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Il corridoio era deserto. Per fortuna, vidi sbucare un militare e mi avvicinai a lui.
"Non sono un miraggio... sono vera, ed ho bisogno di sapere da che parte si trova il saloon di Armand..." |
Guisgard ed Ork non dissero nulla a quelle parole di Clio.
Guisgard poi si limitò a fissare il biondo tenente mentre con i suoi legionari si allontanava. “Credevo di non vederli più andar via...” disse Ork, finalmente sollevato. “Così impari ad intrometterti.” Fece Guisgard. “Lasciali combattere la loro guerra. Che il diavolo se li porti tutti.” “Ora dove andrai?” Chiese Ork. “Ho un lavoro e intendo farlo fruttare.” Rispose Guisgard. “E la Freccia d'Argento?” Mormorò Ork. “Un consiglio?” Sorridendo Guisgard. “Dalle una bella mano di vernice.” Sarcastico. “Stammi bene.” E andò via. Intanto, Clio ed i suoi due uomini decollarono e fecero ritorno verso la base. |
Fermer ascoltò Gwen, sorrise appena e poi prese il suo fazzoletto bianco col quale asciugò le prime lacrime sul viso della ragazza.
“Nessuno ha detto che avete sbagliato ad affezionarvi al piccolo.” Disse il giovane medico. “Ma forse il comandante ha ragione... quel bambino non può restare qui... ha bisogno di cure e di attenzioni. Di un posto sicuro. E voi sapete che è così.” |
Gaynor aveva parlato, ma quel militare sembrava non aver sentito neanche una parola, preso com'era a sbavare sulla bella diva.
Ma proprio in quel momento la porta dell'ufficio del capitano si aprì e vi uscirono diversi militari. E per ultimo anche Goz, che subito si accorse di Gaynor. “Madama...” disse fissandola “... sapete che vi occorre un regolare porto d'armi? La vostra bellezza è pericolosa.” E scoppiò a ridere. “Prego, venite con me. Sarà un onore accompagnarvi al saloon.” Porgendole il braccio. |
Lasciammo lo strano hangar, che continuava a non convincermi e tornammo alla base.
Il volo di ritorno servì per alleggerire un po' la tensione degli ultimi momenti. Chi credeva di essere quell'Ork per intromettersi nelle mie operazioni? E quel Guisgard per parlarmi in quel modo? Scossi la testa, come a voler allontanare quei volti. Probabilmente non li avrei rivisti. Ma per sicurezza avrei fatto tenere d'occhio il capannone. Ora avevo altro a cui pensare. Una volta atterrati raggiunsi Elas "Novità?". |
Annuii ascoltando il medico e lasciai che asiugasse le lacrime sul mio viso.
Sapevo che era giusto e anch'io volevo che avesse cure ed attenzioni, ma non sarebbe stato facile separarmi da lui. |
I tre aerei sorvolarono il borgo, ancora avvolto dal fumo del bombardamento subito, risalendo l'altura e ritornando alla base.
Atterrarono ed i loro veicoli furono poi portati negli hangar. “Tutto normale qui alla base, tenente.” Disse Elas a Clio. “Siamo ancora in attesa dell'arrivo delle reclute.” In quel momento arrivò Tesua. “Tenente Clio...” alla ragazza “... allora? Avete scoperto qualcosa sull'attacco? Pintos ha parlato di due Valchiria abbattuti? Cosa è accaduto?” |
Accettai il braccio offerto da Goz. "Vi ringrazio, capitano, i vostri complimenti sono sempre molto... come dire... pittoreschi..." dissi, e insieme ci incamminammo verso il saloon.
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Annuii ad Elas, per poi alzare gli occhi al cielo.
"Ah già, le reclute! Speriamo in bene.." Sospirai. Poi arrivò Tesua. "Non molto in realtà..." Dissi al tenete per poi aggiornarlo su ogni cosa. Dai due valchiria, all'aereo senza stemmi, il fatto che fosse uno strano attacco senza senso con due soli caccia, alla vista nell'hangar e tutto il resto. "Questo è quanto, stavo giusto per andare a relazionare al capitano!". |
Il bambino sembrava più a suo agio, restando in un angolo a giocare con alcuni fogli di giornale.
“Sembra sia più sereno...” disse Fermer a Gwen “... col tempo supererà il trauma per l'accaduto... e forse dimenticherà... dopotutto è un bambino e la memoria a quell'età tende a rimuovere le cose brutte...” fissò l'infermiera “... ed anche voi dovete far sparire la tristezza...” sorridendole “... altrimenti dovrò ricorrere al rimedio inventato da mia nonna per far tornare il sorriso.” Facendole l'occhiolino. |
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