Camelot, la patria della cavalleria

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Melisendra 14-07-2011 04.12.38

Gli porsi la lettera sigillata e gli parlai con fermezza.
"Fino a quando non accadrà niente di male a mio figlio, siate sicuro che sarò la vostra più fedele e devota serva... ad ogni modo entro tre giorni le acque saranno pestilenziali, questo è ciò che ha detto il messaggero..."
Tirai fuori da sotto il manto la tunica strappata e gliela mostrai, lasciandola infine cadere in un angolo.
"Dunque credo di non aver inquinato più di tanto le acque dei canali sotterranei gettandoci dentro il corpo del mendicante... purtroppo la sua mente ha vacillato una volta di troppo e mi sono vista costretta a sbarazzarmene."
Tacqui.

Guisgard 14-07-2011 04.21.18

Vedendo quella tunica l’oscuro signore sorrise.
“Era ormai condannato…” disse “… il suo viscido sangue comincerà ciò che gli uomini di Gouf intraprenderanno tra tre giorni…” accennò una risata “… il caldo…” mormorò “… Capomazda è calda… troppo calda… solo l’antico Palazzo d’Estate degli Arciduchi potrebbe garantire un soggiorno sopportabile… e presto sarà mio… mio…” fissò poi con più attenzione Melisendra “… sono sicuro che anche tuo figlio troverebbe piacere in quel palazzo…” un ghigno apparve sul suo volto “… e poi non vedo chi possa desiderare il male del tuo bambino, mia cara…”
Aprì allora la lettera e la lesse con attenzione.
Non mostrò alcuna emozione, limitandosi a gettare uno sguardo su Melisendra.
“Un cavaliere di nome Guisgard…” mormorò “… questo nome non mi è nuovo… chi è?” Domandò alla ragazza.

Melisendra 14-07-2011 04.29.16

Mi ero dimenticata di quel dettaglio.
Colta alla sprovvista cercai di rimediare.
"Io... dunque... sì, si tratta dell'uomo che ha ucciso Aytli. Immagino che Gouf voglia ancora la sua testa... e devo ammettere che mi era sfuggito, quando avevo cercato di catturarlo e portarlo al suo campo."
Rimasi un momento senza parole.
"Non vedo cosa c'entri con la conquista della città... ad ogni modo l'ultima volta che l'ho visto è stato in una maledetta palude..."
Pensare a Guisgard e all'ultimo scontro che avevamo avuto mi fece ribollire il sangue nelle vene. Ero ancora indignata. E oltremodo irritata... con me stessa.

Guisgard 14-07-2011 04.42.55

L’oscura figura restò in silenzio ad ascoltare Melisendra.
Poi cominciò a tamburellare con le dita sul tavolo, come impegnato in una profonda riflessione.
“Eppure avevo per un attimo creduto che il cavaliere con il quale avevi tentato di sottrarmi la spada dei Taddei fosse proprio lui…” disse fissandola in maniera enigmatica “… ma mi sbagliavo a quanto pare… lui è morto, vero? Così mi sembra di ricordare dalle tue stesse parole…”
Si alzò e cominciò a camminare nella stanza.
“Comunque quel certo Guisgard c’entra eccome con la conquista della città…” mormorò “… e pare che per Gouf valga molto…” si voltò verso di lei “… almeno quanto Capomazda, visto che imporrà uno scambio prima di prendere la città…” restò un attimo in silenzio “… spero solo che l’impulsività di quello sciocco non metta a repentaglio i miei piani…” riprese a dire “… comincio ad averne abbastanza di quel Gouf… dopo la presa di Capomazda sacrificheremo non solo pecore e agnelli, ma anche gufi…”
Si avvicinò di nuovo al tavolo e conservò la lettera nel grosso libro che stava copiando prima dell’arrivo di Melisendra.

Melisendra 14-07-2011 04.59.02

"Cavalieri... sapete bene che per me sono tutti uguali... quel Guisgard potrebbe essere perito nella palude o sta cavalcando sotto altri cieli. Quanto a quell'altro ha avuto ciò che si meritava per essersi immischiato troppo." Replicai con leggerezza. "Però... sono un po' stanca di uccidere... vi chiedo di preservare i miei servigi fino a quando non mi darete l'ordine di sacrificare gufi sull'altare della vostra vittoria..."
Abbassai gli occhi, apparendo quieta e sottomessa.

Guisgard 14-07-2011 05.08.42

“Ma certo, mia cara…” disse l’oscura figura “… sei stanca, è comprensibile… hai svolto un ottimo lavoro e ti sei guadagnata un buon riposo… sei libera… saprò poi io come e quando cercarti… puoi andare…”
Fece un cenno al nano e questi lo accompagnò fuori dalla stanza.
Tutti i suoi lo salutarono, quasi prostrandosi davanti a lui, fino a quando non svanì nell’oscurità di quei dimenticati meandri sotterranei.
Melisendra restò così alcuni istanti da sola nella stanza, fino a quando il nano ritornò.
“Venite, milady…” mormorò “… vi riaccompagnerò all’uscita…”
Sul tavolo vi era ancora il libro, dove l’oscuro signore aveva conservato la lettera inviatagli da Gouf.

Guisgard 14-07-2011 05.16.37

“Dafne…” disse Pasuan “… io ti amo più della mia stessa vita… per te farei qualsiasi cosa e la tua felicità è il mio sogno più grande… ma non posso ascoltare quanto tu mi dici… se tornassimo ora a Capomazda potrebbe poi essere troppo tardi per quei miserabili abbandonati laggiù…” le accarezzò il volto “… quando fui armato cavaliere il mio maestro mi disse:

<< ascolta, ragazzo mio… la vita di un cavaliere è costellata da tante cose, avventure, fama, onore, amore… ma dovrai guadagnartele tutte queste cose… ricordalo sempre... essere cavaliere non è un privilegio, mas una missione… non vanterai solo diritti, ma soprattutto doveri... rammentalo, sei cavaliere perché altri non possono... sii sempre degno di questa tua fortuna... ascolta sempre il tuo cuore e saprai di non sbagliare, ragazzo mio…>>”

Pasuan sospirò, come se avesse rivissuto davvero in quel momento quel lontano ricordo.
“Il mio cuore, Dafne…” continuò “… devo seguire il mio cuore… lo stesso che mi sussurra del mio amore per te… perdonami, piccola, ma devo andare... se al tramonto non sarò ritornato, torna al villaggio...”
La baciò con dolcezza e le sfiorò i capelli con una mano.
Un attimo dopo s’incamminò di nuovo verso il ventre di quella tomba maledetta.

Guisgard 14-07-2011 05.18.48

“No, non conosco la Dolorosa Costumanza...” disse il piccolo Morgan a Sayla “… nessuno la conosce. Solo lady Layla sa di cosa si tratta, ma ci ha sempre proibito di fare domande.”
Sorrise e le diede un bacetto sulla guancia.
“Allora domattina giocheremo insieme, se Dio vorrà!” Esclamò entusiasta.
Un attimo dopo uscì dalla stanza.

La lunga processione attraversava il verziere, seguendo il corso delle lance con gli elmi posti sulle loro punte, recitando una solenne e lenta litania.
Ad ogni invocazione di un Santo, si udiva un sordo eco lontano, simile ad uno straziante lamento che sembrava diffondere un’angoscia senza fine.
“Litania dei Santi, timore e speranza.
Litania della Vergine, Fede e costanza.
Amore e dolore canta alla Luna il cavaliere,
pianto e morte dimorano inesorabili nel verziere.”
Recitò Nishuru accanto a Sayla.
Ad un tratto la ragazza vide, tra i tanti che seguivano la processione, il volto di una donna.
Era triste ed affranto.
All’improvviso quella donna si voltò e fissò Sayla.
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Il Sole irradiava in quella calda mattina di Luglio il palazzo, col cortile ed il verziere.
I suoi raggi, attraverso la finestra della stanza, penetravano fino a posarsi sul giovane volto di Sayla, destandola da quel suo sogno.
Un attimo dopo la ragazza sentì qualcuno che la chiamava.
Era il piccolo Morgan nel cortile.

