Camelot, la patria della cavalleria

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Lilith 18-04-2012 19.29.58

"Cosa significa: 'cercherete la prova da superare' ? Non è il labirinto stesso la prova?" chiesi io ad Orco con tono dubbioso e spaventato.

elisabeth 18-04-2012 19.45.42

Goz fu fatto entrare.......era sereno eppure ero sicura che lui sapesse cosa l'attendesse.......ogni colpo di frusta lo assorbivo in silenzio nessun gemito dalle labbra di Goz e nessun gemito dalle miei labbra.........Guxio....diventava violento e aveva la certezza di essere un Dio ..padrone della vita di tutti......i suoi occhi fissarono i miei......ma la mia mente.....blocco' le mani dell'uomo che stava flagellando Goz......." Non pensate per nessun motivo al mondo di sfidarmi Guxio........il nostro corpo e' un vulnerabile involucro.....ma l'anima e' stata forgiata come la piu' forte delle spade.........fate allontanare il vostro soldato...prima che sia io a decidere chi muore o chi vive....."...........le mie lacrime silenziose ed impercettibili andarono a posarsi sulle ferite di Goz.....non svanirono ma furono placate e lenite perche' nulla potesse farlo ancora soffrire

Guisgard 18-04-2012 19.59.33

Guisgard prese quello scrigno senza dire nulla e cominciò a fissarlo.
Guardò poi Talia.
La ragazza erta visibilmente eccitata per aver trovato quell'oggetto.
Il suo sguardo sembrava chissà dove, forse proprio nei paesaggi raffigurati nei vari dipinti.
Non poteva vedere, vero, ma Guisgard sapeva che lei spesso aveva avuto sogni e visioni e sebbene per lui fossero quasi sempre oscure, non poteva ignorare questa cosa fino in fondo.
Lui in verità odiava tutto ciò, perchè gli rammentavano la particolarità di Talia.
Il suo essere speciale.
E per questo era stata destinata a quel voto.
Sospirò e cominciò a far girare il prisma d'oro di quello scrigno.
Un attimo dopo aprì lo aprì.

Il Giardino era inondato e attraversato da mille e più colori, racchiusi nei bagliori di una rugiada mattutina, che appena attraversata dai raggi del Sole finì per frantumarsi in una pioggia perlata dagli infiniti riflessi.
Ad un tratto rose e margherite, gerani e eriche, gigli ed orchidee cominciarono a destarsi, lasciando lo spazio ad un ossequiente fiore di sbocciare e fiorire in un manto di petali variegati che mutarono poi in un frutto dalle fattezze ultraterrene e dai profumi e dai sapori sconosciuti.

“C'è un libricino qui dentro, Talia...” mormorò Guisgard “... ed anche qualcos'altro... un ciondolo con una pietra rosso scura...”

Guisgard 18-04-2012 20.05.59

Arya fissò Altea.
“Quando avviene qualcosa di brutto...” mormorò “... quando si commette una colpa... quando le nostre debolezze ci condannano... allora accade qualcosa, come pena per questa colpa... un terribile giogo, una maledizione ci è stata imposta per questo... qualcosa di malefico si annida in quel labirinto... qualcosa di mostruoso... e nessuno è mai tornato indietro per raccontarlo...”

Talia 18-04-2012 20.15.17

Avvertivo la perplessità di Guisgad, quel suo essere ostile a tutto ciò che riguardava le mie visioni, le mie sensazioni, quel mondo misterioso che ci circondava...
E per un attimo fui sul punto di bloccarlo... ma non ci riuscii, non potevo... non adesso che ci eravamo così vicini...
Lo sentii trafficare per qualche istante, poi un meccanismo scattò e lui sollevò delicatamente il coperchio dello scrigno...
E fu proprio per un attimo che lo vidi... un giardino incantato, mille e più splendidi fiori... e poi quel fiore speciale che sbocciava tra loro...
Fu un attimo... e seppi di aver visto il sogno di Andros.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 45801)
“C'è un libricino qui dentro, Talia...” mormorò Guisgard “... ed anche qualcos'altro... un ciondolo con una pietra rosso chiaro...”

La voce di Guisgard mi riscosse... lentamente appoggiai una mano al suo braccio e mi feci appena più vicino... una strana emozione mi aveva colta... una sorta di inspiegabile, vivida eccitazione...
"Prendi il libro..." sussurrai "E' un libriccino dalla copertina rossa? Prendilo... aprilo... leggimelo, ti prego!"
Un attimo di silenzio...
"Un ciondolo?" soggiunsi poi, tendendo la mano "Che genere di ciondolo? Lasciamelo esaminare un momento..."

Altea 18-04-2012 20.44.15

Rimasi in silenzio...riflettendo. Da quando ero partita tutti dovevano pagare per qualcosa anche superflua.."Debolezze milady? e voi vi sentite debole??"
Mi rivolsi a Fyellon e a Redentos..."Non pensate anche voi, da queste parole che forse solo chi è sicuro nell'animo, e puro nell'animo potrà riuscire ad affrontare questa...maledizione?"
"Lady Arya...portateci in questo labirinto vi prego"

cavaliere25 18-04-2012 21.25.52

va bene dissi ora che siamo camuffati da monaci possiamo anche uscire dal nascondiglio voi che ne pensate chiesi guardando i miei amici

Guisgard 19-04-2012 00.53.24

Orco guardò con tono severo Parsifal e Lilith.
“Il labirinto” disse “è il luogo in cui è nascosta la prova da superare. Una volta entrati, dovrete poi cercare la prova, affrontarla e vincerla. Dopo ciò, cercherete la via per uscire dal labirinto. Quando sarete all'interno, la prova comincerà a fiutare la vostra presenza e verrà a cercarvi. Trovandola per primi avrete un vantaggio, altrimenti sarete completamente alla sua mercé. Rammentate la gogna con quei guanti di ferro? E' tutto ciò che resta di coloro che hanno fallito.”



Intanto, in un altra parte del castello, Redentos, Altea e Fyellon erano con Arya, la quale aveva narrato loro dell'Avvilente Costumanza.
“Che intenzioni avete?” Domandò Fyellon ad Altea. “Cosa vi siete messa in testa? Affrontare una prova di cui ignoriamo tutto?”
“Cosa si cela esattamente in quel labirinto, milady?” Domandò Redentos ad Arya.
“Nessuno lo sa, cavaliere.” Rispose questa. “Sappiamo solo che qualcosa si annida in quel labirinto... qualcosa chiamata Avvilente Costumanza.”
“I guanti che pendevano sulla gogna del cortile” fece Fyellon “presentavano macchie di sangue e brandelli di carne... è ovvio che qualcosa di ostile si trova in quel labirinto... qualcosa mossa da una ferocia terribile...”
“Qualcosa di malvagio, cavaliere...” fissandolo Arya.

