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Entrai nella sala e vidi Sua Grazia, feci un leggero inchino e baciai l' anello per alzarmi.
Il vescovo era spazientito poichè il Duca non era presente...e questo era un grave errore..un taddeide doveva accogliere il Vescovo...poi guardai Rodolfo..in ritardo per gli allenamenti..era dal mattino si allenava, scossi il capo ma salvai la situazione.."Sua Grazia, forse il Duca non si sente bene, lo avevo visto leggermente pallido oggi ma sicuramente arriverà, nel frattempo Sua Eccellenza gradisce qualcosa?" e iniziai col cerimoniale di Corte. |
Era aggraziato nei modi......un po' superficiale..per essere un pittore.....lo guardai perplessa...." Molte cose vi sfuggono...ma una cosa l'avete detta bene....no...non mi avete vista prima a Corte.......non amo questi posti....troppo mondani, non sono una serva......i miei abiti non sono ricchi e sfarzosi..ma non sono una serva........la moglie di un Comandante...delle Ducali......si lo sono o lo ero...perchè si dice sia un traditore e non so se sia vivo o morto.......ma quella della Musa....e' fantastica....voi dite che per ispirarvi dovrei indossare il nulla ?........".........Girai intorno alla fontana....la sera ormai era quasi giunta e l'aria era fresca.......e le ombre....mettevano confusione ai colori che prima sembravano brillanti e pieni di vita..........mi ritrovai ancora ....accanto al pittore........" Sapete...sono molto di piu'...di una Musa....di una nobile donna...della moglie di un Capitano......molto di piu'.........Potrei scatenare nella vostra mente........fantasie che mai vi avrebbero sfiorato il pensiero........Sono la Figlia della Dea Diana ........credo che non abbiate mai incontrato il mondo della selva.......il mondo oscuro della notte pagana.....nella brughiera......"...Sorrisi...amichevole..." Dovreste provare ...i vostri quadri sarebbero molto apprezzati......".......Guardai la tela....e prendendo il pennello.......dipinsi una magnifica Luna.....mi ricordava la mia isola....lì anche le stelle sembravano avere qualcosa di diverso.....
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-Molto bene-
mormorai, constatando che, comunque, il piano prendeva forma; -Ora occorre avere pazienza, e tenere sotto stretto controllo la dimora di lord Cimmiero- Mi rivolsi a Lucas; -Io e te, mio buon amico, saremo come falchi che puntano la preda, e non appena l'occasione sarà propizia, tu avviserai il nostro qui presente alleato- ed indicai l'uomo dei vicoli, -Ed imbastiremo il tutto. In alto i cuori!- |
“La Regina di Gioia Antiqua!”
Restai stupita per un istante all'esclamazione del bambino. Tutto sembravo, tranne che una principessa in quel periodo. Ero pallida e stanca dalle continue vicissitudini e non curavo il mio aspetto da giorni. Mi voltai verso il prigioniero, sorridendo: "Converrete con me che i bambini sono dotati di grande immaginazione! Per colpa dei miei modi, penserete anche voi quanto sia assurdo paragonarmi ad una principessa!" senza attendere risposta, continuai "Voglio chiedervi perdono, Messere. Dovete sapere che ho sempre vissuto dentro un convento, in solitudine e non sono abituata né al mondo, né al trattare con i suoi abitanti... Ma adesso presto, entriamo dal fabbro, mi preme sapere se vi può aiutare!" Il laboratorio del fabbro sembrava vuoto. Era un piccolo ambiente pieno all'inverosimile di attrezzi da lavoro e di polvere. Mi beai per un attimo al calore del fuoco che divampava con potenza, pronto per forgiare il metallo. "Pare non esserci nessuno..." pensai ad alta voce. Invece, qualche istante dopo, il fabbro apparve da una zona in ombra della stanza e, alla vista del prigioniero, restò stupefatto... |
Il misterioso prigioniero sorrise a Tessa.
