Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 23-04-2012 00.18.11

Fyellon fissò Altea ed annuì.
“Si, in questo desolato maniero” disse “non tutto è inutile ed inservibile... ho visitato l'officina di quell'uomo, Insegrid... ebbene, ho appreso che egli è un fabbro ed anche molto abile a quanto sembra... nella sua fucina vi è infatti una meravigliosa corazza dai riflessi vermigli... vi posso giurare che mai ne ho veduta una simile... sono certo che quella magnifica armatura può servire alla nostra causa... chi indossa quel prodigio, statene certa, può vincere un'intera compagnia di semplici cavalieri!” Si alzò e guardò dalla finestra. “Dobbiamo riuscire a prenderla e portarla via da qui...”

Parsifal25 23-04-2012 00.34.24

Lilith, la vidi persa.....era in difficoltà. Sentiva il peso di questa prova, ma come ogni essere umano deve saperle affrontare.

Qui..... rischiamo la vita, ma lo facciamo per una giusta causa e per i tanti cavalieri che hanno tentato di superarla...... non potevamo indugiare.....

Mi rivolsi verso Lilith e dissi: "Andremo a sinistra..... seguiremo la "via del cuore"..... la presi per mano e procedemmo.

"Un'ultima cosa.....Lilith, per caso vi è un incantesimo o mezzo che possiamo utilizzare per non smarrirci?"

Guisgard 23-04-2012 01.01.50

L'uomo, a quelle parole di Cavaliere25, annuì e pregò i tre falsi monaci di seguirlo fino alla sua casa.
Si avviarono, così, fino a raggiungere l'abitazione, dove erano giunti già diversi invitati.
Nell'aria si sentiva un profumo di pane bianco appena sfornato e di minestra calda.
Attorno ad una grande tavola vi erano sedute diverse persone e nel vedere l'uomo arrivare, lo salutarono con un lungo applauso.
“Oklyo, augurissimi!” Gridarono tutti. “La tua sposa ti attende!”
Un attimo dopo, accompagnata da altre ragazze, la giovane sposa scese nel cortile.
“Ehi, quanta roba buona!” Esclamò Tieste. “Pancia mia fatti capanna!”
“Si.” Sorridente Oklyo. “Appena uno di voi mi unirà in matrimonio con la mia bella sposa, comincerà il banchetto.”

Guisgard 23-04-2012 01.30.57

Elisabeth raggiunse così quel Giardino racchiuso nel parco del palazzo di Tylesia.
Avvertì qualcosa, come i colori e i profumi dei fiori custoditi oltre quel cancello.

Tre figure allora le apparvero dall'altra parte.
Due donne erano rispettivamente alla destra ed alla sinistra di quella centrale che era invece un fanciullo.
Aveva riccioli folti e dorati ed era abbigliato con una clamide bianchissima.
Le due donne invece indossavano lunghe tuniche: verde quella di destra e azzurra quella di sinistra
“Madonna Fedeltà, pensate sia gradito il vostro dono?” Domandò quella di sinistra a quella di destra.
“Posso giurarlo, madonna Comprensione.” Rispose questa. “Anzi, lasciate che a dirlo sia il nostro signore.”
Il fanciullo sorrise loro ed annuì.
Le due donne allora versarono i loro doni in una grande anfora.
“Latte...” fece quella di destra “... affinché il sentimento si nutra e viva per sempre...”
“E miele...” disse quella di sinistra “... in modo che il sentimento si addolcisca e resti dolce in eterno...”
Il fanciullo allora assaggiò ciò che avevano preparato le due donne e lo gradì per la loro soddisfazione.

Toccando quel lucchetto, che era però chiuso e impossibile da aprire o forzare, Elisabeth si destò da quella visione.
Ad un tratto la maga udì qualcosa.
Era il suono di una lira.
“Io credo” disse una voce, lasciandosi cullare da una lenta melodia “che un tesoro, qualsiasi esso sia, possa calcolarsi in base alla ricerca intrapresa per trovarlo...” cambiò le note della sua melodia “... quanto più lo si ricerca, tanto è più alto il suo valore...” fissò Elisabeth e sorrise “... salute a voi, milady...” mostrando un lieve inchino “... vi rammentate di me? Sono Fin Roma, chierico per missione e menestrello per devozione... o, potrei dire, cantore quando suono e poeta quando sogno...”

Guisgard 23-04-2012 01.55.20

Parsifal, esortato anche da Lilith, aveva scelto la direzione: il cunicolo a sinistra.
Un attimo dopo avevano varcato quel passaggio.
Il cunicolo era stretto ed angusto, avvolto da creste di rocce consumate dall'umidità e martoriate da infiniti fori, forse ad opera di colonie di ratti.
Il terreno era misto a pietrisco e solo a stento la luce delle torce giungeva a scalfire quel buio.
Parsifal, però, aveva anche domandato alla ragazza circa un espediente o un incantesimo per non smarrirsi nel labirinto.
E Lilith, proprio in quel momento, sentì qualcosa, una voce racchiusa nel silenzio che li circondava:

“Sii come il vento, che entra ed esce in ogni luogo,
solo così potrai salvarti da questo maledetto giogo.
Vi è una strada che ti condurrà alla terribile prova,
ma tu rammenta che vincerla da sola a niente giova.
L'uscita dovrai poi rammentare per riuscire a fuggire,
altrimenti nulla varrà tutto il tuo valore e il tuo ardire.”

Fu un attimo, un momento, poi Lilith, dopo quelle oscure parole giunte solo a lei, si destò, vedendo Parsifal che le domandava di un modo per non smarrirsi.
http://www.bandes-annonces.ca/media/...humbs_5684.jpg

Daniel 23-04-2012 08.47.55

dovevo ragionare.. In fretta.. La Lacrima di Cristo sarebbe arrivata tra poco.. Il cavallo si chinò a bere.. Era distratto.. Mi avvicinai con passo felpato e gli saltai in groppa e mi attaccai senza staccarmi..
<<Come la metti ora eh?>>

Altea 23-04-2012 11.14.50

Ascoltai allibita le parole di Fyellon, lui cosi scettico pensava che una armatura avesse dei poteri??.."Fyellon, ricordo che il nano che trovammo nella chiesa sconsascrata ci parlò del suo padrone...il Fabbro degli Eroi ricordi? parlava allora di messer Insegrid. Ma come potete pensare che una armatura possa avere dei prodigi? Portatemi a vedere dove si trova, ma non possiamo sottrarre nulla, senza permesso..."

cavaliere25 23-04-2012 11.25.50

Mi guardai intorno e guardai le persone presenti poi mi rivolsi verso tieste e dissi chi si prende il compito di unire queste due persone? domandai facciamo una cosa veloce che poi ci aspetta una bella abbuffata e sorrisi

Parsifal25 23-04-2012 11.33.44

La scelta sembrava proprio quella della mia interpretazione, anche le vie del cuore e dell'anima pullulano di fori e continue strettoie per raggiungere la perfezione

Notaì che Lilith venne colpita nuovamente da una sua visione, perse i sensi e per non farla cadere in quel marciume e farla riposare la presi e adagiaì il suo corpo fra le mie braccia. Attesi il suo risveglio, e in quell'attimo fissando il suo sguardo....promisi a me stesso.....

"Era veramente dura per Lei..... ma ero ben contento di aver intrapreso questa prova con la sua persona, non avreì mai permesso che le succedesse qualcosa, mai....."