Guisgard 19-04-2012 01.00.51

A quel gesto di Elisabeth, Guxyo rise.
“Sapevo che potevamo intenderci, milady...” disse “... ne ero certo...” fece un cenno ai suoi e Goz fu liberato.
Le lacrime incantate di Elisabeth avevano dato un po' di sollievo al prigioniero che fu condotto in infermeria.
“Avete salvato quel miserabile con il vostro intervento, milady.” Fissandola Guxyo. “Ora stiliamo pure il nostro patto... io firmerò un documento sul quale metterò anche il mio sigillo. Esso non può essere messo in discussione neanche dalla regina. In questo documento io scioglierò voi e Goz da qualsiasi accusa. Sarete liberi e nessuno potrà mai condannarvi. Avete la mia parola. In cambio, però, mi aiuterete per la fabbricazione della mia corazza... convincerete Goz a costruirla... del resto state servendo Tylesia, milady... con quella corazza, noi Cavalieri del Tulipano sconfiggeremo La Lacrima di Cristo.”

Guisgard 19-04-2012 01.05.07

“Si, ottima idea!” Esclamò Alberico. “Andiamo in città e vediamo se passate inosservati vestiti così.”
Così, il falco, Cavaliere25, Tieste e Polidor si recarono in città.
Tylesia era ancora scossa dal terremoto e la gente tentava di riprendersi dallo spavento.
“Buoni monaci...” all'improvviso una voce “... è il Cielo che vi manda... presto, venite con me, a casa... tutti i chierici sembrano occupati a causa del terremoto e non si trovano religiosi in giro... fortuna che ho trovato voi... venite, devo sposarmi e non trovo nessuno per celebrare le mie nozze.”

Parsifal25 19-04-2012 01.15.48

L'attesa era terminata....eravamo dinanzi al custode del terribile segreto, Orco.

Notaì che Lilith aveva perso la sua impavidità e sicurezza. Non era un buon inizio....

Come ci era stato detto la prova si ciberà delle nostre paure e insicurezze.....in questo modo avremo potuto creargli un vantaggio. Orco, ci rammentò ancora il sortilegio della gogna.....risposi:

"Sì.....mio Signore....colui che non supererà la prova, farà parte della collezione...."

Guisgard 19-04-2012 01.40.18

“Va bene...” sospirò Guisgard “... va bene, Talia... ora aprirò il libro... però tu non ti agitare... tutta questa storia ti sta scuotendo non poco...” la fissò pensieroso, ma la ragazza era troppo presa da tutto ciò che stava accadendo.
Guisgard allora aprì quel libricino.
“Sulla prima pagina ci sono dei versi...” mormorò il cavaliere.
E cominciò a leggere ad alta voce:

“L'Amore è simile ad un Fiore selvatico,
sbocciato tra stretti rovi e fiorito tra aspri sterpi.
Per essere forte tutto deve avere contro e nulla temere.
Io ho visto quel Fiore e ho saputo coglierlo, conservandolo
tra le pagine di questo libro e imprimendo della sua linfa le parole narrate.”

Poi cominciò a sfogliare il libricino.
Le pagine erano ingiallite e la sua carta increspata faceva rumore ad ogni foglio voltato.
“Le pagine sono scritte tutte dalla stessa mano” disse Guisgard a Talia “con glosse e note sui margini di ogni foglio, dove sono riportati itinerari e appunti di viaggio... di tanto in tanto vi sono dei disegni... sono abbozzati fiori di tutti i tipi... alcuni di questi non li ho mai visti...”
Prese poi il ciondolo e lo posò tra le mani di Talia.
La catenina era di oro puro e leggerissima, dalla quale oscillava un pendaglio sul quale era incastonata una pietra rosso scura.
E questa pietra aveva una particolarità: da un lato risplendeva in maniera straordinaria e sull'altro recava cifre incomprensibili.
Ad un tratto una folata di vento aprì una delle finestre.
Guisgard si avvicinò per richiuderla e guardando in giardino e nel cortile, fu colpito da qualcosa.
“Che strano silenzio...” mormorò “... come se tutto tacesse in maniera innaturale...”

Altea 19-04-2012 08.49.44

Fyellon mi si avvicinò, stranamente con apprensione, ascoltavo i discorsi suoi e di Redentos con Lady Arya e riflettevo.."Lady Arya..voi temete l'Avvilente Costumanza perchè ne siete prigioniera....volete essere Voi ad affrontarla per liberarvi di questo Male che vi affligge? Io vi sarò vicina, solo cosi...sarete libera da questo patimento...spetta a voi sconfiggerlo. E Dio sarà vicino a noi, non c'è Essere Infernale che non temi il Signore....chiamate le monache che erano con voi davanti a quella tomba e quella sarà la tomba dell'Avvilente Costumanza, non temete, dovete credere in voi stessa e dobbiamo affidarci al Signore...e al suo Arcangelo che sconfisse il Drago" fissai Lady Arya decisa, avevo superato il viaggio sul Calars e non mi dovevo lasciare suggestionare da queste...superstizioni.

elisabeth 19-04-2012 10.05.45

Vidi andar via Goz...aveva il capo inclinato in avanti e veniva portato da due soldati.........l'uomo non poteva soffrire per mano di un'altro uomo....Guxyo...era lui che manovrava le fila........" Siete cosi' sicuro di Voi da essere cieco davanti all'evidenza......fate documenti, mettete il vostro sigillo.......siete vita o morte.....siete bianco o nero, siete il mondo intero Guxyo....e la vostra Regina ?......un'altra persona da usare a vostro piacimento, non vi e' mai balenato nella mente che qualcuno possa preferire la morte piuttosto che sottostare ai vostri stupidi vaneggiamenti ?..........Qualcuno che possa dirvi andate al diavolo.....comunque sia saro' colei che insieme a Goz...forgera' la vostra armatura........Un pensiero Guxyo...........dovrete aver fiducia..........e ricordate che non ho paura della morte........."...........La sua Armatura..sarebbe diventata la sua prigione, questo Egli voleva e questo Elisabeth avrebbe creato per lui........

Talia 19-04-2012 11.10.54

Chiusi gli occhi mentre Guisgard leggeva quei versi...
Per essere forte tutto deve avere contro e nulla temere...
Sospirai.
“Sembra molto vecchio...” sussurrai poi, notando quel curioso rumore, come un leggero scricchiolio, prodotto dalle pagine che Guisgard sfogliava...
Lentamente allungai un braccio e, con la punta delle dita, sfiorai appena quel quaderno che teneva tra le mani... un brivido, repentino e potente, mi corse lungo la schiena a quel contatto... era il diario di Andros, ne ero più che certa. Era il diario che raccoglieva tutti i sogni di Andros, i suoi viaggi, le sue ricerche, le sue scoperte... ne avevo sfiorato la copertina liscia, appena decorata a cesello, nei ricordi di Chymela e rammentavo perfettamente la sensazione di quel materiale particolare sotto le dita... era inconfondibile.
Eppure... sembrava molto più antico, adesso, quel diario... molto più vecchio di come lo rammentassi...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 45813)
Prese poi il ciondolo e lo posò tra le mani di Talia.
La catenina era di oro puro e leggerissima, dalla quale oscillava un pendaglio sul quale era incastonata una pietra rosso scura.
E questa pietra aveva una particolarità: da un lato risplendeva in maniera straordinaria e sull'altro recava cifre incomprensibili.