“I bambini” disse “sono spesso notati di grande sensibilità invece, riuscendo a leggere dove spesso gli adulti neanche si soffermano a guardare. Quanto a voi, non bisogna certo apparire raggiante e gaia per essere una principessa. Andromeda non sorrideva mai, anche perchè non ne aveva motivo, così come Elena prima di incontrare Paride. Senza dimenticare poi le principesse delle favole come Raperonzolo, anch'ella alle prese con problemi seri, come la torre in cui era rinchiusa.” Ridendo. I due entrarono così nella fucina, che però apparve loro vuota. Poi ad un tratto arrivò da un vestibolo laterale un giovane uomo dall'aspetto mite, che restò sorpreso e turbato nel vedere il prigioniero che si toglieva lo scialle, mostrando così la maschera di ferro. “San Giuseppe...” mormorò il fabbro. “No, sono solo un uomo.” Sarcastico il prigioniero. “E porto lavoro per voi. Potete togliermela?” Il fabbro lo fece sedere e cominciò ad osservare con attenzione la maschera. “Può aprirsi solo con una chiave...” disse infine “... una chiave speciale... tentare di toglierla con tenaglie e martello farebbe solo danni...” “Nulla che già non sapevo...” mormorò l'ex galeotto “... chi mi ha chiuso la faccia in questa maschera voleva essere certo che vi restasse...” “Già...” annuì Ernò il fabbro. “Sono condannato dunque?” Fissandolo il prigioniero. “Non so che dirvi...” pensieroso Ernò “... ma forse... forse potrebbe aiutarvi qualcuno...” “Chi?” “Il mio maestro...” spiegò il fabbro “... vedete quel monte che domina la valle?” Indicando la montagna che si vedeva dalla finestra. “E' il monte di San Michele... lì vive da anni un anacoreta, un vecchio maniscalco... tutto ciò che so sui metalli è stato lui ad insegnarmelo... magari potrà aiutarvi...” “Credete?” Chiese il prigioniero. “Se non lui, allora solo chi vi ha chiuso questa maschera sulla testa potrà farlo...” Il prigioniero si alzò e guardò Tessa. “Pare che dovrò portarvi a fare una gita in cima a quel monte, principessa.” Facendole l'occhiolino. “Al vostro ritorno vi prego di portarmi notizie.” Fece il fabbro. La maschera di ferro annuì e con Tessa lasciarono la fucina. Risalirono sul carretto e presero il lungo sentiero che li avrebbe condotti in cima al monte di San Michele. http://upload.wikimedia.org/wikipedi..._solitaria.png |
Rida fissò Gwen.
“Dimmi... ti ascolto...” disse “... ma va tutto bene? Mi sembri turbata?” Ad un tratto bussò qualcuno. “Come sta la nostra malata?” Chiese Ozzillon. “Meglio.” Rispose Rida. “Ottimo!” Esclamò l'uomo. “Perchè siamo in partenza!” “Per dove?” Stupita Rida. “Nel baule ho trovato una mappa, per un luogo speciale.” Entusiasta Ozzillon. |
“Si, credo che tu abbia ragione.” Disse Icarius a Clio, per poi sorriderle e prenderla per mano.
I due tornarono così al palazzo, venendo però subito notati da alcuni servitori, che mormorarono fra loro. Il pastore e la spadaccina si separarono, recandosi ciascuno nei propri alloggi, a prepararsi per la cena. Dopo un po' Icarius fu pronto e raggiunse la sala dove c'erano il vescovo e Rodolfo ad attenderlo. E qui trovò anche Altea. “Milord...” alzandosi Rodolfo “... vi attendevamo...” “Perdonatemi, ma l'allenamento di oggi mi ha preso molto tempo.” Il presunto duca baciando l'anello sulla mano del vescovo. “I miei omaggi, Vostra Grazia.” “Sono lieto di vedervi in salute, milord.” A lui il vescovo. “Salute anche a voi, milady.” Rivolto poi Icarius ad Altea. “Siete sempre più bella.” Con un inchino del capo. “Messer Rodolfo mi parlava del vostro incidente al Gorgo del Lagno, milord.” Disse il vescovo. “Si, ma per fortuna è stata solo una brutta avventura.” Sorridendo il presunto erede dell'Austero. |
“Allora” avvicinandosi il pittore ad Elisabeth “conducetemi in quel mondo pagano, milady...” prendendola per mano “... lasciamo la realtà e rechiamoci dove i sensi diventano immortali, come gli antichi dei...” fissandola negli occhi “... ma prima ditemi il vostro nome, figlia di Diana e signora dei miei desideri...”
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Tornammo a palazzo dove ci dividemmo, raggiungendo ognuno i propri alloggi.
Una volta in camera mia, dovetti prepararmi in fretta, anche perché non ero esattamente presentabile. Così, mi concessi un bagno veloce, all'essenza di lavanda, sistemai i miei capelli, che avrei poi lasciato sciolti, e poi mi vestii. Sapevo che Rodolfo mi avrebbe presentato come il maestro d'armi del duca, dunque rimasi dell'idea che un vestito non faceva al caso mio. Così, indossai una sobria camicia bianca e sopra di essa un corpetto nero, che ben sottolineava la mia figura, degli attillati calzoni bordeaux dentro alti stivali neri, e una lunga giacca lasciata aperta, oltre, naturalmente, alla cintura con la spada. Una volta pronta scesi di sotto per la cena, trovando già gli altri. Salutai tutti cortesemente, e mi scusai per il ritardo. |
Finalmente il presunto duca arrivò e per fortuna il Vescovo non disse nulla che egli preferì finire gli allenamenti piuttosto di essere puntuale ad aspettarlo e sospirai, poi egli si rivolse verso me e sorrisi con un cenno del capo.."Salute a voi Duca, vedo state meglio...galante come sempre noto" e lo guardai nel volto per carpire qualcosa mentre assaporavo un elisir dal sapore cedrato.
