"Non credo ci siano molte alternative." Disse Katanga a Gwen. "Oltre non possiamo proseguire, sono spiacente."
"Lei è stato ben pagato da chi di divere, capitano." Mizzar.
"Lo so." Rispose Katanga. "E le restituirò parte del denaro."
"Io non voglio il denaro, ma solo un porto sicuro in cui sbarcare gli animali." Replicò Mizzar.
"Purtroppo, come le ho detto, la situazione è questa." Fissandolo Katanga. "Farò preparare le sue gabbie. Le farò caricare su una scialuppa. Di più non posso fare."

Altea entrò nel palazzo e non ebbe poi difficoltà a trovare la cucina.
Era grande e molto funzionale.

Incuriosita ed attirata da quelle voci divertite, Dacey uscì dalla piscina e si avvolse nell'asciugamano.
Così entrò in casa e seguì quelle voci che provenivano dalla cucina.
Così vide Ghilda alquanto divertita, tutta presa a discutere gaiamente con un uomo voltato di spalle e che di certo non era né Puteon, né tanto meno suo figlio.

Katanga non poté fornire altre possibilità a Mizzar, ma ero certa che stese facendo il possibile e che non fosse certo colpa sua.
"Dunque, fra quanto attraccheremo?" chiesi per sicurezza.

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Ero scalza e mentre camminavo lasciavo dietro di me le mie impronte bagnate.
Normalmente non sarei entrata in casa prima di essermi asciugata ma quelle voci mi incuriosivano davvero.
Per prima vidi Ghilda, era lei la voce femminile, che chiacchierava con un uomo che sicuramente non avevo mai visto.
Con discrezione mi avvicinai per poi dare un colpetto di tosse, in modo da attirare l’attenzione dei due.


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Trovai la cucina, presi gli ingredienti e con un mixer vennero spremute le arance, ub limone e poi aggiunsi del mandarino. Presi lo shaker, misi il succo, la soda e del sambuco e del ghiaccio. Iniziai a shakerare forte e misi il contenuto in una coppa in vetro pressato. Sul bordo una fetta di arancia.
La posi su un vassoietto in argento e uscii portandogli la bevanda, soddisfatta del mio lavoro.

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"Appena troveremo un porto sicuro" disse Katanga a Gwen "altrimenti faremo ritorno verso la foce del Lagno."
"Preghi i suoi uomini di caricare le gabbie sulla scialuppa, capitano." Fece Mizzar.
Katanga annuì e diede ordine ai suoi di fare ciò.
Subito i marinai cominciarono a caricare le grosse gabbia sulla scialuppa, con i loro animaleschi carichi.
Si trattava di alcuni cani lupo, uccelli di vario tipo e diversi palmipedi.

“Oh, signorina.” Disse ancora divertita Ghilda nell'accorgersi di Dacey. “Stavo appunto preparando un frullato proteico, grazie ai quali sono molto apprezzata, per il nostro ospite.” Indicando l'uomo accanto a lei. “Ne gradisce un bicchiere anche lei?” A Dacey.
L'uomo si voltò, lanciando un'occhiata generale lungo tutta la figura di Dacey avvolta in quell'asciugamano bagnata.
Era bruno, con due baffetti eleganti e curati, gli occhi chiari e profondi, dai lineamenti piuttosto gradevoli.
“Sembra che qui sul litorale Fleegese sia Estate tutto l'anno.” Lui con un sorriso compiaciuto e continuando a guardare Dacey.
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Annuii all's risposta, sperando che non dovessimo fare ritorno lì.
Anche se una piccola parte di me sì chiedeva se non fosse un segno.
Magari la mia era stata davvero la scelta sbagliata e dovevo rimediare, chi poteva saperlo?
I versi degli animali ricominciarono, mentre sicuramente le gabbie venivano caricate sulla scialuppa.
"Dove dovrebbe portare gli animali? Voglio dire, ha un laboratorio, o qualcosa di simile?"

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Altea tornò nel cortile con quel cocktail preparato ad arte, trovando il pittore ancora impegnato a dipingere.
"Wow, che velocità..." disse posando pennello e colori "... la panacea per ogni ispirazione." Facendole l'occhiolino e prendendo il bicchiere. "Sarà forse un filtro magico? O meglio... d'Amore?" Divertito. "Come quello che fece innamorare follemente Orlando di Angelica? Salute..." e cominciò a bere.

Lo trovai intento a dipingere, prese il suo bicchiere e alla sua risposta dissi "Non è che ad Orlando andò poi così bene.. Angelica si innamorò di un altro poi" seguendo con lo sguardo ogni minima espressione del viso mentre beveva e poggiai su un tavolino il vassoio.

