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John fissò Clio.
“Ascolta...” disse “... la vita di un uomo è fatta di tante cose e l'amore è una di queste... io credo che l'amore, come l'amicizia e l'affetto per i propri cari, sia una parte importante, ma non può annullare tutto il resto... tu sai che sono innamorato di te, ma amo anche i miei disegni e amo conoscere il mondo per racchiuderlo in ciò che faccio... sono i miei sogni e rappresentano una parte di me... ti prego, non chiedermi di scegliere fra te e i miei sogni... eroi che lasciano tutto e partono per amore non sono reali, Clio... accade nei romanzi, ma non nella realtà... tu mi conosci da sempre e sai cosa penso... se io dovessi rinunciare ai miei sogni, beh, un giorno forse, nemmeno troppo lontano, potrei finire con l'odiare il nostro amore... Clio, mi comprendi, vero? Dimmi di si...” Ad un tratto si udì un rumore di passi. Poi il silenzio. John si alzò e corse a vedere. Ma non c'era nessuno fuori dalla capanna. Tornò poi dentro e si sedette accanto a Clio. “Allora, cosa mi rispondi?” Fissandola. “Mi capisci, vero?” |
Lo guardai in silenzio.
Poi, lentamente, annuii. "..ti capisco, John.. Ti capisco fin troppo bene.." Lo guardai con due occhi freddi e distaccati. "...eppure sei stato tu a chiedermi di rinunciare a tutto per te.." I miei occhi divennero accusatori "..perché tu non dovessi rinunciare a nulla..". Mi tolsi, tremando, la collana simbolo del nostro amore, e gliela misi in una mano. "...io sono partita e ho lasciato tutto per amore, John.. E, credimi, certe cose esistono davvero..". Lo guardai negli occhi. "..nemmeno io voglio odiarti.. E tu sai bene che non posso vivere rinchiusa qui..". Abbassai lo sguardo, per evitare di piangere ancora. "...non credevo che l'avrei mai detto.. Ma sono felice che tu non mi abbia sposata prima di partire.. Avevi ragione..". Distolsi lo sguardo e feci qualche passo verso l'uscita della capanna. |
“Clio...” disse John alzandosi “... l'amore è molto, ma non tutto... lo vedi? Tu stai facendo la stessa cosa. Neanche tu sei disposta a rinunciare a tutto per me... ed è giusto. Così deve essere. Io ti voglio con me, qui. Perchè qui abbiamo tutto... libertà, serenità... i sogni, gli slanci, l'amore eterno... vivono nei romanzi, nelle poesie, ma non nella realtà... non esistono Lancillotto e Tristano disposti a tutto per Ginevra ed Isotta... Penelope non avrebbe mai atteso vent'anni il ritorno di Ulisse, se non in un poema... sono belle storie, ma non sono reali... la vita è un'altra cosa... tu stessa non troverai mai un uomo disposto a rinunciare a tutto per te. Deciso ad accettarti come sei, senza chiederti di cambiare. Anche l'amore segue dei compromessi.” La fissò. “Sei dunque davvero decisa ad andartene? E per cosa? Per i tuoi sogni? Per la tua libertà? Qui, di libertà ne avrai molta. Perchè io non ti chiederei di rinunciare a nulla.”
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Sorrisi senza allegria.
"... Non mi negheresti nulla, dici? No, hai ragione, mi chiedo solo di rinnegare tutto quello che sono.." Scossi la testa ".. No, John, tranquillo.. Non mi credo affatto migliore di te... Credi che sia facile per me vedere la vita con te come una prigione? Sentirti parlare in questo modo, come se l'amore fosse qualcosa senza importanza..". Alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi ".. No, io non lo credo.. L'Amore è una forza potente e incontrollabile... Per questo me ne vado, perché voglio l'Amore vero..." Sorrisi nuovamente ".. Un amore senza paura e senza compromessi..". Guardai un punto indefinito della stanza ".. Io credo fermamente che esista, sai? Ho sempre pensato che fossi tu, ecco perché sono partita, ecco cosa mi ha dato la forza di sopportare le prove che la vita mi ha messo di fronte.." Sorrisi, sognante "..ma io voglio un uomo che sia disposto a rischiare tutto per me.. Che mi ami per quella che sono, senza chiedermi di cambiare.. Un uomo che rischierebbe volentieri la sua vita per la mia, e per cui non esiterei a fare lo stesso... Un uomo che, se fossi rapita dai pirati, non aspetterebbe un istante prima di partire per salvarmi.. Un uomo che si prenderebbe una scarica di botte pur di darmi un bacio.. Un uomo.." Abbassai gli occhi e la voce, avevo parlato così in fretta da non accorgermi di averla alzata "... Un uomo capace di prendersi una pallottola al posto mio..". Chiusi gli occhi e rialzai lo sguardo "..ed é evidente che quell'uomo non sei tu... E io.. Io non credo affatto a quello che dici, John, io credo che un uomo del genere non si racchiuda in un romanzo, ma esista davvero... E io lo voglio accanto a me..". Sostenni il suo sguardo, fieramente. |
Parlai allora a Fhael del mio sogno e del mio grande amore x i cavalli. Gli proposi di aggiungere dunque anche la costruzione di una scuderia, anche modesta per iniziare, e l'acquisto di qualche buon cavallo con cui iniziare un allevamento. Naturalmente lo stallone di punta sarebbe stato Gulltoppr.
"Inoltre stavo pensando...gli indigeni di quest'isola sono molto abili nel costruire oggetti e decori, potrei insegnargli come si fanno i finimenti per l'equitazione..sarebbe un modo per permettergli di guadagnarsi qualcosa..." |
Fhael ascoltò con attenzione ogni parola di Cheyenne.