Guisgard 14-07-2011 05.22.57

Guisgard giunse davanti alla casa di piacere e subito mostrò il suo solito segnale per farsi riconoscere.
Due ragazze lo accompagnarono in una grande sala, dove altre stavano in cerchio attorno ad un bambino.
“E quando sarò diventato cavaliere” disse Gavron “partirò in cerca del Santo Graal.”
“Che cos’è il Santo Graal?” Chiese una di loro al piccolo aspirante cavaliere.
“E’ il Calice che Gesù utilizzò nell’ultima cena con i suoi Apostoli.”
“Oh, non è un amore di bambino?” Sospirò una ragazza.
“Ma tu come fai a conoscere queste cose?”
“E’ stato sir Guisgard a raccontarmi del Santo Graal.” Rispose il piccolo. “Lui è il Primo Cavaliere è perciò partirà per cercarlo. Ma bisogna essere puri e perfetti per trovare il Santo Calice. Anzi, quando lo nominiamo dobbiamo farci il segno della Croce… così…” e si segnò.
“Oh, non sapevo che Guisgard fosse un cavaliere tanto puro!” Esclamò maliziosa una ragazza.
“Ma certo che lo è!” Gli fece verso un’altra “E’ la purezza in persona!”
E tutte risero di gusto.
“Sir Guisgard!” Esclamò all’improvviso Gavron, per poi correre in braccio al cavaliere appena giunto.
“Stai bene, piccolo?” Chiese questi.
“Si!” Annuì il piccolo. “Sapete, ho avuto la febbre, ma lady Rachel mi ha fatto visitare dal suo medico ed ora sto bene.”
“Sicuro? Non è che scotti ancora?” Controllandogli la fronte Guisgard.
“Sta bene, tranquillo.” Disse all’improvviso una voce alle loro spalle.
“Rachel…” sussurrò Guisgard “… grazie…”
“L’ho fatto per lui, non per te, cavaliere.”
Guisgard annuì e sorrise.
“Dov’è lady Melisendra?” Domandò Gavron. “Perché non è venuta con voi? E’ a casa ad aspettarci?”
“No, Gavron…” scuotendo il capo Guisgard “… lady Melisendra è dovuta partire… non verrà più con noi…”
“Dov’è andata?”
“Da suo figlio…” rispose Guisgard “… vieni, ti riporto a casa, Gavron…”
“E così ti ha lasciato?” Con un sorriso sarcastico Rachel.
Guisgard la fissò.
“Cosa c’è, si è avverato quel che ti predissi tempo fa, cavaliere?”
“Non so di cosa tu stia parlando.” Mormorò Guisgard.
Rachel si abbandonò ad una risata.
“Meglio che vada…” disse Guisgard “… grazie ancora per ciò che hai fatto per Gavron…”
“Su, non te la prendere, cavaliere…” fece Rachel “… non ne vale la pena… credimi…”
Guisgard la fissò per alcuni istanti senza dire nulla, per poi salutarla di nuovo ed andare via.
E quello sguardo del cavaliere provocò in Rachel un senso d’inquieta malinconia.
Poco dopo Guisgard e Gavron raggiunsero la casa.

Talia 14-07-2011 14.26.50

La sua voce era calda e suadente, ascoltandola mi lasciai trasportare...
Poi disse qualcosa... qualcosa che mi trascinò lontano da lì...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 34190)
“…ma vi è un luogo dove invece le stelle sono numerose anche nelle calde sere d’Estate…” si voltò a fissarla, mentre la ragazza guardava il Cielo “… questo luogo si chiama Sygma…”

Sygma...
Chiusi gli occhi un istante e una serie di immagini si susseguirono nella mia mente, immagini tanto rapide da non poter essere trattenute dalla memoria... volti, cieli, colline, sensazioni... tutto svanì in fretta come era giunto ma qualcosa rimase in me: un profumo... un profumo delicato di fiori e di vento che spazza l’erba della collina... un profumo che, per qualche oscuro motivo, avrei definito ‘profumo di casa’.
Riaprii gli occhi e li puntai sul cavaliere...
Ogni sua parola, ogni suo sguardo mi causava sensazioni ed emozioni senza fine...
Lo osservai con attenzione, fissando i miei occhi nei suoi quando si avvicinò... sentivo che avrei potuto restare in quegli occhi per l’eternità, avrei potuto continuare ad ascoltarlo per sempre...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 34190)
Allungò allora la sua mano sulla leggera e raffinata scollatura del suo vestito, sfiorandole ed accarezzandole la pelle bianca e profumata, per poi scendere a toccare il ciondolo che Talia aveva al collo.
“Non vi chiedo di credere alle mie parole, milady...” continuò “… ma di credere a ciò che avete sul cuore… aprite questo ciondolo ed apparirà un volto… e quel volto sarà la verità e la risposta a tutto questo…”
“Milady, vostra sorella chiede di voi.” Disse all’improvviso Shezan interrompendo i due. “Prego, vi condurrò io da lei…”

I miei occhi si abbassarono sulla sua mano che stringeva il ciondolo che portavo al collo... quel ciondolo... lo avevo sempre avuto, almeno per quel che ricordavo, ma non vi avevo mai posto attenzione.
La voce di Shezan mi fece sussultare: non lo avevo sentito arrivare.
“Si...” mormorai, senza neanche guardarlo “Si... un momento, per favore!”
Molto lentamente sollevai le mani e presi quel ciondolo, finemente cesellato... lasciai che le mie dita scivolassero lungo il bordo finché non sfiorarono una piccola escrescenza, la premetti e subito il prezioso meccanismo scattò, mostrando una raffinata miniatura: un giovane uomo mi guardava da quella minuscola cornice dorata, aveva occhi tanto chiari da sembrare quasi trasparenti e uno sguardo spavaldo...
Lo osservai per un istante con gli occhi spalancati... il cuore prese a battermi forte e quella curiosa sensazione, quella sensazione che provavo ogni volta che guardavo lord Icarius, si intensificò vertiginosamente, tanto che avvertii un lieve capogiro...
Lentamente, quindi, sollevai il viso e fissai il cavaliere di fronte a me... per un momento, stupita, poi gli sorrisi.
“Va bene, Shezan...” dissi allora, senza guardarlo ma mantenendo i miei occhi intensamente in quelli chiari del cavaliere “Conducimi pure da Layla! Lord Icarius verrà con noi! ...se lo desidera!” soggiunsi, senza riuscire a smettere di sorridergli e sollevando una mano per porgerla al cavaliere perché la prendesse.

Melisendra 14-07-2011 15.23.05

Esitai.
"Lasciatemi qualche minuto..." mi sedetti, stringendo la testa tra le mani e massaggiando le tempie.
"Ho bisogno di un attimo di silenzio per far cessare questo fragore..." gli feci cenno di lasciarmi sola.
Non appena quello se ne fu andato, mi precipitati verso il libro e lessi la lettera.
Poco dopo ero fuori di lì, pronta a risalire in superficie.