Aprii le mani ed accolsi quel ciondolo che Guisgard vi depositò... la collana era sottile e delicata ed il pendaglio recava una pietra liscia e fredda... le mie dita la esaminarono per un momento poi, quasi senza pensare, la strinsi nel palmo. Ed allora accadde una cosa che mi parve curiosa: ebbi la sensazione chiara e precisa che quella pietra stesse assorbendo il mio calore per farlo suo... la stringevo, la stringevo con entrambe la mani ora... e quando allentai la presa, la pietra non era più fredda... al contrario, mi parve che il calore fosse emanato dal suo stesso interno...
Mi stupii per questo.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 45813)
Ad un tratto una folata di vento aprì una delle finestre.
Guisgard si avvicinò per richiuderla e guardando in giardino e nel cortile, fu colpito da qualcosa.
“Che strano silenzio...” mormorò “... come se tutto tacesse in maniera innaturale...”

La voce di Guisgard mi riscosse da quei pensieri... e solo allora mi resi conto che aveva ragione.
C’era un innaturale silenzio intorno a noi adesso... non un rumore proveniente dall’esterno, non un suono, non il canto di un uccello o il ronzare di un insetto... c’era un immobilismo insolito e quasi inquietante.
“Si...” sussurrai, muovendo qualche passo verso di lui, come se inconsciamente avessi paura di restare da sola “Silenzio e quiete... forse persino troppi...”
Poi, all’improvviso, un pensiero mi colse e mi bloccò lì dov’ero.
“Guisgard...” mormorai...
Non sapevo per quale motivo proprio quel dettaglio, tra le mille visioni che avevo avuto in quel palazzo, mi fosse balzato alla mante in quell’istante... ma provai una strana sensazione a quel pensiero... come un vago senso di ineluttabilità...
“Guisgard... su quel libro... da qualche parte... non c’è forse scritto qualcosa riguardo a... ad una profezia?”
Tacqui e, con qualche stupore, mi accorsi che stavo tremando leggermente.

Guisgard 19-04-2012 16.51.06

Guxyo fissò Elisabeth e sorrise.
“Sapete, milady...” riempiendo due coppe di vino ed offrendone una alla maga “... il potere, il denaro ed il sesso, secondo il grande storico Liutprando da Cremona, muovono la storia degli uomini... scegliete voi allora come convincere il nostro Goz a lavorare alla mia corazza... non mi interessa quali mezzi userete... potete comprarlo, ingannarlo, amarlo... non mi riguarda... scegliete voi il modo... io ho tentato, ma sembra restio ad aiutarmi... ma a voi so che non dirà di no... ora andate nell'altra stanza... lo troverete lì... andate e convincetelo a lavorare sulla mia corazza...”

Guisgard 19-04-2012 17.36.41

Orco guardò Parsifal e accennò un enigmatico sorriso.
“Se non c'è altro” disse “allora preparatevi, cavaliere... e anche voi, damigella...” rivolgendosi poi a Lilith.
Chiamò i servi.
“Fate suonare la campana...” ordinò “... abbiamo altri due sfidanti...”
Poco dopo giunse un carro guidato da due becchini.
Sul carro vi erano due bare.
Attorno al carro c'era un monaco che benedisse Parsifal e Lilith, impartendo loro anche l'Estrema Unzione.
A quel punto, i due sfidanti furono fatti salire sul carro e condotti davanti alla porta del labirinto.



Intanto, in un'altra zona del castello, altri erano riuniti a discutere sulla maledizione.
Arya fissò teneramente Altea.
“Siete molto dolce e vi ringrazio per le vostre parole...” sussurrò “... dite il vero... l'Avvilente Costumanza dovrebbe essere vinta da colui che è responsabile... e non sono io, milady, ma mio marito...”
“Secondo voi cosa si cela nel labirinto di così terribile?” Domandò Redentos.
“Nessuno lo sa...” fissandolo Arya.
“Oh, ma insomma, che può esserci?” Intervenne Fyellon. “Le maledizioni non esistono. Esistono i crimini e le barbarie. Lì dentro non vi è un fantasma o un demonio, ma forse solo un brigante o un assassino.”
“E deve essere incredibilmente forte, allora.” Fece Redentos. “Visto il modo in cui ha ucciso i possessori dei guanti di ferro sulla gogna.”
In quel momento si udì la campana della cappella del castello.
“Suona di nuovo...” piangendo Arya “... è il segnale... un nuovo sfidante affronterà l'Avvilente Costumanza...”

Lilith 19-04-2012 17.38.13

Dopo aver udito quello che ci aspettava e visto quel carro con due bare ero tormentata da migliaia di pensieri, ma c'era una domanda in particolare che mi perseguitava: se la prova poteva fiutare la nostra presenza e cercarci, allora la "prova" era... qualcosa di vivente?

Non posi questa domanda ad Orco, non avevo piacere di parlare con una persona così malvagia e crudele.
Domandai a Parsifal: "Volete affrontare realmente la prova? Se non volete, io capirò..."

Altea 19-04-2012 18.16.42

Al rintocco della campana Lady Arya sussultò...."Chi sarà mai il duellante?" rivolgendomi a Fyellon "Non fate mosse azzardate...voi siete convinto non ci possa essere nulla di malefico in quel labirinto? Io non capisco, lady Arya prima parla di un oblio totale dei sensi come una antica maledizione, ora si parla quasi di un essere malefico...dicendo che la colpa di tutto questo sia marito, presumo della sua tristezza e non voglia di vivere. Il senso per cui dovremmo, allora, sconfiggerla? Ella rimane impassibile e rinchiusa nelle sue paure.." tutto questo iniziava ad innervosirvi "Lady Arya, scusate, visto non posso fare nulla per aiutarvi e nemmeno per...i duellanti...a quanto pare..e temo chi siano purtroppo...andrò ad attendere nella mia stanza il ritorno dei vincitori"..sospirando aprii la porta e mi diressi verso la stanza..presto sarei andata via da quel maniero sicuramente.

cavaliere25 19-04-2012 21.03.17

Guardai gli altri e dissi che si fa ora? qualcuno di voi a mai celebrato un matrimonio? dissi sotto voce e guardando i miei amici poi mi girai verso la persona che ci aveva chiesto il favore e dissi voi chi siete ?

Parsifal25 19-04-2012 21.27.40

"Non temere Lilith..... la scelta è stata fatta, lotteremo insieme....."

La domanda di Lilith era chiara; voleva sapere chi si celava dietro la prova..... io un sospetto lo avevo...... Penso che si tratti della Bestia, menzionata dal libro che avevo con me.....

