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“Come volete, milady.” Disse Simoinin a Clio. “Riferirò quanto da voi detto a messer Rodolfo. Ah, dimenticavo... ho notato che Sua Signoria non era nei suoi alloggi... io non conosco le sue abitudini e devo comunque riferirgli che messer Rodolfo lo attende... magari potete indicarmi dove potrei trovare Sua Signoria? Non so, nel cortile, o magari è fuori a cavalcare... ve ne sarei grata per l'aiuto...”
Intanto Icarius non smetteva di baciare la bellezza di Clio. E quel suo stretto corpetto sembrava una prigione da cui il pastore cercava, con le labbra e non solo, di assaporare quei seni bianchi e perfetti, racchiusi in quell'austero giaciglio. |
Il pittore sorrise ad Elisabeth.
“Siete straordinariamente sensibile, milady...” disse baciandole ancora la mano e senza distogliere lo sguardo dal suo volto “... il mio nome? Oh, ma io poso avere mille nomi... tutti quelli che più vi piacciono... ma se proprio ci tenete a saperlo, allora ve lo svelerò... Compan... il mio nome è Compan... ai vostri ordini, desideri e capricci, mia dea...” baciando nuovamente la mano di lei, stavolta con fare ancor più sensuale “... una taverna? Verrei con voi in capo al mondo... ma a patto che vi facciate ritrarre, milady...” I due così uscirono dallo studio, trovando il palazzo ormai sveglio per il nuovo giorno. E qui udirono da alcuni servitori quanto accaduto la sera prima. Ossia l'orrendo omicidio di Azelle. |
Ma sei davvero pedante....
Vattene via... Presi un profondo respiro. "Non ho idea di dove possa essere Sua Signoria..." Affondando le mani nei capelli di Icarius, per poi scendere sulle sue spalle "Credo che non debba rendere conto a nessuno dei suoi spostamenti... Se non vi dispiace, come vi ho detto, avrei bisogno di riposare..." Cortesemente, cercando di non tradire le emozioni che mi attraversavano. Vattene, ragazza su... Andiamo... |
In balia di mille e più inquietudini, Altea si era rifugiata nel suo angolo segreto, ma col pensiero e lo sguardo rivolti continuamente sul quel biglietto.
Chi poteva averlo scritto? Davvero Guisgard? Chi altri poteva sapere dell'esistenza di un possibile sosia del vero duca? Questi e infiniti altri pensieri correvano nell'animo e nel cuore della dama di Bastian. Fino a quando arrivò l'ora in cui Bensuon era ad attenderla nelle scuderie. |
Erano menti di calda passione, di infuocato slancio, quelli che stringevano Clio contro il corpo di Icarius, che portavano le labbra di lui a cercare la sua pelle e le mani di lei ad affondare nei suoi capelli e scendere lungo la sua schiena.
Il presunto duca si era già tolto la camicia ed aveva fatto lo stesso con la ragazza, per poi dedicarsi al suo corpetto. E cominciò ad allentarne i lacci. Senza però smettere di baciarla. Ovunque. Dalla testa, alle spalle, fino a dove rendeva possibile quell'austero bustino. “Si, comprendo, milady...” disse Simoinin “... certo, Sua Signoria gode della massima libertà... vorrà dire chiederò agli stallieri e agli staffieri... vi lascio dunque riposare, visto che dalla voce vi sento affaticata...” Icarius riuscì ad aprire finalmente quel corpetto, liberando Clio. E restò a guardarla davanti a lui. Guardava il suo petto nudo e dopo aver alzato lo sguardo per un momento, gli occhi della ragazza. “Ti voglio...” sussurrò al suo orecchio, per poi baciarlo. E le sue mani erano già scese sui seni di lei, accarezzandoli piano, tutti e due, più volte, in ogni loro parte, fino indugiando a giocare su di essi con le dita prima e con la bocca poi. “Vi lascio tranquilla allora, milady...” ancora Simoinin da fuori “... ma se vi occorre qualcosa non indugiate a chiamarmi, va bene? Sono a vostra disposizione. Posso dunque stare tranquilla, milady?” http://s2.dmcdn.net/I1oB/526x297-Zml.jpg |
Era una tortura, una dolce ed infuocata tortura dover stare concentrata su quella servetta impertinente, che non voleva lasciarci in pace.
Quel sussurro, così audace ed appassionato. La mia mano raggiunse il suo collo e lo attirò a me. "Anch'io..." Sussurrai pianissimo. Ma quella là fuori non la smetteva. Presi un profondo respiro. "Se avrò bisogno di voi vi chiamerò, non temete..." più calma che potevo "Buona Giornata..." Tagliai corto, stavolta con un tono più deciso. E che diamine... Lasciaci in pace... |
“Bene.” Disse Simoinin. “A più tardi dunque, milady. Anzi chiederò direttamente a messer Rodolfo dove poter cercare Sua Signoria. Lui infatti era impaziente. E naturalmente gli rivelerò del vostro stato, in modo che nessuno venga a disturbarvi oltre. Buon riposo, milady.” Ed andò finalmente via.
