitò su tutti loro il suo fatale soffio di fuoco e morte.
All’istante l’intera selva fu avvolta da un Averno di fiamme.
Un attimo dopo l’orrenda fiera spiegando le sue gigantesche ali volò via, perdendosi nelle sterminate nuvole che coprivano il cielo sopra il dimenticato Gorgo del Lagno.
“Ritirata!” Urlò ai suoi il Cavaliere del Gufo. “Ritirata! L’alito di quel mostro ci divorerà le carni col suo fuoco e ci brucerà i polmoni con il suo fetido se non lasceremo all’istante questo luogo maledetto! Ritirata!”
Così, Gouf ed i suoi fedelissimi cavalieri abbandonarono quel luogo, incuranti dei propri avversari.
Tra questi l’unico sopravvissuto era Perecour.
Il guardiacaccia cominciò allora a chiamare con grida disperate il suo signore, ferito e scomparso tra le dense acque del Lagno.
Lo chiamò con quanto fiato aveva in corpo, ma nessuno rispose a quel drammatico appello.
Lo chiamò ancora, invocando tutti i Santi e gli Angeli del Cielo.
Ma solo l’eco del fuoco che consumava quel luogo rispose alla sua disperata chiamata.
Alla fine, vinto dalla disperazione, portando con sé il cucciolo di quel mostro trovato nell’antro del Lagno, Perecour decise di tornare a Capomazda per chiamare aiuto.

Melisendra 05-04-2011 21.37.58

Il sole mi scaldava la nuca, mossi le braccia, crogiolandomi in quel raggio improvviso che mi riscaldava nello spirito. Sollevai lo sguardo sul Capitano Monteguard e strinsi le mani in grembo.
La speranza si riaccese... da tanto tempo speravo in un'occasione per redimere la mia anima dalle azioni che l'avevano macchiata. E anche se mai avrei potuto aspirare alla completa salvezza, le mie colpe si sarebbero alleggerite se avessi fatto qualcosa per rimediarvi.
"Sì, ne fui l'amante... e per poco pensai che lui avrebbe potuto aiutarmi a fuggire, ma presto capii che avrei solo barattato una tirannia per un'altra, sebbene con me non fosse mai stato crudele, la sua natura lo spingeva a gesti d'ira e spietatezza indicibili verso qualunque cosa si ponesse sul suo cammino. Inoltre, non potevo permettermi di pagare la mia libertà col prezzo di molte vite... alla fine me la sono conquistata da sola, con l'aiuto della sorte."
Ricordai il lungo peregrinare di terra in terra, sempre attenta a non lasciare tracce.
"Io... fui rapita ancora pulzella e non ricordo nulla della mia infanzia, solo frammenti spezzati" sospirai "Non vidi mai il volto del mio padrone... la mia prigione nel bosco, le corti in cui svolgevo i miei compiti, i lunghi viaggi, sempre consapevole che ovunque fuggissi, ovunque avrei chiesto asilo... lui sarebbe giunto e avrebbe punito il mio tradimento facendolo ricadere su chiunque mi avesse aiutato..." scostai nervosamente una ciocca dal viso "per questa ragione è fondamentale la segretezza della mia presenza tra voi".
Affrerrai una coppa e ne bevvi il contenuto, sperando che il colore tornasse sulle mie guance.
"Perchè dovrebbe fidarsi di me? Forse non lo farà, forse mi caccerà o mi ucciderà o mi imprigionerà... forse, invece, lo farà, se gli serviremo una giusta circostanza..." il mio sguardo si accese.
"Ascoltatemi bene, mio signore, le voci della mia fuga non sono ancora note. Sicuramente il mio vecchio padrone non ha interesse a spargerle, conosco troppe cose e la mia cattura sarebbe troppo ambita per chiunque..." squadrai bene il capitano, nella speranza che comprendesse l'intricatezza della questione. "Scopriremo dove si trovano le loro avanguardie, mi vestirete come una dama, mi darete un oggetto prezioso del tesoro dei Taddei e mi lascerete fuggire a cavallo... inseguita da un paio delle vostre guardie più veloci... e andremo dritti verso una delle loro imboscate. I vostri uomini fuggiranno in tempo, ma io cadrò nella loro rete." Sperai che l'accenno al tesoro del ducato non lo scandalizzasse e mi affrettai a specificare. "Dovrà sembrare che io mi sia introdotta nel castello per avidità, sembrerà che io abbia tutto da guadagnare da un'alleanza con la loro parte: protezione, un nuovo padrone, potere. Un aspetto rispettabile farà sì che i loro soldati mi consegnino direttamente ai loro comandanti, sperando in una ricompensa... un oggetto del tesoro nelle mie mani li convincerà che vi ho derubati e che voi vogliate la mia testa. Non appena la mia identità sarà nota, si domanderanno come usare i miei talenti a loro vantaggio. Per questo, non credo mi uccideranno e riuscirò a fornirvi informazioni, forse perfino a seminare zizzania tra le loro file."
Sorrisi. Il piano era rischioso, ma poteva funzionare. Il mio volto era disteso e quieto, solo il mio sguardo tradiva la determinazione e il fuoco che mi bruciava dentro.