Poi la frase finale e aprii gli occhi verdi...aveva detto per fortuna era stato solo una brutta avventura..quindi niente di chè per lui. Ora volevo vederlo come si destreggiava nei modi di fare...non sapevo se vederlo sbagliare o aiutarlo perchè non incappasse in gravi errori, d' altronde li avrei capiti. |
Figlia della Dea Diana...era passato qualche anno da quando non mi sentivo piu' chiamare cosi'.......ma avevo parlato della brughiera.....della selva...e lui era rimasto impassibile......quel calco...se era qualcosa di orribile...a lui non aveva fatto impressione......." Mi chiamo Elisabeth.....e voi come vi chiamate.....amo i pittori...riescono a rubare ogni particolare....ogni cosa che una persona poco attenta non riesce a fare.......scommetto che Voi siete particolarmente sensibile e che i vostri quadri riescano a riflettere ogni cosa voi osserviate......per quanto riguarda la brughiera.......non vi sono problemi...se siete disposto.......anche ad essere ucciso....."...Sorrisi......l'Ara sacrificale......
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Clio arrivò nella sala e la cena cominciò.
“Ditemi, milord...” disse il vescovo “... come procedono i vostri allenamenti?” “Bene, Vostra Grazia.” Sorridendo Icarius. “Lady Clio è una straordinaria maestra...” guardando poi la ragazza con occhi complici. “Ma dopotutto” fece il vescovo “ho sentito dire che quando si è degli eccezionali spadaccini, come lo siete voi, torna come naturale destreggiare una spada. E' qualcosa che non si dimentica. Lo pensate anche voi, milady?” Rivolto poi a Clio. “Immagino di si.” Mormorò Rodolfo. “Del resto anche la nostra lady Altea, ospite qui a corte da tempo ormai, rammenta come Sua Signoria sia il migliore spadaccino non solo del ducato, ma dell'intero reame.” |
Sorrisi ad Icarius, con un galante e riconoscente cenno del capo e gli occhi nei suoi per un istante, ricambiando il suo sguardo complice.
"Oh, ma naturalmente..." mi rivolsi poi al vescovo "Dopotutto, si tratta più che altro di fargli riprendere la forma dopo la lunga convalescenza dovuta all'incidente... nulla di più... Sua Signoria non avrà bisogno a lungo del mio aiuto.." sorrisi, cordialmente, sorseggiando il mio prezioso vino. |
Il pittore rise ad Elisabeth.
“Vorrei essere ucciso solo da voi, milady.” Disse, fissandola negli occhi. “E vedo che siete molto portata a leggere l'arte... vi dirò, qui a corte tutte sono così vuote, leggere... sono belle, certo, ma per essere una modella non basta la bellezza... un corpo nudo è muto se non esprime enfasi, impulsi, sentimenti... dico bene, no? Sapete, potrei confidarvi un segreto...” sorridendo “... pare che qualcuno abbia visto chissà cosa in un mio dipinto... un chierico sembra abbia riconosciuto qualcosa, ma io sono scettico... la mia arte è enigmatica... vi va di vedere il mio studio ed i miei lavori, milady?” |
Ascoltavo le parole del Vescovo e pensavo a ciò che dissi a Teofilus...una persona può perdere la memoria ma non la propria indole..e allora perchè quegli allenamenti? Il Vescovo aveva pure dei dubbi forse quando fui presa parte in causa da Rodolfo e sorrisi "Sicuramente..si sa, è straordinario a combattere, con Mia Amata poi non lo batteva nessuno, fortunatamente in questi tre anni non ha dovuto molto mettere mano alla spada ma mi sentivo sicura vicino a lui...per non parlare del suo gusto del bello, è pure un esteta il nostro Duca e il suo portamento è regale di natura".
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“Invece il vostro ruolo qui sarà sempre importante, milady.” Disse Icarius a Clio, tradendo un po' della sua ingenuità davanti a tutti.