Talia 23-04-2012 15.59.51

Il crepitare del fuoco riempiva la caverna e il suo calore accarezzava delicatamente la mia pelle. Avevo fatto ciò che Guisgard aveva detto: mi ero seduta vicinissima alla fiamma ed avevo chiuso gli occhi, nel tentativo di riposare...
Ed allora, nella serenità e nel silenzio di quel luogo perduto nella foresta, la mia mano si era involontariamente stretta intorno al pendaglio color rubino e la mia mente aveva indugiato su quella recentissima visione, sul dolore ed il dubbio di Chymela, sui palpiti del suo cuore che batteva sempre più forte e sempre solo per Andros, e poi ancora sulle parole dell’arciduca, sui suoi propositi e su quella pietra... si, su quella misteriosa pietra che egli aveva estratto dalla tasca...
Non sapevo per quanto tempo ero rimasta in quella condizione, con gli occhi chiusi e la mente intenta, anni luce lontana da lì... infine tuttavia, ridestandomi, mi accorsi che stava piovendo.
“Guisgard?” sussurrai, non trovandolo vicino a me...
L’acqua ticchettava sulla roccia e scivolava tutto intorno alla grotta, il vento correva tra gli alberi del bosco e quell’odore di terra bagnata e di foglie mi raggiungeva...
“Guisgard... vieni vicino al fuoco!” soggiunsi vagamente preoccupata, tendendo una mano e rabbrividendo appena per l’aria che si stava facendo gelida subito lontano dalla fiamma “Vieni qui, o finirai per prenderti un malanno!”

Guisgard 23-04-2012 15.59.51

Fyellon restò un momento pensieroso.
“Un'armatura non può possedere dei poteri” disse “ma può essere fabbricata e forgiata con una tale maestria da rendere le abilità di chi la indossa ancora più efficaci!” Fissò Altea. “I nemici di Tylesia saranno anche dei fortissimi cavalieri, ma sono certo che con quell'armatura io potrei tenere loro testa. Dobbiamo prenderla e condurla a Tylesia, milady. Dobbiamo trovare il modo di sottrarla a quel fabbro...” camminò per la stanza, in preda ad una vivace agitazione “... siete disposta ad aiutarmi? A fare qualsiasi cosa per prenderla?”

Altea 23-04-2012 16.07.41

Guardai stupita Fyellon...era incomprensibilmente agitato, non l'avevo mai visto cosi, era sempre tranquillo e pacato..."E voi Fyellon, vi sentite pronto e degno di indossare tale armatura? Se è cosi valorosa deve appartenere a un cavaliere nobile di spirito, ma non sottrarrò mai qualcosa che non mi appartiene, penso dovremmo...conquistarcela. In qualche modo, voi mi state dicendo di rubare qualcosa da questo maniero, mi spiace ma non sono d'accordo con Voi questa volta...".

Guisgard 23-04-2012 17.05.10

Fyellon fissò Altea ed un lampo attraversò i suoi occhi.
“Io credo” disse “che sia tutto un trucco. Loro affermano che consegneranno quella corazza al vincitore della prova, ma mentono. Sanno bene che nessuno può riuscirci. Tutti ignorano cosa realmente ci sia nel labirinto. Io credo si tratti di una grossa trappola. Quella corazza è destinata a restare qui per sempre. E a noi invece occorre per salvare Tylesia... milady, dobbiamo riuscire a prendere quell'armatura... ed io ho un piano, ma ho bisogno del vostro aiuto...”

Guisgard 23-04-2012 17.08.49

Polidor si avvicinò a Cavaliere25.
“Non possiamo unire costoro in matrimonio...” mormorò “... non siamo dei veri monaci... sarebbe sacrilegio...”
“Allora cosa facciamo?” Domandò Tieste.
In quel momento, un falco giunse su uno degli alberi del cortile.
Era Alberico.

Guisgard 23-04-2012 17.13.45

Il rumore della pioggia, che batteva sui rami intrecciati che rivestivano l'accesso della grotta, sembra come voler scandire il tempo.
Il tempo che pareva essersi fermato dal loro ingresso in quella caverna.
Il respiro di Sheylon addormentato donava sicurezza e tranquillità a quell'ambiente.
“Sono qui, tranquilla...” avvicinandosi Guisgard a Talia ed avvolgendo entrambi nel suo mantello “... temo che questo fuoco impiegherà un bel po' per scaldare questa grotta...”
Sheylon si svegliò ed emanò un brontolio.
“Tranquillo!” Fece Guisgard. “Vuoi che non sia in grado di scaldarla da me? Non abbiamo bisogno della tua pelliccia!” Fissò Talia e rise di gusto.
Accomodò poi meglio il mantello su di loro.
“Eh, questa grotta mi ispira non poco...” guardandosi intorno “... sai che una grotta ha infiniti significati? Allora... per prima cosa, una grotta è sempre consacrata a San Michele... e lui è il protettore dei cavalieri... poi ci sono tante leggende di eroi ed eroine rifugiatisi in una caverna... Tristano e Isotta, Walter e Hiltugunt...”

All'ombra di quella quercia, Guisgard se ne stava con quel suo libro in mano e tutti gli altri erano seduti intorno.
“Lancillotto” fece lui “era il Primo Cavaliere e l'amante perfetto e poteva essere vinto solo con la magia e il tradimento...”
“Ed io chi sono?” Fece una delle orfanelle del convento.
“Mmm...” fissandola Guisgard “...vediamo...”
“Vorrei essere Ginevra...” mormorò lei.
“Allora sei Ginevra.” Sorridendo lui.
“Anche io voglio essere lei!” esclamò un'altra di quelle fanciulle.
“Pure io!”
“Si e io pure!”
“Nessuno ci vieta di avere tante Ginevre!” Ridendo lui. “Anzi, devo dire che la cosa non mi spiace affatto!”
“E noi chi siamo, Guisgard?” Chiese uno dei suoi fratelli.
“Ci sono tanti Cavalieri della Tavola rotonda!” Fissandoli lui. “Ne troveremo uno per ognuno!”
“Tu non giochi, Talia?” Domandò una di quelle orfanelle.
“Magari toccherà anche a me fare una Ginevra...” continuando a leggere il suo libro lei.
“E allora?” Chiese una di quelle.
“Ginevra non è tra le mie eroine preferite...” facendo spallucce Talia “... anzi, non saprei nemmeno come comportarmi nei suoi panni...”
“Tranquilla, nessuno ha pensato di darti quel ruolo...” sfogliando il suo libro Guisgard.
Talia lo fissò e gli fece la linguaccia, per poi chiudere il libro ed alzarsi.
“Talia è adatta a fare la Dama del Lago!” Fece uno dei fratelli. “Sta sempre nel Tempio!”
Tutti risero.
“Dove vai?” Le chiese Guisgard. “Non vuoi giocare con noi?”
“No, il maestro mi attende...” senza voltarsi lei “... non ho tempo per giocare...” salutò gli altri e corse al Tempio.
“Ehi, Guisgard!” Chiamandolo una delle fanciulle. “qui c'è scritto che Lancillotto vinse un torneo e offrì la corona di reginetta a Ginevra... ti tocca scegliere! Devi scegliere la vera Ginevra!”
Guisgard annuì ed intrecciò alcuni rami fioriti per farne una coroncina da dare all'ambita regina.
Il pomeriggio trascorse presto e la sera si affacciò limpida al Casale degli Aceri.
Talia era ancora nel Tempio, quando udì dei rumori.
“Sei ancora qui?” Entrando Guisgard.
“Si, ma manca poco...” accendendo le candele lei “... tra un po' ho finito... mi aspetti?”
“Devo aiutare il maestro a spaccare la legna...”
“Capisco, non importa...” sistemando l'altare “... vi siete divertiti a giocare?”
“Si...” mormorò lui “... è bello giocare ai cavalieri ed alle dame...”
Talia sorrise.
“Abbiamo anche giostrato...” giocherellando con i tacchi contro una colonna lui “... con tanto di corona per la regina...”
“Allora c'erano tante corone, visto le diverse Ginevre.” Sarcastica lei.
“No, solo una corona...” disse lui “... un'unica e stupida corona...” e corse via.
Talia si voltò e lui non c'era più.
Ma Guisgard aveva lasciato accanto a lei la corona che aveva intrecciato per la vera Ginevra.

