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Anche Elv si sveglio`
"Scusa, non volevo svegliarti..." mentre mi prendeva fra le sue braccia "Ho sognato di camminare su un ponte. Ad un certo punto ho sentito una musica triste ed una donna mi disse che era di cattivo auspicio e narrava del dolore.... ho paura, Elv" guardandolo mentre le lacrime ricominciavano a scorrere "Stringimi... stringimi forte..." |
D'un tratto udii la sua voce.
Accidenti... Era lì fuori, così vicino eppure così lontano. Posai i fogli che avevo scritto. La tentazione di uscire era forte, ma mi limitai ad osservare la finestra. Ma certo non ero una che amava aspettare, non sapevo per quanto sarei riuscita a starmene buona buona in cabina. |
Elv strinse forte Gwen.
“E' stato solo un sogno...” disse “... uno sciocco sogno dettato dal tuo stato d'animo...” la guardò, accarezzandole il viso e poi asciugandole le lacrime dolcemente con un dito “... qualsiasi cosa accadrà, tu sarai sempre la mia Gwen... giovane e bellissima...” e la baciò. La baciò con passione, come se quell'incanto non esistesse. Come se lei fosse la bellissima mora che aveva conosciuto mesi prima. Un bacio ricco di trasporto e di Amore. |
Rancesco, Pinto e Sammone continuavano a bere gaiamente, mentre Icarius restò appoggiato al parapetto.
“Fate piano, o sveglierete davvero tutti...” disse lui, per poi fissare la porta della cabina di Clio poco distante “... chi è il tipo che ha avvicinato Clio a terra?” Chiese poi ai suoi compagni. “Un cavaliere...” rispose Pinto “... uno di quelli che amano darsi arie e che si mettono in mostra con le donne.” “A me non piace.” Sbottò Sammone. “A Clio invece pare di si...” pensieroso Icarius. “Le donne sono fatte così, che vuoi farci...” fece Rancesco “... un idiota non lo riconoscono neanche se lo porta scritto in faccia.” “Buona questa!” Esclamò Pinto ridendo. |
Annuii un poco confortata dalle sue parole prima che mi baciasse.
Mi bacio` con trasporto, passione, come se quell'incanto non esistesse, come se io fossi sempre la stessa e io lo Amavo, ogni istante di piu`. |
Ascoltai divertita il dialogo tra Icarius e i suoi.
Forse pensai che avrei dovuto dire tutto a Icarius, ma ero troppo curiosa di vedere come avrebbe reagito. Mia quell'attesa era snervante, e quei giochetti non mi erano mai piaciuti. La pazienza non sarebbe mai stata una delle mie virtù, decisamente! Così alla fine decisi di uscire, come se nulla fosse, e raggiungere il ponte, da dove sapevo che loro potevano vedermi senza sospettare che avessi ascoltato. Infossai una vestaglia da camera, che potevo indossare in pubblico, sopra la leggera camicia ed uscii. |
Elv baciò Gwen.
A lungo. Poi la strinse contro il suo petto. Cominciò allora a cantare una vecchia canzone. “L'ho imparata da piccolo...” disse sussurrando “... mi aiutava a non aver paura dopo un brutto sogno...” La canzone parlava di boschi fatti di pini e sicomori, di sentieri brulli ed eriche in fiore. Parlava di uno stagno all'ombra di verdi salici, dalle acque trasparenti e poco profonde. Poi di corse nella campagna, quasi a toccare il cielo, a rincorrere farfalle e ad aspettare le lucciole della sera. Lo sfoglio di una margherita, il profumo della brezza dei campi, la magia dell'Amore in fiore e dei sogni che attraversano l'alba senza morire. |
Clio indossò quella vestaglia ed uscì, raggiungendo il parapetto poco distante da loro.
Icarius la vide subito e fece cenno ai suoi come a dire ve l'avevo detto. L'aria era intrisa di umidità e tutto intorno a loro era avvolto da un irreale silenzio. “Immaginavo che i miei uomini fossero troppo rumorosi...” disse lui avvicinandosi a lei, per poi appoggiarsi al parapetto e guardare il fiume piatto “... ho detto loro di spostarsi, non ti disturberanno più... domani non vorrei fossi stanca a causa loro...” |
Mi bacio` a lungo e in poco tempo la paura causata dal sogno svani`.
Poi, mi strinse e intono` una canzone. "E` bellissima" mormorai quando ebbe finito "Non mi hai mai detto dove sei nato... io ti ho detto cosi` tante cose di me..." sorridendo piano e guardandolo. |
Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori
Sorrisi nel sentire la sua voce che si rivolgeva a me.
"Ah perché credevi che dormissi?" voltandomi verso di lui, per poi sorridere. Dovetti mordermi la lingua per non dire che stavo solo aspettando. Invano, evidentemente. |
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