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“Dite bene” disse Sissi ad Altea “e forse per questo ora si nasconde.”
“Si, forse dal sosia si nasconde.” Annuì Melinna. “O chissà, solo dalla Gioia...” fece Atenia, che poi guardò Altea “... la Gioia, milady? Dalla Gioia i Taddei fuggono sempre... essa è solitudine...” |
Sempre sorridente il Priore...e anche se Compan era pensieroso.....la discussione sulla morte di Azelle lo aveva scosso violentemente...." Salute a voi Padre...eccoci qui......e si' una notizia orrenda, una morte che lascia colpiti.....non abbiamo visto la donna, so che l'hanno visto i commensali a cena ieri.....compreso l' Arciduca......dove abbiano portato il corpo non lo so.......questo e' il quadro di cui mi avete parlato Priore....il nostro pittore e' stato così gentile a fare in modo che potessimo guardarlo insieme...e' un tesoro..."....gli accarezzai il dorso della mano..." Andiamo Compan......a noi non succederà assolutamente nulla........abbiamo una fortuna, nessuno e' interessato a noi...quindi se ci tieni puoi....provare con noi a capire cosa sta succedendo...visto che quel quadro...in quel quadro c'e' qualcosa che ti e' stato mostrato....anche se tu non lo sapevi..ovviamente....."......" A cosa pensate Pirore ?......"....lo guardavo...era interessato alla tela...e penso stesse pensando alla morte della donna...........
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"Raccontatemi della Regina di Gioia Antiqua" chiesi al maestro.
Poi guardai Bernard, come a cercare consenso e continuai "Sapete, davanti alla casa del fabbro, un bambino mi ha scambiata per lei... Strano, vero?" |
“Non diremo a nessuno dove andremo.” Disse Icarius a Clio. “Nessuno può impedirci di uscire a cavalcare, no?” Sorridendo. “Hai fame? Ottimo!” Ridendo. “E dimmi, vuoi fare colazione qui nel palazzo o magari fuori nella campagna? Certo, ci sono cibi meno raffinati e la scelta sarà meno varia, ma sicuramente mangeremo sano e genuino.” Facendole l'occhiolino.
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Compan annuì e sorrise ad Elisabeth.
“Ma...” disse poi “... cosa sta succedendo? Cosa cercate nella mia tela?” Al Priore Tommaso. “Questo...” il religioso indicando la strana sagoma scura “... cosa poteva essere?” “Non lo so, non ci badai.” Rispose il pittore. “Io non cerco di scoprire le cose, ma solo di raffigurarle. Sono un artista, non uno scienziato.” “Beh...” mormorò il priore “... credo che dovrebbe interessarvi... perchè tutto ciò che sta accadendo intorno a noi può dipendere da questa misteriosa sagoma...” “Come può essere?” Stupito il pittore. “Può essere eccome, amico mio.” Annuì il religioso. “Per questo stasera usciremo ad indagare nella campagna...” |
Gli sorrisi, complice.
"Oh, una gita segreta... Mi piace..." Facendogli l'occhiolino "Anche io preferisco la campagna... Ma dovrai stare ben attento a non farti vedere, intesi?" Seria, per poi sorridere. "Dai, andiamo......" Annuendo "Dovrai guidarmi perché non conosco la strada per questa Scafatella...". |
Avevo avuto un tremendo incubo. La compagnia mi aspettava davanti al caravan, ma proprio quando stavo per raggiungere i miei amici, loro furono spazzati via da un forte vento, proprio come era successo oggi pomeriggio. Il cielo, poi, si era fatto improvvisamente cupo e una voce gracchiante aveva detto che chiunque avesse saputo del sortilegio lei lo avrebbe portato via da me.