E nei suoi occhi, pian piano, si accese un vivo entusiasmo. “Io credo che questa sia una magnifica idea.” Disse alla fine. “Anzi, mi chiedo come mai non ci ho pensato anche io. Qui la terra è incontaminata e gli spazi sono sterminati. Il paesaggio poi è meraviglioso. Si, quest'isola potrebbe benissimo ospitare una grande fattoria.” Sorrise. “Una fattoria in cui allevare cavalli. Anzi, avremo un grande allevamento di cavalli. E anche l'altra tua idea non è affatto male. Gli indigeni qui sono molti abili e con i loro caratteristici manufatti attireremo grande interesse da parte degli abitanti dei litorali e delle isole. E naturalmente, come hai ben detto, potresti insegnare agli indigeni anche a fabbricare finimenti ed utensili adatti per l'equitazione. Si, la trovo un'ottima idea quella che hai avuto, Cheyenne.” |
John fissò Clio senza interromperla.
“Capisco...” disse alla fine “... ed immagino, visto l'impeto e lo slancio con cui hai descritto questo tuo uomo modello, che egli non sia solo una speranza o un sogno...” i suoi occhi erano in quelli di lei, senza però riuscire a penetrare davvero in essi “... già... credo di capire... è quell'ufficiale olandese, vero? E' lui l'uomo nel quale vedi incarnato questo tuo romanzesco ideale?” Scosse il capo. “Ma tu credi davvero che egli abbia fatto tutto per te? Che non sia invece stata la caccia a quei pirati il vero motivo di tutto ciò che ha fatto? Lo credi davvero? Basta davvero così poco per farti vedere l'amore vero? Ammesso che esista davvero! Ma può esistere? Può davvero esistere a questo mondo un legame così forte? Capace di occupare un'intera vita, rendendo secondario o superfluo tutto il resto? No, non può esistere! Ed il tuo, Clio, è solo un colpo di testa.” Ma in quel momento l'indigeno entrò nella capanna. “Cosa c'è?” chiese John. “Io controllare in giro...” “Cosa?” “Prima avere visto un'ombra qui, vicino capanna.” Rispose l'indigeno. “Essere rimasta qui, ferma... poi correre via...” “Un'ombra?” Ripeté John. “E chi poteva essere?” L'indigeno scosse il capo. Ma all'improvviso arrivò un secondo indigeno e disse qualcosa nella sua lingua. “L'olandese sembra scomparso.” Fece John, traducendo a Clio ciò che l'indigeno aveva appena detto. “Non è più nella sua capanna... dove può essere andato? E soprattutto... che motivo aveva di allontanarsi così, all'improvviso, dal villaggio?” |
Joao sorrise a Cavaliere25.
“Si, credo che tu possa riuscire ad addomesticare questo pennuto.” Disse al giovane pirata. E Becco di Ferro se ne stava tranquillo, sulla spalla di Cavaliere25, a mangiare la sua patata. “Perchè non provi a farlo parlare ora?” Chiese Joao. “Vediamo se sa farlo bene.” |
Seguii gli uomini attraverso la fitta vegetazione fino alla spiaggia.
Qui li osservai caricare, non senza un certo sforzo, quel pesante baule su una delle scialuppe e poi mi apprestai a salire a mia volta... stavo proprio per tendere loro la mano perché mi aiutassero, quando mi voltai e notai Guisgard immobile sul bagnasciuga, di fronte al corpo senza vita di Giuff. Ritrassi la mano, allora, e tornai indietro... “E’ stata una morte orribile...” sussurrai, raggiungendolo ed intrecciando la mia mano alla sua “Degna di un uomo orribile!” Per qualche attimo restammo in silenzio, fissando il cadavere senza vita del Gufo... mi ero sempre chiesta come mai Guisgard aveva desiderato stringere un’alleanza con lui, dal momento che non avevano niente in comune... niente. Presto, tuttavia, distolsi lo sguardo da Giuff e lo riportai su Guisgard... sorrisi... poi i miei occhi corsero ad osservare di nuovo quell’isola. Il sole era alto, ormai, ed una leggera brezza aveva spazzato via la nebbia ed il grigiore. La natura appariva, ora, in tutto il suo splendore ai nostri occhi... alberi dall’alto fusto, uccelli variopinti, foglie larghe e verdissime... “E’ bellissimo qui...” mormorai allora, poggiando piano la testa contro la spalla di Guisgard “Sì... meraviglioso! Guarda... non assomiglia più a quell’isola maledetta di cui le leggende parlano... non assomiglia all’isola cupa ed oscura in cui siamo approdati! Io... sì, io credo che tu abbia spezzato l’incantesimo, mio capitano... hai vinto, e quest’isola è tornata a vivere! Ed è magica!” |
Gisgard guardò l'isola e sorrise.
“Forse” disse a Talia “quest'isola ha solo la colpa di trovarsi lontana dal mondo civile ed essere sconosciuta ai più... e quando le cose ci appaiono lontane o nuove, allora ci sembrano anche oscure, misteriose e magari ci fanno anche un po' paura... ma solo vedendole da vicino ci rendiamo conto di quanto siano belle e speciali...” strinse la mano di Talia “... e ogni luogo racchiude un tesoro... un tesoro che va guadagnato...” si voltò la fissò “... come tutte le cose speciali...” E mentre i suoi pirati caricavano sulla lancia il forziere di Lanzaras, lui strinse a sé il suo vero tesoro e la baciò. La baciò ed entrambi, con gli occhi chiusi, si abbandonarono a quel momento che sembrava infinito. Un momento scandito dalle onde e impreziosito dal sibilo del vento. Guisgard baciò Talia, lasciando che i suoi lunghi capelli lo avvolgessero. Proprio come il Sole ed il mare avvolgevano quell'isola incontaminata e fuori dal mondo conosciuto. http://images5.fanpop.com/image/phot...01-800-600.jpg |
Va bene dissi allora guardai becco di ferro e dissi presentati al mio amico che ti vuole conoscere e sorrisi aspettando che parlasse
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Non abbassai lo sguardo mentre John parlava, per quanto male potessero farmi le sue parole, non lo avrei dato a vedere.
