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Rimasi immobile davanti a quel roseto, il vento portava a tratti la voce di mia sorella ma era solo la mia mente a sentire la sua risata, la voce allegra.
Cumin arrivò di fretta, annuii con la speranza di poter tornare se non alla vita spensierata di prima ad una vita normale, che mi consentisse di interagire con gli altri. Scrissi a Cumin sul tablet di portarmi dal dottore e dal luminare e gli scrissi pure gli ero grata della gentilezza con cui mi aveva accolta. |
Altea rientrò in casa e dopo circa mezz'ora un'auto arrivò nella tenuta dei De Bastian.
Da essa scese un uomo dai modi brillanti, moro e di bell'aspetto. Il padre di Altea accolse il dottore e lo portò nel salone grande, per poi mandare a chiamare sua figlia. Lei allora vide da vicino quel medico, dai tratti e dai modi tipicamente Afragolignonesi. "Mia cara..." disse suo padre "... ti presento il dottor Hiss." "Molto piacere, signorina Altea." Lui porgendole la mano. https://style.corriere.it/wp-content...-3-640x967.jpg |
Dopo un pò arrivò il dottore, lo squadrai attentamente e sorpresa. Mi aspettavo sicuramente un dottore attempato, vidi la sua mano.
Non ero titubante, d' altronde ero una De Bastian e avevo un onore da sostenere, soprattutto in quella dimora. Così strinsi la sua mano e annuii leggermente e guardai mio padre, mentre squadravo quell' uomo dai tratti molto Afragolignonesi...Hiss..questo era il nome del dottore e iniziai a ripeterlo più volte nella mente. A volte diventava labile, mi sentii a mio agio, forse un dottore giovane sarebbe stato meglio ma speravo non fosse inesperto. Ma era stato mio nonno Mandus a sceglierlo quindi doveva sapere il fatto suo. Scrissi sul tablet "Ben arrivato dottor Hiss, spero lei sappia guarirmi, rivoglio la mia vita!" |
"Vi lascio soli." Disse il padre di Altea. "Così lei, dottore, potrà conoscere meglio mia figlia." Ed uscì.
"Bene." Disse Hiss rimasto solo con lei. "Ho letto le sue schede mediche e ipareri dei vari medici che l'hanno avuta in cura. Inoltre nelle lunghe chiacchierate con suo nonno lui mi ha raccontato molto riguardo il tragico incidente e la brutta storia delle droghe. La medicina e le diverse terapie possono molto, ma lo sforzo maggiore deve partire da lei, signorina Altea. Lei deve voler guarire, avere la forza di rompere il muro di silenzio che la sta avvolgendo. Io le darò tutto il mio aiuto ma voglio da lei forza e determinazione." Fissandola negli occhi. "Inoltre, non amando molto la tecnologia, che trovo fredda ed impersonale, mi piacerebbe, almeno nelle nostre sedute, che lei adoperi carta e penna e non più il tablet. Scrivere a mano a mio parere non è solo più poetico, ma coinvolge in pieno mente e cuore, sensi ed istinto. Io credo che possa aiutarci precchio a lungo andare, signorina." |
Ero intenta a cercare sul web l'indirizzo del fotografo, quando il campanello sulla porta tintinnò.
Alzai infatti lo sguardo e notai un uomo dagli occhi scuri ed enigmatici ed il portamento composto, oltre ad una strana faccia familiare. E mi chiesi dentro di me quale fosse il motivo. "Sono io, mi chiamo Gwen, mi dica" con un sorriso educato, mentre annuivo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ascoltai attentamente il dottor Hiss...sfondare il mio muro di silenzio...oh, facili parole ma fortemente vere. Tutto doveva partire da me, istintivamente mi sedetti sullo scrittoio, aprii un cassetto e presi della carta filigranata e il pennino antico, lo intinsi di inchiostro e iniziai a scrivere...scrivere...quanto tempo non lo facevo. Sorrisi leggermente al dottore e scrissi "Dottor Hiss, è difficile esprimere ciò che il mio cuore incantenato vorrebbe urlare. Non ho usato droghe, mi hanno ingannato e io...stupida...mi sono fidata di gente sbagliata. Ora mia sorella sarebbe stata qui? E' colpa mia, solo mia..nessuno mi colpevolizza, ogni tanto mi sembra di sentirla".
Porsi la lettera al dottore e sorrisi, versando del tè nero in una tazza, l'acqua era ancora calda nel Samovar e dopo pochi minuti porsi una preziosa tazza al dottore sorridendogli. Si, mi sentivo a mio agio, aver scritto dopo tanto tempo era stato un sollievo, era stata la mia mano a imprimere quelle frasi crude e dolorose, non un computer. |
"Cercavo un'agenzia di inestigazione privata..." disse l'uomo a Gwen "... volevo assumere un detective privato e mi hanno fatto il suo nome come criminologa." Fissandola. "Mi chiamo Herbert Smas."
In quel momento Gwen ricordò quel volto e quel nome, avendo visto di sfuggita quell'uomo mesi prima. Era infatti uno dei professori di Kim, visto che la ragazza frequentava l'università. |
Hiss lesse il biglietto scritto da Altea, mentre lei preparava del tè.
"Sua sorella è morta non per colpa sua, signorina." Disse. "Se ne convinca. Non è colpevole e neppure responsabile. E ha già pagato più del dovuto per quella storia. Se non si libererà dei suoi sensi di colpa, ci saranno sempre delle ombre, come fantasmi, a tormentarla." Fissandola, per poi assaggiare il tè. |
"Ma certo, hanno fatto bene, si accomodi" indicandogli una delle due poltrone.
Però, il nome non mi era nuovo. Pensai, pensai... E alla fine ricordai. Ma certo. Era il professore di Kim. "Per caso... Per caso lei era uno dei professori di Kim?" gli chiesi dunque "Mi scusi, è che è mia amica e mi parlava spesso dei suoi corsi universitari, di lei e ho subito ricordato il suo nome" aggiunsi, guardandolo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si." Disse lui con uno sguardo stretto, con i suoi occhi scuri che parvero farsi vaghi, sfuggenti.
Un istante che però l'occhio attento di Gwen notò subito. "Si, era..." continuò lui, per poi subito esitare "... è una mia studentessa... e in verità è proprio lei il motivo per cui sono qui oggi, dottoressa." Fissandola. "Le secca se fumo?" |
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