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“Si, ho un laboratorio dove porto avanti le mie ricerche.” Disse Mizzar a Gwen, anche seccato per quell'imprevisto. “Un luogo appartato e tranquillo in cui poter lavorare senza problemi.” Fissandola.
Intanto le gabbie erano state caricate tutte, con quegli animali che avevano ripreso i loro versi insopportabili.
Nerds, il grottesco aiutante di Mizzar, aveva già preso posto sulla scialuppa, quasi a suo agio tra il lerciume di quel carico vivo e maleodorante.

“Beh, a me magari andrà meglio rispetto ad Orlando.” Disse il pittore ad Altea, finendo il suo cocktail. “Molto buono.” Gustandolo. “Si, devo dire la descrive bene questo drink.” Sorridendo malizioso.

"Davvero...e ditemi come mi descrive...signor...?" e lasciai la frase in sospeso visto mi ero meritata la ricompensa. A dire il vero notai nessuno si era presentato in quel palazzo e ancora che ora sembrava quasi disabitato.

Annuii mentre lo ascoltavo.
"Sì, anche io avevo uno studio tranquillo e ideale per la ricerca. Ma si sa, gli imprevisti accadono" risposi io.
Ancora non riuscivo ad accettarlo.
La sentivo come una sconfitta.
Il nostro lavoro di anni era andato in fumo, completamente, i ragazzi a quest'ora potevano già essere morti ed io non avevo fatto nulla per aiutarli.
Mi sentivo tremendamente in colpa e non immaginavo alcuna soluzione possibile per poter ricominciare davvero.

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Osservai i due con attenzione, parevano conoscersi o forse ero io a sentirmi l’estranea.

“ Si la ringrazio.”

Accettando di avere anche io un frullato, senza distogliere la mia attenzione da quel misterioso ospite.

“ Credo sia ciò che la gente più ami di questo luogo. Io di sicuro.”

Rispondendo all’affermazione dell’uomo.

“ Sono Dacey, direi che è il momento delle presentazioni non crede?”

Allungando la mano verso lo sconosciuto.


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"E' giusto..." disse il pittore ad Altea "... i patti sono patti... dunque è giusto mi presenti... sono Filio, pittore per vocazione, sognatore per indole e squattrinato per le infinite casualità della vita." Mostrando un profondo e sarcastico inchino.

"Beh, le auguro tutta la fortuna di questo mondo." Disse Mizzar a Gwen, dandole la mano.
Poi saltò anche lui sulla scialuppa e fece cenno ai marinai di calarla in mare, mentre gli animali ora emettevano dei versi simili a lamenti, come se il loro istinto prevedesse per loro un cupo e sinistro Destino.

"Bene, ora avete un nome..squattrinato...ecco perché venite qui, ma vi fate mantenere dal padrone? Deve essere un uomo ricco, e voi avete detto spesso vi ospita..è così?" pensierosa "Sapete prima non vi era nessuno in cucina e mi chiedo come mai, sembra non vi sia nessuno, eppure i due uomini avevano detto il padrone era impegnato" sorridendogli.

"Che io sappia lei è la sola cameriera." Disse Filio ad Altea. "Non vi è altra servitù, se non il vecchio ragioniere ed un maggiordomo che pare sia al servizio del padrone da anni." Fissandola. "Il padrone di casa? No, non mi mantiene di certo. Ma permette che venga qui spesso per dipingere il mare o anche il suo palazzo. In pratica mi lascia dipingere ciò che voglio qui... chissà che non mi offra la possibilità di avere come modella la sua bella cameriera." Facendole l'occhiolino.

"La ringrazio. Lo spero anche per lei" ricambiando la stretta.
Poi, anche lui saltò sulla scialuppa insieme al suo strano aiutante, che ora sembrava stranamente a suo agio e i marinai la calarono in mare.
A quel punto, gli animali emisero dei versi ora simili a lamenti.
Quei guaiti, quella tristezza, giunsero alle mie orecchie come un cattivo auspicio che non prevedeva nulla di buono.
Rimasi a guardare l'orizzonte, in attesa di scorgere la terraferma per la mia nuova vita, o così speravo.

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La scialuppa toccò il mare e le cime la mollarono, lasciandola ora in balia delle piatte increspature dell'acqua.
Gli animali continuavano con i loro versi disperati.
“Spero di poterla far sbarcare quanto prima.” Disse Katanga a Gwen. “Anche se avrei preferito fosse andata col professor Mizzar.”

"E lei Filio, non trova nulla di strano in tutto questo, quindi i due uomini erano il maggiordomo e il ragioniere? Sapete il loro nome? Ah, dovete certo chiedergli il permesso, io non so nemmeno chi sia questo padrone e il suo nome.." iniziai a preoccuparmi ma non per Filio ma per il contorno, come era possibile fossi la unica cameriera.

La scialuppa fu definitivamente sganciata dalla nave, proseguendo da sola in mare fra le proteste degli animali.
Ad un tratto, arrivò Katanga.
"Beh, il bello del non avere una destinazione precisa è che puoi goderti meglio il viaggio" risposi sorridendo "E poi, credo che il professore avesse già le sue difficoltà, per pensare a me. È giusto che ognuno prosegua per la propria strada."