Non gli avevo mai mentito, e, di certo, non avrei cominciato quel giorno. Più lo sentivo parlare, e più mi appariva lontano mille miglia. Eppure, forse aveva ragione, forse il mio era davvero un colpo di testa. Ma sarei davvero stata disposta a vivere accanto a un uomo che non credeva nemmeno nel vero amore? Stavo per ribattere, quando fummo interrotti. Citazione:
Mi chiesi, tuttavia che motivo avesse, se aveva sentito le mie parole sapeva che avevo scelto lui, dunque perchè andarsene in quel modo. Non avevo una risposta, ma una paura e un vuoto immane si impossessarono di me. Quando i due indigeni uscirono mi voltai verso John. ".. Ascolta, non ti ho mai mentito, e non comincerò oggi.. è vero, parlavo di lui, ciò che a te sembra poca cosa per dimostrare amore, per me, invece è molto.." lo guardai con occhi gelidi ".. soprattutto se paragonato a quanto hai fatto tu per me...". Sorrisi ".. forse hai ragione, forse è solo un colpo di testa.. infondo, ho sempre immaginato la mia vita con te, e non avrei creduto, mai, che questo giorno dovesse venire.. non so se riuscirò ad amarlo quanto ho amato te.. ma so che si merita tutto l'amore che ho da offrire, anche se, in questo momento, non è molto.." mi avvicinai a lui e gli accarezzai il viso tra le lacrime ".. sappi che ti ho amato, ti ho amato più di qualunque altra cosa, e se mi fossi resa conto che tu provavi lo stesso per me, allora molto probabilmente sarei rimasta.. ma tu.. tu hai scelto loro, hai scelto questa vita.. e io non posso sopportarlo... se non credi all'amore vero, è perchè non lo provi.. e io, questo non posso accettarlo..". Mi tolsi, lentamente, la giacca della marina inglese che avevo ancora addosso, e la consegnai a lui ".. sai, i ritratti che mi hai fatto sono molto belli.." gli dissi con un sorriso. L'alba aveva iniziato a illuminare il villaggio, e un tenue raggio di sole rendeva visibili i disegni di John, molti dei quali erano miei ritratti. ".. ma sai, in ognuno di essi, manca qualcosa.. non mi hai dipinta come realmente sono, ma come hai sempre sperato che fossi.. credi che avrei davvero indossato quel vestito?" indicando, con un sorriso, un disegno in particolare. ".. No, la verità è che nemmeno tu mi accetti per quella che sono.. tienila.." facendo un cenno alla giacca ".. così ti ricorderai di chi sono davvero, e del perchè non avrei mai potuto vivere nascosta su quest'isola.. infondo, non hai detto di odiare tutti i militari?" strizzando l'occhio. Non attesi una risposta, mi avviai verso la porta, dovevo trovare Guerenaiz, dovevo trovarlo immediatamente. Mi voltai, nonostante la fretta, sulla soglia. ".. Ah, riguardo alla tua domanda.." dissi, guardandolo negli occhi "... su quella nave, qui sulla tua isola.. quando il pirata mi ha preso per la gola e trascinato sul ponte della nave, lui si è arreso subito, temendo per la mia vita.." alzai le spalle sorridendo ".. poi, beh, io non sono certo una fanciulla indifesa, e sono riuscita a liberarmi da sola, ma quando il pirata ha sparato, mirava a me.. ma non mi ha nemmeno sfiorato perchè lui si è messo in mezzo.. e la pallottola ha colpito lui.. Quindi ti rifaccio la tua stessa domanda, credi che lo facesse solo per combattere i pirati?" Scossi la testa ".. se non dovessi tornare, addio amor mio.." gli occhi umidi non potevano sopportare nessuna sua parola e, conoscendolo, sapevo che ci avrebbe messo un po' prima di riuscire a ribattere. Mi lasciai la porta della capanna di John alle spalle, cacciai indietro le lacrime, e iniziai a correre, all'impazzata nella direzione che aveva indicato l'indigeno. Mi ritrovai nella foresta che separava il villaggio dalla spiaggia dove, poco prima, aveva preso fuoco l'Antigua Maria. Mi guardai intorno nella speranza di vederlo comparire dietro ogni albero, dietro ogni cespuglio. Lo chiamai, a gran voce "..Guerenaiz.. Guerenaiz dove sei?". Non sapevo da che parte andare e iniziai correre, perdendomi nella boscaglia. "..Guerenaiz, maledizione... cosa credi di fare?" urlavo, al vento, in ogni direzioni "... sono qui, vieni fuori per l'amor del cielo..". Correvo, senza sapere dove stavo andando, d'un tratto, una radice mi fece inciampare e cadere nel fango. "..perfetto.." sibilai tra i denti. Una voce dentro di me mi diceva che quel comportamento non era degno di me, che non avrei mai dovuto rincorrere un uomo. Ed era vero, ma l'idea che lui partisse senza di me, mi gettava in un terrore e in uno sconforto che mai avevo provato prima di allora. Mi rialzai e ricominciai a chiamarlo, senza avere risposta. Vidi la fine della foresta, poco lontano, e mi diressi in quella direzione, cercando di evitare radici e cespugli mentre correvo. Giunsi alla spiaggia, esausta, caddi in ginocchio sulla sabbia e osservai l'orizzonte. "..Guerenaiz.." urlai un ultima volta ".. sono qui.. aspettami, maledizione... aspettami.. aspettami.." la mia voce si spense in un sussurro. Restai lì, inginocchiata nella sabbia, con il cuore che batteva veloce come non mai e il respiro che faticava a tornare normale, cercando la forza di rialzarmi e riprendere la mia ricerca. |
Decidemmo così di partecipare ad una fiera di bestiame insieme al colonnello il giorno seguente.