Mi ero svegliata sconvolta e all'improvviso. Se era questo che dovevo fare, non coinvolgere coloro che amavo per salvarli, allora l'avrei fatto e avrei risolto i miei problemi da sola, non volevo perdere piu` nessuno, dopo avere perso loro. Respirai a fondo, cercando di calmarmi e chiusi gli occhi, ma li riaprii quando sentii il rumore di una chiave nella serratura della porta d'ingresso. |
"Il sosia, non è lui il pericolo...è Rodolfo che comanda tutte le mosse..a meno che il sosia stia fingendo di essere...innocente e ignaro di tutto, ma appunto Frate Severo mi disse dovevo cercare di fare in modo non facessero di quel sosia..un uso improprio..e quindi proprio Rodolfo..e se dietro lui vi fossero altre persone? Ma perchè..perchè contro Guisgard, che ha fatto..ne dobbiamo dedurre vi erano tre persone interessate al seggio..Cimmiero, Gvineth e Rodolfo..? Eppure sappiamo Gvineth ha un gruppo di uomini che sono dalla sua parte, lo abbiamo visto..e io ho sentito dire lui asseriva di essere l'unico vero erede al trono taddeide..e stranamente la lettera di Lord Albano era indirizzata a Gvineth ma lui non gli diede peso..dobbiamo pensare Rodolfo sia alleato di Gvineth?" guardai le tre donne.."Si..la Gioia è solitudine..un nome cosi bello che per contro da la tristezza..di non amare e rimanere soli..ma ciò che non comprendo..mi ha dato appuntamento alla Cappellina, perchè non si è fatto vedere, chi era quella persona incappucciata? Lui...? E se era qualcuno a suo nome allora non è solo..e poi fare tutto per farmi arrivare da voi..se è davvero Guisgard e vuole aiuto..allora si faccia avanti e vedere da noi..come possiamo dargli aiuto? Ha detto io devo venire qui e perchè..cosa dovrei fare qui e si sarebbe poi fatto sentire? Quindi devo rimanere qui da voi...ho paura..io ho saputo tante cose..fosse una trappola per me?".
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“Nulla di ciò che accade è strano...” disse il vecchio a Tessa “... ma solo enigmatico, misterioso fino a quando non viene svelato.” Rise. “E spesso i bambini hanno molta più sensibilità di noi. Comunque non mi stupisce che vi abbia scambiata per lei.”
“Davvero?” Fece il prigioniero. “Beh, da ciò che raccontano bardi e pittori” spiegò il vecchio “la leggendaria regina ha molti tratti in comune con la nostra giovane donna qui.” Indicando Tessa. “Gli occhi ad esempio... sono uguali in tutto e per tutto ad un quadro che vidi anni fa e che raffigurava proprio la regina di Gioia Antiqua... ed anche i tratti, i capelli... si, siete molto somigliante.” Annuendo il vecchio. “Parlateci della sua città...” disse il prigioniero. “Gioia Antiqua è un luogo mitico...” raccontò il vecchio “... una città posta sui confini di questo reame e fondata, secondo la leggenda, da esuli provenienti da Sygma... pochi o forse nessuno ha mai veduto le sue mura... anche perchè laggiù odiano le genti di queste terre.” “Perchè mai?” Domandò l'ex galeotto. “Perchè si dice che la regina odi a morte i Taddei.” Svelò il vecchio. “Prima accennavate al nome di quella misteriosa donna...” mormorò la maschera di ferro. “Si...” fissandolo il vecchio “... il suo nome deriva proprio da quello della principessa Gaya e dunque da Gioia... il suo nome è Gioiosa Azzurra, regina di Gioia Antiqua...” |
Figo.....una passeggiata nella brughiera di notte.......diedi una pacca sulla spalla a Compan....." Visto amico mio ?....ve lo avevo detto che vi avrei fatto fare un giro stupendo nella brughiera di notte........le Dee sono donne sagge che vagano quando gli uomini dormono...alcune scavalcano i loro neuroni e finiscono nei loro sogni....e diventano creature bellissime e inavvicinabili.....ma voi siete fortunato...perchè Io vi sono accanto in carne e d ossa....e non ho attentato alla vostra sanità mentale....vedrete......il vostro prossimo quadro...non avrà eguali.......e grazie alla vostra accuratezza nelle arti pittoriche ci sarete di grande aiuto........".........Bene......saremmo andati un po' a zonzo di notte....con il Priore sarei andata in capo al mondo era un uomo forte....il pittore mi lasciava un po' a pensare....ma credevo nella sensibilità dell' uomo.....forse anche lui aveva sentito qualcosa nell'aria...." Non ne abbiate a male Tommaso...ma sono da giorni a Palazzo e non ho mangiato nulla.....posso prendere del pane e formaggio ?....finisce che stanotte nel silenzio il brontolio del mio stomaco...farà scappare ogni sorta di essere vivente...."........
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Icarius annuì a Clio e lasciarono la stanza, per poi raggiungere una sala al pianterreno.