Lanciaì questo suggerimento a Lilith:

"Lilith, la Bestia è un demone antico...., questa può essere una supposizione....non sono sicuro."

elisabeth 19-04-2012 22.22.09

Presi dalle mani di Guxio la coppa di vino....era rosso come il sangue....il colore del rubino ..." Non mi conoscete affatto eppure, pensate che possa far fare quello che voglio ad un uomo.....Sesso..denaro...potere, ottimi lasciapassare.........volete sapere cosa siete ?.."...feci cadere il vino sul pavimento..ed esso si tramuto' in serpe.....esso striscio' sino agli stivali dell'uomo...ma prima che questo avvenisse.....schiacciai il capo della serpe..." State giocando con la mia pazienza....la testa del serpente o la vostra per me non fanno differenza.....il male va estirpato......comunque sia..andro' nella stanza a parlare con Goz...sara' lui a decidere se costruire la vostra armatura.."....Gli voltai le spalle ed uscii da quella stanza, raggiungendo un Goz rannicchiato in un angolo vicino al camino....fissava il fuoco, era stato vestito con un saio.....mi chinai e gli presi la mano.." Come state Goz....vi fanno ancora male le ferite ?.....quelle forse no, ma la vostra anima avra' ancora tanto da penare......io non so nulla di voi, sapevo solo che governavate il carrozzone e che volevate intraprendere questo assurdo viaggio.......i vostri cigni, non so chi siano o dove siano....perche' dovreste costruire un'armatura per Guxio, chi siete veramente, abbiate pieta' di me se non ho saputo difendervi come dovevo, ma ho bisogno di conoscere la verita'........"......le sue mani erano magre e fredde....eppure dovevano essere forti per forgiare un'armatura e perche' proprio lui, mi venne cosi' in mente il giorno che salii sul carrozzone....fui guidata all' interno del suo ventre..sino al suo cuore e li' vidi le caldaie, non so perche' quel luogo mi venne in mente...ma per dar vita ad un'armatura bisognava governare il fuoco........



Guisgard 20-04-2012 00.48.25

Quando Altea fu nella sua stanza, qualcuno bussò alla porta e vi entrò.
Era Fyellon.
“Vi ho vista turbata e scossa...” disse il cavaliere “... posso comprendervi... non esiste alcuna maledizione, questo è certo, ma l'atmosfera che regna in questo luogo è decisamente inquietante... quando siete andata via voi, sir Redentos, intuendo i nomi degli sfidanti, è corso via verso il luogo della prova... credo infatti si tratti del suo apprendista e di quella giovane ragazza...” si avvicinò ad Altea e la strinse forte “... non siate in pena... volete andar via da qui? Questo maniero vi angoscia? Allora vi porterò via... è questo che volete?”



Nel frattempo, il carro aveva condotto Parsifal e Lilith davanti al labirinto.
Il monaco aveva impartito ai due giovani i Santi Sacramenti che liberano l'anima dalle colpe e dalle pene terrene.
Ormai l'alba era giunta, ma nonostante la luce, che cominciava a rischiarare ciò che le ombre avevano posseduto fino a quel momento, qualcosa di spettrale lambiva il cielo e velava la terra.
Come se le oscurità notturne, dentro le quali, come narravano gli antichi Sanniti, dimorano spiriti notturni, esitassero a lasciare questo mondo.
Fiori secchi e umide foglie raccolte, come tappeti, circondavano la porta di quel labirinto.
Di nuovo si udì il suono della campana e ai suoi rintocchi apparvero alcuni uomini incappucciati.
Fecero segno a Parsifal e a Lilith di avvicinarsi all'ingresso e uno di loro suonò con vigore un corno.
Era il segnale.
Due di quegli uomini incappucciati aprirono la porta del labirinto per far entrare i due ignari sfidanti.
E aperta la porta, Lilith udì qualcosa.
Come un angosciante lamento.
Un lamento che fu udito solo da lei.
E una voce che gemeva:

“Le colpe dell'anima sopravvivono per lunghi eoni,
affinché siano impresse nello spirito pene e punizioni.

Ma prima che i due giovani potessero entrare, qualcuno arrivò a gran velocità.
“Parsifal!” Chiamò Redentos. “Non potete, è troppo pericoloso!”

Guisgard 20-04-2012 01.14.51

Goz restò alcuni attimi in silenzio.
Fissava il fuoco che danzava tra la legna del camino.
Enigmatici bagliori si animavano nei suoi occhi e strane figure sembrano nascere da quei lampi.
“Avevo un amico...” mormorò all'improvviso “... era il rampollo dell'aristocrazia di un antico ducato...” sorrise, come se i ricordi prendessero forma “... avevo anche altri amici... un artista... poi un musico... un dottore in legge...e un maniscalco...” gettò altra legna sul fuoco “... un giorno, in un futuro lontano, scopriremo molte cose che oggi ci sembrano assurde... cose che possiamo solo sognare, perchè le crediamo indissolubilmente legate alla religione o alla magia... la natura del resto è un grande libro... un grande libro in cui Dio Ha racchiuso le leggi e le formule della Creazione... un giorno l'uomo fabbricherà armature straordinarie, capaci di moltiplicare l'abilità e la forza di chi le indossa...” si voltò a fissare Elisabeth “... io farò tutto ciò che mi chiederete, milady... ma voi, vi prego, aiutatemi a ritrovare i miei cigni...”

Guisgard 20-04-2012 01.23.11

Tieste, a quelle parole di Cavaliere25, scosse il capo e fissò poi Polidor.
“Beh...” mormorò questi “... bisogna solo assistere alle promesse eterne di un uomo e di una donna...”
“Mi chiamo Oklyo” disse l'uomo che aveva avvicinato i tre falsi monaci “e cercavo appunto dei buoni monaci per celebrare il mio matrimonio... vivo verso le mura, dove ho un vivaio munito di giardino.”
“E se poi ci scoprono?” Domandò Tieste sottovoce a Cavaliere25.
“Vi prego, io e la mia fidanzata vogliamo sposarci, ma non riusciamo a trovare un pio uomo di Chiesa che ci unisca davanti a Dio...”

Parsifal25 20-04-2012 01.44.23

Io ero concentratissimo, ero pronto.....in cuor mio sapevo che avreì potuto farcela.

Lo spirito del mio Maestro e Padre mi accompagnava, giungemmo innanzi alle porte del misterioso labirinto. Quel luogo.... era morto.

La stessa natura che la circondava non riusciva a prender vita, parvero dinanzi a noi cavalieri incappuciati..... gli stessi che avevo incontrato nel mio sogno ed in precedenza dinanzi le porte di Santa Sofia, le campane tornarono a suonare..... non vi era dubbio alcuno..... la prova andava iniziando. Il tutto era collegato: i cavalieri senza volto, le campane di Santa Sofia......La Bestia, tutto partiva da qui.

Nel frattempo che io e Lilith ci accingiavamo ad entrare, una voce tuonò su noi.... mi volsi e vidi il Maestro Redentos che correva a grande velocità verso di noi.

"Come ha fatto a trovarci?" mi chiesi......
"Maestro.....come mai siete qui, pensavo che eravate ancora nella sala ricevimenti...... mi spiace non averla avvertita, ma.....vorreì sottopormi a questa prova....."