Nel frattempo, durante la giornata, iniziammo ad organizzarci per la costruzione degli edifici di cui avevamo bisogno. Poi ci concedemmo un pomeriggio di tranquillità, soltanto io e Fhael. Decidemmo di fare una passeggiata lungo la spiaggia e poi ci riposammo sdraiati sulla sabbia. |
La spiaggia cominciava a diventare simile all'ambra, mentre il mare, pian piano, si schiariva.
Il Sole finalmente sorse e le ultime stelle cominciarono a spegnersi nel cielo sempre più pallido. Clio, per un momento, non sentì più nulla, se non il rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia. Poi, all'improvviso, grazie ai bagliori del nuovo giorno, si accorse di una sagoma poco distante. Una figura stava sistemando una lancia e si apprestava a lasciare l'isola. Era intenta a montare la vela per il viaggio. E Clio riconobbe quella figura sulla spiaggia: era Gurenaiz. |
E sulla sabbia, Cheyenne e Fhael parlarono di quel loro progetto.
Parlarono e risero. Erano sereni e felici. Dopo tante difficili prove da superare ora potevano finalmente immaginare il loro futuro e dare ad esso forma e colori. Ad un tratto la ragazza udì un nitrito. Un superbo cavallo galoppava verso di lei. Era Gulltoppr. “Eh, voleva essere una sorpresa, ma sembra che lui non abbia resistito dietro quelle palme.” Disse ridendo il portoghese. “Ho mandato alcuni dei miei a prenderlo alla villa del colonnello. Volevo che venisse anche il tuo cavallo sulla nostra isola.” E subito Gulltoppr raggiunse Cheyenne. |
Dapprima mi parve un miraggio, poi, osservando meglio, mi resi conto che era davvero lui.
Dimenticai la fatica, mi alzai e iniziai a correre verso di lui. "Ehi, che stai facendo?" dissi, trafelata quando gli arrivai vicino"E' soltanto l'alba.. .. non vorrai partire senza di me, spero?" corrucciando la fronte. Gli tirai una pacca sulla spalla "... bada bene che non te lo perdonerò mai, se oserai abbandonarmi su quest'isola.." con un sorriso. Cercai di catturare il suo sguardo e ridivenni seria "...perchè sei scappato via così? Mi hai fatto spaventare.. credevo fossi partito.. io..." sorrisi guardando il mare "... non ho mai avuto tanta paura in vita mia... non posso perderti, lo capisci?" Sorrisi, beffarda "...ma questo già lo sai.. eri tu, vero? fuori dalla capanna.. hai sentito tutto quello che ho detto, impiccione di un olandese.."dissi ridendo. Lo abbracciai "... Guerenaiz, voglio venire con te... voglio stare con te.." mi strinsi a lui "..voglio soltanto te.." alzai lo sguardo, timidamente ".. vuoi ancora che parta con te?". |
Il pappagallo, a quelle parole di Cavaliere25, fissò Joao.
“Becco di ferro... Becco di Ferro...” disse gracchiando. “Ripete il suo nome.” Fece Joao. “Ma non sa dire altro? Insomma, voglio dire... ho sentito in giro che i pappagalli sanno parlare quasi come noi!” |
Clio si strinse a Gurenaiz.
L'olandese però fissava il mare ed il suo sguardo era cupo. “Si, ero io...” disse “... ero io davanti alla capanna... ero venuto a cercarti... non so perchè... forse per sapere della tua decisione... o forse solo perchè avevo paura di quella tua scelta... e ti ho vista... ti ho vista mentre lo accarezzavi...” scosse il capo, quasi a volersi destare “... io...” quasi a fatica “... io so di essere arrivato dopo... so che quando ci si mette con la ragazza di qualcun altro bisogna poi aspettarsi colpi da entrambe le parti... e forse non posso che prendermela con me stesso... ma ora non riesco a dimenticare il modo con cui lo fissavi e il modo in cui lo accarezzavi...” la guardò “... forse è con lui il tuo posto... si, accanto a lui... del resto hai attraversato l'oceano per trovarlo... e venendo con me ora, finirai un giorno col rimpiangere questa tua scelta...” si voltò e tornò a montare la vela sulla lancia “... va da lui, Clio... va...” |
Rimasi impietrita.
"...Non hai sentito.." sussurrai "...non hai sentito quello che gli ho detto..". Lo guardai con gli occhi sbarrati "...hai ragione, l'ho amato.. e ho attraversato il mare per lui.. ma ho trovato una persona diversa, una persona che mi ha abbandonato.. non voglio stare con lui..". Mi avvicinai di un passo "...Ascolta, Guerenaiz... se non fossi partita per cercarlo, non ti avrei mai incontrato.. forse non dovevo trovarlo per restare... ma perchè vederlo mi rendesse libera..". Abbassai lo sguardo ".. so che le parole di una donna che ha appena rotto un fidanzamento non valgono molto.. e so che non posso chiederti di fidarti di me, dopo quello che hai visto.. ma, maledizione.. lui è stata tutta la mia vita.. ti aspettavi che fosse facile per me?". Alzai lo sguardo, e fissai i miei occhi nei suoi "..Se non mi vuoi più, va bene.. non posso biasimarti.." una fitta mi trafisse il cuore. Ma di una cosa ero sicura ".. ma io non torno da lui, ho fatto la mia scelta, ho rotto tutto ciò che c'era tra di noi.." sorrisi "..non mi conosci abbastanza.." scossi la testa "...non torno da lui dopo avergli detto che volevo te, che ti meritavi tutto il mio amore... ho sostenuto che un uomo come te esiste davvero.. non voglio un uomo che non crede nell'amore..". Abbassai lo sguardo, non sarei tornata da John, e di certo non avrei supplicato Guerenaiz. ".. quindi, ti prego di portarmi con te.." continuai, calma guardandolo negli occhi e sforzandomi di reprimere le lacrime "..anche se non mi vuoi più, accompagnami a Las Baias... il mio posto non è qui.. poi, troverò la mia strada.." tentai di sorridere "..te l'avevo detto che sarebbe stata una mia scelta partire o no, e non te l'avrei mai rinfacciato.. bene, tirati pure indietro se vuoi, ma io qui non ci resto..". E, senza aspettare risposta, salii sulla lancia. ".. e, se proprio lo vuoi sapere.." dissi, guardandolo con aria di sfida "...era a te che pensavo mentre lo accarezzavo. Era il nostro bacio che non riuscivo a togliermi dalla mente. Restavo lì, con lui, in silenzio, perchè mi sembrava impossibile che ci fosse così tanta differenza. Che mi sentissi mancare a starti accanto, mentre potevo stare ore con lui, e non provare lo stesso!". I miei occhi, infuocati di rabbia e passione, erano fissi nei suoi. |
Gurenaiz, a quelle parole di Clio, ebbe un impeto di rabbia.