“La servetta si è decisa a mollare la presa...” sussurrò Icarius a Clio “... ero sul punto di uscire e sopprimerla...” sorrise, per poi baciare ancora la ragazza, assaporando a lungo le labbra di lei con le sue. Poi la fece stendere e la spogliò del tutto, lasciandola come una Venere nuda su quel lettino, mentre lui in piedi si disfava delle ultime cose che aveva indosso. E così si stese accanto a lei. Ed entrambi nudi si unirono in un caldo ed appassionato abbraccio che li portò a godere dei piaceri d'Amore. |
“Siete straordinariamente in gamba” disse Azable a Galgan “e dotato di troppo coraggio per poter vagare nel nulla, cavaliere. Io sono un esperto, anzi un cultore della nobiltà delle armi e so riconoscere qualcuno degno di esse quando lo incontro. Vi prego, accettate, per sdebitarmi, l'invito che vi porgo nel seguirci in quel maniero alle nostre spalle. Siete un temerario ed è grazie a voi che oggi io ed il mio compagno siamo ancora vivi, o almeno senza ferite.”
“Signore...” avvicinandosi Samondo all'orecchio di Azable, in modo che Galgan ed il suo scudiero non potessero udire “... li conosciamo appena, meglio limitarci a ringraziarli o al massimo ad offrire loro una ricompensa... eviterei di portarli al castello...” “Sciocchezze.” Fissandolo Azable. “So comprendere gli uomini.” Tornò a guardare il cavaliere. “Dunque, accettate il mio invito, nobile cavaliere?” |
Il misterioso ex galeotto e Tessa raggiunsero l'ingresso di quella grotta.
Ma prima di entrare, la giovane donna gli parlò del quadro di Gaya visto in chiesa. “Si, rammento...” disse annuendo lui “... ne parlavate con Fra' Godwin... io ricordo tutto ciò che dite... e in effetti la cosa è alquanto curiosa, se non addirittura strana... avete sognato di una donna di cui non sapete nulla... e a quanto pare non si tratta di una donna comune ed anche particolarmente amata in queste terre... beh, forse quel bambino non aveva poi tanta fantasia quando ha detto gli ricordavate una principessa...” rise “... non c'è che dire, io e voi insieme siamo davvero un bel rompicapo...” sorridendo col suo solito modo di fare “... ma come vi ho promesso, al di là di come finirà questo nostro viaggio su questo Santo Monte, dopo ci metteremo in cerca di notizie sui vostri enigmatici Natali... promesso...” fissandola negli occhi. Un attimo dopo entrarono nella caverna e si ritrovarono davanti ad uno stretto cunicolo. La maschera di ferro prese Tessa per mano ed insieme cominciarono a scendere. “Non lasciate la mia mano, o inciamperete... magari trascinandomi a terra con voi, finendo l'uno sull'altra...” fece il prigioniero, tra il divertito ed il serio. Vi era un'atmosfera strana, misteriosa, quasi solenne laggiù. La luce, sempre più debole, vaga e sfocata, man mano che scendevano, pareva precederli e scintillare come una stella di una chiara sera di Primavera, quasi che volesse indicare loro l'accesso alle remote e nascoste tesorerie della natura. Fino a quando raggiunsero un dedalo di gallerie. E il sussurro dell'acqua di qualche vena sotterranea, la lontananza della superficie abitata ed animata, l'oscurità misteriosa ed affascinante e il groviglio di gallerie simile ad un labirinto magico e naturale sembravano dare a quel luogo un'atmosfera incantata. E ad un tratto, quando la penombra dominava quasi sovrana, in lontananza, in fondo ad una di quelle lunghe gallerie, l'ex galeotto e Tessa videro splendere una debole e chiara luce. “Credo ci siamo...” mormorò lui, indicando quella luce lontana. Così la raggiunsero, ritrovandosi in uno stretto antro, illuminato da una lanterna che pendeva da un chiodo conficcato nella parete rocciosa. E seduto su un rudimentale sgabello posto davanti ad una spartana tavola di faggio e tufo stava un vecchio dall'aspetto venerando e l'aria incanutita. Un attimo dopo il vecchio si voltò a fissarli. http://1.fwcdn.pl/ph/22/29/32229/246712.1.jpg |
Quanndo fui costretta da Rida a uscire dal caravan, iniziai a volteggiare leggera.
Era una sensazione completamente diversa da tutte le altre provate prima. I miei sensi erano cambiati, la mia vista, la mia percezione erano come amplificati, riuscivo a carpire qualsiasi cosa mentre volavo veloce, spedita e libera, come mai prima d'ora. Volare mi aveva fatto dimenticare, seppur per pochi attimi, il fatto che fossi sotto effetto di una maledizione e che non sapessi se avrei mai rivisto la compagnia. A proposito di quest'ultima, stava gia` partendo verso una destinazione sconosciuta, riuscivo a scorgerla dalla mia postazione sul tetto di una casa. Potevo solo sperare che non cadessero vittime della strega, com'era successo a me e che stessero bene. Ad un tratto pensai a cosa dovevo fare. Spiccai il volo, attraversando l'intricata ragnatela di vicoletti e stradine, sorvolando la piazza del mercato, che vantava una vastissima gamma di odori, suoni e colori e infine raggiunsi la mia destinazione. Mi fermai sul davanzale della finestra e lo vidi. Velven stava indossando la giubba verde dell'uniforme che amavo tanto, dopo usci`, curandosi di chiudere la porta a chiave e si volto` nella mia direzione. Subito, volai, mi appollaiai sulla sua spalla e lui mi sorrise. |
Non sapevo neppure io quanto tempo rimasi li, a fissare quel biglietto..la scrittura era la sua..ma chi lo aveva portato a Corte? Fosse stato pure un trucco di mio nonno per vedere se ero fedele ora a Ludovico? Ma una cosa mi dava perplessità, a parte il fatto che sapesse del sosia ma indicava il fatto era solo, senza nessuno di cui potersi fidare e che gli ero rimasta solo io..Guisgard era famoso per sapersi destreggiare tra le persone..aveva l' Isola del Duca pure se voleva cercare un riparo..e non aveva nessuno a Capomazda a cui rivolgersi? Forse non voleva dare nell' occhio..sarebbe successo un tafferuglio se tutto fosse stato vero..due Guisgard..quello vero e il sosia.