E qui trovarono Rodolfo. Il presunto duca spiegò all'uomo di voler uscire a cavalcare con Clio e che poi si sarebbero recati in palestra ad allenarsi. Rodolfo non fu entusiasta di ciò, ma alla fine acconsentì. Così Icarius e Clio uscirono a cavalcare nella tenuta. Ma da lì trovarono il modo di raggiungere la campagna. Il pastore aveva però chiesto ad uno degli stallieri dove fosse la Scafatella e poco dopo vi arrivarono. Era una piccola chiesetta di campagna, preceduta da uno spiazzo con al centro un pozzo. http://rete.comuni-italiani.it/foto/...00-375x500.jpg |
La porta si aprì e Gwen vide entrare qualcuno.
Era Velven. “Gwen...” disse lui sorpreso “... sei qui? E' meraviglioso!” E corse ad abbracciarla, per poi baciarla appassionatamente. |
“Se è una trappola” disse Sissi ad Altea “allora siamo tutte in pericolo, non solo voi.”
“Non possiamo fare altro che aspettare.” Fece Melinna. “Quanto a Gvineth...” mormorò Atenia “... lui aveva la lettera... dunque forse anche la fiducia di messer Albano, il quale a sua volta aveva quella dell'Austero... che Gvineth sia il migliore dei tre? Di Cimmiero e di Rodolfo? Lui del resto è imparentato con noi e lo era anche con l'Austero e Guisgard...” “Dove vuoi arrivare?” A lei Melinna. “Che forse si potrebbe chiedere aiuto proprio a Gvineth...” rispose Atenia “... e raccontargli tutto...” |
Arrivammo alla Scafatella, riuscendo ad evitare le ramanzine di Rodolfo.
La osservai attentamente, e ripensai mentalmente alle parole della misteriosa arma. "Dunque... Parla di un pozzo..." Dopo essere smontata da cavallo "E il pozzo ce l'abbiamo... E di un ara di pietra tra l'acqua..." Mormorai, pensierosa "Ho la pessima sensazione che dovrò calarmi in questo bel pozzo...." Sporgendomi su di esso per vedere se era pieno o meno. |
Il Priore Tommaso sorrise ad Elisabeth ed ordinò da mangiare per tutti e tre.
Il pittore però appariva turbato. “Non era questo il giro che mi aspettavo di fare con voi...” disse ad Elisabeth “... in verità non comprendo cosa vogliate da me... avete visto la tela, no? A me importa solo l'arte e voi forse non siete interessata alle mie opere...” si alzò “... e sia, credo di dover andare ora... buona sera...” e si diresse verso l'uscita. “Era facile immaginare che non avesse compreso...” mormorò il religioso “... del resto per lui l'arte è una scusa per arrivare ai piaceri che a lui interessano... meglio così, ci sarebbe stato d'impaccio.” Il locandiere arrivò e servì loro in tavola. |
Icarius guardò nel pozzo e poi raccolse un sassolino, facendolo cadere dentro.
Pochi istanti dopo si udì il rumore dell'acqua. “E' pieno...” disse il presunto duca a Clio “... ma forse però dovremo rileggere meglio l'iscrizione... leggila ad alta voce, per favore... rifletteremo su ogni singola parola...” |
Mi voltai di scatto con rabbia.."Io non vi aiuterò..Guisgard qui ha detto non devo far leggere questo biglietto a nessuno e non devo tradirlo..altrimenti si sarebbe rivolto a Gvineth no? Ha fiducia solo in me e io non lo tradirò..se lo farete..lo farete voi..ho già dimostrato il mio disappunto su Gvineth, mi ha seguito e i suoi uomini mi hanno minacciata di farmi del male se dicevo qualcosa...ma mi state prendendo in giro di nuovo?" presi il biglietto tra le lacrime.."Sono stata illusa..pensavo Guisgard venisse qui..mi avete usata per unirmi a Gvineth vero? Io vado nella mia baita...inutile lo aspetti qui...e poi Frate Severo ha detto Gvineth ignorò la lettera, io ero presente non voi" e con rabbia andai nella Baita dei Cedri e mi stesi sul letto piangendo..ora basta usare i miei sentimenti..basta..è vero Guisgard sarebbe venuto subito, non avrebbe giocato coi miei sentimenti...dovevo scordare tutto questo e guardai l' anello sygmese e mi addormentai...piena di rabbia.
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Velven fece capolino dalla porta. Mi sentii sollevata e felice.