Lady Morgana 14-07-2011 18.28.39

Sayla... Sayla... Sayla! Vieni?
Sentii una voce chiamarmi e mi svegliai di soprassalto, fuggendo da quello strano sogno.
"Chi... chi mi chiama?" sussurrai sbadigliando.
Ci volle qualche minuto prima che realizzassi che era Morgan a chiamarmi dal giardino.
Mi alzai dal letto e, ancora in camicia da notte, mi diressi alla finestra e la spalancai. Una leggera brezza mattutina mi scompigliò i lunghi capelli rossi.
"Arrivo, Morgan! Aspettami..."
In un angolo del giardino, scorsi Lady Layla, che mi fissò con sorpresa.

Ora sei sorpresa, strega? Sei in pericolo ora... Se Morgan sa qualcosa, lo saprò presto anch'io!

Richiusi la finestra, mi lavai e mi vestii con un lungo vestito verde brillante, che trovai nell'enorme baule ai piedi del letto a baldacchino.
Dopo essermi anche legata i capelli con un nastro dello stesso colore dell'abito, scesi le scale a passo svelto e mi diressi in giardino.
Era davvero un posto magnifico.
Molti bambini correvano da tutte le parti; vidi uno di loro accarezzare un pony.

Morgan...

"Hey! Ciao, Morgan, lui dev'essere Behm..." dissi raggiungendolo e accarezzando piano la criniere del pony.
"Ti va di presentarmi anche i tuoi amichetti o preferisci che giochiamo solo io e te?"
Iniziai a guardarmi intorno, c'erano davvero tutti.
Lho se ne stava in un angolo a fissare Lady Layla che sorvegliava i bambini, mentre Luna e Nishuru stavano dalla parte opposta a "chiacchierare"...

Mancano solo Icarius e Talia. Chissà se il duca ha deciso di affrontare la Dolorosa Costumanza... Ma, anche se vincesse, Layla farebbe tornare la memoria a Lady Talia?

Poco dopo vidi Lady Talia ed Icarius, accompagnati da Schezan, avvicinarsi a Layla.
"Scusa, Morgan. Torno subito..." dissi al piccolo.
Mi avvicinai all'Arciduca e alla moglie e m'inchinai.
"Buon giorno, Nobile Taddei." dissi rivolgendomi ad icarius.
"Buon giorno anche a lei, milady! E' una giornata fantastica, non vi pare?" rivolgendomi poi a Talia.
"Milord, appena avrete un poco di tempo vorrei parlarvi, in privato. E' una cosa importante..." sussurrai piano ad Icarius.

Spero accetti. Ma che cosa gli dirò? Che domattina parto, perchè sono scaduti i tre giorni e che lo abbandono qui? Ma d'altronde io non gli servo a niente...

Dopo quella triste scoperta mi allontanai e tornai da Morgan, per mantenere la mia promessa: dovevo ancora giocare con lui e Behm.

Guisgard 15-07-2011 01.04.37

“Verrei con voi ovunque, milady…” disse Icarius prendendo la mano di Talia.
I due, preceduti da Shezan, giunsero davanti al palazzo, dove lady Layla li stava attendendo.
Nel vedere l’Arciduca ebbe un sussulto.
“Ti avevo detto di condurre da me solo lady Yelia!” Richiamando l’eunuco.
“Mia signora, è stata vostra sorella a chiedere a lord Icarius di seguirci.”
“Milady, avevamo un discorso in sospeso noi due…” disse Icarius a Layla “… riguardava quella misteriosa prova…”
“Vi ho spiegato come stanno le cose.” Con astio la donna. “Cos’altro pretendete di sapere?”
“La prova…” mormorò “… in cosa consiste veramente?”
“E’ una sfida, milord.” Rispose la donna. “La vita di un uomo è sempre contrassegnata da sfide.”
“Già, vero…”
Layla accennò un sorriso.
“Se riuscissi a superare quella prova, potrei poi avere la mano di vostra sorella?”
“Si, se la supererete come mio campione.”
“Accetto.”
Layla lanciò uno sguardo compiaciuto a Shezan, che subito rispose con un lieve cenno del capo.
“Bene, milord…” sorridendo Layla “… allora affronterete la Dolorosa Costumanza come mio campione… e se riuscirete nell’impresa io sarò sciolta dal mio antico voto e Yelia potrà divenire vostra moglie.”
Icarius fissò Talia sorridendole.
“Affronterete la Dolorosa Costumanza molto presto…” fece Layla.
“Quando?”
“Per voi la prova avverrà fra tre giorni.”
“Perché non subito?”
“Perché così è deciso.” Rispose la donna. “Ora lasciatemi sola con mia sorella, per favore.”
Icarius allora baciò la mano di Talia e la fissò con un sorriso volto a tranquillizzare la ragazza.
“Spero di rivedervi stasera…” le sussurrò, per poi andar via.
“Sciocco innamorato!” Esclamò infastidita Layla appena il taddeide le lasciò sole. “Innamorarsi è un dramma, ma morire per amore è una beffa!”
Shezan sorrise annuendo a quelle parole della sua padrona.

Guisgard 15-07-2011 01.25.16

Morgan mostrò a Sayla il suo pony e poi presentò alla ragazzina gli altri bambini.
“Lei era con quel cavaliere.” Disse uno di loro. “E quel cavaliere è cattivo.”
“No, non è vero.” Rispose Morgan. “Io ho parlato col cavaliere e non è cattivo.”
“Tu cosa ne sai? Lady Layla dice che quelli come lui sono tutti cattivi.”
“Non è vero.” Replicò di nuovo Morgan.
Si voltò poi a fissare Sayla e sorrise.
“Lei è Sayla.” Presentandola agli altri.
“Io sono una principessa.” Disse una bambina avvicinandosi a Sayla. “Sai che da grande sposerò un principe?”
In quel momento alcuni valletti si avvicinarono con dei molossi e questi subito cominciarono a ringhiare verso Sayla.
“No, buoni.” Accarezzandoli Morgan. “Fate i bravi, su. Tranquilla non ti morderanno.” Rivolgendosi a Sayla. “Ti piace Behm? Sai, lui è un buon amico… mi spiace solo che resterà solo quando finirà l’Estate…”
“Si, perché Morgan morirà!” Esclamò uno dei bambini.
Morgan annuì.
“Dovrò farlo andare via da questo posto…” mormorò fissando Sayla “… lady Layla ha detto che quando io non ci sarò più non vorrà più vedere Behm perché le ricorderà la mia morte.”
Il bambino sospirò.
“Vuoi prenderlo con te Behm?” Chiese a Sayla. “Così sarà al sicuro.”
In quel momento arrivò Icarius.
“Volevi parlarmi, Sayla?” Domandò alla ragazzina.
“Il cavaliere…” sussurrò la bambina sottovoce agli altri.
“I valletti di lady Layla hanno detto che affronterete la prova, vero?” Chiese uno dei bambini a Icarius.
L’Arciduca non rispose, per poi volgere lo sguardo verso il verziere e quell'inquietante fila di lance conficcate nel terreno, simbolo di ciò che restava della misteriosa Dolorosa Costumanza.