“Che mondo affascinante la mente umana.” Fece il vescovo. “Più si crede di poterne contemplare l'essenza, più essa si mostra mutevole e sfuggente. Infondo solo Dio può comprendere l'animo di un uomo.” “E' così.” Annuì Rodolfo. “Vostra Grazia ha ragione.” “Cambiando discorso” mormorò il chierico “e riferendoci a cose più umane e dunque alla nostra portata... ho saputo che l'ambasciatore di Maruania è ancora nel ducato... ospite nel castello di lord Cimmiero...” Rodolfo lo guardò turbato. “Mi chiedo cosa avrà intenzione di fare... non si presenta a corte e neanche va via...” pensieroso il vescovo. “Ciò non mi piace...” con tono cupo Rodolfo. Poi Altea nominò Mia Amata. “Già...” fissandola il vescovo “... nessuno ha più ritrovato la spada.” “Purtroppo no.” Scuotendo il capo Rodolfo. “Credo si trovi al Gorgo del Lagno, no?” Mangiando il vescovo. “Mi sembra naturale... è lì che Sua Signoria ha avuto l'incidente.” “Già...” perplesso Icarius. “Ma parliamo d'altro.” Sorridendo Rodolfo. “Altrimenti la cena assumerà un'aria mesta. Milady...” rivolgendosi ad Altea “... non è sfuggita la vostra eleganza a Sua Signoria e a nessuno di noi... avete forse trovato un nuovo spasimante? Stavolta in grado di conquistarvi?” |
Tesoro....ma certo che ti avrei ucciso con le miei stesse mani...." Non credo che eviterei di esaudire un vostro desiderio....se proprio doveste morire...saro' io stessa a farlo....infondo...donare il cuore ad una Dea...e' la piu' dolce delle morti........Storia interessante la vostra......sono una donna curiosa......vi seguo volentieri....credo che ispirerete la mia fantasia "......gli feci un bel sorriso......lo presi sottobraccio..." Prego...fate strada siete voi il padrone di casa".....
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Sorrisi appena ad Icarius a quelle parole "Sua Signoria è fin troppo cortese..." cordialmente.
Da come parlava il vescovo, non sembrava nutrire sospetti, considerando poi il pericolo rappresentato da Maurania era un ottimo alleato. Mia Amata... Già, avevo detto a Rodolfo che dovevamo trovare una storia anche per quello. Ma probabilmente aveva ragione lui nel dire la pura verità: della spada di Guisgard non si avevano notizie. A meno che... Trasalii, rammentando il motivo che mi aveva portato lì, e quella strana spada a chiave che parlava della Scafatella. Forse avrei potuto indagare su quel mistero, dopotutto, mi sembrava di aver tenuto quella stranissima arma, doveva essere nel mio bagaglio. Avrei controllato più tardi. Poi Rodolfo cambiò argomento, rivolgendosi a Lady Altea, commentando la sua eleganza, che peraltro non era una novità, dato che l'avevo sempre vista abbigliata in modo impeccabile e raffinato. Convenni però che una conversazione leggera avrebbe giovato all'atmosfera della cena, dunque fui lieta del cambio di argomento. |
Ascoltai le parole del Vescovo..era uomo troppo arguto, la cosa mi preoccupava leggermente a dire il vero, aveva ragione su tutto e pensai pure a lord Cimmiero.."Sua Grazia ha ragione..Mia Amata è sparita nel nulla, si potrebbe cercarla nel Lagno anche se è melmoso ma si sa..è una spada dai mille misteri e gloriosa.." stavo continuando quando udii le parole di Rodolfo, stava sviando il discorso ma lo assecondai "Vi ringrazio per il complimento, solitamente a una cena importante come questa si indossa sempre qualcosa di particolare..no, nessun spasimante. Noto la cosa vi interessa, ora sono curiosa del motivo." e lo guardai perplessa e rivolsi una leggera occhiata al Vescovo, egli sapeva come fino alla fine avevo sempre sperato Guisgard accettasse le nostre stabilite nozze e volesse proprio lui celebrarle.
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Il pittore sorrise, prese il braccio di Elisabeth e la condusse nel suo studio.
Era una stanza non troppo grande, ma neanche piccola, con un lettino pomposo contro una parete e una gran quantità di tele sparse ovunque, ritraenti tutte scene di nudo. Donne bellissime apparivano in quei dipinti, vestite pochissimo o nulla, in atteggiamenti provocanti e sensuali, con atmosfere che variavano dall'antichità classica, al mondo pagano celtico e germanico, fino a quello fiabesco e mitico dei racconti popolari. “Una dea tra le dee...” fece il pittore, invitando Elisabeth ad entrare in quel mondo di arte e desiderio. |
“Siete una bella donna e in una corte la bellezza è sempre motivo di interesse.” Disse sorridendo Rodolfo ad Altea.