Mi abbraccio` e mi bacio`, come la prima volta. Con foga e passione. "Mi sei mancato" sussurrai col fiato corto sulle sue labbra, lasciandomi cullare dalle sue braccia. |
"Inizialmente ricordo di aver pensato ad una cripta.." Pensierosa "Magari c'è un modo per arrivare alla base del pozzo.." Con un sospiro, guardandomi intorno "Ah già, la scritta..." Sfoderai l'arma e lessi ad alta voce “Nella chiesa della Scafatella, celata ove son la Luna e la stella, troverai giù, in fondo a quel pozzo,
la figlia di un metallo non più tozzo. Bada che nell'ara di pietra è ben chiusa, tra l'acqua che si increspa all'aria soffusa.” Alzai poi lo sguardo su di lui. |
Grata al Priore..per aver ordinato.....Compano improvvisamente preso non so da quale pensiero...magari si era reso conto solo in quel momento che non gli avrei offerto nulla di quello che le altre gli avevano dato.....si alzo' e salutandoci ando' via.......Non avevo motivo...fermarlo in realtà non aveva senso..e dopo aver ascoltato Tommaso...compresi che era meglio agire da soli....meno si era e meglio era......." E si...credo che voleva della mercanzia che non ero disposta ad offrirgli......il luogo dove risiede e' in realtà molto appartato......pero' mi chiedo una cosa.....lui ama dipingere le donne che poi si porta a letto e il suo studio ne e' pieno......ma il quadro che abbiamo qui...rappresenta uno scorcio di Capomazda.......vedete Priore.....i pittori possono eccellere in ogni cosa...la pittura infondo e' conoscenza ma e' anche un dono.........lui ama i corpi....infatti era nauseato da cio' che ci hanno raccontato..a Palazzo....ma un tipo come lui...non sarebbe stato così bravo, così dettagliato per un quadro che rappresenta una sorta di animale.....avvolto dalla nebbia....e' come se non ne fosse lui l'autore....E poi....non ha avuto problemi a darmelo....quale pittore si staccherebbe da una sua creatura......"........Finalmente una cameriera porto' da mangiare e da bere...e mentre Tommaso mi guardava......divenni un'affamata Signora non troppo fine...visto che mi dovette allungare una bottiglia con del vino perchè mi ero soffocata con del pane.....
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Altea si addormentò nella baita, delusa dalle parole delle tre donne, quando si svegliò di colpo a causa di alcuni rumori che provenivano dall'esterno.
Erano dei passi di cavallo. E sembrava diretto verso la casa di Sissi e delle sue tre sorelle. |
Velven baciò a lungo Gwen, per poi tenerla stretta fra le braccia per un tempo quasi infinito.
“Ora che il duca è tornato” disse alla ragazza “io posso prendermi una lunga licenza. Voglio portarti lontano, in un borgo che conosco bene, dove nessuno ci disturberà. E li voglio costruire la nostra nuova casa.” La guardò, sorridendole. “C'è una chiesa laggiù, di cui conosco il parroco. E li ti farò diventare mia moglie.” Baciandola ancora, con impeto e passione. |
Icarius ascoltò Clio recitare quella scritta ed alzò gli occhi al cielo.
“Non so perchè, ma a me fa pensare al moto delle Luna e delle stelle...” disse pensieroso “... chissà, magari ad una certa ora della notte...” guardò la ragazza “... però ciò che hai detto è giusto... o potrebbe esserlo...” voltandosi verso la chiesetta “... magari c'è un passaggio che collega il pozzo alla chiesetta... potremmo tentare... che dici?” Tornando a fissarla. “Vieni, andiamo a vedere...” avviandosi verso l'ingresso della chiesetta. Ma trovarono la porta chiusa. |
“Ciò che dite potrebbe essere giusto, milady...” disse il Priore Tommaso ad Elisabeth, mentre cenavano “... ma forse a lui non interessa neanche troppo dell'arte... sapete, viviamo in tempi in cui si sprecano belle e pompose parole e ad ascoltare ciò che viene detto intorno a noi sembra di vivere in un mondo perfetto, animato da cortesi e perfetti cavalieri, insieme a dame dall'intima ed etera bellezza... ma ahimè, non è così... il più delle volte le belle parole o il mostrarsi profondi osservatori del mondo cela solo il vago desiderio di apparire e mostrarsi migliori di come si è.” Con un'espressione quasi aliena a quel modo di vivere che con tanto distacco descriveva e condannava. “Dunque atteniamoci solo a ciò che di certo abbiamo...” guardando la tela “... quella misteriosa figura che per un enigmatico motivo è finita sulla tela di quel discutibile artista...” sorseggiò del vino “... dopotutto, nulla accade per caso, amica mia...”