Guisgard 20-04-2012 02.48.40

“Si narra” disse l'abile orafo mentre modellava il pendaglio per accogliere quella pietra “che il re, una volta donato il Feudo di Capomazda ai nobili cavalieri Taddei, per annullare ogni tributo feudale, invece di denaro o bestiame chiese come impegno che ogni anno gli venisse donato un animale. E non un animale qualsiasi, ma quello più diffuso nelle campagne di Capomazda, ossia la civetta. E, nel primo anno di vassallaggio, i valorosi Taddei forgiarono una superba civetta, scolpita nella giada purissima e incastonata di gemme preziosissime.”
Andros e Chymela osservavano rapiti quell'orafo e la sua straordinaria abilità.
“E da ciò” continuò l'artigiano “deriva la tradizione che vuole i capomazdesi abilissimi maestri orafi.” Fissò allora il duca e chiese della pietra.
“Eccola, a voi...” porgendola Andros all'orafo.
“E' una pietra molto particolare, milord...” osservandola l'artigiano “... questo rosso scuro che la caratterizza... come ne siete entrato in possesso?”
“Incastonatela nel pendaglio, vi prego...” disse Andros “... voglio che neanche uno dei suoi infiniti bagliori vada perso...”
L'orafo annuì.
“Volete che vi narri della pietra?” Sorridendo Andros.
“Oh, si...” sussurrò Chymela, che era seduta sulle ginocchia del suo amato “... e recita anche quei versi, ti prego...”
“Quali versi, miei signori?”
“La pietra era conservata in un foglio” rispose Andros “e c'erano dei versi scritti su di esso... quelle parole rappresentano forse la storia di questa pietra...”
Chymela sorrise e Andros, prendendo quel foglio da una tasca, cominciò a leggere:

“Nella pietra si cela un segno misterioso,
inciso per sempre nel suo sangue ardente.
Simile ad un cuore allora essa così ci appare,
i cui infiniti bagliori sono simili a perenni battiti
e nella quale riposa il volto di una sconosciuta.
E attorno a quel volto incessanti scintille vagano,
avvolgendolo ondeggia un flusso di rara luminosità.
Nella pietra è racchiusa la fonte del più puro splendore.
E tale valore, dunque, otterrà finalmente il cuore del cuore?”

“Enigmatici versi...” fece l'orafo, per poi mostrare il ciondolo ultimato ai due innamorati “... e come siete entrato in possesso di questa pietra, mio signore?” Domandò poi.

“Talia...” la voce di Guisgard destò la ragazza “... c'è qualcosa che non va... non mi piace questa strana atmosfera...” fissando sempre il Belvedere dalla finestra “... mi sento oppresso qui dentro...” avvicinandosi a lei e prendendola per mano “... usciamo, vieni... poi dopo leggeremo tutto ciò che vorrai di quel libro...”
I due uscirono dalla Sala degli Elleni e di nuovo li accolse quell'innaturale silenzio.
Il palazzo appariva muto e vuoto.
Le finestre del corridoio erano tutte velate dalle tendine, diversamente invece da come erano apparse precedentemente.
Raggiunsero allora il grande salone e con stupore Guisgard vide il focolare spento e chiuso con un pannello di ghisa.
Le candele sulla tavola e sui mobili apparivano invece ancora integre.
“Eppure sono state accese fino a tarda sera...” mormorò Guisgard.
Il cavaliere provò allora a chiamare il vecchio guardiano, ma nessuno rispose.
Portò così Talia fuori, nello spiazzo dal quale si dominava il bellissimo panorama.
“E'...” guardandosi intorno “... è deserto... sembra non esserci più nessuno...” si diressero allora verso la fabbrica senza però trovare nessuno.
Anche le preziose e bellissime stoffe non c'erano più.
Di nuovo Guisgard chiamò il vecchio guardiano, ma a rispondere fu solo l'eco della sua voce.

Altea 20-04-2012 08.18.03

Sentii bussare alla porta e vidi entrare Fyellon. Egli si mostrava preoccupato per me e come sempre scettico su tutto ciò che non fosse "reale", ma iniziavo a autoconvincermi pure io che non vi esistesse nessuna maledizione...per fortuna il maestro Redentos era andato a salvare coloro che volevamo sfidare la prova.
Ad un tratto mi strinse in un forte abbraccio..."Si, vorrei andare via. Non mi angoscia, ma noi stavamo cercando i nemici di Tylesia...ricordate Fyellon? E per colpa mia ci troviamo qui...e Tylesia? che starà succedendo ora laggiù?Ma mi sentirei in colpa se lasciassimo questi compagni..di sventura in questo maniero..ricordate che sir Redentos sta andando verso Tylesia e devo scoprire cosa vi è scritto nel manoscritto che possiede sir Parsifal....voi che ne pensate...cugino mio?"

Talia 20-04-2012 15.43.08

Quella visione mi attraversò la mente mentre ancora stringevo il pendaglio nel palmo della mano... e, allo stesso tempo, ne rimasi affascinata e colpita.
Affascinata e colpita da quei versi, dalla voce di Andros così armonica ed intrisa di profonda partecipazione... mi chiesi allora cosa celassero quei versi, mi chiesi come Andros ne fosse venuto in possesso, mi chiesi cosa egli avesse mai visto in essi da spingerlo a voler fare di quella pietra un ciondolo per quella collana... mi chiesi, infine, se sul suo diario avremmo forse potuto trovare qualche indizio, qualche indicazione...
Ero ancora tutta immersa nei miei pensieri, quando la voce vagamente tesa di Guisgard mi riscosse...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 45840)
“Talia...” la voce di Guisgard destò la ragazza “... c'è qualcosa che non va... non mi piace questa strana atmosfera...” fissando sempre il Belvedere dalla finestra “... mi sento oppresso qui dentro...” avvicinandosi a lei e prendendola per mano “... usciamo, vieni... poi dopo leggeremo tutto ciò che vorrai di quel libro...”

Non opposi resistenza alle sue intenzioni... lasciai che mi conducesse fuori dalla Sala, poi fuori dall’edificio e fino alla fabbrica, per poi tornare sul piazzale...
Chiamava il vecchio a gran voce, ma tutto intorno a noi era muto e desolato... deserto... abbandonato...
“Sembra che non vi sia più nessuno qui!” mormorai infine, prendendo la sua mano e tirandolo piano verso di me... era curioso: improvvisamente le mie sensazioni erano cambiate ed adesso avevo la precisa impressione di trovarmi in un luogo abbandonato, come se fosse disabitato da tanto tempo...
Era una strana percezione... che causava una sorta di conflitto in me, una lotta tra la mia parte razionale e il mio spirito...
E questo conflitto mi causava disagio.
“Andiamo via!” sussurrai d’impulso, facendomi molto vicina a lui, presa da un presentimento cui non avrei saputo dare un nome né dei contorni precisi... contemporaneamente mi infilai quella sottile collana d’oro con il pendaglio rosso al collo, per essere sicura di non perderlo, e mi accertai che Guisgard avesse ancora con sé il libriccino.
“Andiamo via di qui!”

Guisgard 20-04-2012 16.17.37

“Io credo” disse Fyellon ad Altea “che tutto questo castello, con i suoi misteri e i suoi drammi, sia un luogo da fuggire... un amore impigrito non può aver causato tutto questo... il labirinto, come ho ben capito, è una sorta di cantina, di sotterraneo e non può esserci entrato nessuno per magia... forse qualche lestofante ha scelto quel posto come rifugio e nessuno è più in grado di scacciarlo... non so, è tutto così assurdo... Orco il Rosso appare come un inetto e sua moglie è solo una delle tante donne annoiate ed avvilite da un amore morto troppo presto... questo è il vero problema di questo maniero... però...” fissando Altea “... forse il nostro arrivo qui non è stato vano, sapete? Avete parlato di Tylesia e dei suoi oscuri nemici... ebbene, credo che forse qui c'è qualcosa che possa aiutarci a vincerli...”