Lanciò con forza un piccolo remo contro lo scafo della lancia. Alzò allora gli occhi verso il cielo e cominciò ad inspirare forte, come chi tenta, a stento, di controllare le proprio emozioni. “Maledizione...” disse quasi sottovoce “... maledizione!” Esclamò poi. “Ero partito con tanti sogni di gloria... immaginavo fama, onori... mi sentivo come un cavaliere di bianco vestito, pronto a vincere tutti i pirati del nuovo Mondo e a rendere questi mari liberi e tranquilli!” Scosse il capo. “Ora invece... ora invece tutto questo mi sembra inutile... tutto di colpo ha perso importanza... da quando ti ho incontrata su quella nave...” voltandosi a fissare Clio “... ora... ora non riesco ad immaginare la mia vita senza di te... come se tutto il resto non contasse nulla...” i suoi occhi erano in quelli della ragazza e rispondevano con la medesima passione e rabbia. Poi, d'un tratto, saltò sulla lancia e la baciò. La baciò con impeto. La marea si ritirò poco dopo. Gurenaiz e Clio erano stesi sulla sabbia e fissavano il Sole che ormai aveva lasciato l'orizzonte. E cominciava a mostrarsi un bellissimo mattino, che tingeva il mare di mille e più bagliori. “Appena la marea tornerà” disse Gurenaiz “lasceremo quest'isola e ritorneremo a Las Baias...” stringeva la mano di Clio, quasi a voler scongiurare qualsiasi altro distacco fra loro. http://www.alqalahnews.com/assets/im...1357766511.jpg |
Si lo so ma questo pappagallo non è mio lo presi con me e non so come insegnargli le cose e soprattutto non so se le riesce ad imparare dovrò chiedere a qualcuno che si intenda di pappagalli e sorrisi
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I battiti del mio cuore acceleravano ad ogni sua parola. Non mi ero sbagliata, non mi avrebbe abbandonata. Lo fissavo, con gli occhi sgranati.
Finché non saltò sulla lancia, mi strinse a sé e mi baciò. Io mi strinsi a lui, e lo baciai. Un bacio impetuoso, irruento eppure colmo di delicatezza e di sentimento. Mi prese tra le braccia e mi adagiò sulla sabbia, senza staccare il suo viso dal mio. Non so per quanto tempo restammo abbracciati, stretti in quei baci in cui si annullavano tutta la rabbia e la paura degli ultimi momenti. Baci fatti di parole non dette, di sentimenti repressi e tenuti nascosti. La marea si era ritirata, e il sole era ormai alto nel cielo. Ma tutto questo non aveva importanza. Al mondo non esistevamo che noi due, le nostre labbra che continuavano ad incontrarsi, i nostri sguardi abbandonati. Sentivo le sue mani e le sue braccia stringermi forte, stringermi come a voler sottolineare che ero soltanto sua, che non potevo scappare. Ma poi, di colpo, si staccò leggermente da me e guardò il mare. Com'era diverso il suo sguardo ora, ora che sapeva che ero lì per lui, che non doveva dividermi con nessuno. Appoggiai la testa sulla sua spalla e restai in silenzio, cercando di immaginare cosa stessero cercando i suoi occhi. Lui mi accarezzò la schiena per un momento, poi cercò la mia mano e la strinse. Citazione:
"... Ma tu sei un cavaliere di bianco vestito, Guerenaiz.." alzandomi su una spalla per poter vedere meglio il suo viso. "... hai salvato la damigella in pericolo, hai conquistato il suo cuore.. e ora, ora daremo la caccia insieme a quei dannati.." sorrisi "..non crederai che io sia il tipo di donna che ti aspetta a casa, tranquilla, mentre te ne vai in giro per questi mari, vero?" lo baciai di nuovo "...portami con te.. i tuoi sogni sono i miei... portami con te... non ho mai conosciuto un uomo migliore di te.. nessun pirata potrà sfuggirti.. infondo, hai abbattuto il Gufo Nero.." alzai le spalle ".. anche se Giuff tornasse dall'Isola Perduta, non ha più la nave, né la ciurma.. e sei stato tu a fare tutto questo..". Mentre lo guardavo, un lampo di malizia attraversò i miei occhi. "..Oh, e non credere di essere arrivato tanto in ritardo, capitano.." scossi la testa ".. non sono mica sposata, o non sarei qui.. beh, non ti ho mentito quel giorno a Portuga.." sorrisi "..anche se non credevo che sarebbe finita così.." mi avvicinai ancora a lui e sussurrai "...solo il mio sposo potrà sfiorarmi.." mi portai la mano al collo, dove la collana che mi aveva sempre visto addosso, non c'era più "...nessun altro.. né prima, né tanto meno dopo..". Il ricordo di quel giorno, che mi appariva lontano nel tempo e nello spazio, mi fece dapprima sorridere, poi, rammentando ciò che i pirati gli avevano fatto, mi scese una lacrima incontrollabile e solitaria sulla guancia. "...Caro.. quante botte hai preso.." scossi la testa "..povero caro.." e lo baciai ancora, dolcemente. |
Gurenaiz fissò Clio, sorrise e poi la baciò di nuovo.