Eppure quelle parole mi ferivano.."Non tradirmi...non ho nessuno di cui fidarmi..mi sei rimasta solo tu". Oh, se fosse stato vero come potevo guardarlo quando ieri sera avevo tolto l' anello Capomazdese...e poi sarebbe stato davvero lui. Bene, era ora di andare....salii in camera e presi un pugnale e lo nascosi tra il corpetto, indossai il mantello e presi pure la mia sacca e il ciondolo..le mie mani tremavano e scrissi una altra missiva a mio padre. Scesi nelle scuderie e vidi il giovane Matthew, era un valente scudiero e sempre a servizio di mio padre..già mio padre mi diceva sempre di ponderare il tutto e di non essere avventata..se qualcosa mi turbava era meglio aspettare.."Matthew, ho fatto recapitare una missiva a mio padre, l' ha portata una serva stamattina al panettiere di fronte all' orfanotrofio tu conosci, solitamente il messo parte alla sera e falla fermare, devo appurare una cosa e se fosse già partita, fai recapitare questa seguente" e gliela porsi, dicevo a mio padre se la lettera era già arrivata di aspettare un attimo, dovevo ponderare un attimo ma nel mio dito rimaneva, ovviamente, l' anello sygmese...non faceva differenza un giorno o due..e comunque questo era, ma se fosse stato Guisgard, non volevo fare gesti avventati..ma non per il fatto sperassi in qualcosa tra noi ma perchè temevo lui necessitasse di me a Capomazda e a seguito della decisione mi avrebbero fatto leva per il fidanzamento a Sygma. Vidi Bensuon e gli dissi sottovoce sorridendo.."Ho un appuntamento con un ammiratore segreto, ma di questi tempi meglio non andare sola..mi puoi accompagnare...però non dove ho l' appuntamento, vi è una locanda prima, puoi aspettarmi li, ma anche tornare a Corte..". Salii su Cruz e lui su un altro destriero e partii di fretta per la brughiera e per le stradine secondarie meno battute, non volevo essere tardi finchè ci trovammo proprio nella strada di accesso alla città e gli dissi io mi sarei un attimo fermata in una Cappella più avanti per accendere un cero per la Settimana Santa e quella era la unica cappella nella strada e poco più avanti mi sarei fermata nel luogo dell' incontro e lo lasciai scegliere se aspettarmi in locanda oppure tornare a Capomazda.."Ci vediamo dopo..non preoccuparti..e non fare stragi di cuori se vai in locanda, so lì lavora una morettina niente male" e risi fingendo tutto fosse nella norma, ma sapeva le mie mosse. Spronai Cruz, era quasi mezzogiorno e poco più avanti trovai la Cappellina della Vergine, scesi da cavallo e lo legai dietro la chiesa perchè non si notasse. Mi guardai in giro e misi il cappuccio per non essere vista, nonostante l'insolito caldo della stagione. Aprii piano la porta e mi feci il segno della Croce con l' Acqua Santa, vi era un piccolo altarino con la statua della Madonna e il Bambin Gesù e accesi un cero pregando...e chiesi alla Madonna di proteggermi, ma stavo ben all' erta. |
Finalemente Simonin se ne andò e io potei lasciarmi andare a quella passione che ci guidava l'uno verso l'altra.
E quando quella marea incontrollabile e travolgente si placò, restai abbracciata a lui, per lunghissimi istanti in cui riuscii a non pensare a niente. "Lo farei davvero, sai.." alzando lo sguardo su di lui "Scappare con te, trovare un lugo che sia solo nostro dove poter essere felici..." sospirai, per poi baciare dolcemente la sua spalla su cui ero appoggiata, e tornare a rifugiarmi tra le sue braccia. "Ma ora devo vendicare Azelle..." fissando un punto lontano e indefinito nel vuoto "Glielo devo.." mormorai, per poi scuotere la testa. "Ora ci sarà il suo odiato patrigno a stracciarsi le vesti, quando le ha reso la vita impossibile... e avrà un lugubre e triste funerale come non avrebbe mai voluto.. dove tutti andranno a fare le condoglianze propio a chi la detestava..." in un sussurro. Certo, non potevo fermare tutto quello, potevo solo renderle giustizia poi mi ricordai che ovviamente Icarius non sapeva nulla di lei. "Sai.." alzando nuovamente lo sguardo su di lui "La sera in cui la conobbi aveva appena scoperto chi era il suo vero padre... per quello era andata in quella taverna poco raccomandabile.. era sconvolta... aveva sempre sospettato di non essere figlia del barone di cui portava il nome, il marito di sua madre, visto il modo in cui lui la trattava, a differenza dei suoi due fratelli più piccoli... ma quel giorno aveva origliato per caso una conversazione e scoperto la vera identità di suo padre.. la cosa l'aveva sconvolta... era un semplice falegname, di cui sua madre si era follemente innamorata in gioventù... lui sapeva di avere una figlia ma la madre non gli aveva mai permesso di vederla.." parlavo a voce bassa, accarezzandolo dolcemente, quasi fosse un antidoto alla tristezza che poteva trovarmi ancora. "Da allora diventammo amiche e un giorno lei prese coraggio e mi chiese di accompagnarla alla bottega di quel falegname, che in tutti questi anni non aveva fatto altro che sperare nel ritorno di sua madre..." sorridendo appena, quella storia mi era sempre