Guisgard 15-07-2011 02.09.27

“Signore, ancora una volta i nostri destini si incrociano su una strada che sembra essere ormai obbligata per entrambi.
Lord Cimarow ed i suoi propositi di ribellione sono affogati nel medesimo sangue ed anche Capomazda vive ormai i suoi ultimi giorni.
Io sento questa guerra come non più mia e l’unico mio proposito è quello della vendetta.
Per i miei uomini continuerò l’assedio e ripagherò la loro fedeltà con l’oro dei Taddei e le donne della loro città.
Per me invece solo un nome.
Il nome di un cavaliere.
Un cavaliere tanto abile da uccidere il mio più valente guerriero, quanto vile nell’infilzare una donna.
Quel cavaliere reca nome Guisgard e lo reclamerò sotto le mura di Capomazda, proprio come Achille reclamò la vita di Ettore.
E saranno le genti di Capomazda che lo consegneranno, quando proporrò uno scambio che quel cattolicissimo popolo non saprà e potrà rifiutarmi.
Lo scambio di un bambino per un cavaliere.
Confido nel vostro buon senso, signore.
Fate in modo che quel Guisgard mi venga consegnato senza indugio, così da risparmiare la vita di un innocente e quella dell’intera città.
Se Guisgard invece non mi sarà consegnato, non mi accontenterò più solo dell’oro e di qualche donna per i miei uomini, ma raderò al suolo l’intera città, cancellandone ogni segno di fama e religiosa virtù.
E voi, mio signore, vi ritrovereste poi a regnare sul nulla.”

Sir Gouf, Cavaliere del Gufo.

Letta la lettera, Melisendra lasciò quel luogo e tornò in superficie.
Era un nuovo giorno.
Un nuovo giorno nel quale erano sempre più vive le inquietudini e le paure per la minaccia che attanagliava Capomazda ed il suo mondo.

Lady Morgana 15-07-2011 10.10.42

Ascoltai i bambini discutere su lord Icarius, mentre accarezzavo la folta criniera di Behm; poi decisi di intervenire.
"Il Cavaliere di cui state parlando non è un uomo cattivo. C'è miglior uomo di uno che supera mille ostacoli e giunge fin qui, solo per amore? Prima di giudicare, bambini, dovreste conoscere le persone, non potete basarvi solo su ciò che vi dice Lady Layla..." dissi guardando Morgan.
I bambini stettero per poco in silenzio, stupiti forse dal mio intervento, ma tornarono subito a chiacchierare.
Una bimba mi disse che era una principessa e che da grande avrebbe sposato un principe.
"Sono al vostro servizio, milady!" dissi rivolta alla bambina, accennando un inchino.
Poco dopo arrivarono alcuni valletti che portavano al guinzaglio quelli che avrei scoperto essere dei molossi. Quando li vidi mi allontanai in fretta, non avevo mai visto quelle belve! Ma anche se i valletti mi assicurarono che non mi avrebbero morso rimasi a distanza di sicurezza.
Poi la macabra scoperta.
"Cosa? Come Morgan morirà?" guardai il piccolo, preoccupata e triste; ma lui sorrideva come sempre.

Lo sapeva già. Ma come si fa a sapere quando si morirà?

"Lady Layla ti ha detto questo? E' stata lei a dirti che morirai quando finirà l'estate?" gridai con rabbia, ma cercai di trattenermi il più possibile, quei molossi mi facevano davvero paura.
"Comunque, no. Mi dispiace Morgan, ma non posso prendere Behm con me. Non avrei abbastanza soldi per nutrirlo e nemmeno un posto dove tenerlo...".

Ma come si fa a dire un bambino quando morirà? E' solo un bambino!

In quel momento arrivò Icarius e i bambini tornarono a parlare di lui e dissero qualcosa a proposito della Dolorosa Costumanza.
"Si, vorrei parlarvi in privato..." dissi dirigendomi nelle mie stanze.
Quando entrammo chiusi la porta a chiave e fissai il duca negli occhi.
"Quindi, se ho ben capito, affronterete la Dolorosa Costumanza... Purtroppo credo che non riuscirò a vedervi, sapete io..." esitai. Avrei potuto trattenermi ancora qualche giorno, no? No.
"Avrei voluto dirvelo prima, ma non ne ho mai avuta occasione. Domattina io, Luna e Nishuru partiremo. Dobbiamo tornare a Capomazda. Ricorderete che ho una missione... A meno che a Voi non serva prima un mio favore. Credo di essere ancora in debito con Voi..."
Ero triste.

Non voglio andarmene... Oh, vi prego Icarius, chiedetemi qualcosa, qualunque cosa! Il Cavaliere del Gufo potrà aspettare ancora...

Talia 15-07-2011 11.19.05

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 34292)
“Se riuscissi a superare quella prova, potrei poi avere la mano di vostra sorella?”
“Si, se la supererete come mio campione.”
“Accetto.”

“Oh... no!” esalai d’impulso.
Icarius mi sorrise... era tranquillo, o almeno così appariva...
Io invece non lo ero: avevo visto un cavaliere morire in un solo istante in quella prova, avevo visto sterminate file di lance simboleggiare tutti i cavalieri periti in quell’impresa e il pensiero che ad Icarius potesse toccare la stessa sorte, e per causa mia, mi terrorizzava...
Lo fissavo, incapace di parlare, incapace di dar voce ad un sentimento...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 34292)
Icarius allora baciò la mano di Talia e la fissò con un sorriso volto a tranquillizzare la ragazza.
“Spero di rivedervi stasera…” le sussurrò, per poi andar via.
“Sciocco innamorato!” Esclamò infastidita Layla appena il taddeide le lasciò sole. “Innamorarsi è un dramma, ma morire per amore è una beffa!”
Shezan sorrise annuendo a quelle parole della sua padrona.

Mi sforzai rispondere al sorriso disteso di Icarius, ma ci riuscii con fatica... alle sue parole annuii: anche io desideravo rivederlo, desideravo parlargli.
I miei occhi lo seguirono mentre si allontanava.
Poi le parole gelide di Layla e il sorriso sarcastico di Shezan, che colsi con la coda dell’occhio...
Mi voltai, quindi, verso la donna e la fronteggiai a testa alta... tremavo di indignazione.
“Perché desideri tanto che muoia?” chiesi, la mia voce era bassa e tagliente. Portai, quindi, di nuovo le mie mani sul ciondolo che avevo al collo e di nuovo feci scattare il meccanismo, mostrando quella preziosa miniatura a Layla...
“Guarda!” ingiunsi in un tono secco, mentre ogni incertezza e ogni titubanza spariva e la mia voce si faceva sempre più grave “Guarda cosa nasconde il mio ciondolo! Tu lo sapevi, non è vero? Mi hai mentito, Layla! Mi hai mentito fin dal primo giorno! Perché?”
La fissai ancora per un istante, i miei occhi non erano mai stati tanto scuri, inesorabili, inclementi...
“Layla... sto per farti una domanda alla quale gradirei tu rispondessi, e ti avverto che non te lo chiederò di nuovo... ora dimmi, sorella... io sono sua moglie?”

Melisendra 15-07-2011 13.51.26

Non ero sorpresa. Era esattamente ciò che mi aspettavo.
Non c'era tempo per la disperazione. Dovevo farmi venire un'idea per trovare la spada. Avrei lasciato le emozioni in un angolo piccolo e oscuro del mio animo, altrimenti mi sarei afflitta e disperata senza arrivare a niente. Avevo abbandonato le mie paure e le mie remore ormai, perché la paura non conduce da nessuna parte.
Mi sentivo ancora stanca e fiaccata dalla nottataccia. Col tempo sarebbe passato tutto.
Girovagavo per le strade, da sola, senza sapere più dove andare.
Mi lasciai cadere, esausta, vicino a una fontana e mi gettai dell'acqua fredda sul volto.
L'acqua gelida era piacevole e sperai mi schiarisse le idee.

Guisgard 15-07-2011 14.19.01

Icarius fissò Sayla, mentre un velo di tristezza scese sul suo sguardo.
I suoi occhi divennero come opachi, freddi, quasi spenti.
“Perché, Sayla… anche tu vuoi andare via…” disse chinando il capo.