La cena proseguì così, senza più toccare argomenti tediosi. Terminò ed il vescovo andò via. Ma rimasti soli Icarius, Clio, Altea e Rodolfo, all'improvviso venne un servo. “Milord...” “Cosa accade?” Fissandolo Icarius. “Presto, venite a vedere...” “Quanti misteri!” Nervoso Rodolfo. Uscirono nel cortile e qui videro varie guardie attorno ad un carro. Il presunto duca e gli altri si avvicinarono e videro uno spettacolo sconvolgente. Una donna nuda e senza vita era completamente coperta di segni che tradivano le atroci torture con cui era stata uccisa. Clio la riconobbe. Era Azelle. E la cosa più terribile era la sorta di firma lasciata su quell'orrore. In mezzo alle gambe della povera donna vi era infatti conficcata una carta raffigurante l'Asso di Picche. http://static.underthegunreview.net/...011/12/782.jpg |
"Vi ringrazio sir Rodolfo..ne sono lusingata..e ringrazio pure il Duca dei complimenti, d' altronde è un piacere avere i suoi complimenti" e guardai il presunto Duca in modo affabile.
La serata finì in modo tranquillo ma solo col Vescovo, ci vennero a chiamare ed accorremmo a vedere che era successo..quella donna era sfigurata e martoriata e a quella vista, istintivamente, mi parai il volto addosso al Duca e dissi spontaneamente.."Guisgard..guarda...abbiamo visto tante cose orribili ma non fino a questo". Poi mi accorsi stavo parlando con lui proprio come sempre e rimasi a guardarlo e leggermente mi staccai dal ragazzo e vidi la carta.."L' Asso di Picche...Burmid era a servizio del Duca Dominus come mercenario e nella sua nave aveva il simbolo dell' Asso di Picche e dava la caccia a noi e la Santa Caterina". Tremavo e mi rivoltai per non vedere quella povera donna...e lì mi mancava davvero il forte abbraccio di Guisgard. |
Sbiancai, pietrificata da quella visione.
Azelle... Azelle... Avrei voluto urlare ma non riuscii ad emettere un suono. No, non poteva essere vero... non poteva essere suo quel corpo martoriato. Crollai in ginocchio accanto a lei, senza quasi accorgermi che stavo singhiozzando. Azelle.. Era colpa mia! Perché l'avevo coinvolta in quella storia? Perché? Presi con delicatezza la carta tra le mani tremanti e la gettai poco distante, coprendo con la mia giacca il corpo senza vita della mia unica amica. "La pagheranno..." mormorai, tra i singhiozzi, sfiorando dolcemente i suoi bellissimi capelli scuri "La pagheranno te lo prometto..." in un sussurro, chinando il capo, disperata. Ma sapevo che non erano gli unici responsabili di quell'atrocità. "Perdonami..." sussurrai, tra le lacrime "Ti prego.. ti prego perdonami..." tremavo. Alzai lo sguardo livido verso Rodolfo "È evidente che queste mura hanno occhi e orecchie..." mormorai, gelida come il ghiaccio "Pagheranno per questo..". Poi udii le parole di Lady Altea e trasalii. "Brumid?" mormorai "Possibile?" lanciando un'occhiata alla carta ormai distante dal corpo di Azelle "Non mi stupirebbe..." in un gelido sussurro "Quell'uomo è capace di tutto..". |
Seguii il pittore...il lungo corridoio...alcune stanze...che avevo visto quei giorni e poi una porta.........Fui condotta all' interno della stanza....nulla di particolare, una dormeuse.....era addossata al muro......e molte tele occupavano gran parte dello spazio....poi ..il cavalletto...una tela ancora intoccata....e il tavolo dove vi erano tutti i colori utilizzati e non dal pittore........" C'e' una grande differenza tra me e loro......stupende donne...nulla da dire...ma io Sono una Dea......il che potrebbe essere impossibile che io mi spogli davanti a voi.....e che voi dipingiate il mio corpo......"....intanto...andai a gironzolare per tele......così come se annoiata passassi il mio tempo in quel polveroso posto.....mi avvicinai a lui" Avete parlato di un quadro e di un chierico.......Facciamo così....se mi farete vedere quel quadro.....e mi spiegherete perchè lo avete dipinto........io vi portero' in un posto.......dove solo una Dea vi potrà far assaporare il nettare della vita......".....gli accarezzai il volto col dorso della mia mano........