parsa tremendamente triste "La abbracciò, e io li lasciai soli, dato che avevano tante cose di cui parlare..." sospirai "Dopo qualche tempo, però, lui morì per una malattia.. e lei lo seppe solo all'ultimo.." gli occhi mi si inumidirono appena "Ricordo il giorno del funerale, in una piccola chiesetta semideserta... lei scese dalla carrozza col cappuccio sulla testa, mi vide, e mi crollò tra le braccia..." mentre una lacrima mi rigava il viso, come ogni volta che ripensavo a quel giorno "E durante il funerale mi guardò di soppiatto ridendo piano, tra le lacrime che le deturpavano il bel viso e mi disse che una tale lagna lei non l'avrebbe mai voluta..." ridendo piano, ricordando la sua espressione poco consona alla situazione in cui ci trovavamo, per poi scuotere la testa, sorridendo. "Era meravigliosa.. bellissima, divertente, seducente come nessuna... riusciva a far arrossire anche il più spregiudicato degli uomini di corte.. eppure pochi potevano vederla veramente... non aveva problemi a mostrare il suo corpo, anzi... l'ultima volta che l'ho vista posava praticamente nuda per il pittore di corte..." sorrisi "Ma ha permesso davvero a pochissime persone di vedere la sua anima, aveva troppa paura che se l'avesse fatto nessuno avrebbe compreso.. e io mi ritengo una privilegiata a conoscerla per ciò che era davvero, perché ai miei occhi era ancora più bella..". Sospirai "Vendicherò la mia amica..." mormorai, quasi a me stessa "A cominciare dalla spia..." pensierosa "Lo sai qual'è il modo migliore per sconfessare una spia? Creare una notizia falsa, fare in modo che lei lo sappia e, credendola vera, agisca di conseguenza..." sorridendo appena "Dobbiamo trovare la notizia falsa che faccia al caso nostro..". |
Gwen, sotto forma di colomba, volò libera sui palazzi, le torri, le guglie e le mura di Capomazda.
Era libera e tutto il mondo, con le sue inquietudini, sembrava lontano. Ma guardando in basso vide i suoi compagni attori intenti a cercarla. E quando giunse la metà del meriggio, a malincuore, perchè la credevano fuggita chissà dove, fecero i bagagli e lasciarono la città. Solo Rida cercò fino all'ultimo di farli aspettare ancora, con la speranza che ragazza di Avalon tornasse fra loro. Ma naturalmente non accadde ed il caravan partì. Gwen allora cercò qualcun altro. Trovò Velven e scese sulla sua spalla. “Ehi, piccola...” disse l'ufficiale accorgendosi della colomba “... dove svolazzi tutta sola? Sei forse come me? Anche io guardo il cielo ed aspetto qualcuno, sai? Chissà se poi verrà...” Ad un tratto arrivò un suo compagno. “Salute, Velven.” “Salute, Marcos.” “Hai saputo?” “Cosa?” Chiese Velven. “La tua tortorella.” Rispose. “Quella che lavora in quella compagnia di attori. Pare abbia preso il volo. Ho infatti visto il loro carrozzone lasciare la città. Hai fatto male ad innamorarti di una attrice girovaga. Quel genere di persone non hanno fissa dimora e neanche sentimenti certi.” |
Altea preparò ogni cosa con cura.
Lasciò Bensuon presso una locanda poco distante dal luogo del misterioso appuntamento e lei raggiunse la Cappellina della Vergine. Il cielo era velato e la campagna circostante appariva muta e malinconica. Trascorsero diverse ore e Mezzogiorno passò senza che nessuno si presentasse. Poi, verso il meriggio inoltrato, finalmente la dama di Bastian vide qualcuno. Era un uomo a cavallo, con un cappuccio sul capo, che vedendola le fece cenno di seguirlo. Spronò il cavallo e galoppò verso la misteriosa brughiera. |
Icarius e Clio, dopo aver soddisfatto la grande passione che li aveva spinti l'uno verso l'altra, restarono a lungo stretti in quel letto nudi, con lei sul petto di lui.
Il presunto duca ascoltò allora ogni parola della ragazza circa il ricordo della povera Azelle, uccisa da chissà chi come se fosse un animale da macello. “Capisco ciò che provi, Clio...” disse lui alla fine, accarezzandola piano, quasi giocasse con le dita sulla sua pelle “... ma se anche, come sembra, ci fosse una spia in mezzo a noi non credo sarà così semplice smascherarla... il tuo piano è buono, ma occorre una bugia credibile...” guardando il soffitto della stanza “... qualcosa che attiri i nostri nemici come la luce fa con la falena... ma cosa?” Chiuse gli occhi per un momento. “Però...” riaprendoli di colpo “... però i nostri misteriosi avversari sono di certo ostili ai Taddei e dunque immagino ne conoscano le caratteristiche... potremmo allora diffondere una falsa notizia, tuttavia credibile... come il ritrovamento di Mia Amata...” |
Mi sedetti in un piccolo bancale, passò molto tempo..e questo mi ricordava quando mi dava appuntamenti ed era sempre in ritardo.
Poi vidi una sagoma a cavallo, non vidi il volto, mi fece cenno di seguirlo e io presi Cruz e lo seguii a cavallo verso la brughiera...sei una folle..folle...non sai nemmeno chi sia, ora se è un pericolo Bensuon non potrà salvarti. La figura galoppava forte, io spronai Cruz.."Avanti, Cruz, raggiungilo" e mi pareggiai verso la misteriosa figura e la guardai. |
Gli sorrisi.