“Allora” disse “appena a Las Baias, chiederò una bella licenza premio e ti porterò in un posto.” Sorrise di nuovo. “Appena arrivato, un ufficiale mi mostrò una piccola cappellina su un promontorio. E' bianca, con uno spiazzo davanti al piccolo portico fatto di rami intrecciati con rampicanti. Gran parte della cappellina è ricoperta da rampicanti. Si celebrano solo tre messe all'anno... a Pentecoste, nel giorno dell'Assunzione in Cielo della Vergine e in quello di Sant'Anna... ecco... io vorrei condurti lì e farti diventare la mia sposa...” le fece l'occhiolino “... cosa ne pensi? Dopotutto credo di essermela guadagnata quella licenza premio, no?” |
Il mio sorriso si allargò enormemente alle sue parole.
"...tu?" Dissi poi, guardandolo con gli occhi sgranati "..ah ma io non parlavo mica di te... Io, insomma, voglio venire con te perché.. Beh pensavo saremmo stati buoni amici..". Mi guardò come se avessi appena detto che il sole sorgeva a occidente. Scoppiai a ridere, nel vedere i suoi occhi. "..No, no.." Dissi dolcemente "..non c'è nulla che desideri di più dell'essere tua per sempre..". Mi avvicinai, con lo sguardo perso nei suoi occhi, e gli posai un lieve bacio sulle labbra. ".. Dev'essere un posto incantevole...". |
Gurenaiz, dopo un momento di stupore, sorrise e strinse di nuovo a sé Clio.
Poco dopo la marea si alzò e tutto fu pronto per la partenza. La lancia prese così il mare e dopo un paio d'ore avvistarono Las Baias. Entrarono poi nel porto e approdarono in un piccolo molo secondario. Gurenaiz scese a terra e Clio lo seguì. Si avvicinarono poi a due soldati e lui si fece riconoscere. Furono così messi a conoscenza di tutti gli ultimi avvenimenti. L'attacco spagnolo, la morte del governatore e la fuga dell'ammiraglio Guidaux. E poi della pace raggiunta con la Spagna. Scoprirono così che per ora il potere era nelle mani della Compagnia delle Flegee Occidentali e dai suoi ranghi doveva nominarsi un nuovo governatore. Allora Gurenaiz decise di dirigersi agli alloggi degli ufficiali e ripulirsi. Lasciò così Clio ad attenderlo in una locanda pagata dai militari e raggiunse gli alloggi. “Tornerò presto...” disse alla ragazza e la baciò. Poco dopo, mentre aspettava il suo ritorno, Clio sentì dei colpi di cannone. La gente si era riversata nella strade e festeggiava la nomina del nuovo governatore. Si trattava di Philip Van Joynson. |
Avevamo trovato l’isola, avevamo trovato il tesoro...
Risalimmo sulla scialuppa, infine, ed io osservai l’isola allontanarsi sempre più... Guisgard aveva ragione: era la superstizione ad aver reso quell’isola spaventosa, maledetta addirittura... era solo la superstizione perché adesso, osservandola senza più paura, quell’isola mi sembrava più bella che mai. Di nuovo appoggiai la testa contro la spalla di Guisgard e sospirai... non riuscivo a non chiedermi cosa avremmo fatto adesso, non riuscivo a non chiedermi dove saremmo andati... poi sollevai lentamente gli occhi su di lui, osservai il suo profilo contro la distesa blu del mare che ci circondava, ed all’improvviso non mi importò più. All’improvviso capii che non era importante il dove o il cosa... capii che tutto ciò che volevo era stare con lui, non importava dove. Sorrisi, e stinsi un po’ di più la sua mano. |
Da dietro le palme ad un tratto vidi arrivare al galoppo Gulltoppr. Era una sorpresa di Fhael.
Lo abbracciai e lo bacia per ringraziarlo, ero davvero contenta di riavere il mio cavallo. Lasciai Fhael e mi diressi verso Gulltoppr, che nitrì nel vedermi. Lo accarezzai e gli feci segno di seguirmi. Il cavallo si mise al passo dietro di me ed insieme tornammo da Fhael. " Grazie, grazie, grazie marito mio...Sei stato davvero carino a farmi questa sorpresa, mi rendi la donna più felice al mondo ogni giorno..." Tornammo a casa e sistemai Gulltoppr in una stalla provvisoria accanto alla nostra capanna. La sera, per ringraziare ancora Fhael, gli preparai una specialità nordica a base di pesce. "Non vedo l'ora di andare alla fiera domani, ci sarà molta gente e tanto bestiame..e poi ho voglia di rivedere il colonnello... Pensavo che potremmo invitarlo sull'isola qualche volta, mi rattristo a pensarlo tutto solo in quella grossa villa". |
La lancia raggiunse la Santa Rita e fu issata a bordo.
Il tesoro fu così mostrato all'intero equipaggio e grandi festeggiamenti cominciarono sulla nave. E durarono fino a notte. Cavaliere25 insieme a Becco di Ferro fu l'attrattiva per gli uomini a bordo. Pian piano il giovane bucaniere insegnò a parlare al suo pappagallo e questo destò meraviglia fra l'equipaggio. Alla fine restò il canto sereno, ma un po' malinconico, di qualche bucaniere, mentre in lontananza alcune stelle scintillavano oltre le alte nuvole tropicali. Guisgard si avvicinò al parapetto e restò a fissare quello spettacolo. Con gli occhi cercava le poche luci che impreziosivano quello scenario. “Sai...” disse a Talia “... ora abbiamo una fortuna con quel tesoro e sento che questo viaggio è giunto alla fine... e pensavo... esiste un isolotto, nelle Flegee Settentrionali... gli indigeni del posto lo chiamano così, Isolotto... io vorrei acquistarlo e poi potremmo dargli un nome... cosa ne pensi, Talia? Un nome che lo renda solo nostro... per sempre...” |
Così, Cheyenne e Fhael cominciarono la loro nuova vita in quell'isola che avrebbe poi ospitato la loro grande tenuta per l'allevamento di cavalli.