Altea 20-04-2012 16.48.11

Ascoltai attentamente Fyellon...in parte ero d'accordo con lui ma in altre disapprovavo..."Fyellon concordo col fatto che questo castello è desolato perchè sono desolati gli animi e i cuori di chi lo abita, ma non sono certa che nel sotterraneo ci possa essere un criminale, non penso sia cosi pericoloso..ma ora parlatemi di questo fatto di Tylesia, cosa può esserci in questo maniero per vincere i nemici della città splendente?"

Guisgard 20-04-2012 17.17.51

Guisgard continuava a guardarsi intorno, a cercare di interpretare, decifrare quell'innaturale silenzio.
Chiamava continuamente il vecchio guardiano, ma nessuno rispondeva a quel drammatico appello.
Poi le parole di Talia.
Anche lei avvertiva quell'angosciante ed enigmatica atmosfera.
Ma proprio in quel momento, qualcosa ruppe, scalfì e vinse quell'irreale silenzio sceso sul Belvedere.
Un nitrito tradì l'avvicinarsi di qualcuno.
Guisgard corse sulla terrazza dello spiazzo e guardò in basso alla stradina lastricata.
Era un gruppo di persone che saliva verso il Belvedere.
E più si avvicinava, più lui riusciva a scorgerne l'aspetto.
Erano cavalieri.
E recavano un simbolo: quello della Luna Nascente.
Guisgard impallidì.
Corse allora verso Talia.
“Ci hanno trovato!” Disse.
E corsero verso le scuderie.
C'erano Peogora e Luthien.
Guisgard sellò le due cavalle e aiutò Talia a salire in groppa a Luthien.
“Dobbiamo scappare, galoppare via, Talia!” Spronando i loro cavalli Guisgard. “I Cavalieri della Luna Nascente stanno arrivando!”
Due strade danno al Belvedere: quella lastricata, la principale e quella che invece sale dalla chiesa di San Lecio.
I due presero quest'ultima e galopparono verso i colli.
Giunti nel bosco, sentendosi un po' al sicuro, Guisgard chiamò qualcuno con un segnale particolare.
Un attimo dopo, dal folto bosco un superbo felino emerse.
“Andiamo, Shelyon!”
E si inoltrarono nel ventre del bosco.
Ma poco dopo il cielo cominciò a mutare.
Un forte vento iniziò a soffiare e grige nuvole si addensarono, oscurando ed intimorendo il paesaggio circostante.
Tuoni lontani scossero la vallata e lampi illuminarono quel grigiore.
Ma nella boscaglia Guisgard vide qualcosa.
Uno stretto antro, simile ad un passaggio seminascosto tra sterpi e rovi.
Si diressero lì, trovando così riparo in quella grotta.

Lilith 20-04-2012 17.59.10

La Bestia, un demone antico... mi girava la testa.

Quando udii quelle parole nel vento rabbrividii... stavo per compiere una prova praticamente impossibile, ma ormai non potevo tornare indietro e non lo volevo.
Vidi Redentos che veniva verso di noi, ma non avevo la forza di parlare o di dare spiegazioni; tutte le mie energie erano concentrate sui miei poteri, che sapevo avrei dovuto utilizzare durante quella prova.

Talia 20-04-2012 18.06.21

Accadde tutto così in fretta... Guisgard che chiamava, quel silenzio sempre più opprimente, quel vago senso di disagio che si faceva strada in me...
Poi all’improvviso quel nitrito che sembrò rompere l’incanto e riportarci a terra con la violenza di una gelida tempesta...
E così fuggimmo... fuggimmo verso il bosco al galoppo sfrenato, ci inoltrammo nella vegetazione e, quando anche Sheylon si riunì a noi, prendemmo la strada dei colli senza più guardarci indietro.
Luthien procedeva quasi da sola, tenendosi mezzo passo dietro Peogora e seguendo alla lettera ogni pur minima indicazione o gesto di Guisgard... e questo mi lasciò il tempo di pensare!
Dopo già qualche ora che cavalcavamo, sentivo ormai la magia del Belvedere fin troppo lontana e nubi pesanti di preoccupazione si addensarono sul mio cuore... e pensai ai Cavalieri... li avevo quasi dimenticati... e mi chiesi come era stato possibile... ero stata tanto sciocca, tanto avventata da dimenticare che eravamo inseguiti, da dimenticare ciò che rischiavamo e soprattutto ero stata tanto sciocca da dimenticare il pericolo che Guisgard correva solo per il fatto di essere insieme a me...

Il vento tra i capelli ed i raggi del sole morente negli occhi... ero felice, raramente ero stata così felice. I miei piedi sembravano sfiorare soltanto a fatica l’erba, tanto correvamo veloci, e la mia mano era stretta nella sua.
Ad un tratto si fermò di colpo, ed anche io mi bloccai.
“Dove siamo?” chiesi.
“Vedrai! Ma prima... chiudi gli occhi!”
Gli lanciai uno sguardo scettico: “Perché?”
“E’ una sorpresa!” sussurrò.
Sorrisi allora e, sospirando, chiusi finalmente gli occhi... per un istante... ma subito li riaprii di colpo, colta da un pensiero fulminante.
“E se il Maestro lo scopre?” chiesi di getto.
“Cosa?”
“Che siamo venuti qui, anziché andare con gli altri...” di nuovo sospirai, questa volta per la preoccupazione “Oh, Guisgard, lo scoprirà di sicuro... e si arrabbierà con te... di nuovo... e...”
Ma lui sorrise e scosse la testa...
“Ci penseremo domani!” disse, interrompendomi.
“Ma...”
“Ti fidi di me?”
“Si!”
“Chiudi gli occhi, allora...”
Anche io sorrisi... e chiusi gli occhi.


Un tuono mi riscosse da quei lontani ricordi... e sospirai.
Il tempo stava cambiando, si stava facendo più freddo e quel vento che si era alzato prometteva pioggia... ci soffermammo... poi Guisgard vide quella grotta e lì ci andammo a riparare.
“Credi che saremo al sicuro, qui?” domandai allora, smontando da cavallo “Credi che non ci troveranno? Oh, Guisgard... Guisgard, lo sai... se ti prendessero...”
Un brivido mi percorse la schiena e non finii la frase.