"Io non dico di diffondere una notizia così, alla luce del sole..." pensierosa "Altrimenti non sapremo mai chi è la spia... no, occorre essere sicuri che solo una persona lo sappia, così, se dovesse trapelare tra i nostri nemici sapremmo per certo l'identità della spia... anzi, se abbiamo più sospetti potremo usare più bugie, ma anche qualcosa di piccolo.. serve solo a capire l'identità della spia..." sospirai "Anche se la cosa migliore sarebbe averne una anche noi nella corte di Cimmiero.." intrecciando le mani con le sue "Forse penseranno che dopo la storia di Azelle non ci riproveremo e abbasseranno la guardia..." mormorai. Alzai lo sguardo su di lui e lo baciai dolcemente. "Dovremmo alzarci..." con una smorfia "Rodolfo starà diventando matto..." ridendo piano "Però sai che l'idea di Mia Amata non è affatto male?" sorridendo "Io sono tornata a Capomazda proprio per quello.. perché Azable, l'uomo che adesso è il Maestro d'Armi di Cimmiero voleva rubare Mia Amata o Parusia, io mi sono finta dei suoi per conoscere le sue intenzioni e i suoi movimenti, e impedirgli di rubarla.. ma poi, il mio soggiorno qui ha preso un'altra strada e li ho piantati in asso.." facendo l'occhiolino al pastore "Però ci pensavo ieri.." puntellandomi sui gomiti "E se la trovassimo davvero? Io dovrei avere una strana spada, che è in realtà una chiave, e parla della Scafatella,e di un pozzo.. non ricordo le parole esatte ma... non so, mi ha dato l'impressione che parlasse di Mia Amata.." lasciando lo sguardo vagare in cerca della mia sacca "Dovrebbe essere nel mio bagaglio.. adesso guardo..". |
Mentre Velven mi stava parlando, arrivo` un altro ufficiale, un certo Marcus.
Disse che "la sua tortorella aveva preso il volo". Non avrebbe potuto usare parole piu` giuste, peccato per quello che disse dopo. Disse che aveva sbagliato ad innamorarsi di un'attrice, che queste persone girovaghe non hanno sentimenti certi... Speravo che Velven non lo ascoltasse. Avrei aspettato che il sole tramontasse, cosi` avrei potuto aspettare Velven a casa e dimostrargli che io c'ero e ci sarei sempre stata. |
Anche affiancando quella figura durante la galoppata, Altea non riuscì a scorgerne il volto.
Cavalcarono ancora per un po', fino a quando la città ormai era lontanissima. Ad un tratto la misteriosa figura si fermò ed ordinò ad Altea di fare lo stesso, restando distante alcuni passi da lei. Indicò poi una casa poco distante, come se Altea dovesse raggiungerla. E la dama di Bastian riconobbe subito quell'abitazione. Era la casa di Sissi e delle sue sorelle. Un attimo dopo la misteriosa figura incappucciata, come un'ombra, svanì nella vegetazione circostante. |
Icarius cercò di trattenere Clio ancora un po' accanto a lui, tirandola a sé ogni volta la ragazza cercava di alzarsi dal letto e raggiungere la sua sacca.
Ma alla fine ebbe la meglio lei e cercò quella misteriosa arma. “Che barba essere duca...” disse lui sbuffando “... non dovrei fare solo ciò che mi va?” Fissandola mentre cercava l'arma. “Invece devo alzarmi e non ne ho voglia.” Restò allora a guardarla cercare nella sua sacca, inginocchiata e completamente nuda. “Sei bellissima, Clio...” sussurrò lui “... così bella che guardarti fa quasi male... io... io farei di tutto per conquistarti... anche diventare Guisgard pur di averti...” |
Non riuscivo a vederla...non comprendevo chi fosse ma poi apparì la casa di lady Sissi e le sue sorelle.
La figura la indicò come a dirmi di entrare e sparì, senza parlare..non sapevo se fosse uomo o donna. Possibile...Guisgard era là...o loro mi avevano attirato con quel biglietto per parlare con me..loro dicevano Guisgard era morto. Legai il cavallo e con ansia bussai alla loro porta.."Sono lady Altea, una figura mi ha portato fin qui" .... se fosse stato Gvineth o loro prendendosi gioco dei miei sentimenti...oh non mi avrebbero mai vista cosi infuriata. |
Velven non disse nulla a Marcus e i due militari restarono a parlare ancora un po' di altre faccende.
Poi il bell'ufficiale prese la sua spada, indossò una giacca e col suo compagno tornò in caserma. E lungo il tragitto, galoppando per le strade, Gwen non riuscì a restare sulla sua spalla e fu costretta ad alzarsi in volo. Svanito Velven nella caserma, la colomba tornò a volare sui cieli Capomzdesi, fino a quando, guardando al di là delle torri cittadine, vide in lontananza il caravan dei suoi amici imboccare un sentiero. Ma un attimo dopo, dal cielo grigio, sorse un vento forte, simile ad una bufera che si abbatté sulla campagna, travolgendo il carrozzone e portandoselo incredibilmente via. |
Risi a quelle parole, senza voltarti.