Quel ricordo sembrò fluttuare sulle parole di Guisgard, per poi perdersi nel rasserenante rumore della legna che si consumava.
Lui aveva lo sguardo sul fuoco ed il viso adagiato tra i capelli di lei.
“Vuoi che ti suoni qualcosa, Talia?” Domandò lui, con una luminosa ed improvvisa malinconia brillare nei suoi occhi. “Magari ci farà compagnia un po' di musica...” e prese la sua ocarina.
Cominciò a suonare, mentre il fuoco disegnava screziati e danzanti bagliori negli occhi di lei.
Ad un tratto smise di suonare ed uno strano silenzio scese nella grotta.
Un silenzio scalfito solo dal battito del cuore di Guisgard, che Talia, essendo con la schiena contro il petto di lui, avvertì chiaramente.
Lasciò allora scivolare a terra l'ocarina e strinse a sé la ragazza.
“Tu sei la cosa più importante che ho...” sussurrò “... sei il mio passato, il mio presente ed il mio futuro... sei ogni mio desiderio, ogni mia speranza e l'unico sogno che ho... io... ti proteggerò sempre, Talia... da tutto e da tutti...”
Quelle parole sembrarono echeggiare tra il tintinnio della pioggia e lo scricchiolio della legna che si consumava, impreziosendosi nel sognante luccichio della pietra al collo di Talia.

Altea 23-04-2012 17.20.29

Mi sedetti un attimo su una panca a rifllettere...certo se quella armatura sarebbe andata al vincitore, doveva essere indossata da Parsifal...ma loro avevano deciso di sconfiggere l' Avvilente Costumanza, mentre noi eravamo qui perchè partiti per salvare Tylesia...e dovevamo tentare il tutto per tutto per riuscirci anche nel nostro piccolo..."D'accordo Fyellon, ma a patto che prima mi indichiate esattamente il vostro piano, solo dopo vi darò la mia risposta" scostando il capo e sorridendogli...

Lilith 23-04-2012 17.34.08

Quando udii quelle parole nel vento capii che ciò che stavo ascoltando era qualcosa di davvero importante, perchè la mia vista si era offuscata. Quelle enigmatiche parole echeggiavano nella mia testa. Quando finalmente ripresi i sensi, raccontai a Parsifal ciò che avevo udito: "Dobbiamo essere... come il vento... Dobbiamo entrare ed uscire da ogni luogo: una volta che avremo trovato la strada che ci condurrà alla prova, dovremo ricordare come uscire... altrimenti resteremo bloccati in questo labirinto infernale."

Guisgard 23-04-2012 17.37.27

Fyellon si avvicinò ad Altea.
“Milady...” disse “... dobbiamo usare ogni mezzo per raggiungere quella corazza... ascoltatemi, ecco il mio piano... voi siete una splendida ragazza... dovete andare nella fucina e fingervi interessata al lavoro di Insegrid... poi vi mostrerete attratta da quella corazza, chiedendogli ogni suo segreto... dovete convincerlo a liberarla dalle borchie che la tengono ferma... poi al resto penserò io... voi dovete solo affascinarlo... fingervi attratta da lui... così finirà col fidarsi di voi e vi mostrerà la corazza libera dalle borchie... e a quel punto ci penserò io... allora, cosa ne dite?”

Altea 23-04-2012 17.43.53

A quelle parole sgranai gli occhi...."Mi state dicendo che dovrei corteggiare messer Insegrid?? Il solo pensiero mi ripugna...voi mi state proponendo di fare la dama civettuola invece di essere voi il cavaliere coraggioso e prenderla con la vostra spada?? Ovvero la bellezza fa più danni della spada?" scoppiai in una risata...."Ci sto, ma sono sicura che falliremo, non sono dama da amoreggiare col primo che capita...andiamo in questo luogo".

Guisgard 23-04-2012 17.57.18

Parsifal e Lilith allora ripresero il loro cammino.
Ad un tratto ai due apparve, per un momento, come un'ombra che fuggiva via.
Poi una risata di fanciullo perdersi nel silenzio e nell'oscurità di quel luogo.
Alla fine, in fondo al cunicolo, i due ragazzi videro una debole luce oscillare in quall'Ade di mistero ed inquietudine.

Guisgard 23-04-2012 18.07.42

Fyellon sorrise.
“Secondo me, voi sottovalutate il vostro fascino, milady!” Esclamò fissando Altea. “Io, ad esempio, faticherei a resistervi... anzi, sono certo che mi lascerei sedurre da voi...” le fece l'occhiolino “... Insegrid si lascerà ammaliare da voi, ne sono certo... e quando sarà in balia delle vostre grazie, allora gli sottrarremo la corazza...”
I due allora si diressero verso la fucina.
Poco prima, Fyellon si nascose nei pressi e fece cenno ad Altea di raggiungere Insegrid.
Il fabbro era infatti nella sua fucina.

Altea 23-04-2012 18.13.06

Mi trovai faccia a faccia con Fyellon, mi voltai per sottrarmi al suo sguardo e mi allontanai.."D'accordo andiamo...caro cugino...e che Iddio mi assista".
Scendemmo le scale del castello e ci dirigemmo in giardino, vi era un silenzio surreale, camminavo pensando a Parsifal e Lilith, ero sicura fossero loro gli sfidanti e speravo uscissero indenni.
Arrivammo alla fucina, Fyellon si nascose...mi fece un cenno e guardai dentro, rimasi sbalordita a vedere quel luogo...e vidi Insegrid al lavoro ed entrai.
Mi avvicinai lentamente a lui e lo salutai..."I miei omaggi sir Insegrid, vi ho trovato finalmente, vi stavo cercando in tutto il castello, sapete?" guardandomi attorno notai una corazza...era quella.

Lilith 23-04-2012 18.15.25

"Cos'erano quelle ombre e quelle voci?" domandai spaventata a Parsifal.

Proseguimmo per altri minuti e scorgemmo una luce in lontananza. Nella mia mente di solito una luce nell'oscurità indicava qualcosa di positivo, una speranza; ma in quel momento quella luce mi faceva pensare ai pensieri peggiori, perchè immaginavo che vi fosse qualcosa o qualcuno in corrispondenza di essa e che quella cosa (o quella creatura) non fosse di certo fonte di speranza.
Mi fermai di colpo e la indicai al cavaliere senza dire niente, poi lo guardai negli occhi per cercare di comprendere quello che stava pensando.