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Mi voltai verso Clio.."E che scopo avrebbe Burmid..lui aveva carta bianca di agire come voleva quando Dominus era vivo..io stessa fui presente quella volta..lui era un mercenario, doveva solo uccidere Guisgard..però aveva un odio non ho mai capito per Irko e forse voleva più uccidere lui che il capitano..una spia...proprio oggi ho detto alla mia dama di compagnia di controllare una serva che seguiva proprio me ovunque...Simoinin..era entrata senza bussare proprio mentre parlavo col mio maestro e per me era una scusa e lei stessa disse era a servizio di Cimmiero, quando era a Corte, e che voleva informazioni se fossi presente stasera col Vescovo, visto lo voleva sapere messer Rodolfo..ovviamente potrebbe essere pure innocente" fissai Clio, la vedevo stravolta e conoscevo Azelle pure io.."Vi sono vicina milady" e sorrisi leggermente.
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Stavo per iniziare a raccontare, ma qualcuno busso`. Ozzillon entro`, chiedendo come stavo.
Rida gli disse che stavo meglio e lui se ne compiacque. Disse che eravamo in partenza; non specifico` la meta, disse che nel baule aveva trovato una mappa. Cassaluia non mi aveva parlato di una mappa. E se fosse stata una mappa per il suo palazzo? "Ozzillon, sei sicuro che sia prudente seguire quella mappa?" |
Era vero, che motivo avrebbe avuto Brumid? A meno che, certo, non fosse stato assoldato da Cimmiero e da Maurania.
Ma non riuscivo a pensare lucidamente. Il suo sorriso spensierato e malizioso si era spento per sempre. Cercai di sorridere ad Altea a quelle parole di conforto, sperando di esserci riuscita. Ma non riuscivo a staccare gli occhi dal bel viso della mia amica sconvolto dal dolore. Un vuoto profondo e oscuro si fece strada nel mio cuore, e sapevo che non l'avrei colmato facilmente. Ci misi un po' a recepire le parole di Lady Altea sulla servitrice, e alzai nuovamente gli occhi su Rodolfo. Occhi spietati e profondi come il vuoto che mi consumava, occhi che sembravano lontani da qualunque sintomo di umanità. "Trovate quella serva.." con voce bassa e metallica, quasi una condanna. E non mi importava se non avevo l'autorità per comandare nessuno, non mi importava nulla, ma avrei vendicato la mia Azelle a costo della vita. D'un tratto mi sentii improvvisamente sola, come se il mondo intero fosse distante da me, oltre una barriera di vetro resistente a tutto, potevo vederli, forse, ma non sentivo. |
Vi era quindi una speranza! Magari il maestro del fabbro sarebbe riuscito a trovare una soluzione per aprire quella infernale maschera!
"Sapete" dissi all'uomo che io chiamavo Bernard "ho delle buone sensazioni. Credo che questo maestro riuscirà ad aiutarvi". Sorrisi all'uomo, rincuorata dal fatto che le nostre schermaglie fossero finite e, improvvisamente, provai uno slancio di affetto nei suoi confronti. "Non siamo poi molto diversi, sapete" ripresi "Siamo stati entrambi chiusi fuori dal mondo per molto tempo. Voi non avete memoria del vostro passato e, in qualche modo, neppure io. Ricordo solo gli anni in cui, da bambina, venivo allevata dalle suore, ma non so niente di chi sono in realtà". Feci una pausa, quasi malinconica. "Mi è sempre mancata mia madre. Da piccola cercavo di immaginarne il volto o la voce...Vorrei sapere se la mia famiglia esiste ancora, da qualche parte". Osservai il paesaggio che ci circondava. Le colline quasi brulle, punteggiate ogni tanto da qualche boschetto, sembravano non finire mai e portare verso i monti. "Pregherò San Michele Arcangelo affinché aiuti tutti e due" dissi sospirando. |
Icarius restò interdetto.
Fissava quell'indicibile spettacolo senza dire nulla, fino a quando, impossibilitato a continuare, chiuse gli occhi e chinò il capo. Altea si parò verso di lui e il pastore, quasi meccanicamente, la strinse a sé. “Portate via il corpo di lady Azelle...” disse Rodolfo ai soldati “... e prima di informare i suoi familiari dite al dottore di corte di tentare di sistemarla per quanto possibile... è uno spettacolo terribile...” I soldati portarono via il cadavere. “Com'è arrivato qui il carro?” Chiese poi Rodolfo ad una delle sentinelle. “Lo abbiamo trovato davanti alla Porta dei Leoni, signori.” Spiegò questa. “Pensavamo si trattasse delle provviste ordinate, ma invece...” “L'Asso di Picche” voltandosi Rodolfo verso Icarius, Altea e Clio “è il simbolo di Maruania. Naturalmente una semplice carta da gioco non è sufficiente per accusarli, ma la sottile rivendicazioni di questo obbrobrio mi sembra chiara. Ciò ci fa capire con quali bestie abbiamo a che fare.” “Forse sarà meglio che andiate a riposare, milady...” Icarius ad Altea “... siete sconvolta e qualche ora di sonno vi farà bene...” il presunto duca guardò poi Clio “... anche voi dovreste riposare... anzi, come vostro signore vi ordino di andare, milady...” |
Vidi tutto come da lontano, i soldati che portavano via la mia Azelle, la voce di Rodolfo, Icarius che stingeva Altea e mi diceva di andare via.