“Fendere l’acqua con la spada? Ma perché, maestro?” Chiese Icarius mentre la corrente del fiume faceva di tutto per fargli perdere l’equilibrio.
“Devi dominare gli eventi con la tua spada…” rispose il maestro“... essa, in battaglia, è la tua sola compagna… perché, ricordalo, un eroe quando lotta col nemico è sempre solo.”

Quel ricordo, sconosciuto, ignoto, inspiegabile, attraversò la sua mente in un istante che parve infinitesimale.
Si massaggiò la testa, ma un momento dopo non vi era più traccia di quell’immagine e di quelle voci lontane.
“Sayla…” tornando a fissare la ragazzina “… anche tu vuoi andare via…” ripeté l’eroe “… com’è triste ed assordante la solitudine… ho perso tutto… e forse tra qualche giorno perderò anche la vita… se anche tu mi abbandoni non mi resterà veramente più nulla… per la donna che amo non ho un volto, né un nome… e per me stesso neanche un passato… se tu partirai davvero, io sarò ancora più solo in tutto questo… solo ad affrontare gli oscuri incanti di questo luogo… e solo all’appuntamento con la morte che mi attende in quel verziere…”

Guisgard 15-07-2011 14.39.57

Layla fissò prima il ciondolo e poi Talia.
“Quel volto non vuol dire nulla…” disse sorridendo, quasi beffarda “… un volto è tanto importante? Lo credi davvero?”
Rise.
“Potrei mostrarti anche io un volto.” Continuò. “Un volto che fisso ogni notte prima di chiudere gli occhi e che mi ritrovo a guardare prima ancora che il Sole giunga ad illuminare ogni nuovo santo giorno di questa straziante ed insopportabile eternità!”
Si voltò verso una delle finestre.
“Si, voglio che muoia!” Esclamò. “Che muoia soffrendo! E così sarà! Perché il male si ripaga col male! L’odio con l’odio e la morte con la morte!”
I suoi occhi erano stravolti ed il suo respiro agitato.

“Voglio una promessa prima che tu parta per Sygma…” disse Layla.
Lui la fissò.
“Voglio che tu mi insegni a tirare di spada...”
“Perché?”
“Perché dovrò difendere il mio amore...”
“Da cosa, Layla?”
“Da chi vorrà strapparmelo…” rispose lei “… giurami che lo farai…”

Quel ricordo attraversò lo sguardo di Layla per un istante, per poi perdersi nell’infinito e meraviglioso azzurro dei suoi bellissimi occhi.

Guisgard 15-07-2011 15.06.01

La foresta per gli antichi era come una madre.
Essa fungeva da protezione contro ogni invasione o pericolo.
Per i più anziani quella muraglia verdeggiante poteva anche difendere dagli spiriti e dalle forze del male.
Riti che giungevano dalla notte dei tempi, prima ancora che i grandi di queste terre portassero la civiltà e la Fede, atte a rendere immuni questi luoghi da ogni maleficio.
Ma ben poco potevano quelle antiche credenze contro i demoni che si apprestavano a violare quel mondo.
Poggio del Sole si svegliò, come ogni giorno, col fresco tepore portato da quella brezza del nord, tanta cara ai contadini del posto, che conduceva con sé, anche nei mesi più caldi, grosse nuvole dall’entroterra, portatrici di acqua e vita per i raccolti.
Era Venerdì e la fiera aveva già preso ad animare ogni angolo del borgo, richiamando gente da ogni dove.
Botteghe, strade, vicoli, piazzette, tutto pullulava delle più svariate attività, mentre le campane salutavano il nuovo giorno con i loro rintocchi.
Il clamore della fiera aveva richiamato nel borgo anche cantastorie ed attori itineranti, che con i loro numeri ed i loro spettacoli facevano la felicità dei fanciulli.
Ma, all’improvvisò, qualcuno indicò le colline vicine, dove come un fantomatico e secolare esercito grossi alberi facevano da guardiani al principale passaggio che dava al borgo.
Per un attimo nulla si mostrò ai loro occhi, se non le cime di quegli alberi appena lambite dal vento.
Poi qualcosa apparve tra quegli alberi.
Erano delle sagome ed avanzavano a passo lento, ma inesorabile, verso il borgo.
“Sono dei cavalieri!” Disse qualcuno.
Ma avanzavano senza stendardi o simboli.
Poi, finalmente, si levò tra loro un’insegna.
E su di essa era raffigurato un gufo nero.
Il Sole era alto ed il cielo di un azzurro terso.
Gli uccellini cantavano e le fresche acque di un trasparente ruscello zampillavano su levigati e lucenti sassi.
La natura sembrò non accorgersi di nulla.
Eppure le grida, la disperazione ed il dolore di quella gente restò impresso nell’aria e nella terra che circondava quel luogo.
Tutte le case furono saccheggiate e poi distrutte, mentre alle chiese toccò una sorte ben peggiore.
In esse infatti furono radunate le donne ed i bambini per subire violenze di ogni tipo.
Tutti i maschi adulti invece furono massacrati subito.
Alla fine non restò nulla di vivo a Poggio del Sole.
Neanche le bestie.
Cenere ed un fetido di morte correvano nell’aria, mentre ciò che restava del borgo si consumava negli ultimi fuochi.
Solo una cosa quei cavalieri portarono con loro: un bambino.

Guisgard 15-07-2011 15.22.21

L’acqua fresca portò refrigerio ai pensieri e alle ansie di Melisendra.
Il suo volto si specchiava in quella limpida fontana, mentre il cielo terso ed azzurrissimo di Capomazda sembrava sul punto di cadere e sommergere quel mondo con tutti i suoi drammi e tutti i suoi peccati.
Cosa fare?
Riportare a Monteguard ogni cosa, o cercare la spada?
Ma dov’era Parusia?
E, una volta recuperata, cosa fare?
Questi pensieri affliggevano Melisendra.
Ma furono all’improvviso interrotti dal suono delle trombe proveniente dalle mura.
Era il segnale che stava succedendo qualcosa.

Talia 15-07-2011 16.04.36

Spalancai gli occhi a quelle parole di Layla... il disprezzo, la rabbia, l’alterigia con cui le aveva pronunciate mi scossero profondamente.
“Chi sei tu?” mormorai “Chi sei tu che con tanta superbia tratti la vita e... l’amore? Chi sei tu che predichi di ripagare il male con altro male? Che credi che le colpe dei padri ricadano sui figli e sui nipoti per l’eternità? Come puoi parlare così? Come puoi non provare orrore tu stessa per ciò che dici?”
Spostai gli occhi in basso, sul medaglione che avevo tra le mani, e sorrisi, fissando il volto in quella miniatura...
“Si...” mormorai, carezzando leggermente con un dito quell’immagine “E’ importante che sia qui. Lo è davvero! Perché adesso mi spiego molte cose, adesso riesco a dare un nome a molte sensazioni... e quella nebbia che mi oscura la mente sta iniziando a sciogliersi!”
Con uno scatto richiusi il medaglione e riportai gli occhi su di lei.
“Non morirà!” sentenziai, la voce di nuovo alta e fervente “Qualsiasi cosa tu voglia fare, io non te lo permetterò... tu non sai di cosa potrei essere capace!”
Le lanciai un’ultima occhiata, poi mi voltai e mi allontanai senza fretta, con passo sicuro.

Lady Morgana 15-07-2011 19.09.13

Mi sentii in colpa per ciò che avevo detto, ma non sapevo cosa fare. Restare accanto a chi mi considerava una semplice ragazzina o andare ad uccidere il Cavaliere del Gufo per essere riconosciuta come la Prescelta di Theenar?

Io non sono Theenar, almeno, non ancora. Finchè non mi strapperà l'anima avrò dei sentimenti... Come posso scegliere? Non posso abbandonare Icarius, ma nemmeno non portare a termine la missione assegnatami.