Talia 23-04-2012 18.37.35

C’era caldo sotto il mantello di Guisgard e il mio cuore era di nuovo pieno di pace, ora che lui era vicino a me... sospirai, lasciando che la musica dolce della sua ocarina cullasse i miei pensieri, che li guidasse... e quanti pensieri si rincorrevano nella mia mente, quanti ricordi, quanti pomeriggi assolati, quante giornate piovose, quanti sorrisi, quante parole...
Poi, per chissà quale motivo, forse sulla scorta delle sue parole, forse per l’eco della sua musica, un ricordo prevalse su tutti... quel pomeriggio lontano, quel gioco e quella coroncina di semplici fiori...
Sorrisi.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 45892)
Lasciò allora scivolare a terra l'ocarina e strinse a sé la ragazza.
“Tu sei la cosa più importante che ho...” sussurrò “... sei il mio passato, il mio presente ed il mio futuro... sei ogni mio desiderio, ogni mia speranza e l'unico sogno che ho... io... ti proteggerò sempre, Talia... da tutto e da tutti...”
Quelle parole sembrarono echeggiare tra il tintinnio della pioggia e lo scricchiolio della legna che si consumava, impreziosendosi nel sognante luccichio della pietra al collo di Talia.

Quell’impeto mi sorprese... ma la sorpresa durò solo un attimo, poi di nuovo sorrisi... un sorriso appena velato di una sottile tristezza.
“Oh, Guisgard...” mormorai con voce tremante, poggiando la fronte contro la sua guancia “Guisgard... se ci penso... se penso al pericolo che stai correndo per me, io...”
Sospirai... e quel lontano ricordo affiorò ancora una volta alla mia mente... esitai solo un attimo, poi mi alzai e mi avvicinai a Luthien, in cerca della mia sacca da viaggio... ci avevo messo dentro alcune cose prima di partire: ci avevo messo ciò che credevo mi sarebbe servito e ciò da cui mai mi sarei potuta separare... frugai nella capiente sacca solo per un istante, poi e mie mani ne estrassero un piccolo involto di lino candido...
“E’ sempre stato tutto così complicato...” sussurrai, tornando a sedermi di fronte a Guisgard “Complicato e pericoloso... perché? Poteva essere così semplice, invece...”
Lentamente aprii quel piccolo involto di lino e ne estrassi ciò che conteneva... i fiori erano secchi, ormai, e solo leggermente sciupati, ma per il resto quella coroncina era perfettamente integra, proprio come in quel pomeriggio lontano...
“Oh, Guisgard...” soggiunsi, mentre le mie mani facevano scivolare tra le sue quella coroncina, certa che l’avrebbe riconosciuta “Era così semplice, in fondo... così semplice!”

elisabeth 23-04-2012 18.45.31

Nell'ultimo periodo la mia vita si era trasformata in una visione......ero una Maga nata da un mondo iniziato e non profano eppure non riuscivo ad aprire un lucchetto, facevo apparire serpi eppure nessuno ne aveva paura, forse nessuno vedeva... in quel luogo...........mi voltai al suono della voce conosciuta..." Si mi ricordo di voi, ho ballato alla vostra melodia e ho chiesto di rimanervi accanto...mentre Tylesia e i protagonisti della causa di questa triste storia concludessero e appianassero le sorti maledette.........sapete Fin ?.......rimanere qui sarebbe come sbattere la testa tra quattro mura, sarebbe come annullare il motivo portante per cui io stessa ho intrapreso questo cammino............volete vedere uno spettacolo di Magia Fin ? Qualcuno mi ha chiesto di cercare i suoi cigni.....lasciando al caso il modo in cui avrei dovuto iniziare la mia ricerca.....e se cominciassi proprio da voi....se vi trasformassi in cigno..pensate che qualcuno se ne accorga....."......Risi alle mie stesse parole, stavo vivendo un incubo da cui non ne sarei mai uscita....." Tranquillo Fin, non sono poi così cattiva........forse la mia strada e' verso casa.........."....

Guisgard 23-04-2012 19.34.49

XVIII Quadro: Se Amore fosse un Fiore...



“Se questo è errore, e sarà contro me provato,
allora io non o mai scritto, e mai nessuno ha amato.”
(William Shakespeare, sonetto 116)

Guisgard restò a fissare prima la coroncina intrecciata, poi il volto di Talia.
Lentamente quel diadema fiorito scivolò dalle mani di lei in quelle di lui.
E nel toccarlo, Guisgard risentì tutte le emozioni, anche contrastanti, di quel giorno.
Le speranze, le paure, i timori, le gioie racchiuse in una parola, in uno sguardo, o in un sospiro mancato, in un sorriso incerto.
“L'hai...” mormorò “... l'hai conservata per tutto questo tempo? Quante notti malinconiche sono passate... quante note suonate alla Luna... e poi la mia partenza dal Casale, il mio addestramento come apprendista... il mio ritorno, poi la fuga da Suessyon... Talia... io... io quella sera arrivai quasi ad odiare Ginevra, sai?” Accennando un lieve sorriso. “Dovevo scegliere... se odiare te, oppure la mia eroina preferita... posso, vero?” E adagiò la corona fra i chiari e lunghi capelli di lei. “Sai... anche Lancillotto e Ginevra, durante il loro primo incontro, furono vittima di un'incomprensione...” guardandola con la corona fra i capelli “... lui le chiese del suo viaggio e lei rispose alle nozze di Artù e della regina Ginevra... senza rivelare di essere lei la sposa...” sorrise nuovamente e restò a fissarla con quella coroncina sul capo.
Lei non poteva vederlo, mentre nei suoi occhi continuavano a danzare i riflessi del fuoco.
Lui allora le sfiorò il volto, spostando una ciocca di capelli all'indietro ed avvicinò le sua labbra alla bocca di lei.
“Chi siete?” Domandò all'improvviso una voce. “Cosa ci fate qui?”
Sheylon balzò subito in piedi.
Una figura era apparsa nella grotta.
Era un vecchio affiancato da alcuni cani che, incuranti della poderosa tigre, ringhiavano verso Guisgard e Talia.
Quel vecchio si mostrava non eccessivamente magro, con i capelli incanutiti dal tempo e dalla solitudine, occhi indagatori e penetranti sotto folte sopracciglia grigie ed una lunga barba che gli scendeva sul petto.
L'espressione era austera e segnata dai decisi lineamenti che tra le rughe tradivano un uomo dal vivissimo ingegno.
Aveva pelli come vesti ed una verga di castagno come bastone.
http://www.mgb-home.de/Ivanhoe-Cedri...on-Ivanhoe.jpg

Guisgard 23-04-2012 19.57.05

Fin Amor ascoltò Elisabeth e sorrise.
“Questo lucchetto non è facile da aprire...” disse il chierico “... però permette di poter guardare oltre e vedere il Giardino... chissà poi perchè lo tengono chiuso... un giardino è fatto per mostrare le sue meraviglie, non per essere celato alla vista del mondo...” accarezzò la sua lira “... cercate dei cigni, milady? Io ho visto, poco lontano, due bellissime immagini... forse erano cigni, o forse due figure femminili... attraversavano il crepuscolo e si addentravano nella notte... temevano per il mattino... che stranezza vero? Fossi in voi mi guarderei intorno...”
In quel momento qualcuno si affacciò dalla torre in cui si trovava Goz.
Era una donna, la stessa che Elisabeth aveva già visto una volta.
Milady...” correndo Reas “... vi ho trovata... stavo per chiamare la regina... i Tulipani non possono processarvi... ma per fortuna vi hanno liberato...”
Fin Roma, intanto, era andato via.
“Milady...” giungendo un servitore “... messer Goz ha chiesto di voi... dice che è urgente...”