Talia 06-04-2011 01.05.26

Immersa com’ero in quei ragionamenti, non notai subito il foglio di pergamena abbandonato proprio lì sotto... lo presi distrattamente e me lo rigirai tra le dita per qualche momento senza neanche guardarlo, finché qualcosa -forse il sigillo ducale, forse la grafia opulenta del breve messaggio- attrasse la mia attenzione.
Perciò lo lessi.
Lo lessi due volte consecutive.
Inspirai.
Poi lo lessi una terza volta...
Era come se faticassi a registrare quelle informazioni.
Mi sentii male, in un primo momento, la testa mi girò e un potente senso di nausea si impossessò di me, impedendomi quasi di respirare...
Poi di colpo un’altra sensazione: una sorta di gelida, glaciale furia. In un secco gesto di stizza, allora, colpii il candelabro alla mia destra e lo feci finire a terra con un assordante clangore. Stessa sorte toccò al pesante leggio di legno, cui non si poteva attribuire altra colpa se non il suo trovarsi in quel momento su quello stesso tavolo, proprio di fronte a me.
Strinsi con forza il foglio nel palmo della mano, poi furente me lo infilai in tasca...
Era firmato Lord Bynet quel messaggio e conteneva frasi che mi offendevano. Conteneva, anzi, frasi offensive non solo per me, ma per la mia casa e la mia famiglia... frasi che continuavano a vorticarmi nella mente...
...definitiva rottura con Sygma...
...il re di Sygma riterrà questa vostra scelta tanto grave da causare una nuova guerra...
...un colpo mortale per Capomazda...
...dobbiamo scongiurare un’alleanza tra Sygma e Cimarow...
...ripensare a questa vostra scelta o comunque rimandarla in tempi più tranquilli...
Queste parole, più di tutto il resto, mi risuonavano nella mente!
Come poteva lord Bynet permettersi simili commenti?
Nessuno, nemmeno Icarius, poteva! Poteva disprezzare me, forse, mio marito, poteva non volermi più vedere e desiderare che me ne andassi dal suo palazzo... ma nessuno di loro poteva permettersi di insultare la principessa di Sygma, mi dissi!
Nessuno di loro poteva togliere il rispetto alla mia famiglia!
Ero furente!
I miei occhi fiammeggiavano!
Con un secco gesto scostai la gonna, quindi, e mi apprestai ad uscire dalla biblioteca...
“Andiamo Pascal!” dissi in tono asciutto.

Guisgard 06-04-2011 01.17.43

Monteguard fissò Melisendra.
Era pensieroso e vagamente turbato.
Era un uomo d’azione, abituato allo scontro, alle battaglie.
Ed era poco incline alla diplomazia ed ai compromessi.
“Il vostro piano è tanto audace, quanto folle.” Disse “Ma la vita è la vostra… da ciò che si narra su quel cavaliere, credo che una volta scoperta la vostra identità per voi sarà la fine… ma come detto, la vita è la vostra… il tutto potrebbe restare un segreto fra noi due, per essere certi della segretezza dell’intera faccenda, ma se vogliamo utilizzare anche una sola moneta del tesoro dei Taddei, cosa che credo impossibile, bisognerà comunque mettere al corrente di tutto sua signoria…”
Si alzò e riempì le loro coppe.
“Amavate quel cavaliere?” Domandò fissandola negli occhi. “E soprattutto… l’amate ancora?”

Guisgard 06-04-2011 01.27.07

All’improvviso si udì una folle cavalcata, poi grida e frastuoni.
Qualcuno urlava nel cortile e tutti correvano verso quel disordine.
Anche Monteguard, ancora a colloquio con Melisendra, udito quel casino, corse nel cortile.
E qui vi era Perecourt che a fatica, piangendo e gridando, raccontava quanto accaduto al Gorgo del Lagno.
Poco dopo la notizia si sparse in tutto il palazzo.
“Milady!” Chiamava Izar nei corridoi del palazzo. “Milady, una tragedia!”
Raggiunse così Talia e le raccontò in lacrime quanto detto da Perecourt.
Così anche Talia seppe della tragedia accaduta ad Icarius.