Grazie dell'aiuto, Icarius... Alzai gli occhi su di lui, con tutto il dolore che mi attraversava. "Come Sua Signoria desidera..." Con una voce lontana, e gli occhi nei suoi, colmi di un dolore e una rabbia troppo profondi. Così, tornai nelle mie stanze e crollai a terra, poco lontano dalla porta singhiozzando col viso tra le mani. |
Ozzillon rise a quella domanda di Gwen.
“Ragazza mia.” Disse. “Io ho fiuto! So comprendere quando una pista merita di essere seguita!” Prese dalla tasca una cartina che aprì davanti alla ragazza e a Rida. “Vedete?” Indicandola. “Parla di un luogo specifico, in cui è sepolto un tesoro! Un tesoro, capite! Si narra, afferma la mappa, che il diavolo giunga ogni notte in un bosco dimenticato per dissotterrare le ricchezze che i ladri e gli assassini hanno nascosto durante il giorno per fuggire dai soldati! E noi, con questa mappa, sappiamo esattamente come raggiungere quel bosco e in quale punto scavare!” “Ma forse” mormorò Rida “questa mappa non ci appartiene, capo.” “Cosa?” Fissandola Ozzillon. “Si, il baule era di quella donna e forse la mappa sarà caduta dentro per sbaglio...” “Che sciocchezza!” Scuotendo il capo Ozzillon. “Madama Fortuna va presa al volo! Ed è quello che faremo! Domattina partiremo! Dunque andiamo tutti a riposarci!” http://upload.wikimedia.org/wikipedi...a_del_1642.jpg |
Passarono alcuni minuti e poi forse quasi un'ora.
Il palazzo sembrò, pian piano, addormentarsi e le voci e i rumori si assopirono lentamente. Poi, all'improvviso, mentre Clio era ancora a terra distrutta dal dolore, qualcuno bussò. “Sono io...” disse Icarius da fuori “... posso entrare?” |
Avevo già vissuto momenti come quelli, anzi, molto peggiori.
Momenti in cui ti sembra che il mondo intero ti abbia abbandonato. Sentii la sua voce e chiusi gli occhi per la rabbia. Adesso arrivi? "Entra..." Mormorai, dura. |
La porta si aprì ed Icarius entrò, richiudendola poi lentamente dietro di sé.
Si avvicinò allora a Clio ed aiutò la ragazza ad alzarsi da terra. “Mi sembra superfluo chiederti come stai...” disse, cercando di condurla verso il vicino letto per farla sedere “... immagino fosse una tua amica quella poveretta... mi spiace... è terribile il modo in cui l'hanno ridotta... se vuoi parlarne, io sono qui... altrimenti resterò a farti compagnia pur stando in silenzio... ammesso che tu voglia qualcuno fra i piedi...” |
Restai in silenzio, lasciando che mi aiutasse ad alzarmi, per poi sedermi sul letto.
Alzai gli occhi su di lui. "Mi hai lasciato sola là fuori...." Sussurrai, con un'infinita tristezza "Quando avevo più bisogno di te...." Scossi la testa "Che sciocca che sono...". Mi lasciai cadere all'indietro, incrociando le braccia sul viso. "Non era una mia amica...." Sussurrai tra le lacrime "Era la mia unica amica... Ed è morta a causa mia..." Senza smettere di piangere, come se le lacrime non finissero mai, come se per quel dolore non esistesse conforto. |
“Rodolfo voleva accertarsi che tutto fosse sicuro nel palazzo e ha voluto che lo accompagnassi mentre visitava le postazioni delle sentinelle, per parlarmi di questi nemici di cui sospetta...” disse Icarius a Clio “... ma poi, preoccupato per te, l'ho mollato all'improvviso... immagino domani mi aspetterà una bella ramanzina...” le accarezzò i capelli e poi con un gesto delicato prese le mani di lei, togliendole dal suo volto, per guardarla negli occhi “... perchè dici che è colpa tua, Clio? Tu non c'entri nulla...”
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Il pittore restò ammaliato da quella carezza di Elisabeth e baciò la mano della donna.