Talia 23-04-2012 20.05.02

Sentivo il cuore di Guisgard battere... sentivo che batteva quasi all’unisono con il mio, ora... sentivo la sua voce vibrante e la sua mano che tremava impercettibilmente...
Chiusi gli occhi...
Era complicato, lo era sempre stato... e forse ora lo sarebbe stato ancora di più... eppure non ci stavo pensando più.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 45906)
“Chi siete?” Domandò all'improvviso una voce. “Cosa ci fate qui?”

Quella voce... sussultai.
Una voce profonda e severa, dal tono perentorio e austero.
Sentii Guisgard balzare in piedi, rapidamente quasi quanto Sheylon... esitai un attimo, poi anche io mi alzai, cercando con la mia mano la mano di Guisgard e stringendola quando la trovai...
“Siamo solo due viaggiatori che cercavano riparo dalla pioggia, signore...” dissi lentamente, la voce bassa e melodica “Voi chi siete?”

Parsifal25 23-04-2012 23.49.19

Lilith aprì gli occhi e mi riferì le parole della sua visione....." dovremo essere come il vento......", quindi la nostra azione dovrà essere leggiadra e repentina,carpire quando vi è pericolo per abbatterlo qualora ci sarà da affrontare la lotta come il vento impetuoso d'inverno e sereni per placare le nostre paure e preoccupazioni....

"Sarà importante ricordare la strada.....", sarebbe stata la parte più complicata poichè anche se usassimo tecniche di orientamento potrebbe risultare arduo....non vi era molta scelta salvo la logica delle muffe e licheni..... mi fermaì a riflettere finchè non chiesi a Lilith se vi era qualche incantesimo utile per ritrovare la strada da usare come ultima spiaggia......

Mentre le chiedevo ciò, un'ombra sfuggente passò tra noi, rideva ad aveva i toni della voce di un fanciullo..... potrebbe trattarsi di uno spirito inquieto o di una mera illusione provocata dal nostro inconscio......anche se avevo intuito una profonda interpretazione

Si sa, molte volte la componente emotiva influenza gli stati d'animo dell'individuo, soprattutto quando in gioco vi è la sopravvivenza.....non bisognava cadere nella trappola dell'ansia, la lucidità doveva essere prioritaria....

Vidi Lilith, che andava indicando una luce fioca che proveniva da quell' oblio..... bisognava rimanere concentrati se puntassimo alla luce potremo cadere in qualche trappola e perdere l'indicazione fornitaci dalla visione di Lilith. La calma ci avrebbe guidati. I sensi erano vigili, la prova era già iniziata.

Guisgard 24-04-2012 00.37.57

Insegrid si voltò e saluto con un cenno del capo Altea.
“Salute a voi, milady.” Disse. “Cercavate me? Oh, che insolita e piacevole sorpresa... ditemi in cosa posso esservi utile, allora. Solitamente le dame si interessano poco di armi e corazze. A voi dunque interessa l'antica arte degli armaioli? Forse si nasconde un'amazzone in voi? Una novella Atena?” E rise di gusto.
La corazza, come aveva ben dedotto Altea, era lì vicino.
I suoi bagliori vermigli emanavano un'intensità che sembrava richiamare i sussulti del fuoco più ardente, mentre le cromature cesellate e intarsiate donavano a quella meravigliosa armatura quasi un aspetto ultraterreno.

Guisgard 24-04-2012 00.44.38

Daniel, con passo felpato e poi con un rapido balzo, salì sul dorso del cavallo per domarlo.
Il sauro, però, subito cominciò a scalciare.
Scalciava come un ossesso, con un vigore ed una determinazione mai vista in qualsiasi altro cavallo.
Alla fine riuscì a disarcionare Daniel.
“Non lo domerai con la forza...” vibrò Giada “... no, devi riuscirci con l'astuzia... hai visto cosa fa quel cavallo quando va ad abbeverarsi? Dal suo comportamento puoi scoprire il suo punto debole per essere domato...”

Guisgard 24-04-2012 00.48.57

Parsifal e Lilith avevano vist quella luce.
Esitarono però a raggiungerla.
Ad un tratto videro di nuovo l'ombra apparsa precedentemente.
Stavolta però restò per qualche istante immobile a fissarli.
Un attimo dopo corse via.
Però, i due ragazzi erano riusciti a scorgere il suo movimento ed a comprendere la direzione della sua fuga.
La misteriosa ombra era sparita in direzione di quella luce.

Guisgard 24-04-2012 01.10.13

Quel vecchio fissava Guisgard e Talia con uno sguardo cupo ed indagatore, mentre i suoi cani ringhiavano quasi attendendo una mossa falsa di quegli intrusi.
Guisgard, nel vedere apparire quel vecchio, si era subito alzato, facendo qualche passo verso di lui e la stessa cosa aveva fatto Talia, per cercare poi la mano del cavaliere.
Guisgard strinse così la mano della ragazza, cercando di tranquillizzarla e fece poi un cenno a Sheylon di stare buono.
“Viaggiatori?” Ripeté il vecchio fissando Talia. “Viaggiavate attraverso questi boschi? Con questo tempo? Fuggivate, volete dire!”
“Siamo davvero dei viaggiatori...” mormorò Guisgard “... abbiamo da poco lasciato il paese di San Leuciano, ma siamo stati colti dalla tempesta...”
“San Leuciano?” Fece il vecchio.
“Si...” annuì Guisgard “... precisamente dal palazzo del Belvedere...”
“Non conosco nessun Belvedere.”
“Ma come?” Stupito Guisgard. “E' famoso in tutta la zona... da lì si dominano tutti questi colli...”
“Non mi interesso più di niente del mondo” replicò il vecchio “e non mi riguarda null'altro che non sia questa caverna ed i miei studi.”
“Allora vi chiediamo scusa per esserci introdotti nel vostro rifugio...” disse Guisgard “... appena la tempesta si placherà, lasceremo questo luogo...”
“E' un trucco per farmi abbassare la guardia!” Fece il vecchio. “Volete derubarmi e uccidere!”
“Come osate accusarci in questo modo?” Gridò Guisgard.
I cani allora cominciarono ad abbaiare forte.
“Tenete a bada i vostri cani” intimò il cavaliere al vecchio “o la mia tigre li sbranerà!”
“Vigliacco, cosa sono queste minacce?” Fissandolo il vecchio.
Sheylon era pronto ed attendeva solo un cenno di Guisgard.

Chantal 24-04-2012 02.10.43

Il fuoco.
Ardeva lento, consumando la legna ed inebriando quell'ambiente con un odore di terra umida.
I suoi bagliori rischiaravano a tratti quell'austera penombra, disegnando strane ed enigmatiche figure tutt'intorno che sembravano sul punto di animarsi.
Chantal aprì pian piano gli occhi e si ritrovò in un ambiente sconosciuto.
Era adagiata su un soffice mucchio di paglia.
Accanto al camino acceso vide due figure.
“Mamma...” disse la bambina “... Ardea liberò la principessa?”
“Si...” annuì la mamma “... dopo aver sconfitto il drago e annullato la terribile maledizione...”
“Era bella la principessa?” Chiese la piccola.
“Si, era molto bella.”
“E io?”
“Anche tu sei bellissima.”
“E perché nessuno viene a salvarci?” Domandò alla mamma. “Perché sono stata cattiva?”
“No, piccola mia...” abbracciandola la mamma “... non sei stata cattiva...”
“Papà verrà a salvarci...” mormorò la bambina “... lo so, verrà... mi parli di papà ancora una volta, mamma?”
“E' tardi, piccola mia...” baciandola la mamma “... tra poco spunterà il Sole e dobbiamo prepararci...”
In quel momento, mentre le fissava, Chantal avvertì una fitta dolorosissima: era la ferita causata dal dardo che l'aveva colpita.