Guisgard 20-04-2012 19.13.26

Come per ogni giorno stabilito, anche quel dì la principessa raggiunse il verdeggiante giardino.
Attraversò un arco di salici e tigli intrecciati e raggiunse una panca di pietra, alle cui spalle vi era una grata ornata di gelsomini, clamidi ed eriche.
Restò a fissare i candidi gerani e con una mano accarezzò uno dei grappoli d'uva che pendevano dalle floride viti.
Una lieve brezza soffiò tra le foglie, generando un mormorio che si perse nello zampillare delle fontane.
Un attimo dopo di nuovo quel soffio, ma stavolta il suo eco fu più intenso.
Chymela allora avvertì qualcosa, come una voce.
Una voce che riconobbe subito.
“Milady, sono qui...” sussurrò Andros dall'altra parte della grata.
Lei si guardò intorno, per voi voltarsi di scatto e raggiungere la grata.
Era pallida e i suoi occhi lucidi.
“Milord...” fissandolo lei “...ascoltatemi, vi prego... non voglio celarvi nulla... sappiate che ieri sera hanno discusso del mio matrimonio... all'arrivo del marchese sarà firmato il contratto...”
Lui restò un attimo in silenzio, poi chinò lo sguardo.
“Allora avverrà presto...” mormorò “... ho saputo che forse giungerà nella capitale già stasera, domattina al massimo... ne parlavano alla locanda...” esitò “... ho chiesto notizie in paese... è molto ricco ed offrirà alla corona di vostro padre un notevole aiuto militare... mi contende l'amata e poi le sorti dell'imminente guerra...”
“Già... la guerra...” fissando un cespuglio fiorito lei “... dopotutto siete qui per questo...”
Un lampo attraversò lo sguardo di lui.
“Io so cosa voglio...” disse “... e voi? Voi cosa farete?”
“Cosa potrei fare?” Guardandolo lei. “Andare contro la volontà di mio padre? Contro i desideri di mia madre? Contro tutto ciò che il popolo si aspetta da me? Sono sola in tutto questo...”
“E sia...” con voce bassa lui, simile alla calma che precede la burrasca.
“Perchè avverto questa freddezza?”
“Rassegnazione.”
“Indifferenza mi pare!” Impallidendo ancor di più lei.
“Io posso lottare contro tutto e tutti” senza tradire emozioni lui “ma non contro il vostro cuore. Se vi arrendete così, allora cosa mi resta da fare? Costringervi forse? E a far cosa? Ad amarmi? Da una pietra non nasce un fiore...”
“Siete crudele!”
Lui restò in silenzio.
“Crudele ed egoista!” Continuò lei. “Avevano ragione!”
“Chi?”
“Tutti!” Rispose lei. “Tutti coloro che mi dicevano di voi e della vostra corte! Perchè cercare un fiore lontano, se se ne hanno tanti ad una finestra o su un balcone? Forse perchè interessa il giardino che contiene quel fiore!”
“Avete ragione...” con voce cupa lui, mentre le mani stringevano incessantemente quella grata “... sono un egoista... penso alla mia passione, al mio amore, ai miei sogni, dimenticando i vostri doveri, il protocollo della vostra corte e i desideri della vostra famiglia... si, ammetto che è così... ma l'ho fatto perchè tutto ciò non riguarda la vostra felicità, i vostri sogni... nessuno può rendervi felice davvero... nessuno che non sia io... Chymela, non capite... ho attraversato le sabbie del tempo e gli oceani che riempiono lo spazio... ho cavalcato in sella a sogni e segni con cieca fiducia... ho intrapreso un viaggio in terre, sensazioni e passioni sconosciute, come solo i navigatori infiniti sanno fare... loro interrogano le stelle ed io invece i miei sogni e tutto solo per quelle Isole Felici di cui parlano bardi e poeti... il tutto solo per voi, che con il vostro nome avete riunito tutto ciò che di meraviglioso il mondo può contenere ed offrire... volete sposare un altro? Volete vivere seguendo la Ragione? Volete reprimere ogni simpatia verso di me? Spazzare anche tutto ciò che vi induce a ricordarmi? Ebbene, fatelo...” sospirò “...accetterò anche questo... soffrirò fino a consumarmi, maledicendo l'immortalità della mia anima, perchè so che non mi basterà l'eternità per dimenticarvi... si dice che chi troppo ha ricevuto, alla stessa maniera pagherà...e sia! Mi è stato donato l'Amore più alto, più grande, più forte... quello che nutro per voi... ma non sono riuscito a conquistare il vostro... non sono riuscito a farvi comprendere quanto siano state vere le mie promesse e i sogni che ho giurato di realizzare per voi... allora giusto che paghi con un dolore che mi maledirà per sempre... accetto tutto questo, Chymela... tutto sopporterò, ma non quello che avete insinuato... non vi è altro fiore che voglio cogliere, né in questo giardino, né in nessun altro a questo mondo o nei Cieli...”
“Oh, tacete, vi prego...” con un fil di voce lei “... non capite che è soltanto peggio...”
“Mi accusate di avere altre?” Stringendo sempre più la grata lui. “Vi lasciate sedurre dalle menzogne di chi vuol far tutto per allontanarci? La vostra corte mi è ostile, per questo infanga il mio nome... mai, sapete bene, vi mentii... mai... si, ho incontrato altre donne... e da ognuna mi sono lasciato attrarre e sedurre... ma non come pensate voi... perchè da loro ho ricevuto solo astio, sdegno... ed è per causa vostra... perchè? Perchè in esse cercavo ogni volta qualcosa, anche d'insignificante... qualcosa che mi ricordasse lo scintillio di uno sguardo, la lucentezza di un sorriso o il calore di un bacio... occhi di meravigliose cromature di verde, di celeste, di grigio o nocciola, ma vuoti e senza vita... capelli troppo scuri o mai abbastanza chiari da accendere in me l'illusione di un ricordo ormai smarrito... mani mai davvero candide e bianche... quelle donne non eravate mai voi... ho tentato allora di chiamarle col vostro nome e per un attimo mi è parso di vedervi quasi fino a toccarvi, ma tutto sfumava perchè esse andavano via sdegnate e indignate... perchè io avevo preferito il vostro fantasma a loro che erano vive e reali... e voi mi accusate di pensare ad altre donne...” scosse il capo “... altre diverse da voi... no, questo che vi ho raccontato mi attende per il resto della vita... ma grazie al Cielo sono un soldato ed un soldato vive per la guerra... e la guerra richiede un tributo di vita... morirò presto... si, morirò presto, per fortuna... rincorrerò la morte come la più ambita fra le amanti... e ucciderò un gran numero di uomini, latini, greci ed infedeli... ed ella per questo mio servigio di sangue non mi negherà le sue grazie... si, morirò presto, anche se so che neanche l'Oltretomba annienterà il mio eterno e doloroso ricordo di voi...” voltò le spalle e fece per andar via.
“Dove andate?” Chiamandolo lei. “Cosa volete fare? Parlate, vi prego! Parlatemi o morirò di pena!”
“Fuggite via con me, Chymela!”
“Oh, siete folle...” chinando lo sguardo lei “... dunque questo mi proponete? Siete visionario e irrazionale... negate la Ragione per un mondo di sogni irrealizzabili...”
“Si, sono folle!” Voltandosi lui. “Folle come tutti gli innamorati! Perchè chi ama nega ciò che non può comprendere il proprio Amore! Non era follemente innamorato Paride, tanto da sfidare i re Achei per Elena? E non lo era abbastanza Orfeo fino a cercare la sua Euridice nell'Ade? Apollo offese Amore e questi giustamente lo punì strappandogli Dafne, ma io cosa ho fatto per perdere voi? Forse la mia colpa è di non avervi saputo conquistare e strappare ad un mondo che mai vi renderà abbastanza felice... addio per sempre, Chymela...”
Chymela si aggrappò alla grata, scuotendola con un vigore ed una disperazione che ignorava a se stessa.
“Dove andate?” Con un gemito. “Fermatevi, vi prego! Ditemi che non vi farete uccidere a causa mia!”
“Lo farò...” mormorò lui “... mi farò uccidere forse stanotte stessa... a voi cosa importa ormai? State facendo ciò che ci si aspetta da voi... state facendo il vostro dovere di figlia e di principessa... vi lascio alla vostra coscienza acquietata...”
“Fermati allora!” Scivolando come sfinita lei. “Farò come mi chiedi... sarò tua... solo tua... hai vinto, Andros... preferisco morire di vergogna, che annientarmi per il dolore...”
“Chymela, amore mio adorato...” tornando verso la grata lui e impallidendo per quell'improvvisa gioia... davvero? Sarà così, anima mia?”
“Si, lo giuro...” sussurrò lei “... su quanto ho di più sacro...”
“Allora il vecchio eremita diceva il vero...” estraendo qualcosa dalla tasca lui “... diceva il vero quando mi donò questa pietra...” mostrandole una meravigliosa pietra rosso scura.