"Ma Voi non siete solo, milord! Avete Lho, lui vi è stato sempre accanto, sempre! E non avete perso vostra moglie. Ella è qui, che aspetta solo che il suo duca la salvi..." cercai di consolarlo, ma mi sentivo troppo in colpa. Mi aveva permesso di seguirlo insieme a Luna e Nishuru senza nemmeno chiedermi chi fossero, dimostrandomi fiducia.
"Resterò. Resterò con voi finchè non riporteremo Lady Talia a Capomazda, ma poi me ne andrò." guardai Icarius e sorrisi. Era come se mi fossi appena tolta un peso.
Ma il sorriso svanì dalle mie labbra velocemente come era apparso. Repressi un conato di vomito e mi venne un capogiro. Mi sedetti sul letto.

No... Vi prego, vi darò il sangue che desiderate! Ma non ora... dovrete aspettare ancora un poco...

"Nobile Taddei" dissi tentando di reprimere la nausea "devo confidarvi un segreto..." esitai. Come potevo dirglielo?
"Come già vi ho detto, io sono, come direbbero i preti "posseduta" da un Dio. Questo Dio esige del sangue, se non voglio che prenda il sopravvento su di me, devo saziare la sua sete di sangue. Devo uccidere qualcuno!" lo dissi tutto d'un fiato, per paura di come avrebbe reagito.
Mi alzai, aprii la porta e corsi via, lontano da tutto e da tutti, sperando di fuggire così anche da Theenar...

Melisendra 16-07-2011 00.45.23

Mi diressi alle mura, dove sapevo che avrei trovato anche il Capitano Monteguard.
Forse mi sarei impigliata in quella ragnatela di inganni e in effetti nemmeno io sapevo quanto avrei potuto mantenere quel doppio gioco. Dovevo ammettere che avevo ancora bisogno del mio signore, almeno finchè mio figlio sarebbe stato al sicuro. Ma dovevo anche recuperare la spada al più presto.
Salii i gradini di pietra fino al camminamento sulle mura.
Cos'era quel trambusto? E cosa l'aveva provocato?

Guisgard 16-07-2011 01.05.44

L’esercito di Gouf aveva scavato un grosso fossato attorno alle mura di Capomazda, costruendo poi, con quella terra, un muro dietro il quale si era barricato.
E proprio da quel muro avanzava ora verso l’ingresso della città un messaggero a cavallo.
“Gente di Capomazda…” disse “… vengo a nome di sir Gouf, Cavaliere del Gufo e chiedo di poter parlare col capitano Monteguard.”
“Sono sir August, luogotenente del capitano… parlate pure a me.”
“Il mio signore chiede un cavaliere.” Gridò il messaggero. “Un cavaliere che il capitano conosce bene… il suo nome è Guisgard… nelle nostre mani abbiamo un bambino che potrebbe stare a cuore a qualcuno molto vicino al capitano stesso.”
“Che bambino?” Chiese August.
“Riferite questo nome al capitano… Uriel.” Ridendo il messaggero. “Se fra tre giorni non ci sarà consegnato quel cavaliere, il bambino sarà sgozzato qui, sotto le mura di Capomazda, davanti a tutti voi.”
Salutò con un inchino e tornò fra i suoi.
August diede ordine di chiamare subito il capitano.
Questi raggiunse i suoi sulle mura ed August gli raccontò tutto.
In quel momento, Monteguard, si accorse di Melisendra a pochi passi da lui.

Melisendra 16-07-2011 01.27.57

Mi ero avvicinata ai due uomini senza fare rumore, come ero abituata a fare di solito, e avevo colto alcune parole della loro conversazione.
Una di quelle fu sufficiente a farmi sbiancare.
"Uriel?" Mi aggrappai al braccio del luogotenente e lo strinsi convulsamente.
"Ho sentito bene! Avete detto Uriel! No... non può farlo..."
Mi sentii il fiato mancare e riuscii a sussurrare solo: "Mio figlio... non può averlo preso..."
Gli occhi erano offuscati di lacrime di rabbia e dovetti trattenermi per non prorompere in un grido furioso.

Guisgard 16-07-2011 01.39.01

August fissò sorpreso Melisendra e cercò poi di sorreggerla.
Guardò allora Monteguard.
“Milady, fatevi forza, su…” disse il capitano, dando ordine ai suoi di far sedere la ragazza e di portarle dell’acqua “… vostro figlio sta bene, per loro è troppo importante, non gli faranno del male per il momento. Avanti, fatevi coraggio.”
“Il Gufo vuole quel cavaliere… Guisgard.” Fece August.
Monteguard annuì.
“Milady, sapete dove si trova ora quel cavaliere?” Rivolgendosi alla ragazza. “Bisogna trovarlo e convincerlo a consegnarsi.”
“Se è un cavaliere non potrà rifiutarsi.” Disse August. “La vita di un bambino dipende da lui.”
“Si, è vero, ma consegnarsi al Cavaliere del Gufo è come consegnarsi alla morte stessa.” Intervenne uno dei soldati presenti. “E non so quanti cavaliere accetterebbero senza obbiezioni…”

Melisendra 16-07-2011 01.56.04

"Non sarà al sicuro ancora per molto... e sarà solo e spaventato!" E poi un altro pensiero mi folgorò. "Oh dei! Poggio del Sole..." pensai al disastro. "Che cosa ho fatto..." Mi coprii il volto con le mani. "E' tutta colpa mia..."
Poi improvvisamente mi scossi e senza badare a ciò che sarebbe successo attorno a me, li evocai.
"Trovatelo, amici miei... trovate quel cavaliere, maledizione!" Le luci si agitarono nell'aria, come riflessi di specchi sulle lisce mura della città. Ad un gesto corsero via, rapidi e perfettamente consapevoli dell'importanza di quel mio ordine.
"Sono venuta a cercarvi per riferirvi due notizie: la prima è che le acque della città sono state inquinate e la seconda è che Parusia è stata trafugata e presto sarà nelle mani del Gufo. Ero venuta a dirvi che avrei cercato di impedirlo. E ora più che mai sono determinata a prendere quella spada e darla all'uomo che mi prometterà la testa del Gufo!"

Guisgard 16-07-2011 02.09.20

Monteguard fissò come stravolto Melisendra, dopo aver udito ogni sua parola.
Guardò poi August ed ognuno dei suoi.
“Parusia…” disse “… trafugata? E da chi, milady?”
“E come sapete che le acque di Capomazda sono state inquinate?” Chiese August. “Chi vi ha detto questo?”
“Il demonio!” Esclamò all’improvviso una voce appena giunta. “Solo il demonio può averle rivelato fatti che riguardano i nostri nemici!” Continuò Ravus.
Il chierico aveva raggiunto le mura, attirato dallo squillo delle trombe, accompagnato dal filosofo Izar.
“Questa donna va arrestata subito e processata come strega!” Aggiunse Ravus. “Avete visto come ha invocato potenze infernali proprio sotto i nostri occhi?”
“Monsignor Ravus ha ragione.” Annuendo Izar. “Questa donna va arrestata subito e processata. Capitano, vi ordino, in nome di sua grazia che io ora rappresento, di arrestare questa donna!”
“Ma, con quali prove?” Turbato Monteguard.
“Capitano, non è compito vostro fare domande!” Rispose Izar. “Limitatevi ad obbedire ai miei ordini! Arrestate questa donna!”
Monteguard allora fece cenno ai suoi e subito Melisendra venne condotta nelle prigioni.