La pemombra della stanza rendeva calda ed accogliente l'atmosfeta,e non lasciava trapelare l'austerità dello spartano locale.I profumi di legna arsa,ceneri calde e braci oleose che andavano diffondendosi lievi e conturbanti fornivano la familiarità di un luogo ospitale e rassicurante.
Le lingue di fiamme che si levavano tra gli spazi nell'intreccio dei tronchetti danzavano andandosi a posare come dorati riflessi negli occhi lucidi e socchiusi di Chantal,come sottili e avvolgenti nastrine di fuoco a giocherellare a raggiungere la pietra più alta del focolare,tale si riflettevano nelle pupille di Chantal strie luminose che andavano incrementadosi e diminuendo con regolare cadenza tra le rime palpebrali,posandosi ora sulle ciglia,ora sull'iride,lasciando che gli occhi le splendessero pur in quel buio non fitto,ma che turbava appena la ragazza che da poco aveva ripreso i sensi in seguito all' incidente.
Il gravoso male avvertito dalla fanciulla che giaceva distesa le causava la contrazione dei lineamenti del viso e mancamento di fiato,tanto che Chantal serrava continuamente le labbra al dolore,agitando appena la testa sul guanciale.
Chiuse,allora,gli occhi,cedendo poco a poco alle fitte che le venivano dalla ferita.
Per un momento le parve d'aver perduto la cognizione del tempo.
Sedute di fronte al focolare stavano due figure.
Chantal udiva le loro voci nella stanza,ma giungevano flebili,come eco lontane,alla sua mente intorpidita,e lo stremo la rendeva incapace di discernere con attenzione quel parlare soffuso interrotto solo dallo scoppiettare della legna e lo scricchiolare degli sgabelli ai movimenti di chi vi sedeva.
Non distingueva ancora bene le sagome,sebbene le fiamme del camino lambissero con una calda ed ambrata luce le figure adagiate presso il fuoco.
Sembravamo abbracciarsi,e muoversi in tenere coccole.
Per un momento Chantal sorrise lievemente,emettendo un silenzioso gemito.
Tuttavia,la ragazza si abbandonò senza forze,nè volontà di scorgere e discernere oltre i luoghi e le persone che ora l'accoglievano.
L'istinto la portò ad affidarsi al Cielo,sollevò,così la mano sul suo petto alla ricerca di quella catenina con l'immagine della Vergine che sempre l'aveva protetta,ma tastò solo la pelle nuda.Lasciò che le dita le percorressero il collo ma della catenina non scorgeva la presenza.
Ebbe,così, un sussulto in seguito al quale rammentò ogni cosa,rammentò di Vayvet,della fuga,della catenina,ma ancor più delle immagini che avevano attraversato la sua mente durante il sonno.
Tutto era un incubo.
Non riusciva a comprendere quanto tempo fosse trascorso dalla sua fuga nel bosco,e non avvertiva altro che un profondo senso di smarrimento.
Poi ancora le voci nella stanza la distolsero dagli angoscianti pensieri,sembravano giungere come un candido narrare di fiaba che in Chantal causava un piacevole senso di abbandono,come a voler lasciare che i contorni della sua vicenda fossero sfumati,sospesi tra sogno e realtà,tra visione e accaduto di fatto.
E le sembrava incredibile l'aver vissuto quei giorni senza tempo nei quali aveva resistito solo in seno alla sparanza.La speranza di ritrovare la sua libertà,di lasciare che il corso degli eventi portasse alla liberazione lei ed i figgitivi che l'avevano trascinata in un mondo a lei sconosciuto.
Ma quando ripensò a ciò che aveva visto in sogno,pur realizzando d'essersi trattato di un incubo,fu angosciata e turbata,le lacrime la presero, cadendo dagli occhi resi già arrossati dalla sofferenza e pesanti dalla stanchezza.
Era,indubbiamente,molto provata.
E aveva desiderio di farsi forza.
Tentò di sollevarsi appena un poco col collo ma non vi riuscì,ricadendondo all'indietro nel giaciglio che l'accoglieva a causa del dolore alla spalla che si irradiava anche al braccio ed al petto.Si abbandonò,così,col capo all'indietro,giacendo immobile e respirando affannosamente.Aveva il volto rivolto verso le travi del soffitto che le appariva in chiaroscuro per il gioco di ombre e luci generato dal fioco lume che btteva sulle sporgenze e sulle rientranze dell'irregolarità del legno.Ardeva,infatti,una vecchia lanterna ad olio su un alto mobile affrancato alla parete che le stava di fronte.
Tutto le appariva consunto,anticato ma pulito,infondendo nella ragazza un senso di dolce e mistica placidità.
Si sorprese un momento d'essere stata capace di sfuggire ai suoi sequestratori.
La ferita pervenutale nella selva era stata leggermente bendata lasciandole,tuttavia,una certa mobilità del braccio,ma era comunque impedita anche nel più accennato movimento poichè tutto il corpo era intorpidito e contratto.
Voltando lievemente il capo verso la benda inumidita di sangue,ebbe un lieve senso di inquietudine,e le mancò il respiro.
Nella sua condizione fisica e mentale avverrtiva ora un gran bisogno di respirare a pieno petto,ma non ci riusciva a causa del dolore che si rinnovava ad ogni più accennata profondità nell' atto respiratorio.Allora le guance le si velarono di un muto pianto.
Fu costretta,infatti,ad abbandonare ogni intento di movimento e a respirare piano e lentamente al fine di calmarsi e frenare il cuore che aveva preso a batterle freneticamente percependosi nelle arterie che serpeggiavano sotto la pelle.
Chantal fissò un po' le forme della stanza,ruotando lievemente la testa per seguire l'ambiente con lo sguardo,poi inclinò cautamente di nuovo il capo verso la ferita tenuta coperta da un panno a proteggere la benda.Quel telo ancora emanava un delicato profumo di biancheria pulita e conservata tra le spighe di lavanda.Era un panno grezzo di canapa poggiato sopra la benda a tener coperta la spalla.
Chantal lo sfiorò appena,poi lo scostò facendolo scivolare lungo la spalla e scoprendo la camicia che nascondeva la benda.
Il luogo era austero,ma quel profumo di fresco le dava conforto e calore.
Chantal scrutò a lungo la benda infarcita di sangue ancora vivo,adagiato appena sotto la sua camicia che recava lo squarcio del dardo ancora ben distinguibile in quella larga macchia rossa che aveva impregnato le sottili fibre del leggero tessuto di garza della clamide.
Meditava cosa fare,voleva vedere la ferita,scoprirla e realizzarne la gravità.Ma ebbe un momento di esitazione anche a causa del dolore che le procurava il,seppur impercettibile,movimento.
Chantal comunque si fece coraggio,sollevò nuovamente lentamente la mano destra,poichè la ferita le era venuta alla spalla sinistra,e piano piano raggiunse prima la camicia per muoverla lievemente in senso riverso e scoprire la benda,e poi sfiorò con le dita la benda stessa che si estendeva dalla fossetta giugulare fino all'acromion scapolare.Poggiò le sue dita su di un angolo asciutto di quello straccetto posizionato sotto i fini ricami che passavano sulla leggereza della garza di cotone e,trattenendo il respiro,sollevò delicatamente la benda fino a che potè, finalmente, vedere la ferita.