La grotta era asciutta e ricoperta di erbe selvatiche.
Quel luogo apparve subito accogliente e sicuro, offrendo ai due fuggitivi un comodo riparo.
Un ramo di melo selvatico, carico di frutti, pendeva nella caverna, offrendo così ai due un dolce nutrimento, mentre un rio sotterraneo riforniva di acqua fresca e pura quel luogo incontaminato.
Guisgard raccolse allora fascine secche e muschio con cui accese un fiore per scaldare la grotta.
“Qui saremo al sicuro...” avvicinandosi a Talia e prendendo le sue mani per scaldarla “... non ci troveranno...” sussurrò sorridendole “... abbiamo Sheylon che farà la guardia... vero, vecchio mio?”
La tigre rispose con un sordo brontolio.
“Perchè non provi a riposare un po'?” Continuò Guisgard. “Questa fuga improvvisa e poi l'ora passata a cavalcare... riposati, Talia...”
E così, tra i bagliori danzanti del fuoco che riscaldava, l'innocenza dei loro cuori, l'eco della pioggia che batteva sulle rocce secolari e coperte di muschio, i due fuggitivi si videro subito separati dal mondo, tratti in salvo da una situazione pericolosa e isolati dal resto dell'umanità, come se una Forza Superiore Avesse guidato il loro cammino.

Guisgard 20-04-2012 20.35.51

Redentos ascoltò Parsifal e fissò poi Lilith che era accanto a lui.
“Sin da quando abbiamo cominciato questo cammino insieme” disse il cavaliere al suo apprendista “ho sentito in te qualcosa di eccezionale... tu hai il tuo cammino, Parsifal, un tuo destino e nessuno può impedirti di compierlo... se senti di dover affrontare questa prova, allora è giusto che tu lo faccia... rammenta ogni cosa appresa in questo viaggio, ragazzo mio... ricorda che la vera forza di un cavaliere sta nel suo cuore... solo esso spinge a compiere le imprese più nobili...” sorrise ed abbracciò con paterno affetto il suo apprendista “... che il Cielo ti guidi e ti preservi, ragazzo mio...” abbracciò poi anche Lilith.
Gli uomini incappucciati, allora, fecero indietreggiare Redentos e invitarono Parsifal e Lilith ad entrare nel labirinto.
Un attimo dopo la porta si chiuse e cominciò l'avventura dei due giovani sfidanti.
Il labirinto si mostrò ai due ragazzi come una serie di cunicoli e gallerie, appena illuminati da torce che ardevano alle pareti.
Ad un tratto udirono un grido e poi un lamento.
Proveniva da uno dei cunicoli davanti a loro.
Vi erano tre grossi antri ed ognuno conduceva attraverso un'arteria di cunicoli e passaggi.
Bisogna scegliere in quale antro entrare: quello di destra, quello centrale o quello di sinistra.
Nel frattempo, Redentos rimasto all'esterno, chiese dove si trovasse la cappella del castello.
Quando gli fu indicata, si chiuse al suo interno per pregare.
Pregare per Parsifal e Lilith.

cavaliere25 20-04-2012 21.14.34

se volete rischiamo però sappiate che dobbiamo fare una cosa veloce e andarcene da qui dissi guardando i miei amici piu lontani siamo e meglio è continuai a dire va bene vi aiuteremo ma a una condizione che sia un matrimonio veloce non abbiamo tempo di restare qui a lungo dissi guardando l'uomo

Parsifal25 21-04-2012 01.10.00

Il Maestro Redentos davanti a me, dopo aver sentito le mie parole anche lui si congedò, non tentò di fermarmi. Anzi, ci incoraggiò e ci abbracciò come un padre con i suoi figli....

che magica sensazione provaì..... mi tornarono in mente gli abbracci del mio Maestro e Padre adottivo, non negaì il suo gesto tanto che anche io lo strinsi forte a me e dissi:

"Non preoccupatevi Maestro, tornerò vivo e continueremo il nostro viaggio insieme..... ma..... questa è una prova che difficlmente mi si proporrà nuovamente e se la superassi....potrò essere un quarto di voi......" gli sorrisi.

Varcammo la soglia è il tempo sembrò fermarsi. Osservaì l'ambiente e scrutaì se vi erano trappole installate....usaì il metodo del sassolino...... ad un tratto udimmo un grido orribile, presi Lilith per mano e la posi dietro di me:

"Non allontanarti da me..... dobbiamo stare insieme....."

Proseguendo il cammino ci trovammo in un enorme ingresso ove vi erano tre cunicoli, la prima scelta parve innanzi a noi; io, seguendo un mio simbolismo particolare avreì optato per il cunicolo di sinistra, poichè rappresenta il cuore, il centro di tutte le emozioni.

Non sapevo se Lilith, era d'accordo. Attesi una sua risposta.

elisabeth 21-04-2012 17.51.15

Rimasi a fissare il fuoco ascoltando le parole di Goz.....non era un discorso strano, era un'anticacverita' ogni cosa nel futuro avrebbe preso altra forma.....ci sarebbero state meraviglie Armature fantastiche.....ma la natura non avrebbe mutato se non per mano dell' uomo....." Io non vorrei chiedervi nula Goz......perche' voi sapete da chi vengono le richieste.... e i vostri cigni io li cerchero' comunque, anche se voi decideste di non costruire quella maledetta armatura....usciro' da qui e andro' nel giardino, ho visto un giardino stupendo chiuso da un cancello il cui catenaccio e' una pietra rara, non so se quello e' posto giusto...ma quel luogo mi dira' qualcosa sui vostri cigni...."...Gli diedi un bacio sulla fronte e d uscii dalla stanza.....cammnai lungo il corridoio sino a quando non scesi le scale che portavano al parco......il silenzio regnava e il vento sembrava avesse smesso di tramare tra le fronde degli alberi.....ero un po' disorientata ma la cosa duro' solo un attimo e riuscii ad arrivare al cancello..il lucchetto era li'.....sembrava incantato, sentivo i profumi di vari fiori.....alcuni erano speziati altri erano dolci e vanigliati.......presi il lucchetto tra le mie mani e uan luce violentissima percorse il mio corpo......era un fascio di luce incandescente....una voce ......e il rumore di cascate d'acqua .....blocco' il mio respiro....

Lilith 21-04-2012 18.58.17

Quando entrammo nel labirinto assieme a Parsifal il battito del mio cuore accelerò per la paura. I cunicoli erano stretti e bui; ad un certo punto dovemmo scegliere tra tre differenti passaggi.
Mi trovai completamente indecisa; non avevo idea di cosa avrei dovuto fare, così chiesi a Parsifal: "Dove pensate sia meglio andare?"


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 03.21.29.

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