"Ah, guarda che per me possiamo stare qui tutto il giorno..." con tono divertito, frugando nella mia sacca. "Oh, eccoti qua.." mormorai, disseppellendo la misteriosa arma da tutte le cianfrusaglie che mi portavo dietro. Poi mi bloccai alle ultime parole di Icarius, e mi voltai di scatto verso di lui con uno sguardo diverso, intenso e infuocato, per poi tornare al suo fianco, con quella misteriosa arma in mano. "Giurami.." con gli occhi nei suoi "Giurami che non lo farai mai... che mi dirai sempre la verità non quello che credi voglia sentirmi dire..." abbassai lo sguardo per un momento "Ti prego...". Ci mancava solo che mi confondesse le idee di proposito, era già complicato così. Alzai lo sguardo su di lui e gli sorrisi, chinandomi per baciarlo dolcemente. "Parli come se ti avessi respinto..." mormorai, baciandolo ancora "Credi che sarei qui, altrimenti?" con un sorriso, per poi spostarmi leggermente. "Eccola..." mostrandogli la misteriosa arma "Di questa parlavo.." porgendogliela. |
“Entrate, milady...” disse aprendo la porta Melinna ad Altea “... vi stavamo attendendo...”
Dentro la casa c'erano anche Sissi ed Atenia. “Immagino” Sissi alla dama di Bastian “abbiate ricevuto anche voi il biglietto...” e mostrò un biglietto che così diceva: “Siete le mie zie ed io ho bisogno di voi. Il casato intero ha bisogno di voi. I miei nemici hanno messo un fantoccio sul mio seggio. Ho scritto anche ad Altea. L'unica di cui mi fidi davvero. La porterò da voi e poi vi farò avere notizie. Guisgard” |
Icarius prese l'arma di Clio e la osservò con attenzione.
“Io non sono un esperto” disse “ma non ho mai visto un'arma simile. Non credo sia pratica per un combattimento però. Forse dovremo mostrarla a qualcuno in grado di spiegarci...” guardò la ragazza “... rivestiamoci ed usciamo... voglio fare un giro e magari troveremo qualche esperto... altrimenti possiamo chiedere a Rodolfo... cosa ne dici? Lui è comunque un uomo che conosce le armi.” |
Guardai le donne, erano pure loro turbate e stupite e lessi il biglietto...
"Si, avevo appuntamento con lui a mezzogiorno...ecco il biglietto...presso la Cappellina della Vergine, ma non venne" e glielo mostrai "Vedete..dice si fida solo di me, e di non mostrare a nessuno il biglietto..e lo ho fatto..ma che succede? Qualcuno si prende gioco di noi? So solo è arrivata una figura a cavallo incappucciata e sapeva di portarmi qui..a proposito..sono stata in Cimitero..la tomba di Guisgard è vuota" e mi sedetti perplessa e le guardai "A voi chi ha mandato questo biglietto, cosa ne sapete?". |
Alzai gli occhi al cielo, per poi annuire.
Anche tu hai l'irritante abitudine di non rispondermi, eh... Mi concentrai sull'arma e poi alzai gli occhi su di lui, vagamente divertita. "Ma è ovvio che non è un'arma... che ci dovrei fare con una chiave?" scuotendo appena la testa "Leggi l'iscrizione, è quella che mi ha fatto sospettare...". Citazione:
Avevo sempre amato vestire di nero, dunque non mi sembrava tanto un sacrificio farlo per Azelle. "Allora..." voltandomi verso Icarius, mentre mi vestivo, totalmente di nero "Che ne pensi?" alzai gli occhi su di lui, mentre ero alle prese coi lacci del corsetto "Dell'iscrizione, intendo.." strizzando l'occhio. Il mio abbigliamento era sobrio e comodo, pantaloni attillati e stivali, una camicia e una giubba. Non conoscendo i programmi della giornata, era meglio stare comoda, e poi non avevo alcuna voglia di pensare agli abiti. Sorrisi appena, tra me e me, immaginando Azelle alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa, sconsolata. |
Mellifluo il pittore......." Strano nome il vostro...ma in fondo avete ragione....voi potreste avere mille nomi...ma un unico volto.......saro' la vostra la Dea a cui darete finalmente un volto....ma prima.....andiamo alla Locanda...."...così...ci avviammo alle porte del Palazzo e mentre stavamo per uscire fuori...un gruppo di uomini parlavano di cio' a cui avevano assistito la sera prima........doveva essere una scena rivoltante.........non volli fermarmi ad ascoltare oltre...avevo già abbastanza problemi ..." bene Compan....conoscevate la donna che e' stata barbaramente uccisa ?.......in questo luogo si sta vivendo una situazione strana......perdonatemi....ma stare fuori da Palazzo mi sembra già tutta un'altra cosa.....come respirare aria nuova......non credete ?..."...intanto...camminavo con la tela tra le mani...non era molto grande e l'avevo avvolta in una stoffa blu.....certo Compan...non si spiegava il fatto...ma non potevo portare a Palazzo il Priore....anche se a pensarci bene.....il pittore viveva in una parte molto riservata...e in tutta franchezza...nessuno si occupava di nessuno...potevano entrare ..... gli invasori..forse non se ne sarebbero accorti....giungemmo alla Locanda.......e ormai come di consuetudine...il Priore...aveva attorno un capannello di fedeli....era bravo come oratore.......incominciai ad alzare la mano...per fargli cenno e per farmi spazio......" Venite Compan....ora berremo un vino speciale.......e parleremo con una persona speciale......"...arrivai al tavolo di Tommaso....urtando sedie e pestando piedi..e che diamine Il locandiere avrebbe dovuto pagarlo...per la gente che entrava in quel posto....." Salute Priore....felice di rivedermi ?...."......