Guisgard 06-04-2011 01.41.41

Nel frattempo, sulla strada che conduceva a Capomazda, August ed i suoi avevano incontrato Hastatus di Camelot.
“Messere…” disse August a Hastatus “… queste terre sono insanguinate da una guerra senza tregua… quando farete ritorno a Camelot sicuramente vi sarà raccontato tutto di ciò che accade in queste contrade…”
“Come facciamo a sapere che non è invece uno dei cavalieri di Cimarow?” Intervenne Finiwell. “Pensate che stranezza il caso… un cavaliere tutto solo, che ha la fortuna di non incontrare i razziatori di Cimarow… eppure devono essere passati da qui per forza!”
“Non è detto.” Disse August. “Possono aver deviato verso la selva attraversata dal Lagno… per quella strada non c’era il rischio di incontrare le nostre armate.”
Fissò poi Hastatus.
“Cavaliere, noi stiamo tornando a Capomazda… e lì occorrono uomini esperti… magari ci rivedremo tra le fila dell’esercito ducale, chissà…”
Detto ciò, August diede ordine ai suoi di ripartire.
Poco dopo giunsero a Capomazda.
E qui scoprirono l’orrenda tragedia accaduta ad Icarius.

Talia 06-04-2011 01.56.48

Stavo camminando speditamente nel corridoio quando udii la voce di Izar gridare e chiamarmi, così mi bloccai, sorpresa: raramente lo avevo visto tanto agitato.
Ascoltai in silenzio le sue parole, il raccondo di quanto era appena successo secondo quello che lui, a sua volta, aveva appreso dalle parole di Perecourt...
Quando la sua voce si spense io rimasi immobile per un istante... la mia mano scivolò involontariamente verso la piccola tasca dell'abito in cui avevo nascosto quella missiva e sfiorò appena la ruvida pergamena. Solo per un istante, poi socciusi gli occhi e la spostai al mio collo, a cingere quel medaglione che custodiva il suo ritratto...
Mi sentivo tanto combattuta e indecisa nel cuore, quanto lucida e fredda nella mente...
"Venite, Izar!" dissi all'uomo, prima di voltarmi e prendere la scala che scendeva verso i piani inferiori.
E in un istante giungemmo nel cortile.
C'era confusione e disordine, servi e ancelle agitati che correvano dappertutto, paggi sconvolti, soldati confusi...
Individuai il capitano Monteguard e mi diressi verso di lui, solcando quel mare di gente.
"Capitano!" dissi, in tono stentoreo, quando lo ebbi raggiunto "Fate tornare l'ordine immediatamente. Questa confusione non risolverà niente! Dopo di che raggiungetemi nel vostro ufficio... voglio il punto della situazione!"

Melisendra 06-04-2011 01.57.47

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 28603)
“...bisognerà comunque mettere al corrente di tutto sua signoria…”
Si alzò e riempì le loro coppe.
“Amavate quel cavaliere?” Domandò fissandola negli occhi. “E soprattutto… l’amate ancora?”

Presi con riconoscenza la coppa che l'uomo mi porgeva. Senza distogliere gli occhi dai suoi gli risposi: "Credevo ci fosse del buono in fondo a quell'anima tormentata... ebbene sì, c'era una sorta di legame. Se ne avessi avuto la possibilità avrei potuto mostrargli uno spiraglio di luce in quell'animo ottenebrato dalla violenza, ma la storia andò diversamente. Ora è tardi e se sarà necessario compirò il mio dovere, lo devo a tutte le vittime di quella furia che non placai quando ne avevo la possibilità..." accennai un triste sorriso "capitano, come vedete l'amore non ha nulla a che vedere con questo." Sollevai la coppa con un sorriso ironico e chinai il capo in un brindisi, quindi bevvi, ma qualcosa dentro mi punse l'animo.

Un frastuono inaudito ci attirò verso le finestre. Seguii Monteguard nel cortile e ascoltai la triste notizia del guardiacaccia, che recava con sè un animale a me familiare... non ne vedevo uno da tanto tempo!
Mentre le parole del povero Perecourt uscivano tra singhiozzi e respiri affannosi, mi sporsi verso la bestiola impaurita e tremante. La sua pelle era piacevole al tatto e parve acquietarsi brevemente.