Più volte il colonnello giunse a far loro visita e altrettante volte loro trascorsero del tempo alla villa dell'anziano ex militare. Così si conclude l'avventurosa vicenda di Cheyenne, che dalle terre del Nord giunse all'altro capo del mondo, fino a trovare l'amore e la felicità. |
Citazione:
a quelle parole, tuttavia, si sollevarono ad osservare Guisgard... "Un Isolotto..." mormorai "Un Isolotto solo per noi..." Per qualche momento assaporai quelle parole, sorridendo appena... assaporai quella sensazione di calore che avevano portato con sé e i mille sogni meravigliosi che ne erano scaturiti... poi, di colpo, quasi senza che me ne accorgessi, quel vago senso di disagio che provavo si impadronì di me... tremai, allora, come in preda a violenta vertigine... "Tu parli di un sogno, Anima mia..." sussurrai "Parli di un sogno meraviglioso! Rifugiarci su quell'isola e dimenticare tutto e tutti, dimenticare il resto del mondo, annullare perfino il tempo... non avere più distanze da colmare, né pensieri, né preoccupazioni... pensare soltanto a noi, solo ad essere felici..." Sospirai... "Ma..." esitai "Ma che cosa accadrà quando ci troveranno, Guisgard? Tu sei il pirata più ricercato delle Flegee probabilmente, ed io... beh, credi che mio padre ed i suoi potenti alleati rinunceranno così facilmente a trovarmi? O a trovarti?" La mia voce era cupa e tetra, ora, i miei occhi divennero lucidi e la mia mano tremò violentemente, tanto che dovetti stringere il parapetto per fermarla... "Cosa accadrà, Guisgard, quando la Compagnia approderà su quell'isolotto? Cosa ne sarà di te? Di noi?" Mi faceva male anche guardarlo adesso... sapevo che non gli sarebbero piaciute quelle parole, non piacevano neanche a me... eppure quella nera paura era tutto ciò che riuscivo a vedere. |
Guisgard prese le mani di Talia e la zittì con un bacio.
“L'Isolotto” disse Guisgard “si trova in mari liberi, nei domini spagnoli...” sorrise “... lì nessuno verrà a cercarci e nessuno ci darà la caccia... da uomini liberi raggiungeremo quei mari e da uomini liberi vi abiteremo...” fissò Austus e annuì. L'altro allora diede ordine e la bandiera col teschio fu ammainata. “Comincia ora una nuova vita, Talia...” continuò Guisgard “... una vita in cui essere finalmente felici. Una vita che ci vedrà liberi.” Tutti esultarono. “E nessuno potrà impedirci di vivere così. Talia... nessuno...” La strinse a sé, mentre attorno a loro le luci di quelle stelle scintillavano nel buio, come se tracciassero la rotta verso una nuova vita. Un vita ben più preziosa di qualsiasi tesoro. http://3.bp.blogspot.com/_VXNWSr1UpT...in+Blood+3.JPG |
Restai nella mia stanza, ad aspettare Guerenaiz per un tempo che mi sembrò infinito. Se non altro ebbi tempo per lavarmi, acconciarmi i capelli e darmi una sistemata. L'oste, alla vista dei militari che mi accompagnavano, aveva acconsentito volentieri a prestarmi un abito di sua figlia. E anche se aveva insistito perchè lo tenessi, mi ero impegnata a restituirlo appena possibile.
Ora, avevo decisamente cambiato aspetto. Mi buttai sul letto e guardai il soffitto, pensierosa. Gli ultimi avvenimenti erano di certo una svolta importante e definitiva della mia vita. Mi sembrava di non essermi mai fermata da quando ero arrivata a Las Baias, e non ricordavo nemmeno l'ultima volta che avevo mangiato qualcosa. D'un tratto, un colpo di cannone mi fece correre alla finestra. Avevano eletto il nuovo governatore. "..Bene.." dissi piano "...speriamo che questo non abbia la passione dei modellini!" con un sorriso ironico. Sospirai, sperando che Guerenaiz tornasse presto. |
Hai visto dissi guardando becco di ferro abbiamo fatto una bella impressione ora dovrò insegnarti altre parole che ne dici amico mio domandai tutto felice e accarezzai il pappagallo e restai a guardarlo dolcemente
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Osservavo Guisgard come se intorno a noi non esistesse niente altro, come se fossimo già su quell'isola che mi aveva promesso, là dove niente avevamo da temere e dove nessuno sarebbe mai giunto a turbare la nostra felicità.