Melisendra 16-07-2011 02.36.20

"Monsignore..." lo salutai con uno sguardo sprezzante mentre mi portavano via.
"Oh, il Diavolo esiste... e si trova esattamente sotto Capomazda."
MI rivolsi a Monteguard.
"Sapete bene che non vi ho mai mentito... se non recupererò quella spada, la città sarà perduta."
Poco dopo mi ritrovai nella mia cella.
Dovevo solo attendere: un'occasione o l'aiuto del mio signore. In ogni caso non sarei rimasta a lungo lì dentro.

Guisgard 16-07-2011 02.45.41

La cella era semibuia ed offriva come giaciglio della vecchia e maleodorante paglia.
I carcerieri lasciarono a Melisendra dell’acqua ed un tozzo di pane prima di andar via.
Il pensiero di Uriel la tormentava in ogni istante e la difficoltà di quella situazione rendeva tutto più angosciante.
Ad un tratto si udirono dei passi.
Una delle guardie accompagnò un monaco appartenente all’ordine dei Domenicani.
“Figliola, vuoi confessarti? Il Signore è pronto ad accogliere il tuo pentimento…” disse il chierico una volta rimasto solo con la ragazza “… avanti, confessa a Cristo Salvatore ed Egli accoglierà la tua anima… sono qui per ascoltarti… anche se hai tradito come Giuda, l’Onnipotente è pronto a perdonarti… la Sua Misericordia è infinita… confessa, così da poterti salvare dalle pene e dai tormenti del più oscuro e terribile dei gironi infernali… quello dei traditori…”

Melisendra 16-07-2011 03.06.34

Scrutai bene il frate che era entrato nella mia cella.
"Padre..." mi avvicinai e congiunsi le mie mani sopra le sue, come per pregare. In realtà il contatto mi aiutò a concentrarmi. "Richiamate la guardia... Quando vi aprirà la porta della cella, lo colpirete e mi lascerete scappare..."
Lo guardai negli occhi, pronunciando quelle parole con la giusta tonalità.
"Avete capito bene? Poi dimenticherete ogni cosa..."
Sorrisi.
Fortunatamente per lui non avevo appetito.

Guisgard 16-07-2011 03.21.57

Il frate si abbandonò ad un’improvvisa e sonora risata.
Tolse le mani da quelle della ragazza e si alzò in piedi.
“Figliola…” disse, mentre la sua voce cambiava rapidamente tonalità “… per i traditori non vi è perdono… Giuda tradì Cristo e prima ancora Lucifero si rivoltò contro l’Onnipotente…” rise di nuovo “… e tu mi hai tradito di nuovo… ah, sciocca ragazza… hai fatto un errore non da te… credevi che i Taddei fossero più forti, vero? E invece sono destinati a perire… e tu con loro per averli preferiti a me…” aggiunse l’oscuro signore. “Si, sono io… e ti ho udito raccontare tutto a Monteguard sulle mura… dell’acqua e della spada… povera sciocca… brucerai sul rogo come la strega che sei! Ma tranquilla, tuo figlio ti raggiungerà molto presto.”
Si tolse il cappuccio e mostrò finalmente il suo volto.
“Avete udito ogni cosa, vero?” Chiese Izar voltandosi verso le sbarre.
“Si, signore…” risposero due chierici con abiti domenicani nascosti fino a quel momento fuori dalla cella “… la donna ha confessato tutto… dei suoi sabba demoniaci e dei suoi accoppiamenti col maligno… nulla ora fermerà la sua condanna a morte…”
Izar rise compiaciuto.
“E’ finita, Melisendra.” Disse il consigliere dei Taddei, rivelatosi ora per quel che era davvero. “Brucerai sul pubblico rogo… e presto anche il potere dei Taddei farà la tua stessa miserabile fine.”
L’oscuro signore rise di nuovo ed uscì dalla cella.
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Guisgard 16-07-2011 03.30.34

Icarius abbracciò teneramente Sayla e pianse.
Anche il più grande degli eroi, quando il peso della solitudine attanaglia il suo cuore, deve saper piangere.
Così recitava un’antica ballata capomazdese.
La leggenda vuole che anche il grande eroe eponimo della stirpe taddeide, Ardea, piangesse sotto il tormento dei suoi peccati.
Senza più suo padre, che sentiva di aver tradito ed abbandonato, senza la donna che amava e della quale ignorava anche il nome, Ardea, poco prima di cominciare l’ultima e più terribile delle sue Questioni, trascorse la notte sotto una grande quercia a piangere e pregare.
Sayla non era una semplice ragazzina.
Icarius l’aveva compreso sin dal loro primo incontro nel bosco.
Da quel momento la giovane era rimasta sempre al fianco dell’Arciduca.
Vi era qualcosa in lei.
Qualcosa di non comune.
E per questo Icarius l’amava come si può amare solo una sorella.
Poi quelle parole della giovane:
"Resterò. Resterò con voi finchè non riporteremo Lady Talia a Capomazda, ma poi me ne andrò."
Icarius le sorrise.
“Grazie, Sayla…” disse sussurrando.
La ragazzina poi si sedette sul letto e rivelò quell’oscura verità all’Arciduca.
“Cosa significa questo?” Domandò turbato Icarius. “Chi ti impone questo terribile giogo? Dimmelo, Sayla! Dimmelo, ti prego! Devi fidarti di me! Io non permetterò a nessuno di farti del male!”
Ma, all’improvviso, la ragazzina scappò via.
Icarius allora la inseguì.
Il cortile era circondato dal verziere e Sayla un attimo dopo si ritrovò in quel lussureggiante scenario.
Salici verdissimi e dai rami piangenti racchiudevano quall’angolo di bucolica tranquillità.
Il Sole filtrava quasi a stento tra quei delicati rami che come una tenda scendevano attorno alla ragazzina.
Icarius la raggiunse in quell’angolo di verziere.
“Sayla…” sussurrò “… perché sei scappata via? Cosa succede? Cosa ti affligge? Ti prego, dammi la possibilità di aiutarti… io non permetterò a nessuno di farti del male, ma devi fidarti di me…”

Guisgard 16-07-2011 03.33.22

Ma proprio quando Talia aveva quasi raggiunto la porta, Shezan le si mostrò innanzi, bloccando il suo cammino.
“Stupida sciocca!” Disse Layla. “Come osi rivolgerti a me con questo tono!”
Le si avvicinò e con gesto rapido e improvviso le strappò il medaglione.
“Lui morirà presto!” Gridò. “Anzi, è già come se lo fosse! Tutti i suoi grandi avi sono periti nell’affrontare quella prova! E lui non è migliore di tutti loro!”
Fissò Shezan e fece un cenno col capo.
L’eunuco prese Talia in braccio, tenendola stretta in una morsa impossibile da forzare per la ragazza e la condusse via.
Poco dopo Talia fu rinchiusa nella stanza più alta della torre del palazzo.
Vi era una sola finestra che dava sul cortile, ma l’altezza era tale che nessuno avrebbe potuto sentirla gridare.
“Stupida piccola insignificante ragazza!” Mormorò Layla ancora adirata per le parole di Talia. “Ma piangerai amaramente quando vedrai l’elmo del tuo amato Icarius fare bella mostra nel mio verziere!”
“Ho rinchiuso la ragazza, mia signora.” Disse Shezan alla sua padrona.
“Bene.”
“Cosa diremo a chi chiederà di lei?”
“Diremo che lady Yelia si è di nuovo ammalata ed il medico ha vietato qualsiasi contatto con estranei.”
La donna fissò poi il volto di Icarius ritratto sul medaglione strappato a Talia.
“Tu sei l’ultimo dei Taddei…” mormorò con disprezzo guardando quel volto “… e quando ti avrò ucciso, la mia vendetta sarà finalmente completa…”