Guisgard 06-04-2011 02.23.12

Monteguard raggiunse Talia nel suo ufficio e rimasti soli cominciò a dire:
“Milady, sembra che sua signoria sia rimasta vittima di un agguato. Il racconto di Perecour è confuso e sinceramente credo sia ancora traumatizzato dall’accaduto. Ora organizzeremo una spedizione per tornare nel Gorgo del Lagno e cominciare le ricerche del nostro signore.”
La fissò per un momento e poi aggiunse:
“Milady, ora siete voi ad avere in mano il controllo di Capomazda… dalle vostre decisioni dipenderà il destino di tutti noi…”
In quel momento entrò Perecour ed trovandosi davanti a Talia si gettò ai suoi piedi disperato.
“Perdonatemi, mia signora…” piangendo “… non sono stato capace di proteggerlo! Ve lo giuro sui miei figli… mai avrei voluto sopravvivergli!”
“Ora calmatevi, Perecour!” Cercando di rasserenarlo Monteguard. “Ora ci guiderete in quel luogo e cominceremo a cercarlo.”
Milady…” disse Perecourt “… là fuori c’è una strana fiera… è un cucciolo e non credo qualcuno abbia mai visto nulla di simile… sua signoria era molto entusiasta per averlo catturato...”
Nel cortile, intanto, Melisendra era proprio accanto allo strano animale catturato al Gorgo del Lagno.
La donna sembrava conoscere bene la grottesca natura di quella bestiola.
http://img.listal.com/image/427673/6...screenshot.jpg

Melisendra 06-04-2011 02.39.30

"Portatemi dell'acqua", chiesi alla servitù, "questa bestiola non può rimanere all'asciutto."
Lo rinfrescai con un secchio d'acqua e mi guardò riconoscente con i suoi occhietti scuri. Le scaglie luccicavano di colori brunastri. Si strinse nella propria coda e mi guardò fiducioso.
Sperai che nessuno volesse fargli del male.
Nel nord si era quasi estinti, avevo assistito personalmente a un paio di cacce. Alcuni di essi erano stati schiavizzati. Trascorrevo le ore nelle loro gabbie. Fu così che scoprii la loro natura gentile. Pelle ruvida e fredda. Occhi gentili. Se solo li avessero osservati con attenzione, tutti se ne sarebbero accorti.

Guisgard 06-04-2011 03.05.56

August, per ordine del capitano Monteguard, cominciò a raccogliere volontari per le ricerche del duca.
“Pochi di noi non daranno nell’occhio ed eviteremo così di lasciare indifeso il palazzo. Chi si offre?”
“Ditemi solo dove si trova quel dannato posto e poi raggiungetemi!” Disse Finiwell. “E con me c’è di sicuro anche il mio amico e futura guardia ducale, Cavaliere25!”
“Testa sono dei vostri… croce resterò qui…” mormorò Guisgard lanciando in aria una moneta “… testa! Si vede che è la mia giornata fortunata!”
“Anche io sono dei vostri!” Intervenne Perecourt.
“Non vi è più nessuno?" Domandò August.

Talia 06-04-2011 03.33.46

Il vivo dolore del guardiacaccia mi colpì...
“Va bene!” dissi “Va bene, calmatevi...”
Poi quell’altro discorso...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 28609)
“Milady…” disse Perecourt “… là fuori c’è una strana fiera… è un cucciolo e non credo qualcuno abbia mai visto nulla di simile… sua signoria era molto entusiasta per averlo catturato...”

“Sua signoria era entusiasta...” mormorai “Una strana fiera, dite?”
Incuriosita mi feci sulla soglia e guardai nel cortile... e il mio cuore ebbe un balzo.
Non avevo mai visto niente di simile, eppure quella creatura esercitò immediatamente su di me una tale attrazione che in alcun modo avrei potuto spiegare... e i miei piedi si mossero in quella direzione prima ancora che me ne accorgessi.
Rimasi per un istante immobile, osservando Melisendra rinfrescarlo con l’acqua, e sorrisi di fronte all’apparente mansuetudine dell’animale...
Fiera, pensai, forse era un termine eccessivo!
Lentamente mi avvicinai e lo osservai meglio... i suoi occhi si muovevano curiosi ed intelligenti da un punto all’altro del cortile, la sua coda ondeggiava quasi giocosamente...
Alzai una mano e la avvicinai piano al muso dell’animale che, mi parve, si lasciò sfiorare con tranquillità...
“Allentate un po’ questi lacci!” dissi allora a Perecourt, indicando le corde che lo immobilizzavano “Ma piano... senza spaventarlo!”
Poi mi voltai verso Melisendra e sorrisi: “Mi inganno, milady, o avete già avuto a che fare con creature simili a questa? Se così è, allora, vorrete forse suggerirmi il modo migliore per offrigli ospitalità... almeno temporaneamente! Penso che potrei riservargli una parte del giardino del palazzo...”