Si voltò allora a cercare fra le varie tele ammassate a terra, contro un piccolo mobiletto. Trovò ciò che cercava e tornò a fissare la moglie di De Gur. “Ecco la tela...” disse, mostrandola poi ad Elisabeth “... questa è quella che interessava a quel chierico... e non certo per la mia arte... gli uomini di Chiesa, vi dirò, non sono portati a vedere così in profondità, come invece richiede il mio estro artistico... loro fuggono dai piaceri della vita e dal cosiddetto peccato, mentre la mia genialità vive di tutto ciò... ma sono certo che voi mi capite, vero figlia di Diana?” Facendole l'occhiolino. Elisabeth vide quella tela. Raffigurava la campagna di Capomazda immersa in una inquieta notte ed impreziosita dalla Luna. E nel vedere quell'immagine, la donna, da sempre sensibile nell'osservare la natura ed i suoi misteri, avvertì come un senso di angoscia. Un qualcosa che fece piombare il suo animo in una profonda desolazione. Vi era qualcosa di cupo in quel quadro. Qualcosa di oscuro, di sinistro, di indefinito. Qualcosa di innaturale. E nell'osservare la tela, Elisabeth si accorse di un particolare. All'inizio le sembrò un'ombra informe e immobile nella campagna. Poi, pian piano, si accorse, guardandola meglio, che si trattava di una sagoma, di una figura irregolare, sfuggente, come irreale. Una figura che però, nonostante la sua enigmatica essenza, sembrava emanare un alone di assoluta malvagità. |
Mi ritrovai con gli occhi nei suoi, lo vedevo appannato dietro le lacrime.
"Oh, eri preoccupato per me?" Scuotendo appena la testa "Allora perché mi hai lasciato per terra, accanto al suo corpo?" con dolore e delusione nella voce e nello sguardo. "Sono stata io a chiederle di sedurre Guanto per avere informazioni..." Chiudendo gli occhi per cercare di fermare le lacrime e il dolore "Se solo non le avessi detto niente, sarebbe ancora viva, vegeta... A posare per il suo pittore, a godersi la vita come nessun'altra, a circondarsi di bellezza...." Sorrisi, tra le lacrime, pensando a tutte le cose che amavo in lei. "Ma giuro che la vendicherò...." Con rabbia "Avrò le loro teste, qualunque cosa comporti... La pagheranno... La pagheranno cara...". |
“Ero...” disse Icarius “... ero sconvolto, attonito, persino spaventato...” chinando lo sguardo, come se non riuscisse a sostenere quello di Clio “... avrei voluto prenderti e portarti via... proteggerti, consolarti, tenerti stretta... e l'unica cosa che ho pensato è stata quella di chiederti di andare a riposare... ma solo per poterti raggiungere...” poi restò sorpreso dalle sue seguenti parole “... hai... hai chiesto a quella poveretta di sedurre Guanto? Il fratello di Cimmerio, giusto? Ma perchè? Perchè una cosa simile?” Si alzò, camminando nervosamente nella stanza. “Quante cose accadono qui senza che io ne sappia nulla. Tu che assoldi dame di corte come fossero spie, Rodolfo che parla di nemici simili a bestie. E poi lady Altea che ricordava di cose per me assurde ed oscure, legate a Guisgard.” Scosse il capo. “Forse sono davvero un fantoccio qui dentro io...”
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"Già, deve essere per quello che hai preferito abbracciare un'altra donna mente io ero per terra..." Distogliendo lo sguardo "Il ragionamento non fa una piega... Mi domando perché mi senta ferita..." Sussurrai.
Chiusi gli occhi per la rabbia. Cosa mi aspettavo, dopotutto? Guisgard avrebbe fatto la stessa cosa, era già successo in passato, no? Presi un profondo respiro, ci mancava solo di dover litigare con lui adesso. Non avevo voglia, non avevo le forze. Per una volta mi sentivo debole e indifesa, avrei voluto solo essere presa tra le braccia. Ci voleva tanto a stringermi e cercare di calmarmi? Hai voluto essere una donna forte, indipendente? Adesso arrangiati! Ecco perché odio aver bisogno di qualcuno vicino. Perché poi non c'è, o complica le cose. "Rodolfo me l'ha chiesto..." Sospirai "Anzi, voleva che andassi io a fare la spia, perché conosco alcuni degli uomini che erano con Cimmiero... Ma io non sono brava in queste cose, così ho pensato a lei, ed era anche contenta di raggirare quel porco di Guanto..." Chiudendo nuovamente gli occhi per un breve istante "Se è questo che vuoi, ti terrò aggiornato su tutto ciò che accade..." Scossi la testa "Volevo solo proteggerti da tutto questo schifo..." Con un sorriso amaro. |
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