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Azable fu lieto di quella risposta di Galgan.
Così, i quattro raggiunsero il maniero. Azable allora condusse il cavaliere ed il suo scudiero in un grande salone, dove trovarono Cimmiero in compagnia di suo fratello Guanto. “Io vi conosco...” disse questi a Galgan “... eravate nella guardia del duca quando noi eravamo al palazzo.” “Questo cavaliere” fece Azable “ha salvato me e Samondo da alcuni birboni della peggior specie. Gli dobbiamo forse la vita.” “Dunque immagino non siate più arruolato nelle guardie del duca, dico bene?” Chiese Cimmiero a Galgan. |
Giusto......il mondo dell'apparire e non dell'essere....mi scrollai di dosso le molliche di pane e mi avvicinai con la sedia accanto al Priore......seguii con lui il famoso disegno...i tratti sembravano precisi...la mano quindi era ferma....non vi era paura......solo quando guardai l'ombra o quella che sembrava l' ombra di un animale...mi sembro' di vedere due occhi ardenti come la brace...ma non sembravano occhi di animale...ma occhi umani...e quasi distaccati dall'animalesca figura...." Guardate......la figura che si cela sotto l'incertezza della nebbia...sembrano che degli occhi provenienti dagli inferi seguano l'animale....".....quel quadro in realtà...sembrava mutare....ma non era un mutamento artistico quanto quello dell'anima.....forse ero agitata ?.......infondo gli ultimi eventi.....non erano statoi meravigliosi.......fuori era quasi sera..." Se vogliamo arrivare alla brughiera bisognerà andare..tra un po' sarà buio pesto.........porteremo con noi il quadro...ci farà da mappa..." .....
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Velven mi bacio` ancora e ancora e mi abbraccio` a lungo.
Ad un certo punto, disse che, poiche` poteva concedersi una lunga licenza, mi avrebbe portata in un borgo lontano. Li` avrebbe costruito la nostra casa e mi avrebbe sposata. Mi bacio` di nuovo, ma poco dopo mi separai piano da lui. Come avrei fatto con la maledizione? Non potevo rischiare che la strega portasse via anche lui perche` a conoscenza del sortilegio. "Beh, non c'e` fretta, no?" dissi, sorridendogli "Ci conosciamo da poco e abbiamo abbastanza tempo a nostra disposizione" conclusi, accarezzandogli il volto. Non volevo mentirgli, ma lo facevo per salvarlo. Speravo solo che capisse. |
Mi svegliai dal nitrito di un cavallo e mi affacciai alla baita, lo scalpiccio degli zoccoli del cavallo e nulla altro ed era diretto verso la casa di lady Sissi...o certo sarà stato il loro tanto decantato lord Gvineth, visto la scorsa volta pure lo difendevano sembrava...beh, mi sembravano scaltre le tre simpatiche signore anziane e per nulla sprovvedute...e io non avevo la forza di parlare con quell' uomo..e assolutamente non era Guisgard, ogni volta andavo da loro mi sviavano.
Accesi il camino, faceva umido...misi un tappeto davanti al fuoco e dei cuscini e mi stesi li, ero stanca...per cosa dovevo combattere, e poi..volevano farsi beffa della mia anima e sentimenti, la prendevano e la calpestavano. Poi tornai davanti alla finestra e guardai indifferente e pensando alle parole di Frate Severo..io non mi inventavo le cose, ero presente solo io alla discussione e non le tre donne. Citazione:
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"Il moto delle stelle?" pensierosa "Interessante... dici che dobbiamo aspettare qui tutta la notte un segno?" sorridendo, divertita.
Poi rilessi ancora la scritta, quasi sperassi di avere un'intuizione. Lo seguii vicino alla porta, ma naturalmente era chiusa. "E vabbè..." alzai le spalle "Vediamo di riuscire ad aprirla..." osservando attentamente la porta per cercare di capire come potevo forzarla. |
Velven restò a fissare Gwen.
