"Si, sarà andata senz'altro così, come dice lei." Disse il pescatore a Dacey.
Allora Asso fece cenno a Dacey di ritornare a sedersi per finire i loro drink.
"Soddisfatta?" Lui a lei. "Abbiamo risolto il mistero della rete tagliata." Divertito.

Altea cominciò a baciare anche il petto di lui, su quei muscoli asciutti e bagnati.
Le sue mani erano sulla maschera del padrone che sentiva calda, come fosse viva.
"Mi piace il tuo modo di fare..." disse lui piano, attraverso quella maschera.

"Sarà un vero piacere, capo." Disse Fessen con tono garbato ma malizioso, finendo il suo drink ed alzandosi.
Chiese allora nella hall dell'albergo un'auto per recarsi con lei al commissariato.

Si voltò di scatto sentendomi.
Provavo un sadico piacere perverso nel coglierlo di sorpresa, un divertimento tutto mio.
"Bene, meglio così" sorridendo "Sono perfettamente d'accordo con lei, il rumire delle onde e la sabbia fresca sono quanto di più magico possa esistere."

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"Anche poetessa, oltre che medico." Disse divertito Elv a Gwen. "E lei come mai è qui? Credevo stesse andando in albergo." Fissandola.

Sorrisi divertita.
"Bisogna essere poliedrici, nella vita" commentai.
"Beh, non ne avevo l'urgenza in realtà e ho pensato di farle compagnia. L'ho importunata? Magari voleva restare solo..." chiesi, piegando appena il capo e facendo ondeggiare i corti ricci ancor più ramati alla luce del tramonto.
In realtà, sentivo il bisogno di mandare giù almeno due o tre capsule, ero stata troppo al sole oggi e non mi faceva bene.
Ma potevo sacrificare qualche minuto.

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“Ma no...” disse Elv sorridendo “... mi piace la compagnia. Soprattutto se piacevole come la sua. Beve qualcosa?” Chiese a Gwen.

Sorrisi non sapevo se più teneramente o più grata a quel garbato complimento.
Beve qualcosa?
La sete avvampò nella mia gola, facendomi sentire quelle fiamme che ora diventavano insistenti.
Dovevo resistere.
"Sì, perché no" annuii.

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"Venga..." disse Elv con un cenno della mano, invitando Gwen a seguirlo al bar dell'albergo.
Si sedettero ad uno dei tavolini sul portico del locale.
"Cosa preferisce bere?" Chiese lui a lei, mentre il tramonto tingeva la spiaggia di un calmo rosato.

Lo seguii fino al bar dell'albergo e prendemmo posto ad uno dei tavolini sul portico.
La vista era meravigliosa.
Il mare era un leggero viola e la spiaggia un tenero rosato, uno spettacolo tanto semplice quanto unico.
Il sommesso brusio dei clienti si univa alla risacca delle onde e tutto si mescolava perfettamente in quella situazione placida e assorta.
Cosa preferisce bere?
Altri spasmi simili a ferri arroventati nella mia gola mi fecero quasi gemere dal dolore.
Avrei voluto tanto dire che preferivo vuotare una delle sacche di 0+ che avevo conservato nel frigobar della camera, ma non potevo.
"Per me un rosso" risposi, la voce misurata e composta e il sorriso accennato, mentre cercavo in tutti i modi di ignorare quell'inferno.

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