Poco sotto la clavicola aveva una lacerazione lunga circa quanto la lunghezza del suo palmo,in parte dai contorni lisci,in parte lacerati fino a mostrare piccole frange di pelle appena sollevate dai tessuti carnei sottostanti.Era come se la freccia l'avesse presa di striscio,solo a poche dita dal collo la ferita si faceva più profonda e larga,dai margini ben definiti e incrostati di sangue raggrumato.In quel punto,la ferita sembrava ancora fresca e sanguinante.
Le bruciava per tutta l'ampiezza,le dolevano tutte le fibre del corpo,avrebbe desiderato soffiare sopra la lacerazione come se il fresco alito potesse in qualche modo alleviare il senso di bruciore,ma non aveva forza,nè fiato,allora reclinò nuovamente il capo all'indietro lasciando fluttuare alcune ciocche di capelli trascuratamente sciolti ed accomodati dietro la schina,e la mano che aveva sollevato la benda le scivolò dalla ferita fino a posarsi sul petto,inerme e di cinereo pallore,lasciando la ferita un poco scoperta.
Sul torace muoveva flebilmente le dita,esplorando cautamente e con impercettibile tatto il petto,alla ricerca dei lacci della camicia,aveva chiuso gli occhi ora,e tastando la pelle avvertiva sotto i polpastrelli d'essere asciutta ma infreddolita,e raccolti i lacci che le ricadevano sul seno,tentò di tirarli lievemente fino a che gli orli della camicia presero a combaciare.
Avvertì,così,un senso di protezione.
Tremava debolmente,e stringere le dita trattenendo il sottile filo del cordoncino di fibre intrecciate che tratteggiava nei piccoli occhielli sembrava un'impresa ardua.
Trattenne,così,un poco i lacci con la punta delle dita serrate,raccogliendo in un pugno blando tutta la lunghezza del cordoncino,ma poi la sua mano perse le forze,le dita si arresero lentamente e il laccio le ricadde in mezzo al petto.Infine,il bracciò le scivolò di fianco.
Inclinò la testa ancora verso la ferita,e schiuse le labbra in un sospiro.
Non cercava affatto di richiamare a sè l'attenzione delle figure nella stanza poichè non riusciva ad emettere alcun suono con la voce resa muta dal sordo dolore.
Cercava,allora,con lo sguardo le figure, sebbene non le distinguesse bene,ma s'accorse che se ne stavano abbracciate,e che erano una madre e la sua bambina abbandonate ad amorevoli effusioni d'affetto.
Pur avendo udito,poichè era sveglia,il loro discorrere,Chantal non aveva seguito il filo del discorso,e non ricordava alcuna delle parole da loro pronunciate,solo il tono dolce e delicato,e vagamente sommesso,delle due figure.
Inclinò ancora di più la testa,allora,Chantal,fino a che la sua guancia sprofondò nei lunghi capelli sparsi in lenti riccioli nella paglia e lasciò che il suo respiro lambisse quello scorcio di torace che emergeva dallo scollo aperto della camicia, l'aria umida e calda che le proveniva dalla bocca socchiusa accarezzava ed avvolgeva la sua pelle lasciandole un lieve senso di benessere poichè le permetteva di riscaldarsi le spalle nude.
Tanto flebile era il suo respiro,tanto impercettibile quell'alito che da esso si generava quanto tanto benefico e sanatorio a smorzare quella sensazione di brivido che attraversava la ragazza.
Ora Chantal giaceva completamente abbandonata,con le braccia adagiate lungo i fianchi,priva di forze.
Solo gli occhi non cessavano un momento di muoversi per vedere tutto intorno,e sollevato appena un poco il capo senza mai spingersi troppo a tendere il collo e le spalle,Chantal potè chiaramente vedere che ai piedi del letto vi era una cassapanca di un legno povero ma robusto sulla quale erano stati poggiati degli abiti.Riconobbe,allora,i suoi vestiti,meticolosamente ripiegati e disposti uno sopra l'altro in un ordine non casuale tutti i capi che indossava quella notte.C'erano la cappa posta alla base della pila,la sua giacchina di velluto operato,poi il suo corsetto accuratamente allacciato come pronto per essere riposto in cassetto,infine il lungo nastro che usava per trattenere le ciocche di capelli raccolti,sapientemente arrotolato e posto in cima al piccolo corredo che comprendeva quel suo vestiario.Ma più di tutto le saltò agli occhi fino a farla impallidire quel sampler con una lettera ricamata a mano da lei stessa che usava appuntare all'interno di ogni sua veste quando s'abbigliava al mattino,generalmente lo spillava all'interno del corsetto.L'iniziale misteriosa che non richiamava alcuno dei suoi cari serbava un nome che la ragazza aveva nel cuore e che mai aveva rivelato.Era fatta di punti delicati e leggeri, ricamata in bianco su un tessuto di un candore innaturale.Il sampler,piccolo e sapientemente operato,doveva esserle caduto quando le avevano tolto i vestiti per curarle la ferita.
Di fianco ai suoi vestiti erano state riposte anche le sue scarpe,delle piccole calzature decolletè arrotondate alla punta,di tessuto di damasco ricamato nei toni dell'avorio e del rosa antico,anch'esse erano state sollevate sulla panca,ripulite dalla polvere e accomodate ordinatamente congiunte.
Tutto questo infondeva in Chantal un senso di sicurezza.Di certo chi si era presa cura delle sue vesti non avrebbe potuto ledere alla sua persona.
Ma poi,un repentino senso di malinconia la assalì,sollevò così il braccio più libero di muoversi fino a portarne la mano all'altezza della testa,e voltò il viso per farlo poi ricadere sul suo palmo e,piano piano,lasciò affondandare in esso la guancia,mentre ne assaporava l'accennata morbidezza e il calore,essendo la sua una mano scarna e fragile ma calda.
In quella posizione la ragazza si ritrovò il polsino orlato di merletto che pendeva dalla manica della camicia a sfiorarle il viso.Esso si susseguiva in piegoline ondulate tenute stetta da una salda cucitura poco sopra il polso.Chantal trattenne l'orlo di quel merletto tra le dita,lasciando che le sfiorasse lievemente la pelle con la sua candida leggerezza,facendole così respirare quella tranquillità e quel profumo del mondo di casa sua.
La fanciulla chiuse,allora,gli occhi,le palpebre le cedevano lentamente andando ricreando sotto di esse le immagini dei ricordi..Era come se potesse annusare la boccetta di acqua del lago,l'essenza di fiori di violette che usava come profumo la sua tenera governante,il tabacco che masticava suo padre quando lei glielo porgeva a fine pasto e,fra tutti,le rose freschissime che coglieva al mattino mentre cantava sotto la finestra di Pierre,e il legno di rosa che il ragazzo raccoglieva per ricavarne i grani del rosario quando aiutava i frati del convento a infilare coroncine.
Tutto questo accolto in quel candido scorcio di merletto che orlava la sua camicia e che ora sfiorava la guancia di Chantal,profumando delle cose a lei care.
Infine,quando fu più rilassata e tranquilla,prese ad ascoltare il racconto che ancora proseguiva,accennato da quella figura femminile seduta poco più in là nella stanza,abbandonata al calore del fuoco e dell'abbraccio per la sua bambina.
E per un momento le sembrò di dimenticare ogni affanno,lasciando affiorare un sospiro che racchiudeva una flebile speranza.
Buona fortuna,Vayvet..il pensiero la colse prima di cadere addormentata.

