Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 18-09-2018 17.27.22

A quella carezza di Gwen, Elv cominciò a svegliarsi piano.
Le tende erano state chiuse e la luce del Sole non poteva nuocere ai due vampiri.
Da fuori non si udiva più chiasso, segno che la folla era stata dispersa dalla polizia.
La città lentamente iniziava a svegliarsi e ad animarsi.
“Buongiorno, tesoro...” disse lui “... riposato bene?” Accarezzandole il braccio.

Guisgard 18-09-2018 17.28.14

“Si, madama.” Disse la servitrice fissando Altea. “Il barone... è stato lui ad ucciderla. Ha ucciso lui lady Layla... prima lei, per difendere il suo onore e poi quel Minsk... li ha uccisi entrambi... gettando lady Layla dal crostone ed infilzando Minsk in un duello.” I suoi occhi si arrossarono dal pianto, ma restarono comunque duri.
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Lady Gwen 18-09-2018 17.32.24

Non si udiva più nulla da fuori, né schiamazzi né agitazione.
Strano ma vero.
Sembrava che qui non si potesse stare senza che succedesse qualcosa ogni dieci minuti...
"Benone. Tu?" accarezzandogli ancora il viso.

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Altea 18-09-2018 17.43.53

Guardai la servitrice attonita.. "Mentite. Il barone non ha ucciso Lady Layla, lei si è uccisa. Lo ha detto lui e il Barone non è un bugiardo" volevo quasi darle un sonoro schiaffone.
"Potreste farmi portare al mio palazzo con la carrozza?" non volevo rimanere con quella donna "Domani devo andare fuori a cavallo col barone e voglio riposare..".

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Guisgard 18-09-2018 17.44.32

“Anche io.” Disse Elv a Gwen. “E poi mi sveglio ogni giorno accanto a te... potrei desiderare altra felicità oltre questa?” Accarezzandole il viso, per poi baciarla dolcemente.
Ad un tratto qualcuno bussò alla loro porta.

Guisgard 18-09-2018 17.46.52

“Chiedetelo a lui se non mi credete, madama.” Disse la servitrice ad Altea. “Certo, vi farò subito accompagnare al vostro palazzo.”
Scese di sotto e svegliò Plot.
Lo stalliere prese la carrozza del barone ed attese che Altea vi salisse per accompagnarla alla sua residenza.

Lady Gwen 18-09-2018 17.48.50

Sorrisi intenerita dalle sue parole, prima di ricambiare il suo bacio dolcissimo.
"Neanche io riesco a trovare qualcosa di più bello..."
Poi però bussarono alla porta.
"Avanti" dissi, a chiunque ci fosse dall'altra parte.

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Guisgard 18-09-2018 17.55.15

La porta si aprì ed arrivò Stainov.
“Buongiorno, ragazzi.” Disse sorridendo a Gwen e ad Elv. “Perdonatemi, spero di non avervi disturbato vista l'ora. Ma scendendo ho sentito le vostre voci e ho capito così che eravate svegli.” Imbracciava un fucile ed aveva abiti da caccia.
“Assolutamente.” Sorridendo Elv. “Prego, entrate.”
“No no, grazie, ma sono in partenza.” Ridendo. “Pare infatti che in città sia stato avvistato un lupo e le autorità hanno organizzato una grossa battuta di caccia per stanarlo, chiamando a partecipare tutti i cacciatori. Dubito che fra più di un centinaio di cacciatori sia io a sparare a quel lupo, così ne approfitterò per cacciare un po'. Volevo allora chiedervi che genere di cacciagione preferite, così potrei portarvi qualche fagiano, o pernici o anche lepri se avrò fortuna.”

Lady Gwen 18-09-2018 18.01.14

Era Stainov.
Gli sorrisi quando entrò.
Era abbigliato per la caccia, a quanto sembrava e sperai che non ci invitasse a partecipare.
Rifiutare sarebbe stato un bel problema.
Però mi lasciò un po' spiazzata la sua domanda.
Onestamente, non ne avevo idea.
Neanche la mangiavamo, tutta quella roba.
Infatti guardai Elv con aria interrogativa per lasciar parlare lui.
Mi sembrava brutto rifiutare, dopo che lui stesso si era offerto, ma non mi allettava molto l'idea di avere degli animali morti in casa, che per giunta non avremmo neanche mangiato...

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Destresya 18-09-2018 22.04.22

L'olio sulla mia pelle, caldo, vischioso, unto.
Il profumo di quel nettare era tutto intorno a me, trasportandomi in luoghi incantati e voluttuosi, fatti di sete orientali, di principesse schiave, di gemiti e sospiri che si fondono gli uni con gli altri.
Mano mano che l'olio mi avvolgeva, che le sue mani mi accarezzavano, strappandomi lunghi gemiti di piacere, l'incantesimo si compiva, e io cessavo sempre di più di essere una donna, una regina, un soldato, diventando unicamente la cavalla docile, fremente e scattante che non desiderava altro che essere cavalcata dal suo padrone ancora, ancora e ancora.
Le sue parole mi fecero fremere, ancora più eccitanti, quell'attesa era sempre più estenuante, sempre più insopportabile.
Non parlai, non potevo parlare, potevo solo lasciarmi andare, completamente a quell'uomo meraviglioso a quell'estasi senza fine.
Le sue mani sul mio corpo mi facevano impazzire, mi eccitavano, sorprendevano, facevano bruciare la mia pelle, bagnare il mio sesso, fremere ogni parte del mio essere.
Quando poi sentii la sua mano farsi strada tra le mie natiche non riuscii a trattenermi e un gemito caldo mi attraversò.
Sentivo le sue dita sul mio sesso caldo, umido, voglioso fino all'inverosimile, le sentii accarezzarlo, sfiorarlo, dare un po' di sollievo a quell'eccitazione folle che ormai da ore mi stava uccidendo.
Mi abbandonai, completamente, mi lasciai andare.
Quando poi la sua mano strinse il mio seno, gemetti ancora più forte, nitrendo come la cavalla in cui mi ero tramutata.
Per lui, con lui.... solo noi.
Un mondo fatto di piacere, intesa, folle lussuria e incredibile romanticismo schiudeva le sue porte a noi soli, predestinati e fortunati amanti che il destino aveva fatto incontrare.

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