Al suo cenno, tuttavia, i miei occhi si spostarono sul Jolly Roger e lo osservai scendere lungo il pennone, accompagnato dall'entusiasmo generale... Sospirai... una nuova vita... era come un sogno, quella promessa... ed anche se il mio cuore ancora temeva che il mondo forse non era abbastanza grande per renderci per sempre invisibili agli uomini della Compagnia, io non parlai... silenziosamente abbassai la testa sul petto di Guisgard e lì rimasi, chiudendo gli occhi ed accordando il mio respiro al battito del suo cuore... "Talia..." Mi voltai ed osservai il nonno raggiungermi sulla terrazza, gli sorrisi appena. "Qualcosa ti turba?" domandò. "Sto solo osservando l'orizzonte..." mormorai. "Una fanciulla che osserva l'orizzonte in silenzio per tutto il giorno..." disse lui dopo qualche momento "O aspetta qualcuno, oppure la sua mente è lontana da dove si trova!" Io mi voltai e lo osservai per un istante, ma non dissi nulla. Per lunghi minuti nessuno di noi disse più niente, infine il nonno sospirò appena... "Sei felice, Talia?" Fui io a voltarmi verso di lui, questa volta... "Si!" risposi. "C'entra quell'inglese, in questa risposta tanto sentita?" domandò, senza giri di parole. "Si!" dissi, senza distogliere lo sguardo. Lui tacque per un momento... "Tuo padre mi ha scritto che sarà qui entro la prossima settimana, cosa pensi che dirà?" Fissai l'uomo di fronte a me... "Non mi importa!" dissi "Quando Guisgard è qui non mi importa di niente altro!" Il nonno sorrise... Sospirai. |
La folla che gridava per la gioia e poi risate e corse di ragazzini per le strade.
Tutta Las Baias era in festa e tutti acclamavano il nuovo governatore. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta della camera di Clio. Un attimo dopo un ufficiale della marina entrò. Era Gurenaiz. Aveva dei fiori con sé. Non disse nulla. Fra loro erano gli sguardi a parlare. Lasciarono allora la locanda e attraversarono come due ragazzini le strade in festa. Presero allora un calesse e si diressero verso il promontorio. Qui sorgeva la piccola chiesa che Gurenaiz aveva descritto a Clio. Era un luogo isolato, ma molto suggestivo. Si poteva ammirare l'intero porto di Las Baias e se l'aria era limpida anche la sagoma di Minisclosa. “Forse da qui” disse Gurenaiz che teneva stretta a sé Clio “nei giorni di vento è possibile anche vedere qualche isola... non so quale, ma secondo gli indigeni vederla porta bene...” sorrise “... magari apparirà il giorno in cui ci sposeremo...” Allora la fissò e poi la baciò con passione, mentre dalla cappellina cominciò a suonare la campana. Suonava forse perchè la gente di Las Baias aveva vinto. O forse perchè a vincere era stato, come sempre, l'amore. |
Restai immobile, tra le sue braccia, ad osservare il mare.
Mi sembrava un sogno, etereo e perfetto, eppure tanto reale da togliermi il fiato. Le campane della chiesa mi destarono dalla pace in cui ero avvolta. Alzai lo sguardo verso di lui "..Oh, Guerenaiz.. Credo che il tempo mi sembrerà infinito.... che i giorni che ci separano da quel giorno saranno lunghi anni..." lo baciai dolcemente. ".. Ora che ti ho trovato.. ogni minuto passato lontano da te mi sembra tempo vuoto ed inutile.." scossi la testa, ridendo. La verità era che non mi ero mai sentita così in tutta la mia vita. Il suo sorriso era diventato per me il sole senza il quale la mia giornata era buia e fredda. Mi chiesi come fosse possibile un simile miracolo. Ma, comunque fosse, ne ero tremendamente grata. Sentii una voce dentro di me, le frasi mi si spegnevano in gola, intrappolate dalla paura e dai ricordi. Mi avrebbe creduta? Sembrava impossibile anche a me, ma quel sentimento era reale e forte come mai avrei creduto. Mi morsi il labbro per trattenermi, ma la voce dentro di me, ebbe la meglio. "...Ti amo, Guerenaiz.." dissi con gli occhi colmi di lacrime "...ti amo.." sussurrai ancora, mentre mi stringevo a lui ".. ti amo..". |
La Santa Rita navigò per giorni, fino a varcare le acque territoriali che delimitavano i domini delle Flegee Settentrionali.
Qui la Compagnia non aveva giurisdizioni e non poteva avanzare pretese sugli empori e sui mercati di queste terre, che invece erano a metà tra spagnoli e inglesi. Il galeone pirata sbarcò così a Porto Reale, sotto il governo spagnolo. Guisgard diede a tutti i suoi uomini la libertà di scendere a terra e visitare il posto. Una nuova vita li attendeva. Ma mentre passeggiavano nel porto, Guisgard e Talia udirono alcuni mercanti. Erano inglesi e parlavano di un processo tenutosi a Giamaica, nel quale era stato condannato un ufficiale per abuso di potere. Era Sumond. Attirato da quel nome, Guisgard chiese informazioni in merito a quella storia e seppe così che il malvagio capitano era stato condannato, sebbene morto in un naufragio, in contumacia davanti all'ammiragliato. Guisgard allora domandò altri particolari su quella vicenda, ma i mercanti non sapevano altro. Corse allora alla Capitaneria di Porto e qui conobbe tutti i risvolti di quel processo. Sumond non solo era stato punito per i suoi crimini, ma anche gli ammutinati della Santa Rita erano stati giudicati innocenti, in quanto istigati alla ribellione dal cattivo ufficiale. A quel punto Guisgard gridò di gioia e abbracciò forte Talia. Poi corsero dagli altri e raccontarono tutto. Finalmente la loro fuga era terminata. Non erano più dei traditori e dei pirati. Ora potevano rientrare in seno alla Marina del Re. “Siamo liberi...” disse commosso Rynos “... siamo liberi!” E per la contentezza abbracciò Cavaliere25. “E voglio dare un bacio anche al tuo amico pennuto!” Ma Becco di Ferro, spaventato, volò via, per poi appollaiarsi sulla spalla di Cavaliere25. Tutti erano felici. “Siamo liberi!” Gridavano in coro. “Liberi!” “Si, siamo liberi...” disse Guisgard stringendo a sé Talia “... lo siamo tutti... ma non tu...” fissando la ragazza “... tu non lo sarai mai... perchè ti vorrò sempre e solo per me, sul nostro isolotto felice...” e la baciò, tra l'esultanza e la gioia dei suoi uomini. http://www.theorlandobloomfiles.com/...een03sept5.jpg Fine |
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