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Velven e Marcus restarono a parlare del piu` e del meno. Quando Velven, pero`, inizio` a galoppare, non riuscii a restare sulla sua spalla.
Ricominciai a volare su Capomazda, senzauna meta precisa. Quando pero` scorsi il caravan nella campagna, mi fermai su un tetto per osservarlo. Proseguiva spedito per la sua strada e io continuavo ad avere un enorme e profondo senso di ansia. Improvvisamente, come per magia, un forte vento si alzo` nella distesa campestre. Sembrava pero` che volesse colpire solo ed esclusivamente il caravan. Quest'ultimo venne rudemente spazzato via e ogni mia speranza di rivedere i ragazzi si infranse. Mi sentivo terribilmente impotente, anche perche`, probabilmente, era opera di Cassaluia. Presa com'ero dall'osservare il caravan, non mi accorsi che anche gli ultimi raggi di sole stavano tramontando. Cosi`, scesi giu` e imboccai un vicolo proprio dietro la casa di Velven. Nell'esatto istante in cui toccai terra, avvertii lo stesso formicolio e lo stesso calore in tutto il corpo. Nel giro di un attimo, riacquistai la mia forma umana; mi sembrava cosi` strano essere di nuovo io. Girai l'angolo: nonostante il sole fosse calato, c'era ancora un gran via vai di gente, i bambini giocavano, le donne tornavano dal mercato e gli uomini concludevano la loro giornata di lavoro. Presi la chiave ed entrai a casa di Velven, richiusi la porta a chiave e aspettai il suo ritorno sul divano. Ero esausta. Avevo volato tutto il giorno e ora ero stremata. Ripensando alla sensazione di liberta` che avevo provato, mi addormentai. |
Eccola, mia appariva innanzi, l'occasione cercata con l'arma della menzogna; mi veniva servita su un piatto d'argento, come la Testa del Battista, e decisi di non gettarla alle ortiche.
"Ti ringrazio, mio Signore" lanciai una muta lode all'Onnipotente, prima di rispondere al mio interlocutore; -Voi mi onorate messere, io e il mio compagno d'armi accetteremo volentieri- |
Quei cunicoli all'interno della caverna del maestro, anziché inquietarmi, mi riempirono il cuore di pace.
Non avevo paura. Quella era la strada giusta da seguire, lo sentivo. Vedemmo infine il maestro, seduto su uno sgabello e, tanta era la voglia di sapere se poteva aiutare il prigioniero, che iniziai a parlare non appena voltò lo sguardo su di noi, accorgendosi della nostra presenza. "Maestro, ci manda qui il fabbro. Siete l'unico che potete aiutare quest'uomo a liberarsi della sua infernale maschera!" E, con il cuore in gola, attesi che proferisse parola. |
“Prima la storia del sosia” disse Sissi ad Altea “ed ora questa della tomba vuota. Ed in mezzo questi misteriosi biglietti. Mi sembra chiaro che qualcosa deve esserci dietro.”
“Lo credo anche io.” Annuì Melinna. “Dunque davvero il vero duca non è quello che ora siede sul suo seggio?” Turbata Atenia. “Questo lo scopriremo” fece Sissi “solo quando si mostrerà chi c'è dietro a tutto ciò.” Guardò Altea. “Noi abbiamo trovato questo biglietto stamani, infilato sotto la porta. Ma davvero c'è lord Guisgard dietro tutto questo? Perchè nascondersi?” “Forse è in pericolo.” Mormorò Atenia. “In pericolo da cosa?” Fissandola Melinna. “Lord Gwineth e lord Cimmiero non avanzano più pretese sul suo seggio ormai.” “Forse un altro pericolo...” pensierosa Atenia “... forse c'entra la Gioia...” |
Icarius si alzò e si avvicinò a Clio, aiutandola ad allacciare il corpetto.
“Avresti dovuto mostrarmi prima quel biglietto...” disse “... magari davvero nasconde qualcosa e c'entra proprio con la spada che il tuo Guisgard ha perduto...” rise piano, tra il sarcastico ed il serio “... credo debba fare più attenzione ed imparare a tenersi stretto le cose che davvero contano... quelle che ha avuto la fortuna di trovare...” e mentre stringeva i lacci del corpetto, con le dita, accarezzava di tanto in tanto la pelle della spadaccina “... ora andremo alla Chiesa della Scafatella e magari scopriremo qualcosa...” |
Le tre donne avevano pure i miei dubbi e mi misi ad ascoltarle pazientemente, riflettendo...e alla fine di nuovo la storia della Gioia.
Guardai Atenia balbettando e poi Sissi..."Lady Sissi, dice voi credete alla storia della Gioia..la Gioia mancata..perchè pensate questo? Io so, colpisce gli eredi maschi ma solo se innamorati..cosa avrebbe paura Guisgard? Non mi sembrava innamorato di nessuna.." e rimasi zitta su gli ultimi momenti trascorsi assieme, prima della sua scomparsa e mi rischiarai la voce.."Infatti..perchè nascondersi...ma lui ha scritto i suoi nemici hanno messo al seggio un suo sosia..un fantoccio..ed è stato Rodolfo no? Quindi dobbiamo dedurre sia lui il nemico? E poi quel fatto si fida solo di me, non ha nessun altro..ma voi conoscevate Guisgard, è possibile lui non abbia nessuno dalla sua parte?" scossi il capo "Certo è se uscisse allo scoperto vi sarebbero due persone uguali..se ipotizziamo quello è il sosia..sapete che ne verrebbe fuori? Potrebbero dire è lui un impostore..e se stesse valutando il tutto per poi agire?". |
Il vecchio si alzò e sorrise al misterioso prigioniero e a Tessa.