Guisgard 06-04-2011 04.05.40

Il piccolo cucciolo di drago fissò con i suoi grandi occhi quelli di Talia, come se in essi avesse visto qualche cosa.
Scodinzolava e batteva le zampette anteriori, che sembravano assomigliare a paffute manine.
Emetteva degli strani versi, che palesavano la sua curiosa e, per certi versi, sorprendente natura docile e giocosa.
Si chinava a terra, per poi mettersi sottosopra e restare immobile in attesa di carezze e grattatine sulla pancia.
E nel muoversi le sue scaglie, che ricoprivano per intera la sua schiena, tintinnavano sulle pietre del cortile.
“Che io sia dannato!” Esclamò uno degli stallieri. “Sembra tranquillo come un qualsiasi cane addomesticato! Eppure tra un po’ diventerà una specie di gigante!”
“Ad occhio e croce” aggiunse uno dei servitori “una volta cresciuto sarà grosso come uno dei dongioni!”
“Milady…” disse l’altro stalliere a Talia “… volete che conduca questa bestiola nei giardini? Potrei sistemarlo dove sorgeva uno dei vecchi forni… ora non sono più in funzione e sarebbe un ottimo rifugio per questo animale.”

Guisgard 06-04-2011 04.49.55

Intanto, Llamrei era entrata nel palazzo.
Qui aveva incontrato un giovane paggio, ma prima che lei potesse parlargli il disordine generale, causato dall’incidente accaduto al duca, aveva già attirato l’attenzione di tutti.
La monaca così si ritrovò da sola in quello sterminato palazzo.
Ad un tratto sentì come una strana sensazione.
Si sentiva osservata.
Si guardò intorno e si accorse dei tanti ritratti che sembravano fissarla.
Ed uno in particolare pareva essersi come destato per la presenza di quella monaca.
“E’ lady Conelia…” disse una voce alle spalle di Llamrei “… una donna straordinaria, fuori dal comune… se fosse viva il ducato non rischierebbe di cadere in rovina…”
Era un vecchio servitore.
“Cosa cercate, sorella?” Domandò alla monaca. “Il palazzo è vuoto come la corazza di lord Rauger… vuota, senza più l’ardore che un tempo animava i signori di Capomazda…”
Fissò per qualche istante il ritratto della Granduchessa ed aggiunse:
"Talvolta, durante notti insonni ed inquiete, mi ritrovo quasi senza volerlo a passeggiare in questi corridoi... ed allora quasi mi sembra di udire la voce della mia signora..."

"Ahimè, molte ore e anni son trascorsi,
da quando esseri umani sedevano intorno
a questo tavolo e candelabri scintillavano
su di esso.
Mi sembra di udire l'eco del tempo trascorso
e perduto che ancora mormora intorno a noi
dall'alto di queste cupe volte, come lamenti
sospesi degli Arciduchi che ormai da tempo
dormono
nelle loro tombe."

Lady Conelia de Taddei

cavaliere25 06-04-2011 11.12.12

Guardai Finiwell e dissi sarò dei vostri amico mio voi mi state dando tanta speranza e ve ne sono grato vi seguirò in capo al mondo e sarò sempre al vostro fianco ora andiamo dissi e troviamo quel maledetto posto

Morrigan 06-04-2011 11.21.51

Morrigan sorrise tra sè, vedendo quel gesto di Guisgard.

"Dite di non essere fortunato, eppure affidate alla fortuna la vostra vita... non è strano?" gli domandò, lanciandogli uno sguardo attento.

In quel momento la voce imperiosa di August si fece largo in quel gruppo rumoroso e agitato, imponendosi all'attenzione dei presenti.
Morrigan si accorse che stava cercando con lo sguardo tra i cavalieri i volontari per quella impresa. Chiedeva a tutti, ma non a lei... ovvio, che cosa ti eri aspettata?
Quell'evidenza la infastidì. Si modicchiò il labbro per reprimere quel sentimento. Poi, con passo deciso si fece avanti e si rivolse al cavaliere.

"Ci sono io," disse "e c'è la mia spada..."


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