I suoi occhi erano inquieti. “Immagino” disse il bell'ufficiale “che questo sia un modo educato per dirmi che sto correndo troppo, vero? Si, forse ho fatto troppi voli pindarici, scusami...” si allontanò di qualche passo “... ora preparo qualcosa per cena...” e si diresse verso la cucina. |
“Solitamente” disse Icarius a Clio “chi sa attendere trova sempre ciò che cerca.” Sorridendo. “E comunque io conosco una poesia che secondo il suo anonimo autore, fra le altre cose, sa far spuntare la Luna.”
I due poi si avvicinarono alla porta e la ragazza cominciò ad osservare la serratura. Era una semplice chiusura non troppo articolata e facile da forzare per una come lei. |
Lo sapevo. Sapevo che l'avrei ferito.
Si allontano` da me di qualche passo e poi si diresse verso la cucina per preparare qualcosa per cena. Rimasi immobile in salotto per qualche minuto, poi andai in cucina. Era voltato verso il tavolo intento a preparare, io lo raggiunsi e poggiai le mani sulle sue spalle. "Velven, il problema e` mio non tuo" gli dissi, facendolo voltaare e prendendo il suo viso fra le mani "Ti chiedo solo poco tempo in piu`." Velven mi guardo` con i suoi bellissimi occhi scuri e poi mi abbraccio`, incastrando il volto nell'incavo del mio collo. Alcune lacrime minacciarono di uscire, ma le ricacciai indietro, beandomi di quel momento cosi` perfetto. http://images5.fanpop.com/image/phot...67-500-279.jpg |
“Si, scusami...” disse Velven a Gwen “... la colpa è mia, ti avrò messo pressione, magari facendoti venire ansia...” sforzandosi di sorridere “... ma non parliamone più adesso... anzi, dammi una mano con queste uova, ti va? Sto preparando una frittata... come la vuoi? Solo con formaggio e prezzemolo, o magari anche con del salame dentro? O forse il basilico non ti piace nella frittata?” Cercando il militare di nascondere il suo malcontento.
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“Guardare una tela” disse il Priore Tommaso ad Elisabeth “non è come fissare un'immagine che riporta l'esatta realtà. Essa è l'interpretazione di un artista di quella realtà che guardava nel momento in cui dipingeva. Neanche il riflesso allo specchio è un'immagine perfetta della realtà. Nelle discipline scientifiche per ottenere un'immagine reale da un disegno bisogna convertirlo in una proiezione ortogonale, in modo da ottenere prospetti e rilievi. Ma noi non abbiamo modo di poter usare qui formule geometriche e procedimenti tecnici. Dunque ci fideremo del nostro istinto. Voi dite di vedere occhi infernali accanto a questa sagoma? Potrebbe darsi. Io non escludo mai il soprannaturale. Solo uno stolto lo farebbe a prescindere. Ma prima di accettare tale ipotesi, bisogna prima eliminare ogni possibile causa naturale e umanamente spiegabile. Perciò, la brughiera ci attende.”
Lasciarono la locanda e con un carretto preso a noleggio uscirono dalla città, diretti nella misteriosa brughiera. Raggiunsero dopo un po' il punto esatto che il pittore aveva dipinto sulla sua tela. “Qui trovammo il calco...” indicò il religioso “... mi chiedo cosa potrebbe esserci ancora, visto è passato del tempo da quella sera...” ma guardandosi intorno il priore notò qualcosa. Era una luce in lontananza. “Sembra di una abitazione...” fece il Priore Tommaso “... andiamo a vedere, milady...” Seguirono la luce ed alla fine si ritrovarono davanti ad una piccola casa. Il religioso bussò e pochi istanti dopo qualcuno venne ad aprire. Era una vecchia. “Perdonateci...” sorridendo il priore “... cercavamo nei dintorni qualcosa che ha attirato la nostra attenzione... forse era un grosso cane, o magari un lupo.” “Non vi sono lupi qui.” Mormorò la vecchia. “Ecco, appunto.” Annuì il religioso. “Allora forse voi potete aiutarci a capire cosa abbiamo visto.” “Io non so niente.” Sentenziò la vecchia. “Ed ora vorrei essere lasciata in pace.” Fissando prima il priore, poi Elisabeth. |
Velven si sforzo` di sorridere, ma sapevo che non era convinto.