Vi era un'innata cortesia nei suoi gesti ed un senso di nobiltà nel suo portamento. “Sono lieto di vedervi, amici miei.” Disse, invitando i due a sedersi. “Sono sempre solo qui nel mio eremo. Prego, sedetevi.” Il galeotto si tolse lo scialle e mostrò la maschera. “Eh, il buon Ernò si sarà turbato, immagino...” guardando la maschera il vecchio “... non è facile da rimuovere... posso vederla meglio? Sedetevi su questo sgabello, vi prego.” L'ex galeotto si sedette ed il vecchio studiò con calma quella maschera. “Come pensavo...” mormorò poi “... occorre una chiave... e non una chiave comune credo... eh, chi vi ha messo sulla testa questa maschera voleva essere certo che nessuno potesse poi rimuoverla...” “Dunque neanche voi potete toglierla?” Chiese il prigioniero. “Non è detto...” rispose il vecchio “... provare si può sempre provare... voi volete davvero liberarvi da questa maschera?” “Si, certo...” annuì il prigioniero “... non dovrei?” “Beh, è come uscire da una prigione...” spiegò il vecchio “... vi è un motivo se vi hanno messo la maschera e credo che esso riguardi il vostro volto... mostrandolo dovrete accettare tutto ciò che poi accadrà...” “Sono pronto...” mormorò l'ex galeotto “... rivoglio la mia vita...” per poi guardare Tessa. “E sia...” il vecchio “... faremo un calco della chiave...” Prese della cera e la versò nella serratura della maschera. Poco dopo ottenne così il calco della chiave. Cominciò allora a forgiarne una. “Lasciamola raffreddare e poi proveremo...” quando ebbe finito. |
Gli sorrisi annuendo appena.
"L'avevo dimenticato..." Mormorai, con gli occhi nei suoi "Diciamo che Mia Amata non era esattamente il primo dei miei problemi, ultimamente..." Sorridendo. "Ma sicuramente ritrovarla non può che essere una buona cosa..." Annuendo "Andiamo allora..." Poi mi bloccai "Non sarà pericoloso? Voglio dire... Sei l'Arciduca non puoi andartene in giro così...." Sospirai "Dici di avvertire Rodolfo?" Con una smorfia, per poi sorridere "Devo dire però che mangerei volentieri qualcosa..." Vagamente divertita. |
Elisabeth ed il pittore lasciarono il palazzo e uscirono in città.
L'artista però era visibilmente scosso per aver appreso della terribile morte di Azelle. Raggiunsero la locanda e qui trovarono il Priore Tommaso. Presero allora un tavolo e si appartarono tutti e tre, lontano dall'entrata. “Io sono sempre felice di vedervi, milady.” Disse il religioso alla moglie di De Gur. “Novità?” Ma non gli sfuggì lo sguardo scosso del pittore. “Cos'avete?” “Ho appena saputo di lady Azelle...” fece l'artista “... ha posato spesso per i miei quadri... è... è morta in un modo orribile...” “Ossia?” Chiese il Priore Tommaso. E l'artista gli raccontò quanto saputo dai servi. “Non si uccide così una donna...” mormorò il priore “... neanche per una qualche depravazione... averla ridotta così è un monito...” “Monito?” Stupito il pittore. “Da parte di chi?” “Difficile a dirsi ora...” con tono cupo il religioso. |
Dovevamo solo aspettare che la chiave fosse pronta.
Ci sedemmo in silenzio e io mi chiesi quale fosse lo stato d'animo di Bernard in quel momento. Io attendevo con la speranza e la curiosità di chi vuole vedere per la prima volta in volto, il compagno di tante avventure. Ma per Bernard... be', per lui la posta era molto più alta. Gli misi una mano sulla spalla, per distoglierlo dai suoi pensieri: "Come vi sentite, Bernard?" gli chiesi. |
Gwen correva libera per la campagna, quando ad un tratto udì delle voci.
Erano Rida, Ozzillon e gli altri che fermi davanti al caravan la chiamavano. Poi, all'improvviso, un forte vento si alzò. Arrivò una tromba d'aria e si portò via tutto, caravan e compagni compresi. Il cielo si fece cupo e scese la notte. Una voce allora tuonò, con una risata gracchiante, intorno alla ragazza di Avalon. “Tutti coloro che ami, tutti colo a cui racconterai del sortilegio che ti ha colpita io me li porterò via.” E rise di nuovo. Gwen si svegliò di colpo. Era stato un incubo. Ormai sera, la ragazza attendeva tutta sola in casa di Velven. |
“Sto bene...” disse il prigioniero, stringendo d'istinto la mano che Tessa aveva poggiato sulla sua spalla “... sono curioso... certo, un po' nervoso, ma sto bene... speriamo sia la volta buona...” sorridendole.
Guardò poi il vecchio. “Mentre attendiamo...” mormorò l'ex galeotto “... cosa sapete dirci del ritratto nella chiesa di San Michele? Di quella principessa?” “Oh, la principessa Gaya...” annuì il vecchio “... molti amano quella donna... e poi con quel nome, non può non amarsi...” “Nome?” Ripetè il prigioniero. “Si, il suo nome...” spiegò il vecchio “... nella lingua Sygmese, Gaya significa Gioia... così la chiamava il duca Ardeliano, la mia Gioia diceva... lo stesso nome della leggendaria regina di Gioia Antiqua...” sorridendo. |
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