Parsifal25 24-04-2012 02.29.57

Porsi la mano a Lilith e la tenni per imprimerla sicurezza....l'incontro con quella oscura figura aveva reso cupo il suo candore.

Senza esitazione ma leggiadri come il vento proseguimmo verso il tortuoso cunicolo....

Un vento gelido passò dinanzi al mio viso, nuovamente la mistica figura apparse a noi anche se stavolta non fuggì anzi......

Oramai, la mia vista si era abituata a qual buio e prima che corresse via, riuscì a leggere il suo movimento andava verso quel bagliore e come se ci volesse aiutare ed indicare la via anche se il suo compito non credo fosse quello di servirci..... sempre con molta attenzione proseguì il cammino, nuovamente applicaì la tecnica del sassolino per vedere se vi era qualche trappola.

Tutto procedeva nel silenzio, "che strano sentirlo.....mi infonde sicurezza".... una volta giunti nella stanza del luccichio potrebbe succedere qualcosa.....

"Meglio esser pronti"....

Altea 24-04-2012 08.31.02

Il fabbro alle mie parole si voltò e mi salutò, ero leggermente intimorita ma dovevo farmi coraggio.."Si cercavo proprio voi messere, io sono appassionata di spade sapete? Ne avete alcune da mostrarmi...?" dissi avvicinandomi a lui, lo guardai negli occhi...."e siccome mio cugino Fyellon non è nei paraggi ho approfittato per venire da voi, sapete..mio cugino è preso da una strana forma di gelosia nei miei confronti, e...sa che..mi sono innamorata di voi messere" e gli presi la mano, alzando gli occhi al Cielo sospirando. Il mio sguardo però si soffermò sulla corazza, una strana luce penetrava nella fucina e la faceva brillare vistosamente, Fyellon aveva ragione, essa celava qualcosa di veramente misterioso.
"Quella corazza.." la indicai con una mano, mentre continuavo a stringere la sua con l'altra "è di fattura magnifica, ne sono affascinata....messere me la volete mostrare, potrei provarla...in cambio di un mio bacio?" e cercavo al di fuori Fyellon con lo sguardo.

elisabeth 24-04-2012 09.03.43

Fin diede la sua spiegazione....una spiegazione dettata da una sorta di filosofia che non conoscevo..." Se voglio potrei volare su quei giardini, non preoccupandomi di uno strano lucchetto.........ma amo rispettare le regole, almeno sino a quando non minano la salute delle persone a cui voglio bene ".... Alle finestre del palazzo scorsia ancora una figura femminile.....era leggera e triste...ma in quel posto tutto era triste anche gli splendidi colori di quel magnifico parco...........Reas arrivo' correndo, gia' la magnifica notizia.....ero libera e sotto ricatto ..c'era proprio da stare allegri.....e poi il messo Goza aveva bisogno urgente della mia presenza..........Fin ovviamente non c'era piu' forse stava cantando le sue storie in un'altra parte del Parco........." Reas ascoltatemi, le cose non stanno esattamente come pensate..........io sono una persona libera come un carcerato a cui hanno messo la catena al piede.............la mia liberta' dura sino a quando i patti verranno rispettati.......e se volete sapere come la penso...i Cavalieri del Tulipano non sono persone che amno rispettare i loro patti............E ora perdonatemi, ma Goz ha bisogno di me.....e io ho bisogno di lui , la nostra vita stranamente si e' legata a tal punto.........che il solo pensiero mi fa' inorridire......".......strinsi le mani a Reas...per trasmettergli il mio grande affetto......e seguii il servitore per nadare da Goz

Daniel 24-04-2012 09.40.05

Ad un certo punto per la rabbia e per la frustrazione presi Giada e la scagliai contro un'albero con talmente tanta forza che si conficcò fino a metà..
<<Basta! Non c'è la faccio più! Non sono capace a domarlo non ci riesco e tu oltre a darmi ordini non fai! Se non posso usare quello stupido cavallo andrò a piedi!>>
E detto questo in preda a una rabbia furiosa cominciai a correre nella foresta incurante dei graffi dei rami sul viso.. Non riuscivo a ragionare sarei andato li e avrei combattuto a mani nude piuttosto che aspettare che quel cavallo cocciuto si decidesse ad accompagnarmi..

Talia 24-04-2012 10.10.04

La situazione era precipitata con una rapidità disarmante... la voce del vecchio si era fatta di momento in momento sempre più aspra e carica di malcelato sospetto mentre il suo sguardo, che avvertivo su di noi con assoluta chiarezza, era severo e diffidente. Anche Guisgard, d’altro canto, si stava innervosendo... aveva alzato appena la voce alle accuse dell’altro ed il suo tono si era fatto duro, mentre la sua mano, intrecciata alla mia, vibrava appena, come pronta a reagire. I cani abbaiavano, intanto, e Sheylon ringhiava pericolosamente, pronto ad attaccare ad un solo cenno del suo padrone...
Io provavo disagio.
La pietra rossa, al mio collo, era diventata inspiegabilmente calda, intanto... era una curiosa sensazione... la sentivo bruciare contro la mia pelle anche attraverso il vestito... le mie dita corsero ad essa un istante, poi le riabbassai e, stringendo la mano di Guisgard per indurlo alla ragionevolezza, feci qualche passo verso il vecchio...
“Signore...” iniziai allora a dire, con un piccolo cenno rasserenante verso Sheylon “Signore, credetemi... vi ingannate! La tempesta ci ha colti di sorpresa mentre eravamo in viaggio e ci ha spinti qui, con l’unico desiderio di ripararci dalla pioggia e dal vento. Noi non sapevamo che questo luogo fosse il vostro ricovero, o non ci saremmo di certo permessi di importunarvi.”
I cani continuavano ad abbaiare, ma io non badai loro... mi sentivo calma... sentivo che, finché avessi detto la verità ed il mio cuore fosse stato sincero, non avrei avuto niente da temere.
Feci ancora due minuscoli passi avanti, sollevando gli occhi verso l’uomo... non potevo vederlo, ma lo percepivo con precisione di fronte a me...
“Guardatemi...” dissi lentamente, mentre un leggerissimo sorriso mi increspava appena le labbra “Guardate i miei occhi, vi prego... credete davvero che vi stia ingannando? Credete che potrei farvi del male, o che potrei mai farne a qualcuno? Se è questo che credete...” soggiunsi in tono morbido, dopo appena un istante “Se davvero, guardandomi, pensate questo... allora ce ne andremo, nonostante il buio e la tempesta, e non vi importuneremo più. Avete la mia parola!”
Un altro breve momento di silenzio... la mia mano corse indietro a cercare Guisgard, ma i miei occhi rimasero sull’uomo di fronte a noi...
“Come vedete...” mormorai poi, trovando la mano del cavaliere e stringendola “Come vedete, signore, siamo tutti nelle vostre mani ora!”

cavaliere25 24-04-2012 10.29.58

Guardai Alberigo e dissi vieni qui abbiamo bisogno di te poi guardando gli altri dissi non abbiamo nessuna possibilità dobbiamo fare questo matrimonio se non vogliamo passare degli altri guai voi avete un altra idea? domandai


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 11.56.53.

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