"In qualsiasi modo tu preferisca, sara` sicuramente buonissima" dissi sorridendo e posando un leggero bacio sulle sue labbra. Lui mi strinse forte e rimanemmo in quella posizione per qualche minuto, prima di continuare a preparare la cena. Avrei dato qualsiasi cosa pur di vederlo felice. |
Velven strinse a sé Gwen e restarono così a lungo, l'una nelle braccia dell'altro.
“Ora basta con questa velata tristezza...” disse lui sorridendole “... cosa ci manca per passare una bella serata? Abbiamo una casa tutta nostra e nessuno che ci disturba, una succulenta frittata, del buon vino rosso e persino del pane bianco che ho preso stamattina. Senza dimenticare poi le mele mature e rosse che ci faranno da ottimo dessert.” Ridendo piano. “Su, io rompo le uova e taglio il formaggio ed il salame, mentre tu poi le sbatti per amalgamare il tutto. E mentre la frittata frigge, io abbrustolisco un po' di pane sul braciere.” Ma ad un tratto si voltò verso la finestra. “Un momento... ma questa è la voce di Tutan... si, è proprio lui! Aspetta qui, Gwen!” E corse alla finestra. “Ehi, vecchio mio!” “Oh, salute a voi, signore.” Rispose il vecchio cantastorie. “Per un Taddeo e mezzo” fece Velven “posso avere una canzone romantica sotto la mia finestra stasera?” “Per un Taddeo e mezzo vi porterei la Luna, signore!” Ridendo Tutan. “Ma immagino non siate solo dentro.” “Infatti!” Annuì Velven. “E ditemi, è carina?” “E' la ragazza più bella del mondo!” Esclamò Velven. “Oh, allora occorre una canzone speciale.” Fece il cantastorie. “Per farle dire si? O magari per accendere in lei la scintilla della passione?” “Una canzone” spiegò Velven a Tutan “solo per farle capire che è l'unica al mondo per me.” “Allora serve una canzone speciale, romantica.” Prendendo il suo strumento musicale Tutan. “Lasciate fare a me, signore...” Velven diede le monete promesse al cantastorie, per poi tornare in cucina da Gwen, dove cominciarono a preparare la cena. Un attimo dopo, dalla finestra aperta, iniziò ad udirsi la bella e romantica canzone che Tutan stava intonando per i due giovani innamorati. |
Gli sorrisi, divertita.
"Davvero?" scuotendo appena la testa "Anche in pieno giorno? Beh, devo proprio sentirla allora..." sorrisi. Osservai poi la serratura, e non era poi così complicata. Estrassi dal corpetto una piccolissima lama affilata ma ruvida e leggermente ricurva, perfetta per quel genere di cose, la inserii nella serratura, cercando di ingannare il meccanismo che dopo un po' cedette. Mi voltai verso Icarius sorridendo soddisfatta. "Problema risolto.." facendogli l'occhiolino "Dai entriamo..". |
“Eh, che donna...” disse Icarius sospirando, davanti alla porta aperta da Clio.
I due entrarono, ritrovandosi così all'interno della chiesetta. Era formata da un'unica navata absidata. Il quadro originale, raffigurante la Vergine col Bambino, non c'era, essendo conservato nella capitale del regno, da cui veniva portato il giorno solenne della festa dedicato alla Madonna. Ai lati dell'altare vi erano statue raffiguranti i Santi. Il presunto duca si avvicinò all'altare e grazie alla luce di alcune candele cominciò ad osservarlo. “C'è una grata qui...” indicò alla ragazza “... immagino porti ad una cripta sottostante l'altare... aiutami a spostarla per favore... è pesante...” |
Altea era sempre nella baita, alle prese con inquietudini e ricordi.
Ma poi, ad un tratto, tornò ad udire quei rumori. Un cavallo stava passando poco lontano da lì, probabilmente diretto verso la casa di Sissi e delle sue sorelle, visto che non era molto distante dalla baita e nei paraggi non vi erano altre abitazioni. E all'improvviso, tra la penombra della notte soffusa sulla brughiera, Altea vide qualcosa tra la vegetazione. Era una figura incappucciata a cavallo, diretta proprio verso la casa delle tre nobildonne. |
Proprio mentre stavamo iniziando a cucinare, Velven scappo` alla finestra, salutando un certo Tutan.
Non sentii quello che si dissero, ma poco dopo che Velven torno` in cucina inizio` una musica bellissima e romantica e Velven si avvicino` a me, prendendomi le mani e incatenando i suoi occhi coi miei. |
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