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“No, non conosco i nomi del ragioniere e del maggiordomo” disse Filio ad Altea “ma credo che quest'ultimo potrà trovarlo in casa, o magari giù in cantina.” Sorridendole.

“Magari possiamo chiederglielo...” disse Katanga a Gwen, indicando la scialuppa ancora vicina allo scafo della nave.

"No, davvero. La ringrazio, ma posso aspettare" affermai nuovamente, annuendo con convinzione.

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Mi sedetti vicino a lui "Non ha importanza, ancora il padrone è impegnato, forse lo sta aiutando. Trovo strano io sia stata assunta subito, senza curriculum ecc..ma ditemi, lei vive di solo arte o fa altro nella vita?" osservandolo negli occhi azzurri.

"Come vuole." Disse Katanga a Gwen, mentre la scialuppa prese ad allontanarsi verso la costa. "Ora mi scusi, torno alle mie mansioni." E tornò in sala timone.
Dopo un'ora la nave tentò un attracco in una piccola baia, ora in disuso come porto.
Con poche manovre riuscì ad ormeggiare.
"Può scendere a terra." Katanga a Gwen.

"Eh, purtroppo sono un pittore a tempo pieno e da qui ecco le mie difficoltà economiche." Disse Filio divertito ad Altea. "Perchè l'hanno assunta subito? Beh, magari al padrone piace avere una cameriera avvenente per casa." Ridendo e riprendendo a dipingere. "Di certo posso capirlo."

"Certo, faccia pure" risposi, prima che si allontanasse.
Dopo poco tempo, finalmente attraccammo in una piccola baia.
"La ringrazio capitano, anche a nome di Sauron. Davvero grazie mille" dissi, porgendogli la mano, prima di scendere a terra.

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"Ah pensate così? E non siete geloso? Ma il padrone non mi ha nemmeno vista, quindi potrei non essere il suo tipo ideale. Non pensate? Avremo l' onore di averla a cena...forse è meglio, appunto, io capisca chi sia il padrone o sarò licenziata" prendendo il bicchiere e posandolo sul vassoio "Vado a riportare il bicchiere in cucina, ma voglio vedere il suo dipinto ultimato".
Mi avviai verso la cucina pensierosa mentre lavavo il bicchiere e mettevo tutto a posto.
Andai a cercare il maggiordomo, forse Filio mi aveva dato un buon consiglio, o forse era in questo palazzo per qualche motivo.

Tutto quello era davvero ridicolo.
Alzai gli occhi al cielo.
"E che avete fatto nelle ultime due settimane?" Scuotendo la testa.
"Andate adesso, e tornate quando avrete le informazioni che ci servono sui due scienziati!" Con aria spicca.
Avrei dovuto pensarci io, come a tutto del resto.

“Le auguro buona fortuna.” Disse Katanga stringendo la mano a Gwen.
Poi lei scese a terra e si allontanò.
Si trovavano alla periferia di Las Baias, ai piedi di un'altura su cui dominava un faro.
Alla destra dell'altura una strada isolata conduceva al centro cittadino, mentre alla sinistra una stradina attraversava la campagna fino a giungere presso il lago Fusako.

“Sono gelosissimo.” Disse divertito Filio ad Altea.
Lei poi rientrò in casa e qui vide un uomo di colore che saliva dalle scale che portavano in cantina.
“Prego, desidera?” Lui alla cameriera.

Matton ed Ergolin, un po' imbarazzati, annuirono a Destresya ed andarono via, in cerca di informazioni sui due scienziati rapiti.
“Forse dovrebbe essere più severa con i suoi sottoposti, capitano.” Disse sarcastico Fessen.

Vidi un uomo di colore...era strano, Filio aveva detto vi era un ragioniere e un maggiordomo solo. Io avevo visto un uomo apatico aprirmi la porta e poi un uomo anziano.
"Siete il maggiordomo, sono la nuova cameriera. Posso servire io il signore se state andando da lui" con tono cordiale.

Scesi giù dalla nave e mi diressi verso Las Baias.
La periferia sorgeva ai piedi di un'altura dominata da un faro.
Un bivio avvolgeva il promontorio ai due lati.
Decisi di dirigermi subito verso il centro abitato, mi serviva innanzitutto un posto dove stare, avrei avuto modo successivamente di visitare il lago.
Così, valigia alla mano, mi incamminai.

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"Benissimo." Disse l'uomo di colore. "Io sono il maggiordomo di casa. Lei può dedicarsi subito alle pulizie, cominciando dal salone. Lì infatti il padrone cenerà stasera al suo ritorno. Indossi una delle uniformi da cameriera della sua camera, prego." Fissandola.

Gwen decise di raggiungere il centro di Las Baias e si incamminò lungo la strada.
Era ormai il primo pomeriggio e sarebbe arrivata verso sera, a meno che non avesse chiesto un passaggio ad una delle auto che passavano.