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Una parte di me è la poesia Itaca di Kavafis, un'altra Memorie di Adriano della Yourcenar, un'altra ancora Così parlò Zarathustra di Nietzsche. Chi conosce queste opere potrebbe provare a conoscermi. Tentate di risolvere il Rebus..
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Hospes comesque corporis Quae nunc abibis in loca Pallidula, rigida, nudula, Nec, ut soles, dabis iocos... Oh mio Dio, Argante! Che ricordo che mi hai riportato alla mente!!! :smile_wub: |
1) Le cronache di Camelot (Jack Whyte)
2) Jane Eyre (Charlotte Bronte) 3) Il giardino segreto (Frances Hodgson Burnett) è stato difficile scegliere il terzo...ce ne sono così tanti!!!:laughing_lol1: |
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Ecco già mi sono pentita... non esistono solo tre libri... e tutti gli altri si stanno vendicando affacciandosi in continuazione alla mia mente... dovrò rileggerli tutti... comincerò dal Gattopardo... chissà se sarò la Principessa di Salina... timida ma forte a suo modo... però troppo pia per me... o Concetta che lascia scivolare via la sua vita nel rimpianto... Angelica penso di no... troppo calcolatrice in fin dei conti... o il Principe orgoglioso e disilluso... ma profondamente innamorato della vita... chissà... oppure quello che mi affascina è solo il mutamento di un'epoca...
Comunque il mio personaggio preferito è un altro... ma resterà un mio segreto...:18015: |
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scegliere solo 3 libri non mi riesce, farei troppi torti... ci sono però 3 autori su tutti che hanno contribuito alla mia crescita e al mio modo di pensare. Sono autori che ho scoperto e mi hanno segnato in momenti diversi, a distanza di anni, di cui ho recuperato l'intera bibliografia e che leggo e rileggo volentieri ancora oggi:
- Ray Bradbury, scoperto grazie a mia mamma ai tempi delle medie. Il primo libro che ho letto è stato Il Popolo dell'Autunno a cui ha fatto seguito il meraviglioso Cronache Marziane (a mio parere la punta più alta dei suoi lavori). Bellissima anche quella che è forse la sua opera più famosa, Fahrenheit 451. - Alan Moore, scoperto quando avevo 17-18 anni. Già da tempo leggevo fumetti, ma quando un amico mi passò Watchmen, rimasi folgorato perché capii di aver di fronte un capolavoro, un'opera decisamente superiore a qualsiasi fumetto avessi letto precedentemente. Sopratutto mi fece comprendere che il fumetto è arte sequenziale, con pari dignità a qualsiasi altro mezzo espressivo. I lavori di Moore sono tanti e hanno una qualità media elevatissima, tutti mi hanno lasciato qualcosa. Ad ogni modo i miei preferiti sono V For Vendetta e il recente Promethea. Molto interessante anche la sua prima opera letteraria "La Voce del Fuoco": è però sperimentale e a molti sicuramente non andrà giù. Come sempre, geniale. - Philip K. Dick, scoperto a circa 21-22 anni. Mentre Bradbury è maestro nel lirismo e nel raccontare personaggi umani (anche nelle poche occasioni in cui i protagonisti sono alieni), Dick è geniale quanto allucinante. Nei suoi numerosi romanzi e racconti, ci sono temi e domande ricorrenti affascinanti quanto immensi: "Cos'è la realtà?", "Cos'è un essere umano e cosa lo rende tale?". Come Moore, ha scritto decine di opere di qualità eccelsa e spesso la gente da risposte diverse su quale siano quelle più rappresentative. La sua opera più famosa è "Ma gli Androidi sognano pecore elettriche?" (da cui è stato tratto Blade Runner), cmq i romanzi migliori per me sono "Ubik", "Le Tre Stimmate di Palmer Eldritch", "L'uomo nell'Alto Castello" (tradotto anche con il titolo "La Svastica sul Sole") il cinema ha cercato di portare su schermo diverse opere di questi autori, ma la maggioranza delle volte con risultati che vanno tra il pessimo e lo scarso. Alcune rare eccezioni sono il già citato Blade Runner di Ridley Scott e Fahrenheit 451 di Francois Truffaut |
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