Lady Morgana 16-07-2011 09.45.35

Scappai fino a raggiungere il verziere, da dove si sentivano le grida felici dei bambini che giocavano liberamente nel giardino del palazzo.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime.. Tentai di reprimerle, di scacciarle, ma invano.
Poco dopo il duca mi raggiunse nel verziere e mi chiese chi fosse ad obbligarmi ad uccidere.
"Mio caro Arciduca, questo non è il maleficio di una strega e come tale, non può essere spezzato. Ciò che mi costringe ad uccidere è il sangue stesso che mi scorre nelle vene, è la mia natura e il mio destino: uccidere. Se non uccido per mia volontà, il mio corpo lo fa da solo e non gli importa chi si ritrova davanti." mi girai e lo guardai, gli occhi ancora rossi di pianto.
"Perciò io uccido per non uccidere chi mi sta a cuore. Se non uccidessi, probabilmente Luna, Nishuru o Voi, non sareste ancora qui... Ma io sono felice. Considero un onore condividere il mio corpo con Theenar, solo che lui reclama sangue ed io non posso resistergli..." era difficile confidarsi così, fino ad ora avevo detto tutte queste cose solo a Luna.
Poi mi sentii di nuovo male e mi accasciai sull'erba.

Theenar, Mio Signore e Signore del Sangue, questa notte ci sarà la Luna piena e Voi avrete il sangue che desiderate, ma per ora, vi prego di attendere...

"Dovete aiutarmi a risolvere questo problema, duca." gli dissi fissandolo seria.
Un altro capogiro.
"Non mi sento molto bene..."
E in un istante tutto fu buio.

Guisgard 16-07-2011 13.35.15

Icarius ascoltò il drammatico sfogo di Sayla quasi incredulo.
Quanto dolore, quanto pianto, quanta solitudine in tutta questa storia.
La Gioia dei Taddei…
Quel terribile ed inumano incanto teneva attanagliati non solo i nobili Taddei, ma tutti i protagonisti di quell’immensa tragedia.
Vi era qualcosa di oscuro, angosciante, inquietante che muoveva tutti loro, come marionette.
Qualcosa capace di portare nei loro cuori solo sofferenza.
“Sayla…” disse Icarius fissando negli occhi la ragazzina “… gli uomini sono il frutto più bello di un unico gesto d’amore. Quello stesso amore che anima l’intera creazione che ci circonda. Questo mi hanno insegnato e la felicità, una vita serena fatta di gioia ed amore sono un diritto per tutti coloro che calcano questo mondo. E tutto questo al di là del Dio che si invoca e che si prega. Nessuno di noi può essere legato ad un destino di morte! Nessuno! Siamo nati per altro, Sayla! Nessun dio può reclamare tanto alla sua creatura! Solo i demoni vivono per tormentare gli uomini ed i demoni possono essere vinti!” Respirò forte, come a voler trarre la forza per vincere tutto quel male che li circondava. “Se morendo, sacrificandomi, potessi liberare tute le persone che amo da questi tormenti, io lo farei. Se davvero la mia vita servisse a riscattare tutti voi dal vostro dolore, allora la cederei ora, davanti a Dio. Ma purtroppo la mia vita non sembra valere tanto…” esitò un istante, mentre i suoi occhi non lasciavano quelli di Sayla “… ma fino a quando questa vita animerà il mio cuore, io mi batterò per chi amo. Lotterò per strapparvi a tutto questo. Sayla… la tua condanna non può essere stata pronunciata da un dio, ma da un qualcosa di oscuro ed io lo combatterò. Troverò il modo di liberarti. Riscatterò il tuo sangue da questo orrore. Lo giuro su quanto ho di più sacro, amica mia.”
Ma appena finito di pronunciare quelle sentite parole, Icarius vide Sayla perdere conoscenza fra le sue braccia.
“Sayla!” Gridò il figlio di Ardross. “Sayla, cos’hai?”
La prese allora in braccio e la condusse al palazzo.
Qui raggiunse la stanza di Sayla e mise la ragazzina a letto.
“Chiamo Shezan…” disse un valletto.
“No, non voglio che nessuno di loro la tocchi.” Rispose Icarius. “Uscite ed avvertite i miei compagni di raggiungermi subito.”
Un attimo dopo giunsero Lho, Nishuru e Luna.
“Sayla ha perso conoscenza…” rivolgendosi a Luna “… cosa possiamo fare?”
“Milord, Sayla non è come le altre ragazzine e…”
“Non resterò con le mani in mano mentre tutto questo la consuma!” La interruppe Icarius. “Ora voglio sapere la verità.”
“Non sarà piacevole.” Rispose Luna.
“Ho le spalle larghe, il sangue nobile e diverse generazioni di eroi nel mio albero genealogico che se la sono sempre cavata contro le forze del male.”
“Eh, è proprio vero quel che si dice sui Taddei!” Esclamò sorridendo Nishuru.
Luna fissò Nishuru, poi Icarius e sospirò.
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Lady Morgana 16-07-2011 16.03.29

Anche se era tutto buio, sentivo le loro voci. Icarius, Luna e Nishuru.
Volevo bene a tutti loro, anche se non volevo ammetterlo per sembrare più forte.
Ma Icarius non capisce che non si possono sempre salvare tutti e che la priorità ora è di salvare sua moglie.
Credo che Icarius sia cristiano, perchè si ostina a non capire che ci sono molti Dei e che alcuni portano pace ed amore, ma altri odio, disperazione e sangue. Theenar fa parte della seconda categoria.
E' un Dio molto potente e non si può sconfiggere un Dio.
Ma un altra cosa che il duca non comprende è che a me tutto ciò piace. Forse quando la mia anima si è fusa con quella del Signore del Sangue, sono diventata una Demone, perchè il sangue delle mie vittime mi appaga.
Improvvisamente nell'oscurità più assoluta apparve una Luce. Un puntino luminoso, come una stella solitaria nella notte.

Aprii piano gli occhi, sbattendo più volte le palpebre. Come avevo dedotto, Icarius, Luna e Nishuru stavano discutendo sul da farsi.
Mi issai sui gomiti e mi misi a sedere.
"Nobile Taddei, Voi non dovete preoccuparvi per me. Bensì per la prova che presto affronterete!" dissi rivolgendomi ad Icarius.
Guardai il cielo fuori dalla finestra e vidi che era ancora limpido e luminoso. Dovevo esser rimasta svenuta solo per pochi minuti.
"Milord, io vorrei avere il vostro consenso per ogni singola cosa che faccio." dissi seria, fissando il duca.
"Perciò vi informo che questa notte ucciderò qualcuno, anche se non so chi. Potrei uccidere quello sciocco presuntuoso di Schezan" dissi ridendo nervosamente.

No, non posso credere di aver detto al duca che ucciderò qualcuno questa notte!

"Volete che muoia qualcuno in particolare, Nobile Taddei?" dissi sorridendo, pensando al sangue che avrei bevuto quella notte di Luna piena.
In un secondo momento provai un immenso ribrezzo per me stessa.

Si sono sicuramente una Demone...

Lady Dafne 16-07-2011 16.43.11

Che potevo fare, Pasuan voleva tornare là dentro. Io avrei preferito chiamare rinforzi. Potevamo farci ammazzare, avevamo un bambino... insomma, avevo mille obiezioni da fare. Sospirai forte. Lo guardai negli occhi, anche se lui non avrebbe potuto vedermi, e poi gli dissi
"Lo sai che non sono d'accordo con te, lo sai che penso che sia una pazzia, ma ti amo troppo per lasciarti andare là dentro da solo.... andiamo! Io verrò con te! E speriamo di uscirne vivi!!"


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